Nessun italiano metterebbe il gorgonzola sulla pizza.
Ma guarda che ieri ho mangiato proprio una pizza al gorgonzola, buonissima...
Nessun vero italiano metterebbe il gorgonzola sulla pizza!
Vi ho presentato la versione nostrana di una delle più note fallacie, l'originale si chiama "no true scotsman", cioè "nessun vero scozzese" ed è stata formulata da Anthony Flew un filosofo inglese.
Chi fa la prima affermazione è netto, deciso ma è smentito da chi ha di fronte che ha provato personalmente il contrario, non è vero quindi che nessun italiano metta il gorgonzola sulla pizza ed ecco che il primo soggetto, pur di avere ragione, cambia le carte in tavola e riformula la sua affermazione iniziale (quindi in realtà non la sta confermando, la cambia, si tratta di una nuova affermazione). Non è vero che nessun italiano farebbe una pizza al gorgonzola, non la farebbe nessun vero italiano. Ha trovato un modo per non ammettere di aver sbagliato ma è stato scorretto (ed anche la seconda affermazione è discutibile, il fatto di essere "vero italiano" non impedisce di mettere gorgonzola nella pizza).
Chi fa la prima affermazione è netto, deciso ma è smentito da chi ha di fronte che ha provato personalmente il contrario, non è vero quindi che nessun italiano metta il gorgonzola sulla pizza ed ecco che il primo soggetto, pur di avere ragione, cambia le carte in tavola e riformula la sua affermazione iniziale (quindi in realtà non la sta confermando, la cambia, si tratta di una nuova affermazione). Non è vero che nessun italiano farebbe una pizza al gorgonzola, non la farebbe nessun vero italiano. Ha trovato un modo per non ammettere di aver sbagliato ma è stato scorretto (ed anche la seconda affermazione è discutibile, il fatto di essere "vero italiano" non impedisce di mettere gorgonzola nella pizza).
Le fallacie sono errori di ragionamento che rendono falso un concetto e che, in una discussione, rendono scorretto il confronto. Si tratta di un argomento interessante e per certi versi utile a chi affronta discussioni (specie se in pubblico) e permette non solo di scoprire se il proprio interlocutore discute onestamente o meno ma di saper controbattere adeguatamente.
L'idea di parlarne mi è venuta pochi giorni fa, quando un lettore ha commentato l'ennesima discussione sulla medicina. Di fronte agli evidenti passi avanti della chirurgia, della medicina e della scienza c'è sempre quello che con argomenti scorretti (e sfuggendo alle obiezioni che vengono fatte) pretende di essere creduto "sulla parola" e le fallacie si sprecano. Vedrete come si tratta dei tipici argomenti messi di fronte a fatti scientifici e forse questa piccola "guida" sarà utile per riconoscere chi si ha di fronte, almeno per misurarne l'onestà.
Può servire allora conoscere le più frequenti (sono tante!) cercando di adattarle all'argomento medico ed usando un po' di ironia quando possibile, scopriremo come sono davvero comuni e come, può succedere, anche noi siamo portati ad usarle (forse incosciamente ma non per forza). In questo caso mi manterrò in argomento medico (le fallacie sono un argomento vastissimo che coinvolge linguaggio, filosofia, arte oratoria ed altro).
Aggirare gli ostacoli.
In una discussione corretta non si cambiano gli elementi acquisiti.
Quando in una discussione ogni affermazione è smentita con i fatti, chi la smentisce ha ragione ma quando pur di smentire un'affermazione scomoda si cambia l'oggetto della discussione, chi lo fa è scorretto. Una sorta di corsa ad ostacoli, per arrivare alla fine con onestà devi saltarli tutti se invece li aggiri non hai gareggiato correttamente.
Un esempio per riportarvi alla mente (ne sono sicuro) qualche commento apparso in questo blog:
Commento: "Qualsiasi medico sa che le staminali usate da Vannoni oggi curano le malattie".
Questa fallacia è semplicemente tesa alla ricerca di un argomento qualsiasi per "invalidare" la tesi dell'interlocutore e quindi si sposta sui piani che più convengono, anche se non attinenti. Nell'esempio, si usa una generalizzazione ("qualsiasi medico sa che...") per presentare come ovvia un'affermazione ma, per invalidare l'opinione di chi scrive, un medico che non sia ultraspecializzato nell'argomento in questione non sarebbe in grado di dare il suo parere. Il fatto che l'inventore della presunta cura del secolo non sia nemmeno medico (e quindi in base al primo assunto questo invaliderebbe completamente la sua competenza) è sminuita, non ha importanza e diventa un argomento a favore, cambia quindi scorrettamente l'oggetto del discorso.
La falsa dicotomia.
Nella realtà non esistono solo bianco e nero ma anche i grigi.
È una fallacia banale, tanto da essere usata anche da persone razionali e che si basano sul ragionamento scientifico. Si riducono le possibilità a due, così da annullare ogni altra variante, è chiamata anche del "falso dilemma". Si può riassumere con la frase "o con me o contro di me".
Esempi:
Generalizzazione.
Una rondine non fa primavera.
Usata moltissimo in campo pseudoscientifico ma anche nella comunicazione delle notizie scientifiche da parte dei media. Si usa un esempio singolo o un caso unico per farne una regola. Nella comunicazione è conosciuta la "sindrome del singolo studio scientifico", quando la conclusione di un singolo studio (quindi ancora poco salda, non confermata, isolata) diventa pretesto per generalizzare un'affermazione.
Esempi:
Aggirare gli ostacoli.
In una discussione corretta non si cambiano gli elementi acquisiti.
Quando in una discussione ogni affermazione è smentita con i fatti, chi la smentisce ha ragione ma quando pur di smentire un'affermazione scomoda si cambia l'oggetto della discussione, chi lo fa è scorretto. Una sorta di corsa ad ostacoli, per arrivare alla fine con onestà devi saltarli tutti se invece li aggiri non hai gareggiato correttamente.
Un esempio per riportarvi alla mente (ne sono sicuro) qualche commento apparso in questo blog:
Commento: "Qualsiasi medico sa che le staminali usate da Vannoni oggi curano le malattie".
Questa fallacia è semplicemente tesa alla ricerca di un argomento qualsiasi per "invalidare" la tesi dell'interlocutore e quindi si sposta sui piani che più convengono, anche se non attinenti. Nell'esempio, si usa una generalizzazione ("qualsiasi medico sa che...") per presentare come ovvia un'affermazione ma, per invalidare l'opinione di chi scrive, un medico che non sia ultraspecializzato nell'argomento in questione non sarebbe in grado di dare il suo parere. Il fatto che l'inventore della presunta cura del secolo non sia nemmeno medico (e quindi in base al primo assunto questo invaliderebbe completamente la sua competenza) è sminuita, non ha importanza e diventa un argomento a favore, cambia quindi scorrettamente l'oggetto del discorso.
La falsa dicotomia.
Nella realtà non esistono solo bianco e nero ma anche i grigi.
È una fallacia banale, tanto da essere usata anche da persone razionali e che si basano sul ragionamento scientifico. Si riducono le possibilità a due, così da annullare ogni altra variante, è chiamata anche del "falso dilemma". Si può riassumere con la frase "o con me o contro di me".
Esempi:
- Se credi all'omeopatia sei un ignorante. (Non è vero, molte persone colte credono all'omeopatia).
- Uso l'omeopatia per non imbottirmi di antibiotici (In realtà c'è sempre la possibilità di non usare nessun farmaco).
Generalizzazione.
Una rondine non fa primavera.
Usata moltissimo in campo pseudoscientifico ma anche nella comunicazione delle notizie scientifiche da parte dei media. Si usa un esempio singolo o un caso unico per farne una regola. Nella comunicazione è conosciuta la "sindrome del singolo studio scientifico", quando la conclusione di un singolo studio (quindi ancora poco salda, non confermata, isolata) diventa pretesto per generalizzare un'affermazione.
Esempi:
- Uno studio ha mostrato come un estratto zuccherino delle mele abbia bloccato cellule tumorali in provetta: la mela cura il cancro. (Non è vero, tra uno studio in provetta e l'applicazione sull'uomo c'è un abisso di conoscenze).
- L'uomo più anziano del mondo è polacco, cosa c'è un Polonia che fa vivere tanto? (Non si può fare così un ragionamento sulla longevità della popolazione, un caso è un evento singolo, se gli abitanti della Polonia in media vivono come gli altri non c'è nessun motivo per pensare a qualcosa di singolare).
L'annullamento.
Si risponde all'affermazione, non al senso della vita.
Fallacia di ragionamento. Si usa per "annullare" qualsiasi fatto al quale non si sa rispondere, rendendo banale il ragionamento, portandolo sul vago, tutti gli sforzi fatti per argomentare sono annullati immediatamente.
Il cugggino.
Ti giuro che conosco uno che...
In qualsiasi discussione che tratta degli effetti di cure alternative, ci sarà sempre un partecipante che racconterà di un parente, un amico, un conoscente che ha avuto risultati eclatanti e sorprendenti da una cura alternativa.
Dopo di non significa a causa di.
Accostare due dati o due fatti che non per forza sono legati se non da un vincolo temporale. Una fallacia comunissima che i latini chiamavano "post hoc ergo propter hoc" ("dopo di questo quindi a causa di questo"). Se dopo aver pranzato suona il postino, non significa che pranzare attiri i postini. Se quando siamo raffreddati abbiamo sempre un fazzoletto in tasca, non significa che i fazzoletti causino il raffreddore.
Si risponde all'affermazione, non al senso della vita.
Fallacia di ragionamento. Si usa per "annullare" qualsiasi fatto al quale non si sa rispondere, rendendo banale il ragionamento, portandolo sul vago, tutti gli sforzi fatti per argomentare sono annullati immediatamente.
Il cugggino.
Ti giuro che conosco uno che...
In qualsiasi discussione che tratta degli effetti di cure alternative, ci sarà sempre un partecipante che racconterà di un parente, un amico, un conoscente che ha avuto risultati eclatanti e sorprendenti da una cura alternativa.
- Guarda che non esiste un solo caso di tumore allo stomaco curato dall'aloe.
- Dovresti conoscere il cognato del mio giornalaio e dirgli che l'aloe che lo ha guarito non esiste.
Dopo di non significa a causa di.
Accostare due dati o due fatti che non per forza sono legati se non da un vincolo temporale. Una fallacia comunissima che i latini chiamavano "post hoc ergo propter hoc" ("dopo di questo quindi a causa di questo"). Se dopo aver pranzato suona il postino, non significa che pranzare attiri i postini. Se quando siamo raffreddati abbiamo sempre un fazzoletto in tasca, non significa che i fazzoletti causino il raffreddore.
- Affermazione: In base ai dati scientifici è evidente che i vaccini non hanno nessun nesso con l'autismo
- Commento: Mio nipote è diventato autistico due mesi dopo la vaccinazione, più evidente di così...
Nonostante possa sembrare strano, quella fallacia è molto comune e difficilmente estirpabile, per molte persone la conseguenza temporale è davvero un'evidenza di "causa-effetto", nonostante sia logico ed evidente il contrario, è una fallacia istintiva che tutti possono notare anche nei ragionamenti quotidiani più banali ("il lunedì mi va tutto male").
Il richiamo della foresta.
Chi non è d'accordo con te non è più cattivo di te.
Una fallacia che tende a mettere in soggezione l'interlocutore facendolo apparire insensibile o impietoso, è una variante dell'attacco ad hominem.
Una fallacia che tende a mettere in soggezione l'interlocutore facendolo apparire insensibile o impietoso, è una variante dell'attacco ad hominem.
- Affermazione: oggi fortunatamente la cura dei tumori ha raggiunto buoni risultati.
- Commento: bugia, vallo a dire alla famiglia di mio zio che ancora lo sta piangendo, se ne hai il coraggio.
Con questo falso argomento si vuole "chiudere" la discussione, l'interlocutore vuole mettere chi ha i fronte in una posizione di "soggezione" ed inferiorità: se continuasse a sostenere la sua tesi ("la cura dei tumori ha buoni risultati"), apparirebbe (secondo la fallacia) insensibile ed erroneo, visto che da qualche parte c'è una famiglia che questi "buoni risultati" non li ha visti. Si tratta di una fallacia molto scorretta che usa chi non ha argomenti validi.
Argomento ad hominem.
Non si deve attaccare la persona per smentire il suo argomento.
Molto usata, questa fallacia prevede che per demolire l'argomento dell'interlocutore non si smentiscano le sue affermazioni ma si tenti di indebolire la persona. Esiste anche una variante detta "avvelenamento del pozzo", che tende a "preparare" negativamente chi potrebbe danneggiare i nostri interessi.
Molto usata, questa fallacia prevede che per demolire l'argomento dell'interlocutore non si smentiscano le sue affermazioni ma si tenti di indebolire la persona. Esiste anche una variante detta "avvelenamento del pozzo", che tende a "preparare" negativamente chi potrebbe danneggiare i nostri interessi.
- Affermazione: è chiaro che un frullato non può curare il cancro, è semplice buon senso...
- Commento: e chi lo dice, tu che hai postato poco fa un libro che parla di oroscopi?
Il fatto che l'interlocutore abbia postato un libro sugli oroscopi non invalida la sua affermazione ma chi gli risponde cerca di ridicolizzare chi ha di fronte così da rendere meno credibili le sue affermazioni.
Variante "avvelenamento del pozzo":
Variante "avvelenamento del pozzo":
- Tanto si sa che chi parla a favore dei vaccini è pagato dalle aziende ed in questo momento è in vacanza alle Maldive.
"Demolire" l'interlocutore pone l'altro in una situazione di vantaggio, sia perché l'interlocutore sarà impegnato a difendersi, sia perché chi ascolta potrebbe perdere l'idea che si era fatto su di lui. È una delle fallacie più scorrette perché non smentisce un fatto ma è un colpo molto basso.
Lo spaventapasseri.
Non si deve esagerare o interpretare negativamente l'argomento di una persona pur di attaccarlo facilmente.
Chi contesta scorrettamente un'affermazione, usa delle obiezioni di forte impatto emotivo, estremizzando ed esagerando l'argomento dell'interlocutore per demolirne l'immagine senza però smentire l'argomento.
- Affermazione: la sperimentazione animale, oggi, non è sostituibile da nessun'altra tecnica, è insostituibile.
- Commento: come puoi sopportare la vista di quei poveri cuccioli, decapitati per la sete di denaro delle aziende farmaceutiche?
- Affermazione: essere vegetariani è un bene per la salute dell'uomo e del pianeta.
- Commento: anche Hitler era vegetariano.
Se Hitler era vegetariano "evidentemente" essere vegetariani è delle persone malefiche, "quindi"è un comportamento negativo.
Argomento ad populum.
Mangia letame, milioni di mosche non possono sbagliarsi.
Si invoca la popolarità di un tema per renderlo credibile. Fallacia tradizionale, usatissima ma profondamente illogica.
Si invoca la popolarità di un tema per renderlo credibile. Fallacia tradizionale, usatissima ma profondamente illogica.
- Affermazione: parliamoci chiaro, vendere ancora omeopatici nel 2015 è proprio vergognoso.
- Commento: beh, i 10.000.000 di italiani che la usano non la pensano proprio così, invidia?
Il piano inclinato.
Distrarre dall'argomento principale usandone un altro non attinente è scorretto.
Fallacia molto comune ed istintiva. Presuppone una serie di fatti che hanno andamento isolato e non dipendente per forza dagli altri ma che l'interlocutore lega per raggiungere un finale negativo che però non è inevitabile come si vuole fare apparire.
Fallacia molto comune ed istintiva. Presuppone una serie di fatti che hanno andamento isolato e non dipendente per forza dagli altri ma che l'interlocutore lega per raggiungere un finale negativo che però non è inevitabile come si vuole fare apparire.
- Fosse per me ognuno dovrebbe pagare di tasca sua l'omeopatia.
- Obbligare le persone a pagare per curarsi sarebbe negare il diritto alla cura.
Come si vede in questo caso, sono stati legati alcuni fatti che non sono per niente (necessariamente) collegati ma che l'interlocutore ha reso "scontati", si risponde con un concetto ovvio che rende (falsamente) errato il primo.
Rendere l'omeopatia "a pagamento" non significa negarla (ma al massimo, visto che non è una medicina scientifica, rendere ognuno responsabile delle proprie scelte), il "diritto alla cura" non è il diritto di ricevere gratis qualsiasi cosa si ritenga curativa (se io ritenessi curativo un bagno in una vasca di monete d'oro al giorno potrei richiedere di farlo a spese dello stato?) ma di ricevere quelle che sono evidentemente e scientificamente delle cure. Con questa fallacia si arriva ad una conclusione sbagliata, aiutandosi con un argomento non attinente. Si fa "scivolare" il lettore verso una conclusione errata.
Rendere l'omeopatia "a pagamento" non significa negarla (ma al massimo, visto che non è una medicina scientifica, rendere ognuno responsabile delle proprie scelte), il "diritto alla cura" non è il diritto di ricevere gratis qualsiasi cosa si ritenga curativa (se io ritenessi curativo un bagno in una vasca di monete d'oro al giorno potrei richiedere di farlo a spese dello stato?) ma di ricevere quelle che sono evidentemente e scientificamente delle cure. Con questa fallacia si arriva ad una conclusione sbagliata, aiutandosi con un argomento non attinente. Si fa "scivolare" il lettore verso una conclusione errata.
Argomento "ad ignorantiam".
Il fatto che tu non conosca un argomento, non significa che non esista.
È un classico argomentare di chi non ha cultura scientifica. Si vuole dimostrare qualcosa ed il fatto stesso che non ci siano argomenti per smentirla è considerato prova della sua esistenza.
È un classico argomentare di chi non ha cultura scientifica. Si vuole dimostrare qualcosa ed il fatto stesso che non ci siano argomenti per smentirla è considerato prova della sua esistenza.
- Affermazione: guarda che non è vero che tre mele al giorno sono una terapia per il diabete
- Commento: hanno fatto esperimenti che smentiscono quello che dici? Fammeli vedere!
L'onere della prova compete a chi afferma, non a chi nega. Questo è un caposaldo del metodo scientifico. Se ognuno di noi (ed ogni scienziato) dovesse passare il tempo a smentire le affermazioni che appaiono giornalmente nel mondo, vivremmo solo per questo. Tre mele al giorno non sono la terapia per il diabete perché non vi è alcun elemento che possa farlo pensare e nessuno lo ha mai dimostrato. Se qualcuno pensa possa essere vero non ha che da lavorare per mostrarne gli effetti alla società, lo provi.
Fallacia di distrazione.
Se parli di mele, non pensare alle pere.
Simile alla fallacia dell'uomo di paglia, distrae dall'argomento principale usando come "scudo" un argomento completamente diverso e che non cambia nulla nei confronti del primo.
Simile alla fallacia dell'uomo di paglia, distrae dall'argomento principale usando come "scudo" un argomento completamente diverso e che non cambia nulla nei confronti del primo.
- Affermazione: guarda che il bicarbonato non cura il cancro...
- Commento: perché, la chemioterapia lo fa?
Questa fallacia è molto usata da ciarlatani ed inventori di "cure miracolose": non avendo dati per supportare le loro teorie, passano la maggioranza del loro tempo a "demolire" le terapie che sono usate comunemente, così da evocare paura ed indifferenza ed attirare clienti.
Ma come difendersi da questa (e da altre) fallacia? Restando fermi sull'oggetto della discussione.
Chi propone la finta cura per il cancro tenta ripetutamente di portare l'interlocutore su altri piani che non siano le dimostrazioni di efficacia della "pseudocura" di cui parla (perché di argomenti seri, scientifici, su quella cura non ne esistono), il soggetto è, per esempio, il "metodo Gerson" e la sua presunta efficacia nei tumori ma ad ogni obiezione si risponde con l'inefficacia della chemio o gli interessi delle multinazionali (che con il "metodo Gerson" non c'entrano nulla), l'interlocutore che riconosce la fallacia non demorde e resta fermo sull'argomento principale. Se si cadesse nella trappola, il discorso finirebbe necessariamente lontano dal soggetto iniziale e chi ha fatto l'affermazione non ha dovuto dimostrarne la veridicità.
- "Il metodo Gerson cura il tumore alla tiroide, ormai è dimostrato"
- Non è vero, non c'è nessuna evidenza scientifica che questa presunta cura abbia effetti positivi sui tumori
- "Mostrami gli effetti positivi della chemio allora, è un fallimento!"
- Il metodo Gerson è una cura non scientifica che non ha effetti dimostrati ed è considerato una truffa.
- "Anche la chemioterapia è una truffa, un veleno, colpa delle multinazionali!"
- Se hai prove di efficacia del metodo Gerson mostra uno studio pubblicato in una rivista seria, se non esiste evidentemente si tratta di ciarlataneria.
- "Le riviste scientifiche sono in mano alle multinazionali, è ovvio che non ne parleranno mai"
- Quindi fino ad oggi non c'è nessuna prova che questo metodo curi i tumori, grazie.
Naturalmente queste sono solo alcune delle tantissime fallacie che si possono utilizzare in una discussione e chissà quante ne avrete riconosciute durante i vostri discorsi con amici e conoscenti, sono espressioni molto utilizzate che possono dimostrare o la malafede dell'interlocutore (mancanza di argomenti e quindi uso di falsi argomenti) o la sua ingenuità, perché molte fallacie non sono "costruite a tavolino" ma assolutamente umane e spontanee, frutto di un ragionamento semplice ed immediato.
Se vi capita di averne a che fare sapete che chi avete di fronte non sta argomentando bene, sta a voi capire se lo fa in buonafede o perché vuole semplicemente demolire a tutti i costi i vostri argomenti, provate anche a notare quante volte lo fate voi (e succede, spesso). Il rimedio più utile è riconoscerle ed evitarle. Chi usa le fallacie ha lo scopo di portare la discussione su quel piano distraendo (spesso tentandoci ripetutamente) dal soggetto principale, chi le riconosce le può evitare restando fermo su ciò che si stava discutendo.
Si tratta comunque di un campo interessante ed affascinante e, per chi fosse interessato, da approfondire.
Alla prossima.