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L'insostenibile fallacia delle bufale mediche.

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Nessun italiano metterebbe il gorgonzola sulla pizza.
Ma guarda che ieri ho mangiato proprio una pizza al gorgonzola, buonissima...
Nessun vero italiano metterebbe il gorgonzola sulla pizza!

Vi ho presentato la versione nostrana di una delle più note fallacie, l'originale si chiama "no true scotsman", cioè "nessun vero scozzese" ed è stata formulata da Anthony Flew un filosofo inglese.
Chi fa la prima affermazione è netto, deciso ma è smentito da chi ha di fronte che ha provato personalmente il contrario, non è vero quindi che nessun italiano metta il gorgonzola sulla pizza ed ecco che il primo soggetto, pur di avere ragione, cambia le carte in tavola e riformula la sua affermazione iniziale (quindi in realtà non la sta confermando, la cambia, si tratta di una nuova affermazione). Non è vero che nessun italiano farebbe una pizza al gorgonzola, non la farebbe nessun vero italiano. Ha trovato un modo per non ammettere di aver sbagliato ma è stato scorretto (ed anche la seconda affermazione è discutibile, il fatto di essere "vero italiano" non impedisce di mettere gorgonzola nella pizza).

Le fallacie sono errori di ragionamento che rendono falso un concetto e che, in una discussione, rendono scorretto il confronto. Si tratta di un argomento interessante e per certi versi utile a chi affronta discussioni (specie se in pubblico) e permette non solo di scoprire se il proprio interlocutore discute onestamente o meno  ma di saper controbattere adeguatamente.
L'idea di parlarne mi è venuta pochi giorni fa, quando un lettore ha commentato l'ennesima discussione sulla medicina. Di fronte agli evidenti passi avanti della chirurgia, della medicina e della scienza c'è sempre quello che con argomenti scorretti (e sfuggendo alle obiezioni che vengono fatte) pretende di essere creduto "sulla parola" e le fallacie si sprecano. Vedrete come si tratta dei tipici argomenti messi di fronte a fatti scientifici e forse questa piccola "guida" sarà utile per riconoscere chi si ha di fronte, almeno per misurarne l'onestà.
Può servire allora conoscere le più frequenti (sono tante!) cercando di adattarle all'argomento medico ed usando un po' di ironia quando possibile, scopriremo come sono davvero comuni e come, può succedere, anche noi siamo portati ad usarle (forse incosciamente ma non per forza). In questo caso mi manterrò in argomento medico (le fallacie sono un argomento vastissimo che coinvolge linguaggio, filosofia, arte oratoria ed altro).

Aggirare gli ostacoli.

In una discussione corretta non si cambiano gli elementi acquisiti.
Quando in una discussione ogni affermazione è smentita con i fatti, chi la smentisce ha ragione ma quando pur di smentire un'affermazione scomoda si cambia l'oggetto della discussione, chi lo fa è scorretto. Una sorta di corsa ad ostacoli, per arrivare alla fine con onestà devi saltarli tutti se invece li aggiri non hai gareggiato correttamente.
Un esempio per riportarvi alla mente (ne sono sicuro) qualche commento apparso in questo blog:

Commento: "Qualsiasi medico sa che le staminali usate da Vannoni oggi curano le malattie".
    - MedBunker: "Le staminali di Vannoni non sono certo una cura per nessuna malattia!"
        Commento:"E lei chi è per dire una cosa del genere?"
            - MedBunker: "Sono un medico".
                Commento:"Ma è un ginecologo e quindi non è esperto di staminali."
                    - MedBunker: "Ma Vannoni non è nemmeno medico, come può fidarsi...".
                        Commento: Non è necessario essere medici per fare una scoperta del genere.

                          Questa fallacia è semplicemente tesa alla ricerca di un argomento qualsiasi per "invalidare" la tesi dell'interlocutore e quindi si sposta sui piani che più convengono, anche se non attinenti. Nell'esempio, si usa una generalizzazione ("qualsiasi medico sa che...") per presentare come ovvia un'affermazione ma, per invalidare l'opinione di chi scrive, un medico che non sia ultraspecializzato nell'argomento in questione non sarebbe in grado di dare il suo parere. Il fatto che l'inventore della presunta cura del secolo non sia nemmeno medico (e quindi in base al primo assunto questo invaliderebbe completamente la sua competenza) è sminuita, non ha importanza e diventa un argomento a favore, cambia quindi scorrettamente l'oggetto del discorso.

                          La falsa dicotomia.

                          Nella realtà non esistono solo bianco e nero ma anche i grigi.
                          È una fallacia banale, tanto da essere usata anche da persone razionali e che si basano sul ragionamento scientifico. Si riducono le possibilità a due, così da annullare ogni altra variante, è chiamata anche del "falso dilemma". Si può riassumere con la frase "o con me o contro di me".

                          Esempi:
                          • Se credi all'omeopatia sei un ignorante. (Non è vero, molte persone colte credono all'omeopatia).
                          • Uso l'omeopatia per non imbottirmi di antibiotici (In realtà c'è sempre la possibilità di non usare nessun farmaco).

                          Generalizzazione.

                          Una rondine non fa primavera.
                          Usata moltissimo in campo pseudoscientifico ma anche nella comunicazione delle notizie scientifiche da parte dei media. Si usa un esempio singolo o un caso unico per farne una regola. Nella comunicazione è conosciuta la "sindrome del singolo studio scientifico", quando la conclusione di un singolo studio (quindi ancora poco salda, non confermata, isolata)  diventa pretesto per generalizzare un'affermazione.
                          Esempi:
                          • Uno studio ha mostrato come un estratto zuccherino delle mele abbia bloccato cellule tumorali in provetta: la mela cura il cancro. (Non è vero, tra uno studio in provetta e l'applicazione sull'uomo c'è un abisso di conoscenze).
                          • L'uomo più anziano del mondo è polacco, cosa c'è un Polonia che fa vivere tanto? (Non si può fare così un ragionamento sulla longevità della popolazione, un caso è un evento singolo, se gli abitanti della Polonia in media vivono come gli altri non c'è nessun motivo per pensare a qualcosa di singolare).
                          L'annullamento.

                          Si risponde all'affermazione, non al senso della vita.
                          Fallacia di ragionamento. Si usa per "annullare" qualsiasi fatto al quale non si sa rispondere, rendendo banale il ragionamento, portandolo sul vago, tutti gli sforzi fatti per argomentare sono annullati immediatamente.
                            - Affermazione: Un granulo omeopatico non contiene altro che zucchero, non può avere effetto terapeutico...".
                                - Commento: Bisogna essere umili, la scienza ha dei limiti, non possiamo conoscere tutto.
                                  È ovvio che la scienza non conosca tutto, è altrettanto ovvio che serva umiltà ma che c'entra questo con l'efficacia dell'omeopatia? Cosa cambia negli effetti dello zucchero l'umiltà? "Non conoscere tutto" dimostra l'efficacia dell'omeopatia?

                                  Il cugggino.

                                  Ti giuro che conosco uno che...
                                  In qualsiasi discussione che tratta degli effetti di cure alternative, ci sarà sempre un partecipante che racconterà di un parente, un amico, un conoscente che ha avuto risultati eclatanti e sorprendenti da una cura alternativa.
                                  • Guarda che non esiste un solo caso di tumore allo stomaco curato dall'aloe.
                                  • Dovresti conoscere il cognato del mio giornalaio e dirgli che l'aloe che lo ha guarito non esiste.
                                  In questo esempio noteremo come l'argomento usato annulla ogni dibattito, è impossibile accertarsi delle condizioni del cognato del giornalaio che, anche se fosse guarito, nulla dimostrerebbe su un'efficacia generale di una presunta cura. Con queste risposte, ogni tentativo di ragionamento è azzerato, portato a livelli di discussione inutile.
                                    La falsa causa.

                                    Dopo di non significa a causa di.
                                    Accostare due dati o due fatti che non per forza sono legati se non da un vincolo temporale. Una fallacia comunissima che i latini chiamavano "post hoc ergo propter hoc" ("dopo di questo quindi a causa di questo"). Se dopo aver pranzato suona il postino, non significa che pranzare attiri i postini. Se quando siamo raffreddati abbiamo sempre un fazzoletto in tasca, non significa che i fazzoletti causino il raffreddore.
                                    • Affermazione: In base ai dati scientifici è evidente che i vaccini non hanno nessun nesso con l'autismo
                                    • Commento: Mio nipote è diventato autistico due mesi dopo la vaccinazione, più evidente di così...
                                    Nonostante possa sembrare strano, quella fallacia è molto comune e difficilmente estirpabile, per molte persone la conseguenza temporale è davvero un'evidenza di "causa-effetto", nonostante sia logico ed evidente il contrario, è una fallacia istintiva che tutti possono notare anche nei ragionamenti quotidiani più banali ("il lunedì mi va tutto male").

                                    Il richiamo della foresta.

                                    Chi non è d'accordo con te non è più cattivo di te.
                                    Una fallacia che tende a mettere in soggezione l'interlocutore facendolo apparire insensibile o impietoso, è una variante dell'attacco ad hominem.
                                    • Affermazione: oggi fortunatamente la cura dei tumori ha raggiunto buoni risultati.
                                    • Commento: bugia, vallo a dire alla famiglia di mio zio che ancora lo sta piangendo, se ne hai il coraggio.
                                    Con questo falso argomento si vuole "chiudere" la discussione, l'interlocutore vuole mettere chi ha i fronte in una posizione di "soggezione" ed inferiorità: se continuasse a sostenere la sua tesi ("la cura dei tumori ha buoni risultati"), apparirebbe (secondo la fallacia) insensibile ed erroneo, visto che da qualche parte c'è una famiglia che questi "buoni risultati" non li ha visti. Si tratta di una fallacia molto scorretta che usa chi non ha argomenti validi.



                                    Argomento ad hominem.

                                    Non si deve attaccare la persona per smentire il suo argomento.
                                    Molto usata, questa fallacia prevede che per demolire l'argomento dell'interlocutore non si smentiscano le sue affermazioni ma si tenti di indebolire la persona. Esiste anche una variante detta "avvelenamento del pozzo", che tende a "preparare" negativamente chi potrebbe danneggiare i nostri interessi.
                                    • Affermazione: è chiaro che un frullato non può curare il cancro, è semplice buon senso...
                                    • Commento: e chi lo dice, tu che hai postato poco fa un libro che parla di oroscopi?
                                    Il fatto che l'interlocutore abbia postato un libro sugli oroscopi non invalida la sua affermazione ma chi gli risponde cerca di ridicolizzare chi ha di fronte così da rendere meno credibili le sue affermazioni.

                                    Variante "avvelenamento del pozzo": 
                                    • Tanto si sa che chi parla a favore dei vaccini è pagato dalle aziende ed in questo momento è in vacanza alle Maldive.
                                    Chiunque parlerà a favore dei vaccini, a questo, punto, sarà "pagato dalle aziende" ed "in viaggio alle Maldive" (un malvagio corrotto insomma) eppure, anche se questo fosse vero (e non è quasi mai vero) questo non avrebbe smentito le sue affermazioni, si "stronca" sul nascere qualsiasi affermazione provenga da una fonte particolare.

                                    "Demolire" l'interlocutore pone l'altro in una situazione di vantaggio, sia perché l'interlocutore sarà impegnato a difendersi, sia perché chi ascolta potrebbe perdere l'idea che si era fatto su di lui. È una delle fallacie più scorrette perché non smentisce un fatto ma è un colpo molto basso.

                                    Lo spaventapasseri.

                                    Non si deve esagerare o interpretare negativamente l'argomento di una persona pur di attaccarlo facilmente.
                                    Chi contesta scorrettamente un'affermazione, usa delle obiezioni di forte impatto emotivo, estremizzando ed esagerando l'argomento dell'interlocutore per demolirne l'immagine senza però smentire l'argomento.
                                    • Affermazione: la sperimentazione animale, oggi, non è sostituibile da nessun'altra tecnica, è insostituibile.
                                    • Commento: come puoi sopportare la vista di quei poveri cuccioli, decapitati per la sete di denaro delle aziende farmaceutiche?
                                    L'affermazione fornisce un'informazione precisa, l'interlocutore scorretto, invece di smentirla, punta sull'emotività di chiunque concentrando l'attenzione sulla tenerezza suscitata dal sacrificio di un animale, estremizzandone anche le modalità e gli scopi. Una sua variante è la "reductio ad hitlerum" (esagerazione che riporta alla figura di Hitler, personaggio che identifica il male):
                                    • Affermazione: essere vegetariani è un bene per la salute dell'uomo e del pianeta.
                                    • Commento: anche Hitler era vegetariano.

                                    Se Hitler era vegetariano "evidentemente" essere vegetariani è delle persone malefiche, "quindi"è un comportamento negativo.

                                    Argomento ad populum.

                                    Mangia letame, milioni di mosche non possono sbagliarsi.
                                    Si invoca la popolarità di un tema per renderlo credibile. Fallacia tradizionale, usatissima ma profondamente illogica.
                                    • Affermazione: parliamoci chiaro, vendere ancora omeopatici nel 2015 è proprio vergognoso.
                                    • Commento: beh, i 10.000.000 di italiani che la usano non la pensano proprio così, invidia?
                                      Il piano inclinato.

                                      Distrarre dall'argomento principale usandone un altro non attinente è scorretto.
                                      Fallacia molto comune ed istintiva. Presuppone una serie di fatti che hanno andamento isolato e non dipendente per forza dagli altri ma che l'interlocutore lega per raggiungere un finale negativo che però non è inevitabile come si vuole fare apparire.
                                      • Fosse per me ognuno dovrebbe pagare di tasca sua l'omeopatia.
                                      • Obbligare le persone a pagare per curarsi sarebbe negare il diritto alla cura.
                                      Come si vede in questo caso, sono stati legati alcuni fatti che non sono per niente (necessariamente) collegati ma che l'interlocutore ha reso "scontati", si risponde con un concetto ovvio che rende (falsamente) errato il primo.
                                      Rendere l'omeopatia "a pagamento" non significa negarla (ma al massimo, visto che non è una medicina scientifica, rendere ognuno responsabile delle proprie scelte), il "diritto alla cura" non è il diritto di ricevere gratis qualsiasi cosa si ritenga curativa (se io ritenessi curativo un bagno in una vasca di monete d'oro al giorno potrei richiedere di farlo a spese dello stato?) ma di ricevere quelle che sono evidentemente e scientificamente delle cure. Con questa fallacia si arriva ad una conclusione sbagliata, aiutandosi con un argomento non attinente. Si fa "scivolare" il lettore verso una conclusione errata.

                                      Argomento "ad ignorantiam".

                                      Il fatto che tu non conosca un argomento, non significa che non esista.
                                      È un classico argomentare di chi non ha cultura scientifica. Si vuole dimostrare qualcosa ed il fatto stesso che non ci siano argomenti per smentirla è considerato prova della sua esistenza.
                                      • Affermazione: guarda che non è vero che tre mele al giorno sono una terapia per il diabete
                                      • Commento: hanno fatto esperimenti che smentiscono quello che dici? Fammeli vedere!
                                      L'onere della prova compete a chi afferma, non a chi nega. Questo è un caposaldo del metodo scientifico. Se ognuno di noi (ed ogni scienziato) dovesse passare il tempo a smentire le affermazioni che appaiono giornalmente nel mondo, vivremmo solo per questo. Tre mele al giorno non sono la terapia per il diabete perché non vi è alcun elemento che possa farlo pensare e nessuno lo ha mai dimostrato. Se qualcuno pensa possa essere vero non ha che da lavorare per mostrarne gli effetti alla società, lo provi.

                                      Fallacia di distrazione.

                                      Se parli di mele, non pensare alle pere.
                                      Simile alla fallacia dell'uomo di paglia, distrae dall'argomento principale usando come "scudo" un argomento completamente diverso e che non cambia nulla nei confronti del primo.
                                      • Affermazione: guarda che il bicarbonato non cura il cancro...
                                      • Commento: perché, la chemioterapia lo fa?
                                      Come si vede, all'affermazione sul bicarbonato (una popolare falsa cura per il cancro) fa eco il dato sulla chemioterapia. Oltre al fatto che le due cose non sono né legate né paragonabili, ammesso e  non concesso che la chemioterapia fosse del tutto inutile e non curativa, questo non cambierebbe nulla nei confronti del bicarbonato. Fallacia comunissima e che io ho tradotto nel "postulato di WeWee: "quando si deve discutere dell'efficacia di una cura alternativa per il cancro, il discorso si sposta subito sull'efficacia della chemioterapia".
                                      Questa fallacia è molto usata da ciarlatani ed inventori di "cure miracolose": non avendo dati per supportare le loro teorie, passano la maggioranza del loro tempo a "demolire" le terapie che sono usate comunemente, così da evocare paura ed indifferenza ed attirare clienti.
                                      Ma come difendersi da questa (e da altre) fallacia? Restando fermi sull'oggetto della discussione.
                                      Chi propone la finta cura per il cancro tenta ripetutamente di portare l'interlocutore su altri piani che non siano le dimostrazioni di efficacia della "pseudocura" di cui parla (perché di argomenti seri, scientifici, su quella cura non ne esistono), il soggetto è, per esempio, il "metodo Gerson" e la sua presunta efficacia nei tumori ma ad ogni obiezione si risponde con l'inefficacia della chemio o gli interessi delle multinazionali (che con il "metodo Gerson" non c'entrano nulla), l'interlocutore che riconosce la fallacia non demorde e resta fermo sull'argomento principale. Se si cadesse nella trappola, il discorso finirebbe necessariamente lontano dal soggetto iniziale e chi ha fatto l'affermazione non ha dovuto dimostrarne la veridicità.
                                      • "Il metodo Gerson cura il tumore alla tiroide, ormai è dimostrato"
                                      • Non è vero, non c'è nessuna evidenza scientifica che questa presunta cura abbia effetti positivi sui tumori
                                      • "Mostrami gli effetti positivi della chemio allora, è un fallimento!"
                                      • Il metodo Gerson è una cura non scientifica che non ha effetti dimostrati ed è considerato una truffa.
                                      • "Anche la chemioterapia è una truffa, un veleno, colpa delle multinazionali!"
                                      • Se hai prove di efficacia del metodo Gerson mostra uno studio pubblicato in una rivista seria, se non esiste evidentemente si tratta di ciarlataneria.
                                      • "Le riviste scientifiche sono in mano alle multinazionali, è ovvio che non ne parleranno mai"
                                      • Quindi fino ad oggi non c'è nessuna prova che questo metodo curi i tumori, grazie.
                                      Naturalmente queste sono solo alcune delle tantissime fallacie che si possono utilizzare in una discussione e chissà quante ne avrete riconosciute durante i vostri discorsi con amici e conoscenti, sono espressioni molto utilizzate che possono dimostrare o la malafede dell'interlocutore (mancanza di argomenti e quindi uso di falsi argomenti) o la sua ingenuità, perché molte fallacie non sono "costruite a tavolino" ma assolutamente umane e spontanee, frutto di un ragionamento semplice ed immediato.
                                      Se vi capita di averne a che fare sapete che chi avete di fronte non sta argomentando bene, sta a voi capire se lo fa in buonafede o perché vuole semplicemente demolire a tutti i costi i vostri argomenti, provate anche a notare quante volte lo fate voi (e succede, spesso). Il rimedio più utile è riconoscerle ed evitarle. Chi usa le fallacie ha lo scopo di portare la discussione su quel piano distraendo (spesso tentandoci ripetutamente) dal soggetto principale, chi le riconosce le può evitare restando fermo su ciò che si stava discutendo.
                                      Si tratta comunque di un campo interessante ed affascinante e, per chi fosse interessato, da approfondire.

                                      Alla prossima.

                                      Il grande mistero dei vaccini letali. Come le piastrelle della cucina.

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                                      Quando si discute di vaccini, chissà perché, si sfiora la rissa, i commenti si dividono, le persone possono essere messe ai lati di una linea netta: pro e contro.
                                      Ma come si fa ad essere "pro" o "contro" una cosa che è innegabilmente utile? I vaccini sono farmaci, sostanze estranee al corpo ma il loro scopo è oggettivamente utile e benefico (proteggere dalle malattie infettive), si può essere "contro"?
                                      Se lo chiedessimo a chi è "contro" probabilmente risponderebbe che lo è perché i vaccini "possono fare male", possibile, cos'è che non fa mai, con assoluta sicurezza, male? Ma sappiamo dagli studi e dall'esperienza che, anche se ci fossero alcuni casi di effetti collaterali gravi, il beneficio è indubbiamente superiore al rischio. Non c'è alcun dato serio che dica il contrario.

                                      Affrontare le discussioni sui vaccini è spesso difficile perché è difficile spostare le opinioni di fede, quelle dovute non ad una conoscenza dell'argomento ma ad un principio ideologico, però con gli anni conosci gli argomenti, le paure, le obiezioni di chi contesta l'utilità dei vaccini che quasi sempre non sono ponderate, derivano da false informazioni, dati manipolati.

                                      Sono quasi sempre gli stessi: il mercurio contenuto nei vaccini è tossico (falso, i vaccini non contengono più mercurio da anni), i vaccini causano l'autismo (non è vero, nessuno ha mai dimostrato una cosa del genere), esistono migliaia di persone danneggiate da vaccino (in Italia forse sono poche decine e non migliaia i veri danneggiati da vaccino). Poi ne esistono altri, alcuni veramente deboli ma che si ripetono con costanza, uno di essi è uscito fuori da alcuni mesi e mi ha colpito per l'evidente fallacia. Mentre le altre obiezioni presuppongono conoscenza dell'argomento (cosa non scontata), questa ti lascia un po' sopreso perché qualsiasi persona dotata di ragionevolezza non la penserebbe nemmeno.
                                      Qualcuno dice: "ma se i vaccini sono sicuri e non provocano effetti collaterali, perché i medici non firmano un documento di assunzione di responsabilità?".
                                      Capito?
                                      Alcune persone sostengono che i medici che vaccinano dovrebbero firmare un documento nel quale si assumono qualsiasi responsabilità per eventuali effetti collaterali della vaccinazione.
                                      Quella persona ragionevole a cui facevo cenno prima direbbe che è ovvio che un documento del genere non sarebbe proponibile, il concessionario d'auto firmerebbe un documento con il quale si assume il 100% di responsabilità per eventuali danni subìti a causa dell'automobile che avete acquistato? Come si fa a conoscere tutte le possibilità, gli errori, le coincidenze che capiteranno al proprietario dell'automobile? Come fa a rispondere il concessionario per un problema di fabbricazione o di manutenzione? Il medico ha già la responsabilità dell'atto che compie, come in qualsiasi momento del suo lavoro. Se sbaglia, se commette un errore di somministrazione, se esegue male la vaccinazione ne risponde, se c'è un errore di conservazione o di stoccaggio ne risponderanno altri e persino se c'è un errore di informazione, per questo esiste il consenso informato che firmano i genitori: sono stato informato su ciò che mi interessava, ho capito bene e voglio fare il vaccino,  firmo così il consenso per certificarlo.
                                      A che serve dunque un documento (non ufficiale, non rilasciato da un'autorità) che dovrebbe fare assumere al medico qualsiasi responsabilità?
                                      Improponibile, nemmeno il venditore di frutta firmerebbe un documento del genere: e se l'acquirente soffocasse mangiando le sue arance? Ovvio, no?
                                      Ma i commentatori antivaccino non si pongono queste domande e vanno avanti per la loro strada, fino a concepire un documento che ha degli spunti per uno studioso di psichiatria. Ne esistono diverse forme, alcune tradotte (con risultati disastrosi) da documenti simili in inglese, redatti da "naturopati", omeopati, ciarlatani di varia estrazione, tutte hanno in comune un elenco di affermazioni che, sinceramente, preoccupano per stupidità e ci sono genitori che veramente lo hanno presentato agli uffici vaccinali, che lo ritengono un documento credibile ed a me sembra davvero assurdo che ci siano persone che gestiscano così la salute dei propri figli, credendo alle baggianate sparse in rete. I genitori, secondo le pagine che pubblicizzano una cosa del genere, dovrebbero chiedere al medico che vaccina, di firmare questo documento e, in caso di rifiuto, la vaccinazione non avverrebbe. Così qualcuno aggiunge: nessuno finora ha firmato questo modulo, evidentemente questa sicurezza sui vaccini non c'è.
                                      Io invece rispondo che, evidentemente, il documento è demenziale.
                                      Qui ne trovate un tipo.
                                      Il medico dovrebbe mettere la propria firma su un documento che riporta cose come
                                      Sono consapevole del fatto che i vaccini possono contenere molte delle seguenti sostanze chimiche, eccipienti, conservanti e cariche:
                                      * Idrossido di alluminio
                                      * fosfato di alluminio
                                      * solfato di ammonio
                                      * amfotericina B
                                      * tessuti animali: sangue di maiale, sangue di cavallo , cervello di coniglio,
                                      * arginina cloridrato
                                      * rene di cane, rene di scimmia.....ecc...ecc...
                                      Ovviamente, il fatto che si scriva che in un vaccino ci sia "sangue di cavallo" o "cervello di coniglio"è un caso, non ha certo lo scopo di suscitare ribrezzo, immagino. In un'altra versione leggiamo:
                                      DICHIARAZIONE DI RESPONSABILITÀ per atto medico
                                      il sottoscritto ........................ in qualità di Responsabile del .......................... ed il sottoscritto ..........................in qualità di medico vaccinatore del ....................................................con la presente dichiarano di assumersi ogni responsabilità rispetto ai possibili danni o effetti collaterali che il minore .................................................. dovesse contrarre in conseguenza dell'inoculazione dei seguenti vaccini:
                                      vaccino……………………………vaccino …………………vaccino.............................
                                      e così via.
                                      In una di queste discussioni sui vaccini che ho avuto qualche settimana fa, come spesso accade, comparve un commentatore che proponeva proprio questa cosa: se i vaccini sono sicuri, perché il medico non firma un documento con il quale si assume tutte le responsabilità?
                                      Inutile la mia spiegazione, gli esempi del meccanico, del consenso informato, dell'assurdità di una cosa del genere, il commentatore è convinto: se i vaccini fossero sicuri, perché non firmare un documento con il quale ci si prende ogni responsabilità? Nonostante questo sia un ragionamento superficiale ed ingenuo (e che mostra una visione particolare del mondo) fa presa in molte persone, tanti credono davvero che, se il medico si rifiuta di firmare un documento del genere, deve esserci per forza qualcosa sotto. Il complotto: i medici sanno che i vaccini sono pericolosi, li somministrano a tutti e firmare quel documento preparato dal naturopata e scaricato su internet farebbe crollare tutta la finzione.


                                      Allora ho giocato l'ultima carta per cercare di farmi capire.

                                      Ho chiesto all'interlocutore che mestiere facesse, l'operaio, dice. Ottimo, sarebbe disposto l'operaio a firmare un documento in cui si assume tutte le responsabilità relative al suo lavoro? Tutte, il 100%.
                                      Avrà capito, dico io.
                                      Invece no, il commentatore è deciso, lui firmerebbe, perchè è sicuro di ciò che fa, conosce i materiali, il suo lavoro e quindi si assumerebbe tutte le responsabilità, non come i medici che si rifiutano perché, sicuramente, avranno qualcosa da nascondere.
                                      Niente, non c'è niente da fare, non riesco a spiegarmi nemmeno con l'esempio sul suo lavoro. Oppure no, forse qualcosa posso fare per fargli capire che sta dicendo una stupidaggine (se in buonafede, altrimenti una bugia).
                                      Proporgli proprio un lavoro e fargli assumere tutte le responsabilità, così da poter dare il buon esempio e finalmente dimostrare la superficialità e malafede dei medici che vaccinano, d'altronde non credo esista un complotto dei muratori.
                                      Contatto allora il mio amico commentatore operaio.
                                      Ecco la mia proposta:

                                      Piastrellatura completa di una parete di casa mia. Materiali scelti da me ma acquistati da persona di fiducia del piastrellatore.
                                      Firma di un'assunzione completa di responsabilità per eventuali danni presenti e futuri derivanti dal lavoro o dai materiali usati nel lavoro.
                                      Tutto davanti ad un notaio.
                                      Costo del lavoro deciso da un perito scelto da un albo professionale.
                                      Pagamento equivalente al triplo del valore stabilito dal perito.
                                      Rimborso spese di viaggio, vitto, alloggio. Rimborso spese del perito, notaio e varie ed eventuali.

                                      Che dite, è una proposta allettante?

                                      Naturalmente anche io avrò il mio bel documento di assunzione di responsabilità, ma vuoi paragonare una vaccinazione con una piastrellatura? Ecco cosa avrebbe dovuto firmare l'esecutore dei lavori, garantendo che:
                                      1) Gli ingredienti (solventi, pigmenti, cariche, leganti e coadiuvanti, metalli pesanti, arsenico) usati durante i lavori sono sicuri per l'inalazione ed il contatto.
                                      2) Personalmente ha studiato le relazioni degli esperti di sicurezza sul lavoro relative a tossicità, teratogenicità, oncogenicità e rischi ambientali relativi ai prodotti utilizzati. La presente garantisce l'esclusione di ogni rischio diretto o indiretto per la salute mia e dei miei famigliari, sia in corso che dopo il termine dei lavori.
                                      3) Si assume ogni responsabilità in caso di conseguenze derivanti dai metalli pesanti e dai contaminanti impiegati nella produzione delle sostanze impiegate nel lavoro finito, si assume le conseguenze di ciò che ha costruito e degli eventuali se pur rari eventi avversi ad esso legati.
                                      4) Garantisce l'assoluta innocuità e non pericolosità dei materiali utilizzati, su animali, esseri umani di qualsiasi età e vegetali. Ne risponderà in caso tale innocuità fosse smentita da documenti, studi, ricerche.
                                      5) Risponde di ogni danno diretto ed indiretto causato da sostanze, materiali, tecniche ed accessori utilizzati nel presente lavoro edilizio, esclude effetti collaterali, disturbi, malattie o sintomi da ricondurre al suddetto lavoro edilizio.
                                      6) Afferma di non esercitare il mestiere di operaio edile e di non avere nessuna esperienza nel campo né professionale né amatoriale, pertanto si assume ogni responsabilità personale, civile e penale di danni o conseguenze derivanti da errata esecuzione o problematiche relative al lavoro svolto.
                                      7) Consapevole delle responsabilità che questo impegno comporta, accetta ogni onere ed aggravio civile, penale ed economico, derivante dalla presente dichiarazione.
                                      8) Il compenso del lavoro finito sarà pari al triplo del valore della prestazione in euro stabilito come da perizia (allegata) redatta da………………………..……….iscritto all’albo dei periti industriali della provincia di..............con n°……. pari ad euro:…………………… , il compenso totale quindi ammonterà ad euro: …………………, pagabile tramite assegno bancario o bonifico bancario all’esecutore dei lavori.
                                      A tale somma si aggiungeranno le spese di vitto, alloggio, viaggio (documentate e documentabili) necessarie all’esecuzione del lavoro.
                                      Possiamo paragonare la mia richiesta a quella di far firmare al medico un'assunzione completa di responsabilità? Io direi di sì (anche se una piastrellatura ha un tempo di esecuzione molto meno rapido e si basa quasi totalmente su abilità personali, cosa che non è così in caso di vaccinazione), d'altronde pagato il triplo, con tutti i rimborsi spese, chi si rifiuterebbe?
                                      Se le piastrelle sono sicure, perché un operaio non dovrebbe garantirle? Se il lavoro è fatto bene, perché non assumersi le responsabilità?
                                      Se non lo facesse, dovrei pensare al complotto dei piastrellatori o alla pericolosità delle piastrelle?
                                      Il commentatore che vedeva i medici come paurosi esecutori di ordini che non si assumono le responsabilità chiede garanzie sul pagamento, sul lavoro, sugli accordi; più del notaio che garanzie dovrei dare?
                                      Allora inizia una lunga trattativa, estenuante.
                                      Chiede copia del documento che dovrebbe firmare. Inviata.
                                      Chiede le foto della parete da sistemare: semplice, lineare, di soli 5 metri. Fatto.
                                      Chiede un riferimento del materiale: mando foto, catalogo disponibile via internet con misure, codici e tutte le specifiche. Fatto.
                                      Passano giorni.
                                      Afferma di non essere un esperto piastrellatore e che quindi dovrà chiedere ad un suo amico per dei consigli, bisogna aspettare.
                                      Aspetto ed accetto anche il fatto che si definisca "non esperto".
                                      Dice che la parte di parete vicina alla porta è molto complicata quindi non sa se potrà garantire per quella parte di muro.
                                      Non ha importanza, aspetto risposta: accetta o rifiuta?
                                      Passano i giorni.
                                      Chiede i tempi: a suo piacimento, basta accordarsi. Ampio preavviso.
                                      Passano i giorni. Deve pensarci.
                                      Chiede altre foto: inviate.
                                      Chiede disegno con misure della parete: fatto.
                                      Chiede altro tempo ed aspetto.
                                      Passano i giorni.


                                      Infine la risposta: rifiuta. Non può assumersi la responsabilità completa del lavoro. Dei materiali sì ma dei lavori...poi non ha esperienza, non può garantire per l'umidità, per la porta vicina al muro...succo del discorso: rifiuta un pagamento allettante per un lavoro manuale di esecuzione ordinaria.
                                      Poi il commentatore, quando ho annunciato il suo rifiuto via Facebook, ha giustificato la sua scelta arrampicandosi un po' sugli specchi, con delle scuse e con un po' di rabbia ma il rifiuto resta ed io non posso pensare ad altro se non che la lobby dei piastrellatori ci nasconda qualcosa: perché l'operaio ha rifiutato il lavoro pagato a peso d'oro? Cosa c'è sotto? Perché ha rifiutato di prendersi tutte le responsabilità per un lavoro semplice e veloce pagato il triplo?
                                      A questo punto invito tutti a riflettere bene prima di fare piastrellare le pareti di casa propria, cosa c'è sotto (il muro, ok, battuta ovvia)?
                                      Ah, nel libro "Le vaccinazioni pediatriche" (prima ristampa marzo 2010) di Roberto Gava (omeopata antivaccinista) si legge: "L'autore e l'editore non si assumono responsabilità per effetti negativi causati dall'uso o dal cattivo uso delle informazioni qui contenute.", lui di che complotto fa parte?
                                      Ecco, questo non è un grande esperimento, è forse un gioco interessante ma mostra come facendo esperienza sulla propria pelle, i grandi complotti e le operazioni segrete immaginate da chi non conosce certi meccanismi, diventano molto più chiare e stupide: e false. La vita è molto più semplice dell'intricato mondo dei complotti, usiamo la testa, non la cieca diffidenza.

                                      Alla prossima.

                                      PS: L'offerta speciale pagata il triplo non è più valida, lavoro ormai eseguito, pagato il giusto. ;)

                                      Illusioni a spesa pubblica.

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                                      Credo un po' tutti conosciamo il termine "viaggi della speranza", è un'espressione che indica gli spostamenti di persone malate verso paesi in cui esistono cure particolari che non sarebbero possibili nei luoghi di residenza della persona interessata.
                                      Era una cosa molto in voga anni fa, soprattutto in campo cardiochirurgico, quando i trapianti e certi interventi erano appena all'inizio del loro perfezionamento e quindi si effettuavano solo in pochi ospedali nel mondo. I costi di questi spostamenti erano eccezionali, per non parlare dell'organizzazione: trasportare una persona malata da un continente all'altro non è facile e bisognava attrezzare appositamente un mezzo di trasporto per l'occasione. Non a caso i mezzi di trasporto più usati erano gli aerei dell'aeronautica militare, volo e costi a spese dello stato nella speranza di salvare una vita.
                                      Poi il progresso ha fortunatamente consentito di diffondere la medicina dovunque, almeno nei paesi moderni soprattutto occidentali. Non è così necessario praticamente per nessuna grave malattia (e per noi italiani) recarci lontano: se una possibilità di cura c'è ed è efficace, è disponibile in qualsiasi città italiana.
                                      Ci possono essere rarissime eccezioni che riguardano poche persone al mondo ma in questo caso, se la cura è efficace e pubblica, sarà lo stato con una legge apposita, a rimborsare i costi della cura in oggetto. La legge infatti prevede che, per cure ad altissima specializzazione (e questo può succedere in rari casi, per esempio per malattie molto rare) è previsto in via eccezionale, un rimborso parziale delle spese sostenute. Ovviamente uno dei requisiti da rispettare è che queste "cure estere" siano terapie con base scientifica e con adeguata documentazione a sostegno.

                                      Ma non è sempre così.
                                      Le cronache raccontano ogni tanto di voli di stato, aerei dell'aeronautica appositamente attrezzati, spese ed organizzazioni, per viaggi della speranza che hanno molti lati oscuri.
                                      Le mete più gettonate sono due: Londra ed Israele.
                                      La seconda soprattutto per le malattie neurodegenerative, in alcuni centri di Israele disporrebbero di una cura che ne migliorerebbe i sintomi. Peccato che di queste cure non c'è traccia in nessuna pubblicazione scientifica e peccato che molte affermazioni di alcuni centri ricordino quelle tipiche dei ciarlatani ma lo stato non sembra interessarsene e così, ogni tanto, un aereo militare parte per un viaggio che sarà solo un inutile spreco di tempo e denaro.
                                      Leggiamo anche che si organizzano raccolte fondi, iniziative di beneficienza che si occupano di raccogliere centinaia di migliaia di euro per pagare queste incredibili cure e così, anche tante persone che credono di fare del bene, in realtà stanno solo foraggiando dei ciarlatani.
                                      L'altra meta abbastanza gettonata è Londra.

                                      Qui risiederebbe un centro di cura abbastanza conosciuto ma non per la sua serietà, quanto per l'offerta di finte cure, terapie senza base scientifica e vere e proprie sciocchezze.
                                      Eppure ogni tanto parte un altro aereo, come è successo pochi giorni fa, con un aereo dell'areonautica che ha trasportato a Londra una persona affetta (sembra di capire) da "sensibilità chimica multipla" (di cui ho parlato tempo fa). L'aereo, attrezzato per l'occasione, con un equipaggio di medici ed uomini, è stato addirittura trattato in maniera specifica per il paziente con evidenti costi elevatissimi.
                                      Il malato ha come destinazione proprio il centro londinese.
                                      Tutte le spese e le operazioni organizzative a carico dei contribuenti italiani a cosa sono serviti?
                                      Si parla di 200.000 euro dei quali 70 pagati dalla regione Sicilia. L'aereo, un Falcon 800, trasporterà la ragazza nella clinica.

                                      L'agenzia Ansa parla della notizia. Un volo di stato per una falsa cura.

                                      La struttura effettua le cure più strane e che, immagino, non abbiano destato il benché minimo sospetto in chi ha deliberato la spesa necessaria a quel trasporto. Una clinica privata che sostiene di fare cure "disintossicanti", ai "raggi infrarossi" o "chelanti" e che forse, prima di spendere cifre simili, meriterebbe più attenzione. La clinica è ben conosciuta per offrire cure senza base scientifica, senza prove di efficacia e che, già da tempo, hanno dimostrato di essere completamente inutili (se non dannose). Nel caso della sensibilità chimica multipla (malattia che ha una forte base psicosomatica), la clinica offre trattamenti disintossicanti, "immunologici" e "desensibilizzanti", un insieme di parole che, sommate, danno un unico risultato: bufale.
                                      Ha qualche senso spendere somme del genere e mettere in moto una macchina come questa per portare una persona tra le braccia di chi vende illusioni?

                                      La stessa clinica offre trattamenti contro la "sensibilità all'elettricità" o diete per curare la sclerosi multipla. Nessuno ha fatto caso al livello di queste "terapie" miracolose?
                                      E nessuno ha saputo che il responsabile della clinica (il quale ne aveva un'altra poi chiusa per l'inconsistenza scientifica delle terapie proposte) ha subìto un richiamo dal suo ordine dei medici per trattamenti non supportati da basi scientifiche?

                                      Nessuno può impedire al prossimo di credere a ciarlatani o false cure ma credo che uno stato che non solo non impedisca ma addirittura favorisca questa gente nel suo sporco lavoro, abbia perso di vista la prima, fondamentale regola del diritto: salvaguardare la salute del prossimo.
                                      Il fatto che questi viaggi dell'illusione siano a spese dei cittadini (quando le strutture di cura del nostro paese chiudono per mancanza di fondi) è un'aggravante. In questo modo non è solo favorito il turismo dell'illusione ma sono tolti fondi necessari alle cure essenziali e provate, soprattutto in un periodo come questo in cui si tagliano servizi essenziali per carenze economiche.

                                      Probabilmente tutto passerà in silenzio, probabilmente non c'è solo la clinica inglese delle cure miracolose a guadagnarci ma se qualcuno volesse approfondire il problema, di materiale ne esiste, tanto.
                                      Basta volerlo.

                                      Alla prossima.

                                      Aggiornamento: il caso (come suggerito nei commenti) è stato trattato proprio un giorno fa dalla trasmissione "Striscia la notizia". Loro parlano di malattia rara comparsa in seguito a vaccinazione (non esiste un solo caso al mondo documentato scientificamente di sintomatologia di questo tipo causata da vaccini) e descrivono la vicenda come un caso pietoso risolto positivamente.


                                      [Aggiornato dopo la pubblicazione iniziale]

                                      Come si scopre una bufala sulla salute? Semplice, osservando.

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                                      Nella vita ogni esperienza, positiva o negativa, ti insegna qualcosa.
                                      È successo anche a me, vivi un'esperienza e poi ne trasferisci gli insegnamenti in tutto ciò che fai. Per questo motivo a volte racconto di episodi personali, sono serviti a me e possono servire a qualcun altro. Oggi vi racconto un episodio che apparentemente non c'entra nulla con i temi di questo blog, in realtà qualcosa c'entra, lo vedremo alla fine.

                                      Qualche anno fa dei colleghi mi dissero che c'era un assicuratore che offriva polizze sul rischio professionale (l'assicurazione obbligatoria che devono fare tutti i medici) molto convenienti. Tenete presente che, già per un qualsiasi medico ma soprattutto per un ginecologo, l'assicurazione professionale può arrivare a costare cifre da capogiro (anche 10-15.000 euro l'anno, un vero e proprio salasso). Presi appuntamento con questo broker, persona distinta, elegante e gentile. In effetti le sue proposte erano allettanti, prezzi bassi, condizioni convenienti e disponibilità. Oltretutto l'assicurazione era un colosso mondiale, quindi a prova di "crack".
                                      Stipulai la polizza e ne parlai con i miei colleghi i quali erano anch'essi (quasi tutti) assicurati con quella persona, alcuni anche per assicurazioni sulla vita.

                                      Tornando a casa provai a leggere il contratto e, tra una riga e l'altra, comincia a notare come in fondo stavo leggendo delle semplici fotocopie (erano pagine stampate, unite da un raccoglitore, avete presente quelle bacchette di plastica per rilegare fotocopie? Proprio quelle).
                                      Mi chiesi: ma in fondo qualsiasi persona avrebbe potuto stampare delle pagine, raccoglierle, mettere un paio di timbri e firme e dirmi che aveva stipulato un'assicurazione, che garanzie ho che sia tutto vero? Che ho stipulato davvero un contratto?
                                      Voi sapete cosa significa assicurazione, vero? Per un medico poi, una grande responsabilità, anche economica.
                                      Riflettendo ancora sul mio dubbio pensai..."ma non sarò vittima di una truffa?" ma era troppo strano, decine di colleghi assicurati da anni ed io pensavo alla truffa, forse stavo viaggiando con la fantasia...mah, nell'incertezza chiamai ad un collega.
                                      Lui non aveva nessun dubbio, mi disse che il broker era una persona per bene e che anche altri suoi conoscenti erano assicurati, mai avuto problemi, ne conosceva decine. Feci presente il dubbio legato alla forma del contratto ed anche lui mi confermò che anche il suo fosse proprio un insieme di fotocopie rilegate con una bacchetta di plastica, cosa per lui normale, non è dalla forma che si giudica la serietà di un'assicurazione. Resto con il dubbio e lui, per tranquillizzarmi mi dice che, per sicurezza, avrebbe telefonato alla direzione centrale di quell'assicurazione.

                                      Sorpresa...sorpresa...nessuna assicurazione a mio nome né a nome del mio collega. Quel broker non risultava nella banca dati dell'assicurazione. Io non ero assicurato, quello non era un assicuratore ed avevo firmato cartacce senza valore dando soldi per niente.
                                      Quando il collega me lo disse non potevo crederci, avevo scoperto una truffa con il metodo più semplice: l'osservazione.
                                      Avevo notato che in mano non avevo un contratto particolare o con carta filigranata ma dei semplici fogli stampati e raccolti, un dubbio semplicissimo, una banalità.

                                      Allora chiesi a dei colleghi di farmi vedere i loro contratti spiegandogli il mio problema, loro erano sicuri del fatto loro, c'era chi pagava l'assicurazione sulla vita da 4 anni, nessun problema, l'altro che aveva l'assicurazione professionale da 7 anni e persino un'assicurazione sulla casa da 5-6 anni, mai nessun problema con quell'assicuratore. Quando mi incontrai con i colleghi scoprii che anche loro avevano dei semplici fogli di carta raccolti con una bacchetta di plastica. La collega che aveva stipulato l'assicurazione sulla vita aveva addirittura un semplice foglio giallo stampato al computer. Nessuno aveva avuto un dubbio, nessun minimo sospetto.
                                      Ora veniva la parte più difficile: come risolvere il problema? Una denuncia? Quanto tempo sarebbe passato?

                                      A quel punto ci venne un'idea, convocammo il broker dicendogli che c'era un altro collega interessato a sottoscrivere una polizza.
                                      Lui accettò con piacere. All'appuntamento si presentò con la solita simpatia e gentilezza, sempre impeccabile, eravamo io, il collega (con un microfono che registrava tutto di nascosto) e lui in una stanza. Iniziammo a parlare del più e del meno fino a quando ad un segnale preciso (una telefonata in un'altra stanza), apparirono tutti i colleghi truffati, eravamo una quindicina.
                                      Lui restò allibito, imbarazzato, accennò un sorriso..."che ci fate tutti qui...". Gli dicemmo chiaramente di avere scoperto la sua truffa che ora aveva due possibilità: restituire tutti i soldi o lo avremmo denunciato immediatamente, fermo restando che l'assicurazione che lui diceva di rappresentare sapeva già tutto (e ci aveva detto che lo stava denunciando).
                                      Lui provò a negare, pochi secondi, disse di non capire ma poi si rese conto di non avere molte possibilità. Senza fare una piega, senza segno di pentimento, chiese di chiamare la sua banca per chiedere quanti soldi avesse nel conto. Pagò alcuni soldi in contanti e poi fece 10 assegni con la condizione che li avremmo prelevati l'indomani, se fossero stati scoperti sarebbe scattata la denuncia.
                                      Gli assegni erano coperti, tutti riuscimmo a riavere le somme spese, anche chi pagava da anni. Lui scomparve nel nulla. Riflettemmo come comportarci per un'eventuale denuncia ma fummo preceduti dalla notizia che l'assicurazione lo aveva già denunciato ed alcuni giorni prima era stato interrogato dalla guardia di finanza con denuncia finale. Fummo chiamati anche noi truffati per testimoniare.

                                      Il successivo processo finì con una condanna per truffa.
                                      Ora questa persona è tranquilla e libera, si è presentata pure alle elezioni della sua città (perdendole) continua a fare piccole truffe ed a vendersi come rappresentante di questo o quel marchio ed ha tanti amici.

                                      Questa storia l'ho raccontata per fare capire alcune cose:

                                      1) Chi è truffatore lo resta. Una brava persona non diventerà mai un truffatore, non ci riuscirebbe. Servono delle qualità precise, alcune delle quali non proprio edificanti ed etiche. Si osservi chi ci propone il "miracolo", spesso basterà questo per capire con chi abbiamo a che fare.

                                      2) Le truffe sono spesso sotto ai nostri occhi ma noi siamo talmente abbagliati e condizionati da non notarle. I truffatori più grandi (compresi quelli della salute) non usano trucchi complicati o meccanismi complessi per convincerci ma semplicissimi giochi di parole, trucchi da baraccone, piccole furbizie che anche un bambino scoprirebbe ma noi, ammaliati dalle promesse ed accecati da ciò che ci sta più a cuore, nemmeno ce ne accorgiamo. Spesso basta un attimo di raziocinio ed un po' di osservazione per scovare l'inganno. Il truffatore ci dice ciò che vorremmo sentire: un'occasione d'oro in campo commerciale, una guarigione in campo medico, un affare in campo economico. Osservare. Quando le promesse sono troppo belle per essere vere, accendere la lampadina...

                                      3) Per smascherare i ciarlatani non è necessario essere medico, non è importante avere cultura, spesso serve semplicemente aprire gli occhi, svegliare il cervello, essere critici, controllare, verificare. In questi anni ho capito (e ne ho parlato spesso proprio qui) che i trucchi dei ciarlatani sono talmente evidenti che forse è questo il trucco principale: mettere tutto sotto gli occhi del truffato, talmente vicino agli occhi che non riusciamo a vederlo. Si osservi bene ciò che ci propone il "genio incompreso" di turno.


                                      Il truffatore che ho incontrato io, mi proponeva delle condizioni "troppo belle per essere vere", esattamente come il truffatore della salute propone miglioramenti "troppo belli per essere veri". Questo esalta il cliente, esattamente come sono stato esaltato io e lo rende più fragile, facile vittima di inganno.
                                      Nel mio caso il truffatore non era una persona poco curata o dall'aria sospetta ma era elegante, gentile, simpatico. Il truffatore della salute non si presenta come un "barbone", è sicuro di se, convinto e convincente, si circonda di oggetti, ambienti e termini che non fanno dubitare della sua "scientificità". Nel mio caso il truffatore non aveva usato timbri falsi o carta intestata falsa: delle semplici fotocopie, il timbro con il suo nome e la sua firma, tutto semplice ed evidente, è stato proprio l'osservare il fatto che chiunque avrebbe potuto preparare quei fogli in quel modo a farmi "accendere la lampadina", quei fogli non valevano nulla ed era evidente, è stato difficile capirlo ma l'ho capito appena ho guardato cosa avevo in mano: cartaccia.
                                      Il truffatore della salute non usa testimoni falsi, effetti speciali o falsi video, è tutto vero ma dietro c'è un trucco: video, testimoni e pagine internet non valgono nulla, quello che "ha in mano" il paziente che si rivolge al ciarlatano è, dal punto di vista medico, cartaccia. Basterebbe osservare questo.
                                      Ora, nel mio caso tutto è finito bene ed anche se fosse finito male ci avrei rimesso dei soldi. Nel caso dei truffatori della salute non finisce sempre bene e, se finisse male, ci si rimette la salute o la vita.
                                      Per questo i due casi, nella similitudine, sono molto diversi.
                                      Se nella vita "reale" molti di noi avranno avuto a che fare con truffatori ed imbroglioni, su internet la situazione è caotica. Si passa dal grande truffatore (guaritori che si propongono per malattie gravi, presunti esperti di finanza che invitano le persone ad investire con loro somme ingenti di denaro ed altro) a piccoli furbetti: venditori di oggetti miracolosi, molestatori, commercianti di paccottiglia.

                                      La maggioranza dei truffatori della salute si presenta proprio come qualsiasi truffatore: credibile, geniale, affidabile. Promette quello che vogliamo e vende.
                                      Allora il consiglio finale: quando qualcosa vi sembra troppo "semplice", quando qualcuno vi propone un metodo di cura che "i medici non conoscono" o "la scienza non usa perché porta fastidio", diffidate subito, non fatevi fregare.
                                      Se proprio volete vederci chiaro fate l'avvocato del diavolo: sfidate chi vi fa queste promesse, chiedete prove oggettive, non "chiacchiere". Scommettiamo che anche voi smaschererete una truffa?
                                      Non è difficile, richiede solo un po' d'impegno ma può salvare da solenni imbrogli o terribili sofferenze.

                                      Attenzione ai truffatori, aprite gli occhi per capire chi avete di fronte.
                                      Osservate.

                                      Alla prossima.

                                      Che male vuoi che faccia: il parto in casa.

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                                      Se abbiamo una possibilità di cura, questa è nella medicina, né nei riti magici e nemmeno tra le pieghe delle tante finte terapie che si trovano in giro. Questo è da ribadire perché un insistente marketing da parte della lobby dell'alternativo, cerca di dipingere la medicina ed i luoghi in cui si pratica come un girone infernale ed il paradiso sarebbe rappresentato da granuli di zucchero, massaggi energetici o pozioni magiche. Si tratta di una grossa bugia con il solo scopo di guadagnare senza curare.
                                      La medicina è fatta dall'uomo, con tutte le conseguenze, anche negative ma non esistono "alternative" ad essa, è un controsenso.
                                      La medicina è il risultato di un percorso, di controlli, prove ed esperienza. Alternativa a tutto questo è affidarsi all'improvvisazione, al caso, all'opinione personale e questo, quando si parla di salute, è molto pericoloso.
                                      Se è corretto limitare l'uso dei farmaci quando non necessari e l'eccessiva medicalizzazione di ogni atto umano, quando si ha un problema non c'è pozione magica che ci possa salvare. La medicina si usa quando c'è qualcosa che non va ed ovviamente, questo qualcosa, spesso succede quando meno ce lo aspettiamo. Per questo spesso si commette un errore molto grave, considerare le pseudomedicine come qualcosa di inoffensivo. La stessa omeopatia, la pseudomedicina più diffusa al mondo, fa suo uno slogan che è un pugno in faccia alla ragione: "non ha nessun effetto collaterale", evidente, se non contiene nulla non provoca nulla di negativo ma nemmeno di positivo.

                                      Farsi abbindolare dalle sirene affascinanti della medicina alternativa quindi può essere quindi un brutto salto nel buio, anche logico: se qualcuno non si fida della medicina che subisce dei controlli e delle verifiche, come può fidarsi di qualcosa che non ha mai dimostrato di funzionare e che fugge il controllo?
                                      Anche l'evento più fisiologico che esista, il parto, può complicarsi e la cosa da ricordare è che la maggioranza delle complicazioni da parto sono imprevedibili. Proprio per questo conviene avere a disposizione i mezzi per provare a rimediare.
                                      Ho già parlato altre volte della possibilità di partorire a casa, per certi tipi di gravidanza (per esempio quelle senza patologie o condizioni di rischio, in donne che abbiano già partorito), il parto in casa è una possibilità che non espone a particolari rischi (ed anzi sembra avere dei benefici). Già, però certi rischi non puoi prevederli e quindi si devono tenere presenti alcune cose. Ad esempio farsi assistere da personale qualificato, oppure assicurarsi di poter raggiungere un ospedale in breve tempo. Oppure fidarsi della medicina, dipinta come il male da alcuni ma che ha consentito, anche a questi furbetti della salute, di arrivare integri fino alla loro età.
                                      Non ci sono leggi che regolano il parto, non possono esserci, così in qualche nazione non è prevista una regolarizzazione del settore dove quindi chiunque può improvvisarsi ostetrica ed agire come preferisce.

                                      Così è accaduto in Australia il 24 gennaio 2012.

                                      Caroline Lovell, 36 anni, ha scelto di partorire a casa sua e di provare il parto in acqua utilizzando la vasca di casa, è stata sempre attratta dalla possibilità di partorire in casa, anche se il primo suo parto avvenne in ospedale. Ad assisterla Gaye Demanuele, ostetrica, nota nell'ambiente ed anche lei decisa attivista per il parto in casa (ed attiva anche su altri fronti come il pacifismo) che, quattro mesi dopo il parto di Caroline, scelse di cancellarsi dal registro delle ostetriche australiano perché non voleva fare parte di un sistema che obbliga le donne a ricevere farmaci e trattamenti medici durante il parto. Secondo la donna il parto in ospedale "riduce la possibilità delle ostetriche di prendersi cura delle donne in un sistema sanitario centrato sulla persona e olistico [...] un sistema nel quale troppe donne e bambini soffrono gli effetti di frequenti procedure, spesso non necessarie, che procurano un trauma fisico e psicologico alla nascita".

                                      Una posizione forte e nemmeno così rara, anzi, molto comune nella ristretta cerchia delle ostetriche estremiste (anche di casa nostra) che terrorizzano la donna dipingendo il parto in ospedale come un'esperienza terribile (ed al contrario quello a casa, ovviamente assistito da loro, come la soluzione ideale).
                                      Idee estreme che non hanno come scopo quello (corretto) di ridurre la medicalizzazione della gravidanza e del parto, questo infatti non significa rigettare la scienza ma usarla se serve mentre le ostetriche "olistiche" hanno uno scopo molto più personale (e venale). Il parto non è un evento da medicalizzare ma è un evento come un altro e, come qualsiasi evento, può diventare (molto raramente) problematico. Il punto è che quando si è impregnati di ideologia si tende a diventare estremisti e invece di considerare ogni caso come caso singolo si combatte una guerra contro tutto ciò che è medicina, come se rappresentasse il male, dimenticando che il male ci colpiva duramente e senza sosta proprio quando la medicina non esisteva.
                                      Caroline aveva già avuto un primo figlio partorito in ospedale con la complicanza di un'emorragia post partum (fattore che aumenta il rischio che l'incidente si ripresentasse la seconda volta) ed aveva espresso al suo medico curante ed ai ginecologi che l'avevano vista in ospedale l'intenzione di partorire a casa, rifiutando alcuni farmaci (era moderatamente anemica) e dei controlli. Un elemento importante è proprio il fatto che la sua gravidanza non aveva le caratteristiche che permettevano un parto in casa con pochi rischi, secondo le linee guida più moderne Caroline avrebbe rischiato di meno partorendo in ospedale, l'unica speranza è che fosse informata di questo particolare.
                                      Passa quindi il tempo e si arriva alla fine della gravidanza.

                                      Il parto arriva quando previsto, tutto va bene. L'ostetrica la lascia da sola, dentro la vasca in una stanza buia per non interferire nel primo approccio mamma-figlio. Durante tutto questo tempo, sembra dalle testimonianze, l'ostetrica non controlla Caroline, non esamina le sue condizioni e, quando la donna si alza per coricarsi in un letto, sviene, perdendo coscienza. L'ostetrica inizia delle manovre (a quanto pare non adeguate) di rianimazione.

                                      A quel punto l'ostetrica che si batte per la libertà della donna si allarma e finalmente chiama l'ospedale. Caroline è in arresto cardiaco.
                                      All'arrivo dei sanitari si riesce a rianimare Caroline e trasportarla in ospedale ma l'emorragia e l'arresto cardiaco hanno già compromesso la situazione, i danni sono irreversibili e la donna muore dopo 12 ore.
                                      Emergono particolari preoccupanti. Raccontati dal coroner alla stampa, quasi tutti i particolari della vicenda provengono dalla testimonianza diretta di un'altra ostetrica, giovane, alle prime esperienze e che accompagnava la Demanuele durante la sua attività, al parto ha assistito anche una "doula" (donna senza competenze che fa "compagnia" alla partoriente).
                                      Sembra che l'ostetrica non si sarebbe nemmeno curata di infomarsi bene sulle complicanze che sarebbero potute sorgere nel parto di Caroline per problemi che la donna già aveva (tra i quali l'emorragia sofferta in occasione del primo parto), alcuni fattori di rischio sottovalutati e che, non solo non avrebbe controllato le condizioni della donna ma non si sarebbe nemmeno allarmata vedendo l'acqua della vasca colorata dal sangue. La testimonianza del coroner australiano aggiunge un particolare raccapricciante.
                                      Quando Caroline provò ad alzarsi dalla vasca, fece presente di sentirsi male, disse di sentirsi morire e chiese quindi all'ostetrica di chiamare l'ambulanza richiesta non ascoltata.
                                      La ragazza riprova ad alzarsi ma non riesce, reclina la testa, respira molto velocemente ed appare agitata, secondo l'ostetrica tutto questo sarebbe dipeso da una crisi d'ansia che la Demanuele "risolse" dando alla donna dell'omeopatia (arnica) e fiori di Bach (rescue remedy).

                                      Da quanto si sa la vicenda assume toni davvero drammatici, soprattutto perché sarebbe emerso che l'emorragia di Caroline non sarebbe dipesa da un problema grave (per esempio legato all'utero) ma da due lacerazioni, complicanze frequenti che spesso richiedono una semplice sutura che si esegue in pochi minuti. La donna quindi sarebbe deceduta per una emorragia molto lenta ma fatale e soprattutto facilmente risolvibile.
                                      Se così fosse si tratterebbe di una tragedia immensa.

                                      Caroline

                                      Ora l'ostetrica è sotto accusa (qui il rapporto del coroner, è molto lungo ed in inglese) ed emerge il fatto che si tratterebbe già del terzo parto in casa conclusosi tragicamente nel quale sarebbe coinvolta la donna, nei due precedenti sarebbero morti i neonati (ed in uno di questi casi emerge un altro rifiuto dell'ostetrica di chiamare un'ambulanza). Tra gli elementi che ha sollevato l'avvocato dei parenti di Caroline si sottolinea il fatto che l'ostetrica abbia agito "di testa sua" e questo che sembra un particolare insignificante è invece fondamentale. Esistono delle procedure e delle pratiche che possono aiutare in caso di difficoltà. L'esperienza e la competenza professionale sono fondamentali in questo tipo di lavoro ma davanti ad un'emergenza si devono prendere dei provvedimenti precisi. Proprio l'assoluta mancanza di questi provvedimenti (mancato controllo, mancato allarme, mancata terapia) pesano come un macigno nelle responsabilità dell'ostetrica che ora dovrà risponderne ai magistrati australiani. Ma il punto non è l'eventuale presenza di un reato (da accertare) ma il fatto che in presenza di fattori di rischio il parto in casa sarebbe stato più insidioso, che davanti a delle complicanze siano stati presi provvedimenti inadeguati (omeopatia), usare le "opinioni personali" in medicina, è questo il punto.

                                      Le autorità del paese ora chiedono una campagna informativa per la popolazione che raccomandi di rivolgersi solo a personale qualificato e che rispetti gli standard previsti in questi casi e lo stesso è chiesto da associazioni per i diritti dei cittadini e da molte persone che sono rimaste colpite dal fatto. Il clamore per la vicenda, inizialmente locale, ha iniziato ad estendersi in tutto il mondo ed è stato creata anche una pagina Facebook che chiede una riforma delle regole per i parti in casa riferendosi alla storia di Caroline.

                                      Io aggiungo: partorire a casa può essere una scelta utile ma va valutata con attenzione. Se si sceglie questa via rivolgetevi solo a personale con i titoli previsti per farlo e soprattutto se queste persone sono abituate a lavorare con false medicine (fiori di Bach, omeopatia, energie...) state molto attente, la proposta di questo tipo di false cure in caso di vere complicazioni o vere malattie è segno di incompetenza.
                                      Questo è qualcosa che dovete conoscere bene prima di decidere.

                                      Alla prossima.

                                      Disintossicazione? La facciamo già, il resto è truffa.

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                                      Erano gli anni '70 quando, per l'entusiasmo per le nuove scoperte scientifiche e le difficoltà della generazione di genitori che veniva dritta da una guerra (e quindi da fame e povertà), la gente si esaltava (e veniva esaltata) con i rimedi miracolosi della medicina moderna (dei tempi), i cassetti delle famiglie italiane erano pieni soprattutto di due classi di farmaci: i ricostituenti e i disintossicanti.
                                      La prima classe era rappresentata quasi esclusivamente da vitamine o complessi vitaminici, i bambini, per crescere sani, dovevano essere imbottiti di vitamine, per essere più intelligenti il fosforo, per la crescita la vitamina D e per le ossa l'olio di fegato di merluzzo.
                                      Se in un'epoca di carestia (quale poteva essere un periodo di guerra) l'integrazione con vitamine poteva essere un mezzo salvavita, in anni di benessere una persona in buona salute che si nutre normalmente e variando la dieta, non ha bisogno di alcuna integrazione, né di vitamine né di altro. L'interesse per i ricostituenti svanì con gli anni ma anche oggi, senza usare quel termine, la convinzione che servano vitamine per qualsiasi fase della vita, è abbastanza radicata. Si tratta semplicemente di una convinzione indotta dal marketing selvaggio e dalla pubblicità. Ne riparlerò in futuro.
                                      Oggi mi soffermerò su un'altra convinzione che (al contrario di quella relativa alle vitamine) vede aumentare il suo fascino: la disintossicazione. Un concetto generico e che ha poco a che fare con la medicina.
                                      Con gli Stati Uniti che fanno da capofila, in tutto il mondo si è convinti che serva "disintossicare" artificialmente il nostro organismo per stare meglio, prevenire le malattie ed addirittura guarirle.
                                      Falso.
                                      Il nostro organismo è già adattato (e ci mancherebbe altro) per "disintossicarsi" e non c'è nessun motivo per usare sostanze, macchinari o medicinali per aggiungere disintossicazione a quella che già esiste naturalmente.
                                      Per disintossicazione si intende l'eliminazione dal corpo delle sostanze nocive o velenose. Queste possono derivare o da fattori esterni (avvelenamenti accidentali o volontari) o interni (le sostanze di scarto ed i derivati del metabolismo normale dell'organismo).
                                      Esistono due strumenti fondamentali che aiutano l'organismo a liberarsi dalle sostanze non necessarie o dannose che si accumulano nell'organismo. I reni (soprattutto questi) ed il fegato. In seconda battuta tutti gli organi contribuiscono a questo fenomeno (una sorta di filtro necessario alla sopravvivenza) e quindi anche polmoni, intestino, cute ed altri, aiutano il corpo a mantenersi in un equilibrio stabile e sano, trattenendo ciò che ci serve per la sopravvivenza, eliminando ciò che è in eccesso o il cui accumulo diventerebbe dannoso.
                                      Quando uno di questi organi non funziona o non riesce a fare bene il suo lavoro, ecco che bisogna "curarlo" o sostituirne i compiti con un intervento esterno.

                                      Il rene

                                      Ne abbiamo due, posti lateralmente a destra e sinistra del tronco, sono grandi più o meno come il pugno di una mano. Hanno il compito di eliminare le sostanze di scarto dell'organismo (soprattutto composti azotati) ma anche quello di equilibrare i liquidi del corpo e produrre sostanze molto importanti.
                                      I tanti vasi sanguigni che li raggiungono portano un importante quantitativo di sangue che è così "filtrato" e "purificato" nel suo lungo cammino all'interno di ogni rene. In una sua porzione chiamato "glomerulo", i vasi sanguigni sono "raggomitolati" e purificano il sangue lasciando che solo le molecole più piccole (sali, acqua...) e non utili all'organismo possano andare verso l'esterno (formando l'urina) mentre le più grandi tornano in circolo perché vengano riassorbite da un'altra parte del rene. Dal rene, il liquido che ormai è urina, passa attraverso un tubo (uretere) che lo porta nella vescica. Da qui potrà essere emessa all'esterno, liberando il corpo da tossine, sostanze in eccesso o inutili, tutte disciolte in acqua.

                                      Il fegato

                                      Si trova vicino allo stomaco, sul lato destro del corpo, subito sotto il polmone destro. Abbastanza voluminoso (circa 20 cm.), ha un colore marrone-bluastro. Le sue funzioni principali sono quelle di immagazzinamento di sostanze, di produzione di altre e di depurazione. L'organo è la sede di produzione di glucosio, di alcuni grassi (il colesterolo, ad esempio), sostanze importanti per la sopravvivenza (come i fattori della coagulazione). La sua principale forma di disintossicazione è la conversione dell'ammoniaca che si produce nel corpo (sostanza tossica) in urea (tossica ma a concentrazioni più alte). La sua assenza (malattia, incidente, infezione...) è molto grave perché non esistono mezzi che ne sostituiscano le funzioni.

                                      Con le funzioni del rene e del fegato e con la collaborazione di altre parti del corpo (le ghiandole sudorifere ad esempio ma anche i polmoni che emettono l'anidride carbonica in eccesso o l'intestino che espelle sostanze inutili alla sopravvivenza), l'organismo si disintossica in maniera regolare, efficace, precisa e senza sosta.

                                      Gli organi per la disintossicazione del nostro corpo quindi li abbiamo già. Non serve altro. Non serve spendere soldi o comprare farmaci o sostanze, non serve sottoporsi a trattamenti particolari.
                                      In caso di malattia o avvelenamento sì. Per esempio se uno degli organi suddetti non funzionasse bene. Nel caso del rene, ad esempio, una sua insufficienza (o assenza o malattia) è necessario sottoporsi ad un trattamento particolare: il filtro che era rappresentato dall'organo lo riproduciamo esternamente con un macchinario che esegue una procedura particolare che si chiama dialisi. Fa esattamente quello che faceva il rene, filtra, depura il sangue dalle sostanze che, accumulandosi, lo intossicherebbero irreversibilmente causando danni e persino la morte. Nel caso del fegato non abbiamo molte alternative al trapianto, non esistono ad oggi macchinari che possano sostituirne la funzione.
                                      Ma, come spesso accade, pubblicità ingannevoli e ciarlatani, approfittano dell'ignoranza scientifica diffusa e ci convincono che dobbiamo "disintossicarci" per forza, spesso senza neanche sapere da cosa, ci inculcano l'idea che "disintossicandoci" potremmo vivere meglio: balle. I truffatori agiscono puntando su un'idea istintiva che abbiamo del benessere: tutti i mali sono causati da "tossine" e quindi per stare bene bisogna eliminarle.
                                      È un'idea antica, quasi innata nell'uomo. Quando non si conoscevano i meccanismi del funzionamento del corpo, tutto sembrava causato da "miasmi", "tossine", "umori", si cercava una colpa per il male quando le "colpe" (infezioni, virus, batteri, malattie, genetiche...) erano praticamente sconosciute. Se fate caso, su queste teorie, si basa la maggioranza delle medicine alternative.

                                      Così si vendono preparati disintossicanti, diete particolari, macchinari che disintossicano e persino, per alcuni di questi, è possibile "vedere" con i propri occhi, delle sostanze che fuoriescono dal corpo, dandoci così l'idea (e spesso convincendoci) che davvero stia avvenendo una disintossicazione.
                                      Le diete "disintossicanti" avrebbero come scopo quello di liberarci delle tossine. Non è dato sapere con esattezza di quali tossine si stia parlando visto che le "tossine" (quelle vere), come abbiamo visto, le eliminiamo già. In realtà le "diete disintossicanti" sono uno dei tanti modi di "personalizzare" un prodotto in commercio, che nutrono normalmente nella migliore delle ipotesi (sono quasi tutte a base di frutta e vegetali). Se ci alimentiamo bene e variando gli alimenti, preferendo gli alimenti vegetali, non dobbiamo disintossicarci da nulla. Se invece abbiamo esigenze dietetiche particolari (sovrappeso, diabete, attività sportiva ed altro), la dieta sarà personale e non "disintossicherà", ci darà semplicemente modo di introdurre gli alimenti in maniera più ordinata e adatta alle nostre esigenze.
                                      Tra le sostanze proposte ne troviamo alcune molto singolari: l'alga spirulina, la zeolite, le argille, le vitamine, le sostanze chelanti.
                                      Anche in questo caso: non c'è alcun motivo per usarle se il nostro corpo funziona bene e mangiamo correttamente, alcune di queste sostanze (quelle chelanti, ad esempio) possono esporre inutilmente a rischi anche gravi. Nella maggioranza dei casi (in quelli permessi dalla legge, quindi per esempio per prodotti in vendita in farmacia) l'azione di queste sostanze è molto blanda, poco efficace e temporanea. Questo le rende dei prodotti quasi sempre innocui e non pericolosi e, nello stesso tempo, senza alcuna efficacia "disintossicante" e per dirla in breve, sono fondamentalmente dei placebo che ci danno l'impressione di fare qualcosa di positivo per il nostro corpo.

                                      Sono insomma tutte patacche che fanno bene solo a chi le vende, garantito.

                                      Macchinari

                                      Di questi macchinari ne esistono diversi ma quello più diffuso e truffaldino è un macchinario che promette disintossicazione semplicemente immergendo una parte del nostro corpo (quasi sempre i piedi in una sorta di pediluvio) in una bacinella piena d'acqua tiepida nella quale si versa un po' di sale (normale sale da cucina). Un piccolo dispositivo entra in azione e nella bacinella piena d'acqua inizia a vedersi qualcosa, prima l'acqua sembra quasi "bollire" e poi si tinge di un colore marroncino fino a diventare francamente colorata (sembra acqua sporca) ed ecco che la disintossicazione è avvenuta, quasi un miracolo, a pagamento naturalmente.


                                      Alcuni macchinari sono semplici (un corpo macchina, due cavi, un oggetto che si mette nell'acqua (contiene due placche di metallo), alcuni componenti elettrici. Altri sono più complessi: luci e spie, interruttori, suoni, un modo per renderli più "esoterici" e "seri". Esistono alcune aziende (anche italiane) che li producono in serie.
                                      Alcune persone che si sono sottoposte a questi trattamenti riferiscono di effetti "strani": senso di benessere, calore che attraversa il corpo, rilassamento generale. Si tratta di semplice effetto placebo: non c'è alcun motivo per cui quei macchinari causino un effetto generale, la corrente con la quale funzionano è a bassissima intensità e non causa effetti né locali né generali.


                                      Naturalmente il venditore parla di miracolosa disintossicazione da scorie e tossine ma non c'è niente di vero, altri parlano di "espulsione di metalli pesanti" ed altro ancora. Qualcuno gioca con i soliti termini pseudoscientifici: "riequilibrio", "energie", "flussi biologici", si cercano nomi "esotici" che attirano la curiosità, come "bio-detox", "foot detox", "water detox" eccetera, il succo è uno solo: sono sciocchezze.
                                      Dalla cute non fuoriesce nulla, non c'è nessuna sostanza emessa dal corpo, l'acqua della bacinella si colora per un noto meccanismo chimico-fisico e se si analizzasse quell'acqua colorata si troverebbero particelle di metallo (una sorta di "ruggine") che derivano dalle placche metalliche che formano l'elettrodo immerso in acqua (mascherate in genere da una scatolina di plastica).

                                      Questi macchinari "miracolosi" sono molto diffusi, li vendono on line ma si possono trovare in studi medici, in negozi di erboristeria, centri estetici e cliniche del benessere.
                                      Una "naturopata" britannica Mary Staggs (laureata in naturopatia per corrispondenza) si autodefinisce l'inventrice dell'apparecchio. Uno di questi macchinari è stato analizzato da un'azienda di elettronica americana che ha trovato un box con un timer, cavi e due piccoli tubi di rame, più interruttori, luci e display. Sono truffe, niente di più.
                                      Tempo fa collaborai allo smascheramento di uno di questi centri. Prometteva di "disintossicare" (addirittura espellendo "cibo non digerito" o "calcoli renali" mediante il pediluvio) il corpo semplicemente immergendo i piedi in una vaschetta piena d'acqua che gradualmente si colorava di marrone. Il centro fu smascherato da una trasmissione televisiva ed il suo proprietario ebbe la faccia tosta di scrivermi in privato dicendomi che le prove scientifiche di funzionamento del suo macchinario esistevano (le ho chieste ma ovviamente non sono mai arrivate).
                                      Per spiegare il meccanismo di funzionamento del suo apparecchio scrisse un insieme di termini confusi e dal vago sapore tecnico, li ricopio per gli appassionati:
                                      il ns. apparecchio, ad uso estetico e di benessere, è elettrico e MAGNETICO contemporaneamente, non ha nessuna scatoletta con una piastra di metallo ma è fornito di un generatore di emissione di ioni che si differenzia da quello di altri apparecchi apparentemente simili in quanto "polarizza" la diffusione della corrente nella vaschetta, ovvero crea alternativamente una zona con un potenziale elettrico positivo in corrispondenza di un piede, e negativo in corrispondenza dell'altro, invertendo periodicamente questi potenziali (questo è dovuto al fatto che l'elettrodo presenta un polo verso destra ed un altro polo verso sinistra, a differenza degli altri elettrodi dove i due poli sono concentrici o come quello da Lei citato), genera un'azione combinata elettrica e di particolari campi magnetici pulsati. I dipoli entrano in biorisonanza e le cellule vengono predisposte al trattamento. 
                                      Tanti giri di parole (e qualche parolone pseudoscientifico che male non fa, come "biorisonanza" che corrisponde a "ciarlataneria") per ribadire ciò che avevo già detto, il fenomeno dell'elettrolisi (che per verificarsi ha bisogno di due elettrodi) avviene indipendentemente da tutto il resto, la "sporcizia" che si vede nella vaschetta dipende da questo e non da improbabili disintossicazioni o emissioni di sostante dal corpo umano.
                                      La disintossicazione con questo tipo di macchine è molto diffusa, le sue origini sono antiche e se ne iniziò a parlare in America (terra fertile per i ciarlatani). Qualcuno pensò bene di importare i macchinari ed oggi in molti centri italiani si usano questo tipo di false cure.
                                      Il motivo per cui l'acqua assume un colore particolare, come detto, non è legato a nessun processo dell'organismo, non c'entra con la disintossicazione e non è dovuto all'espulsione di nessuna sostanza derivante dal corpo. Il colore marrone è dovuto al dissolvimento di ioni metallici (ferro, a volte rame) a sua volta dovuto alla presenza di placche metalliche nelle quali scorre corrente elettrica, si tratta di un fenomeno ben conosciuto dal nome noto: elettrolisi.
                                      Quella colorazione deriva quindi dalle placche metalliche e non dal corpo umano che, durante quel "pediluvio" non emette nulla né si disintossica da qualcosa: si tratta di una banale truffa, anche di basso livello (come tutte, d'altronde).

                                      Eppure qualche centro continua a proporre questi trattamenti di disintossicazione truffaldini, il loro costo varia (anche 80 euro a trattamento), non serve alcuna preparazione né titolo medico per eseguirli (l'esperimento dell'elettrolisi lo insegnano alla scuola media) e non c'è nessun beneficio (oltre a quello per il portafogli del negoziante) dal pediluvio con l'acqua sporca.

                                      Il giro d'affari della "disintossicazione"è enorme. Si troveranno anche trattamenti con olii e beveroni che "disintossicherebbero" il fegato, la cistifellea, l'intestino (lavaggi intestinali, epatici, gastrici), tutte procedure senza base scientifica né effetti.
                                      Credo quindi che sarebbe molto più utile ed intelligente evitare di regalare soldi agli imbonitori, in caso contrario gli confermeremmo che gli ingenui sono tanti e che rubare soldi è un gioco da ragazzi. Sarebbe quindi opportuno disintossicarsi dall'ingenuità, dalla creduloneria, dalla voglia di miracolo a tutti i costi, usando capacità critica, scetticismo ed informandosi da fonti scientifiche prima di diventare l'ennesimo truffato, ripulito sì ma esclusivamente dai suoi soldi.

                                      Alla prossima.

                                      La manovra di Heimlich, fatta da Heimlich.

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                                      Henry Heimlich, 96 anni, vive in una casa di riposo negli Stati Uniti. Il suo cognome forse non vi suonerà nuovo. Era un medico, chirurgo toracico oggi in pensione che ora vive in una casa di riposo a Cincinnati, negli Stati Uniti.
                                      Non riuscite a ricordare in che occasione avete già sentito questo nome?
                                      Ve lo dico io. Henry Heimlich ha dato il suo nome ad una nota e fondamentale manovra di disostruzione, ovvero ad un tentativo di impedire il soffocamento su una persona che ha le vie aeree chiuse da qualche corpo estraneo. Oggi la manovra di Heimlichè abbastanza conosciuta ma "abbastanza" non è sufficiente, visto che questo gesto ha salvato migliaia di vite e potrebbe salvarne tante altre se solo si insegnasse a tutti. La manovra di Heimlich, inventata nel 1974, è caratterizzata da una notevole semplicità e da una buona efficacia.

                                      Stando alle spalle della persona che sta soffoncando, il soccorritore deve esercitare una pressione  dal basso verso l'alto (come per "spingere fuori" il corpo estraneo) da sotto il diaframma, unendo le proprie braccia (con le mani che si afferrano una con l'altra) proprio sotto la fine dello sterno.



                                      Esistono delle varianti per i bambini piccoli e se la persona ha già perso conoscenza. Per i particolari, che vi invito a consultare, si può leggere una pagina sul tema.
                                      Henry, che per primo ha descritto questa manovra, ha ancora una vita attiva, nuota ed ama i concerti classici e dimostra meno dei suoi anni.
                                      Diventato un benefattore dell'umanità per la sua intuizione, Heimlich ha anche fondato un istituto, di cui è oggi presidente, che si occupa di diffondere conoscenza e sapere. Henry Heimlich in realtà non aveva mai "sperimentato" davvero la sua manovra, non è certo facile imbattersi in un soffocamento né si possono creare dei soffocamenti artificiali sui quali sperimentare, così ha passato decenni della sua vita a girare il mondo, simulare, spiegare e diffondere la sua idea che poi è diventata parte delle procedure di primo soccorso. Le sue idee con i risultati delle esperienze fatte in giro per il mondo sono diventate anche pubblicazioni scientifiche. Heimlich in realtà non aveva pensato alla sua manovra come a qualcosa dedicata ai medici ma ad un gesto da insegnare alla popolazione, un modo per saper fronteggiare un'emergenza e furono proprio i primi casi di manovre avvenute con successo che sparsero la voce negli Stati Uniti (fece notizia un cuoco che salvò un cliente del suo ristorante), tanto che l'associazione dei medici americani volle indagare sull'argomento ed accettò alla fine di pubblicare uno studio sulla sua rivista ufficiale, denominando ufficialmente e per la prima volta "manovra di Heimlich" quel gesto tanto semplice quanto importante.
                                      Poi la pensione ed il ritiro dalla scena pubblica, intervallato da qualche conferenza e dalla pubblicazione di alcuni libri.


                                      Qualche giorno fa Henry era a cena nel salone della casa di riposo che lo ospita, la sua vicina di sedia, Patty di 86 anni, inizia a tossire e poi si alza. Heimlich capisce che sta soffocando e mentre tutto il salone si agita ed il personale si avvicina, Henry va con tranquillità verso la donna, la afferra da dietro ed applica la sua manovra. Per la prima volta nella sua vita lo fa davvero, non in una simulazione, a 96 anni. La vita a volte ci riserva incredibili sorprese.

                                      Già, perché la notizia in questo caso non è che Heimlich abbia applicato la manovra di Heimlich ma che lo abbia fatto per la prima volta in tutta la sua esistenza, mentre è in pensione.
                                      La donna si è salvata ed il giorno dopo si è tenuta un gala per festeggiare l'avvenimento.
                                      Il finale di questa storia non poteva essere più surreale, un giornalista intervistandolo gli ha chiesto:

                                      Ha salvato la vita di una donna. Ci racconta come ha fatto?"
                                      Heimlich ha risposto: "Ho usato la manovra di Heimlich".
                                      :)

                                      Alla prossima.

                                      Aggiornamento 29/05/16: Su segnalazione di camilla esce fuori un articolo della BBC che parla della prima volta che Heimlich ha usato la sua manovra per salvare una vita. Nel 2003. Perdoniamo l'anziano medico o bacchettiamo i giovani giornalisti?

                                      Henry Heimlich, 96 anni.

                                      Informazione alla faccia dell'intimidazione (prima parte).

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                                      Esiste un aspetto della divulgazione scientifica in rete che trovo preoccupante e che probabilmente è poco conosciuto.
                                      Lasciando come intoccabile la libertà di pensiero e di opinione individuale (e l'argomento è più che attuale), non è raro l'atteggiamento di alcune persone che quando si sentono toccate nelle loro credenze o nei loro interessi non si limitano a dissentire o ribattere ma vanno oltre, molto oltre.

                                      Il fenomeno dell'intimidazione nei confronti di chi fa informazione fino ad oggi sembrava limitato ad ambiti molto delicati ed ai margini della società: chi si occupava di cronaca, malavita e grandi interessi rischiava (e rischia) di subire pressioni psicologiche ed a volte anche fisiche con lo scopo di ottenere un "cambio di atteggiamento" o di interesse nei loro confronti.
                                      È sempre successo, infatti, che i malviventi che vedono i loro loschi affari smascherati attraverso la stampa o altri mezzi di comunicazione non si facciano molti scrupoli nell'intimidire chi si fa gli affari loro.
                                      Proprio perché si tratta di un gesto di infimo valore e di atteggiamento delinquenziale, questo tipo di azione non è mai andata oltre certi ambienti ma non sembra essere più così, in parte anche per la diffusione di internet.
                                      Probabilmente parte del fenomeno può essere legato al fatto che gli scambi di opinioni sul web sono "filtrati" da un monitor, non percepiamo di avere di fronte una persona reale e spesso uno sfogo o un pensiero, non proprio nobile, possono diventare vere e proprie aggressioni dovute alla sensazione di "anonimato" (che non esiste) che pervade chi utilizza il web come strumento di comunicazione.
                                      Libertà di opinione non significa però libertà di aggredire chi si ha davanti, saremmo altrimenti in una sorta di gabbia di animali feroci nella quale vince chi urla più forte. Il problema nasce quando persone direttamente o indirettamente interessate da un argomento oltrepassano ogni limite della decenza, dell'educazione ed a volte della legge.
                                      Nel mondo esistono diversi appassionati (molti sono addetti ai lavori, altri semplici divulgatori) che si impegnano nella diffusione di temi dedicati alla salute o alla scienza, si tratta di medici, scienziati, ricercatori, giornalisti, appassionati ma anche semplici cittadini che hanno il piacere di approfondire un argomento scientifico o medico e quando ho iniziato a fare divulgazione non avrei mai pensato di causare l'astio e l'odio che traspare da certi comportamenti, d'altronde che rabbia potrebbe causare un medico che spiega quali sono le basi della medicina, della scienza e che mette in guardia dalle false cure? Si potrà persino non essere d'accordo con alcune opinioni ma che importa? Oltretutto, se per qualsiasi motivo, una lettura provocasse nervosismo o rabbia, basterebbe evitarla, voltare pagina. Se una cosa non interessa non si legge.
                                      Ecco, l'interesse, si parlava di grandi interessi (che poi vanno in coppia con i soldi), non avevo valutato quanto "rompere le uova nel paniere" a ciarlatani e truffatori significasse mettere in crisi eventuali guadagni.

                                      Uno dei punti fondamentali della corretta divulgazione (oltre che dell'onestà personale) è quello di attenersi ai fatti. I commenti e le considerazioni personali sono comprensibili ed inevitabili (o ci si limiterebbe alla fredda e tecnica cronaca, inutile ed a lungo andare noiosa ed impersonale) ma quando chi scrive si limita a fatti documentabili e precisi ha poco da temere, questo aiuta anche a non cadere nella diffamazione (che è un reato). Se dicessi che una presunta cura ha tutte le caratteristiche della ciarlataneria non starei diffamando nessuno (una cura non è una persona ed un medico ha il dovere, prima di tutto professionale, di spiegare la medicina), prima qualità del divulgatore quindi è attenersi ai dati limitando le proprie opinioni non professionali. Nonostante i temi legati alla salute, ai ciarlatani, alle numerosissime truffe del web tocchino quindi innegabili interessi economici, riportare fatti e documenti è un'arma diretta ed efficace contro chi si approfitta della debolezza del prossimo evitandone le ritorsioni.
                                      Davanti ad una cosa del genere chi ha l'interesse a mettere a tacere le voci che rischiano di fare saltare affari e smascherare truffe, non ha altre armi che non siano quelle che tendono ad intimidire chi si "immischia" negli affari (loschi) degli altri
                                      L'intimidazione può avere diverse forme. La più immediata è quella verbale: commenti violenti ed aggressivi, minacce più o meno velate, messaggi in codice (mafioso). Quando si tocca la tasca di qualcuno o l'ideologia di un altro si rischia sempre. Alla minaccia verbale spesso segue quella legale, più "elegante" (molto meno violento dire "ti denuncio", rispetto a "ti picchio") ma altrettanto efficace. Poi l'ultimo stadio: la minaccia fisica, dai messaggi pubblici a quelli privati, sono tanti i divulgatori che devono fare i conti con gente "strana" che riversa la sua rabbia ed il suo odio con una violenza che disturba.
                                      Chi ha affrontato questo tipo di minacce sa che sono fastidiose, non solo per la loro violenza ma anche perché il loro scopo è quello di fare "abbassare la cresta" ma chi le fa forse non immagina che non saranno certo le intimidazioni o la violenza a fermare una passione o la ricerca della verità, anzi, spesso la minaccia risulta in uno sforzo maggiore, in quanto a quel punto è evidente con chi si ha a che fare: una persona perbene non si permetterebbe mai di intimidire il prossimo e chi affronta questa gente si sente ancora più motivato a proseguire nella sua opera.



                                      Non è facile parlare di certe cose senza esporsi. Come definire una ciarlataneria che pretende di curare varie malattie o addirittura il cancro? Termini "cura non scientifica" o "cura non provata" sono tanto corretti quanto poco d'impatto, ma affermare che uno o l'altro guaritore siano dei truffatori o dei ciarlatani è molto più rischioso e, c'è poco da fare, non rispetta la legge, per questo motivo chi scrive deve sempre stare attento ad ogni parola, a quello che dice, basta pochissimo per capovolgere i ruoli e trasformare il ciarlatano in "offeso" anche perché alla fine chi si trova a vivere ai limiti (quando non oltre) della legalità è talmente sfrontato da rivolgersi alla legge per cercare di incutere timore a chi osa criticarlo. Come definire un medico che si lancia in affermazioni antivacciniste quando sappiamo che i vaccini sono tra i farmaci più sicuri al mondo e che spargere paure è terrorismo sanitario?
                                      Allora perché questi personaggi invece di replicare con dati e fatti si lanciano in (poco velate) minacce ed aggressioni?
                                      Basti pensare che se un'affermazione fosse falsa, basterebbe replicare, smentirla, correggerla, chi querela o intimidisce per rispondere a dei fatti documentati (e quindi non ad ipotesi o "illazioni") ha evidentemente molto da temere da ciò che si scrive di lui.
                                      Per questo motivo non bisogna mai tirarsi indietro, per un'intimidazione devono nascere 100 articoli di denuncia, ogni tentativo di zittirne uno deve diventare l'occasione di moltiplicare per 100 le voci critiche. Ma possibile che la situazione sia così grave?

                                      Possibile eccome.
                                      La cosa che personalmente mi ha più colpito è che le intimidazioni arrivano anche da persone che non avrebbero alcun interesse personale nella vicenda, finché è il guaritore a minacciare è chiaro che si tratta di un tentativo di protezione dei propri affari, ma quando a minacciare è una madre di famiglia, un professionista o un "bravo padre"che non sono coinvolti direttamente nell'attività ciarlatana (a volte si tratta di persone che seguono la pseudocura o semplici sostenitori del guaritore) bisogna porsi qualche domanda.
                                      Non vi annoierò con le indimitazioni che ho ricevuto da quando mi occupo di certi argomenti ma ne racconterò in breve solo una per mostrare a cosa si arriva.
                                      Qualche anno fa, dopo la pubblicazione di una mia intervista su un quotidiano nazionale, un signore scrisse alla redazione del giornale raccontando come io fossi "notoriamente pagato dalle case farmaceutiche".
                                      Non unì alla sua mail prove o rivelazioni scottanti (che ovviamente non esistono), scrisse proprio che "si sa" che io avrei chissà quali nascosti interessi. Come immaginate una persona che fa una cosa del genere? Un povero disadattato? Un ragazzino un po' fuori di testa?
                                      No, cercando l'autore del messaggio scoprii che si trattava di un avvocato (ed un avvocato dovrebbe sapere cosa significa "calunnia"), conosciuto, titolato e che svolge consulenze per enti statali. A me non sconvolse la calunnia ma il mittente, perché questa persona ha sentito il "bisogno" di calunniarmi?
                                      Questa persona non ha manifestato il suo dissenso o la sua protesta ha mirato proprio a screditarmi e senza una sola prova in mano, a caso: "pagato dalle case farmaceutiche" (che poi, anche se fosse, bisognerebbe dimostrare che questo presunto pagamento sia frutto di un reato).

                                      Il quotidiano che ricevette il messaggio si mise a disposizione per una mia eventuale azione legale. Rinunciai (anche se economicamente non mi sarebbe costata nulla), mi sono messo nelle vesti di quell'avvocato, davvero: se una persona arriva ad un gesto demenziale del genere ha qualcosa che non va, ha dei problemi seri ed io non ho voluto creargliene altri, la sua presumo sia stata estrema ed incauta superficialità e leggerezza.
                                      Come può una persona inventare vere e proprie fandonie da romanzo di spionaggio di serie B su una persona che nemmeno conosce? Non è normale.

                                      Succede, eccome se succede. È successo recentemente anche ad una mamma che ha sentito il dovere di esporsi in prima persona dopo che la figlia si ammalò di pertosse. La donna ha iniziato un'opera di sensibilizzazione a favore dei vaccini, tutto gratis, solo volontariato. Non è passato molto tempo per trasformarla in bersaglio di insulti e critiche, illazioni e vere e proprie diffamazioni da parte di "antivaccinisti" ma non "professionisti" del settore o business men dell'alternativo, altre mamme e papà che però la pensavano diversamente da lei e, solo per questo, si sono trasformate in belve feroci cariche d'odio. Succede ad un docente universitario che ha iniziato a fare divulgazione sempre sul tema vaccini che ha ricevuto insulti, minacce, denigrazioni con uno scopo preciso: demolire il messaggero per non fare arrivare il messaggio.

                                      Uno dei motivi che spinge persone non direttamente coinvolte dall'attività dei guaritori a diventare "paladini violenti" di un'ideologia, è quello che sono i guaritori stessi a promuovere ed incoraggiare un atteggiamento intimidatorio ed aggressivo, chiunque osi porsi domande o addirittura critichi le parole del "guru" non solo non ha diritto di parola ma deve essere fermato in tutti i modi, in una sorta di "crociata" a favore della verità (che in questi casi risiede, naturalmente, nelle idee di chi gestisce gli affari del gruppo"). Non per niente i toni di questi "guru" sono spesso mistici, esagerati, biblici, con richiami e citazioni religiose, con "chiamate alle armi" di antica memoria. I "nemici" sono coloro i quali si contrappongono che vengono prima descritti come corrotti, maligni, collusi ed "inviati" da non precisate entità sovrane per contrastare il "bene assoluto" e poi impersonificano la causa principale della "non diffusione" di quella medicina alternativa, il nemico da eliminare. Quando questo non sortisce l'effetto desiderato il "guru" passa alle minacce velate e poi a quelle chiare. Per questo moltissime pratiche alternative hanno caratteristiche settarie e, come in una setta, ciò che dice "il capo"è una missione da compiere. Si potrebbe pensare che un seguace di una pratica alternativa, essendo libero di praticarla, non avrebbe nessun motivo per aggredire, perché farlo allora?
                                      Proprio per quello che ho detto, l'appartenenza ad un gruppo, il senso di "setta" chiusa che non permette intromissioni o "sacrilegi" e spesso, non a caso, sono proprio i seguaci e mai il "guru" a compiere gli atti più illegali e violenti, proprio come in un gruppo di fanatici.

                                      Qualche mese fa, partecipando ad una conferenza su uno dei temi più noti relativi a "cure miracolose", un docente universitario disse chiaramente di non volere entrare nel tema preciso del convegno ma di volere restare sul generico. Perché? Lui disse che, "avendo famiglia ed una posizione", non voleva esporsi.
                                      Non mi piacque questa sua mancanza di coraggio ma nello stesso tempo mi fece riflettere sul fatto che si è quasi come dei "carbonari" per un semplice motivo: ti metti contro qualcuno, un guru che si è creato un seguito, che ha plagiato tante persone e quindi metti la tua faccia contro le idee (spesso dogmatiche) di tanti. Non tutti riescono a reggere il peso di questa responsabilità.

                                      Come contrastare questi deliri?
                                      Semplicemente facendo il proprio dovere, ignorandoli finché possibile, rivolgersi a chi di dovere quando si oltrepassa il limite e posso assicurare che quando certi "leoni da tastiera" hanno a che fare con un tribunale, diventano pecorelle smarrite.
                                      Il "mestiere" di blogger, di giornalista, di divulgatore, espone necessariamente a critiche ed inimicizie ma non si può tornare indietro, lottare contro le mistificazioni è un dovere morale ed umanitario (ed è un lavoro, per qualcuno), oltre ad essere una passione che se ti prende non ti abbandona mai più. Parlando con uno dei miei "colleghi" di divulgazione scientifica, commentando questi fatti, ho detto che non possiamo permetterci di avere "paura" o di tirarci indietro davanti questi avvenimenti, non potremmo altrimenti pretendere che chi ha a che fare quotidianamente con delinquenti o gente pericolosa possa lavorare serenamente. C'è sicuramente la possibilità di difesa legale (chi va oltre può sempre beccarsi una bella denuncia) ma non sarebbe meglio fermarsi prima?
                                      Può suscitare un sorriso sapere che negli unici due casi in cui mi sono sentito in dovere di denunciare chi mi ha pesantemente diffamato (il famoso "limite" era stato abbondantemente superato), gli aggressori, "duri" e violenti dietro ad un monitor, si sono trasformati in personaggi miti ed inoffensivi, chiedendo perdono ed il ritiro delle denunce, l'ho fatto ma in cambio hanno dovuto versare delle somme in beneficenza ad organizzazioni da me indicate cosa che è avvenuta senza problemi: come si vede l'ideologia si scioglie dietro ad una semplice, banale, perdita economica.

                                      Chi usa la minaccia o l'intimidazione per "avere ragione" ha comunque già perso: dimostra automaticamente di avere torto. Chi ha fatti dalla sua parte non usa altro e intimidire chi ti critica con i fatti significa che non hai fatti da contrapporre.

                                      Nessuno oltretutto è obbligato a leggere o seguire qualcosa che va contro le proprie convinzioni, se sono contro le corride non andrò mai in un'arena in Spagna, mi sembra evidente.
                                      Non è minacciando che si ottiene qualcosa e l'intimidazione è il segno di aver colpito il primo interesse di chi vende un prodotto: il denaro.
                                      Per chi crede che questi fenomeni siano rari o isolati, nella seconda parte di questo articolo racconterò episodi noti o meno di intimidazione alla scienza o ai suoi rappresentanti, si noterà come lo "scontro" ideologico arriva a limiti inimmaginabili.

                                      Alla prossima.

                                      Informazione alla faccia dell'intimidazione (seconda parte).

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                                      Com'è possibile che una persona che si occupa di divulgazione scientifica sia vittima di intimidazioni e minacce?
                                      Succede davvero? Perché succede?
                                      Di questo problema se ne parla poco, credo principalmente per imbarazzo, chi ti ascolta stenta a crederci e poi sono fatti personali. Chi intimidisce chi fa divulgazione non attacca "la scienza" o un'idea ma una persona che porta avanti argomenti scomodi e dichiararsi "sotto attacco" non è piacevole, per questo troverete pochi divulgatori che parleranno volentieri di questo aspetto della loro attività.

                                      I motivi di questo atteggiamento apparentemente raro ho cercato di spiegarli nella prima parte del post.
                                      Sono fondamentalmente due: interesse personale o ideologia.

                                      L'intimidazione fatta per interesse personale ha quasi sempre un motivo: il denaro.
                                      Mostrare a tutti i trucchi di un ciarlatano, svelare una truffa (medica, scientifica o di altro tipo), smascherare un venditore di illusioni, si scontra con il motivo principale per cui queste persone fanno quel tipo di attività, il guadagno, i soldi e quando si parla di soldi c'è chi non ragiona più, chi mette a rischio la nostra fonte di sostentamento diventa un avversario da eliminare.
                                      C'è un secondo motivo che spinge qualcuno ad insultare o intimidire chi si occupa di temi scientifici: l'ideologia. "Chi non la pensa come me è contro di me", questo pensano alcune persone pesantemente influenzate dalla loro ideologia che li condiziona profondamente. Questo tipo di fenomeno possiamo notarlo in ideologie con frange estremiste (vegetariani, animalisti, seguaci di sette o guaritori), chiunque osi smentirli o parlarne negativamente, diventa subito un nemico, un ostacolo e, visto che fortunatamente la minaccia fisica è l'ultimo scalino, si punta quasi sempre alla demolizione della persona, alla denigrazione, alla calunnia.

                                      L'intimidazione nei confronti di scienziati, divulgatori e blogger è un fenomeno noto in tutto il mondo. Simon Singh, medico e divulgatore scientifico inglese è stato denunciato (ma ha vinto il processo che lo vedeva protagonista) dalla potentissima (nel Regno Unito) associazione dei chiropratici nazionale perché non perdeva occasione per raccontare dei danni (anche mortali) che questi operatori in bilico tra medicina e ciarlataneria causavano in tutto il mondo (una cosa simile, riguardante l'omeopatia, è successa al nostro Piero Angela, anche nel suo caso i querelanti hanno perso la causa). Nonostante la vittoria al processo Singh si diceva amareggiato non solo per la vicenda ma anche per il tempo ed il tantissimo denaro speso per difendersi da questi attacchi ed il fatto ha suscitato talmente tanto clamore da ispirare una campagna per la libertà di parola che è riuscita a cambiare la legge britannica sull'argomento.

                                      Questo sarebbe anche il male "minore": anche se si finisce in vicende giudiziarie l'importante è dimostrare la propria innocenza e uscirne fuori, il vero problema è che spesso le intimidazioni non sono solo di tipo "legale" (minacciare di querela è già intimidazione) ma anche fisico e psicologico. Un destino simile lo ebbe Brian Deer, giornalista britannico che delineò la vicenda di Andrew Wakefield, l'ex medico autore del falso studio che diede origine alla leggenda dei vaccini come causa dell'autismo. Fortunatamente la denuncia (due denunce) di Wakefield a Deer per diffamazione fu archiviata ed il giornalista ha proseguito con successo crescente la sua attività.
                                      Un particolare che può essere interessante è quello che Deer, come giornalista investigativo, negli anni precedenti il caso Wakefield, aveva "smascherato" altre truffe, in particolare quelle riguardanti dei farmaci (come l'antibiotico Bactrim) molto utilizzati. Le case farmaceutiche produttrici subirono non solo un grave danno d'immagine ma anche economico (i farmaci furono ritirati dal commercio e le aziende pagarono multe salate) ma nessuna di loro osò minacciare o vessare il giornalista. I fatti erano talmente evidenti che un'ulteriore insistenza sarebbe stata fuori luogo.
                                      Wakefield e gli antivaccino invece non hanno nessun limite ed il "danno" al "guru" antivaccini è stato sempre interpretato come "danno" a tutti i suoi seguaci.

                                      Simile il caso dei ricercatori che hanno messo in dubbio l'esistenza della "sindrome da fatica cronica", minacciati di morte da alcuni soggetti che appartengono a gruppi di pazienti con la presunta malattia.
                                      E questo è un atteggiamento tipico dei movimenti ideologici: il branco. Il tentativo di zittire voci "contrarie" o di influenzare l'opinione pubblica (ed a volte anche quella politica), trasforma i "simpatizzanti" di temi pseudoscientifici in una vera e propria lobby.

                                      Interessante il lavoro di una giornalista americana sul tema.
                                      Renee DiResta, ha scritto un articolo sull'atteggiamento aggressivo dei movimenti antivaccino, proprio ora che in alcuni stati degli Stati Uniti si sta decidendo una legge sull'obbligatorietà delle vaccinazioni, mostrando come questi movimenti organizzino campagne mediatiche che tentano di influenzare la decisione dei governanti e l'opinione pubblica.
                                      Ciò che emerge è che gli utenti che partecipano a queste operazioni sono pochissimi ma molto rumorosi. Si muovono con messaggi, eventi sui social network e martellamento ossessivo su Twitter, con tanto di pagine di istruzioni su come "presidiare" i social network e video di spiegazioni su come lanciare un "hashtag", è accaduto in occasione della campagna antivaccino studiata dalla DiResta, durante la quale solo 10 utenti hanno inviato 63555 messaggi su Twitter. Alla giornalista autrice dell'articolo un trattamento ancora più meschino, foto e dati di suo figlio (un bambino) sparse per il web per intimidirla.
                                      I fanatici antivaccino non si fermano nemmeno davanti ai bambini. Quello che è successo a Marco Arturo, studente americano lo dimostra. Il ragazzo ha realizzato un video per un progetto scolastico nel quale spiegava perché il nesso vaccini-autismo è inconsistente, un'iniziativa ironica e simpatica che presto ha reso il video molto popolare.
                                      Questo ha infastidito molte persone che non si sono fatte scrupoli nell'attaccare violentemente il ragazzino minacciandolo, vessandolo ed insultandolo, un anonimo ha messo in rete cinque blog solo per attaccare e criticare il ragazzo. Consolazione: Marco Arturo ha saputo rispondere in maniera esemplare a tutti gli attacchi ricevuti ed ha dimostrato anche preparazione e proprietà di linguaggio eccezionali ed ha deciso di continuare a coltivare la sua passione per la scienza.

                                      "Vorrei prenderlo per la giugulare" o "il più stupido che abbia mai visto", così (e peggio ancora) gruppi di antivaccinisti hanno assalito un ragazzino autore di un video scolastico
                                      Non succede solo per temi medici, anche Michael Mann, climatologo che studia il "riscaldamento globale"è stato minacciato di morte da chi questo fenomeno lo nega e così chi scrive a favore degli OGM (organismi geneticamente modificati), uno dei più noti "naturopati" americani ha lanciato un appello per giustificare l'omicidio di chi si schiera a favore degli OGM e minacce esplicite sono comparse pochi giorni fa nel blog di Oca Sapiens (pseudonimo di Silvie Coyaud pungente e seria giornalista scientifica), vergognose. Non importa se si tratta di poveri mentecatti che fanno i finti violenti o di minacce attendibili, una cosa del genere è fuori da ogni sopportabilità.


                                      Altro caso noto è quello di Edzard Ernst, docente universitario di medicine alternative poi diventato critico sull'omeopatia, che aveva alle calcagna addirittura un giornalista pagato da aziende omeopatiche per screditarlo pubblicamente.

                                      Addirittura?
                                      Sì, addirittura.
                                      Minacce gravi le ha ricevute un giornalista italiano che si è occupato di Hamer, l'ex medico psicopatico che ha fondato una setta con la scusa di divulgare una sua "terapia" per il cancro. Stessa sorte per un giornalista tedesco che ha dovuto cambiare addirittura residenza per sfuggire alla persecuzione di sostenitori di questa pratica assurda. Sono noti veri e propri episodi di stalking da parte di sostenitori di ciarlatanerie a giornalisti o divulgatori che hanno osato "attaccarne" le credenze.
                                      Altri esempi?
                                      Molti ricorderanno la pesante intimidazione che subì un blogger italiano da parte dell'azienda omeopatica Boiron che solo alla fine ritirò le sue minacce di denuncia e lo fece solo perché tutto si rivoltò contro di lei, non è infatti un'immagine positiva quella che vede una potente multinazionale farmaceutica accanirsi contro un giovane blogger che aveva "osato" criticare un suo prodotto.

                                      C'è di peggio.
                                      Molti degli pseudomedici alternativi usano la minaccia legale come arma per zittire i critici. Anche i guaritori più noti lanciano messaggi minacciosi per intimidire chi osa criticarli, e lo stesso da parte di altri alternativi e naturopati. Uno di questi ("naturopata" senza alcun titolo medico valido) che vende l'aloe (ovviamente spacciata come cura per qualsiasi malattia, cancro compreso ma alla fine utile solo alle tasche di chi la vende) di fronte a critiche equilibrate e per nulla scorrette non ha esitato a denunciare una blogger che si occupa di queste vicende, caso archiviato. Di vessazioni simili potrei farne un elenco lunghissimo.
                                      Qualcosa di simile è accaduto anche a proposito dell'Escozul, il "veleno di scorpione" cubano che pretende di curare il cancro (in realtà nel prodotto in vendita c'è semplice acqua): uno dei più attivi importatori italiani della sostanza ha denunciato dei blogger che si erano interessati al caso, tutto archiviato.
                                      Di questi giorni è il mail bombing unito a minacce di querela per Marco Bella, docente universitario di chimica che ha "osato" scrivere un articolo che racconta l'annullamento di un convegno di medicina alternativa all'università di Bologna.
                                      Insomma, l'elenco potrebbe essere infinito e quindi con gli esempi mi fermo qui.

                                      Qualcuno potrebbe dire: ma come, sono i venditori di medicine alternative che denunciano chi parla di loro?  Il mondo al contrario?
                                      Beh, diciamo che chi non ha nulla da perdere in quanto a reputazione non si fa tanti problemi a perderla ancora di più e le tenta tutte pur di non perdere soldi, inoltre queste persone hanno, nell'intimidazione, una delle poche armi per farsi "grossi". I loro seguaci invece si muovono per "lesa maestà", nessuno si deve permettere di criticare il sacro nome del guru.

                                      Recentemente anche un politico si è reso protagonista di un caso del genere. L'intimidazione come unica risposta possibile in una discussione che lo vedeva subissato di critiche ed evidentemente in imbarazzo e si sa che l'immagine per un politico è tutto.
                                      Inondato di proteste in seguito ad una sua affermazione piena di errori e scorretta, il politico prima ha usato l'arma della censura (commenti cancellati, contraddizioni, risposte ad altri argomenti) ed infine ha querelato un giornalista che si era "permesso" (senza usare una sola parola fuori posto) di criticare l'uomo di potere.

                                      Avete mai visto un "complottista" o uno di quelli che spargono bugie o terrore a proposito di farmaci o vaccini denunciato, minacciato o aggredito? No, probabilmente no. Certe azioni sono tipiche dei delinquenti, di chi non ha nulla da perdere, di malviventi e truffatori, per questo le "aggressioni" provengono praticamente tutte da un'unica parte e questo perché chi truffa non ha molte altre armi per "smentire" chi lo scopre.

                                      C'è infatti una caratteristica che permette di distinguere una critica argomentata e seria (e mossa da intenti costruttivi) da una che ha il solo scopo di danneggiare l'attività (a questo punto meritoria) di chi fa divulgazione: l'attacco personale. Quando la critica si sofferma sulla persona, sul suo lavoro, l'aspetto, il nome o a particolari insignificanti, significa che chi la attacca non ha altri argomenti, non può smentire nulla, non ha dati per confutare quelli del divulgatore.
                                      Se scrivessi un articolo di critica nei confronti di una pseudomedicina, chi la promuove potrebbe smentirlo facilmente: fornire dai dati seri ed utili per confutare quanto ho scritto. Se invece iniziasse una sequela di insulti, commenti su errori grammaticali e sull'autore dell'articolo, si può essere sufficientemente certi che si tratta di rabbia, senza nessun argomento serio e che probabilmente l'articolo ha colto nel segno.

                                      Ricordo quando nei primi anni di attività di questo blog, restavo sconcertato dal tono di certi messaggi che mi arrivavano. Insulti gratuiti, minacce personali, insinuazioni, calunnie, inizialmente tutto questo ti disorienta, principalmente perché non te lo aspetti e non sei abituato e forse anche perché ti aspetti uno scontato riscontro positivo al tuo lavoro.
                                      Ma non è sempre così e la stragrande maggioranza delle "critiche" non sono argomentate o giustificate ma un insieme di rabbiosi commenti senza attinenza con quanto scritto.

                                      Si cerca di giustificare con le scuse più ovvie: "è gente strana", "avranno problemi", "saranno stressati" ma poi rifletti sul fatto che è davvero sconcertante che qualcuno impegni il suo tempo a minacciare gli altri perché hanno scritto qualcosa di fastidioso (per loro).
                                      Il fenomeno è talmente diffuso (e preoccupante?) che in Gran Bretagna esiste il "premio Maddox" che prende il nome da John Maddox, editor di Nature (nota rivista scientifica) per 22 anni, appassionato di giornalismo investigativo e che sosteneva l'impegno sociale dei giovani scienziati. Il premio è indetto da associazioni di divulgazione scientifica e dalla stessa rivista Nature e premia scienziati che, nonostante le difficoltà, gli ostacoli e le minacce, si impegnano ad informare correttamente il pubblico. Stand up fo science, è il motto del premio (più o meno "resistenza per la scienza").
                                      Curioso: un premio per chi diffonde la scienza nonostante le difficoltà incontrate, sembra di raccontare una storia medievale ed invece accade oggi.

                                      Qualcuno parla di "prezzo dell'onestà" a me sembra semplicemente il "prezzo" inevitabile dell'esporsi, di dire la propria, di avere il coraggio di prendere posizione, a volte essere impopolari ma certo è un problema che esiste, molto più comodo "stare in mezzo", non scontentare nessuno ed apparire neutrale, farsi i fatti propri insomma.

                                      L'aspetto più strano, comunque, non è certo capire il motivo di questo comportamento (come ho scritto gli interessi ci sono) ma come si sia riuscito a capovolgere la realtà, chi cerca di dire le cose come stanno diventa un "amico dei poteri forti", chi diffonde falsità e bugie un "ribelle al sistema". Io dico che la vera ribellione al sistema sia quella culturale, l'aderenza alla realtà, l'esposizione dei fatti, inventare fandonie e diffondere ignoranza fa semplicemente il gioco del potere.
                                      Una bugia piacevole e rassicurante è più gradita di una verità scomoda e spiacevole ma fa molto male e può portare, in campo scientifico, a gravissime conseguenze.

                                      Come diceva qualcuno: "nell'epoca della falsa informazione, dire la verità è resistenza rivoluzionaria"
                                      Ma non preoccupatevi, chi decide di mettersi a disposizione degli altri non si fa certo fermare da un insulto o da 100 minacce, c'è una qualcosa di molto profondo che muove la maggioranza delle persone che si prestano (...spesso gratuitamente) all'informazione pubblica ed uno che fa rumore non bilancerà mai i mille che incoraggiano, ringraziano, aiutano e sorridono. In fondo, il fatto che qualcuno ricorra a questi mezzi significa una sola cosa: hai colpito con precisione l'obiettivo. L'unico rimpianto: l'assoluta inesistenza delle istituzioni che dovrebbero essere le prime a favorire la corretta informazione e lo sviluppo culturale della popolazione, fondamentalmente non sono fatti che li riguardano e non fanno nulla per sostenere una corretta informazione scientifica e culturale.
                                      Ma chi fa informazione in genere non lo fa per avere qualcosa di materiale in cambio.

                                      Quindi avanti, senza problemi ed alla faccia delle intimidazioni.

                                      Alla prossima.

                                      La prima parte del post è qui.

                                      MedBunker Classic: Ipnotizzati dall'autorità.

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                                      [originariamente pubblicato il 23 agosto 2011]

                                      Quante volte nei miei articoli avete letto: "questo rimedio non serve a nulla perché lo dico io che sono medico"? Mai.
                                      Ritengo fondamentale evitare a tutti costi il principio di autorità. Ammetto il rispetto: un'opinione che proviene da un "addetto ai lavorideve essere ritenuta più credibile rispetto a quella di un profano o un improvvisato (in tutti i campi), questo non vuol dire che debba per forza essere vera o necessariamente corretta, ma che chi fa un lavoro ha probabilmente molta più esperienza nel suo ambito professionale di chi non lo fa e forma le sue opinioni su altre opinioni che a loro volta chissà dove si sono formate, diciamo che l'addetto ai lavori è fino a prova contraria più adatto a fornire opinioni sul suo campo di interesse rispetto a chi non ne ha titolo.
                                      Il principio d'autorità (la parola del professionista è sacra) era un pilastro culturale del passato.
                                      Un medico era considerato un semidio, ogni sua parola era verità, così un magistrato o un uomo di chiesa. Qualsiasi autorità nel proprio campo era considerata attendibile e difficilmente smentibile. Questo accadeva per due motivi fondamentali, la mancanza di cultura, l'ignoranza era diffusissima e colpiva tutti gli strati sociali ed il concetto di "onorabilità", una personalità importante non poteva mentire o dire cose poco corrette, sarebbe stato coperto da disonore vita natural durante, lui e la sua discendenza.

                                      Oggi non è così per vari motivi. La cultura è in generale molto più diffusa, anche le fasce più deboli hanno accesso a mezzi di scambio culturale, ad internet o ad informazioni continue per esempio tramite la televisione. Non esiste quasi più il concetto di "onorabilità": l'individuo colto, professionista e rispettato era probabilmente anche benestante, molto di più della maggioranza della gente che lo circondava, non aveva bisogno di ricorrere a mezzucci o accettare compromessi per vivere bene, era richiesto dalle università, dalle scuole, da importanti enti pubblici e dalla gente.
                                      Con la sola onorabilità infatti non si mangia e soprattutto non si vive da benestante, così molti "colti" hanno negli anni accettato compromessi, si sono venduti per pochi soldi o hanno prestato il loro nome per cause più convenienti economicamente che dal punto di vista scientifico.
                                      Qualche anno fa, diciamo quando erano piccoli i nostri genitori, fare il maestro era un lavoro poco remunerato ma molto rispettato, così fare l'avvocato o il medico. Molti professionisti si accontentavano di una minestra in cambio di una prestazione ma vivevano già bene con i proventi del loro lavoro ed un gesto di magnanimità era sempre un bel gesto.
                                      Oggi no. Un insegnante sbarca il lunario con uno stipendio ridicolo, un professionista (non parlo del caso particolare) deve spesso barcamenarsi per arrivare a fine mese e scendere a compromessi è una tentazione spesso irresistibile se non inevitabile.
                                      Scendere a compromessi non vuol dire commettere un reato o compiere atti violenti, vuol dire tradire il proprio mandato, la missione, la correttezza o il buon senso. Spesso vuol dire calpestare i diritti degli altri o peggio non guardare al bene del prossimo ma solo al proprio.
                                      Per questo oggi è praticamente scomparso il principio d'autorità. Un mio vecchio insegnante dava la colpa alla politica che aveva "appiattito" i livelli sociali senza rendersi conto che così si entrava in una pericolosa spirale di "uguaglianza" intellettuale che era solo teorica ma nella pratica si rivelava un disastro.
                                      Io non credo sia un problema politico o sociale. Se non sei medico e vuoi informazioni su una malattia rarissima la trovi su internet e magari riesci a fare una domanda al medico on line. In un giorno sai già "tutto": sintomi, cause, diagnosi e terapia. Quando mai è stata possibile una cosa del genere?
                                      Se non sei avvocato, non c'è bisogno di rivolgersi ad un principe del foro, un'altra ricerca su internet e scopri tutto su una legge, sul condono o sulla pratica che sei costretto a seguire.
                                      Non sai cos'è un processoreCerca su Wikipedia o Google.
                                      Hai difficoltà a capire cos'è la recessione? Clicca qui.
                                      Una lettura, un po' di riflessione e sappiamo "più cose" dell'ingegnere informatico e dell'economista, in fondo i concetti generali sono sempre quelli e può capitare che un commerciante assolutamente ignorante in medicina, informandosi, approfondendo e studiando, conosca molto più profondamente un argomento di uno specialista che per motivi professionali si occupa di altro e quell'argomento lo ha studiato solo all'università. Mancano però i concetti di base, l'esperienza sul campo, l'applicazione delle nozioni, si ha alla fine sempre un'idea generale, meccanica, piatta dell'argomento che approfondisci "per diletto". Che la cultura abbracci sempre più persone è un bene assoluto e fondamentale ma sta alle persone saperla usare o diventa un fiore in mano ad un orango.

                                      Ma per qualcuno lo scopo non è farsi un'idea generale sull'argomento: dopo la lettura della pagina di Wikipedia o del sito preso a caso, si pensa di avere abbastanza informazioni su quel tema.
                                      Ci si potrebbe chiedere allora perché studiare o andare all'università per capire bene cosa vuol dire "architettura multicore" oppure "rallentamento del tasso di inflazione", concetti che richiederebbero oltre ad una buona teoria anche la pratica, la conoscenza sul campo dei loro effetti e di ciò che cambia al cambiare delle loro caratteristiche. In realtà per colmare queste lacune servono proprio gli "esperti", l'autorità in quel campo: un informatico per i microprocessori o un economista per la recessione, sanno quello che noi non possiamo sapere leggendo solo una pagina su internet.
                                      Questa necessità a prima vista evidente, non è accettata volentieri da tutti. Spesso si tratta di semplice frustrazione, il chiedere lumi a qualcuno è percepito come un'ammissione di ignoranza ma se solo riflettessimo che è normale essere ignorante in molti campi della vita quotidiana saremmo molto più rilassati.
                                      Non è sempre così.
                                      La cosa è talmente evidente che spesso anche davanti "all'autorità" ci permettiamo di "dire la nostra", siamo pure convinti di avere ragione.
                                      Impensabile fino a pochi anni fa.

                                      Il concetto di "autorità"è comunque molto aleatorio. Un esperto è sicuramente la persona più adatta quando si discute di un determinato argomento, ma è sempre attendibile?
                                      Tutto ciò che dice o propone è corretto?
                                      No, non può esserlo, perché anche l'esperto e l'autorità possono sbagliarsi, quasi sempre in buona fede ma succede. Capita di frequente che l'autorità in un determinato campo diventi per "osmosi" attendibile anche in un altro e questa è una trappola frequente. Un grande fisico può dire castronerie imbarazzanti quando si occupa di medicina ed un grande medico può prendere cantonate storiche quando si discute di ambiente (ed è successo anche di recente in Italia).
                                      Cosa bisogna fare quindi? Se non ci fidiamo dell'autorità di chi potremmo fidarci?
                                      Nulla di grave, fino a prova contraria l'esperto è la persona più adatta a cui chiedere lumi su un argomento ma non facciamoci mai ipnotizzare dall'autorità.
                                      Se servisse qualche esempio di "grandi uomini di scienza" diventati esempi di inattendibilità potrei scrivere uno dei miei articoli chilometrici ma basta qualche riferimento per ricordare come anche uno scienziato promettente e addirittura un premio Nobel, possano essere, per motivi non sempre chiari ed immediati da comprendere, fonte di ilarità, superstizione ed inattendibilità.

                                      Uno degli esempi più recenti è proprio un premio Nobel per la medicina, Luc Montagnier, diventato "mito" per le sue ricerche sul virus dell'HIV e giunto recentemente nei pressi del limite tra scienza e pseudoscienza.
                                      Peccato che Montagnier, ultimamente sembra aver sorpassato questo limite.
                                      Se ha iniziato vendendo estratto di papaia fermentata per prevenire l'influenza, ha dichiarato che l'AIDS può essere curato con l'alimentazione (e sperimenta l'uso della minestra d'avena con patate e verdure per la cura dell'AIDS) e poi ha "scoperto" come con una radiolina si possano intercettare i segnali elettromagnetici di batteri ultradiluiti in una soluzione (una sorta di teletrasporto insomma), ora va dritto verso le terapie alternative sull'autismo.
                                      È impazzito?
                                      È invecchiato male? Oppure è solo un cambiamento "di comodo"?

                                      Non si sa, la sola cosa certa è che non è l'unico caso di valido scienziato che ad un certo punto della sua vita fa una virata strettissima e si butta nell'abisso dell'ignoto.

                                      Due associazioni alternative di terapie per l'autismo (non scientifiche) hanno annunciato che in collaborazione con il Prof. Montagnier inizieranno uno studio.

                                      Volete partecipare ad una ricerca su una teoria indimostrata? Pagate e vi sarà permesso.
                                      In genere partecipare ad uno studio è una cosa molto delicata, soprattutto se si tratta di provare nuovi rimedi, può essere anche pericoloso. In questo caso invece basta pagare 1800 dollari, più qualche altro centinaio per gli esami di controllo e vostro figlio farà parte dei pochi fortunati che proveranno gli antibiotici contro l'autismo, parola di Montagnier, premio Nobel per la medicina.
                                      Poco importa se non esiste alcun sospetto che l'autismo possa essere causato da batteri, che lo studio in progetto vada contro diversi criteri etici che regolano gli studi medici, che i soggetti che subiranno la sperimentazione non dovrebbero pagare ma al limite essere pagati e che nessuno abbia mai provato che un antibiotico possa curare sintomi autistici, c'è Montagnier, sarà una cosa seria.
                                      Come può uno scienziato prestigioso e giunto al culmine della propria carriera diventare improvvisamente un paladino della superstizione e del paranormale?
                                      Montagnier non è l'unico.

                                      Il più noto dei premi Nobel convertitosi all'incredibile è stato Linus Pauling, due volte premio Nobel (per la chimica e per la pace) che da brillante e prezioso scienziato cominciò ad un certo punto della sua vita a pubblicizzare l'uso di megadosi di vitamina C per curare praticamente tutte le malattie, dall'influenza al cancro. Pauling si lanciò testardamente in questo tipo di attività nonostante egli stesso non fosse mai riuscito a dimostrare la correttezza delle sue ipotesi e nonostante in tanti gli facessero notare che le sue uscite lo rendevano palesemente ridicolo. La prova della sua assoluta inattendibilità fu fornita dal fatto che lo scienziato non pubblicò mai un esperimento o uno studio attendibile che potesse dargli ragione mentre continuava ad applicare teoremi e teorie che non avevano alcun nesso con la realtà. Fu chiamato ciarlatano ed in pochi ebbero il coraggio di contraddire questo appellativo che si guadagnò, purtroppo, alla fine della sua carriera. Ancora oggi c'è chi segue le strambe idee del chimico statunitense che diventò anche un paladino della cosiddetta medicina ortomolecolare, ulteriore inutile e pseudoscientifica disciplina che riempie la bocca di ciarlatani ed imbonitori di tutti i tipi.

                                      Pensate sia un'eccezione? Ma no, no...c'è di peggio.

                                      William Shockley fu insignito del premio Nobel per la fisica (nel 1956) perché fu tra gli inventori del transistor (praticamente la base dell'elettronica di oggi). Un genio. Subito dopo quel prestigioso premio però iniziò per lui un periodo di assoluto buio della ragione. Propose ad esempio di sterilizzare tutti i bambini con quoziente intellettivo inferiore a 100 o di creare una banca del seme di individui particolarmente intelligenti perché secondo lui propagare i geni della gente (a suo dire) "poco intelligente" avrebbe degenerato la razza umana. Diventò così un paladino dell'eugenetica, della selezione della razza e del mito del superuomo.
                                      Propose di applicare la scienza per migliorare l'uomo. In realtà il suo pensiero era francamente e poco velatamente razzista considerata per esempio la sua opinione sugli uomini di colore da lui considerati "meno intelligenti dei bianchi".
                                      Altro insigne scienziato che è riuscito a rovinare tutto diventando un paladino del razzismo e dell'antisionismo è stato Phillipp Lenard, premio Nobel per la fisica nel 1905 per i suoi studi sui raggi catodici, scoperta che poi ci ha permesso di godere di invenzioni quali la televisione, le videocamere ma anche di strumenti di ricerca fondamentali in fisica.
                                      Lo scienziato contribuì con i suoi studi anche a sviluppare la meteorologia.
                                      Lenard era un convinto leader nazionalista e decise che la Germania doveva dotarsi di una "fisica nazionale" diffidando dai condizionamenti di altre nazioni e soprattutto degli ebrei, primo tra tutti quell'Albert Einstein che è molto più noto e carismatico del Nobel tedesco. Nazismo, antisemitismo e palese razzismo resero Lenard un personaggio tanto geniale quanto odioso e da biasimare, morì solo ed isolato ad 85 anni.
                                      Cosa trasforma un genio della scienza in un diabolico genio del male o in un ridicolo ciarlatano?
                                      Non si sa e gli esempi non si fermano qui.

                                      Kary Mullis è l'inventore della PCR (anche la paternità di questa scoperta è ancora oggi discussa): chiedete ad un biologo cosa rappresenta la PCR nel mondo della ricerca biomedica. È un metodo senza il quale la maggioranza delle ricerche odierne sarebbero improponibili, è anche vero che oggi esistono altri metodi di studio e che la PCR è ricca di possibili errori e falsi risultati ma si tratta sempre di un pilastro della ricerca scientifica in campo medico-biologico. Lo studio del DNA si può praticare anche grazie a questo metodo. Ebbene, il suo inventore, descritto come personaggio eccentrico ed anticonformista, dichiara in tutta tranquillità di credere agli oroscopi e che l'HIV non causa l'AIDS. Si professa complottista e nel 1992 lanciò l'idea di vendere a prezzi altissimi dei gioielli con incastonata una particella di DNA di personaggi famosi ormai deceduti. Secondo Wikipedia inglese nella sua autobiografia racconta dell'incontro con un extraterrestre che aveva le sembianze di un procione fosforescente. Mullis ha fatto largo uso di LSD e molti reputano sia questa la causa del suo carattere, come dire, eccentrico e pure dell'incontro con il procione alieno.

                                      Un tempo era la figura stessa dello scienziato o del medico a rappresentare un esempio di ragionevolezza, cultura, equilibrio ed attendibilità, oggi questo concetto sembra essere sparito. Girando su internet ci possiamo imbattere in schiere di medici ormai rimbambiti da terapie alternative, fisici che credono alle teorie più improbabili, ingegneri che si vendono alle teorie del complotto, tutti fanno leva sul loro titolo ma nessuno riesce a dimostrare che la sua idea del mondo possa essere qualcosa di diverso da una fantasia. La spiegazione può essere una sola: la psiche e l'equilibrio mentale sono dei processi sottilissimi e molto influenzabili e l'età che avanza non risparmia nessuno. Che poi ci possano essere anche degli interessi (spesso economici) dietro questi "cambi di rotta"è innegabile.

                                      Tutte queste storie servano a comprendere come non sempre l'autorità sia per forza sintomo di correttezza o ragionevolezza, non per niente il principio di autorità è un artificio retorico tra i più utilizzati ma considerato scorretto e fallace. Affermare che una cosa è giusta perché "lo dice Pinco Pallino, famoso scienziato"è assolutamente inutile: un concetto è corretto o sbagliato a prescindere da chi lo formula.
                                      Per questo è vero anche il contrario: se un individuo senza alcun titolo o alcuna esperienza formula un'ipotesi o un'idea innovativa o che va contro le conoscenze attuali non è da scartare a prescindere ma da ascoltare, è chiaro che l'onere della prova e l'obbligo di dimostrare come reali le sue parole spettano ad egli stesso e non a chi ascolta.
                                      Capita anche che questi scienziati diventino con il tempo più noti per le loro stravaganze che per ciò che li ha portati sull'Olimpo scientifico ed è triste ma educativo trarre da queste storie la lezione che spesso un po' di umiltà e senso della realtà fanno l'uomo più grande. È anche vero che il detto "genio e sregolatezza" potrebbe rispecchiare la realtà ma a volte, come abbiamo visto, si va ben oltre la realtà, il buon senso e la ragione e la sregolatezza sfocia in follia.

                                      Alla prossima.

                                      Grazie a verduz per la revisione dell'articolo.

                                      Quelle cose mediche che i medici non farebbero.

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                                      Questa è la traduzione dell'articolo comparso sul giornale "The Guardian" il 19/01/2013.

                                      L'articolo è molto interessante e curioso, a tratti fa riflettere, i giornalisti del Guardian hanno sentito le opinioni di diversi medici, con estrazioni e specializzazioni diverse ed ad ognuno di loro hanno chiesto: "Cosa non faresti se fossi un paziente?". Le risposte sono interessanti.
                                      Ovviamente si tratta di opinioni personali, alcune abbastanza attinenti alle attuali conoscenze scientifiche, altre molto discutibili ma sempre rientranti nella possibilità di scelta di ogni persona. L'articolo offre molti spunti ed è particolarmente curioso perché credo tante persone, al momento di una diagnosi o quando hanno problemi di salute, si siano chieste "ma se fossi un medico, cosa farei?" Oppure: "lei cosa farebbe al posto mio?". Ricordiamoci che spesso le scelte non dipendono solo dalla malattia ma anche da tanti altri fattori.
                                      Ecco, sempre prendendo queste opinioni per quello che sono, con i loro limiti, leggiamo un po' cosa farebbero dei medici davanti a della scelte mediche.
                                      Ci tengo a sottolineare che queste sono le opinioni dei singoli medici e che potrebbero non rispecchiare le attuali conoscenze mediche, quindi devono essere lette con curiosità ma non come consigli indiscutibili.

                                      Ringrazio di cuore S.N. che ha segnalato e tradotto (io l'ho revisionato per i termini tecnici) l'articolo.

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                                      COSE CHE I MEDICI NON FAREBBERO

                                      Dagli steroidi ai sonniferi, dalla fecondazione artificiale ai vaccini antinfluenzali, alcuni medici rivelano i trattamenti che eviterebbero 


                                      Fare uno screening completo (check up).
                                      Non accetterei le offerte regolarmente pubblicizzate da strutture mediche private di fare un check up completo. Perché? Beh, se si hanno sintomi, è bene recarsi dal proprio medico di famiglia e lasciare che sia lui ad ascoltare la vostra storia, visitarvi, richiedere indagini e giungere a una decisione. Questo processo è noto come diagnosi. Un check-up completo, quando ci si sente completamente bene, non è una diagnosi. La procedura è nota come "screening ". Ci sono pochi test di "screening" in cui i vantaggi della diagnosi e del trattamento superano gli svantaggi ed è probabile che il vostro medico abbia già controllato per primo quando vi siete affidati a lui o successivamente per esempio nelle donne, tramite un pap test o una mammografia in età adeguata e per entrambi i sessi un controllo della pressione del sangue.
                                      Uno dei test che si effettuano durante lo screening completo è un esame del sangue per il cancro alla prostata. Se si hanno sintomi alla prostata, la diagnosi può essere un aiuto per salvarti la vita. Se non hai sintomi e l'esame presenta valori elevati, potrebbe condurvi ad effettuare ulteriori indagini ed esami potenzialmente dannosi o addirittura un trattamento per il cancro di cui potreste non avere bisogno. Si sentono storie sui vantaggi dei controlli medici completi. Si sentono storie anche di persone che sono cadute dalla finestra del sesto piano e sono sopravvissute, ma io non lo proverei di persona.
                                      Mike Smith , Medico Generico

                                      Ricoverarmi in ospedale, affetto da demenza.
                                      Vorrei evitare di andare in ospedale con una diagnosi di demenza. Le persone affette da demenza hanno difficoltà ad orientarsi all'interno degli ospedali. Anche il percorso dal vostro letto alla toilette e ritorno è irto di pericoli evitabili: pavimenti lucidi, cattiva segnaletica, rumori inquietanti e che distraggono, illuminazione pessima, scarso contrasto di colore tra pavimenti e pareti, corrimano invisibili che si fondono con l'arredamento, rubinetti che non sembrano rubinetti e lavandini senza tappi. Così ti bagni o cadi, o torni nel letto sbagliato o vieni rimproverato anche solo per esserti spostato. Perciò potresti venire trascurato nelle cure anti dolore come altri pazienti nella tua condizione e potrebbero dimenticare di farti mangiare o bere. Se mi dovessi ricoverare vorrei che la mia famiglia stesse con me il maggior tempo possibile. La settimana scorsa, ho saputo di una donna il cui marito malato di demenza era ricoverato, che è stata cacciata dal reparto all'ora di pranzo perché “l'orario dei pasti è protetto” e non ci devono essere visitatori perché i pazienti possano mangiare indisturbati. Desiderava rimanere proprio perché suo marito potesse mangiare. Che situazione perversa è questa?
                                      Professor June Andrews, direttore Centro Sviluppo e Servizi malattie mentali presso l'Università di Stirling

                                      Far nascere il mio primo figlio a casa.
                                      Ho sperimentato molte situazioni in cui il primo parto di una donna non progredisce secondo i piani e, in alcuni casi, diventa un'emergenza. Per questo motivo, non vorrei mai il mio primo parto in un ambiente dove non vi sia la possibilità di un rapido accesso a una struttura di ostetricia e nemmeno in casa.
                                      Moneli Golara, Ostetrica e Ginecologa

                                      Eseguire un test per il cancro alla prostata.
                                      Il PSA è un esame del sangue "semplice" per verificare la presenza di cancro alla prostata. Sapete cosa significa? PSA sta per "Prostate Specific Antigen". O meglio, come molti medici vi diranno "Persistente Stress e Ansia"! Il cancro della prostata è molto più comune e, di solito, meno grave di quanto non si pensi. Negli uomini anziani, è praticamente uno stato di normalità. La maggior parte di questi tumori della prostata rimane inerte e innocua, ed è una cosa con cui gli uomini muoiono, non a causa di...
                                      Quindi effettuare un PSA può finire col darvi informazioni che sarebbe meglio non sapere. Questo se il risultato è affidabile: perché questo è noto per inaccuratezza, con falsi positivi, falsi negativi e per l'incapacità di distinguere tra tumori innocui alla prostata e quelli aggressivi. Motivo per cui quando un uomo chiede il test, è potenzialmente come aprire un vaso di Pandora. Noi cerchiamo di guidarli attraverso il labirinto dei “se”, “ma” e forse”. Certo, in teoria potrebbe salvarti la vita. Ma in pratica potrebbe condurti verso preoccupazioni, biopsie sgradevoli e interventi chirurgici inutili e traumatici.
                                      Tony Copperfield, Medico Generico e autore di Sick Notes (note malate)

                                      Non mi presenterei mai a un medico con un elenco di sintomi.
                                      I pazienti spesso pensano che questo aiuti la loro causa, ma la vista di un elenco fa prendere un tuffo al cuore a un medico. Non sarà certo in grado di affrontare tutto in una sola seduta e, cosa più importante, fa pensare che non ci sia un problema particolare, ma una molteplicità di problemi, portando il medico a credere che sia un chiaro segno di un ipocondria. Inoltre, non andrei mai a prendere il sole o ad abbronzarmi su un lettino solare. Ho avuto il cancro della pelle. La gente sottovaluta il rischio. Pensano: "La mia pelle sembra integra, come può essere danneggiata?" Anche se la pelle non ha un aspetto invecchiato, si possono avere danni alla pelle che sono un potenziale futuro tumore. Prendere il sole nell'adolescenza e attorno ai 20 anni è un forte fattore di rischio. Ora stiamo assistendo al progredire di tumori come il carcinoma basocellulare (BCC), anche in persone sotto i 40 anni, che una volta si riscontrava soltanto sui volti di persone anziane esposte perennemente alle intemperie trascorrendo una vita all'aria aperta. Stiamo vedendo melanomi maligni, la forma più aggressiva di cancro della pelle, in diverse parti del corpo. Se fossi nato un medico, non avrei mai preso il sole. Andrei fuori al sole, ma non mi esporrei mai al sole allo scopo di abbronzarmi.
                                      Carol Cooper, Medico Generico

                                      L'uso non necessario di cortisone.
                                      I medici trattano una vasta gamma di condizioni cliniche, ma spesso noi stessi non capiamo le terapie che stiamo offrendo e perché o come funzionano. Dodici anni fa ho avuto la colite. Uno dei trattamenti è a base di cortisone ma, come medico, sapevo che è uno di quei trattamenti applicabili a molte malattie, senza sapere bene perché funziona. Sappiamo che sono anti-infiammatori ma in realtà mascherano solo il problema e possono causare effetti collaterali a lungo termine.
                                      Gli steroidi possono rendere la pelle più fragile, possono influenzare il tessuto connettivo e possono cambiare la forma del tuo viso. Una cosa è prendere qualcosa se si conosce il motivo per cui funziona ma non ero disposto a prendere quella strada. Fino a quel momento il mio stile di vita non era stato un granché. Sono stato molto occupato e non mangiavo bene. Ho cominciato a mangiare meno zucchero, meno carboidrati, ho smesso di mangiare cibi confezionati elaborati. Non solo mi sono sentito meglio ma da allora non mi prendo che qualche raffreddore. In termini di chirurgia plastica, non userei mai i filler di lunga durata. La gente non vuole la seccatura di venire ogni quattro mesi per le iniezioni, ma non vorresti qualcosa che restasse in circolo per troppo tempo, perché il corpo potrebbe eventualmente avere un fenomeno di rigetto. Potrebbe essere un inconveniente doverci andare più spesso,ma a lungo termine ti risparmierà qualche serio effetto collaterale.
                                      Alex Karidis, chirurgo estetico


                                      Fare una colonscopia virtuale.
                                      Ho eseguito una colonscopia, ma mai una colonscopia virtuale, cioè una TAC dell'addome per trovare polipi e primi tumori nel colon. Questo perché è molto probabile che un radiologo inciampi su altre cose, tipo anomalie del fegato, reni e polmoni, che nulla hanno a che vedere col cancro al colon, cosa che risulterebbe da interminabili test, che spesso implicano l'uso di aghi nelle cavità del corpo, anche finendo sul tavolo chirurgico. Non prenderei mai farmaci per abbassare il mio zucchero nel sangue per un'emoglobina glicata del 7%. Uno studio a lungo termine di 50.000 diabetici nel Regno Unito ha scoperto che il tentativo di abbassare questo valore al di sotto del 7,5% aumenta il tasso di mortalità generale. Non sono nemmeno sicuro che dovremmo anche chiamare una glicata del 7% "diabete", ma sono abbastanza sicuro che non vorrei prendere farmaci per abbassarla.
                                      Invece, vorrei cercare di perdere peso e fare più esercizio fisico, ma sarei disposto a considerare farmaci per abbassare la pressione sanguigna e colesterolo. Non farei mai esami di diagnostica per immagini (TAC, RMN, PET), quando mi sento bene. Studi di Tomografia Computerizzata (TC) di tutto il corpo hanno evidenziato che nell'85% delle persone sane di 50-60 anni di età hanno un dato qualche risultato anomalo e un paziente ha mediamente 2,8 anomalie. I numerosi conseguenti test e biopsie di controllo a qualcuno potrebbero recare qualche danno. Questo è diventato un grosso problema talmente comune che i medici gli hanno dato un nome: “incidentaloma”.
                                      Mentre sarò contento di essere sottoposto a scansione se vittima di un incidente stradale o in caso di dolore addominale acuto con vomito, non desidero sottopormi a scansioni se sto bene.
                                      H Gilbert Welch, professore di medicina alla Dartmouth Istituto per la politica sanitaria e pratica clinica, e autore di Overdiagnosed: Making People Sick in the Pursuit of Health (Sovradiagnosi: come gli sforzi per migliorare la salute possano far ammalare le persone)

                                      Sottopormi a un intervento non necessario.
                                      Avendo appena rimosso la cistifellea con la conseguente complicazione di perdita di bile, non farei alcun intervento o procedura senza prima leggere le linee guida per la malattia, guardando i tassi di complicazione e i rischio del non agire (per esempio quante probabilità ho che la mia condizioni comporti dei problemi).
                                      Vorrei chiedere al chirurgo quante di queste procedure compia un anno e quale sia il loro tasso di complicanze, oltre a fare una ricerca su Google sul chirurgo e chiedere ad altri medici la loro opinione. Chiederei sempre che cosa stanno facendo su di me e perché. Se avessi dolore, vorrei chiedere cosa mi stanno prescrivendo e quanto e ogni quanto. Vorrei sempre leggere il mio foglio di dimissioni dall'ospedale perché è spesso impreciso. Suggerirei di poter stare il più possibile fuori dall'ospedale, chiedendo solo esami che solo un medico può effettuare. E vorrei andare in un ospedale di eccellenza che darebbe una garanzia in più nel caso qualcosa andasse storto e che avrebbe più esperienza in termini di numero di pazienti e competenza del personale clinico.
                                      Luisa Dillner, Medico Generico e editorialista del Guardian

                                      Stripping delle vene varicose.
                                      Non mi sottoporrei allo stripping delle vene per togliere le vene varicose e non lo farei mai comunque in anestesia totale. Non solo è molto doloroso, con grandi cicatrici che hanno una maggiore probabilità di infezione; un anno dopo, il 23% delle persone hanno la stessa vena ricresciuta. Dopo cinque anni l'83%. Perciò è doloroso e nemmeno funziona a lungo termine. Con i metodi laser pin-hole, abbiamo la chiusura completa della vena nel 97% delle persone ancora dopo 10 anni. Inoltre, l'anestesia generale immobilizza totalmente, aumentando il rischio di trombosi venosa profonda, oltre al fatto di non poter dire al medico quando fa male, col rischio di danneggiare qualche nervo, e il danno è riscontrabile solo al risveglio.
                                      Se avessi metastasi al fegato non mi sottoporrei alla chemioterapia a meno che non fosse stato previsto da un chirurgo epatobiliare. Se le metastasi si trovano solo in una parte del fegato, è possibile rimuovere questa parte chirurgicamente. La sopravvivenza a cinque anni dopo la rimozione chirurgica di questi tumori è di gran lunga migliore rispetto alla chemioterapia.
                                      Mark Whiteley, Chirurgo Vascolare

                                      Prendere pillole per dormire.
                                      Ho incontrato molti pazienti che hanno preso sonniferi per decenni. Queste pillole creano dipendenza e può essere molto difficile disintossicarsi; gli effetti collaterali possono includere cadute, stati confusionali, sonnolenza durante il giorno e la sensazione che siano necessarie dosi sempre più elevate per ottenere gli stessi effetti. Non riesco a immaginare una situazione in cui vorrei iniziare a utilizzarle.
                                      Helen Drew Medico Generico

                                      Seguire una dieta a basso contenuto di carboidrati.
                                      Non farei mai una dieta a basso contenuto di carboidrati e alto contenuto proteico come la Atkins, Dukan o la Cambridge. Perché? Perché anche se probabilmente si perde peso, possono ucciderti. Non credete alle mie parole ma leggete delle 43.396 donne svedesi che ho seguito per una media di 15 anni. Quelle che hanno seguito una dieta a basso contenuto di carboidrati e alto contenuto proteico avevano un crescente rischio di morire di attacco cardiaco e ictus, in rapporto al rigore della dieta e per quanto tempo l'avevano seguita. C'era uno sconcertante 62% in più di rischio di tali malattie tra le donne che si attenevano più strettamente a quella dieta rispetto a quelle che mangiavano normalmente. Mangiare è un divertimento; queste diete trasformare il cibo in farmaci, ed è palesemente la medicina sbagliata - e spesso è letale.
                                      Tom Smith, Medico Generico

                                      Bere caffè o alcolici durante la gravidanza.
                                      Io non berrei caffè se fossi incinta. Il caffè accelera il metabolismo e la frequenza cardiaca della madre e di conseguenza anche del bambino. Caffè e the inibiscono anche l'assorbimento del ferro. In gravidanza i livelli di ferro scendono sempre e bere del succo d'arancia fresco aiuta il suo assorbimento. Il caffè e il the danno invece l'effetto contrario. Le linee guida ufficiali dicono che si può bere un caffè, come si dice che si possono consumare alcolici, ma io personalmente lo eviterei. Il vostro bambino non ha bisogno di alcool come nutriente, non è qualcosa che va a beneficio del vostro bambino. So che ci sono le dosi raccomandate, ma consiglierei a tutte di non bere, specialmente nelle prime 12 settimane, quando il bambino si sta formando.
                                      Nikki Khan, ostetrica

                                      Usare terapie alternative.
                                      Io non userei mai terapie alternative quali omeopatia o agopuntura, in base al fatto che non esiste prova evidente che funzionino. E spesso mi sono chiesto se i “valorosi” sforzi che facciamo per tenere in vita i nostri pazienti terminali abbiano alcun senso. Ma ho notato che spesso i colleghi dicono la stessa cosa finchè essi stessi o una delle persone a loro care non abbiano una prognosi di malattia terminale, in tal caso chiedono che gli sia fatto tutto. Victor Chua, Leader Sanitario

                                      Vaccinarmi contro l'influenza.
                                      Non mi vaccinerei contro l'influenza. I pazienti anziani o quelli con una condizione debilitante cronica come l'insufficienza cardiaca, farebbero meglio a vaccinarsi, ma non ci sono abbastanza prove che in un soggetto giovane e sano l'antinfluenzale sia di alcun beneficio. Inoltre le prove che l'inoculazione negli operatori sanitari protegga i pazienti, sono molto scarse ma, tuttavia, si fa molta pressione sugli operatori sanitari per farli vaccinare.
                                      Stephen Leslie , cardiologo e professore onorario dell'Università di Stirling

                                      Sottopormi a chirurgia estetica.
                                      L'unica cosa che non farei è subire un intervento di chirurgia estetica. La ragione della mia riluttanza? Niente a che fare con l'anestesia (oggi una pratica molto sicura) ma tutto totalmente legato all'intervento in sé stesso che non dovrebbe essere mai eseguito per motivi “banali”. Non è che l'intervento chirurgico sia terribilmente pericoloso per la vita. Principalmente la mia preoccupazione sono le eventuali infezioni, che potrebbero risultare molto sgradevoli.
                                      Mark Patrick, consulente Anestesista, University Hospital, South Manchester.

                                      Rivolgermi a un counselor (esperto non qualificato di psicologia)
                                      Non mi farei mai vedere da un counselor se avessi problemi di salute mentale. Chiunque si può professare“counselor”, è una zona non regolamentata. Come risultato c'è una terrificante variante nella qualità e ho visto troppi pazienti rivolgersi a dei counselor incompetenti, ritrovarsi ulteriormente danneggiati psicologicamente. Se soffrissi di depressione, starei molto attento ad assicurarmi che il terapista da me scelto abbia le corrette qualifiche e che sia riconosciuto da organizzazioni tipo BABCP (Associazione Britannica di Psicoterapia Cognitivo Comportamentale). Pagando privatamente, sceglierei unicamente un terapista che lavori anche nel NHS (Sistema Sanitario Nazionale), o che ci abbia lavorato in passato, uno psicologo qualificato, addestrato quindi ai più alti livelli qualitativi.
                                      Max Pemberton, Psichiatra

                                      Rifiutare le vaccinazioni.
                                      Non rifiuterei mai le vaccinazioni ai miei bambini. Diversi anni fa, ero volontario nei Medici Senza Frontiere e ho passato sei mesi in Angola. Mi aspettavo la povertà, ma ciò che mi ha rattristato maggiormente, fu l'arrivo di bambini malati di diverse patologie che non avrebbero mai dovuto avere, malattie facilmente curate altrove, come morbillo o tetano. Quello, e la quieta umiltà con cui le famiglie si mettevano in coda per ore sotto il sole cocente a ricevere il loro vaccino.
                                      Ora, praticando in occidente, incontro sempre più spesso genitori riluttanti a vaccinare i propri bambini, nonostante l'enormità delle prove della sicurezza dei vaccini. Molte di queste malattie sono di nuovo in aumento. E non riesco a fare a meno di domandarmi se i vaccini sono diventati la vittima del loro stesso successo; e se anche noi dovessimo stare in coda per ore, circondati da famiglie che sono state colpite da queste malattie che possono rendere disabili o anche uccidere, allora forse non daremmo per scontato il nostro benessere.
                                      Damien Brown, Medico Generico e autore di Band-Aid for a Broken Leg: Being A Doctor With No Borders (Un cerotto per una gamba fratturata: Essere un Medico Senza Frontiere) 

                                      Rifiutare la medicina alternativa.
                                      Non rifiuterei una terapia alternativa senza prima capire come funziona. Mi ci sono voluti anni di esperienza medica per realizzare che solo perchè una terapia non ha prove di evidenza non significhi che non può aiutare qualcuno. Come medici siamo addestrati ,giustamente, a cercare le prove scientifiche dell'efficacia e sicurezza di una certa terapia. Ma la medicina convenzionale moderna non può aiutare tutti. A dispetto della mancanza di fondi per la ricerca, c'è un lento e crescente aumento di evidenze sull'efficacia di un certo numero di terapie alternative. Un esempio recente è che lo Yoga può aiutare a diminuire il dolore e aumentare la mobilità in persone con osteoartrite. La medicina moderna rimane nella sua area di competenza, ma ora comprendo altre forme di terapia, come la chiropratica e la ipnoterapia, che possono aiutare.
                                      Ian W Campbel, Medico Generico

                                      Curarmi con l'omeopatia.
                                      Io non userei mai medicine omeopatiche. Sono basate su una pratica del 18mo secolo che consiste nel diluire particolari sostanze in acqua o alcool al punto in cui la soluzione è così debole da non contenere più alcuna traccia della sostanza originale. Gli omeopati credono che l'acqua preservi una “memoria” delle sostanze curative e perciò abbia un effetto benefico. Per me, la parola chiave è “credono”. I sostenitori dell'omeopatia credono nell'efficacia della medicina omeopatica nello stesso modo in cui potrebbero credere in una particolare religione. Il sistema dell'omeopatia è una medicina basata sulla “fede”, che, nelle menti dei fedeli, non necessita nessuna prova scientifica o di efficacia sui suoi benefici. Se l'omeopatia è efficace, allora la maggior parte di ciò che abbiamo imparato nel campo della medicina, chimica e fisica dal diciottesimo secolo dev'essere sbagliato. Non lo trovo plausibile, quindi preferisco sperperare i miei soldi in altro modo.
                                      Eddie Chaloner, Chirurgo Vascolare

                                      Ricorrere alla fecondazione assistita.
                                      Non ricorrerei mai alla fecondazione convenzionale con stimolazione, che prevede prolungate assunzioni di ormoni per tre o quattro settimane, provocando inizialmente una menopausa nele ovaie, seguite da successive stimolazioni a dosi più alte. Questo metodo di stimolazione è associato al rischio più alto della sindrome da iperstimolazione ovarica (OHSS), che comporta seri rischi di salute per la donna. Possiamo evitare queste complicazioni grazie ai recenti sviluppi che hanno portato a una fecondazione artificiale più sicura, meno costosa, con più probabilità di successo e più accessibile. I progressi nel campo dell'endocrinologia, degli ultrasuoni e in embriologia hanno permesso di avere una fecondazione artificiale senza farmaci (IVF o IVM) con più probabilità di successo e permettendo allo sviluppo di una fecondazione assistita “leggera”, più sicura, i cui protocolli richiedono minori medicinali in un normale ciclo. Perché assumere tanti medicinali se puoi ottenere lo stesso effetto senza o con pochi farmaci?
                                      Geeta Nargund, Capo Consulente per le Medicine Riproduttive al St. George's Hospital, Londra

                                      Sottopormi a una mammografia.
                                      Non mi farei fare una mammografia. Al microscopio i medici non possono dirti la differenza, tra “pericoloso” e “ok, lasciamolo stare”. Allora è possibile trovare qualcosa “troppo in anticipo” che non sia esattamente un pericolo di cancro. La pubblicazione indipendente di ricercatori sulla mammografia dell'anno scorso sulla rivista medica Lancet ha efficacemente distinto tra pregiudizi, incertezze e un po' di cattiva scienza. Recenti statistiche dicono che, per ogni 10.000 donne esaminate ogni tre anni dall'età di 50-70, circa 43 moriranno di cancro al seno. Circa 700 avranno diagnosi di cancro e molte di più saranno spaventate per essere richiamate per ulteriori esami.
                                      Nonostante la maggior parte delle donne a cui si diagnostica il cancro con lo screening siano riconoscenti, non sono sicura se la mia vita sia realmente “salvata” o se sono diventata solo un nuovo paziente. Apparentemente ogni 15 donne che sono diagnosticate positive con lo screening, tre moriranno comunque di cancro al seno (quindi lo screening non ha salvato loro la vita), otto saranno sopravvissute (quindi lo screening ha portato a una diagnosi precoce, ma la cura sarebbe stata efficace ugualmente), una non morirà di cancro al seno (quindi lo screening previene la morte per questa causa), ma altre tre diventeranno vittime di cancro (quindi lo screening porta ad avere terapie e interventi chirurgici che non avrebbero mai fatto). Lo screening ha una sua validità confermata dalla donna che non muore di cancro al seno, ma tutte e 15 devono essere curate quando si trova qualcosa. E' abbastanza complicato da capire, e certe donne vorranno correre questo rischio. Ma sono felice di aspettare finché non avrò dei sintomi.
                                      Susan Bewly, Professore del Complex Obstetrics, King's College London

                                      Subire un intervento chirurgico alla fine della mia vita.
                                      Non mi sottoporrei mai a un intervento di chirurgia addominale maggiore, se le probabilità di staccarmi dalle macchine che mi tengono in vita fossero scarse. Ho operato troppe persone in età molto avanzata per ragioni urgenti solo per vederle finire attaccate alle macchine, causando angoscia tra i familiari che devono decidere se staccare la spina. Personalmente eviterei interventi a tutti i costi e cercherei di trovare un altro modo per convivere con qualsiasi problema di cui sarei diagnosticato.
                                      Paul Ruggieri, Chirurgo e autore del libro Confessioni di Un Chirurgo.

                                      Queste sono le personali opinioni di alcuni operatori nel settore medico. Consultate il vostro medico se siete preoccupati per la vostra salute

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                                      Alla prossima.

                                      Quando la pseudoscienza infiltra le istituzioni.

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                                      Annunciato un po' in sordina, è stato organizzato per il 29 settembre 2016 un convegno dal titolo infinito:
                                      "Le Medicine Tradizionali, Complementari e Non Convenzionali nel Servizio Sanitario Nazionale per l’uguaglianza dei diriti di salute oltre le esperienze regionalistiche: Salutogenesi e Prevenzione, Formazione a Proflo Defnito, Buona Pratica Clinica, Ricerca Clinica No-Proft. Criticità, esigenze sociali, prospetive future: un confronto interdisciplinare".
                                      Dietro questo romanzo intricato c'è semplicemente un incontro di medici alternativi di tutti i tipi: omeopati, ayurvedici, agopuntori, fitoterapeuti, operatori di...medicine energetiche e così via.
                                      Niente di strano, ognuno è libero di incontrarsi e parlare di quello che vuole ma c'è qualcosa che suona male, molto male. L'incontro si svolgerà in un'aula del Senato della Repubblica, istituzione per eccellenza ed è organizzato dal vicepresidente della commissione salute del Senato.

                                      Questo è quello che mi suona male, malissimo.
                                      Leggendo il programma del convegno, inoltre, si nota come tra i moderatori degli interventi vi sia il dott. Roberto Gava, omeopata, noto esponente dell'antivaccinismo italiano, che promuove l'omeopatia come cura dell'autismo. Alla fine, il logo della AMCP (Associazione per la medicina centrata sulla persona) che, nella sua pagina internet, parla tranquillamente di omeopatia per fermare le epidemie, di arte sacra tibetana e di meridiani Shiatsu. Stiamo parlando di medicina, salute e persone o di usanze folkloristiche e colorate?

                                      È normale tutto questo?
                                      È normale che l'istituzione promuova le vaccinazioni e la salute e nello stesso tempo promuova chi diffonde cattiva informazione e false credenze?
                                      Perché allora non organizzare un convegno sulla difesa delle città dagli attacchi dei draghi?
                                      A quando un convegno su come difendersi dai rapimenti alieni?



                                      In un'epoca di progresso scientifico e di particolare attenzione alla salute, è giusto che le istituzioni ospitino e promuovano incontri su pratiche pseudoscientifiche?
                                      Sappiamo che l'omeopatia non ha alcuna base scientifica e si basa su teorie ottocentesche, sappiamo che non funziona in nessuna patologia. Sappiamo anche che pratiche come l'osteopatia, la chiropratica o l'omotossicologia non hanno anch'esse basi scientifiche né hanno mostrato di funzionare nella maggioranza dei casi.

                                      L'unica terapia, tra quelle ospitate, che mostra un'efficacia accertata (con dei limiti che gli stessi operatori riconoscono) è la fitoterapia.

                                      Poi l'agopuntura: cerca da anni, in tutti i modi, di vendersi come pratica scientifica. Perché siede accanto agli altri? Perché si mescola con omeopati, antivaccinisti ed operatori...energetici? Il dott. Giovanardi, che parteciperà allo stesso convegno e che in una discussione avvenuta in questo blog in passato ci teneva a sottolineare che l'agopuntura sarebbe una pratica scientifica, che gradualmente vuole modernizzare il suo linguaggio, cosa ci fa in un convegno tra operatori energetici,  antivaccinisti ed omeopati?

                                      Non lo so, ognuno si dia le sue risposte. A me piacerebbe che la medicina oggi fosse solo nell'interesse del paziente, mi piacerebbe anche che si evitasse di spacciare per medicina delle vere e proprie stregonerie ma questo è il mondo perfetto che vorrei, la realtà è ben diversa. Quello che invece pretendo da cittadino e da operatore della salute è l'impegno, da parte delle istituzioni, di promuovere solo pratiche mediche con buone prove di efficacia, di diffondere solo cultura medica e non superstizioni e di sforzarsi per lasciare ai nostri eredi una nazione evoluta, moderna, non una regione europea dove ancora parliamo di "energie", "memoria dell'acqua" e "meridiani".
                                      Favorendo la diffusione di falsa medicina e superstizioni (cosa sono le "energie" se non superstizioni ottocentesche?) si confonde e danneggia il cittadino, si sprecano soldi e risorse, si fa cattiva informazione e si favoriscono i privati che vendono illusioni e l'ottundimento della popolazione.

                                      Contro questa iniziativa si è mosso il Cicap (Comitato Italiano per il Controllo delle Pseudoscienze) ed il suo appello è stato raccolto da Walter Ricciardi, presidente dell'Istituto Superiore di Sanità: "No alle pratiche antiscientifiche nelle istituzioni":

                                      Ed ha ragione: basta.

                                      Alla prossima.

                                      AGGIORNAMENTO 20/09/16, 18:20 : La risposta del sen. Romani, organizzatore del convegno.

                                      Aggiornamento: 03/10/2016: Mentre da noi fanno i simposi per inserire le medicine alternative nel SSN, nel Regno Unito anche il distretto di Wirrel interrompe i rimborsi dell'omeopatia da parte del SSN. Restano solo Londra e Bristol

                                      In arancione gli unici distretti nei quali, in UK, il SSN rimborsa ancora l'omeopatia.

                                      Perché l'omeopatia funziona solo con me? Una risposta c'è: non è vero.

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                                      C'è un vecchio detto che trovo perfetto per descrivere gli "effetti" delle varie cure alternative (quelle più diffuse): "un'influenza curata con l'omeopatia passa in soli sette giorni senza aspettare una settimana per farla passare da sola".

                                      Qui non discuterò dell'implausibilità dell'omeopatia (semplici caramelle di zucchero vendute come curative) ma del meccanismo che può dare origine alla sensazione, che in molti riferiscono, che alcune finte terapie possano in realtà avere effetti sulla salute, le classiche testimonianze personali che raccontano dell'efficacia di questa pratica. Il fenomeno accade con qualsiasi presunta terapia, addirittura con finte cure per il cancro o per malattie neuromuscolari. Nella stragrande maggioranza dei casi, chi riferisce "miglioramenti" non sta mentendo, almeno non consapevolmente.
                                      Se discutete con qualcuno di omeopatia con argomenti solidi o scientificamente ineccepibili, la discussione terminerà quasi sicuramente con il racconto dell'esperienza personale: "eppure con me ha funzionato".
                                      Inutile sottolineare che "l'esperienza personale" non ha alcun valore medico né è scientificamente utile, che si tratta di un racconto di cui non si conoscono i particolari (un classico per esempio è la persona che confonde un trattamento fitoterapico con uno omeopatico) e spesso gli stessi fatti non corrispondono alla realtà (succede per malattie molto gravi, figuriamoci per piccoli disturbi). Però colpisce chi ascolta.
                                      Chi non ha mentalità scientifica, chi non è curioso, chi soffre di pigrizia mentale e si accontenta non va oltre: mio figlio stava male, ha preso il granulo omeopatico, è guarito, quindi l'omeopatia funziona.

                                      Magari andasse così. La vita è molto più complessa di quello che sembra.
                                      La scienza prova proprio a dare delle risposte: quando nota un fenomeno lo studia e trae delle conclusioni oggettive (che non sono necessariamente vere ma che hanno dalla loro parte i numeri, oggettivi, chiari, controllabili).
                                      Per questo, se è ovvio che dei granuli di zucchero non possano guarire nessuna malattia al mondo, la scienza ha provato a controllare le affermazioni degli omeopati ed ha raggiunto una conclusione: in effetti i granuli di zucchero non curano nessuna malattia al mondo.


                                      Ma allora perché ci sarà sempre qualcuno che, nonostante questo, giurerebbe sull'efficacia dell'omeopatia?
                                      Perché a volte anche dare un granulo di zucchero, un bicchiere d'acqua o anche solo una carezza può farci stare meglio, si chiama "effetto placebo" ed è un fenomeno molto conosciuto, qualsiasi gesto compiamo per prenderci cura della nostra salute può avere un effetto positivo anche se il gesto non ne dovrebbe avere. L'effetto placebo non è utilizzabile come pratica medica per vari motivi. Non è costante (a volte funziona, altre no, su una persona funziona su un'altra no), non è controllabile (non sappiamo fino a che punto funzionerà), ha dei limiti (la sua efficacia è molto bassa) ed è eticamente scorretto (per rinforzarne gli effetti bisogna mentire al paziente).
                                      Altre volte la malattia fa il suo corso, il normale decorso. Un disturbo banale passa in genere in due giorni e se per due giorni somministriamo un granulo di zucchero la malattia sparirà (non per i granuli di zucchero ma perché sarebbe sparita in ogni caso).
                                      Ma quando ciò avviene per malattie più gravi? Croniche? 

                                      "Sono guarito da un'allergia che durava da anni!", oppure "avevo la psoriasi e dopo 10 anni di cure inutili con un mese di omeopatia tutto si è risolto".
                                      Cosa succede?
                                      Probabilmente nulla di strano o eccezionale ed è per questo che esiste la statistica medica e le ricerche.
                                      Su 100 persone con un'allergia 80 prima o poi guariranno (è successo anche a me), in tempi variabili, perché così succede normalmente. Per alcuni tipi di allergia ad esempio, basta un cambio di stile di vita, per altre cambiare residenza (penso alle allergie ai pollini) per altri ancora saranno state le difese immunitarie a migliorare la loro risposta. Succede e lo sappiamo. Alcune di queste persone, deluse dai risultati delle cure "standard", si saranno rivolte ad altre soluzioni (medicine alternative, fitoterapia, omeopatia), qualcuno addirittura, sconfortato, avrà abbandonato ogni cura.
                                      Tra gli ottanta guariti perché "dovevano guarire" (normale decorso della malattia), la metà (faccio delle proporzioni a caso) noterà che il semplice passare del tempo ha migliorato le cose, gli altri, avendo fatto uso di certe presunte cure, daranno il merito a queste. Normale. Tendiamo a legare un evento ad un altro, è una caratteristica umana, la stessa che ci fa sembrare il lunedì come il giorno più noioso della settimana o il gatto nero come porta sfortuna e attenzione, questo succede anche con i farmaci, persino con gli antibiotici.
                                      A questo punto interviene la statistica medica, gli studi: è vero che l'omeopatia fa migliorare le allergie? Invece di chiedere ad una persona e sentire il suo racconto ne controlla 1000 ed annota le condizioni di ogni paziente. A 500 darà un granulo omeopatico, a 500 un granulo di zucchero (che sono la stessa cosa ma quello omeopatico ha la "fama" di curare).

                                      Alla fine ricontrollerà le persone ed analizzerà le loro condizioni. Risulterà che nel gruppo che prendeva omeopatia 201 sono davvero migliorate mentre 299 no. Si potrebbe concludere che, seppur non sempre, l'omeopatia qualcosa fa, ha una certa efficacia ma, per impedire che questo risultato possa essere un errore di valutazione, si dovranno controllare anche quelli che hanno preso il semplice zucchero, quello che non dovrebbe curare. Una sorpresa, anche in questo gruppo, su 500 persone 203 sono migliorate, allo stesso modo delle 201 dell'altro gruppo.
                                      Allora la conclusione può essere più precisa. Non è stato il granulo omeopatico a guarire le persone. Lo studio non serve a dirci cosa le abbia guarite ma a dirci che molto probabilmente quelle persone sarebbero guarite anche senza granulo omeopatico. Conclusione: l'omeopatia non cura le allergie più del semplice zucchero (il placebo).
                                      In qualsiasi controllo di un fenomeno avremmo una larga fetta di individui che avranno risultati di un certo tipo e poi gli estremi. Per esempio: se l'altezza media della popolazione è di un metro e settanta avremo la maggioranza della popolazione alta circa un metro e settanta. Questo non significa che non esisteranno persone alte due metri o un metro e cinquanta ma saranno molte di meno.
                                      Quando 100 persone assumeranno un farmaco per il mal di testa che funziona davvero, avremo 80 persone che effettivamente staranno meglio, 10 che staranno peggio e 10 che non avranno nessun effetto. Gli estremi, in una popolazione, ci saranno sempre.

                                      È statistica. Ed è per questo che negli studi statistici si usa il concetto di "significatività": il risultato che abbiamo ottenuto con lo studio, le conclusioni finali, ha senso o è un risultato che non dimostra nulla?
                                      Per dire che una pillola cura il mal di testa, quante persone su 100 dovranno stare meglio dopo un mese di terapia? Decideremo noi quale sarà il numero "utile": mettiamo 90.
                                      Se su 100 persone ne staranno meglio 60 vuol dire che quella pillola non ha risultati significativi perché si è visto, in altri esperimenti o con l'esperienza, che anche senza prendere nulla 60 persone stanno meglio in ogni caso dopo un mese.
                                      Per questo motivo, ad esempio, un esperimento di una certa portata, paragonerà sempre la nuova terapia, quella in prova, con il placebo (lo zucchero), se la nuova cura funziona meglio (molto meglio) del placebo sarà una cura, se funziona meno (o come) il placebo, evidentemente non ha alcun effetto utile. L'omeopatia, in base agli studi più seri, funziona al massimo come un placebo.
                                      E visto che un placebo è fatto di zucchero e l'omeopatia è fatta sempre di zucchero, il risultato è anche abbastanza prevedibile.

                                      Ed ecco che abbiamo risolto il dilemma: nonostante alcune testimonianze personali, alcune esperienze singole, si può dire che non c'è nessuna evidenza di  funzionamento dell'omeopatia in queste malattie, le esperienze singole saranno perciò dovute a fattori esterni alla cura che non conosciamo.

                                      Guardate questo interessantissimo studio veterinario.
                                      I ricercatori hanno paragonato gli effetti di varie terapie nel trattamento delle mastiti delle mucche da latte (infiammazione della ghiandola mammaria). Hanno somministrato agli animali affetti dalla malattia un antibiotico, un rimedio omeopatico ed un placebo (zucchero).
                                      Risultato "incredibile": l'omeopatia ha avuto lo stesso effetto dell'antibiotico (anche se l'antibiotico ha avuto alcuni effetti positivi), le mucche sono guarite in una settimana.
                                      Come si vede l'omeopatia in questo caso ha avuto effetto ed avendone uno simile a quello dell'antibiotico si potrebbero risparmiare anche soldi ed inutili terapie con effetti collaterali. Ma fortunatamente i ricercatori avevano inserito anche un placebo tra le "terapie" provate e...sorpresa, le mucche sono guarite in sette giorni anche con il placebo, con lo zucchero.
                                      Allora la conclusione dello studio non è più "l'omeopatia funziona come l'antibiotico" ma "l'omeopatia e gli antibiotici per la cura delle mucche con la mastite non curano più del placebo".
                                      Non è interessante?
                                      Infine è utile ricordare un altro meccanismo che ci fa apparire come plausibile una "guarigione" che in realtà non è come l'abbiamo percepita.
                                      Il fenomeno dell'aspettativa.
                                      Anche questo è molto interessante.
                                      Quando stiamo male o, peggio, quando sta male una persona a noi cara (se si parla di figli si sfiora il dramma umano) pagheremmo qualsiasi cifra per non vederla soffrire. La ricerca del rimedio può essere difficile.
                                      Prendiamo l'esempio del bambino che ha un forte raffreddore. Non esiste cura per le malattie virali, questo significa che per malattie come l'influenza l'unica possibilità è cercare di limitare i fastidi (febbre, mal di testa, brividi...) ed attendere il normale evolversi della malattia.
                                      C'è l'influenza normale, che passa in 4-7 giorni, ci sono le forme parainfluenzali che passano in genere in pochissimo tempo (anche un giorno).
                                      Ma riuscirà una mamma a sopportare i pianti strazianti del piccolo? Il suo naso chiuso che sembra soffocarlo, la febbre alta, insomma, le ansie sono tante, quasi sempre immotivate ma che spingono a fare qualcosa. Ed ecco che arriva in aiuto il placebo: l'omeopatia. Lo zuccherino che cura qualsiasi cosa.
                                      Con l'omeopatia noi agiamo, facciamo qualcosa, ci attiviamo.
                                      La mamma si tranquillizza perché sta dando "la medicina", il bambino anche perché la mamma si prende cura di lui e, quando la mamma si mette in moto, sono sempre belle cose.
                                      Non ha importanza dare due o dieci granuli omeopatici ma, si osserverà, come l'omeopatia ha un cerimoniale preciso, per esempio: 5 granuli sei volte al giorno per tre giorni, poi dose di mantenimento 2 granuli due volte al giorno per 1 mese. In realtà dare delle caramelle di zucchero una volta o cento volte non cambierebbe nulla, anzi lo cambia, perché la "cerimonia", il "rito", assume più significato, più forza, gli psicologi lo chiamano "rinforzo positivo".

                                      Il risultato sarà sicuramente ottimo. Ogni sorriso del piccolo sarà un "evidente miglioramento", ogni ora di sonno un "sta già meglio". Ci aspettiamo che "la medicina" faccia effetto e non facciamo caso che nel frattempo il tempo passa e fa il suo corso.
                                      Quando l'influenza sarà passata, dopo sette giorni, non avremmo atteso una lunga settimana senza fare niente, in mezzo a tosse, lieve nervosismo e mal di gola ma saranno passati solo sette giorni durante i quali la medicina ha fatto effetto, influenza passata, ha avuto solo un po' di nervosismo, tosse e mal di gola ma sta benissimo.

                                      Per questo nessuno convincerà mai una mamma che il figlio non ha bisogno di palline di zucchero per guarire, perché quelle palline sono la speranza (non per il figlio per la mamma) a cui aggrapparsi.

                                      Qualche giorno fa è apparso questo post (su Facebook):

                                      Una dottoressa omeopata fa vedere la gola di una sua paziente. Tonsillite, "placche bianche" (di origine virale!). Trattamento di un giorno con prodotti omeopatici e tutto è passato, addirittura la paziente ha superato un esame brillantemente (l'omeopatia aumenta anche l'intelligenza?)! In 24 ore.


                                      Io tutta questa differenza non la vedo.
                                      Comunque, preso dal furore di dimostrare anche i miei poteri magici, mentre scrivevo questo post mi sono ricordato che mio figlio ieri sera lamentava mal di gola, voce rauca ed era molto raffreddato. Per fargli vedere la gola infiammata (è curioso come una faina) ho scattato una foto. Aveva la faringe e laringe infiammatissime, iperemiche (arrossate), con aree biancastre su corde vocali e tonsille le quali apparivano ingrandite e gonfie. Ecco la foto (ho dovuto modificarne i colori perché erano lievemente sfuocate):


                                      Frecce bianche tonsille, freccia rossa: placche.

                                      Ho messo a letto mio figlio, gli ho detto di pazientare, qualche carezza, un bacio, l'ho coperto bene e gli ho detto che l'indomani sarebbe stato meglio. Oggi, scrivendo questo post e parlando di mal di gola, ho fatto caso che mio figlio parla bene, non ha più mal di gola, non è più raffreddato, è andato normalmente a scuola e sta bene. Allora gli ho chiesto di fare di nuovo la foto "alla gola". Eccola:



                                      Dal "vivo" si vede meglio, ovviamente, però la situazione è ottima.
                                      Mucose perfette, arrossamento quasi scomparso, aree bianche sparite con i sintomi, in 24 ore. Non ho fatto nulla, non ho dato medicine, non ho speso soldi.

                                      Perché la dottoressa omeopatica ha fatto apparire un fenomeno normalissimo come un grande risultato? Qual è la differenza tra la ragazza "curata" con l'omeopatia e mio figlio?
                                      Poca, forse due su tutte: io ho risparmiato ed ho evitato di prendere in giro mio figlio e me stesso.
                                      Ovviamente, se e quando servisse un farmaco si correrà a prenderlo ma, nella maggioranza dei casi, le malattie (banali) passano da sole, basta aspettare, avere buon senso e riposare.

                                      Ora, come si vede, io ho ottenuto lo stesso risultato dell'omeopata senza dare il merito della "guarigione" a magie o strani riti, il problema è passato perché quasi sempre succede così.
                                      Per questo motivo, quando parliamo di disturbi banali o passeggeri, bisogna sempre ricordare che nella stragrande maggioranza dei casi non è necessario nessun intervento, nessuna spesa, solo sorveglianza, riposo, pazienza.
                                      Raccontare "con me l'omeopatia ha funzionato", è un po' come dire "una volta qui era tutta campagna", sono racconti senza valore, interessanti, curiosi ma non fanno testo. I motivi che causano questi "miglioramenti" sono tanti e non per forza misteriosi.
                                      Quando qualcuno mi racconta la sua esperienza cerco di rispettarla ma rispondo: "non chiederti come mai sei guarito ma come mai dici di essere guarito usando delle semplici caramelle di zucchero". Il punto infatti è questo: un granulo omeopatico (con diluizione superiore a 12CH) contiene solo zucchero. Soltanto zucchero, niente altro.

                                      Per il resto, se acquistare delle caramelle magiche ci fa sentire più tranquilli facciamolo ma per onestà (sopratutto se a parlare sono medici), prima informiamoci su cosa stiamo acquistando e soprattutto evitiamo di spargere false notizie o risultati magici e miracolosi. La medicina di miracoli non ne fa.
                                      Ed il mal di gola, oggi, è venuto pure a me, per quale strano e magico motivo?

                                      Alla prossima.

                                      Gava, l'antivaccinista pentito.

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                                      Credo che molti abbiano saputo del clamoroso quanto improvviso voltafaccia dell'omeopata antivaccini Roberto Gava.
                                      Dopo anni di libri e conferenze, video e commenti nei quali parlava dei pericoli dei vaccini, dei rischi elevati della vaccinazione e, per questo, diventato guru dei movimenti antivaccino italiani, il medico veneto è stato inquisito dal suo ordine professionale per comportamento contro la deontologia. Diffondere voci non scientifiche, senza basi e senza le dovute cautele che deve adottare un medico può comportare sanzioni anche molto pesanti.
                                      La notizia si è sparsa e Gava, sorprendendo tutti, anche i suoi più fedeli seguaci, ha diffuso un comunicato che se non fosse apparso sulle sue pagine personali si sarebbe definito "impossibile".
                                      Si lancia in una sperticata lode sull'efficacia ed utilità delle vaccinazioni, sulla loro sicurezza, sul fatto che, giustamente, le istituzioni sanitarie li consiglino a tutti i bambini.

                                      Parla dei vaccini con l'entusiasmo di un esaltato pro vaccinazioni.

                                      Incredibile ma vero.
                                      Quasi patetico.
                                      Leggete questo passo:
                                      Sappiamo tutti che i vaccini, se usati adeguatamente, sono molto utili per ridurre nel ricevente la probabilità di ammalarsi di alcune specifiche patologie infettive. Sappiamo inoltre che i vaccini svolgono un’azione protettiva, oltre che sul singolo, anche sulla popolazione.
                                      Sembra un mio post a favore dei vaccini o parte di una campagna di sensibilizzazione a favore delle vaccinazioni.
                                      No, è una parte del comunicato di Gava di ieri.
                                      Gava è lo stesso che ha scritto cose come:
                                      i vaccini possono essere causa di molti danni. Danni che, ovviamente a mio avviso, oggi superano nettamente gli scarsi benefici che essi ci possono offrire.
                                      Un tale, improvviso e repentino cambio di opinione ed atteggiamento è inaspettato e per questo deve restare nella memoria di tutti.
                                      Di quei genitori che affidano la salute dei loro figli all'antiscienza e delle istituzioni che, quando capiranno che è ora di smetterla con la cattiva informazione, sarà sempre troppo tardi.



                                      Gava è solo un anello della catena. Un omeopata come lui è semplicemente una ruota dell'ingranaggio, quello che fa avanzare il treno della pseudomedicina, fatto di antivaccinismo, medicine alternative, false cure, terapie non scientifiche e geni incompresi. In questo treno salgono in molti, soprattutto quando ci sono soldi e quindi è difficile fermarlo. Fino a quando qualcuno sembra accorgersene all'improvviso, solo in quel momento i topi scappano. 

                                      Le istituzioni però devono farlo per dovere: fermateli.
                                      Le famiglie invece si sveglino, si rendano conto di chi hanno di fronte, cerchino di capire che non esistono geni incompresi e riacquistino la fiducia nella medicina.
                                      Ricordate Vannoni (quello delle staminali miracolose) che, accusato di ciarlataneria, diceva "le prove le abbiamo e le porteremo in tribunale!"?
                                      Beh, arrivato in tribunale Vannoni non solo non portò nessuna prova ma patteggiò (quindi rifiutò il dibattito) la condanna poi ricevuta, fregandosene delle prove, di dimostrare qualcosa o almeno la sua innocenza, scappando all'estero per continuare nella sua cura truffa.
                                      Ecco, chiedete le prove, non fermatevi alle parole.
                                      Il voltafaccia di Gava è solo un sintomo, la malattia è molto più vasta, vaccinatevi contro chi racconta balle.

                                      Alla prossima.

                                      Vaxxed: Il misterioso complotto sui vaccini creato per farci un film. (prima parte)

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                                      Nei mesi scorsi negli Stati Uniti, è avvenuta una vicenda che ha creato tantissime polemiche, dai giornali, agli ambienti medici, fino a quelli sanitari e governativi nazionali.
                                      Da noi praticamente silenzio. Fino a quando qualche giornale ne ha parlato a proposito di un film. Già, un film.
                                      Che c'entra un film con i vaccini? Questo è il problema.
                                      Quello che è successo è molto complicato, difficile da capire, ingarbugliato e coinvolge tante persone ma il polverone che si è alzato è probabilmente molto più esagerato dei fatti oggettivi.
                                      Non è facile quindi spiegarlo e soprattutto spiegarlo bene, per capirlo ho dovuto seguire varie fonti e perdere un bel po' di tempo e spero di essere riuscito a sbrogliare (almeno un po') la matassa.
                                      Avevo a questo punto due scelte: usare quello che ho capito per mia cultura personale o raccontarlo con il rischio di scrivere un lunghissimo resoconto ma visto che quello che sto raccontando credo sia importante e che prima o poi qualcuno chiederà lumi, ho deciso di riportarlo, avvertendo che la storia è particolarmente lunga e complicata (però molto avvincente), chi vuole quindi, si prenda un po' di tempo e di relax e provi a seguirla. Io ho cercato di schematizzarla e renderla comprensibile (alcuni passi sono ancora oscuri anche a me) e per questo l'ho anche divisa in due parti.

                                      Iniziamo da una notizia

                                      La notizia: CDC whistleblower.

                                      L'anno scorso è stato pubblicato uno studio che mostrava che alcuni bambini (maschi, neri, afroamericani, vaccinati prima dei 36 mesi di età) avrebbero un rischio di autismo associato al vaccino trivalente (MPR) maggioredi 3,4 volte rispetto agli altri gruppi di bambini.
                                      Se facessi un'affermazione come questa, che reazione susciterei?
                                      Allarme? Curiosità?
                                      Un dato interessante da approfondire?
                                      Fino ad oggi tutti gli studi sul tema hanno mostrato un'altra conclusione, quella che tra vaccini ed autismo non vi sia nessun legame, che le vaccinazioni non causino autismo è, infatti, un dato abbastanza saldo e ben dimostrato.
                                      Sarebbe proprio questa l'eccezionalità della notizia, questo studio andrebbe infatti contro le attuali conoscenze (anche se il "nesso" sarebbe limitato ad una parte di bambini e non a tutti).
                                      L'ipotesi che i vaccini causino l'autismo avrebbe quindi un fondo di verità?

                                      È successo negli Stati Uniti e non avete idea di cosa abbia causato questa notizia.
                                      Perché oltre alla notizia "nuda e cruda", c'è tutto un contorno di storie che sembrano un racconto di spie ed infiltrati.
                                      Non solo: lo "scoop", degno di un romanzo giallo, sarebbe che questo dato, a disposizione del CDC (Center for Disease Control, importante ente sanitario statunitense), sarebbe stato nascosto dallo stesso ente americano e lo rivela proprio un collaboratore dell'ente, in maniera anonima. Un complotto, insomma.

                                      Il nome di questo informatore è stato poi "rivelato" in un video (con spezzoni di sue dichiarazioni registrate solo in audio) e questo crea un polverone proprio negli ambienti antivaccino, perché il nome doveva restare coperto dal segreto. A fare questo nome, "bruciando" il testimone prezioso, è Andrew Wakefield, ex medico noto esponente del movimento antivaccini: fu lui infatti che, per primo, ipotizzò un nesso tra vaccini (in particolare il trivalente, MPR, morbillo, parotite, rosolia) ed autismo, tramite uno studio che poi si rivelò falso, realizzato dietro pagamento di un avvocato che si occupava di cause di presunti danneggiati da vaccini. Per la frode di cui si macchiò, Wakefield fu radiato con disonore dall'ordine dei medici ed ora si dedica completamente all'attivismo antivaccini.

                                      Per alcuni fronti dell'antivaccinismo, per questo motivo, il componente del CDC (quello che avrebbe "confessato" questo complotto, chiamato per questo whistleblower, ovvero "informatore", "spia") subisce un affronto, un tradimento (così lo definisce un giornalista antivaccino) proprio da Andrew Wakefield poiché questi nel suo video lo cita, ne fa il nome senza consenso, così l'identità dell'informatore ormai è nota e questo scatena la rabbia di chi aveva ottenuto quelle "confessioni" verso Wakefield che ha "bruciato" il segreto.

                                      Ma cerchiamo di capire meglio cosa è successo. La storia come detto è intricata e spero di non essermi perso niente, sono usciti decine di articoli sull'argomento e non è facile districarsi. Tutto inizia da una ricerca fatta da studiosi dello stesso CDC di cui ho parlato.

                                      Lo studio.

                                      Nel 2004 esce uno studio (primo autore Frank DeStefano, tra gli altri Willian Thompson, medici del CDC) che mostra come i bambini vaccinati (nella città di Atlanta) con la trivalente (morbillo, parotite, rosolia, MPR, in inglese MMR), non mostrino nessun aumento del rischio di autismo rispetto ai non vaccinati.

                                      L'ennesima prova (anche molto citata) che tra le due cose non vi sia alcun collegamento, la conferma di ciò che sappiamo.

                                      Qualche anno dopo un bioingegnere, Brian Hooker, chiese i dati del lavoro di DeStefano (riservati ma ottenuti tramite un "FOIA", una sorta di richiesta ufficiale permessa negli USA di dati di pubblica utilità) decidendo di rianalizzarli, di studiarli personalmente.

                                      Così fa (in pratica dai dati ricalcola una sua statistica) e dalla sua analisi la conclusione è diversa da quella degli autori originali, più o meno che in una parte dei bambini studiati nella ricerca originale, ovvero nei bambini neri afro-americani che hanno ricevuto la vaccinazione trivalente prima dei 36 mesi di età e maschi, il rischio che la vaccinazione sia correlata all'autismo sia molto aumentato (vi sono più autistici in questo gruppo rispetto a tutti gli altri), attenzione: correlata, quindi non c'è un rapporto causa effetto ma una corrispondenza, in quel gruppo ci sarebbero più casi di autismo che negli altri, di 3,4 volte rispetto a tutte le altre classi di bambini (bianchi, neri femmine, neri-ispanici, vaccinati in altre età).

                                      Gli altri gruppi di bambini non mostrano nessuna correlazione tra il loro autismo e la vaccinazione. Tutto pubblicato su rivista scientifica (rivista a dire il vero poco nota).

                                      Detta così potrebbe essere anche una notizia interessante. Uno studioso serio potrebbe chiedersi come mai, se i calcoli risultassero esatti, quel piccolo gruppo di bambini abbia un aumentato rischio di autismo associato alla vaccinazione (dato che nello studio originale non era emerso) e proprio in quel tipo di vaccinazione ad un'età precisa, un dato che non rispecchia tutti quelli conosciuti finora e studiati da centinaia di scienziati in tutto il mondo e che contrasta pure con alcune considerazioni logiche. Insomma, se la rielaborazione di uno studio fornisce risultati differenti da quelli dello studio originale (e degli altri studi sull'argomento), forse sarebbe giusto prima accertarsi di non aver commesso errori o se esistono altri fattori che hanno condizionato i risultati e poi commentare quei risultati con altri scienziati.

                                      Si potrebbe cercare di capire studiando altri fattori, se qualcosa insomma possa far aumentare quel rischio indipendentemente dalle vaccinazioni, se i risultati abbiano subìto qualche influenza. Ma questo non succede, anzi, si crea un polverone immediato. Sembra quasi non si aspettasse altro.

                                      I gruppi antivaccino statunitensi, capitanati da Andrew Wakefield, hanno tratto le loro conclusioni urlandole ai quattro venti: questa sarebbe la dimostrazioneche i vaccini causano l'autismo la prova definitiva e che le autorità nascondono questo dato, niente altro da dire. Da questo Wakefield ha fatto paragoni apocalittici, parlando di ecatombe, atteggiamenti criminali e paragonando il CDC addirittura ai nazisti.
                                      Curioso: decine di studi smentiscono il nesso vaccini-autismo, la rilettura di uno di questi studi lo confermerebbe e questa sarebbe la prova definitiva. Non notate un lieve "sbilanciamento" di giudizi?

                                      Ma continuiamo a districare la matassa, scopriremo così gli altri protagonisti ed attenzione, la storia si complica.


                                      L'informatore.

                                      L'"informatore" segreto, quello che avrebbe rivelato il "complotto" del CDC, è William Thompson, scienziato americano autore di molti buoni studi, autore anche di ricerche che mostravano come il Thimerosal (il derivato del mercurio un tempo usato nei vaccini) non fosse tossico e non avesse nesso con la comparsa di autismo. Thompson è uno degli autori dello studio di cui si parla.
                                      Uno scienziato "insospettabile" dunque e che ha sempre realizzato ricerche utili per capire la sicurezza dei vaccini, che ha sempre sottolineato la loro utilità e per questo la sua uscita ha lasciato stupita più di una persona, soprattutto quando si è scoperto che le sue comunicazioni con Brian Hooker (l'autore della "rianalisi" con la nuova conclusione) erano vere.
                                      Thompson parlò davvero con Hooker (registrato però a sua insaputa). A quanto pare dicendosi rammaricato che il CDC sapesse che i dati riguardanti i bambini maschi neri mostrassero quell'aumento di incidenza di autismo ma che, nonostante questo, i dati non apparvero nello studio del 2004.
                                      In realtà è ovvio che il CDC "sapesse" dei dati, è chiaro, sono pubblici, sono parte di una loro ricerca, ma i risultati del primo studio erano diversi da questa "rilettura", quindi non c'è nulla di incredibile in questa affermazione. Forse il "complotto" starebbe nel fatto che il CDC avrebbe nascosto questa conclusione? Neanche questo: la conclusione di Hooker deriva dalla sua rilettura dei dati (ne riparlerò nella seconda parte del post), non si è "scoperto" un nuovo dato ma se ne è ottenuto uno nuovo perché è stato usato un metodo nuovo.
                                      Allora dov'è il "complotto"?

                                      Nel video che ha diffuso la vicenda si ascoltano spezzoni della presunta voce di William Thompson, drammatici, nei quali il medico dice di "vergognarsi" per quello studio, che lui definisce "il punto più basso della mia carriera". Le parole di Thompson, forti, lasciano un po' interdetti. Nessuno studioso parlerebbe così per un dato come quello che sembrerebbe emergere, ammessa la correttezza dell'analisi di Hooker si tratta sempre di un dato singolo, isolato, di un sottogruppo, di una rielaborazione di dati ufficiali, pubblici, nessuna "copertura" o "complotto", perché questo clamore?
                                      In parole povere, lo studio originale che poi è stato "riletto" da Hooker non nasconde nulla, non dice bugie né cambia i dati: ha dato una lettura (anche spiegata nello studio stesso) che è stata invece rivista da un'altra persona, non c'è scandalo né complotto.

                                      Sono centinaia gli studi (anche di ottima fattura) che possono essere discussi, riletti, persino smentiti, questo succede quotidianamente nella ricerca medica, pensiamo alle infinite ricerche sull'utilità di un farmaco ed anche in campo vaccinale. Sembra invece che Thompson (ripeto, anch'egli co-autore dello studio) si senta in colpa per qualcosa che non appare così "eccezionale", anche ammettendo come corretta la rilettura dei dati da parte di Hooker.
                                      Il medico "pentito" (così emerge da alcune fonti "antivaccino") chiederebbe addirittura scusa via SMS a Wakefield per "quello che ha passato" perché lui si sente colpevole, nello stesso tempo qualcuno dubita sull'autenticità di questi messaggi. Ma che c'entra Wakefield in tutto questo? Nel suo caso si tratta di frode scientifica dimostrata e passata in giudicato, di altri dati, di altri studi, di un'altra vicenda.

                                      Il ritorno di Wakefield.

                                      Andrew Wakefield entra in pieno in questa storia. Ricordiamo che fu protagonista di una frode scientifica quando realizzò uno studio che secondo lui dimostrava che il vaccino trivalente (lo stesso di cui stiamo parlando) fosse causa di autismo. Successivamente si scoprì che Wakefield manipolò e falsificò i dati su richiesta di un avvocato che si occupava di cause di risarcimento da danni da vaccini al quale serviva qualche studio che dimostrasse come i vaccini fossero causa di autismo, fu per questo che Wakefield usò dati falsi ed un comportamento disonesto per la preparazione dello studio. Il medico per questo motivo fu radiato dal suo ordine professionale, In questa vicenda è colui che comunica con il ricercatore "pentito" e che sulla storia ha creato un film o meglio un documentario di cui parlerò più avanti.

                                      Wakefield è sicuramente il principale guru della lobby antivaccino mondiale, un'occasione così non poteva non sfruttarla e che lui sia coinvolto in questa storia non deve quindi stupire.

                                      Ad aggiungere mistero a questa strana storia, il fatto che il video nel quale Wakefield la raccontava (e nel quale appaiono gli spezzoni della "confessione" di Thompson), fu pubblicato nel sito della CNN (noto network televisivo statunitense) ma dopo pochi giorni la pagina che lo conteneva sparì nel nulla.
                                      La CNN (dopo le accuse di "censura") ha spiegato quella "sparizione" in maniera molto più semplice: il video non era "ufficialmente" riconosciuto dalla rete televisiva ma, come abitudine, inserito da un utente perché tutta la comunità on line potesse scegliere se diffonderlo o meno (c'è una pagina dedicata a questa iniziativa, si chiama iReport, sono gli spettatori a scegliere i contenuto ed ho visto personalmente il video appena uscito con lo spazio per votarne la permanenza o la cancellazione dal sito). Il pubblico, votando negativamente, ha scelto di cancellarlo dal sito. In seguito alle proteste ed alle accuse di censura, la CNN lo ha rimesso on line con la dicitura "non verificato dalla CNN".
                                      Il CDC, avvertito della polemica, stempera l'atmosfera sostenendo che quello di Thompson è un normale dissenso su una visione diversa dei dati dello studio, gli antivaccino parlano di frode deliberata, di scoperta epocale.
                                      Il finale di questa storia (come accennavo prima) è un film. Andrew Wakefield ha diretto un "documentario" su questa vicenda, pellicola prima accettata e poi cancellata dal programma del Tribeca film festival (una rassegna cinematografica molto nota negli USA).

                                      Il titolo è "Vaxxed" ed ha toni drammatici ed apocalittici, con testimonianze di genitori e le parole dell'ex medico truffaldino messe in risalto. Un classico del film scandalo che di oggettivo ha molto poco. Nel film (ovviamente?) non si accenna per niente ai trascorsi di Wakefield, alla sua radiazione ed alla sua frode scientifica.
                                      Infine la politica. In una conferenza stampa che ha seguito una proiezione, Hooker si è arrabbiato con Thompson (lo scienziato del CDC che avrebbe confessato) chiamandolo "traditore" perché non si è mai dimesso dal suo lavoro "istituzionale" (come può lavorare per chi chiama "disonesto"?) ed anzi si è detto convinto di continuare con il suo impiego al CDC.
                                      Infine, un deputato americano, Bill Posey (già noto per le sue posizioni "complottiste" e che ha ricevuto sostegno economico da antivaccinisti) ha raccontato la storia di cui parliamo durante una seduta del parlamento statunitense.
                                      In Italia di questa vicenda si è parlato pochissimo, fino a pochi giorni fa, quando è stata annunciata la proiezione di Vaxxed in un'aula del Senato della Repubblica, proiezione poi annullata dagli stessi organizzatori ed occasione di proteste e preoccupazioni del mondo medico e scientifico del paese.

                                      Ecco, questa è la storia, ho cercato di descriverne i protagonisti ed i particolari. Vi siete fatti un'idea? Secondo voi, a prima vista, c'è uno scandalo vero? Questo mi interessa perché mi sono avvicinato alla storia senza saperne tanto e, leggendo in giro, non riuscivo a capirne il significato. Solo studiandola e (con difficoltà) conoscendone i particolari, la nebbia un po' si dirada ed ho scoperto delle cose interessanti.
                                      Questi sono i fatti, la vicenda.
                                      Nella prossima parte dell'articolo scenderò invece nei particolari, parlerò dello studio che ha originato tutto ed approfondirò, discutendo anche dei dati che hanno originato la polemica. Almeno per capire qualcosa in più e per comprendere perché, di una storia ordinaria e per nulla "strana", si è creato un polverone. Tanto da farci un film.

                                      Alla prossima.

                                      Vaxxed: Il misterioso complotto sui vaccini creato per farci un film. (seconda parte)

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                                      Nella prima parte dell'articolo ho descritto una vicenda che ha suscitato molta polemica negli Stati Uniti, da noi non se ne è parlato tanto fino a pochi giorni fa.
                                      Abbiamo conosciuto i punti principali della vicenda ed i protagonisti della storia, ora possiamo scendere nei particolari ed analizzare questo presunto scandalo che è diventato addirittura un documentario il cui regista è Andrew Wakefield.

                                      È lui il medico che falsificò uno studio dicendo che il vaccino trivalente (morbillo-parotite-rosolia) fosse causa di autismo e che, per aver usato dati falsi, manipolazioni e per problemi etici, fu radiato dall'ordine dei medici britannico. Lo stesso argomento che a Wakefield costò la carriera è ripreso in questa vicenda: il vaccino trivalente sarebbe causa di autismo. Da tutto questo è stato tratto un documentario dal titolo "Vaxxed". In pratica c'è un filo conduttore unico, l'ex medico Wakefield che continua a riproporre la sua teoria.

                                      Ma se questa è stata smentita, se il suo studio è stato sbugiardato e ritirato, se Wakefield ha perso la licenza per esercitare cosa è cambiato per tornare sull'argomento? Approfondiamo la storia e vedremo che non è proprio semplice. Prima un breve riassunto (per leggere più particolari meglio leggere la prima parte del post).

                                      La storia: CDC whistleblower.

                                      Antefatto : uno studio, pubblicato nel 2004 e che studia un gruppo di bambini statunitensi, conferma ciò che si era visto in altri studi, ovvero che non vi è alcuna connessione tra vaccino antimorbillo ed autismo. È la conclusione che oggi possiamo definire comunemente accettata dalla comunità scientifica.

                                      Un bioingegnere, Brian Hooker, coinvolto nell'argomento perché direttamente interessato da cause di risarcimento da presunto danno da vaccino (ha un figlio autistico e crede che il problema derivi proprio dal vaccino trivalente) chiede alle autorità di avere i dati dello studio (li ottiene) per poterli rianalizzare e dalla sua "revisione" esce fuori un'altra conclusione: nel gruppo di bambini studiati per la ricerca, in alcuni di essi (neri, maschi, vaccinati entro i 36 mesi) il rischio di autismo associato alla vaccinazione è altissimo, c'è insomma una forte correlazione (attenzione: non un rapporto causa-effetto ma una correlazione, un semplice legame) tra vaccinazioni ed autismo, i bambini autistici sono molto più frequenti in quelli vaccinati. Questo rischio aumentato sarebbe già emerso nello studio originale ma gli autori, alla fine avrebbero deciso di non considerare le differenze di razza nelle conclusioni finali.

                                      La cosa sarebbe stata confermata da William Thompson, co-autore di quello studio e scienziato statunitense del CDC (Center for Disease Control, ente sanitario statunitense) che si dice "pentito" per non aver rilevato quella scottante verità ai tempi della ricerca originale, l'uomo aggiunge che gli autori decisero di distruggere tutti i documenti dello studio che però lui conservò perché non gli sembrava giusto distruggere una tale mole di dati.
                                      Questi dati (a fondo pagina trovate il link per scaricarli tutti) sono passati da Thompson a Wakefield ed Hooker e quest'ultimo pubblica queste sue conclusioni in un nuovo studio che è uscito dopo qualche mese. Il fatto che Thompson sia una persona "interna" alle istituzioni (è uno stimato studioso del CDC) crea ancora più mistero attorno alla storia. È lui ad essere chiamato "whistleblower" ("testimone", "informatore").

                                      Le autorità e l'autore principale dello studio (il prof. DeStefano) smorzano le polemiche: non c'è nessuna novità e nessun segreto, Hooker ha semplicemente "ricalcolato" i dati inserendone altri in modo che alla fine si giungesse alla conclusione che desiderava. Hooker è d'altronde un antivaccinista convinto e da anni ha scelto ufficialmente la missione di "perseguire" il CDC per svelare quella che secondo lui è la verità, ovvero che il vaccino trivalente abbia causato l'autismo del figlio. A coordinare tutto sempre lui, Andrew Wakefield, l'ex medico capofila dei movimenti antivaccino del mondo che ha infine tratto il film Vaxxed dalla vicenda.
                                      Saremmo quindi davanti ad una scoperta epocale condita da un complotto o si tratta della solita esagerazione di chi ha interesse (economico) a rendere esistente un collegamento smentito da più parti?
                                      Approfondiamo. Partiamo dalla "rianalisi" che Hooker ha fatto dello studio originale.

                                      L'analisi di Brian Hooker

                                      Brian Hooker nella sua "rianalisi" (pubblicata su una rivista scientifica) parte male. Per riferirsi alle ipotesi che legano le vaccinazioni all'autismo si appoggia ad altri studi che però sono di livello bassissimo e senza impatto, per esempio cita diversi lavori di Mark Geier, ex medico (radiato per le sue pericolose pratiche ciarlatanesche, curava l'autismo con la castrazione chimica), considerato un guru dai movimenti antivaccino, poggiare le proprie ipotesi su altre ampiamente smentite non è il massimo dell'equilibrio, Hooker cita anche i lavori di Andrew Wakefield, la cui affidabilità è, diciamo, discutibile. Insomma, l'autore dello studio non sembra così "neutrale" e privo di pregiudizi da risultare attendibile. Si scopre anche che Hooker, come detto, è già un personaggio coinvolto in ambienti antivaccinisti, essendo padre di un bambino autistico con in corso una causa legale per ottenere risarcimento e basandosi proprio sull'ipotesi che sia stato un vaccino a causare il problema del ragazzo, fa parte di un gruppo antivaccini molto attivo, non si può parlare quindi di mancanza di interessi personali nell'ottenere quei dati. D'altronde lo stesso Hooker ha dichiarato ufficialmente (anche nel film Vaxxed) di aver perseguitato per anni gli scienziati delle istituzioni americane che studiano i vaccini e che il suo scopo era quello di demolire il CDC, il suo fine quindi è proprio quello: distruggere l'istituzione.

                                      A quanto pare anche lo studio dei dati da parte di Hooker non sarebbe perfetto. C'è un detto tra gli statistici: "shit in, shit out", tradotto (in maniera elegante): "se inserisci spazzatura esce spazzatura", perché a quanto pare chi ha studiato quei dati non si è curato di farlo in maniera impersonale e fredda ma li ha "strizzati", ottenendo i risultati che voleva.
                                      L'argomento è prettamente statistico e rischierebbe di annoiare (è anche complicato), ma le critiche alla parte statistica della ricerca non sono poche, provo a riportarle.
                                      Hooker ad esempio ha usato il "chi quadro" (uno dei tanti metodi di analisi statistica, il test di Pearson) per controllare il nesso tra vaccinazione MPR ed autismo nelle varie età mentre, nei dati originali di DeStefano, era stata usata la regressione logistica condizionale (un altro metodo statistico), questa seleziona meglio i dati, quella usata da Hooker tende ad amplificare i risultati con più possibilità di errore poiché ha analizzato uno studio "caso controllo" (lo studio originale, che analizzava i fattori di rischio di individui paragonati a casi di controllo) come se fossero dati di "coorte" (che analizzano il rischio relativo ad una condizione, in individui con fattori di rischio diversi).
                                      Questa anomalia statistica l'ho ricavata dai vari articoli di critica, non sono competente nel campo e quindi non saprei fino a che punto si possano ritenere motivi affidabili per "demolire" il lavoro di Hooker, per i curiosi, esistono in rete molti articoli che smontano pezzo per pezzo l'analisi statistica in questione.

                                      Ma c'è dell'altro e molto più evidente. Per esempio il fatto stesso che l'aumento di incidenza di autismo sia stato notato solo in un sottogruppo (se cerchi a tutti i costi un risultato, selezionando progressivamente dei gruppi da studiare o riducendone i criteri di selezione è più semplice ottenerlo) fa pensare ad un risultato spurio (cioè non corretto, condizionato da altri fattori).

                                      Hooker, inoltre, ha dovuto modificare (arbitrariamente) alcuni dati per ottenere quelli che cercava (i bambini di colore erano pochi e quindi ha abbassato il limite d'età della vaccinazione, considerando quello a 31 mesi, per inserirlo nello studio statistico, vedi tabella sotto). Insomma, ha cercato quei risultati, non li ha ottenuti in maniera equilibrata.

                                      Hooker, avendo pochi bambini (cinque) nel gruppo da studiare, diminuisce i mesi di analisi dei dati, da 36 a 31

                                      Che il rischio di autismo aumenti con l'età poi, può non sorprendere. Le diagnosi di autismo si fanno quando il bambino ha raggiunto almeno i 3 anni (perché è il quel momento che si possono notare anomalie del linguaggio, dello sviluppo, dell'interazione con l'ambiente, non prima), che rispetto ai più piccoli siano i bambini più grandi a ricevere più diagnosi di autismo non è un dato nuovo, lo sappiamo, ma Hooker associa anche questo dato con la vaccinazione, non nota rischio per la vaccinazione prima dei 18 mesi, un lieve rischio a 24 ma un rischio aumentato del 340% a 36 mesi, il dato è visto da Hooker come "interessante" quando potrebbe essere assolutamente normale senza studiarlo attentamente.
                                      L'autore non tiene conto neanche del fatto che i bambini con diagnosi di autismo hanno più possibilità di essere vaccinati precocemente, spesso infatti (negli Stati Uniti, ma anche da noi) sono inseriti in attività di sostegno, in sistemi prescolastici o scolastici, in strutture che richiedono la vaccinazione obbligatoria (così spiega la correlazione il CDC in un suo comunicato relativo a questa vicenda) e non tiene conto nemmeno di altri fattori che in passato hanno mostrato di condizionare pesantemente la diagnosi di autismo, primo tra tutti lo stato economico e sociale delle famiglie e d'altronde non vi sarebbe alcun motivo biologico plausibile per spiegare una differenza tra bambini neri e bianchi nell'incidenza di autismo (infatti anche per questo non si differenzia l'etnia in questo tipo di studi), si tratta con molta probabilità di un dato, ammessa la sua correttezza, dipendente da altri fattori, quello che si dice "spurio"...e sono troppi questi fattori ignorati, volontariamente o meno non lo sappiamo.
                                      Lo sottolinea anche Paul Offit, professore di pediatria e scrittore, che sostiene come quei dati mostrino semplicemente la realtà che però gli antivaccino hanno manipolato a loro vantaggio. Secondo Offit le comunità nere, avendo un minore livello socio-culturale tendono ad essere meno vaccinate. Quelli tra loro che hanno avuto una diagnosi di autismo sono però seguiti dagli enti preposti che quindi li inviano a vaccinazione perché "conosciuti" ai servizi sociali.
                                      Per questo Offit dice che non sono stati i vaccini a provocare l'autismo di quei bambini ma è stato l'autismo che li ha fatti vaccinare (cosa che spesso non fanno se non seguiti dalle istituzioni) e per questo nel sottogruppo di bambini neri, gli autistici sono fortemente correlati alle vaccinazioni. Questo dato sembra essere confermato proprio dai registri vaccinali relativi all'anno studiato dalla ricerca di cui si parla, il 1993.
                                      I bambini di colore hanno una percentuale minore del 10% di vaccinazione antimorbillo rispetto a tutti gli altri. Se quelli studiati nella ricerca mostrano una più alta percentuale di vaccinazioni, sembra plausibile che questo sia avvenuto perché si trattava di bambini con diagnosi di autismo. Con tutta probabilità, quindi, proprio chi tra loro ha ricevuto una diagnosi di autismo è stato avviato ai controlli e le procedure sanitarie (tra le quali la vaccinazione) che non seguivano in precedenza ed è per questo che ad aumento di vaccinazioni corrisponde aumento di autismo.

                                      Nel 1993 i bambini di colore hanno avuto il 10% di vaccinazioni in meno rispetto agli altri.
                                      Indubbiamente i bambini di colore o bianchi, ispanici, arabi o asiatici, sono ovviamente individui molto simili biologicamente e che l'analisi dei dati abbia dato questo risultato è quindi strano, soprattutto se consideriamo anche i numeri: il gruppo dei bambini di colore è troppo piccolo per farne una statistica attendibile.
                                      Da sottolineare che, al contrario di quello che sostengono gli antivaccino (parlano di frode, imbroglio, danno deliberato), non vi è nessun dato censurato o nascosto, i dati sono quelli dello studio (che infatti il CDC ha fornito su richiesta ad Hooker), pubblici, a disposizione di tutti coloro che ne facciano richiesta, è la "lettura" degli stessi che è diversa.
                                      Ho letto anche che dal calcolo (non posso rivedere i numeri visto che lo studio è stato ritirato) risulterebbe che il rischio aumenta di 2,4 volte e non di 3,4, ma il dato a questo punto sarebbe relativamente importante, prima bisognerebbe capire se è corretto o meno il risultato generale.
                                      Per onestà e correttezza, infatti, non si può dire però che i dati siano sicuramente sbagliati o per forza manipolati in malafede, ma si può dire che così non dicono niente di nuovo, sono una rielaborazione di numeri conosciuti, il cui risultato è spiegabile in molti modi e proprio per questo si pongono diversi interrogativi sulla loro correttezza (interpretativa), troppi fattori che possono condizionarli e quindi nessuna conclusione sicura o probabile. Per questo motivo la storia, così com'è, non rappresenterebbe qualcosa di rivoluzionario o di particolarmente serio ma al limite un dato da valutare. Ma allora perché questo polverone ed addirittura un film che ha scatenato polemiche?
                                      Perché gli autori del film, Wakefield in testa, descrivono tutto questo come una "truffa" accertata e dimostrata. È vero o gli autori sono in malafede?

                                      La malafede si può sospettare solo conoscendo il contesto in cui è nata questa storia e sapendo chi è Wakefield, l'ex medico che ha orchestrato tutto.
                                      Thompson, colui che avrebbe rivelato una grande frode del CDC non ha subito ripercussioni sul posto di lavoro, visto che è ancora un dipendente dell'ente (se avesse "rubato" dei dati nascosti probabilmente ora starebbe manifestando come disoccupato) ed ha ricevuto pure un premio produttività, ha dichiarato di avere buoni rapporti con i colleghi ed ha ribadito che per lui i vaccini restano efficaci e sicuri. L'atmosfera di spionaggio e segreti è quindi esagerata e costruita appositamente.

                                      Questo studio quindi, molto probabilmente, non dimostra che nei bambini afro americani vaccinati prima dei 36 mesi vi sia un aumento di incidenza di sindrome dello spettro autistico rispetto agli altri bambini (perché questo non emerge in moltissimi altri studi).
                                      Il clamore suscitato sembra quindi artificiale: ammesso e non concesso (e per trarre una conclusione da uno studio simile con conclusioni che smentiscono decine di altri studi di concessioni ne servono tante) che il dato emerso fosse attendibile, potrebbe essere un punto di partenza per ulteriori ricerche, per trovare un fattore che condiziona quel particolare sottogruppo ma non gli altri, ma tutto è stato usato per l'ennesimo scontro antivaccinisti/scienziati con un caos che alla fine non serve a nessuno, neanche a capire se da questa storia ci sia da salvare qualcosa. Nella migliore delle ipotesi insomma, questo sarebbe un dato che va in contrasto con decine di altri e che deve essere al massimo approfondito per confermarlo.
                                      Ci sarebbe da aggiungere un altro dato provocatorio.
                                      Se, come dicono anche in Italia i gruppi antivaccino, questa "rilettura" fosse corretta, se fosse vero che i vaccini aumentano il rischio di autismo nei bambini di colore, significa che abbiamo finalmente la dimostrazione che negli altri bambini questo rischio non esiste? Se prendiamo per vere le conclusioni del "nuovo" studio che ha causato la vicenda si potrebbe dire (usando i metodi antivaccinisti) di sì.
                                      In parole povere: chi dice che alcuni bambini italiani non di colore abbiano un autismo causato dai vaccini starebbe mentendo. Curioso, vero?

                                      Ma non è finita.
                                      Tiriamo un po' il fiato e ricominciamo.

                                      Le reazioni

                                      Immancabilmente questa storia ha creato molta polemica.
                                      Il CDC ha risposto in maniera netta.
                                      I dati "non sono stati differenziati secondo la razza dei bambini in tutto il campione studiato" (solo una parte del campione era dotato di certificato di nascita dal quale si potevano estrarre informazioni supplementari). Per il CDC "i dati restano sempre a disposizione di chiunque li volesse studiare e sono benvenute le ulteriori analisi con possibilità di pubblicazione. Altri studi, anche i più rigorosi e recenti, hanno confermato che non vi è alcun nesso tra vaccinazione ed autismo".

                                      A questo punto la rivista scientifica che aveva pubblicato lo studio, viste le polemiche e la possibilità che quelle conclusioni non fossero corrette, lo ha ritirato (perché l'autore non ha citato i suoi conflitti di interesse e perché i risultati sarebbero scorretti e frutto di una manipolazione statistica) l'informatore "segreto", ormai non più segreto, si è detto disposto a collaborare per rianalizzare i dati e rilascia un comunicato, inizialmente pubblicato nel sito del suo avvocato (pagina ora non raggiungibile, ma una copia si trova in vari siti, tra i quali questo), nel quale più o meno dice di essere dispiaciuto che gli autori dello studio (tra i quali vi era anche lui, ricordo) non abbiano messo in evidenza questi risultati e che non ha nulla contro i vaccini che hanno salvato milioni di vite umane incoraggiando i genitori a vaccinare i propri figli. Aggiunge poi:

                                      "Ho discusso diverse volte dei miei lavori, non sapevo però di essere registrato e che la mia voce finisse su internet, non avevo dato nessun consenso"

                                      ...e sui dati dello studio:
                                      "Mi sono preoccupato per la decisione di omettere risultati rilevanti in un particolare studio per un particolare sottogruppo di un particolare vaccino [...] uno scienziato ragionevole può avere interpretazioni diverse dei dati [...] farò di tutto per assistere qualsiasi ricercatore che abbia lo scopo di capire se i vaccini siano o meno correlati all'autismo. I miei colleghi al CDC sono stati decisamente professionali, non ho ricevuto pressioni, rappresaglie né sono stato allontanato dalla struttura, come qualcuno ha lasciato capire"
                                      Insomma, Thompson ufficialmente non appare come lo spregiudicato antivaccinista che spara a zero ed urla allo scandalo, ha un atteggiamento molto più "diplomatico" ed accettabile e fa quasi un passo indietro, bisognerà capire se è stato messo in trappola da persone senza scrupoli, stia esprimendo un suo corretto dissenso scientifico o semplicemente si sia reso conto di averla fatta grossa. L'ipotesi dell'improvviso impazzimento la evito, anche se sicuramente il suo comportamento fa sorgere molte perplessità e sta imbarazzando più di una persona, tanto che qualcuno cerca spiegazioni nel carattere timido, ansioso ed ingenuo del ricercatore americano. D'altronde Thompson, anche nel suo comunicato, ribadisce che "i vaccini hanno salvato innumerevoli vite e mai suggerirei ad un genitore di evitare la vaccinazione". 

                                      Ma perché allora se avesse avuto davvero dei dubbi su uno studio da lui stesso firmato non li ha esposti senza clamori e ufficialmente? Perché non li ha espressi nelle sedi adeguate e prima (sono passati 10 anni dallo studio di DeStefano firmato anche da lui)? Thompson ha fatto affermazioni molto gravi!
                                      Perché le avrebbe rivelate con leggerezza ad un interlocutore del tutto inattendibile? In fondo in questo modo, ammessa la correttezza della sua ipotesi, l'ha svilita, ridicolizzata, l'ha resa inattendibile. Chi avesse la prova seria dell'esistenza della vita extraterrestre la rivelerebbe al direttore di un quotidiano scientifico noto e stimato per la sua attendibilità o la sussurrerebbe in segreto al rappresentante di un club ufologico considerato inaffidabile?

                                      Il primo autore dello studio del 2004 (quello "originale" rianalizzato da Hooker), Frank DeStefano, ha dichiarato che il suo co-autore, Thompson, non ha mai avuto ripensamenti o dubbi su quei risultati, nemmeno pochi mesi fa, quando i due si erano incontrati.
                                      In ogni caso DeStefano conferma i risultati dello studio, conferma che non evidenziano nessun collegamento tra vaccinazione ed autismo e sostiene che secondo lui il dato estrapolato da Hooker è probabilmente dovuto a fattori esterni (soprattutto l'aumento di vaccinati nei bambini autistici per il loro inserimento nel sistema educativo).
                                      Il fatto che non sia emerso quel rischio nel sottogruppo dei bambini di colore, secondo DeStefano è dovuto all'esclusione della distinzione per etnia (race, "razza" in inglese) dei bambini studiati e questo perché mancavano, per molti di essi, i certificati di nascita. Questo ha un riscontro. Nelle bozze dello studio c'è un appunto a penna ("I would include race as a covariate, not as an exposure variable.") che dice chiaramente di non prendere in considerazione l'etnia dei bambini (vedi figura sotto) e quindi nessun complotto o censura, era un dato già deciso all'inizio.

                                      Bozze dello studio di DeStefano: l'autore sottolineava già di non prendere in considerazione l'etnia dei bambini studiati.

                                      Thompson (lo scienziato "traditore"), nel frattempo, ha ammorbidito la sua posizione, sembra abbia personalmente rianalizzato i dati giungendo alla conclusione che lo studio originale di cui era co-autore avesse concluso correttamente (e questa sua posizione ha irritato fortemente gli antivaccino che prima lo avevano avuto come "chiave" di tutta la vicenda ma ora parlano di manipolazione), cosa che dovrebbe annunciare a breve.

                                      C'è da dire che il sospetto che si tratti di un'operazione "pilotata" e progettata è molto forte: già il giorno dell'uscita del video nel quale Wakefield annunciava lo "scoop" che ha dato inizio alla vicenda, si è scatenata sui social network (Facebook, Twitter) un'ondata organizzata di accuse, proteste e pressioni, anche ben orchestrata, con Andrew Wakefield in prima fila che parla di "rivoluzione" che dice "è solo l'inizio" e che incita i suoi "seguaci" a diffondere dovunque le proteste, molti "giornalisti indipendenti" hanno rilanciato la notizia in maniera martellante nei loro siti e nelle settimane passate è avvenuta una vera e propria campagna con forti pressioni della lobby antivaccinista nei confronti delle autorità, della stampa e di personalità di vario tipo (senza grandi risultati) con attacchi precisi e mirati a personalità influenti. Persino un politico americano (già noto per le sue simpatie "complottiste") ha fatto un'interrogazione al parlamento statunitense.

                                      La mia prima impressione è stata quella di una reazione esagerata per qualcosa di assolutamente poco importante e la sequenza ravvicinata "scoop-scandalo-film-polemiche"è abbastanza tipico delle promozioni cinematografiche hollywoodiiane: creare un caso e legarlo all'uscita di un film è un vecchio mezzo pubblicitario delle produzioni di Hollywood. Se "puliamo" la storia di tutto il corollario "spionistico" e "complottistico", siamo davanti ad una rilettura di dati medici fatti da un bioingegnere (Hooker non è medico, né statistico o epidemiologo) con metodi discutibili e che evidenziano, ammesso e non concesso sia tutto vero, un risultato singolo, poco significativo e spiegabile in altri modi che non siano quelli cercati dalla lobby antivaccinista ma, se anche si ammettesse la correttezza dei dati saremmo molto lontani dal poter dare un giudizio definitivo, sono troppi i dati che smentiscono questa conclusione.
                                      La cosa più probabile è comunque che si tratti di una conclusione errata: usando i numeri in maniera sbagliata si è ottenuto un risultato discutibile e poco importante, non invalida ciò che già sappiamo. L'interesse evocato è molto probabilmente costruito ed interessato.
                                      Insomma, nella "peggiore" delle ipotesi, si tratterebbe di un dato da rivedere ed approfondire che nulla aggiunge o toglie a quello che sappiamo finora.
                                      La "montatura" mi sembra abbastanza evidente.

                                      Qualcuno parla di enorme ingenuità di Thompson che, probabilmente in buona fede, si sarebbe visto "rubare" dei pensieri poi usati in altri contesti e per interessi ben precisi, cosa verosimile, considerando che probabilmente il dott. Thompson con questa uscita ha bruciato decenni di onorata ed apprezzata carriera ed alla luce del suo probabile ed annunciato"passo indietro". Per completare il quadro sono state pubblicate delle mail che Thompson ha inviato ad una responsabile del CDC nelle quali si dichiarava preoccupato dei documenti relativi allo studio sui vaccini e delle conseguenze legali di una richiesta ufficiale di pubblicazione della documentazione relativa al suo studio sul vaccino trivalente (negli Stati Uniti esistono leggi che possono obbligare un'istituzione pubblica a pubblicare dati riservati per rispondere ad una richiesta di trasparenza).
                                      Dagli antivaccino queste mail sono state interpretate come "paura" di dire la verità (quindi "prova" dell'inganno sui vaccini) da altri (ed a me sembra la spiegazione più plausibile) semplicemente la preoccupazione dello scienziato che avrebbe dovuto consegnare tutti i suoi documenti, appunti e note compresi, preoccupandosi delle conseguenze legali del diffondere dati e numeri dello studio che sarebbero riservati e sensibili.

                                      Alla fine della vicenda, escludendo gossip e film scandalistici, dal punto di vista scientifico cosa è cambiato?
                                      Niente, gli antivaccino continuano con la loro opera di terrorismo (molte ipotesi, tante congetture, nessun dato), le autorità sanitarie annaspano con la loro pachidermica maniera di informare ed i bambini continuano ad essere vaccinati mentre qualcuno casca con tutti i piedi nella disinformazione degli antivaccino. Chissà se questa storia avrà un seguito.

                                      Il film: Vaxxed.

                                      Per concludere arriviamo al film Vaxxed. Realizzato proprio da Andrew Wakefield il film parte da questa vicenda dello "scandalo" del CDC per poi concludere (senza altri elementi) con la tesi di partenza: "il vaccino trivalente è causa di autismo". In un attimo la truffa di Wakefield rinasce dalle sue ceneri ad opera di...Andrew Wakefield. Un tentativo di rifarsi un'immagine già distrutta dalla radiazione, dalla frode commessa e dalle violenze sui bambini di cui fu autore l'ex medico inglese.
                                      L'operazione sembra ben architettata. Un presunto scandalo, un film che lo sfrutta per ripescare una vecchia tesi e tutto diretto da chi quella tesi l'aveva costruita con la menzogna. Argomenti perfetti: storie drammatiche, famiglie in crisi, bambini e ragazzi in condizioni pietose sbattuti in video e la solita storia: "mio figlio stava bene ma dopo il vaccino è stato male". Anche le immagini e le musiche guidano chi guarda nel tunnel: bambino allegro e vivace e poi bambino in cattive condizioni, scene che disturbano, che mostrano la sofferenza ad uso e consumo di Wakefield, che non fanno piacere perché strumentali. già l'inizio fa pensare ad un'operazione di propaganda, con la voce (doppiata) di Thompson (il "whistleblower") che dice "sono stato coinvolto in una frode che riguarda milioni di contribuenti" cosa assolutamente falsa, non c'è nessuna frode, come abbiamo visto.
                                      Ho notato che i genitori di bambini autistici intervistati nel film sono tutti attivisti già noti e che tutti hanno tratto la loro conclusione, non hanno avuto una diagnosi di danno da vaccino ma hanno "capito" personalmente che il problema del figlio fosse dovuto al vaccino. Anche gli scienziati che parlano nel film sono noti per le loro posizioni non scientifiche e spesso estremiste, a partire dal premio Nobel Luc Montagnier, ormai da qualche anno dedito alla scienza spazzatura.

                                      Spontaneamente mi è venuto da pensare che, se invece di perdere tempo e soldi dietro queste sciocchezze e queste persone lo facessero aiutando la ricerca sul campo, probabilmente aiuterebbero di più i loro bambini.

                                      Ma il "documentario" non è a difesa dei bambini o delle famiglie, appare chiaro che si tratta di una vendetta di Wakefield, tutto è sfruttato a suo vantaggio. Il problema per lui è che alla fine il film non ha avuto il successo sperato, circola negli ambienti antivaccinisti (che non hanno certo bisogno del film per convincersi delle loro idee), in piccoli cinema e non ha avuto nemmeno un successo di pubblico, Nonostante si cercasse di farlo passare come "documentario" che rispecchia fatti reali, il carattere di lucro, lo scopo commerciale dell'operazione è abbastanza chiaro. Il film è stato inizialmente condiviso su internet ma il controllo severissimo della casa di produzione ne ha impedito la diffusione gratuita.
                                      Un fenomeno curioso: alcune persone che cercavano il film in rete, trovandolo, notavano come il video scomparisse dopo pochi giorni, cancellato. Alcuni hanno gridato allo scandalo, alla censura, al fatto che si impedisse la diffusione di "argomenti scomodi" ma la realtà era ben diversa, era la stessa casa produttrice ad impedire la visione gratuita cancellando ogni condivisione pubblica, per non favorire la visione "pirata". Più che impedire la diffusione si è trattato semplicemente di un normale "impedire il business", anche qui, dunque, nessun mistero ma tanta voglia di guadagno.

                                      Il business.

                                      Che si trattasse di un'operazione commerciale non è neanche un mistero. Legittima ma subdola perché venduta come "documentario". Eppure un documentario che descriverebbe un dramma ed un grande complotto medico sulla pelle dei bambini non arriverebbe a vendere cappellini e braccialetti o il sapone del film con tanto di merchandising ufficiale, almeno per delicatezza.
                                      Proprio l'aspetto legato al lucro ha scandalizzato molte persone. Anche negli Stati Uniti alcuni rappresentanti di associazioni di bambini autistici hanno protestato vivacemente per l'uscita di questo film.
                                      Una di esse, l'irlandese Fiona O' Leary, rappresentante di un'associazione di autistici (Autistic Right Together), ha criticato a più riprese il film definendolo menzognero e come un danno per le persone con autismo.
                                      Fiona è una mamma in gamba, ha sempre lottato (e per questo è stata oggetto delle solite minacce) per difendere i bambini autistici (lei ne ha uno) dai ciarlatani, si è battuta contro le false cure per l'autismo (candeggina, terapie chelanti, diete, omeopatia ed altro), ha sottolineato i problemi che hanno gli autistici a scuola, al lavoro, in società.
                                      Per questo motivo ha lanciato una petizione per fermare la programmazione del film ed impedirne la diffusione, quando le è stato chiesto il motivo per cui si impegnasse tanto contro questo film, Fiona ha risposto: "mette in pericolo migliaia di bambini perché migliaia di loro muoiono per malattie prevenibili con le vaccinazioni. I vaccini non causano l'autismo ma salvano delle vite!".
                                      La risposta dei produttori del film non si è fatta attendere ed ha fatto molto scalpore. La compagnia di distribuzione del film ha inviato una lettera piuttosto minacciosa alla donna nella quale parla chiaramente di vie legali con un tono poco cordiale. Ecco la traduzione:
                                      Miss O' Leary,
                                      sono il responsabile di Cinema Libre Studio, distributore del film suddetto.
                                      Ho saputo che lei ha iniziato una campagna diffamatoria contro il film ed i suoi realizzatori.
                                      Inoltre sta tentando di evitare che il film venga distribuito e questo rappresenta un chiaro sforzo per danneggiare i nostri affari.
                                      I suoi commenti riguardo al film sono diffamatori e rispetto ai registi sono chiaramente calunniosi.
                                      È fatta richiesta affinché lei cessi immediatamente e desista dall'interferire con la distribuzione del film e anche di rilasciare qualsiasi dichiarazione su qualsiasi persona in riferimento al film, Cinema Libre Studio e/o Autism Media Channel, i suoi agenti, rappresentanti e/o impiegati inclusi il dott. Andrew Wakefield, Del Bigtree e Polly Tommey.
                                      Nell'eventualità che lei non soddisfi questa richiesta procederemo in una causa contro di lei. Richiederemo il risarcimento dei danni per tutte le perdite che risultassero direttamente legate alla sua azione.
                                      [...,]
                                      Insomma, una minaccia vera e propria.


                                      La lettera dei produttori di Vaxxed a Fiona O' Leary

                                      Fiona non si è persa d'animo, ha raccontato questa vicenda ed ha ottenuto molta risonanza, soprattutto nei social network.

                                      Sicuramente il film e la vicenda saranno sfruttati ancora per ribadire le vecchie tesi di Wakefield e quindi sapere cosa è successo e com'è andata può servire a chi vuole conoscere e capire. Per questo ho riassunto la vicenda.
                                      Se ci fossero novità ne discuteremo, per ora sappiamo solo che una storia per niente chiara e che non ha cambiato nulla in ciò che conosciamo nell'ambito vaccinale è diventata "scandalo" con evidenti motivazioni pubblicitarie e ideologiche.

                                      Conclusioni.

                                      Di tutta questa vicenda, la cosa che più mi ha colpito ed intristito è l'aver assistito al tentativo goffo e mal riuscito di riabilitare Andrew Wakefield. Aver visto l'ex medico inglese entrare nel nostro senato della Repubblica, fare foto con i fans, apparire quasi come un idolo o un beniamino del pubblico fa riflettere. Stiamo parlando di una persona condannata per frode scientifica e maltrattamento di bambini, sicuramente un cattivo esempio di scienza, medicina e moralità, questo sembra non importare a tante persone che ergono ad idolo un semplice furbetto. Tutto ciò è impressionante, il male che attira e che suscita ammirazione, è qui ben rappresentato.
                                      Wakefield, grazie a questo film ha conosciuto una nuova primavera, non ha probabilmente ottenuto quello che desiderava (una sua riabilitazione, dopo quello di cui si è macchiato, è molto improbabile) ma ha rafforzato la sua immagine di "guru" tra gli antivaccino.

                                      Per il resto non ho trovato nessun complotto né notizia eclatante nella rilettura (anche abbastanza banale) dei dati da parte di Hooker, tutto ha l'aspetto di una manovra ben architettata e con un finale (il film) già pensato a priori. Questa vicenda non cambia nulla nelle conoscenze mediche attuali ed ovviamente deve essere preso per quello che è: propaganda di un ex medico radiato per frode scientifica. Lo studio che sarebbe prova di un nesso vaccini-autismo si sgonfia ad una prima analisi e credo che tutto si possa riassumere con le parole di Paul Offit: non sono stati i vaccini a provocare l'autismo di quei bambini ma è stato l'autismo che li ha fatti vaccinare.

                                      Possiamo dunque concludere che non c'è nessuna novità nella falsa diatriba dei vaccini come causa di autismo, non c'è nessuna prova né nuovo dato. In particolare la vicenda CDC whistleblower è fondamentalmente una montatura creata per realizzare un caso con il doppio scopo di guadagnare tramite un film e di risollevare l'immagine ormai compromessa di Andrew Wakefield.

                                      C'è solo un elemento che, in tutta la storia, non sono riuscito ad inquadrare e capire.

                                      Una figura, quella di William Thompson (il "whistleblower", l'informatore).
                                      Messi da parte i sospetti di "pazzia", ingenuità o il plagio, non capisco il suo ruolo. Si dice pentito di non aver "rivelato" quei dati ai tempi dello studio (ma anche se l'avesse fatto non si tratta di dati straordinari o incredibili e lui non può non saperlo), ha creato un caos indescrivibile per poi continuare il suo lavoro al CDC, smorzare i toni ed evitare ulteriori scandali, insomma non riesco a capirne il vero ruolo.
                                      Se davvero fosse convinto di quanto detto, perché lo ha detto in segreto ed ora che tutto è pubblico non ne parla più? Semplice ingenuità? Vendetta verso qualcuno? Una bravata della quale non immaginava le conseguenze? Non si sa, di certo, per dare un'opinione precisa si dovrebbe giudicare l'attendibilità di William Thompson, probabilmente dipende tutto da questo, un piccolo mistero che devo chiarire e prometto di approfondire.

                                      Ma dopo tutte queste brutte storie ed intricate vicende, il lieto fine: il film è stato praticamente un fiasco.

                                      Quando si parlerà del film e della vicenda, quindi, non bisognerà mai dimenticare chi è Andrew Wakefield, definito dall'ordine dei medici inglesi (General Medical Council) come "disonesto ed irresponsabile". Una persona che ha mentito ripetutamente.

                                      Forse questo chiarisce più di ogni altra cosa ciò di cui parliamo. Dimenticare di chi parliamo perché un film racconterebbe una storia di spionaggio significherebbe, ancora una volta, confondere realtà e fantasia e Wakefield, purtroppo, è reale ed è stato capace di danni irreparabili.
                                      Non facciamolo accadere nuovamente.

                                      Alla prossima.

                                      NOTA:
                                      Mi scuso per la lunghezza del post, per la sua complessità ed a volte difficoltà di chiarezza, i fatti sono tanti, complicati ed intricati, non ho saputo ricostruirli meglio.
                                      Ci ho provato. La prima parte del post è qui.

                                      Allegato: tutti i documenti che William Thompson ha passato agli autori del film (attenzione, file .zip molto voluminoso, più  di 182 MB): scaricabile qui.

                                      I magneti della salute.

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                                      Chissà a quanti di noi sarà capitato di avere una prescrizione o di ricevere un consiglio relativo alla terapia con magneti.
                                      Troppo generico in effetti. Cerchiamo allora di restringere il campo e parliamo di magnetoterapia.

                                      La magnetoterapia sarebbe quella pratica medica che sostiene di sfruttare l'energia magnetica per curare diverse malattie, in particolare quelle legate ai dolori ed ai problemi ossei ed articolari. Esporre le persone a campi magnetici (a bassa o ad alta frequenza, e con intensità molto variabile, dai 100 ai 10.000 Gauss), migliorerebbe lo stato di salute e diminuirebbe i dolori. Questi campi magnetici possono derivare da varie fonti, apparecchiature elettriche, enormi calamite ma anche piccole calamite che possono essere contenute in indumenti o piastrine, in particolare nell'uso di magneti a contatto con la pelle, si parla di magnetoterapia statica quando i campi magnetici si creano grazie a campi elettrici o radio, si parla di elettromagnetoterapia.
                                      L'uso di magneti a scopo medico è molto antico ma ebbe un eccezionale impulso attorno al 1800, quando si diffuse la conoscenza del magnetismo al quale si affidarono proprietà praticamente miracolose. Ma i magneti non dimostrarono mai di curare alcuna malattia e quindi i "macchinari" diventarono una delle attrazioni tipiche di saltimbanchi e ciarlatani.

                                      L'idea dei magneti curativi non scomparì mai del tutto, arrivando sino ai giorni nostri. Già negli anni '60 e '70 molti enti sanitari provarono a capire se nei poteri quasi magici del magnetismo ci fossero anche reali poteri medici, si provò così la magnetoterapia in qualsiasi malattia, soprattutto in quelle senza cura, anche perché, dai primi esperimenti, i pazienti parlavano di sollievo dai sintomi o miglioramento.
                                      I dispositivi che usano l'energia magnetica a scopo medico si distinguono in due grossi gruppi. Quelli da magnetoterapia statica sono quasi tutti reperibili dovunque, nelle farmacie o nei supermercati, sono piccoli magneti (come le normali calamite casalinghe) che sono inseriti in tessuti, suole da scarpe, polsini, magliette o fasce. Indossando questi tessuti il magnete resterebbe a contatto con la pelle. Poi ci sono i macchinari. Questi sfruttano in genere l'elettromagnetismo, sono più voluminosi ed inviano degli impulsi che creano campi magnetici nelle zone da trattare.

                                      La pratica è così diffusa che non è difficile trovare macchinari di magnetoterapia in molti centri (specialmente centri di salute, di benessere o centri sportivi), con trattamenti che spesso prevedono diversi cicli (dai costi vari ma non bassi) ed è frequente anche l'offerta dii questi macchinari per l'uso a domicilio. Può essere interessante notare come molte delle affermazioni di chi vende o propone trattamenti con macchinari magnetici, sono piene di linguaggio pseudoscientifico, esoterico, si parla d "campo energetico", "aura", di "disintossicazione", "massaggio cellulare", poco di serio dunque.

                                      Gli effetti sulla salute dei campi magnetici furono studiati intensivamente quando si svilupparono i primi macchinari diagnostici che sfruttano proprio questa energia (risonanza magnetica, ad esempio) e si notò che il magnetismo non ha particolari effetti sull'organismo, soprattutto perché le intensità energetiche abitualmente utilizzate non possono averne, qualcuno ha stimato che, per avere un qualsiasi effetto evidente sul corpo umano, un magnete dovrebbe avere un'intensità tale da riuscire a deformare una barra di acciaio e se consideriamo che le calamite inserite in suole o tessuti con presunte proprietà curative hanno un'intensità magnetica che non riuscirebbe ad attraversare nemmeno l'epidermide, possiamo farci un'idea della sua utilità.
                                      Proprio i valori di potenza sono quindi il limite principale della magnetoterapia. L'elettromagnetoterapia (quella utilizzata da alcuni macchinari) riesce a sviluppare intensità maggiori ma comunque insufficienti ad avere un'azione sulle strutture dell'organismo, può riuscire però ad ottenere un surriscaldamento della parte trattata che, in certe condizioni (edemi, danni vascolari, muscolo-tendinei) può dare sollievo o velocizzare il recupero. In questo caso però è bene ricordare che il meccanismo d'azione non è "esclusivo" degli apparecchi magnetici ma è lo stesso che usano altre apparecchiature e, in ultima analisi, lo stesso ottenuto con un buon massaggio.

                                      Qualcuno ha allora ipotizzato effetti sul flusso sanguigno (il sangue contiene ferro) ma, anche in questo caso, non vi è alcuna evidenza di effetto né le normali intensità utilizzate mostrano di poterne avere (immaginate gli effetti dannosi se una risonanza magnetica condizionasse il nostro flusso sanguigno).
                                      Il mercato però è pieno di piccoli oggetti (indumenti, piastrine, cerotti, bracciali, fasce ed altro) venduti per i dolori che dicono di sfruttare gli effetti del magnetismo statico, si può dire che sufficiente sicurezza che il loro effetto è nullo (anche se sicuramente qualcuno ne avrà sperimentato l'effetto placebo). Si trovano anche nelle farmacie e nei supermercati, promettono la rapida risoluzione di problemi dolorosi ma, con tutta evidenza, non ci riescono e, forse per questo, i produttori ricorrono a testimonial (sportivi famosi, personaggi noti) per vendere il loro prodotto.

                                      Alcuni studi sembrano mostrare un effetto positivo dei campi magnetici sulla riparazione delle ferite e sulla rigenerazione dei tessuti (cosa che potrebbe tornare utile in alcuni traumi anche sportivi, ad esempio) e persino sulle ulcere ma non c'è evidenza che questo tipo di effetto sia diverso da quello dovuto al calore sviluppato da normali apparecchiature elettriche, effetto blando e poco costante. Se cerchiamo di concentrarci su quanto abbiamo a disposizione, non si potrà fare a meno di notare che il "successo" di questi trattamenti è fondamentalmente aneddotico: il passaparola, qualche esperienza personale ed ecco che, senza motivi plausibili, una vera e propria "arte magica" diventa medicina.

                                      Ovviamente chi propone questa pratica ne parla in maniera entusiastica, ne spiega benefici e grandi risultati e ne fa intenderne i buoni effetti, ancora più preoccupante quando a tessere le lodi di una tecnica che si può chiamare pseudoscientifica, sono medici ed operatori sanitari del servizio pubblico. Sono citati alcune volte degli studi ed anche esperimenti su animali che dimostrerebbero effetti dei campi magnetici su vari parametri ma si tratta quasi sempre di studi poco autorevoli o fatti con metodi discutibili, per esempio traendo conclusioni soggettive (intervistando i soggetti studiati) e non oggettive (parametri cliniici strumentali) o con pochissimi soggetti, inoltre molte volte la magnetoterapia è associata ad altre terapie a scopo "rinforzante" ma, anche in questo senso, non ci sono molte evidenze di funzionamento. Sorprendono anche alcuni argomenti di "praticanti" la magnetoterapia: "non ha dimostrato di funzionare ma non è stato nemmeno dimostrato che non funzioni, visto che però sappiamo che non fa male perché non usarla?", sono idee che, evidentemente, non tengono conto né del metodo scientifico né della logica e comuni a tutte le false medicine. Per questo oggi la magnetoterapia è considerata a tutti gli effetti una medicina alternativa senza basi scientifiche.



                                      Gli studi scientifici (più validi) sul tema però non lasciano molti dubbi. La magnetoterapia non ha effetti sul dolore né su malattie come la spondilite anchilosante o l'artrite reumatoide. Nessun effetto nemmeno su altri disturbi come l'incontinenza urinaria, i dolori da tunnel carpale o plantari o sull'osteoartrite, Interessante notare che anche in riviste scientifiche "alternative", sono comparsi studi che mostrano l'inefficacia di questi strumenti. Persino il NCCIH (National Centre for Complementary and Integrative Health, l'agenzia governativa americana per le medicine alternative) si è espresso chiaramente: "Non è stata mai provata l'efficacia dei magneti in nessuna condizione di salute [...] l'evidenza scientifica non supporta l'uso di magneti per il controllo del dolore". Nessuna evidenza di efficacia nemmeno per alcuni sintomi della menopausa.

                                      Si può ragionevolmente concludere quindi che l'applicazione di magneti non ha alcuna evidenza scientifica di efficacia e non ha mai provato in maniera sufficientemente certa di avere effetti benefici.

                                      C'è sicuramente un buon giro d'affari attorno ai magneti curativi, che sembrano...attirare come poche altre terapie per il dolore. In realtà, molto del loro successo è dovuto al fatto che la maggioranza dei disturbi osseo-articolari e dolorosi, oltre alla terapia sintomatica (analgesici, anti infiammatori) ed al riposo o alla riabilitazione non ha molte alternative, chi soffre di questi disturbi è spesso uno sportivo che ha quindi tutto l'interesse ad una ripresa rapida e completa, cosa praticamente impossibile, ecco che interviene la promessa del miracolo, i magneti, se si aggiunge che anche molti professionisti sanitari prescrivono trattamenti su base magnetica il gioco è fatto.

                                      Ma non funzionano.

                                      Per questo motivo in molti stati ed anche in Italia, sono state tante le richieste di ritiro di prodotti (soprattutto per pubblicità ingannevole) e multe ad aziende che promettevano effetti sulla salute mai realizzabili.
                                      Non bisogna però confondere questa pratica con altre proposte nello stesso tipo di disturbi, ad esempio le stimolazioni elettriche o quelle termiche, che hanno altri meccanismi d'azione.
                                      Infine una nota di colore: fu una delle bufale che apparvero per prime in questo blog, gli anelli dell'immortalità.
                                      Degli anelli con due calamite che, applicati ogni giorno, prima di andare a dormire, ringiovanirebbero progressivamente chi li indossa.
                                      Incredibile ma vero, c'è chi li acquista. Ancora più incredibile, c'è chi, non vedendosi ringiovanito, protesta con il produttore che, ovviamente, fa presente che in certi casi, oltre agli anelli, è necessario l'uso delle "Pillole della giovinezza" che, altrettanto ovviamente, sono acquistate.
                                      Come diceva Totò in un suo film, alla domanda "ma perché invece di truffare la gente non ti trovi un lavoro onesto?", rispose: "perché ci sono più fessi che datori di lavoro".

                                      Intanto occhio, è normale essere affascinati dalle promesse di miracolo ma da quelle in campo magnetico rischiamo di esserne irresistibilmente...attratti.

                                      Alla prossima.

                                      Datemi credito.

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                                      Probabilmente saprete (succede per molte professioni) che il medico, nel corso della sua carriera, ha l'obbligo di aggiornarsi.
                                      Ci sono corsi di aggiornamento molto importanti, di alto livello ed altri scadenti fatti solo per raccogliere dei "punti". Questi "punti" sono i crediti, si chiamano "ECM" (Educazione Continua in Medicina). Ogni medico deve raccogliere un certo numero di crediti per "certificare" il suo aggiornamento.
                                      Per i medici (con regole che sono cambiate nel tempo) sono previsti 150 crediti in tre anni. Inizialmente erano previste sanzioni per i medici che non raggiungevano il numero sufficiente di crediti, poi le cose non sono andate come previsto. Difficoltà di controllo, difficoltà nel trovare le sanzioni più giuste (e soprattutto più legali), difficoltà pratiche nel gestire l'enorme carrozzone dei corsi di aggiornamento. I problemi sono tanti: i corsi impegnano, costano, richiedono spostamenti e fatica e questo, chi lavora, non può farlo sempre comodamente. La cosa si fa più complicata perché i corsi sono anche un business, prevedono un'iscrizione (spesso non a buon mercato), danno lavoro a tante persone, spostano interi gruppi di medici (che devono rincorrere i corsi per raccogliere crediti) e così il business dei corsi e dei crediti ECM è oggi un problema reale.

                                      C'è poi un problema di fondo: se lo stato mi obbliga a raccogliere i crediti deve darmi anche la possibilità di farlo, quindi giorni liberi, corsi gratuiti (o rimborsati), possibilità di frequentarli, tutto questo non succede ed il mondo dei corsi che danno crediti è, non solo nel caos ma anche un bell'affare perché si punta quasi tutto sull'offerta di corsi ECM e pochissimo sulla loro qualità. Se lo stato raccomanda alle varie USL di destinare almeno l'1% delle risorse all'educazione dei propri dipendenti, questo accade raramente.



                                      Di corsi che offrono crediti ECM ce ne sono tantissimi, prezzi vari e, spesso, quelli che garantiscono un maggior numero di crediti (50, anche 75) hanno un prezzo più alto, potendo arrivare anche a 2000-3000 euro che, sommate alle spese di viaggio, vitto, alloggio, rappresentano spesso una spesa davvero notevole. Per questo, molti medici, scelgono con cautela i corsi ai quali partecipare. Bisogna raccogliere crediti ma non si può spendere un patrimonio, bisogna apprendere ma non si possono perdere intere settimane di lavoro per poi trovarsi con pochissimi crediti ed essere poco aggiornati. Così, invece di puntare alla qualità e creare occasioni di vera crescita professionale succede che si organizzano centinaia di corsi inutili, di basso livello, senza importanza, fatti solo per vendere crediti: basta pagare, frequentare due giorni di corso inutile ed i crediti obbligatori sono pronti. I crediti da assegnare a ciascun corso sono decisi da una commissione apposita del ministero della salute.

                                      Che senso ha?

                                      Stiamo parlando oltretutto di medicina, i medici devono veramente essere aggiornati ed addestrati, i corsi dovrebbero servire a questo, non a fare "punti". Voi preferireste un medico scadente ma pieno di "punti" o uno aggiornato ed addestrato con pochi "punti"? A prescindere dai crediti che ha raccolto, l'unico interesse del medico dovrebbe essere quello di saper fare bene il suo lavoro. Altro problema, non da poco è che molti corsi, proprio perché "richiesti" dai medici (sapere di dover raccogliere obbligatoriamente dei punti annuali è una rottura di scatole per chiunque), hanno costi di organizzazione spesso elevati, questi corsi sono quindi molte volte appannaggio delle case farmaceutiche, le sole che possono permettersi investimenti così importanti e così lo "sponsor" crea un chiaro conflitto di interessi perché è ovvio che, mentre aggiorno i medici, mai potrò andare contro i miei scopi, se investo denaro mai (ovviamente) parlerò male di un mio prodotto: aggiornamento pilotato, soprattutto quando si nota che molti dei corsi relativi ad un argomento sono tenuti sempre dagli stessi relatori, i cosiddetti "opinion leaders", nomi altisonanti nel loro campo che parlano in maniera positiva di un preciso prodotto farmaceutico, un modo per orientare il mercato del farmaco. Quale migliore forma di pubblicità?

                                      Si raccolgono dei relatori con qualche opinion leader a fare da ospite speciale, si organizzano due giorni di convegno o di corso, si contatta un'agenzia di provider (così si chiamano le agenzie che organizzano questi corsi) ed il gioco è fatto, un pacchetto completo. L'azienda farmaceutica ha due giorni nei quali infilare la pubblicità dei suoi prodotti e fare bella figura pagando l'iscrizione a vari medici. Agenzie, hotel e provider guadagnano qualcosa, i medici raccolgono qualche credito e si aggiornano: nel 60% dei casi i corsi ECM sono sponsorizzati dall'industria farmaceutica.
                                      Lasciare le cose così, quindi, conviene a tutti ma non si ottiene quello per cui è nato tutto questo, oltre a creare un pericoloso conflitto di interessi. Il problema è noto, se ne parla ma nessuno, forse perché i corsi ed i crediti sono lo stipendio per molte persone, fa niente per risolvere.

                                      Il problema è che si tratta di un campo assolutamente confusionario, caotico, disorganizzato.

                                      Se l'obiettivo dei crediti ECM era quello di assicurare l'aggiornamento dei medici, possiamo dire che è miseramente fallito. Il buon auspicio si è trasformato in un business.

                                      Ovviamente al medico converrà andare ad un corso (o un convegno) con la minore durata possibile ed il maggior numero di crediti possibili, ottenere cioè il massimo rendimento con il minimo sforzo ed il numero di crediti che ogni corso può offrire si basa su una serie di regole (durata, parte pratica, ore di lezione, ecc.).
                                      Sorvolo sulla prova finale: ogni corso o convegno prevede la compilazione di un questionario (delle domande, spesso a risposta multipla) per controllare le competenze acquisite dal partecipante, serve a vedere se, chi ha assistito, ha capito quanto spiegato.
                                      Inutile dire che si trasforma in un'operazione di comune aiuto, questionari fatti assieme, copiando e collaborando, quale medico parteciperebbe ad un corso pagando cifre elevate con il rischio di non ottenere alla fine né il "diploma" né i crediti? Quale provider organizzerebbe corsi a pagamento i cui "corsisti" dopo aver pagato non otterrebbero i crediti?

                                      Succede così di avere un corso avanzato di chirurgia oncologica ginecologica (operare donne con un tumore maligno) che prevede 13,1 crediti ed uno di "Floriterapia" (curare con i fiori di Bach) che ne prevede 50.
                                      Si potrà dire che quello che ha imparato a curare con i fiori ha più "credito" di quello che sa operare i tumori. Cosa potrebbe comportare una situazione del genere? E dove sarà tentato di andare il medico pigro e furbetto? Dove gli converrà spendere i propri soldi? Per togliermi l'obbligo dei crediti, un impegno burocratico ed un impegno di tempo, mi converrà studiare i fiori o imparare ad operare?
                                      Di assurdità del genere si potrebbero fare tanti esempi. Come i 15 crediti per il corso"L'omeopatia in farmacia" o i 20 crediti del corso"La tecnica del massaggio reflessogeno plantare" confrontati ai 5 crediti per un corso di chirurgia robotica con interventi chirurgici in diretta.

                                      Il "massaggio reflessogeno" più "formativo" e valido di un corso di chirurgia oncologica, l'omeopatia più attraente della chirugia robotica.

                                      Incredibile, vero?

                                      Allora forse c'è qualcosa che non va (e più di "qualcosa") e visto che di questo si discute da tempo senza trovare una soluzione, si potrebbe trovare quella più ovvia: eliminare il sistema dei crediti e lasciare ogni professionista alla sua volontà e professionalità: i corsi che avrà frequentato faranno curriculum, pubblicamente consultabile, così il paziente che controllasse i titoli del medico che lo sta curando capirà se si tratta del professionista più adatto.

                                      Possiamo sapere così se chi ci opererà è un esperto di fiori o di chirurgia oncologica. Potremmo capire se il nostro medico è "super aggiornato" su floriterapia e massaggi o ha studiato oncologia e chirurgia.

                                      Direi che è qualcosa fatta nell'interesse di tutti, giusto?

                                      Alla prossima.

                                      Una storia come tante.

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                                      Questa è una storia vera, una delle tante che conosco occupandomi dello strano mondo dei ciarlatani e delle medicine miracolose. Una storia che mi segnalarono molti mesi fa e che iniziai a seguire per poterla raccontare. Dopo qualche mese rinunciai.
                                      Prima di tutto la persona in questione iniziò a vendere dei prodotti e parlarne avrebbe semplicemente fatto il suo gioco, pubblicità che non volevo fare e poi Claudio (nome inventato) era felice, convinto, contento.
                                      Era sicuro di avercela fatta.

                                      Invece, guardando i referti che lui con precisione maniacale pubblicava nel suo sito, non ce l'aveva fatta per niente.
                                      Questo suo entusiasmo mi fece rinunciare, non avevo nessun diritto per deluderlo, per mostrargli la durissima realtà, non ero un suo amico né il suo medico e pensai semplicemente di lasciarlo proseguire per la sua strada continuando a seguirlo in silenzio.
                                      Quando nei giorni scorsi vi furono delle novità, in molti mi scrissero per raccontarmele. Ho deciso, anche in questo caso, di parlarne in maniera generica, cambiando parti della storia, nomi e particolari.
                                      Qualcuno potrà riconoscere "Claudio", è molto noto soprattutto sui social network ma non importa, in fondo non parlo di lui ma della sua storia che è comune a tante persone.

                                      Claudio fa un controllo medico dopo anni. Il suo stato di salute non è ottimale ma ormai sembra quasi averci fatto l'abitudine, in fondo non ha mai badato al suo stile di vita e nonostante gli avvertimenti di medici e famigliari non si può dire che abbia vissuto con moderazione. I dolori e qualche sintomo sfumato inducono il suo medico a prescrivergli degli esami che non danno l'esito sperato: alcuni valori, soprattutto quelli relativi alle funzioni del fegato, sono alterati.
                                      Si decide di approfondire, si fanno degli esami radiologici che non danno belle notizie, Claudio ha un tumore, abbastanza evidente, al fegato.
                                      A quel punto la sua vita sembra cambiata, inizia una lunga trafila fatta di medici, ospedali, controlli, esami. Si giunge ad un punto di svolta: è consigliato l'intervento chirurgico.
                                      Così verrà fatto, Claudio si opera anche se una parte del tumore non può essere rimossa vista la sua posizione. Per questo motivo e per aumentare le possibilità di sopravvivenza, il medico consiglia a Claudio di assumere un farmaco, non è un chemioterapico, non ha gravi effetti collaterali e diciamo, se proprio dobbiamo essere sinceri, che non aumenterà di tanto le sue possibilità di vittoria, allungherà di poco tempo la sopravvivenza. Altro non si può fare. Claudio è combattuto, inizialmente rifiuta, non vuole prendere medicine. Il suo medico però insiste: solo quel farmaco può fare qualcosa. Claudio fa una domanda che mai avrebbe voluto fare: se non prendo il farmaco quanti mesi ho davanti a me?
                                      Il medico abbassa gli occhi: non lo sappiamo, probabilmente due anni, poco più...non si sa.

                                      Claudio non ci sta, non crede sia possibile una cosa del genere, rifiuta la terapia proposta, in fondo dopo l'intervento sta bene e sembra non aver mai avuto nulla. Inizia a studiare, soprattutto su internet, che è facile e veloce e lì scopre tante cose. Farà da solo, non c'è bisogno di essere medici per curare le malattie, oggi con internet è tutto facile, possiamo pensare alla nostra salute senza problemi.

                                      Scopre ad esempio che ci sono persone che dicono di essere guarite dal cancro con il bicarbonato di sodio, già, proprio quello che usiamo in cucina, sono guarite, ci sono i video e le testimonianze, c'è pure un medico che dice di essere guarito allo stesso modo. Si è rivolto ad un altro medico, che però ora è stato radiato perché propone cure false per i tumori, si è fatto mettere dei cateteri, ha speso un po' di soldi ma è guarito e se lo dice un medico qualcosa vorrà pur dire. La stessa cosa una signora americana, si è rivolta ad un medico svizzero, anche lui usa il bicarbonato e lo usa sulla signora, guarendola. Qualcuno le ha chiesto i referti, le prove di quella guarigione incredibile: "ha perso tutto in un trasloco", dicono in un sito, "appena ritroverà i documenti li mostrerà", 4 anni fa, documenti mai più mostrati.

                                      Allora Claudio è deciso: si curerà con le cure nascoste dai medici, userà solo rimedi naturali e non ufficiali. Ma non sarà stupido come tutti gli altri che credono alle bufale ed alle sciocchezze, studierà, approfondirà, prenderà solo ciò che serve. Sa che ce la farà.
                                      Per esempio, per quell'ex medico, boicottato dalla medicina perché ha fatto grandi scoperte, il cancro è causato dalla candida (che è un fungo) e solo il bicarbonato può curarlo, lo spiega anche nel suo sito, mentre uno scienziato, anni fa, ha vinto il Nobel perché aveva capito che la causa principale del cancro è l'acidificazione del corpo. Ovviamente scienziati e professoroni dicono che è tutto falso ma cosa dovrebbero dire?

                                      Claudio inizia così a curarsi, compra il bicarbonato direttamente dal produttore, lo usa tutto il giorno, sembra sia importante alcalinizzare il corpo. Inizia così a bere anche acqua alcalina, la si ottiene mediante particolari filtri, molto costosi, che la rendono così efficace e salutare. Anzi, c'è anche un'occasione, se riuscisse a vendere apparecchi per l'acqua alcalina ad altre persone, riuscirà a ripagare la sua e magari guadagnare qualche soldo, che non fa mai male.
                                      C'è da pagare anche l'enorme mole di libri e manuali che Claudio compra: tutti spiegano come curare il cancro con le cure naturali.
                                      Le cure contro il cancro naturali, sono quelle cure che guariscono il cancro nella quasi totalità dei casi e che non sono usate dai medici perché altrimenti essi perderebbero tanti guadagni e tanti pazienti.

                                      Ad esempio c'è un metodo americano, si chiama "Gerson", che con l'uso di frullati di frutta e verdura e clisteri di caffè, guarisce qualsiasi malattia, tumori compresi. Come si può pensare che i medici consiglino una cura del genere? Non venderebbero più una pillola. Poi ci sono dei geni boicottati anche in Italia, basti pensare a Di Bella, è risaputo che ha guarito decine di persone, almeno, così dice lui, c'è persino un bambino con un tumore all'occhio che sta guarendo completamente.

                                      Claudio inizia così a comprare ogni giorno frutta fresca e verdura, poi l'estrattore, serve per fare i succhi. Non si possono escludere rimedi notoriamente efficaci contro i tumori come l'aglio, lo zenzero, l'argilla ventilata e la cannabis.
                                      Bisogna unire, inoltre, secondo quanto dicono alcuni siti, anche l'integrazione con magnesio, ascorbato di potassio e vitamina C.
                                      Così anche scatole di vitamine e flaconi di integratori, antiossidanti e sali minerali, entrano a far parte della vita di Claudio e poi minerali chelanti, disintossicanti, depuranti, ricostituenti, sfiammanti, spurganti, aminoacidi ed antiacidi.



                                      Il tavolo è pieno, contando i flaconi (ora si sono aggiunti anche la curcumina, la graviola, la cartilagine di squalo ed il melograno) siamo arrivati a 32 pillole al giorno più la dieta vegetariana ed un numero impressionante di gocce, tisane, oli, decotti, erbe e succhi, più i clisteri di caffè, il bicarbonato mattina e pomeriggio, la tisana Essiac, l'artemisia e l'acqua alcalina. Su un mobile fanno bella mostra alcuni macchinari, sono quelli che frullano, estraggono, macinano, purificano, almeno 4 macchine.

                                      Poi legge, compra libri, va su internet, studia le malattie, il corpo umano, la medicina, Wikipedia e Google. Ha raccolto centinaia di testi di cure alternative: nessun testo di medicina però, quella non dice tutta la verità.



                                      Sembra un malato ma in realtà sta bene. Però così c'è gente che ce l'ha fatta, alla faccia di chi li voleva già sotto terra!
                                      Come quella donna, di soli 25 anni che, con i frullati ed i clisteri di caffè, è guarita da un tumore gravissimo alle ossa che non le avrebbe dato scampo.
                                      Passati 6 mesi gli esami lo dimostrano: non c'è più niente. Il tumore non è tornato, resta quello che c'era già dopo l'operazione, anzi, alcuni linfonodi, che sembravano ingrossati, ora sono praticamente invisibili.
                                      Bisogna urlarlo in giro, dirlo a tutti.
                                      Claudio così apre una pagina Facebook, realizza dei video, presto riunisce migliaia di sostenitori, persone malate o meno che chiedono consigli e ne danno agli altri.
                                      Il suo apparecchio per l'acqua alcalina fa furore, lo vogliono tutti e fanno bene, l'acqua alcalina è sana e può guarire molte malattie, costa tanto ma vuoi mettere il costo delle medicine?
                                      La pagina Facebook si riempie presto, migliaia di fans, tutti a tifare per Claudio, che qualche mese dopo annuncia: sono guarito.
                                      Gli esami del sangue sono perfetti, le TAC dicono che non c'è nessuna novità e questo significa che l'incubo è passato, Claudio aveva ragione e quella ragione la grida in faccia ai medici che gli davano pochi mesi di vita, a quelli che non ci credevano ed a quelli che dicono che queste cure naturali sono solo balle.

                                      Claudio capita anche in questo blog, legge tutto a proposito delle cure che sta seguendo e si rende conto che le segue proprio tutte: la dieta Gerson, il metodo Pantellini, la dieta alcalina, il bicarbonato, i clisteri di caffè, l'Essiac e tanti altri. Ovviamente in questo sito, si dice che è tutto un bluff, che queste cure non curano nulla e che le testimonianze sono purtroppo delle fregature ma Claudio se lo aspettava, non ha importanza, è ovvio che un medico non dica le cose come stanno e così prosegue.
                                      Il suo sito ha migliaia di contatti, la sua storia è raccontata da altri siti, Claudio diventa un mito e lo invitano anche a raccontare la sua storia in giro per l'Italia, chi l'avrebbe mai detto!
                                      Così continua a pubblicare referti, video, esami. Copia da altri siti delle storie, racconta gli improbabili meccanismi di funzionamento di una o l'altra cura naturale.
                                      Passano due anni, il tempo esatto in cui, secondo il suo medico, la storia avrebbe scritto la parola fine e Claudio, nonostante alcuni disturbi banali (dovuti secondo lui alla disintossicazione giornaliera) decide di fare nuovamente degli esami, è giunto il momento di capire chi aveva ragione. Nel frattempo alla cura si è aggiunto il Ganoderma, un fungo dalle proprietà miracolose e poi la melatonina, si dice sia fenomenale, i fitocomplessi e le tisane di carciofo ed aglio. Nel suo canale You Tube fioccano i video, ormai siamo ad oltre 200, in questi Claudio saluta, parla, consiglia, racconta, poi confronta un macchinario con un altro, spiega come si prepara una tisana curativa o una ricetta disintossicante, instancabile.

                                      Fino alla notizia che si aspettava, aveva ragione lui: gli esami non mostrano nulla di strano, tumore fermo al suo posto, qualche linfonodo ingrossato ma nemmeno tanto e condizioni generali buone.

                                      Si continua con la cura naturale, ormai anche altre persone hanno iniziato ad imitarlo visto il suo successo ma Claudio è onesto: non è un medico, non può dare consigli medici e prima di imitarlo pensarci bene, ognuno può reagire in maniera personale.
                                      Ma lui è lì, sta meglio, anzi, dopo qualche mese appare anche un po' ingrassato, con la pancetta che non vedeva da anni, sarà l'aggiunta degli epatoprotettori, della metionina o dei gemmoderivati che ha aggiunto nelle ultime settimane. Tutti vogliono parlare con Claudio, vogliono conoscere la sua storia, ne parlano come si parlerebbe di un guerriero che ha vinto la sua battaglia più difficile. Nei siti si usano termini importanti: "una storia a lieto fine", "la vittoria sulla malattia" o "come è guarito dal cancro".

                                      Tanti siti "alternativi" parlano di Claudio: è guarito, dicono (nell'immagine: composizione da vari siti).
                                      La debolezza però c'è, inutile negarlo ma per la medicina naturale può essere contrastata da un bicchiere di acqua e limone (acqua tiepida, mi raccomando) ogni mattina.
                                      Il mese successivo Claudio è ancora più debole, la pancia più grossa, secondo il figlio è aria nello stomaco, serve quindi integrare con carbone vegetale, alga spirulina, clorella ed aumentare le dosi di vitamina C. In pochi giorni le cose sembrano precipitare, Claudio non sta bene, il suo medico gli consiglia degli esami ma lui rifiuta, probabilmente non riesce a spurgare le tossine. Inizia il metodo Ashkar, si avvolgono dei ceci in foglie di cavolo e si inseriscono nella cute, tramite un foro fatto appositamente. Le ferite con i ceci si infettano, esce sangue e pus e Claudio mostra le foto, assieme a quelle della sua urina, su Facebook, ai suoi fans che nel frattempo lo seguono ed ognuno fornisce il suo parere: "aumenta l'artemisia, diminuisci la graviola!" o "chiama Di Bella, chiedi di Simoncini!".

                                      L'urina appare opaca, forse bisogna aumentare le dosi di bicarbonato.

                                      Ma non c'è tempo, le condizioni di Claudio sono peggiorate. Spontaneamente decide di fare degli esami, un'ecografia, poi una TAC, dicono la stessa cosa: ascite (liquido nell'addome). Un brutto segno.
                                      La TAC aggiunge che i linfonodi, che prima erano ingrossati di poco, ora sono molto voluminosi.
                                      Claudio lo comunica ai suoi seguaci i quali danno il loro consiglio: "rivolgiti alla Mereu! Chiama la Brigliadori! Segui la Nuova Medicina Germanica di Hamer!" Sono tutte false medicine, inutili illusioni, speranze per delusi. Una vale l'altra, tutte dicono di guarire, nessuna guarisce.

                                      Passa qualche giorno senza notizie, Claudio sta male ed è anche infastidito dalle centinaia di messaggi che riceve su Facebook e via mail: ognuno con il suo consiglio, qualcuno con una parola di conforto ma altri di rabbia, soldi donati, acquisto di macchinari per l'acqua alcalina, qualcuno si sente truffato, ha comprato la vita eterna ma a quanto pare questa non esiste. È arrivato il momento per annunciarlo, Claudio lo fa senza molti giri di parole: è finita amici, è finita.

                                      In un attimo le pillole, le diete, i libri, le vitamine ed i clisteri di caffè, sono sormontati dalla vita vera, dalla malattia, le illusioni sono frantumate di fronte alla realtà: è finita.
                                      Nella sua pagina è il caos, molti sembrano spettatori di una telenovela, c'è chi dice di averlo incontrato per strada, chi chiede notizie, chi manda saluti e preghiere. Qualcuno non ci crede, altri si arrabbiano e chiedono notizie.

                                      Passa qualche altro giorno, Claudio comunica il suo trasferimento in hospice, è un malato terminale. I messaggi dei fan si susseguono. Compare su Facebook anche il figlio che chiede di lasciare in pace il papà. Qualche altro messaggio di auguri e di coraggio. È finita.

                                      Claudio muore.

                                      Nel frattempo, si viene a sapere che anche quel medico che diceva di essere guarito con il bicarbonato è morto, anche quella signora del trasloco, nessuno però lo ha detto, nessuno ha corretto i siti o i video che ancora oggi li danno per guariti, pure la ragazza di 25 anni con il tumore alle ossa che si curava con i clisteri di caffè è morta, persino il bambino che si curava con il metodo Di Bella, è vivo ma solo perché ha abbandonato la pseudocura, che non dava nessun effetto, tornando a curarsi in ospedale.
                                      Di loro non ce l'ha fatta nessuno ed ora tocca a Claudio.

                                      Ma allora perché una persona rinuncia alle cure proposte dai medici e si butta a capofitto tra ciarlatani e finte terapie?

                                      Un messaggio sulla pagina Facebook di Claudio dice "grazie, ci hai aiutato tantissimo, ci hai dato speranza, ci hai aiutato a credere, a non mollare".

                                      Ecco, forse è qui tutto il riassunto di questa ed altre storie.

                                      Credere che un frullato di verdure, un clistere di caffè o una dieta, possano guarirci dal cancro è, onestamente, di un'ingenuità infinita.

                                      Purtroppo il cancro è una brutta malattia, difficile da curare e servono maniere molto forti. Credere che ci siano persone che hanno scoperto cure segrete, che la medicina non usa, che sono nascoste per oscuri interessi è altrettanto ingenuo. Se una cura funzionasse si userebbe, la useremmo tutti, medici e pazienti. Questi "geni incompresi" sono semplicemente dei ciarlatani, quei personaggi viscidi e patetici che abitano le stanze della disperazione e del dolore.
                                      Però sapere che da qualche parte c'è una speranza, che "di nascosto" si possa guarire" che "qualcuno" sa, ci fa sperare, ci illude, ci induce a lottare.
                                      Forse è questo il punto, quello che non si capisce.

                                      Il caso di Claudio è esemplare: la medicina ha fatto quello che ha potuto fare, ha probabilmente regalato qualche mese di vita in più, di famiglia ed affetti. Se si fosse usato il farmaco probabilmente Claudio sarebbe vissuto altri mesi, in buone condizioni, sei? Forse otto o un anno, non lo sappiamo.
                                      Scegliendo la via dell'illusione Claudio non ha accorciato i suoi giorni, probabilmente non ha danneggiato la sua salute, per niente, però non ha aggiunto un giorno in più, non è vissuto da sano (avreste dovuto vedere le foto del suo tavolo, tra una pillola e l'altra, un manuale e l'altro, non c'era uno spazio vuoto, tutto lo spazio era occupato da medicine, rimedi, metodi), ha foraggiato truffatori ed imbroglioni.

                                      Claudio ha speso tanti soldi, ci ha creduto, ha inseguito un sogno ma era chiaro sin dall'inizio che il sogno si sarebbe concluso.
                                      Cosa è giusto? Cosa è meglio?
                                      Ecco, qui devo fermarmi, io faccio il medico, non lo psicologo o il filosofo, devo dire cosa è meglio dal punto di vista medico, non da quello esistenziale.
                                      Storie come quella di Claudio in questi anni ne ho conosciute tante, tutte uguali, storie fragili ed è per questo che continuo a raccontarle, da un lato per mettere in guardia dai truffatori, dall'altro per dare un volto a chi, disperato, sembra troppo stupido per credere ad evidenti baggianate, il fatto è che non si augura a nessuno di arrivare ad essere tanto stupidi, è facilissimo esserlo in certe condizioni.

                                      Ovviamente non è giusto alimentare i ciarlatani o le truffe ma questo è il motivo per il quale non ho mai avuto una parola cattiva per chi ci crede, non ho mai criticato le vittime.
                                      Sono i carnefici da perseguire, non quelli che su di loro riversano soldi e speranze, ché già di lacrime ne hanno versate abbastanza.

                                      Alla prossima.

                                      I vaccini inquinati? Un'esperta dice di no.

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                                      Ragazzi, io non riesco più a scrivere un articolo a settimana ma quando mi ci metto vi impegno per due settimane di lettura, quindi non vi lamentate. :)

                                      Oggi parliamo di una bella notizia. Un'esperta infatti ci fa tirare un sospiro di sollievo, vedremo come ma quando le cronache sono piene di allarmi inutili e terroristici, ogni tanto una bella notizia ci vuole. Gli antivaccinisti non perdono occasione per trovare un motivo per definire "tossici" o "pericolosi" i vaccini. Ci vuole coraggio ma ci provano.

                                      In effetti serve uno sforzo notevole per smentire l'utilità e l'efficacia di una delle più importanti e geniali scoperte dell'uomo ma gli antivaccinisti, si sa, non temono nulla e vanno persino contro il buon senso e la logica. I vaccini sono farmaci somministrati da decenni a milioni di individui. Grazie a loro abbiamo evitato, soprattutto ai bambini ma non solo, malattie, dolore, sofferenze e morte.

                                      Siamo riusciti a debellare il vaiolo, a controllare (quasi cancellandola) la poliomielite e a quasi annullare molte malattie infettive. La loro sicurezza non è provata solo da studi e ricerche ma anche dall'osservazione: siamo sempre più sani e viviamo sempre più a lungo, un risultato pessimo se i vaccini fossero un danno per l'umanità ma eccezionale, visto che a noi interessa il benessere della stessa. Quello che invece interessa la lobby antivaccino è ottenere consensi, attirare iscritti ai loro gruppi, donazioni, soldi ed un modo immediato per farlo è "demolire" in qualsiasi modo i vaccini. Iniziando con l'insinuazione di dubbi, finendo con vere e proprie menzogne, d'altronde la teoria che voleva i vaccini collegati all'autismo si sviluppò proprio perché un ex medico diffuse una falsa ricerca piena di dati inventati.

                                      Nei vaccini si trova di tutto!

                                      Nel tempo abbiamo assistito quindi ad esempi di falsi studi, terrorismo, manipolazione dei dati, sono tutte fasi che l'antivaccinista deve superare, in qualche modo deve trovare un pericolo nei vaccini, qualcosa che li renda pericolosi, terribili minacciosi per tutti. Ma non ci riesce mai, anzi, a volte, come vedremo, dimostra proprio il contrario. È proprio questo che rende l'antivaccinismo un movimento ideologico, falso già dalle fondamenta. I suoi rappresentanti non hanno mai saputo portare un solo argomento valido, una sola prova reale che possa far ridiscutere l'importanza di uno o più vaccini ed è per questo che, da sempre, questa lobby è considerata antiscientifica cosa che, viste le mire (economiche) degli antivaccinisti, non stupisce.
                                      Ricordate i tempi del "mercurio nei vaccini"?
                                      Il mercurio nei vaccini non c'è mai stato, esisteva un suo derivato, non pericoloso, poi rimosso per sicurezza. Passata la moda del mercurio (che sarebbe stata causa di qualsiasi malattia esistente), si volta pagina e passano ad altro, come se niente fosse.

                                      Una delle ultime mode dell'attivista che ce l'ha con i vaccini è quella di inserire, tra gli ingredienti dei vaccini, le cose più assurde e raccapriccianti. Che possono essere raccapriccianti solo se siamo ignoranti sul tema. Da medico, vi assicuro, potrei rendere molto raccapricciante qualsiasi cosa, persino il parto, l'evento più fisiologico che possa vivere un essere umano. Ma non lo faccio perché quando si trasforma in raccapricciante qualcosa di "normale", è ovvio che vi è uno scopo diverso dall'informazione.
                                      Dovete sapere che, per poter coltivare i virus (o i batteri) necessari alla preparazione di un vaccino, bisogna ovviamente (i virus si riproducono all'interno delle cellule viventi) disporre di cellule viventi ed in esse fare proliferare il virus che causa una malattia per la quale cerchiamo il vaccino. I laboratori che preparano questi vaccini acquistano le cellule viventi necessarie da industrie specializzate proprio nelle forniture ai laboratori (dagli strumenti ai reagenti) e per questo dispongono per esempio di cellule tumorali per fare studi su di esse (che derivano quasi sempre dalle cellule di Henrietta Lacks e per questo si chiamano "cellule He-La") e di cellule umane o animali per lo stesso motivo. Quando si tratta di vaccini possono essere utilizzate cellule umane o a volte cellule di primati (scimmie, soprattutto). Quando si usano cellule umane, tra le più utilizzate, ci sono quelle derivanti da una singola linea cellulare, quella appartenente ad un feto donato dai suoi genitori alla ricerca perché la gravidanza si è interrotta prima del dovuto. Le sue cellule sono state fatte riprodurre a milioni ed ora i laboratori possono usarle per ricerca o preparazione di farmaci.

                                      Così, per il fatto che la coltivazione di virus o batteri presuppone la presenza di cellule viventi, ecco che per gli antivaccinisti i vaccini contengono"feti abortiti" o "cellule di scimmia".
                                      Ditemi sinceramente se dire che un vaccino contiene "feti abortiti" sia una cosa normale o un patetico tentativo di causare raccapriccio (e quindi rifiuto) in chi lo legge. Chi lo dice somiglia a chi dice che nel latte c'è pus o che una fetta di carne è un pezzo di cadavere. Se dicessi ad un paziente: "questa penicillina che le ha prescritto il mio collega contiene sostanze ammuffite, è pericolosa!" non starei mentendo ma sarei considerato un povero pazzo (o un furbetto).

                                      Ma se non bastassero i feti abortiti e le scimmie, ecco che c'è qualcosa di più "sottile": i metalli pesanti. Qualcosa questi vaccini dovranno pur contenere ma il continuo tentativo dell'esercito degli antivaccino di rendere inaccettabile la vaccinazione ormai sta raggiungendo vette eccezionali. Allarme nella rete, richiesta di indagini, agitazione e tremori incontrollati. Tutti i siti di bufale, quelli complottisti e di medicina alternativa, omeopati e strani personaggi, si sono buttati a capofitto sulla notizia. Addirittura una giornalista, impegnata da tempo nella diffusione di false terapie e fantamedicina parla di"vaccini inquinati" dimostrando di non conoscere nemmeno le basi della biologia. Molto probabilmente in pochi hanno letto lo studio o avrebbero avuto la possibilità di capire come non si fa uno studio scientifico.
                                      Ma la cultura si acquisisce e questo articolo è anche per loro.

                                      Lo spunto per questa occasione di crescita culturale ce lo può dare uno studio uscito in queste settimane, l'autrice è Antonietta Gatti, un fisico che si definisce esperta di guerra del golfo e di malattie misteriose (?) che gestisce, nel tempo libero dal suo lavoro al CNR, un laboratorio di analisi.

                                      La dott.ssa Gatti, autrice dello studio analizzato, esperta di malattie misteriose e Balcani (dal suo profilo Twitter), gestisce un laboratorio analisi con il marito, Stefano Montanari.

                                      Negli anni la studiosa si è specializzata nella ricerca di "nanoparticelle" cioè di quelle particelle, piccolissime, invisibili ad occhio nudo, che si annidano attorno a noi, dovunque, esternamente ed internamente al nostro corpo. Esistono per il semplice motivo che esiste la vita, derivando non solo da noi esseri viventi e da ciò che ci circonda ma anche dalle nostre attività.
                                      Le nanoparticelle sono chiaramente in qualsiasi posto del pianeta e la Gatti (ma è il suo lavoro, quello che la fa vivere) le cerca dovunque e, naturalmente, le trova. Così le ha trovate nel sangue, negli organi e persino nelle merendine, anche se, riflettendoci, non sembra una cosa così strana, se per fare una merendina usi un macchinario, una lama, un frullatore, è chiaro che in quella merendina, cercando, troveremo piccolissime particelle derivanti da quel macchinario, dalla lama, dal frullatore.
                                      Accadrebbe la stessa cosa se analizzassimo una torta fatta in casa: analizzandola con un microscopio potentissimo troveremmo piccolissime (per questo si chiamano "nanoparticelle") particelle di acciaio che derivano dal coltello o altre di ferro che derivano da un altro utensile. Non è strano e non deve stupire. Oltretutto, per le quantità "normali" (quelle alle quali siamo esposti da sempre) non è mai stata dimostrata una pericolosità particolare perché è plausibile che certe sostanze possano diventare pericolose in quantità eccezionali e la logica ci dice che con queste particelle conviviamo dalla notte dei tempi.
                                      Oggi, inoltre, rispetto ad anni passati, disponiamo di strumenti più progrediti e filtri che rendono più difficile la presenza di queste particelle con le quali dobbiamo però convivere, è impossibile eliminarle ed esistono persino in una camera sterile, in una sala operatoria o in un posto pulitissimo. Se analizzassimo il liquido prelevato da una fiala di vetro, di quelli che ci iniettiamo quando stiamo male (2-3 volte al giorno per settimane), per esempio un antibiotico, molto probabilmente troveremmo piccolissime particelle di vetro, derivanti dall'apertura della fiala e poi potremmo trovare microscopiche particelle di acciaio (derivanti dall'ago della siringa) o di silicone (derivanti dal tappo della fiala che contiene la polverina) e così via. È il fatto stesso di esistere che ci circonda di nanoparticelle.

                                      Per capire meglio ciò che ho scritto basterebbe farsi una domanda: indicate un ambiente, una sostanza, un prodotto che non possa contenere nemmeno una nanoparticella, che possa esserne totalmente privo, è difficile, molto difficile. Persino nel vuoto più assoluto (lo spazio, per esempio), sembrano esserci "contaminazioni" (molecole di idrogeno).
                                      In laboratorio, con particolari accorgimenti e condizioni particolari, una cosa del genere potrebbe essere ottenuta.

                                      La scoperta dell'acqua calda.

                                      La Gatti ha fatto quindi il passo successivo.
                                      Dopo le merendine ha cercato le nanoparticelle nei vaccini (e perché non negli antibiotici o negli anestetici non si sa, ha scelto proprio i vaccini).
                                      E, incredibile, le ha trovate!
                                      Il suo microscopio ha trovato migliaia di nanoparticelle in flaconi di vaccino. Prima lo ha fatto sapere tramite internet e poi con un libro, edito da Macrolibrarsi, casa editrice specializzata in libri sui misteri, sugli UFO e sui poteri paranormali. Ma in effetti non era sufficiente e tutti le chiedevano a gran voce di pubblicare (come dovrebbe fare qualsiasi scienziato) in una rivista scientifica, non ci pensa due volte ed in effetti lo fa.
                                      Peccato che la rivista scientifica che ha scelto è praticamente sconosciuta, non ha nemmeno un "impact factor" (fattore d'impatto, misura l'importanza di una rivista scientifica) ed il suo editore, Medcraveè noto per essere un "predatory journal", cioè un editore che accetta qualsiasi cosa, dallo studio vero a quello falso o stupido, dietro pagamento, protagonista persino di un editoriale del BMJ sulle mail indesiderate, lo spam, che arriva ai ricercatori con la richiesta di pubblicare qualcosa.
                                      Lo studio è firmato, oltre che dalla dottoressa Gatti, da suo marito, che con lei porta avanti l'attività privata del laboratorio analisi, Stefano Montanari, simpatico e stravagante personaggio, laureato in farmacia, che si descrive come un grande scienziato di fama internazionale (da leggere la pagina nella quale elenca le esigenze per invitarlo ad un convegno).
                                      La rivista nella quale pubblicano i coniugi è talmente sconosciuta che neanche il marito della studiosa sembra conoscerla, tanto da confonderla con un'altra dal nome simile.

                                      Loro hanno pubblicato sull'"International Journal of Vaccine and Vaccination", rivista senza nessun impact factor, ma Montanari dice che la rivista ne ha uno di 2,32, che invece è quello del "Journal of Vaccines and Vaccination" (nota: le riviste mediche più importanti al mondo hanno impact factor di 20 ed oltre), il "suo"è tanto sconosciuto da non essere indicizzato nemmeno su PubMed (la banca dati degli studi scientifici).

                                      Per Montanari, coautore con Gatti, la rivista ha impact factor 2,32

                                      ...che però è l'impact factor di una rivista dal nome simile

                                      Quella che ha accettato il suo lavoro è invece sconosciuta.

                                      Ma non facciamoci condizionare dalle pur strane apparenze, andiamo al sodo e leggiamo lo studio.

                                      La delusione è subito cocente. I due autori elencano una serie di vaccini nei quali, con il loro microscopio, avrebbero trovato varie sostanze, spesso metalliche. Purtroppo non c'è nessuna traccia di controllo, nessuna discussione seria, in barba al metodo scientifico. Ma visto che già più di una persona ha (ben) analizzato lo studio, voglio riportarne le conclusioni riassumendole. Interessante perché questo potrebbe essere un esempio di come NON si realizza uno studio scientifico, tanto sono evidenti gli errori di metodo, di discussione e i dati costruiti per confermare le proprie ipotesi, insomma, un metodo non scientifico ma "sui generis".

                                      Il metodo scientifico a modo mio.

                                      La descrizione dei metodi usati per l'analisi dei flaconi è a dir poco lacunosa, detto chiaramente: non esiste.
                                      Nonostante il metodo di analisi dovrebbe essere descritto con accuratezza proprio per permettere a chiunque di controllare l'esperimento ed eventualmente riprodurlo. Non sono spiegati i particolari dell'analisi, tutti gli strumenti utilizzati, il tipo di filtri, i motivi che giustificherebbero i palesi errori di analisi.
                                      Una lacuna non da poco.
                                      Colpisce subito anche la scelta della bibliografia: dilettantistica. Ci sono addirittura riferimenti sbagliati. Per esempio all'inizio del loro lavoro gli autori dicono che il vaccino trivalente (MMR) sarebbe stato sospettato di collegamento con l'autismo e mettono come riferimento uno studio (il n°4 della bibliografia) che dice proprio il contrario, non c'è nessuna evidenza di legame tra vaccino trivalente ed autismo, cosa che è scritta già nel titolo ed un altro (il n°5) che dice la stessa cosa ("è improbabile che il vaccino trivalente sia collegato ad autismo"). Lo stesso accade per l'affermazione successiva: dicono gli autori che i vaccini sembrano collegati a malattie autoimmuni e citano a loro sostegno la nota bibliografica 6 che porta ad uno studio che dice: "no change in the risk for Guillain-Barré syndrome, multiple sclerosis, type 1 diabetes, or rheumatoid arthritis...", non credo serva tradurre.
                                      Sembra che gli autori non abbiano nemmeno letto ciò che pubblicavano (nemmeno il titolo a quanto pare) e sembra che la rivista non abbia nemmeno controllato ciò che stavano pubblicando.

                                      Strano? Beh, le stranezze sono solo iniziate.

                                      Gli autori hanno analizzato un flacone di vari vaccini usando il loro microscopio (microscopio elettronico a scansione ad emissione di campo con rivelatore a raggi X e spettroscopio a dispersione di energia), 44 campioni di 30 vaccini diversi provenienti da Italia e Francia, alla ricerca di contaminanti e varie particelle.
                                      Le trovano.
                                      Trovano delle particelle all'interno dei vari flaconi di vaccino. Ma sorge un primo dubbio.

                                      Per escludere che in quei flaconi analizzati non siano finiti contaminanti provenienti dal laboratorio stesso, dagli strumenti utilizzati, dall'atmosfera circostante, si usa in genere un metodo "semplice" e conosciuto: il gruppo di controllo. È metodo scientifico di base.

                                      Gli autori dello studio avrebbero per esempio potuto analizzare dei flaconi, fiale, farmaci (anche semplice acqua distillata), che, preparati allo stesso modo dei vaccini nel laboratorio per l'analisi al microscopio, non contenessero sicuramente nessuna particella. Oppure misurare la quantità di particelle rinvenute in questi e poi confrontarla in quella rinvenuta nei vaccini analizzati, così da vedere se ci fossero differenze.

                                      Questo sempre per escludere che nei vaccini sia finita qualcosa di proveniente dal laboratorio o dalla preparazione, così da poter sostenere che quelle contenute nei vaccini siano "anomale", per poter sostenere, come fanno gli autori: normalmente non ci sono contaminanti, in quei flaconi di vaccino sì.
                                      Questo gli autori non lo fanno e già l'esperimento è falsato.

                                      Se infatti le nanoparticelle le trovassimo sia in una fiala di "controllo" che in quei vaccini, potremmo concludere che si tratterebbe probabilmente di un reperto non anomalo, che le "impurità" per esempio potrebbero essere normali, inevitabili o provenienti dal metodo di preparazione o dall'ambiente e che la presenza di quelle particelle non sarebbe significativa, quindi avremmo dimostrato la sicurezza e la purezza dei vaccini analizzati.
                                      Se le "nanoparticelle" fossero dovunque (come sappiamo) e le trovassimo anche nei vaccini e nella maggior parte delle cose che analizziamo, evidentemente i vaccini non sono diversi da tutto ciò che ci circonda.
                                      Ma questo non è il solo errore di metodo, si noterà ad esempio che tra i vaccini analizzati ce ne sono alcuni vecchissimi, anche del 2004, questo è chiaramente scorretto, visto che alcuni vaccini, dopo tanti anni, possono aver subìto variazioni della composizione e gli stessi flaconi, esposti all'ambiente, potrebbero aver rilasciato sostanze estranee che normalmente non ci sono, sono stati addirittura inclusi anche vaccini già scaduti da oltre 10 anni (e nella peggiore delle ipotesi quei vaccini non erano scaduti al momento dell'analisi e quindi l'analisi è stata fatta in tempi diversi a distanza di anni, una procedura a dir poco fantasiosa). Non c'è differenza tra un'azienda e l'altra o tra un anno di produzione e l'altro.
                                      In pratica sono stati analizzati prodotti a caso, senza avere nemmeno cura di uniformarli e di uniformarne l'analisi, almeno un minimo. Non c'è neanche traccia di un'analisi statistica.

                                      Tra i vaccini analizzati, alcuni vecchissimi, alcuni anche scaduti.
                                      Problemi di metodo (gravi) a parte, in questo studio possiamo notare anche alcuni gravissimi errori nelle conclusioni.
                                      Ad esempio nella prima figura, questa:


                                      È una goccia di Gardasil, il vaccino anti-HPV. la Gatti dice di aver trovato (il grafico a destra mostra la spettrografia del campione) varie sostanze, per esempio cloro e sodio (i più rappresentati) e sali di alluminio (alluminio fosfato, AlPO4)
                                      E cosa contiene normalmente una fiala di vaccino?
                                      Esattamente cloruro di sodio (la soluzione fisiologica, quella che diluisce il farmaco contiene proprio cloruro di sodio) e sali di alluminio (è l'adiuvante, quello che aumenta la risposta anticorpale, è tra gli ingredienti).
                                      Che strano...
                                      L'esperimento è avvenuto in "low vacuum", cioè con un basso vuoto atmosferico, la goccia di vaccino ha lasciato i residui: cloruro di sodio e alluminio, come è normale che sia.
                                      Certo che come prima scoperta non è così eccezionale, in pratica il vaccino contiene quello che dice di contenere. Però poi il duo di autori si esibisce in una perla maestosa. Visualizza un'immagine al microscopio e, senza avere elementi per farlo ma solo in base all'osservazione, conclude che si tratterebbe di "globuli rossi", ecco dove:

                                      Un'area della goccia di un vaccino: per gli autori quelli indicati dalle frecce rosse sarebbero globuli rossi perché ne avrebbero "la morfologia".

                                      Che si giunga alla conclusione (in uno studio, non in una discussione al bar) che esista una contaminazione di globuli rossi così arbitrariamente, solo in base all'osservazione di un'immagine così poco chiara è curioso, diciamo "avventato" (tra parentesi è questo l'aspetto di globuli rossi al microscopio elettronico con osservazione in vuoto atmosferico). Io potrei sostenere, ad esempio, che l'immagine riprende un microscopico ittiosauro (un dinosauro acquatico), del quale qui possiamo vedere le vertebre fossilizzate.


                                      Senza considerare che, nella stessa immagine, c'è un "artefatto" (un'aggiunta, un errore nell'immagine) che non aiuta certo nella chiarezza.

                                      Artefatto, evidenziato con un cerchio rosso un rettangolo aggiunto o comparso per la manipolazione dell'immagine.

                                      Andiamo avanti, che è meglio.

                                      I "pezzi di metallo" (cit.)

                                      Se il metodo e le valutazioni sono fatte con i piedi, proviamo a limitarci almeno ai risultati di queste analisi.
                                      Gli stessi controlli sono fatti in tutti gli altri vaccini considerati ed in tutti gli autori trovano "nanoparticelle" ed agglomerati di varie sostanze. Leggendole sembra una cosa assurda: alluminio, tungsteno, oro ed altro, tutto in "precipitati", che è ciò che si trova quando una soluzione evapora (e quindi scompare la sua parte liquida) ed i precipitati visti in ogni flacone variano da 1 a 1821. Tanti! Non per niente Montanari parla di "pezzi di metallo" (pezzi!).

                                      Se non fosse che gli autori li hanno trovati in 20 μl (microlitri: 0,00002 litri) di vaccino, per una concentrazione di 0.15 femtomolari (fM).

                                      Si tratta di una concentrazione infinitesimale, piccolissima. Per capirci, se partissimo da una mole, la scala di misura è:

                                      mole
                                      millimole
                                      micromole
                                      nanomole
                                      picomole
                                      femtomole
                                      attomole

                                      Ognuna 1000 volte più piccola della precedente. E questa è la concentrazione maggiore rilevata!

                                      Riuscite ad immaginarla? No, vero? Ovvio, parliamo di un miliardesimo di milionesimo (10-15) di mole. Una cellula uovo umana è grande 1µg (un microgrammo), una molecola di penicillina misura circa 1 femtogrammo. Il DNA umano misura 2 nm (nanometri)!
                                      Stiamo discutendo quindi del nulla, di dosi omeopatiche.

                                      Nel campione di Cervarix (sempre vaccino anti-HPV) sono state trovate 1569 particelle di idrossido di alluminio che rappresentano 0.000000000001 ng (nanogrammi) di alluminio in una fiala intera di vaccino (!). Il nulla.
                                      Sapete quanto alluminio assumiamo mangiando un piatto di pasta? 6 milligrammi. Per l'EFSA il limite di sicurezza per l'alluminio è di 1 mg/kG per settimana.
                                      Sapete qual è il limite per l'alluminio stabilito dall'OMS? 60 milligrammi (al giorno!)  Sapete qual è il limite di sicurezza giornaliero per i metalli pesanti nei farmaci stabilito dall'EMA (agenzia europea dei farmaci)? 10 μg (microgrammi, si scrive anche mcg, un microgrammo è un millesimo di milligrammo.10 microgrammi equivalgono a 1000 nanogrammi). Per via parenterale (quindi iniettati, non negli alimenti). Stiamo parlando, ovviamente, di misure infinitesimali, percepibili solo dagli strumenti adatti allo scopo.
                                      Ripeto, in uno dei campioni analizzati, in un'intera fiala, sono stati trovati 0,000000000001 nanogrammi di alluminio, il limite considerato sicuro dall'EMA per l'alluminio nei farmaci è di 1000 nanogrammi.
                                      Siamo assolutamente, pienamente, abbondantemente nella soglia di sicurezza.

                                      Scala delle unità di misura dei solidi

                                      È talmente sconvolgente (per un profano, per una persona normale) scoprire che in un liquido vi siano delle sostanze in quantità così piccole?
                                      E per una persona che si dice esperta di analisi, come si definisce la Gatti, questo dato avrebbe un significato particolare?
                                      Non lo dovrebbe avere. E cosa dire di uno studioso che chiama"pezzi di metallo" dei precipitati di 0.000000000001 ng di alluminio?
                                      Questo succede perché chi non si occupa di queste cose non ha i riferimenti giusti,  non conosce le scale di grandezza. Un po' come dire che si è caduti in acqua, senza riferimenti significa poco, la differenza tra cadere a riva dove l'acqua è profonda 10 centimetri ed in una baia con una profondità del mare di 20 metri è ovvia ed evidente.
                                      A me ricorda molto chi dice che nei vaccini ci sono "feti abortiti", sai benissimo che i "feti abortiti" non possono esserci e quindi perché lo dici? Che effetto vuoi ottenere in chi legge e non capisce queste cose?

                                      Secondo Montanari, quelli da lui trovati sarebbero "pezzi metallo".
                                      Ma che effetti dovrebbero avere questi "contaminanti" in queste quantità?
                                      Ovviamente non possiamo saperlo con certezza, solo negli ultimi anni si stanno studiando le reazioni tra particelle così piccole ed organismo ma l'evidenza (e l'esperienza, visto che da quando esistiamo siamo esposti a questi agenti) ci dice che non ci sono particolari rischi per la salute, anche perché gli eventuali danni dipendono non solo dalle quantità e dalle dimensioni delle particelle ma anche dal tempo di esposizione.

                                      Si tratta di quantità (ammesso sia corretta l'analisi degli autori, cosa per niente scontata) trascurabili e che non fanno sospettare nessun effetto. E sono gli stessi autori dello studio a dircelo.

                                      Uno studio che l'autore indica per sostenere la pericolosità dell'alluminio si fornisce un valore di sicurezza, ampiamente superiore a quanto trovato nei vaccini analizzati.

                                      Nella nota bibliografica che loro usano per sostenere il nesso tra alluminio e danni neurologici (in pazienti dializzati, nota 12) è indicato uno studio del 1985 che, a pagina 146 dice: che il contenuto ideale di alluminio (nelle dialisi) dovrebbe essere inferiore a 50 μg/L, una quantità enormemente più grande di quella trovata nei vaccini analizzati.

                                      Lo pensa anche l'agenzia nazionale francese di sicurezza sui farmaci: gli elementi trovati sono irrilevanti, in tracce e senza particolare significato, derivanti dai normali componenti dei vaccini e dai materiali usati per le analisi (tamponi, diluenti, filtri, ecc.). L'esame è stato realizzato da tre esperti:

                                      Il dott. Robert Garnier, tossicologo, direttore del Centro Antiveleni e di Tossicovigilanza dell’Hôpital Fernand Widal, la  dott.ssa Sophie Lanone, esperta di nanoparticelle e nanopatologie respiratorie, ricercatrice dell’Istitut Mondor de Recherce Biomédicale di Crèteil, il dott. Thierry Rabilloud, esperto di nanoparticelle e interazioni con le cellule del sistema immunitario, ricercatore dell’Institut de Biosciences et Biotechnologies di Grenoble.

                                      Ecco il riassunto delle conclusioni che possono essere lette per intero: QUI.
                                      "I metalli sono stati trovati nella quantità di tracce in tutti i farmaci iniettabili analizzati, compresa la soluzione fisiologica. La presenza di questi metalli in tracce, che non può essere identificata se non con metodi molto sensibili, rispecchia la realtà ambientale e non deve essere considerata come un rischio sanitario."
                                      Questi "inquinanti" la Gatti li ha cercati anche per antibiotici, cortisonici (iniettabili, ovviamente) o altri farmaci? Perché tra esposizione ai vaccini ed agli antibiotici diciamo che i secondi vincono a mani basse ma questo agli autori, evidentemente, non interessa.

                                      Ecco come crolla tutto il castello antivaccinista. Ecco per che tipo di "studio" si è parlato di "vaccini inquinati", "pezzi di metallo", "vaccini sporchi". Io direi che prima di sparare sentenze sarebbe bene o conoscere un argomento o studiarlo bene.

                                      Ma c'è un'altra conclusione che possiamo trarre da questo studio che voleva essere un allarme ed alla fine è solo un simpatico scherzo, anche un po' banalotto.

                                      Conclusioni: un sospiro di sollievo.

                                      Alla luce di quello che abbiamo visto, è giusto definire quei vaccini come "inquinati"? È corretto parlare di "pezzi di metallo"? È onesto dire che nei vaccini ci sarebbero contaminazioni pericolose?
                                      Io non sono un esperto di vaccini, ma, oltre ad essere un medico, credo di avere un po' di sale in zucca, direi di no, decisamente, ma ognuno si faccia la sua opinione.

                                      Non è comunque una bella notizia che persone che pubblicano cose del genere poi siano quelle alle quali genitori e mezzi di comunicazione diano credito ma prendiamo questi episodi come una lezione. Un ripasso di cos'è il metodo scientifico, di come si realizza correttamente uno studio, di come si evitano errori e distrazioni. Forse questo esempio è molto più esplicativo di tante lezioni sul doppio cieco, la randomizzazione, il gruppo di controllo o la significatività (tutti metodi per ridurre gli errori di uno studio, nessuno di essi utilizzato in questo caso). Un bellissimo esempio di cosa è la scienza, del perché il controllo incrociato è una garanzia per tutti. Questo ci spiega perché è difficile che uno scienziato scriva sciocchezze facendola franca, ci saranno 10, 100, 1000 suoi colleghi a controllare e criticare.

                                      Una cosa interessante è che questi trucchi per arrivare alla conclusione voluta sono gli stessi che usano grandi, note e "serie" case farmaceutiche. Forse imparare a riconoscerli potrebbe renderci più colti.
                                      Prendiamolo come esempio per essere più consapevoli di quello che ci danno in pasto certi giornalisti e certi media, cerchiamo di sfruttare questa esperienza per maturare. Anche perché, riflettendoci, questa storia ci riserva un'ulteriore sorpresa.

                                      Come abbiamo visto questo studio non brilla per precisione ma è già qualcosa.
                                      Questi risultati però ci dimostrano come, non solo i vaccini non presentino sostanze estranee in quantità rilevanti ma anche che nemmeno un microscopio elettronico sia riuscito a trovare campioni con contaminazioni importanti, significative, preoccupanti, nemmeno una.

                                      Se giudicassimo quei campioni di vaccino persino con gli strettissimi standard di laboratorio ASTM (società indipendente che stabilisce gli standard, le caratteristiche di materiali, prodotti e servizi) con il massimo degli standard (ASTM tipo 1), sarebbero permessi per esempio 50 μg/L di carbonio organico (un indice di contaminazione molto usato) totale e 1 μg/L di sodio o 3 μg/L di silicio. Milioni di volte superiori a quanto trovato nei flaconi esaminati che quindi, oltre ai limiti di sicurezza, rispettano ampiamente anche i limiti di purezza.
                                      La presenza di eventuali sostanze estranee è quindi risultata in tutti i casi rientrante nei limiti di sicurezza, di qualsiasi ente preposto al controllo.

                                      Questo ci consentirebbe di definire quei vaccini come puri e sicuri.

                                      Per concludere quindi, nonostante la poca accuratezza dell'esperimento (vi risparmio i commenti del post di Science Blogsstupefatti per ciò che hanno letto), nonostante la pubblicazione in una rivista senza alcun valore scientifico, nonostante le repliche, a dir poco isteriche, alle critiche ricevute (a tal proposito vi segnalo il post di riassunto della serissima OcaSapiens), possiamo concludere che i vaccini, almeno quelli analizzati, sono puri, puliti e sicuri.
                                      Il fatto che questa conclusione derivi dall'esperienza di una esperta in malattie misteriose ci consente di considerare questo risultato particolarmente significativo.

                                      Un sospiro di sollievo per tutti.

                                      Alla prossima.

                                      "È incredibile quanti problemi può causare un umile microscopio elettronico, quando è nelle mani di svitati" (Dott. David Gorski surgical oncologist. Professor of surgery at Wayne State University School of Medicine, USA).
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