Qualche giorno fa, il prof. Alberto Zangrillo (primario di anestesia all'ospedale San Raffaele di Milano) ha stupito un po' tutti dichiarando, con una certa veemenza, che la malattia causata dal virus Sars-Cov-2 non esiste più. Il virus sarebbe "clinicamente inesistente".
Molti non sono stati d'accordo con questa dichiarazione. Almeno per i toni. Dare un messaggio del genere può suscitare un senso di falsa tranquillità, una liberazione da settimane di stress e preoccupazioni e poi non si basa sui fatti che sono ben diversi.
Intendiamoci, io sottolineo da sempre che stress e preoccupazioni dovevano essere limitati al minimo, "attenti ma tranquilli" dicevo. Perché il panico fa male, la malattia da Coronavirus è grave in certi casi ma non in senso assoluto e poi gradualmente la situazione sta migliorando ma, devo dire, non è per niente "clinicamente inesistente" e questo va aggiunto alle altre (tante) informazioni confusionarie e fuorvianti che sono state date in pasto ai media da esperti o presunti tali. Certo che la situazione è sotto controllo, i casi diminuiscono gradualmente e quelli che ci sono probabilmente sono molto meno gravi e preoccupanti, ci sono regioni con zero casi, benissimo ma dire che la "malattia è clinicamente inesistente" è pericoloso, oltre che falso.
Per "clinicamente" si intende qualcosa che è discussa e analizzata dal punto di vista medico. Una malattia "clinicamente" inesistente è quella che ormai non ha più sintomi o almeno non ha i sintomi più importanti (o gravi) o evidenti.
Se una malattia ha ancora dei sintomi è clinicamente presente, è, insomma, "rilevabile".
Non so se è chiaro questo concetto.
Dire quindi "Covid è clinicamente inesistente" non è corretto e, in effetti, può trasmettere una falsa informazione. Certo che tanti lo sanno e infatti si sono opposti alle opinioni di Zangrillo. Se sia stata solo un'uscita infelice o un cattivo modo di comunicare questo non posso saperlo e quindi non lo commento.
Ma c'è qualcosa che pochi hanno notato.
Ci siamo dimenticati dei bei vecchi tempi passati quando si discuteva di malattie infettive e vaccini. Quando dei poveri antivaccinisti uscivano fuori teorie ridicole e tentavano di evitare le vaccinazioni, facevano manifestazioni contro l'obbligo, si battevano perché "il morbillo lo abbiamo avuto tutti". Cretinate, ovvio.
Ci siamo dimenticati dei bei vecchi tempi passati quando si discuteva di malattie infettive e vaccini. Quando dei poveri antivaccinisti uscivano fuori teorie ridicole e tentavano di evitare le vaccinazioni, facevano manifestazioni contro l'obbligo, si battevano perché "il morbillo lo abbiamo avuto tutti". Cretinate, ovvio.
E via con l'obbligo di vaccinazione, giusto.
E silenzio, chi discute l'obbligo è un antivaccinista.
La comunità scientifica ha reagito subito e compatta: chi dice queste cose è uno stupido ignorante e va messo a tacere. Sono d'accordo, non si scherza con la salute e fare i complottisti davanti alle sofferenze e alle malattie è pericoloso, soprattutto se ci si basa sul nulla. L'antivaccinista inventa dati, definizioni, studi, si basa su opinioni personali per farne una regola generale, non vale niente, scientificamente, perché non è supportato da dati, prove, fatti. L'antivaccinista è un opinionista, né più né meno.
Ma di opinionisti, in queste settimane di epidemia, ne abbiamo avuti tanti, persino tra gli esperti, persino tra le persone più preparate e la confusione conseguente è stata inevitabile.
Allora se tra medici e scienziati ognuno ha il diritto di essere opinionista, perché non c'è il diritto di essere antivaccinista?
Perché è bene ripassare alcuni numeri.
Nel mese di aprile 2019 abbiamo avuto il numero maggiore di casi di morbillo in Italia, 311.
311.
Pericoloso, anche un caso è potenzialmente pericoloso, sono malattie infettive eh?
Però abbiamo il vaccino e quindi ci possiamo proteggere, giusto il richiamo alla prudenza. Perché rischiare e azzardare con una malattia che, in genere benigna, può però essere molto rischiosa?
Oggi, con una malattia senza vaccino e che ha dimostrato di mettere in crisi ospedali e intere nazioni, sembra che rischiare e azzardare sia giusto, macché prudenza. Uno può dire che si parla di "malattia inesistente" ed è una semplice opinione come un'altra, può dire che si allarma la popolazione inutilmente, buttiamola lì.
Perché è bene essere antivax secondo la propria convenienza.
Come avreste trattato uno che avesse detto (davanti a 311 casi in un mese) che il morbillo fosse "clinicamente inesistente"?
Sapete quanti casi di rosolia sono stati registrati dal 2013? 259.
E per 259 casi in sei anni abbiamo un vaccino obbligatorio. Giusto.
Come trattereste uno che dice che il vaccino antirosolia è inutile?
E come state trattando uno che (davanti a, dati di oggi, 321 casi in più rispetto a ieri di Covid-19) dice che il Covid-19 è clinicamente inesistente?
Massì, in fondo ha ragione, ormai sono pochi casi.
Perché per 113 casi di poliomielite nel mondo (nel mondo, in un anno) ci vacciniamo tutti e guai a non farlo mentre per 321 casi in Italia di Covid-19 in un giorno si parla di malattia inesistente? Cosa dovrebbe capire la gente, cosa dovrebbero pensare i genitori?
Ecco, quando c'era l'epidemia di morbillo e la comunità scientifica spingeva per il giusto obbligo di vaccini, idiota chi osava dire che i casi erano pochi e che si allarmava inutilmente la gente, era solo un pazzo ignorante, giusto? Un antivaccinista, solo un opinionista, senza peso scientifico.
La differenza tra opinionista e scienziato che comunica è la misura delle parole. Il limitare le proprie opinioni e enfatizzare i dati scientifici, il basarsi sui fatti e non sulle idee campate in aria. Lo scienziato (serio) che comunica non parla quasi mai in senso assoluto, ce lo insegnano persino le basi della ricerca ("questi dati hanno bisogno di conferme", "sembra che...", "ulteriori studi devono confermare..."). Uno scienziato serio sottolinea quando parla di opinioni e quando di fatti. Sono errori gravissimi.
Ricordatelo quindi quando qualcuno dirà all'opinionista antivax di passaggio che bisogna vaccinarsi perché ci sono malattie infettive potenzialmente pericolose per il singolo e la comunità e che anche pochi casi sono un rischio.
Però attenzione perché poi l'antivax tirerà fuori la storia della malattia infettiva clinicamente inesistente che ha lo stesso numero di casi (e nessuna cura né vaccino) della malattia infettiva per la quale c'è obbligo ad assumere medicine e avrà pure ragione.
Alla prossima.
Alla prossima.