"No dati, no vaccino". Questa frase, sentita in questi giorni tante volte, ha creato confusione in qualcuno e in altri addirittura scandalo. Ma è davvero così assurda? No, per me no. Però è un bell'esempio del cortocircuito di informazioni e percezione della realtà e della scienza che questa pandemia, assurda, ha creato.
In questi giorni il prof. Crisanti (microbiologo dell'università di Padova) è finito su tutti i giornali con titoli come "non farò il vaccino" o "senza dati non farò il vaccino". Al solito i titoli (e spesso anche gli articoli) possono essere fuorvianti perché il discorso di Crisanti era molto più articolato. La frase "incriminata", trascritta, era questa:
Domanda: "Lei se lo farebbe il vaccino...il primo vaccino che arriva a gennaio?"
Crisanti: "senza dati no"Domanda: "Perché?"Crisanti: "perché voglio essere rassicurato che sia un vaccino che è stato testato e che soddisfi tutti i criteri di sicurezza ed efficacia Io penso come cittadino ne ho diritto e non sono disposto a accettare scorciatoie".
Che dite?
In questa frase trovate qualcosa di strano? Io no. E infatti lo stesso identico pensiero di Crisanti l'ho avuto anche io.
Vaccino antiCovid: l’ennesima fintoversia. Si discute del piano di distribuzione e stoccaggio e si nomina un responsabile, per un vaccino che non è ancora pronto, non ha ancora dimostrato di essere efficace e non ha nemmeno una pubblicazione scientifica all’attivo. Il nulla.
— Salvo Di Grazia (@MedBunker) November 12, 2020
Premesso che un vaccino, come qualsiasi farmaco, debba essere sicuro e efficace è chiaro che, se fosse così, andrebbe fatto e lo farei.
A oggi però i vaccini annunciati per il Sars-Cov-2 sono "sicuri e efficaci" solo su annuncio dei produttori. Sappiamo che si tratta (per alcuni) di tecnologie modernissime e mai utilizzate, che i criteri di sviluppo sono stati certo rigorosi ma accelerati per l'urgenza ma non abbiamo dati, studi, pubblicazioni, statistiche da studiare.
Niente, solo i comunicati stampa di chi li produce. Sono già qualcosa ma solo dal punto di vista giornalistico.
Da quello scientifico e medico non valgono nulla.
E mi hanno stupito (fino a un certo punto) le dichiarazioni scandalizzate di altri medici, di autorità e scienziati che attaccavano Crisanti. Proprio Crisanti ha avuto una posizione perfettamente scientifica. "No dati no vaccinazione". Che è quello che tutti noi dovremmo chiedere e per primi gli scienziati. Capisco le persone, i cittadini assetati di speranza, di cure, lo capisco ma lo scienziato, il medico, deve restare con i piedi per terra. Non può scatenare un tifo da stadio (per aver detto quello che leggete sopra sono stato anche insultato) perché un produttore di farmaci ha detto che il suo farmaco è buono.
Mettiamo un attimo da parte il buon senso che ci direbbe di aspettare che questi vaccini siano approvati e giudicati da chi deve farlo (le autorità sanitarie AIFA in Italia, EMA in Europa, FDA in America), facciamo finta che il vecchio, saggio consiglio di non chiedere all'oste com'è il suo vino si debba ignorare ma è così assurdo che uno scienziato giudichi un farmaco quando potrà vederne le caratteristiche?
A me non pare.
A me non pare.
E presumo che chi ha criticato me (e Crisanti) amerebbe avere un medico che prima di prescrivergli un farmaco ne conosca caratteristiche e capacità, rischi e benefici, utilità e inutilità. Ovvio.
E poi non parliamo della crema scioglipancia ma di un vaccino che sarà somministrato a milioni (miliardi) di persone.
E poi non parliamo della crema scioglipancia ma di un vaccino che sarà somministrato a milioni (miliardi) di persone.
Nel caso dei farmaci (e dei vaccini) trattandosi di prodotti somministrati a tante persone, a scopo medico, il controllo dei numeri deve essere scrupoloso, attento, al massimo dell'oggettività. È per questo che prima di approvare un farmaco o un vaccino passano anni, tanti. Perché non basta l'analisi dei dati, serve l'esperienza sul campo, il controllo di chi assume quel farmaco e poi i "dati grezzi". In questo caso gli anni saranno annullati visto il momento, l'urgenza, ci sta. Ma cautela, attenzione, prudenza. Non devono scomparire sostituiti da un comunicato stampa.
Avere voglia di arrivare a una soluzione a questa pandemia è certamente comprensibile ma la fretta non aiuterebbe, anzi, potrebbe essere dannosa. Meglio una lumaca che arriva al traguardo di una lepre che inciampa nel suo percorso.
Essere lumache, sicuramente più lente, ci darebbe modo di annunciare una soluzione solo quando l'avremmo in mano, la discuteremmo, si capirebbero le caratteristiche, si potranno mettere su una bilancia rischi e benefici. Fare le lepri, veloci e scattanti, è una tentazione ma così succede proprio quello che sta succedendo: discutere del nulla.
Cosa che rischia di confondere tutti noi e soprattutto la popolazione generale che, in un clima già caotico e pieno di informazioni contraddittorie, ne troverà un'altra, l'ennesima.
Tanto che al primo annuncio di un vaccino, efficace ma che doveva essere conservato a -80 gradi, c'era chi chiedeva già l'acquisto di refrigeratori per la conservazione e il trasporto, subito, per essere preparati. C'era già l'azienda che li avrebbe prodotti!
Pochi giorni dopo l'annuncio di un'altra azienda, con un vaccino che invece non aveva bisogno di questi strumenti. Ed era pure un po' più efficace.
Poi di nuovo l'annuncio della prima, il vaccino deve essere conservato a -70 ma noi forniremo dei contenitori adatti, poi voi ci metterete il ghiaccio. Ed è pure un po' più efficace del secondo, in una sorta di gara al rialzo.
Vi rendete conto che sembra di parlare di una nuova varietà di pomodori in vendita al mercato?
La faccenda si fa più strana (o forse più chiara) quando successe la stessa cosa con il vaccino prodotto in Russia (annunciato in pompa magna da Putin). Tanti annunci, grandi risultati ma dati zero.
Cosa dissero gli scienziati in quell'occasione?
Beh, ebbero un atteggiamento diverso. E in quel caso c'era pure uno studio pubblicato addirittura su Lancet (ben poca cosa, pochi soggetti e poca attendibilità ma almeno due dati c'erano) ma non bastava.
Giustamente.
La stessa cosa non è accaduta questa volta, anzi, grande entusiasmo per un comunicato stampa del produttore.
Questo caos è sicuramente dovuto al momento e alla sete di soluzioni ma è necessario? Inevitabile?
Cosa sarebbe dovuto accadere? Nulla di speciale, quello che succede sempre quando si produce un nuovo farmaco.
Le case farmaceutiche, quando devono mettere in commercio un farmaco, hanno tantissimi dati, con quelli producono uno studio (normalmente dopo anni di esperimenti), danno i dati alle autorità che devono approvare quel farmaco (dopo mesi, anche anni), poi pubblicano lo studio per la comunità scientifica mondiale, lo mettono a disposizione di tutti.
In questo caso non è ancora avvenuto, probabilmente succederà. Questo serve per mostrare a tutti (a me, ai medici, agli scienziati, al pubblico) i risultati, le capacità di quel farmaco. Quelli che usciranno nello studio (se mai ci sarà) sono i dati "processati", quelli che, dopo calcoli e processi statistici, danno il risultato finale: funziona o non funziona. Poi ci sono i dati grezzi.
I dati grezzi sono i dati che ha l'azienda (i soggetti testati, le loro caratteristiche, i risultati divisi per ogni singolo soggetto, gli effetti collaterali, le osservazioni e così via) senza che questi siano "processati", "manipolati", trattati per creare lo studio. Sono in pratica i dati "nudi e crudi", quelli più attendibili.
Con i dati grezzi avremmo un'idea ancora più chiara, direi "pulita" di quanto quel farmaco possa fare ma questo succede in genere anni dopo, quando il farmaco e ormai in commercio da tempo.
Con i dati grezzi avremmo un'idea ancora più chiara, direi "pulita" di quanto quel farmaco possa fare ma questo succede in genere anni dopo, quando il farmaco e ormai in commercio da tempo.
Ora, nel caso di questi vaccini noi attualmente (speriamo accada presto) non abbiamo nessun dato, nessun dato statistico, nessun dato grezzo, nessuna pubblicazione scientifica. Non abbiamo nulla. Abbiamo fretta e quindi le procedure che normalmente durano anni stanno durando (pochi) mesi ma anche questo, se fosse un successo, sarebbe un grande passo per l'umanità.
Questo però non deve farci dimenticare la prudenza e l'attenzione. Non solo. Proprio chi fa scienza e cura le persone non dovrebbe mai dimenticare le basi sulle quali poggiano le sue azioni.
Dire "io così non mi vaccino" non è un errore di comunicazione, è una dichiarazione da uomo di scienza. Aggiungerei "io così non consiglierei il vaccino a nessuno". Scienza. Ovvia.
La comunicazione istituzionale avrebbe potuto dire "per ora non abbiamo dati ufficiali, siamo ottimisti viste le notizie che comunica l'azienda e speriamo di poter aver presto questo vaccino che sembra molto efficace".
Cosa vi sembra? Troppo cauto? O semplicemente onesto?
Cosa vi sembra? Troppo cauto? O semplicemente onesto?
Qualcuno dice "ma così dai fiato ai complottisti!". Ora, premesso che dei complottisti non mi importa un granché e credo siano più importanti le persone che vogliono informazioni oneste e corrette, non si può comunicare con la popolazione usando un linguaggio ambiguo e poco onesto perché qualcuno potrebbe approfittarne.
Un'altra obiezione (giustissima): "quando sali su un aereo, chiedi di vedere il progetto di costruzione per fidarti? No, ti fidi dell'ingegnere e voli". Giustissimo. Non si possono certo dare i dati dei vaccini alla cittadinanza sperando li studi e li capisca. Ovvio.
Ma alla comunità scientifica sì. La "pubblicazione" di un esperimento è un cardine del metodo scientifico. Io, comune cittadino, non capirei mai i progetti di costruzione di un aereo ma un ingegnere aeronautico sì. E se lui prima di salire su un nuovo aereo che dice di volare alla velocità della luce chiedesse di vedere com'è fatto, lo trovereste scandaloso o ovvio?
Per questo mi hanno stupito dichiarazioni di altri scienziati (che in altre occasioni si erano dimostrati equilibrati e ricchi di buon senso), cose come "il vaccino è sicuro" o "io il vaccino lo farò". Anche aggressive, offensive. Anche dei giovani divulgatori sono diventati dei giudici aggressivi verso Crisanti quando Crisanti ha dato loro una lezione di perfetta aderenza al metodo scientifico. La scienza non deve credere, deve capire. Persino quando una cosa ci fa piacere. La scienza è oggettiva, non crede sulla fiducia.
Ma alla comunità scientifica sì. La "pubblicazione" di un esperimento è un cardine del metodo scientifico. Io, comune cittadino, non capirei mai i progetti di costruzione di un aereo ma un ingegnere aeronautico sì. E se lui prima di salire su un nuovo aereo che dice di volare alla velocità della luce chiedesse di vedere com'è fatto, lo trovereste scandaloso o ovvio?
Per questo mi hanno stupito dichiarazioni di altri scienziati (che in altre occasioni si erano dimostrati equilibrati e ricchi di buon senso), cose come "il vaccino è sicuro" o "io il vaccino lo farò". Anche aggressive, offensive. Anche dei giovani divulgatori sono diventati dei giudici aggressivi verso Crisanti quando Crisanti ha dato loro una lezione di perfetta aderenza al metodo scientifico. La scienza non deve credere, deve capire. Persino quando una cosa ci fa piacere. La scienza è oggettiva, non crede sulla fiducia.
Cosa sta succedendo a tutti quelli che ciecamente e senza chiedere UN dato, parlano di vaccino efficace e sicuro a breve disponibile? Siamo severissimi con sciocchezze come l'omeopatia e i ciarlatani e diventiamo permissivi e superficiali con un vaccino di nuova generazione che verrà somministrato a tutto il mondo? Che succede?
Non per niente non è stato solo Crisanti (o io) a dire cose del genere, nella loro ovvietà l'hanno detta anche altri, come il prof. Galli o il prof. Garattini.
Non per niente non è stato solo Crisanti (o io) a dire cose del genere, nella loro ovvietà l'hanno detta anche altri, come il prof. Galli o il prof. Garattini.
Che ne sappiamo del vaccino? Che ne sai se sarà sicuro? Funziona sugli anziani (i soggetti tra i più colpiti dalla malattia)? Impedisce la contagiosità? Riusciremo a conservarlo e distribuirlo come si deve? E se domani quel vaccino mostrasse un effetto collaterale grave e inaccettabile che ne sarà della tua sicurezza? E se, pur non avendo effetti collaterali gravi quel vaccino non funzionasse, che ne sarà della tua sicurezza? E soprattutto, messa da parte la tua, da scienziato, che ne sarà della sicurezza della popolazione?
Lo sapremo sicuramente, se arrivasse l'approvazione significherà che qualcuno l'avrà saputo, controllato, certificato, mi fido pienamente dei controllori, il loro "sì" sarà quel giorno un sigillo di garanzia. Benissimo. Oggi no.
Altri hanno detto "così si sparge sfiducia nei vaccini". Cioè chi dice di attenersi ai dati e aspettare conferme diffonderebbe sfiducia mentre chi giudica in base agli articoli di giornale sarebbe uno scienziato responsabile?
Ma veramente voi vorreste un medico che prescrivesse la tisana dimagrante perché il produttore dice che funziona perfettamente da una pagina di giornale? La sfiducia nei vaccini si sparge con la poca chiarezza, con mancanza di dati, di giudizi, di risultati, di pareri professionali.
Ecco, a me sembra che non sia stato Crisanti a sbagliare nella comunicazione ma tanti altri (che lo hanno attaccato aspramente) e pure in maniera esagerata. Sarà il panico, l'entusiasmo, sarà la voglia di avere subito in mano la soluzione ma è molto meglio dire le cose come stanno che arrampicarsi sugli specchi.
Ecco, a me sembra che non sia stato Crisanti a sbagliare nella comunicazione ma tanti altri (che lo hanno attaccato aspramente) e pure in maniera esagerata. Sarà il panico, l'entusiasmo, sarà la voglia di avere subito in mano la soluzione ma è molto meglio dire le cose come stanno che arrampicarsi sugli specchi.
Poi è chiaro che chi ha interesse a sottovalutare questo aspetto liquiderà in due parole chi solleva dubbi legittimi o fa domande: "è un antivax" o "sta dicendo cose pericolosissime", in due parole di qualifica il messaggero, lo si demolisce, così si tenta di demolire il suo messaggio, mettiamolo nella casella degli antivax così nessuno lo ascolterà, liquidato. Il punto è che, secondo me, è molto più "antivax" chi annuncia un vaccino senza averlo in mano. Chi parla di condizioni di conservazione senza che ancora non sia in commercio. Chi dice "funziona nel 90% dei casi" senza averne visto uno. La fiducia del cittadino si conquista con la trasparenza, la correttezza, la chiarezza, molti non l'hanno ancora capito.
Ovviamente i produttori fanno il loro lavoro, ovviamente se il vaccino andasse in commercio sarà (probabilmente) sicuro e efficace, ovviamente se così fosse io lo farei e inviterei gli altri a farlo ma, oggi, altrettanto ovviamente, stiamo parlando del nulla. Di ipotesi.
Di parole frettolose.
E la gatta frettolosa fece gattini ciechi.
Alla prossima.