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La medicina Ayurvedica, tra energie ed erbe.

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Forse non tutti sanno che tra le varie medicine "complementari" (ovvero non scientificamente dimostrate) permesse dalla legislatura italiana, oltre all'omeopatia ed all'agopuntura ne possiamo trovare altre particolarmente curiose. Una di queste è una medicina tradizionale indiana esistente da secoli, si chiama Ayurveda (più o meno "conoscenza della vita" in sanscrito).
Si tratta di una medicina che, proprio per la sua antica origine, sfrutta idee e credenze secolari e che anche per questo motivo ha molte similitudini con altre medicine orientali ed antiche. L'Ayurveda ha come scopo quello di bilanciare le energie del nostro corpo ed in particolare mente e spirito, purificare l'organismo, integrare la salute e questo condurrebbe alla felicità, oltre che alla salute. I mezzi con i quali si otterrebbero questi benefici sono tutti "naturali", erbe, minerali, massaggi, diete, tutta una serie di rimedi tramandati dall'antichità (quando non esistevano le medicine) ed a volte "modificati" con il tempo. Molti praticanti l'Ayurveda mescolano le pratiche orientali con altre tecniche più o meno attinenti e spesso rendono la loro medicina ayurvedica del tutto differente da quella originale.
I "libri sacri" di queste pratica sono due testi risalenti a 2000 anni fa, che descrivono otto "branche" dell'Ayurveda (tra le quali la chirurgia, la psichiatria, l'ostetricia) e nonostante la sua "anzianità", ancora oggi in India ed in altri paesi orientali, molta gente unisce alla medicina standard anche pratiche ayurvediche. In questi paesi sono comuni delle scuole che insegnano i fondamenti della filosofia ayurvedica.
Si parte dall'idea, abbastanza comune, che il corpo sia connesso con la mente e l'universo attraverso una sorta di "forza vitale".
Ogni parte del corpo è unita all'universo, contiene sostanze che si ritrovano in natura e quando la "connessione" con la natura è sbilanciata, insorge la malattia.

La medicina Ayurvedica si basa su due concetti principali: la costituzione (prakriti) e la forza vitale (dosha). La prima è il rapporto tra mente e corpo che non cambia mai nella vita, la seconda è formata da tre forze vitali il cui squilibrio determina le malattie.

Ogni dosha è composto da due dei cinque elementi naturali (etere, ovvero l'aria "cosmica", acqua, fuoco, aria e terra) ed ogni individuo ha una sua combinazione variabile dei dosha (quindi una combinazione diversa dei due elementi che compongono il dosha), ma solo uno di loro prevale. Il nome dei dosha è quello originale sanscrito: vata (etere ed aria: controlla la mente, il cuore, la divisione cellulare, è il più importante), pitta (fuoco ed acqua: che controlla sistema ormonale e digestivo) e kapha (acqua e terra: forza, immunità e crescita fisica).
Esistono tanti altri particolari che spiegano le teorie della medicina Ayurvedica ma il discorso diventerebbe molto più difficile da seguire. Come si vede, questa pratica si basa su idee piuttosto comuni a tutte le medicine orientali, le energie invisibili, l'interconnessione con la natura, lo squilibrio delle forze vitali. Bisogna ridurre tutto all'epoca nella quale nacque questo tipo di medicina, quando non esisteva alcuna idea sullo sviluppo delle malattie, sulla loro cura, non si conoscevano i batteri e tutti i mali derivavano da forze sovrannaturali (che comunque erano connesse alla natura umana) che decidevano per noi. Per curare le malattie, la medicina ayurvedica utilizza gli elementi che secondo lei compongono il corpo, si usano quindi erbe o minerali, massaggi per "riequilibrare" le energie, ed altro, come esercizi di respirazione e simili allo yoga.
Alcune delle sostanze usate dagli ayurvedici hanno poteri medicinali, altre sono tossiche ed altre ancora hanno solo un potere "rituale".
Ma come fa un medico ayurvedico a stabilire se l'equilibrio di un individuo sia corretto? Come scopre le sue patologie?
Anche qui dobbiamo pensare ad un'epoca che non disponeva di strumenti diagnostici e quindi tutto si basava sull'esame del paziente, sulla sua dieta, lo stile di vita, lo stato della pelle, dei denti, della lingua, il battito cardiaco e la voce. In seguito all'esame sono prescritti i rimedi più adeguati che hanno diversi scopi:
  • Eliminare le impurità: con il "panchakarma" si purifica il corpo eliminando l'ama, ovvero il cibo non digerito che "ostruisce ed incolla" i tessuti determinandone il loro cattivo funzionamento.
  • Ridurre i sintomi: con l'esercizio fisico, la meditazione, la respirazione o i massaggi, il paziente vedrà migliorare il suo stato.
  • Aumentare la resistenza alle malattie: con le erbe, minerali, vitamine, tutto basato sulle descrizioni dei testi originali.
  • Ridurre la tristezza ed aumentare l'armonia: evitando le emozioni negative e pensando positivamente.


Naturalmente è certo salutare una filosofia (perché di questo si tratta, più che di una medicina) che invoglia al pensiero positivo ed al contatto con la natura. Migliorare la propria alimentazione, lo stile di vita, dedicarsi del tempo per curare la propria vita, sono tutti princìpi che non possono essere dannosi. Ma anche in questo caso, dietro ad una pratica apparentemente innocua, si possono nascondere alcune insidie. Molti "ayurvedici" non limitano la loro opera solo per la cura di piccoli malanni, malattie psicosomatiche, stati di stress, ma vanno molto oltre dicendosi capaci di curare malattie gravi (cancro compreso). Vi è un altro pericolo che si nasconde nella tendenza ad acquistare le sostanze "terapeutiche" direttamente dai produttori dei paesi orientali (pure tramite web). Molte erbe e minerali infatti, sono sottoposti a scarsi controlli e la loro qualità è molto scarsa quando non sono direttamente dannosi.
Sono in aumento infatti i casi di avvelenamento (anche letale) da prodotti ayurvedici. In particolare sono stati segnalati diversi casi di avvelenamento da piombo.
Nella medicina ayurvedica è previsto l'uso di olii, spezie ed erbe medicali e mentre l'uso esterno è raramente fonte di rischi (tranne alcune forme di dermatite), quello interno può essere molto pericoloso. Per questo motivo la pratica di questo tipo di medicina è riservata ai medici abilitati alla professione e vale sempre il consiglio di utilizzare prodotti controllati e di fonte conosciuta, in Italia la vendita di prodotti erboristici ayurvedici è consentita come quella di "integratori".
Tra gli ingredienti dei rimedi ayurvedici ci sono molti minerali come l'oro ed il piombo ma spesso non è nota nemmeno l'esatta composizione dei rimedi, è questo il pericolo reale.
In un'indagine statunitense, su 70 prodotti ayurvedici, bel 14 contenevano livelli di piombo, arsenico e mercurio pericolosi e, come detto, sono decine di casi di intossicazione da uso di erbe importate, fenomeno descritto anche in Europa (come qui, in Francia).
Gli studi scientifici sugli effetti di questa pratica non sono tanti, ne esistono diversi che si presentano come poco accurati e precisi e servirebbero per questo lavori più corretti per stabilire definitivamente il valore curativo di questa medicina tradizionale. E' chiaro che è la stessa base teorica dell'Ayurveda a non trovare conferme in campo scientifico, le fantomatiche "energie", la "forza vitale", l'equilibrio con l'universo sono tutti concetti filosofici che hanno pochissimo in comune con la medicina e la clinica, bisogna quindi analizzare gli eventuali effetti derivanti da quello che si usa in ambito ayurvedico. In generale non si ha un effetto terapeutico su malattie fisiche particolarmente significativo ma sembra che la correzione dell'alimentazione, accompagnata da una maggiore attenzione allo stato del proprio fisico, possa apportare benefici alla salute generale del paziente. Non sono conosciute malattie guarite con l'Ayurveda ma sono descritti stati di malessere psicologico notevolmente migliorati. Alcune erbe sono conosciute per il loro potere disinfettante e risolvente e per questo sono state utilizzate anche in piccoli interventi chirurgici. Il risultato è stato buono ma il dolore post operatorio superiore a quello dell'intervento classico.
In generale, visto che la pratica dell'Ayurveda in Italia è affidata a medici, si preferisce considerare questo tipo di approccio come utile complemento ad altre cure. Regolare le proprie abitudini di vita non può che tenerci in un binario di educazione sanitaria utile in qualsiasi caso, bisogna invece diffidare pesantemente da quei medici ayurvedici che mescolano la pratica indiana con altre pratiche del tutto non scientifiche e pericolose. Sono noti casi di medici che uniscono all'Ayurveda anche le teorie di Hamer (il medico psicopatico che sostiene che le malattie siano causate da traumi non risolti), che trattano con l'Ayurveda malattie gravi consigliando la sospensione della terapia medica o che compiono veri e propri riti magici per "rinforzare" gli effetti della respirazione o dello yoga, rasentando il plagio psicologico.

Per concludere quindi: diffidare da prodotti non sicuri e non certificati. Affidarsi solo a medici iscritti all'albo ed abilitati, parlare sempre con il proprio medico curante per capire se si può ricorrere a questo tipo di pratica o se non fosse consigliabile vista la propria patologia.
Basti sapere che la medicina Ayurvedica, da noi considerata quasi un "capriccio" un po' stravagante, in India è utilizzata dalla classe più povera (perché spesso praticata da guaritori improvvisati) ma che per le malattie vere, anche in quel paese, si rivolgono agli ospedali, quando esistono.

Alla prossima.

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