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Munchausen

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Dalla storia (romanzata) del barone di Munchausen, prende il nome una patologia psichiatrica poco nota ma molto affascinante nella sua drammaticità.
Il barone di Munchausen era un nobiluomo tedesco nato nel 1720, era talmente abituato ad inventare storie fantastiche ed avvincenti sulla sua vita che qualcuno ne fece anche un romanzo. Sono proprio la fantasia eccessiva (patologica) e le caratteristiche di queste persone, che delineano una grave e relativamente rara forma di malattia mentale: la sindrome di Munchausen.

Il soggetto con questa malattia si inventa disturbi, sintomi, addirittura si procura lesioni o ferite, per attirare l'attenzione. Ha un fortissimo bisogno di vicinanza, empatia, vuole sentirsi confortato, curato, ha bisogno di legami affettivi che, spesso assenti nella vita quotidiana, sono cercati in ambienti medici, ospedalieri o legati al mondo della salute. Per questo motivo la persona affetta dalla sindrome inventa continuamente nuovi disturbi, esegue esami che prova a falsificare (così da creare delle anormalità), pratica autolesionismo (ferite, ematomi, tagli), si reca dal medico e racconta con dovizia di particolari i suoi disturbi che non hanno soluzione (né il malato la cerca).
Sono conosciuti diversi casi di sindrome di Munchausen, spesso scoperti in ritardo perché gli individui che ne sono colpiti non manifestano segni di squilibrio, possono avere una vita sociale e quotidiana assolutamente normale e sembrano sinceri nelle loro manifestazioni. Ancora più sorprendente è una forma di questa patologia, la sindrome di Munchausen per procura (MSP, Munchausen syndrome by proxy).
In questo caso l'individuo cerca di attirare l'attenzione creando uno stato di malattia nei figli (quasi sempre, in ogni caso in persone vicine). La "malattia" dei figli può essere del tutto inventata, con sintomi diversi, scollegati, poco chiari, ma anche reale ma causata da chi è affetto da MSP. Si tratta quasi sempre di abusi sui bambini, spesso molto gravi, raramente su anziani o altri individui ed è evidente una maggiore incidenza sulle donne: madri che "ammalano" i bambini per sentirsi protagoniste. In questi casi le madri non si limitano ad "inventare" sintomi, ma possono agire anche direttamente per provocarli, con avvelenamenti, manipolazione di esami (che così dimostrerebbero le preoccupazioni che il soggetto mostra di continuo), lesioni fisiche, omicidio.

Sono noti diversi casi clinici e la cosa che colpisce di più è che le protagoniste (prendiamo in esame il caso più frequente, quello delle madri affette da MSP) non manifestavano particolari stranezze, anzi, erano considerate dal personale medico che seguiva i bambini "malati", affettuose, attente, collaborative e questo, con il senno di poi, era un segno della malattia. Queste donne partecipavano alle decisioni mediche, erano informate, aggiornate, spesso decidevano le terapie migliori e spiegavano dettagliatamente e con precisione i disturbi dei figli. Questo naturalmente le rendeva credibili, attirava su di esse l'ammirazione e l'affetto del personale (medici, infermieri, psicologi) che curava i figli che anzi accettava e gradiva l'enorme partecipazione della madre diventando in un certo senso anch'esso "dipendente" dalla persona con MSP perché rappresentava l'unica fonte apparentemente attendibile di notizie riguardanti il "paziente". La scoperta degli abusi quindi, diventava non solo uno shock ma quasi una fonte di imbarazzo, per aver creduto e addirittura essersi basati sulle affermazioni false di qualcuno.
La persona affetta da questa sindrome cerca in tutti i modi di esporre il proprio bambino (anche se, come detto non è per forza un minore ad essere vittima dell'abuso) in pubblico, cercando così di attirare su sé stessa (non su suo figlio) attenzioni e compassione. Lo definisce senza problemi né pudore "malato", "sofferente", "moribondo", drammatizza qualsiasi episodio lo riguardi e molto raramente mostra segni di sofferenza o disperazione, anzi, una caratteristica comune è quella di mostrarsi come "madre dignitosa", che "soffre dentro", aumentando così la stima che riesce a raccogliere. In alcuni casi questo comportamento è legato ad un conflitto con il partner, tendente ad ottenere un senso di colpa in un marito poco attento e vicino quando non una vera e propria vendetta per torti subiti nel rapporto di coppia, in altri è presente un periodo infantile povero di affetti. Tra le altre caratteristiche degli individui affetti da MSP può esserci quella di essere particolarmente attirato dagli argomenti medici, sono persone di cultura medio-alta, leggono tanto, si aggiornano e frequentano siti internet e forum. In alcuni casi si è notato come queste persone cercassero di condizionare anche "a distanza" i loro contatti inventando malattie già dal nome e volendo apparire, a tutti i costi, come esperti di determinate patologie, anche senza averne i titoli.
C'è una caratteristica precisa e comune a quasi tutti questi casi: quando il bambino è lontano dalla madre i suoi sintomi migliorano o spariscono. Per capire la gravità del problema, basti pensare che sono noti casi nei quali una madre somministrava alla figlia sostanze emetiche (che provocano nausea) per farle vomitare o addirittura prelevassero del sangue facendolo bere al bambino in modo da far sospettare un'emorragia interna.


Altre volte anche il rincorrersi di "peggioramenti" e "miglioramenti"è completamente deciso dal genitore, è lui che "gestisce" i sintomi, li programma, decide i ricoveri, le terapie, contatta il medico più adatto in quel momento, stabilisce una tattica "comunicativa". Sembra esserci anche una costante riguardo le terapie scelte dalla madre, spesso alternative, non efficaci, che prevedono lunghi viaggi o spostamenti, difficoltose. Questo rende la "battaglia" della madre ancora più eroica, ammirevole e suscita una naturale solidarietà, tanto che spesso queste persone diventano personaggi pubblici, simbolo di madri che lottano per un diritto.
La cosa più drammatica è che la complessità dei casi e le difficoltà a comprenderne la gravità, rendono difficile l'identificazione di questo tipo di problema. In un caso conosciuto una donna statunitense fu condannata a 25 anni di prigione dopo la morte del suo nono figlio. Solo il primo morì di morte "naturale" (per infezione) e la commozione, la vicinanza e la solidarietà ricevuta dalla donna per questo enorme lutto la portarono a ricercare con insistenza il ripetersi di questi eventi. Uccise tutti i figli che ebbe dopo il primo ma per una serie di coincidenze, solo nell'ultimo caso un medico si insospettì facendo arrestare la donna che poi confessò senza difficoltà i precedenti infanticidi.
La sindrome è molto complicata e difficile da spiegare.
Può aiutare la conoscenza del fenomeno raccontare alcuni casi piuttosto noti.

Il caso di Jennifer

Jennifer era una bambina che subì una serie di ricoveri in ospedale per diversi problemi di salute, anche gravi. Soffrì in periodi diversi della sua infanzia di problemi gastrointestinali, epilessia, immunodeficienza, febbre, gravi sintomi neurologici ed infezioni urinarie. Nonostante i sospetti di parte del personale sanitario, nessuno si prese la responsabilità di accusare la madre di essere all'origine di quei disturbi, fino a quando proprio la donna, com'era abituata a fare, inviò un campione di sangue della figlia ad un laboratorio all'insaputa dei medici dell'ospedale; anche questo era un segno della sua malattia: la continua ricerca di una "causa" per i problemi della figlia aiutò gli investigatori a scoprire la realtà. Furono proprio quelle analisi che rivelarono la presenza, nell'organismo della piccola, di un farmaco antiepilettico (Tegretol) e di ipecacuana (una sostanza che causea nausea e vomito). La donna ormai era parte integrante dell'equipe ospedaliera perché si era guadagnata, grazie alle sue attenzioni ed alla presunta competenza medica acquisita con gli anni, la fiducia dello staff sanitario. Arrivava anche a compilare dati medici e modificare la cartella clinica della figlia (con il personale consapevole di questo). Qualcuno notò che la bambina stava molto meglio quando la madre era assente mentre era preda di pianto e disperazione quando la donna tornava da lei. Si arrivò a circa 200 ricoveri, oltre 40 interventi chirurgici, intervallati da episodi di grave sofferenza da parte della bambina che almeno due volte fu in pericolo di vita.
Il caso diventò noto, ne parlarono i giornali, la madre iniziò una raccolta fondi per pagare le cure della piccola dichiarandosi ormai stremata dal punto di vista finanziario, personaggi locali e noti sportivi lanciarono degli appelli e la donna arrivò ad incontrare Hillary Clinton, moglie dell'allora presidente statunitense. La donna iniziò a diventare anche aggressiva, lamentandosi delle cure che riceveva la figlia, dichiarando che era per merito suo se la bambina era ancora viva, denunciando il reparto dove la piccola era stata ricoverata.

In un episodio, accaduto durante uno dei tanti suoi ricoveri, la bambina, nonostante la nutrizione parenterale (artificiale, tramite una sacca esterna) mostrava gravi squilibri della nutrizione ed in un altro fu colpita da due forti infezioni, da batteri diversi, una proveniente da una flebo ed una dal catetere urinario. Quando un medico affermò che, data la rarità di quelle infezioni e la loro particolarità, c'era una forte probabilità di un intervento esterno, i sospetti sulla madre si fecero pesanti.

A quel punto il personale ospedaliero segnalò i suoi sospetti agli investigatori che approfondirono il caso e, trovando riscontri, avvertirono i magistrati che disposero l'allontanamento della bambina dalla madre. Durante le indagini i ricoveri della bambina continuarono, così come i suoi malesseri, fino a quando la madre non fu arrestata e la bambina ricoverata di nuovo in ospedale. Dal momento dell'arresto della madre la piccola registrò un miglioramento costante e veloce delle sue condizioni, non ebbe più bisogno della nutrizione parenterale, dei cateteri e delle flebo, non ebbe più episodi di epilessia ed infezione, si nutriva regolarmente ed anche l'umore tornò regolare.
La madre fu sottoposta a processo nel quale i suoi difensori cercarono di addossare tutte le colpe al personale medico dell'ospedale in cui la figlia era stata ricoverata e dopo diverse udienze cariche di tensione e drammatiche, fu condannata per abuso su minore.
Di casi simili se ne conoscono diversi, alcuni non arrivano nemmeno nella cronache di giornale ma quando arrivano coinvolgono emotivamente per la crudezza e l'assurdità dei comportamenti.
Un caso che sta facendo discutere in questi giorni in America, vede accusata una madre per la morte della figlia, l'accusa è quella di averle fatto ingerire notevoli quantità di sale (cloruro di sodio) provocandole uno stato tossico cronico, fino alla morte, è una storia simile a tante altre accadute in parti del mondo distanti tra loro (per dimostrare come i fattori culturali sono poco influenti in questo tipo di fenomeni).

Sara Rose Dillard-Lubin 

La venticinquenne americana Sara Rose porta il figlio di 4 mesi al pronto soccorso. Dice di averlo trovato in condizioni pessime all'improvviso, subito dopo essersi svegliata per allattarlo. I medici ricoverano il bambino che presenta respiro superficiale e stato soporoso. Controllando i dati si scopre che già due volte, subito dopo la nascita e poche settimane dopo, la donna aveva portato il bambino al pronto soccorso per sintomi simili poi risolti. I medici pensano quindi di svolgere controlli tossicologici sul sangue del piccolo.
Si scoprono quindi residui di oppiodi, probabilmente morfina.
Accusata di somministrare farmaci al lattante la donna si difende raccontando di essere sotto antidolorifici e che i farmaci assunti fossero passati tramite il suo latte al bambino ma un'analisi di un campione di latte mostrava come in quello dato al bambino non vi fossero derivati o metaboliti della morfina in piccole dosi ma quantità talmente alte da non lasciare spazio a dubbi: la morfina era stata aggiunta.

Messa alle strette la donna non confessa ma è condannata vista la presenza di prove evidenti. La storia non finisce qui. Dopo essere stata arrestata gli investigatori scoprono che la donna ha fatto la stessa cosa con il primo figlio, qualche anno prima, sempre tramite somministrazione di sostanze stupefacenti. Il suo scopo: attirare l'attenzione di suo marito che, a suo dire, la trascurava.

Amber Brewington

Pittsburgh, un bambino gravemente malato (epilessia, ritardo mentale, autismo, cecità) è ricoverato per infezione in ospedale accompagnato dalla madre. Nonostante le cure dei medici risolvano il suo problema principale, il piccolo sviluppa una serie di sintomi inspiegabili, soprattutto a carico del sistema cardiovascolare e renale. Il comportamento della madre, apparentemente inappuntabile (passa l'intera giornata nella stanza del figlio, pensa a tutto, dall'alimentazione alle terapie), insospettisce il personale del reparto. La donna non gradisce visite in stanza e manda via sbrigativamente chiunque provi ad assicurarsi delle condizioni del bambino.
Un ulteriore ed inspiegabile aggravamento delle condizioni del piccolo, induce il responsabile del reparto ad avvertire la polizia che, con uno stratagemma, piazza delle telecamere nascoste nella stanza di ricovero.
Quello che si scopre è incredibile. La donna stacca il figlio dall'alimentazione artificiale per iniettare soluzione salina in grande quantità. Solo pochi giorni dopo l'installazione della telecamera la donna si accorge di quella presenza coprendo con il nastro adesivo l'obiettivo. In quel momento la polizia decide di intervenire arrestando la donna che confessa dicendosi pentita e motivando il suo gesto con il desiderio di porre fine alle sofferenze del figlio malato.
Il bambino, allontanato dalla madre, migliora quasi da subito, la donna è condannata anche se ottiene i benefici della non completa sanità mentale. In questo caso non sono emersi obiettivi diversi dal danno diretto probabilmente motivato dai problemi psichiatrici della madre.

Conclusioni

Questa patologia è più frequente di quanto si possa pensare, in uno studio italiano, negli anni 2007-2010, tra i casi ricoverati al policlinico Gemelli di Roma, il 2% potevano essere considerati "inventati", probabilmente con le caratteristiche che abbiamo visto, una caratteristica che accomuna molti protagonisti di queste storie è il loro lavoro, sanitari in attività o in passato o che comunque sono responsabili della cura di una persona (badanti, baby sitter).
Si tratta assolutamente di un quadro delineabile come "abuso" su minore, con molti risvolti sociali, medici, psicologici e giudiziari, la difficoltà principale nell'identificare questi casi è quella del poter discernere un affetto "normale" tra genitore e bambino ed un affetto malato. Fattori come le patologie mentali dei genitori, l'eccessiva presenza di regole, costrizioni, perfezione, rigidità educativa, possono essere fattori di rischio. Un altro ostacolo è la difficoltà nell'ammettere una colpa così grave (in pratica una finzione totale) da parte di una madre.
Una forma particolare di MSP è quella di genitori di bambini con malattie (vere) che tendono ad esagerare o "mostrare" in pubblico la malattia del proprio figlio per un desiderio personale di apparire o di attenzione e la MSP è stata legata alla cosiddetta "sindrome da indennizzo", ovvero le esagerazioni (o l'invenzione di sana pianta) di malattie o sintomi per ottenere un indennizzo economico, il tutto non volontariamente o consciamente ma a livello inconscio (da distinguere quindi dai casi in malafede).
In questi casi si pone anche un altro problema, giudiziario ed etico: sono delitti gravissimi ma è più giusto punire il crimine o curare il disturbo?

Alla prossima.

Io, antifrenista.

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Questa è la traduzione e adattamento dell'articolo di Robert Moore Jr. apparso nel suo blog. Dedicato a chi ascolta le idiozie antivacciniste e decide la propria salute e quella dei suoi cari con molta leggerezza e basandosi su ragionamenti illogici. Ho adattato l'articolo alla realtà italiana e reso più "scorrevole".
Buona lettura

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Ho preso una decisione seria e basata sulle evidenze. Non voglio discuterla ma farla conoscere a tutti. Siete pregati di rispettarla, non voglio sentire quei professoroni che mi avvertono dei fantomatici pericoli della mia scelta, a casa mia comando io.
Sto smontando i freni della mia automobile.
Non è una decisione avventata, vi spiego perché.
Qualche settimana fa ho visto un incidente automobilistico, due persone si sono trovate allo stesso momento ad un incrocio, tutte e due hanno fatto una grande frenata e subito dopo si sono scontrate. Nessun ferito grave per fortuna ma ho subito pensato che, se invece di frenare avessero sorpassato semplicemente l'incrocio, non sarebbe successo nulla. Sono stati i freni quindi a causare l'incidente!
A quel punto ho deciso di fare una ricerca e quello che ho trovato è stato sconcertante. Centinaia di persone, ogni anno, sono gravemente ferite da frenate inutili e ci sono casi in cui i freni, non funzionando, hanno investito anche altre persone, innocenti, bambini, famiglie intere: ditelo a loro che i freni sono sicuri e salvano le vite!!
È dimostrato che praticamente in TUTTI gli incidenti stradali, i conducenti delle autovettura avessero azionato i freni subito prima dell'incidente, servono altre prove?
Vi siete mai chiesti perché le multinazionali automobilistiche non rilasciano un certificato in cui si assumono tutte le responsabilità sull'uso dei freni? Avete mai visto un concessionario di auto dirvi che i freni sono sicuri al 100%? Non ve lo diranno mai!

Chi l'ha detto che i freni sono sicuri? I produttori di freni naturalmente e tutto questo i media non ce lo dicono.
Una volta stavo guidando sulla neve ed ho premuto leggermente i freni: ciò ha causato la completa perdita di controllo dell'auto, i miei freni avrebbero potuto uccidermi facilmente. Avete fatto caso poi alle pastiglie dei freni che scadono, ai dischi che si usurano? Non sentite quanti sobbalzi e rumori stridenti? E questi sarebbero "sicuri"?
Chissà perché qualche decennio fa i freni non li usava nessuno. Per diminuire la velocità delle auto si scalava di marcia o si usava il freno motore, sarà una coincidenza ma nel passato, quando usavano le marce o il freno motore non c'erano MAI incidenti causati dai freni ed oggi sempre più studi ci mostrano le scoperte sui metodi di frenata alternativi.
Io le ricerche le ho fatte ed ho scoperto che ci vendono schifezze.
I meccanici, le persone ai cui affidiamo il lavoro e la cura delle nostre macchine, sono pagati per cambiare ed installare i freni. Ogni freno da riparare sono soldi, cosa dovrebbero dire se gli chiedete se i freni devono essere installati? Chi vogliono prendere in giro? Voi pensate lo facciano per la nostra sicurezza ma prendere 49,99 euro per cambiare le pastiglie dei freni è proprio un bel guadagno. Fateveli montare voi i suoi freni!!

Ho parlato così con il mio meccanico e gli ho chiesto di smontarmi i freni e sono disgustato per quanto mi abbia trattato male.
Mi ha accusato di essere pazzo, anche ignorante però quando gli ho detto che la torsione di coppia che puoi mettere sui freni è limitata e gli ho mostrato i valori che ho trovato su internet mi ha guardato strano e mi ha detto che non sapeva di cosa stessi parlando, l'ignorante è lui! Ha detto che i freni che mi avrebbe montato escono dalla casa madre dopo accurati test e che il prodotto è standardizzato, come se tutte le macchine fossero uguali. Ha avuto anche il coraggio di dire che la mia scelta personale potrebbe avere conseguenze, che potrei influenzare la vita di chi sta attorno a me.


Ne ho avuto abbastanza di lui, sto cercando un nuovo meccanico.
Il problema è che molti meccanici sono pagati e sponsorizzati dall'industria automobilistica e che tutti, guardacaso, insistono affinché io non tolga i freni dalla macchina e cosa dovrebbero dire visto che dai freni della mia macchina dipende il loro guadagno? Avete mai visto un meccanico mettere i freni alla propria auto? Ci sono ricerche che dimostrano che il 79% dei meccanici non usa i freni!
Siamo andati sulla Luna (anche su questo ci sarebbe da discutere) e non abbiamo trovato un modo per evitare i freni? Ma a chi vogliono darla a bere?
La maggiorparte di loro non ha voluto nemmeno tenere la macchina in officina per controllarla dicendo che senza freni potevo causare danni alla loro struttura o alle altre macchine, cretinate! A loro semplicemente non piace chi crede a tecniche di frenata alternative.
Ora, chiaramente, anche il governo è coinvolto e dice che io DEVO avere i freni, che non è una cosa che riguarda solo me e che con la mia decisione posso danneggiare gli altri. Cosa ne è quindi della libertà di scelta? Dov'è la libertà?!?
Se chi usa i freni lo fa perché sono sicuri e si sente protetto, di cosa si preoccupa?

Vi invito allora a fare le vostre ricerche.
Non basta ascoltare il ministero dei trasporti o le grandi case automobilistiche multinazionali. Ho preso una decisione personale per la mia famiglia, ho detto NO ai freni.
Useremo rimedi naturali, come la gravità, il mettere i piedi a terra per fermare l'auto ed i rimedi popolari come l'uso del freno motore. Dopotutto, se funzionava già con me da bambino quando andavo in bicicletta, funzionerà con i miei figli nella mia macchina.
Non ho mai sentito nessuno, tra quelli che hanno tolto i freni della macchina, dire di essere morto ma ci stiamo svegliando e siamo sempre di più.

Vi prego di essere rispettosi nei commenti.
Il prossimo articolo tratterà dei danni ormai scientificamente dimostrati delle cinture di sicurezza.


NOTA: Questo è un post satirico, si prega di non modificare la vostra automobile. Non sono un meccanico e non ho competenze di ingegneria, ho un'idea molto vaga e probabilmente sbagliata sul funzionamento del motore e quindi le mie parole non devono essere considerate attendibili.
Grazie.

I 10 miti (+1) più diffusi sull'omeopatia

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Le medicine alternative sono un campo ricchissimo di miti e false convinzioni ed in fondo sono proprio queste che ne decretano il successo. Chi le vende sfrutta i miti sulle "alternative" per alimentare un'efficacia che alla prova pratica non esiste, chi le usa spesso lo fa convinto di aver "letto da qualche parte" (o da aver "sentito da qualcuno") che quella cura "funziona". La medicina alternativa più diffusa nel mondo è l'omeopatia, chi la usa, nella stragrande maggioranza dei casi, non sa realmente di cosa si tratta, è convinto di assumere medicine e principi attivi, pensa di curarsi quando invece effettua una cura a base di semplici caramelle di zucchero, tanto che gli è difficile accettare la realtà di quella che è venduta come medicina ed invece è semplicemente una pillola inerte. Quali sono i miti più comuni sull'omeopatia?
Proviamo a rispondere ai 10 più comuni (+1).
Chirurgia omeopatica: "Svelta infermiera, mi passi niente".

1) L'omeopatia è sempre più diffusa
FALSO: La diffusione dell'omeopatia è dovuta al fatto che sono tantissime le persone alle quali è consigliato un rimedio omeopatico da conoscenti o direttamente dal farmacista. L'omeopatia rappresenta meno dell'1% del mercato farmaceutico (in Italia) ed è meno venduta dei prodotti di bellezza e d'igiene in farmacia (con un lieve calo di vendite nell'ultimo anno). La dimostrazione della poca affezione dei pazienti nei confronti di questa pratica è che non esistono farmacie che vendono esclusivamente prodotti omeopatici (non riuscirebbero a sopravvivere) e nel mondo sono sempre di più quelle che chiudono per mancanza di utili. Stessa sorte ad "ospedali omeopatici", ormai in via di estinzione in nazioni come l'Inghilterra nella quale erano istituzioni solide del passato (l'ospedale di Bristol nel 2010 ha contato solo 470 visite ed ha chiuso, come quello di Londra) Pratica di "nicchia" fino agli anni '70, ha conosciuto un boom legato alle campagne pubblicitarie virali delle industrie omeopatiche che però hanno visto scendere gli utili parallelamente all'aumento di consapevolezza sull'inconsistenza di questa pratica pseudoscientifica. Le statistiche che periodicamente si leggono sui giornali usano termini vaghi per sostenere un presunto quanto inesistente utilizzo massiccio di omeopatia, ad esempio "il 7% degli italiani utilizzano prodotti omeopatici da soli o con i farmaci" senza far notare che se eliminassimo chi usa omeopatici associati alla medicina (quindi non si cura "solo con omeopatia") la percentuale diminuirebbe sensibilmente rendendola simile a quella che conosciamo, bassissima.
La voce che vorrebbe sempre più persone affidarsi all'omeopatia è una semplice operazione di marketing.

2) L'omeopatia è dimostrata scientificamente, come la sua efficacia
FALSO: Non esiste uno studio scientifico serio che dimostri inequivocabilmente l'efficacia dell'omeopatia, mentre studi condotti con precisione ed accuratezza statistica ne dimostrano l'inefficacia (al massimo un effetto paragonabile al placebo). I principi su cui si basa questa pratica, inoltre, sono contrari a leggi basilari della chimica e della fisica. Prima di dimostrare l'efficacia dell'omeopatia quindi, bisognerebbe stravolgere le leggi cosmiche, cosa che fino ad oggi non è mai avvenuta. Negli anni, inoltre, già le ipotesi di partenza (mai dimostrate) dell'inventore dell'omeopatia, sono state stravolte e trasformate per adattarle ai tempi (nell'epoca dell'invenzione dell'omeopatia gran parte dei concetti scientifici, a partire dall'esistenza dei batteri, erano sconosciuti) creando di fatto una nuova ipotesi senza però prendersi cura di dimostrarla. In parole povere un'ipotesi non dimostrata, modificata arbitrariamente con nuove ipotesi mai dimostrate.
Un esempio: oggi sappiamo che un granulo di omeopatia contiene solo zucchero. Non esiste quindi pericolo di intossicazione o di "sovradosaggio" e per questo l'omeopatia non può avere effetti collaterali, è un cavallo di battaglia degli omeopati. Ma Samuel Hahnemann, inventore dell'omeopatia sosteneva che una dose eccessiva poteva essere molto pericolosa e letale per chi la assumeva perché secondo lui quei rimedi un effetto lo avevano davvero. Oggi, avendo i mezzi per capire che non c'è nessun effetto, gli omeopati hanno stravolto le stesse idee dell'inventore di questa medicina alternativa mantenendone i presunti effetti positivi e cancellando, chissà perché quelli ipoteticamente negativi.

Dosi eccessive di una medicina omeopatica portano grave danno e mettono il malato in pericolo di vita. Oggi, visto che sappiamo che in un granulo omeopatico c'è solo zucchero, gli omeopati non lo dicono più. (Organon. S. Hahnemann, trad. Riccamboni)

3) L'omeopatia funziona sui bambini e sugli animali, è la prova che ha degli effetti
FALSO: Non vi sono studi scientifici ben condotti che mostrino un'efficacia superiore al placebo dell'omeopatia sugli animali o sui bambini. Gli effetti talora osservati su queste classi di individui sono paragonabili all'effetto placebo, noto per funzionare anche sugli animali e sui bambini (persino sui neonati) o su un fenomeno conosciuto come aspettativa (i genitori si attendono un effetto da ciò che somministrano e qualsiasi beneficio, anche spontaneo, è attribuito all'omeopatia). Molti degli effetti raccontati sono dovuti poprio a questo, malattie che passano da sole, malesseri banali, problemi che possono essere risolti semplicemente con pazienza e buon senso, sono "curati" con le caramelle omeopatiche che diventano automaticamente "autrici" del miglioramento.

4) Per essere omeopati bisogna essere specializzati
FALSO: Nell'ordinamento italiano non esiste la specializzazione (o la laurea) in omeopatia. Qualsiasi medico laureato ed abilitato alla professione può prescrivere rimedi omeopatici (e possono farlo solo i medici). Esistono in tutti gli ordini professionali degli albi "speciali" che raccolgono i medici che si definiscono "omeopati". Per essere inseriti in questi albi bisogna aver frequentato particolari corsi di formazione accreditati.

5) L'omeopatia è più economica della medicina
FALSO: Se in apparenza i prodotti omeopatici sembrano costare meno di quelli farmaceutici, la realtà è ben diversa. Mentre una medicina è frutto di anni di ricerche, esperimenti, costi tecnici ed umani, materie prime anche costose, l'omeopatia non evolve da 2 secoli e non contiene sostanze attive. Nessun prodotto omeopatico deve dimostrare (per legge) la sua efficacia (e questo è un processo che costa tempo e denaro) ma soltanto la sua innocuità (che riguardando prodotti costituiti da sostanze inerti è praticamente sottintesa). In questo modo i prodotti omeopatici sono enormemente più costosi di quelli farmaceutici, basti pensare ad un noto omeopatico per l'influenza il cui acquisto equivale a zucchero comprato a 2000 euro al kg.

6) L'omeopatia rispetta la natura
FALSO: Se si parte dal presupposto che qualsiasi industria inquina l'ambiente circostante, questo vale anche per le industrie omeopatiche. C'è però una differenza: un'industria farmaceutica inquina per produrre farmaci con un'azione precisa, l'industria omeopatica inquina per produrre sostanze inattive. Riguardo la sperimentazione animale, anche l'omeopatia la effettua ed estrae i principi attivi di partenza (che poi scompaiono nel prodotto finale) anche da animali (persino in via di estinzione) così come realizza esperimenti su di essi, un sacrificio quindi inutile e senza senso. Le aziende omeopatiche più note sono multinazionali, anche quotate in borsa, esattamente come quelle farmaceutiche tradizionali, ammantarsi di un'aura di "naturalità"è l'ennesima operazione di immagine per consumatori poco attenti.

7) L'omeopatia è una medicina moderna
FALSO: L'omeopatia nasce nel 1800 e dalla sua nascita non ha avuto alcuna modifica né ha rivisto le sue nozioni iniziali che non hanno alcuna attendibilità scientifica, medica o sperimentale. L'omeopatia di oggi è la stessa di 2 secoli fa, quando non si conosceva l'esistenza di batteri e virus e l'origine delle malattie era un mistero. In ogni caso, lo zucchero (che costituisce la componente unica di qualsiasi granulo omeopatico oltre la 12ma diluizione) oggi è identico a quello di 200 anni fa e non ha modificato il suo unico potere: dolcificare.

8) L'omeopatia cura la causa, non il sintomo della malattia:
FALSO: È l'esatto contrario: l'omeopatia pretende di curare le malattie partendo dal sintomo e somministrando ciò che quel sintomo lo provocherebbe (in medicina invece si somministra ciò che elimina il sintomo, spesso eliminandone la causa), è uno dei dogmi dell'omeopatia: "il simile cura il simile". Il "rimedio omeopatico" (cioè il tipo di granulo da somministrare al paziente) si sceglie in base al sintomo che la "tintura madre" (la sostanza originale dalla quale poi si ottiene il prodotto finale) provoca sul paziente, indipendentemente dalla causa. Per curare l'ansia si prescrive una sostanza che provoca ansia (di cui non vi è traccia nel prodotto in vendita). Per esempio, per curare l'insonnia si usa il caffè (che ha effetto eccitante), per curare la nausea l'ipecacuana (pianta che provoca nausea) e così via. Per l'omeopatia non ha importanza la causa: un raffreddore può essere causato da un batterio, da un virus, da un'allergia ed ogni causa ha una cura diversa, per l'omeopatia invece la cura si basa sul sintomo, indipendentemente dalla causa.

9) L'omeopatia non è pericolosa
FALSO: Se un prodotto è realmente omeopatico (cioè non contiene nulla) non ha una pericolosità diretta ma indiretta, distoglie cioè da cure efficaci e non tratta in maniera reale alcuna malattia. In alcuni casi però sono definiti come omeopatici dei prodotti che il principio attivo lo contengono veramente e questo può causare (com'è successo) effetti collaterali gravi. Un recente studio ha elencato le centinaia di vittime dirette o indirette dell'omeopatia e di ciò che si presenta come "omeopatico" ma non lo è.

10)  Nell'omeopatia abbiamo la certezza di ciò che compriamo
FALSO. Non essendoci nessun principio attivo in un prodotto omepatico di diluizione superiore ai 12CH, l'azienda produttrice può preparare il prodotto come preferisce, anche senza usare il principio attivo di partenza, visto che alla fine del processo questo sparirà del tutto. Non esiste alcun mezzo (oltre al controllo diretto, visivo) per controllare se realmente il prodotto omeopatico è stato realizzato come descritto. D'altronde nessun omeopata e nessuna persona al mondo potrebbe distinguere un granulo omeopatico (oltre la 12CH) da un granulo di zucchero, sono la stessa identica cosa. Non ci credete? Provateci.

10+1) I prodotti omeopatici contengono solo estratti di erbe e sostanze naturali
FALSO: Non contengono nulla.
I prodotti omeopatici (dalla dodicesima diluizione in poi contrassegnata con la sigla 12CH, ma probabilmente anche per quelle minori), contengono solo l'eccipiente che costituisce il prodotto: se l'omeopatico è venduto sotto forma di granulo lo zucchero, se liquido alcol o acqua. Non vi è traccia di nessun principio attivo né sostanza curativa. Se per "sostanze naturali" si vuole intendere lo zucchero o l'acqua che costituiscono il prodotto, allora l'affermazione è vera. In ogni caso, tra i presunti principi attivi omeopatici, si utilizzano prodotti di tutti i tipi, oltre alla presunta presenza di sostanze vegetali, tra gli ingredienti utilizzati vi sono sostanze come lo sputo di tubercolotico, sostanze che naturalmente sono elencate senza però mai apparire nel prodotto finito. Esistono rimedi omeopatici che contengono pezzi del muro di Berlino, mercurio, raggi X o veleno di serpente: tutto "naturale", certamente...

Il termine "naturale"è comunque abusato: l'aspirina, i chemioterapici, l'aria, l'acqua e qualsiasi cosa si produca è per forza di cose "naturale" e spesso è molto più "processato" ed industrialmente modificato un prodotto omeopatico di uno farmacologico tradizionale (diluire per 100 volte e spruzzare su granuli una tintura madre è un procedimento molto più "artificiale del confezionare flaconi di glicerina).

Per concludere, nonostante il marketing e Big Homeo provino a far passare la "medicina degli zuccherini" come pratica seria e scientifica, l'unico dato assodato fino ad oggi (dopo 200 anni dalla sua creazione) è che i granuli omeopatici con diluizione superiore alla dodicesima (indicata come 12CH) sono semplici caramelle di zucchero. Le ipotesi alla base dell'omeopatia si basano su credenze e superstizioni ormai smentite che le permetterebbero di funzionare tramite effetti paranormali paragonabili alla stregoneria.
In base alle regole del commercio bisognerebbe capire come sia possibile vendere un prodotto che al suo interno non ha nessun principio attivo e soprattutto come possa essere permesso che un prodotto elenchi degli ingredienti che poi nessuna analisi e nessun mezzo di controllo potrà effettivamente riscontrare.

L'omeopatia è alternativa alla medicina come il tappeto volante è alternativo all'aeroplano.

Alla prossima.

Il guaritore. (parte 1)

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Uno dei luoghi comuni più diffusi è quello che il nostro paese sia particolarmente credulone e per questo periodicamente ospita i casi più eclatanti di pseudomedicina e vede nascere guaritori e finte cure continuamente. In Italia i casi noti sono pochi (in ordine cronologico Bonifacio, Di Bella, Stamina) ma quelli meno conosciuti sono decine (Vieri, Nacci, Simoncini e tanti altri). Se è vero che un paese a forte impronta religiosa (il nostro lo è) è più propenso a credere a "guru" e miracoli, in qualsiasi parte del mondo si troveranno medici, falsi medici, guaritori di ogni tipo e cure miracolose. Si tratta in fondo di una fetta di mercato, una richiesta fisiologica che è accontentata da chi sceglie di prestarsi al lavoro di ciarlatano. Non fanno eccezione le nazioni più sviluppate, gli Stati Uniti (patria delle più famose cure anticancro fasulle, da Hoxsey alla Clark), la Germania con la psicosetta legata ad Hamer, la Francia con Burzinsky ed altre, ogni nazione ha il suo "genio incompreso", guarisce tutti, senza mai aver guarito nessuno.
Una forma particolare di ciarlataneria, poco diffusa da noi ma molto nota nei paesi oltre oceano, è la cosiddetta "medicina spirituale" (più o meno la traduzione di psychic healing, guarigione psichica), nella quale si mescolano credenze religiose, trucchi da baraccone, grossi giri di denaro, truffe e condizionamento mentale. Come sempre però lo scopo è quello di attirare persone con problemi (di salute o psicologici) usandole per guadagnare e per ottenere pubblicità gratuita delle proprie capacità curative.
È un fenomeno molto complesso, diffuso come detto in tutto il mondo, in particolare nel continente americano, che può avere differenze locali ma che quasi sempre sfrutta il plagio da parte di una figura carismatica, il "guru", colui capace di guarire gli ammalati con gesti semplici ma spettacolari, eclatanti. In certi paesi il fenomeno è talmente "regolare" che esistono anche i "guaritori da strada", che "curano" qualsiasi malattia lavorando sui marciapiedi, si esibiscono in piccoli trucchi (uno, frequente è quello di "pareggiare" due gambe di lunghezza differente, è un trucco di abilità) e chiedono soldi in cambio di una "seduta di guarigione".

Da noi il fenomeno non si è diffuso più di tanto. Ebbe un successo passeggero negli anni '70 con il fenomeno dei "guaritori filippini", individui che con il solo uso delle mani (e qualche trucco di magia di bassa lega) simulavano un intervento chirurgico che guariva i "malcapitati", oggi esistono alcuni guaritori spirituali italiani con successo locale.
Furono alcune trasmissioni televisive che spiegarono i trucchi usati da queste persone a svelarne lo scopo truffaldino e con la loro fuga all'estero per sfuggire alla giustizia terminò anche il fenomeno.
Negli Stati Uniti è invece diffusissima la figura del "faith healer" ("guaritore religioso"), personaggi che si improvvisano e si autoproclamano "emissari divini" e che, dicono, tramite Dio riuscirebbero a guarire migliaia di persone dalle malattie. Loro non sarebbero altro che "tramite" tra il divino ed il sofferente.
Su decine di guaritori miracolosi, qualcuno raggiunge un notevole successo, organizza una vera e propria società con introiti vertiginosi, gira in tour mezzo mondo con guardie del corpo e "prezzi" esorbitanti e riempie stadi e parchi. Una delle figure più note è Benny Hinn, in Italia conosciuto per essere apparso in televisione (ed anche in alcune serate facenti parte del suo "tour" mondiale), definito "tele evangelista", ricchissimo guaritore che con il tocco della mano fa rialzare i paralitici e vedere i ciechi. Hinn è solo il più noto mediaticamente ma sono decine i suoi emuli che con la ciarlataneria hanno creato un impero economico. Hinn alza la mano e chi gli sta di fronte crolla a terra guarito, persone che non camminano da anni, toccate da lui, si alzano e ballano, fa anche i miracoli multipli, 20 persone in fila e lui, come con una mitragliatrice, scarica l'energia divina su tutti, anch'essi crollano in estasi e si rialzano guariti, bambini ed anziani compresi. Il "tele evangelista" le spara grosse, spalleggiato da file di guariti da malattie gravi: "aveva un tumore che è caduto sul palco, un tumore che colpito è caduto in tanti pezzettini sul palco, è incredibile..." ed il testimone annuisce, sorridente. Hinn guarisce anche a distanza, basta guardare le sue tramissioni, della sua TV privata e la guarigione è assicurata.

Benny Hinn lancia una scarica di energia spirituale su un malato che crolla a terra
Guarigioni multiple, tutti crollati a terra colpiti dall'energia del guaritore

Unico particolare, i "guariti" sono spesso complici, scelti prima, persone sanissime che recitano una parte e, come ha dimostrato una trasmissione televisiva, i malati veri che volevano salire sul palco per essere guariti sono stati invitati a tornare al loro posto con varie scuse, non c'era tempo, servirà aspettare il prossimo tour che Hinn prosegue con altre serate dai miracoli impossibili, raggiungendo con il suo jet privato i più remoti angoli della Terra e facendogli raccogliere, a quanto dicono voci malpensanti, un introito di oltre 10 milioni di euro l'anno dei quali, 1 milione, solo in donazioni dei fedeli, raccolte tramite la fondazione che ha creato per convogliare i suoi guadagni. Altri "guariti" sono persone inconsapevoli che ingenuamente credono alle rassicurazioni del predicatore, credono ad una guarigione che non c'è, la ammettono in pubblico per poi ricadere nella drammatica realtà dell'illusione alla quale hanno creduto.
Qualcuno è stato "guarito" anche a distanza, tramite i video di Hinn, liberato (secondo il predicatore) dal male, un ragazzo ha smesso di assumere dei farmaci (aveva un tumore al fegato in miglioramento) e la malattia, incontrastata, ha avuto il sopravvento in pochi mesi.
"Il potere di Dio entra in me, io lo sento e tramite me restituisce la salute", dice pacatamente il più famoso guaritore degli Stati Uniti d'America.

Guardando con occhi scettici (e non disperati) le azioni ed i "miracoli" di questa gente, è spontaneo un sorriso amaro, viene da chiedersi come si possa credere a cose del genere, sembra impossibile che una persona, per quanto sofferente, possa affidarsi ad evidenti ciarlatanerie; tra i "seguaci" non si trovano solo analfabeti ed ingenui ma anche persone colte, professionisti, giovani studenti ma è proprio questo che può spiegare i motivi del successo dei guaritori, anche di quelli nostrani, quando la mente non è più lucida si crede a tutto, proprio a qualsiasi cosa, anche all'incredibile, nonostante queste persone non siano altro che fenomeni da baraccone. Un giornalista chiede a Hinn di rispondere alle accuse di truffare la gente per denaro: "io non sono un truffatore, non puoi truffare tutti per tutta la loro vita per arricchirti, prima o poi ti smaschererebbero" dice Hinn ed il giornalista ribatte: "per arricchirsi lei non deve truffare tutti, per tutta la vita, le basta truffare qualcuno per molti giorni". Semplice.
Lo stesso giornalista rinfaccia a Hinn il suo stile di vita: jet privato, hotel extralusso, abiti firmati e Hinn risponde "che c'è di male, sono un uomo come tutti, come te". Nulla di male, se non fosse che quei soldi sono guadagnati con l'inganno.
La cosa più interessante dal punto di vista sociologico è che Hinn, esattamente come tutti i guaritori, dai nostri lanciati dalla TV a quelli esteri e più esotici, si dissocia dagli altri, loro sono disonesti lui è puro ed altruista. È un modo come un altro per "pulirsi" la coscienza nei confronti dei propri fedeli, quando invece non c'è alcuna differenza tra un guaritore che dice di guarire con l'energia spirituale ed uno che dice di farlo con l'energia della memoria dell'acqua o i "cocktail" di farmaci, sempre di inganno si tratta e Hinn usa gli stessi trucchi dei tanti guaritori che abbiamo conosciuto in questi anni. Una nota giornalista americana si è finta malata di poliomielite ed ha finto la sua guarigione, Hinn l'ha portata ad uno dei suoi "convegni" e quando gli hanno svelato l'inganno è rimasto di sasso ma non ha perso la sua sicurezza "tutti possiamo sbagliare, io sono un uomo normale e sbaglio".
I personaggi simili a Hinn, negli Stati Uniti, sono tantissimi, con successi alterni, alcuni sono diventati vere e proprie star della televisione, altri annaspano cercando spazio tra gli altri.
In alcune comunità la "guarigione" non è legata direttamente agli atti fisici del "profeta" ma viene attuata durante i canti o durante le messe, anche in questo caso a distanza o per mezzo di parenti. Non si tratta assolutamente di un fenomeno recente, nell'ottocento sono descritti casi di guaritori "per mezzo della fede" che giravano le città americane per salvare anime e guarire malattie, alcuni di essi erano richiestissimi, come Smith Wigglesworth, di origine inglese che predicò nel suo paese e poi negli Stati Uniti, famosissimo dovette lasciare il suo lavoro per dedicarsi alla predicazione (diceva di non leggere niente se non la Bibbia) e sono diverse le testimonianze di guarigioni sorprendenti, da malattie come appendiciti, tumori, infezioni. Praticava una "guarigione" molto particolare, spesso fatta di "botte", schiaffi, percuoteva con forza la zona malata e non mancano le testimonianze di resurrezioni, avrebbe fatto "risvegliare" dalla morte diverse persone (molto probabilmente complici, come accade ancora oggi), morì nel 1947.
Esistono anche donne protagoniste di questo fenomeno, tra le più famose Kathryn Kuhlman che tra una predica e l'altra faceva entrare in estasi i suoi ascoltatori. Verso la fine della sua carriera, seguitissima, un gruppo di medici locali cerco riscontri alla voce che voleva più di 20 persone guarite da malattie gravissime tramite l'intercessione della donna ma non trovò alcun riscontro. Una di esse, durante una delle messe di guarigione, si alzò dalla platea su comando della Kuhlman, abbracciandola ed urlando di essere stata guarita da lei da un grave tumore alla colonna vertebrale, costretta all'immobilità e ad indossare un pesante busto, cominciò a correre e gettò il busto in segno di ringraziamento. La comunità restò scioccata, anche dal fatto che la donna il giorno successivo ebbe un crollo vertebrale e morì poco tempo dopo.
L'esibizione, il clamore e le urla (con vere e proprie crisi isteriche) fanno parte del "repertorio" di questi guaritori, servono ad impressionare gli spettatori, a scioccarli ed a creare nel pubblico un vero e proprio stato mentale di alterazione, nel quale c'è chi vede parenti scomparsi, chi cade in trance e chi sente voci dall'aldilà.

Una delle cose più interessanti è che esistono anche alcuni (rari) studi sugli effetti delle "preghiere" di guarigione ma quello che ha la conclusione che credo più significativa è una review Cochrane che conclude:
However it is impossible to prove or disprove in trials any supposed benefit that derives from God's response to prayer.
(trad.). "È comunque impossibile provare o meno, in una ricerca, ogni presunto beneficio che derivi dalla risposta divina alla preghiera".
Ed è giusto così. La maggioranza delle persone che si affidano a questi improbabili guaritori, sono mosse da fede sincera, forse molto ingenua ma "vera" e quindi, se da un punto di vista scientifico è assurdo cercare riscontri sulle presunte guarigioni, dall'altro è anche vero che è impossibile cercare di interpetare con la scienza un atto di fede. Naturalmente è bene distinguere i truffatori (che, intendiamoci, rappresentano la maggioranza di questi "guaritori religiosi") da chi si limita a preghiere per chi le desidera ed è dei primi che ho parlato.
Ciò che appare più strano è che le tecniche ed i "risultati" di questi guaritori non sono cambiati nel tempo, tanto che guardandoli oggi, i loro comportamenti e atteggiamenti sembrano surreali, quasi ridicoli, non credibili ma così non la pensano le centinaia di persone che li seguono e li amano, rendendoli veri e propri "divi" religiosi.
Perché?
Il desiderio di miracolo, quello a cui assistiamo quando una persona apparentemente consapevole, colta e sveglia, cade nella trappola delle ciarlatanerie. Si arriva a credere all'impossibile.

Non siete ancora convinti? Allora non conoscete i "guaritori" sudamericani.
Di questi parlerò nella seconda parte dell'articolo.

Alla prossima.

Il guaritore. (parte 2)

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Abbiamo visto, nella prima parte di questo articolo, come la figura del ciarlatano, del guaritore, non sia un'esclusiva italiana e che in molti paesi del mondo, anche in alcuni considerati moderni e civilizzati (per quello che signfica questo aggettivo), spopolano i venditori di miracoli. Si arriva all'incredibile e ci si chiede come si possa credere a cose del genere ma è l'ulteriore dimostrazione di quanto noi esseri umani siamo in fondo ingenui e condizionabili, arrivando a credere all'impossibile. Se nel nord America spopolano i "faith healers" (i guaritori religiosi) una forma simile la troviamo nel sud del continente, sempre con forte impronta religiosa o mistica ma molto più primitiva e rozza.
Soprattutto in Brasile, ma anche in altri paesi, sono diffusi guaritori lievemente differenti da quelli del nord del continente o europei, puntano molto allo spettacolo "fisico", all'esibizione di forza e poteri sovrannaturali più "materiali" della semplice "imposizione delle mani" che tutto può. Se quelli nord americani si limitano a "trasmettere" energia divina, a guarire con "il pensiero", quelli sudamericani si avvicinano molto ai filippini di qualche decennio fa. Tagliano la pelle (veramente!), usano trucchi da fachiro, impressionano con sangue e piccole operazioni chirurgiche, cercano di colpire un folto pubblico di malati, disperati o di semplici ingenui per convincerli dei loro poteri sacri.
In questo caso, quasi sempre, il guaritore dice di essere l'impersonificazione di qualcuno, una "entità" che gli permette di ottenere dei veri e propri miracoli. Dicono di non volere denaro ma guadagnano migliaia di dollari con le offerte, la vendita di gadget, pietre benedette, immagini sacre. Anche qui, un vero e proprio impero del dolore.
Qualcuno di loro ha tentato anche il "grande salto" del tour mondiale ma poco importa, nonostante l'evidente assurdità delle loro pratiche, ci sono sempre schiere di persone, centinaia, che affrontano viaggi costosi e lunghissimi per sottoporsi ai trucchi di questa gente, sembrano quasi spettacoli da circo ma è proprio questo che stupisce, gli spettatori non mancano mai.
Come tutti i guaritori, anche i "mistici" brasiliani hanno un loro staff, organizzato, perfetto, che cura ogni particolare e tiene lontano i curiosi e come per tutti i ciarlatani fioccano le testimonianze di chi è "guarito". La maggioranza, in questi casi sono false ma gradualmente, il tempo necessario per far diventare il ciarlatano un santone, ecco che compaiono testimonianze "reali", non di complici del guaritore ma di persone che stavano davvero male e dicono di essere migliorate o guarite (ma che in realtà, come abbiamo visto in molti casi, curati in ospedale e con la medicina).
Nessuna prova, naturalmente, solo la loro parola e trattandosi spesso di malesseri psicologici non stupisce che in molti riferiscano di "stare meglio", il potere della mente è incredibile.
Uno degli ultimi guaritori sudamericani a fare scalpore è Joao de Jesus (Giovanni di Dio), diventato famoso perché, dopo l'uscita di un libro che ne raccontava la storia, è riuscito a creare una rete di collaboratori in tutto il mondo, Europa compresa, che gli assicurano clientela continua. Questo ha attirato le telecamere di diverse televisioni europee e così la sua fama è diventata vera e propria celebrità internazionale tanto da portarlo in tour in mezzo mondo e fargli dichiarare di aver curato più di otto milioni di persone.
Joao dice che un'entità (sono in totale 38, tra di loro Re Salomone e San Ignazio da Loyola) si impossessa del suo corpo e tramite lui opera e guarisce malati di ogni tipo, file lunghissime di persone coprono distanze impressionanti per avere una sua benedizione e lui, sornione, dice di operarle "estraendone il male", di non volere soldi e di vivere per fare del bene. L'uomo è pubblicizzato come "il più grande guaritore dopo Gesù Cristo".
In realtà, Joao, pastore analfabeta brasiliano, ex ragazzo di strada, guadagna (tanto) dalla vendita e dalle iniziative del suo centro "terapeutico" (lo chiama "La casa"), dalle foto benedette alle pietre impregnate di santità gli affari vanno benissimo e nulla lo ferma, neanche le accuse di violenza sessuale ad una donna del suo staff o il fatto di aver ristrutturato casa sua con i soldi dei "fedeli".

Joao non si limita a parlare, pregare e benedire, è un vero e proprio "chirurgo spirituale". Usa dei trucchi noti ma arriva anche ad incidere la cute con dei veri bisturi (in che condizioni igieniche non oso immaginarlo). Le persone ci credono e si sottopongono ai suoi riti.
Un intervento classico di Joao è quello di infilare dentro il naso (da una narice) una pinza chirurgica con una piccola garza arrotolata sulla punta. La spinge fino in fondo per almeno 10 centimetri, la agita e la ruota e le persone dicono che "sembrava entrare dentro il cervello". L'intervento è impressionante e, non c'è dubbio, contribuisce all'aura di "divino" dell'uomo. Ad ogni apparizione Joao cambia "entità" che lo possiede: una volta è un medico morto nel medioevo, altre volte è un santo e secondo l'entità cambia voce, atteggiamento, modo di fare, non cambia il "rito": sceglie un malato e pubblicamente (anche davanti alle telecamere) infila le pinze nel naso o gratta con un coltello un occhio, "operazioni"cruente che servono ad impressionare e colpire il pubblico ormai in estasi, spesso in preghiera a volte in lacrime.

Joao de Dio inserisce una pinza nel naso del "paziente"

Poi il clou: il guaritore prende un bisturi (non sigillato...), afferra con una mano una piega della pelle sull'addome di un malato e la incide con lo strumento, senza guanti e senza disinfettare la parte. Il sangue gronda, il guaritore inserisce anche un suo dito (o una pinza) nella ferita muovendolo come per estrarre qualcosa, pochi secondi ed appaiono ago e filo (chirurgici) che gli servono per chiudere quella ferita, pubblico in visibilio, occhi sbarrati, effetto assicurato.


Il guaritore incide la cute con un bisturi (vero).

I pazienti sono stupefatti, chi ha subìto l'intervento giura di avere ancora addosso la ferita con i punti, alcuni dicono di non aver sentito niente, altri di aver sopportato un dolore tremendo.
Esistono in rete alcuni filmati di queste operazioni (ATTENZIONE:sconsigliati ai più impressionabili). L'esercizio di infilare una pinza nel naso non è altro che un vecchio trucco da fachiro, si sfrutta una cavità presente nel cranio che permette di infilare oggetti (chiodi, per esempio) fino ad una certa profondità, compatibile con la lunghezza della pinza che usa il guaritore. Nel caso dell'incisione della cute, nei filmati che ho visto, sembra proprio sia reale. L'incisione è superficiale, profonda circa 1 centimetro e lunga circa 4, in questi casi, se si sa dove incidere, non vi saranno grossi problemi (emorragie, lesione di organi) e basta richiudere la ferita per farla rimarginare. Per il resto l'uomo incontra altri "pazienti" ai quali stringe la mano e prescrive in un foglietto l'erba che li guarirà, rigorosamente in vendita nel negozio della casa di Joao con un unico particolare, nel negozio è venduto solo un tipo di erba: la passiflora, per tutti.
Spiega un collaboratore dell'uomo: "non ha importanza cosa prende il paziente, è l'energia di Joao che è trasferita nell'erba".
In parole povere il guaritore non fa nulla di straordinario ma crea uno "shock" nei presenti che, già presi dall'atmosfera, non potranno che credere nei suoi poteri ed infatti la stanza dove avvengono i "prodigi"è strapiena, l'afflusso regolato da un servizio d'ordine rigorosamente vestito di bianco, come di bianco dev'essere vestito chi entra in quel luogo.
Per quanto riguarda le presunte guarigioni anche in questo caso non ne esistono di provate, molti aneddoti, molti "amici hanno detto" e molti complici che raccontano episodi fenomenali, non a caso le "guarigioni" più eclatanti (tumori, malattie neurologiche, AIDS...) sono tutte relative a vicini del guaritore o abitanti della zona, gli stranieri non guariscono mai: "da loro la spiritualità funziona poco, non ci credono, non sono nella giusta dimensione", dice Joao.
In realtà questa è una delle forme più antiche di ciarlataneria (deriva da antichi riti, molto comuni nelle popolazioni sudamericane), rivisitata e completata per renderla più credibile ma pur sempre di basso livello, la figura dello sciamano e poi del curandero, è stata per anni l'unica forma di "medicina popolare" a disposizione per chi non poteva (o non voleva) affidarsi agli ospedali, lo "stregone" oggi, ha cambiato vestito, abbandonate piume di uccello e sonagli, ora usa bisturi e filo ma la creduloneria no, resta identica. Nulla di nuovo dunque.
Non si discosta neanche dalle ciarlatanerie delle nostre zone, affermazioni straordinarie per colpire chi cerca soluzioni per malattie gravi, continue contraddizioni per confondere chi ascolta, richiami mistici, appelli alle folle, sono tutte tecniche di plagio mentale e persuasione, un atteggiamento  che ricorda molto da vicino quello delle sette, nelle quali il "guru" assume il controllo totale dei suoi seguaci che devono fare solo quello che dice lui, non devono fidarsi di nessuno e devono sentirsi "prescelti", fortunati che hanno toccato il divino.
Un fenomeno più recente è l'esistenza di "bambini guaritori", frequenti soprattutto nella chiesa pentecostale sudamericana, una di queste Alani dos Santos, una bambina guaritrice, conosciuta col nome di "missionarinha" (piccola missionaria) ha file di "pazienti" da trattare, anche persone con malattie gravissime. Il suo caso ha creato polemiche anche sociali. Nata in un ambiente malfamato (il padre non era proprio uno stinco di santo) si rivolge soprattutto a persone di basso livello socio-economico ma con il tempo ha raccolto anche persone di altri strati della popolazione e le "guarigioni", iniziate in uno scantinato in mezzo alla spazzatura, si svolgono ora in una "chiesa" che raccoglie frotte di seguaci e...soldi.
Di esempi nella cultura sudamericana ne esistono tanti altri, tutti simili tra loro per caratteristiche e metodi, alcuni anche "itineranti", fanno il giro del mondo e sono arrivati anche in Italia e non elenco tutti i casi (frequenti) di violenze fisiche o psicologiche, che hanno subìto alcune persone che si sono affidate alle mani di questa gente. Personalmente non mi stupisce il fenomeno (i "guaritori" sono figure praticamente preistoriche, esistono da quando esiste l'uomo) ma mi lascia sempre perplesso vedere come in un'epoca che riteniamo moderna e civile ci siano molte persone che ancora credono al sovrannaturale, al "tocco magico" o ai poteri paranormali. Persone che per il resto del loro tempo sono lavoratori, genitori, colleghi ma che, ad un certo punto della loro vita, si abbandonano nelle mani della magia. Ed è loro che cerca il guaritore.

Il ciarlatano infatti sa come e chi colpire, conosce i desideri di chi sta male e sa come convincere e per farlo non usa complicati meccanismi psicologici, usa semplicemente il "materiale" a sua disposizione: l'ingenuità umana. Dice Derren Brown, illusionista e smascheratore di truffe: "pensi di fare il mestiere giusto? Sappi che puoi guadagnare dagli stupidi". Derren ha creato un falso sito web, ha "inventato" un nuovo santone (in realtà un attore) che è apparso in qualche tramissione televisiva con l'atteggiamento da guru (capello lungo incluso), ha diffuso qualche falsa guarigione con finti testimoni ed in poco tempo è stato tempestato di richieste di consulto, offerte di denaro ed inviti in varie città americane. Dove c'è un credulone ci sarà un ciarlatano.

Nonostante sembri incredibile che ci sia gente che creda ad un pastore analfabet o ad un qualsiasi individuo che opera con i poteri della mente grazie a delle entità, succede e non è tutto spiegabile con la disperazione ed il dolore, c'è anche una forte componente di ingenuità, creduloneria, spesso debolezza mentale, questo il guaritore lo sa.
Il vero obiettivo sarebbe quello di non farlo succedere più: si pensa a chi ha il dovere di far rispettare la legge, si punta ai controlli, alla giustizia, ma annullato un ciarlatano ne spunta fuori il triplo, l'arma migliore, dunque, sarebbe la consapevolezza delle potenziali vittime, sappiano che purtroppo ci sono tanti avvoltoi lì fuori che non aspettano altro che averli come clienti, sappiano che non esistono cure "segrete", "proibite, "nascoste", che se una cura funziona, da quella più banale alla più complicata, diventerà medicina, per tutti, non solo per chi ha soldi. Per questo, per eliminare questa piaga, servirebbe agire alla fonte, il ciarlatano vuole denaro, eliminate la sua fonte principale, la clientela, che nel suo caso siamo tutti noi, sappiatelo.

Alla prossima.

La prima parte di questo articolo è qui.

Il "piccolo batte le mani", io le batto al Corriere della Sera

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Articolo aggiornato dopo la pubblicazione iniziale.

Che incredibile filmato.
Un video nel quale [16,30 del 28/03/15, la pagina è stata rimossa] mamma e papà cantano ed il loro bambino, ripreso con un'ecografia, batte le mani, ripetutamente ed a tempo, con i genitori che continuano a cantare felici. Non è fantastico?
Non è ancora più fantastico che a pubblicare un video del genere sia stato il Corriere della Sera, una delle testate italiane più "prestigiose" ed attendibili?
Non è fantasticissimo che il video sia apparso nella pagina "Corriere TV Scienze"?
Scienze, capito?

Il Corriere Scienze. Scienze!
Scrive il Corriere:
Proprio mentre il medico stava controllando con l’ecografia la crescita di un bimbo alla 14esima settima di gestazione, il piccolo si è messo a battere le mani e il papà ha ripreso tutta la scena con la sua videocamera. In sottofondo le voci del medico e della futura mamma che canta una canzoncina, sembra quasi che il bimbo si muova al tempo della canzone. Il video è stato caricato dalla futura mamma Jen Cardinal sul suo canale Youtube.

Solo che chi ha pubblicato quel video non si è nemmeno reso conto di aver pubblicato un gioco, uno scherzo, un...falso.
Ok, mettiamo pure che qualcuno creda che davvero un feto di 3 mesi possa sentire la musica ed accompagnarla battendo le mani, il problema è che quel video è costruito, è una serie di fotogrammi gestita da chi usa il macchinario, non è un'immagine vera.
Il video riprende semplicemente un frammento (brevissimo) di un'ecografia, ad inizio gravidanza, nel quale il feto è stato ripreso per un attimo (ho calcolato circa 3 secondi) a "mani giunte". Quel frammento video, portato ripetutamente "avanti e indietro" con il cursore dell'ecografo, crea il simpatico effetto del "battito di mani" (che naturalmente non esiste).
La possibilità di portare i fotogrammi di un'ecografia in un senso o nell'altro è un modo per studiare piccolissimi particolari o immagini che sono apparse per pochissimo tempo (utile ad esempio per lo studio del cuore fetale). D'altronde, chi ha un occhio esperto per questo tipo di esame, noterà come le immagini sono "rigide" e ripetono meccanicamente (bloccandosi, "congelandosi", quando il feto ha le braccia distanti ed un'immagine ecografica "dal vivo" non è mai "statica"). È un po' la stessa tecnica che usa la "moviola" che "studia" i movimenti delle partite di calcio, pochi fotogrammi possono essere portati in un senso o nell'altro per studiare ogni piccolo particolare.

Per chi volesse capirlo meglio, basta guardare in basso a destra, punto nel quale appare il "cursore" del video che, appunto, va in un senso e nell'altro.
La mamma che ha pubblicato il video su You Tube, ai commenti che facevano notare questo "piccolo" particolare, ha risposto che il bambino ha battuto le mani tre volte e quindi il medico ha usato la funzione "moviola" dell'ecografo mentre i genitori cantavano, hanno giocato insomma, uno scherzo che per alcuni giornali diventa "scienza".

Se si guarda inoltre tutto il filmato dell'"applauso" e si blocca il video all'ultimo secondo (il 15°), si vedrà come, all'improvviso (il "loop" a quel punto è stato cancellato) appare l'immagine reale, "in diretta" e, per magia, le mani che applaudono si trasformano in "testa e corpo" del feto, come si vede qui:


Il feto che batte le mani è uno scherzo, romantico ma che non ha nulla di vero né di scientifico (e ci mancherebbe!), ma le mani al Corriere della Sera...Scienze (!) gliele batto volentieri. Lentamente e per fare notare che ormai siamo a livello di Scherzi a Parte. Applausi!

Alla prossima.

Grazie a Rosa Contino per la segnalazione.

Aggiornamento (28/03/15): Anche "La Stampa"pubblica la notizia, scrivendo che "probabilmente il video è ritoccato" (ma allora perché lo pubblicano?).

Ma La Stampa va oltre. Non basta il feto che batte le mani, ora si scopre che siamo al 14mo mese di gravidanza. A questo punto il sospetto è che la povera donna partorirà un bambino pronto per l'università.


Alle  ore 16,35 di oggi 28 marzo 2015, la pagina del Corriere con il video è stata eliminata.
Chiedere scusa ai lettori? No eh?

Perché il complotto medico mondiale non è possibile e sarebbe stupido (e non converrebbe).

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Visto che il tema del "complotto" medico va molto di moda, proviamo a spiegare perché è poco probabile. Ho già parlato in passato di compottismo, un fenomeno variegato e molto complesso ma restiamo in argomento, mi occuperò di analizzare il fantomatico e nebuloso complotto in medicina argomento di cui si sono già occupati altri divulgatori.

Esistono i "complotti" (definiamoli come "occultamento della verità per interesse personale e diffusione di una verità non corrispondente alla realtà")? Certo!
Molti episodi storici sono complotti e lo stesso può accadere in medicina o in campo scientifico.
Il fatto che li rende molto improbabili (tanto che la loro scoperta si trasforma in scandalo di grandi proporzioni)è che, al contrario di molti altri ambiti, la medicina (e molte discipline scientifiche) sono controllate da migliaia di persone in ogni nazione, milioni nel mondo ed a vario titolo e livello. È possibile falsificare dei dati (è successo), è possibile nascondere un risultato (è successo!) di una ricerca ma è impossibile farlo per sempre per il motivo che, quei risultati, saranno controllati da tantissime persone, ripetutamente ed a vari livelli. Per consentire che un complotto (o un semplice errore, anche in buonafede) si propaghi indisturbato dalla sua origine restando nascosto (il complotto è per definizione "segreto", "occulto"), servirebbe un accordo internazionale da parte di tutti i ricercatori e medici (ed operatori sanitari in generale) del mondo (o nel caso di un errore dovrebbe passare inosservato in tutti questi passaggi). Se quindi è possibile un errore o una frode di un ricercatore singolo non è possibile che questo sia "consentito" da tutta la comunità scientifica.
Se uno studio (appositamente falsificato o semplicemente sbagliato) dice che una sostanza cura una malattia, ci saranno migliaia di ricercatori al mondo che leggeranno lo studio, controlleranno i calcoli, rifletteranno sui risultati e le conclusioni (è quello che si chiama controllo della "comunità scientifica"). Questi controlli non sono per forza "ufficiali" (inizialmente lo possono essere, le riviste più importanti controllano gli studi che verranno pubblicati) o opera della comunità scientifica.
Una sostanza che ha passato il vaglio della scienza dovrà poi passare quello delle autorità. Per ottenere l'autorizzazione alla vendita di quel prodotto, l'azienda dovrà sottoporre gli studi e le prove di sicurezza ed efficacia alle autorità sanitarie (nazionali e poi supernazionali) ed anche queste devono controllare se i dati sono accettabili, corretti, confortanti. Siamo già a due livelli (diversi) di controllo.
Se quella sostanza alla fine è usata (quindi ha "sorpassato" il primo ed il secondo controllo), prima uno, poi cento e mille medici scopriranno che se è tutto vero o c'è qualcosa che non va. Anche questo è successo. Il caso del farmaco Talidomide, la cui pericolosità fu scoperta da un medico o quello del Vioxx i cui effetti collaterali, minimizzati dal produttore, furono poi evidenziati dalla comunità medica inducendo l'azienda ad ammetterli oppure quello del VFEND (Voriconazolo), un antimicotico che negli studi aveva mostrato ottimi risultati ma che proprio dei ricercatori misero in discussione smentendoli e costringendo l'azienda a limitare fortemente le indicazioni del farmaco. Un caso "noto" di complotto è relativo allo studio che, secondo il suo autore principale, faceva sospettare un collegamento tra vaccini ed autismo. L'autore, Andrew Wakefield, usò dei dati che egli stesso raccolse e poi, con l'aiuto di altri ricercatori, analizzò per finire il suo studio. Quando, grazie alle indagini di un giornalista, si scoprì che Wakefield aveva usato dati e fonti false, prima i suoi colleghi coautori dello studio, poi l'intera comunità scientifica, lo criticarono, respinsero, fino alla cancellazione dall'albo dei medici. Dovete sapere che la frode scientifica, per chi lavora con la ricerca, è considerata una colpa gravissima e difficilmente perdonabile: se un ricercatore falsifica una volta (e quindi può causare gravi danni alla salute pubblica) può falsificare sempre, per questo chi si macchia di questa colpa, resta in genere emarginato per sempre dalla scienza.
In questi anni gli episodi di controllo con esito positivo (sono state quindi scoperte irregolarità, errori o manipolazioni dei dati) sono stati diversi, tantissimi e non saranno mai troppi perché si parla di salute. Il controllo non si fa perché si sospetta disonestà dei ricercatori o delle aziende, è un sistema di sicurezza (tutti possono sbagliare e può esserci sempre il disonesto) che conviene a tutti (oltre ad essere uno dei capisaldi del metodo scientifico) ed è per questo che un ricercatore che dice di aver fatto una scoperta o un'azienda che dice di aver prodotto un farmaco efficace deve seguire i passi previsti dal corretto percorso scientifico. Chi non lo fa ha, evidentemente, qualcosa da nascondere.

Chi si pone al di fuori del metodo scientifico si porrà al di fuori anche dei controlli perché semplicemente non gli convengono. Per questo si vedranno tutti i ciarlatani sfuggire il sistema di controllo, evitare di pubblicare le loro scoperte, non fornire dati e quando si forniscono farlo in maniera imprecisa, scorretta, non statistica. Tipica l'autoreferenzialità, ovvero fornire dati selezionati e provenienti da un'unica fonte, lo stesso ciarlatano che quindi, "controlla se stesso".
Il ciarlatano potrebbe pubblicare un resoconto nel quale compaiano due persone migliorate con la sua "cura" e lo sventola come "prova" che la stessa sia efficace. È una cosa che colpisce chi non mastica scienza (e statistica). I miglioramenti possono essere dovuti ad un'infinità di cause, anche quelli più impressionanti. Sappiamo poi quanti miglioramenti ci sono stati nel totale dei casi trattati? Se ho curato con la mia "terapia" 10.000 persone e di queste sono migliorate in due, si può dire che si tratta di un forte insuccesso ma se mostro solo quei due casi come "esempio" di funzionamento, sto barando e mi fido del fatto che chi non conosce la statistica non rifletterà sul fatto che esistono 9998 persone che non hanno avuto nessun miglioramento.
Facciamo un esempio pratico.
Sicuramente conoscete il cosiddetto "metodo Stamina". Non vi sono guarigioni certificate e controllate né miglioramenti certi e dovuti con sicurezza alla cura. I "miglioramenti" di cui parla qualcuno sono "certificati" da medici privati, singoli professionisti, sanitari che hanno avuto in cura alcuni pazienti. Questo non ha alcun valore scientifico, è un dato soggettivo, non oggettivo, anche se presumiamo l'assoluta buonafede di chi ha rilasciato quelle certificazioni. Questo sì che può portare a false conclusioni: complotti e segreti nascono proprio dalla mancanza di controllo comune.
Non solo.
Non conoscendo l'esatta composizione del metodo (i proprietari di Stamina non ne hanno mai diffuso la composizione) non sappiamo neanche a cosa sono stati sottoposti quei pazienti e non sappiamo nemmeno se quella "infusione" abbia causato effetti collaterali perché non vi è un controllo che serva a dimostrarlo, nessuno al mondo può controllare, riprodurre o sperimentare il "metodo Stamina", semplicemente perché un metodo non esiste.

A rigor di logica avrebbero potuto ricevere anche soluzione fisiologica o vitamine, il complotto dunque è di chi non rivela la "formula segreta" o di chi vorrebbe conoscerla proprio per studiarla?
Qualche mese fa apparve in una prestigiosissima rivista scientifica (Nature), uno studio che descriveva un metodo innovativo (definito rivoluzionario) per produrre cellule staminali, gli studiosi giapponesi che lo avevano creato parlavano di risultati sorprendenti.
La comunità scientifica, in fermento, provò a riprodurre quei risultati, cercò anche di seguirne le procedure ma nessuno ci riuscì, fino a scoprire che quel "metodo" non esisteva, era un'invenzione, parti dello studio erano state copiate ed i risultati vantati erano stati inventati.
Questo è successo grazie al controllo, non si sarebbe scoperto se le procedure ed i risultati fossero rimasti segreti o nascosti. Scoperta la frode lo studio è stato ritirato ed uno dei responsabili della ricerca addirittura si suicidò per la vergogna. Pensate alla differenza tra questo episodio e quello italiano relativo a Stamina.

È proprio questo uno dei punti su cui molti non riflettono, la comunità scientifica è una garanzia che serve proprio a proteggerci dalle frodi, mitomanie, errori o falsità dei singoli e se non ci fidiamo di un intero sistema di controlli e prove pubbliche, perché c'è chi si fida di chi propone una "soluzione" senza nessun controllo e nessuna prova pubblica?


Ecco, i controlli, le ricerche fatte bene che lasciano poco spazio agli errori, servono proprio a questo: evitare l'errore e le truffe. Che sono sempre dietro l'angolo e possono essere molto insidiose.

Ma se un ricercatore scoprisse una cura semplice ed efficace contro una grave malattia, non sarebbe boicottato? È un altro tema costante di chi grida al complotto.
Boicottato, e perché?

Perché le aziende farmaceutiche perderebbero i guadagni che fanno ora!

Non dovranno certo regalare la nuova cura, la venderebbero, potrebbero renderla ancora più potente brevettandone una variante, guadagnerebbero somme enormi avendo a disposizione una terapia efficace, economica e semplice per una grave malattia, quale malato rifiuterebbe di spendere anche il quadruplo del valore reale del metodo "semplice"? Quale azienda sarebbe tanto folle da lasciare "vagante" una "cura efficace" con tanti concorrenti che non aspettano altro?
I farmaci prodotti dalle aziende inoltre, hanno un brevetto che scade e per questo motivo l'industria è costantemente alla ricerca di nuovi farmaci, nuove sostanze che possono diventare medicinali ed essere venduti. Anche un prodotto del tutto naturale, per uso medico, può essere brevettato e venduto come farmaco (alcuni chemioterapici sono prodotti a partire da piante o alberi).
Se esistono aziende farmaceutiche che producono confezioni di soluzione fisiologica (acqua e sale) ad uso medico, bicarbonato di sodio (ad uso medico) o vitamina C (ad uso medico) a costi irrisori fidandosi del guadagno con le quantità vendute, perché le stesse aziende non dovrebbero produrre le stesse sostanze come curative di malattie gravissime centuplicando i prezzi ed assicurandosi vendite ancora superiori? Perché rinunciare ad un prodotto efficace che può portare guadagno e successo?

Perché i medici perderebbero il lavoro!

Perché mai?
Se domani al posto di utilizzare il farmaco A utilizzassimo il farmaco B (più efficace), cosa cambierebbe per i medici? E soprattutto, perché dovrebbero rinunciarci? Avrebbero tutta la convenienza di avere a disposizione un prodotto che funziona, è logico. Com'è logico pensare che anche i medici, i ricercatori, i proprietari di aziende farmaceutiche, hanno una famiglia, dei figli, delle persone care da curare ai quali somministrerebbero (naturalmente) la terapia più efficace e senza dimenticare che tutti, dai medici agli scienziati, sono potenziali pazienti. Chi rinuncerebbe a guarire per guadagnare soldi (che poi porterebbe nella tomba)?
Per un medico, un ospedale, un servizio sanitario, la scoperta o l'uso di un nuovo farmaco efficace potrebbe cambiare solo in meglio il lavoro, tanto più che il guadagno del medico ospedaliero (che è quello che usa i farmaci "standard" per eccellenza) non è legato al farmaco o al numero di pazienti visitati.
Non si fa caso al fatto che, al contrario, il ciarlatano ha tutto l'interesse a "promuovere" la sua terapia personale e "sminuire" quella standard perché da questo dipende il suo incasso, è lui che ha tutti i motivi per pubblicizzare come efficace qualcosa che non lo è.

Perché se si guarisse una malattia grave chiuderebbero interi reparti!

Vero. E quindi?
È già successo e può succedere ancora. Qualche decennio fa, c'era una malattia molto diffusa che colpiva migliaia di persone, in città ed in campagna, si chiama tubercolosi (popolarmente "tisi"). La cura non esisteva (non c'erano gli antibiotici) e quindi la "terapia" era a base di prodotti con poca efficacia ed il riposo in zone con aria pulita (tipicamente in collina, con temperatura mite). La malattia era tanto diffusa che esistevano interi ospedali dedicati alla cura della tubercolosi (si chiamavano sanatori) e persino una specializzazione medica: la tisiologia (ancora oggi esistono medici specialisti in tisiologia).
Arrivata l'epoca degli antibiotici i casi di malattia diminuirono drasticamente, fino a diventare rari. Sparirono i sanatori, sparì persino la specializzazione medica ed i medici specialisti in questa malattia lavorarono nei reparti di pneumologia (malattie dei polmoni). Nessun dramma, nessuna crisi mondiale, anzi un progresso eccezionale, un passo avanti che ha solo migliorato le condizioni sanitarie di tutti i paesi del mondo. Si scopre una cura efficacissima che rimpiazza le precedenti? Si cambiano le cose. Non c'è bisogno di complotti.

Se queste sono le "spiegazioni" più diffuse per giustificare l'enorme e misterioso complotto della medicina nei confronti delle presunte cure "segrete", facilmente smentibili, c'è un controsenso fondamentale che smentisce da solo la teoria del complotto in campo medico. Chi la diffonde sostiene che chi ha il potere di "decidere" una cura farebbe di tutto per occultarne una molto efficace che oscurerebbe quelle attuali e lo farebbe fondamentalmente per denaro. L'interesse economico insomma, sopra ogni altro (quelli che abbiamo detto prima, dagli affetti a quello per la salute personale), già questo è piuttosto difficile. Ma se qualcuno fosse tanto venale e tanto determinato non avrebbe più interesse a "rubare" l'idea "vincente" ed usarla per farne una sua "invenzione" e quindi diventare ricco e famoso? Se si presuppone l'interesse economico nel complotto, perché non si presuppone che lo stesso interesse non porti un medico, un ricercatore o un'azienda a fare propria la "cura segreta"?
Chi guadagnerebbe di più, chi decidesse di nascondere la cura efficace o chi la vendesse al mondo?

La risposta è abbastanza scontata ed è per questo che il "complotto" medico è semplicemente stupido, non conveniente per gli stessi presunti "complottanti" e sostanzialmente impossibile.
Nonostante questo c'è chi nutre una profondissima diffidenza nei confronti della medicina e della scienza, addirittura lo afferma con spiazzante naturalezza: "se lo consiglia un medico non ci credo!". Questo atteggiamento è meno "strano" di quanto possa sembrare, è chiaramente irrazionale, illogico ma comprensibile, umano.
Deriva dalla difficoltà di accettare qualcosa che non comprendiamo e che non controlliamo. Affidarsi alla medicina significa affidare la propria salute ad un'altra persona alla scelta che fanno altri per noi.
Affidarsi a qualcosa di"particolare" invece, è una scelta personale, si prende la strada preferita, non per forza la migliore. Non per niente chi crede ciecamente ad una cura alternativa o ad una ciarlataneria non permette intrusioni, non vuole essere convinto del contrario, è una scelta più controllabile. Uso una finta cura per il cancro? Non importa, l'ho scelta io e speriamo bene.
Naturalmente scegliere il "non provato" o addirittura "il nulla" per curarsi è semplicemente un gesto autolesionistico, esattamente come il suicida che, per ironia della sorte, decide della sua vita...morendo.
La teoria del complotto quindi rassicura chi sceglie altre strade, giustifica la scelta, sostiene i dubbi, è il modo più comodo per autoconvincersi: se c'è il complotto la mia scelta è quella giusta.
Peccato che il complotto è quasi sempre inventato, proprio dai ciarlatani.

È chiaro che è invece possibile (ed è successo, anche tante volte) che un'azienda sia disonesta, che un ricercatore sia incapace, che uno studio sia falso ma questi sono comportamenti scorretti che riguardano una o poche persone ed è proprio il resto della comunità scientifica che alla fine riesce a smascherare le falsità o le irregolarità. Abbiamo molti esempi di farmaci inefficaci o pericolosi venduti (con l'inganno) come se fossero utili ma non abbiamo neanche un esempio di farmaco efficace nascosto alla popolazione. Le case farmaceutiche, se proprio compiono uno sforzo (o se lo compiono in malafede), lo fanno per guadagnare, non certo per evitare un guadagno, sarebbe il complotto più stupido del mondo.
Non a caso, tutte le vicende riguardanti farmaci pericolosi o per i quali erano state falsificate le prove di efficacia, sono state smascherate da medici, scienziati, ricercatori, persino da giornalisti, le bugie hanno le gambe corte e questo vale per la medicina come per la ciarlataneria. Chi crede invece ad occhi chiusi al ciarlatano solo per il fatto che questo si dipinge come "contro" il sistema è ingenuo esattamente come chi crede ciecamente alle industrie farmaceutiche, chi vende un prodotto spera di ricavare denaro, non il paradiso.
In questi anni abbiamo visto inoltre come sono infatti tante le idee geniali (e spesso semplici) che dopo un'iniziale diffidenza sono diventate medicina. Alcuni esempi sono lo strumento di Jorge Odon, l'olio di Lorenzo e la cura antibiotica della gastrite. Di quest'ultima, molto affascinante, vi racconterò in un prossimo articolo.

Alla prossima.

Ingannati

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Vi siete mai chiesti come mai esistono tante persone che raccontano di effetti meravigliosi di finte medicine o di cure non reali?
Come mai in tanti dicono "su di me ha funzionato" a proposito di omeopatia o agopuntura?
Perché c'è chi racconta effetti da sedute da un pranoterapeuta o un guaritore?
Non sarà che "la scienza ancora non conosce tutto"?
La scienza sicuramente ancora non conosce tutto e sicuramente ancora è ad un livello minimo rispetto alla conoscenza "totale" ma credere che qualcuno possieda un fluido magico nelle mani (come nel caso dei pranoterapeuti) o che lo zucchero possa curare le malattie (come nel caso dell'omeopatia) è davvero ingenuo. Se le prove dicono che una "cura" non ha effetti, perché c'è sempre chi dirà che gli effetti li ha avuti personalmente?
Tra le tante spiegazioni possibili, dall'effetto placebo agli errori di valutazione, la possibilità che quella giusta sia la più complicata, ovvero che tutti gli studi e l'evidenza sbaglino, è davvero difficile.
L'effetto placebo lo conosciamo più o meno tutti. "Fare qualcosa", soprattutto "prendere una medicina" quando si sta male, è già un modo per "curarsi", anche se in realtà non si "prende una medicina"vera. In realtà, in caso di placebo, non assumiamo nulla di "funzionante", nessun principio attivo e quindi non c'è una sostanza con un effetto reale, oggettivo dal punto di vista materiale ma la sostanza scatena in noi una serie di meccanismi fisiologici, psicologici e comportamentali che possono ottenere un miglioramento, a volte reale, a volte solo percepito.
Questi miglioramenti sono talmente reali da essere addirittura misurabili!
Ma esistono altre spiegazioni. Se ad esempio studiamo una pratica non scientifica e gli esperimenti ci dicono che non funziona, questo significa che su 100 prove (sto semplificando), solo 2 hanno mostrato risultati, ovvero la cura non ha efficacia perché quei due miglioramenti potrebbero essere dovuti a qualsiasi altra cosa. Le due persone migliorate però potranno giurarci: la cura è servita. Un'altra spiegazione è che spesso si confondono avvenimenti normali e conosciuti con gli effetti di qualcosa che abbiamo fatto. Se incrociamo le dita ed un esame ha esito positivo, incrociare le dita "porterà fortuna", lo abbiamo visto con i nostri occhi ma senza riflettere che probabilmente quell'esame sarebbe andato bene facendo qualsiasi cosa o anche niente.

La cosa più affascinante è che meglio è "ingannata" la nostra mente, migliore sarà il risultato. Una puntura di acqua avrà più effetto di un bicchiere d'acqua ed uno sciroppo amaro funzionerà sul mal di testa meglio di uno sciroppo dolce, questo perché l'amaro è un sapore talmente intenso da colpire più efficacemente la nostra psiche. Qualcuno forse non sa che tra i rimedi popolari per il mal di testa vi è il caffè. Questa non è un'invenzione, la caffeina ha effettivamente un blando effetto contro le cefalee ma la "saggezza" popolare ha trovato il modo di renderla più potente. Il limone. Mettere un po' di succo di limone in una tazzina di caffè, rende questa bevanda disgustosa (volete provarci?), imbevibile. Il sapore orrendo della bevanda la rende "potentissima". In realtà non vi è alcun motivo per cui l'aggiunta del limone debba aumentare l'effetto della caffeina, è lo "shock" nel bere quell'intruglio a "convincerci" che "deve" funzionare. Per lo stesso motivo, quando la medicina non aveva tante armi, la maggioranza delle pozioni e degli intrugli da bere avevano un saporaccio. Fateci caso: tutte le medicine che si basano sull'effetto placebo, spiegano il loro meccanismo di funzionamento in maniera contorta, complicata. Se l'Aspirina funziona perché ha effetto "anti infiammatorio", il granulo omeopatico funziona perché "esso ha in sé il quadro della malattia, in quanto la può provocare nel soggetto sano" (copiato da un sito di una società di omeopatia). Come fa un granulo di zucchero ad avere "il quadro della malattia"? Non si sa e gli omeopati non lo spiegano.
Questo meccanismo però è talmente incomprensibile che chi lo legge può pensare "io non ci capisco niente ma se lo dicono loro...".

L'effetto placebo ha infatti una serie di elementi che possono potenziarlo, si chiamano "rinforzi" e servono a dare più potenza ad una "cura". Se l'omeopatia funzionasse (se quindi lo zucchero avesse reali poteri curativi), perché assumere la caramellina una volta ogni 6 ore, senza aver mangiato nulla prima o dopo, non lavarsi i denti, non usare alimenti piccanti o irritanti, non toccare con le mani e così via? Questi sono i "rituali" che consentono al "granulo" omeopatico di essere "magico", di funzionare di più.


Perché un pranoterapeuta deve "concentrarsi", creare l'atmosfera (luci, profumi, suoni...) e mostrarsi stanco alla fine della "seduta?
Se io da medico somministrassi un farmaco potentissimo dicendo "lo prenda, tanto non serve a nulla, ha pochissimi effetti", molto probabilmente otterrei risultati di parecchio inferiori a quelli che si attendono da quel farmaco.
Il nostro cervello è assolutamente "condizionabile" da questo punto di vista. Riesce persino a dare il merito di una guarigione, di un effetto a qualcosa che non lo ha. Pensate agli effetti dell'usatissimo "bicchiere d'acqua". Uno svenimento, un attacco d'ansia, una paura e..."prendi un bicchiere d'acqua, vedrai, ti passerà".
...e le carezze della mamma? Il "bacino sulla bua"?
Il nostro cervello cerca semplicemente qualcosa a cui aggrapparsi per "stare meglio" e quando sta meglio cerca qualcosa a cui aggrapparsi per darle il merito.
Ecco perché molti placebo funzionano ed ecco perché moltissime "finte cure" sembrano funzionare.


Ho raccontato qualche giorno fa, su Facebook, un episodio della mia gioventù, lo ripropongo:

Anni fa ero con un gruppo di amici, essendo medico si può capire come ogni occasione sia buona per chiedermi consiglio: "ho un po' di debolezza...", cosa significa un dolore qui?", "mi fa male la testa...". In una di queste discussioni, parlo con un mio caro amico, inizia a raccontarmi di un dolore comparso alla schiena, poco sotto la spalla destra, acuto, che durava da almeno una settimana. Gli faccio alcune domande, stava bene, nessun disturbo particolare, niente sintomi preoccupanti, allora gli dico che probabilmente si tratta di un dolore muscolare, un piccolo strappo, forse un dolore articolare, in genere passeggero, se non fosse passato in pochi giorni sarebbe stato meglio chiedere al suo medico. Ma il mio amico non molla (gli "amici dei medici" insistono!) e mi chiede cosa avrebbe potuto prendere, forse una pillola per farlo passare o meglio una pomata...era fastidioso...non riusciva ad alzare il braccio...e se fosse qualcosa di preoccupante? Basta, il mio amico non si tranquillizzava...gli dico allora di girarsi, che conosco una manovra che si fa solo in casi particolari, che però doveva prepararsi perché a volte è violentissima. Gli faccio alzare il braccio sopra la testa, lo tocco un paio di volte sotto la scapola, gli dico di respirare a bocca aperta e poi trattenere il respiro, sollevare la testa, gli punto un dito sotto la clavicola e poi lo invito a mettersi in punta di piedi, faccio forza con una mano e gli riabbasso il braccio fingendo di essere molto concentrato. Stupore! Il dolore era sparito, io mi mostro un po' stanco come un "guaritore" dopo una seduta spiritica, il mio amico mi guarda allibito, agita le braccia, rilassa i muscoli...non aveva più male! Io non sono né un guaritore, né un fisioterapista, non conosco manovre segrete né manipolazioni per fare passare i dolori. Ho usato l'effetto placebo. Tutte le manovre, le "cerimonie" per farle, i consigli, le richieste precise, servivano per "rinforzare" il mio "condizionamento" (è un meccanismo noto), al mio amico probabilmente il dolore era sparito davvero, questo significa che io abbia poteri speciali o che il mio amico mentisse? No, significa che siamo molto condizionabili, tutti, sempre.

Per lo stesso motivo sentiremo dire che "su di me l'omeopatia ha funzionato" oppure, "un mio amico dopo aver messo una calamita sulla testa non ha più sofferto d'insonnia".
Secondo voi la camomilla ha effetti sull'insonnia?
Blandi, molto blandi, praticamente nulli, ancora di più se si pensa che la camomilla in vendita nei supermercati non è un "estratto" concentrato ma un semplice insieme di fiori secchi che hanno poco principio attivo. Per legge inoltre, i preparati erboristici non possono avere effetto terapeutico, sarebbero farmaci e non potrebbero essere venduti in giro e dovunque. Ma noi "sappiamo" (perché ce lo dicono, no?) che la camomilla "fa calmare" e così ci calmiamo. Siamo continuamente ingannati e ci lasciamo ingannare consapevolmente. Posso raccontarvi un altro episodio?

Qualche mese fa stavo visitando una signora in gravidanza, lei dice di ricordarsi di me ma io non avevo presente chi fosse. Mi racconta di quando, una sera, usai su di lei una "manovra" per farle sparire una colica renale (dolorosissima, era venuta al pronto soccorso, le avevano dato un antidolorifico, pochi minuti prima, ma niente, dolore sempre forte). Io non conosco manovre per fare passare le coliche e quindi le chiesi di farmi ricordare meglio. Mi raccontò che le chiesi di sedersi e le diedi due colpi ben assestati sui fianchi, uno a destra ed uno a sinistra. Poi andò a sdraiarsi in reparto.
Neanche 20 minuti e quel dolore sparì. La donna, contentissima, tornò a casa (non ebbi modo nemmeno di incontrarla di nuovo), perfettamente sana. La signora quindi pensò che la mia "manovra" sui fianchi avesse avuto effetto veloce e stupefacente.
In realtà non avevo fatto nessuna manovra "guaritrice", avevo semplicemente usato una notissima manovra, anche abbastanza banale, per diagnosticare la colica al rene, si chiama "manovra di Giordano" e consiste proprio nel dare dei colpi con forza sui fianchi, all'altezza dei reni. Il "colpo" risveglia il dolore e se questa manovra evoca aumento del dolore la diagnosi di colica renale è ancora più probabile. Per lei era mio il merito della sua "guarigione".
La donna, non conoscendo le manovre mediche, fece un collegamento semplice, immediato: i miei "colpi" avevano risolto il problema. Non aveva tenuto conto né del possibile miglioramento spontaneo né del fatto che poco prima aveva fatto un antidolorifico molto potente. Non sapendolo, aveva scambiato la mia manovra diagnostica per un gesto "curativo" e senza pensare all'antidolorifico già preso, diede a questa il merito del miglioramento."
Questo spiega perché in tanti sono (realmente) convinti che un portafortuna porti...fortuna, che un oroscopo indovini il futuro e che un guaritore faccia stare meglio con l'imposizione delle mani.
Queste cose sono ingannevoli ma noi siamo ingannabili.
Se credessimo fermamente ai poteri curativi di un talismano ed in caso di malattia assumessimo un farmaco tenendo in mano quel portafortuna, al miglioramento dei sintomi, sarà per noi molto alta la possibilità che la nostra mente dia "merito" del miglioramento al talismano e non ai farmaci. Questo fenomeno si può spiegare con il fatto che diamo più "fiducia" a ciò che "comprendiamo" rispetto a ciò che non capiamo. Siamo sicuri che il talismano funzioni, giustifichiamo così il suo potere, con la nostra "fede", non sappiamo se il farmaco sarà capace di fare lo stesso, anche perché non ne conosciamo le caratteristiche, i meccanismi per cui funziona...quindi tutti i meriti non possono che essere del talismo.
Un atteggiamento del genere si può notare in un interessante esperimento pubblicato sul prestigioso New England Journal of Medicine.

A dei pazienti con asma bronchiale è stato somministrato:
1) Il farmaco che si usa in questi casi.
2) Placebo
3) Finta agopuntura (aghi retrattili)
4) Nessun trattamento.

Secondo voi, qual è stato il trattamento realmente più efficace (misurando oggettivamente, con gli strumenti, i miglioramenti)? Eccolo:

Nell'ordine:


1) Farmaco (miglioramento sensibile della malattia).
2) Placebo, finta agopuntura (scarso miglioramento della malattia)
3) Nessun intervento (nessun miglioramento).

Non è incredibile? Se il farmaco ha funzionato, i placebo hanno funzionato più di "non fare niente" causando anche un minimo miglioramento.

Gli sperimentatori poi hanno sottoposto un questionario ai partecipanti allo studio, chiedendo con quale intervento si sono sentiti meglio, quindi una valutazione soggettiva, un'impressione personale. Sorprendente:

1) Farmaco, finta agopuntura, placebo (riferito miglioramento reale)
2) Nessun intervento (nessun miglioramento riferito).

Questo esperimento, non spiega i "miglioramenti" impossibili di tante false cure?

I pazienti, interrogati, avevano percepito un miglioramento con qualsiasi "terapia", da quella vera e quelle finte, tranne nel caso di nessun intervento. I trattamenti finti quindi, non li hanno fatti stare meglio ma loro lo hanno percepito lo stesso.
Questo esperimento dimostra perché spesso il "fare qualcosa" (qualsiasi cosa che somigli ad un trattamento) riesca già ad ottenere dei risultati ma mentre i risultati "veri" sono quelli dei farmaci, molti trattamenti non farmacologici (come l'omeopatia o certi tipi di medicine alternative) sembrano funzionare ma non lo fanno.
Se da un lato allora può essere utile assumere un "farmaco" inattivo, risparmiandosi così effetti collaterali, danni o intossicazioni, dall'altro è bene sapere che una cosa che non ha effetti negativi...non ne ha neanche di positivi ed ognuno sappia cosa conviene fare nel suo caso.

Alla prossima.

Autismo e vaccini: giustizia giusta, pigra o ingiusta?

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[aggiornato dopo la pubblicazione iniziale]

Dell'argomento vaccini-autismo ho parlato diverse volte, non serve quindi ribadire come, scientificamente, non vi sia alcun nesso dimostrato tra vaccinazioni e comparsa di sintomi appartenenti allo spettro autistico, se già l'origine di questa ipotesi è truffaldina, chi la diffonde lo fa per leggerezza o precisi interessi personali. Gli studi sono sufficientemente chiari (e tanti, riporto solo la posizione dell'OMS come se fosse un riassunto) per poterlo affermare e chiunque si avvicini all'argomento in buonafede non potrà che esserne convinto. C'è un aspetto però che può disorientare, quello giuridico.
Sono diverse infatti le sentenze che ammettono un nesso tra disturbo autistico e vaccinazione ed una, recente, ha riacceso una controversia che, a livello scientifico, non esiste, è una vera e propria finta controversia (fintoversia), creata ad arte per ottenere denaro nelle cause giuridiche di richiesta risarcimento o indennizzo.
Queste sentenze sono emesse in seguito a denunce di famiglie che vivono questo problema e che per il presunto danno patito richiedono un indennizzo in denaro. L'argomento, avendo una base fondamentalmente giuridica, può sembrare estraneo a quelli abitualmente trattati in questo blog ma visto che un giudice per decidere su un tema medico si affida ai pareri di medici (quindi a pareri che devono essere equilibrati ed onesti ma soprattutto attendibili dal punto di vista scientifico), può essere interessante analizzare i motivi che creano tale differenza tra le conclusioni scientifiche e quelle giuridiche.
Il punto principale è rappresentato da due concetti, semplici ma spesso non considerati: le conclusioni scientifiche e le nostre conoscenze mediche, non sono decise in un tribunale o per sentenza. Inoltre le "strade" della scienza sono completamente diverse da quelle della giustizia, quest'ultima ha regole e norme che hanno poco o niente a che vedere con gli aspetti scientifici di un fatto.

Bisogna ricordare inoltre che la maggioranza delle leggi sono "interpretabili" e che un giudice, non essendo uomo di scienza, si basi su "perizie" (ovvero su relazioni di esperti o presunti tali, quindi elementi non per forza oggettivi o corretti), può fare capire perché la decisione "giuridica" possa essere così diversa da quella "scientifica" e perché una decisione è, a volte, completamente diversa da un'altra: sono tante infatti le sentenze che ammettono questo nesso, poi ribaltate in un successivo appello o altre che questo nesso lo smentiscono (l'ultima è recentissima) da subito. Naturalmente fanno più notizia le sentente favorevoli al risarcimento rispetto a quelle sfavorevoli e per questo le prime sono molto più conosciute.
Cercherò di spiegare perché tutto ciò può accadere, le contraddizioni (dal punto di vista medico) delle decisioni dei tribunali e le differenze tra una sentenza ed un'altra, con degli esempi che mostrino come si assista anche a conclusioni apparentemente discordanti.
Prima di iniziare però una premessa è doverosa: i vaccini sono dei farmaci, molto sicuri e testati, sottoposti a controlli e criteri di fabbricazione particolarmente severi ma come tutte le sostanze del mondo possono provocare reazioni allergiche ed effetti collaterali (letteralmente rarissimi). Per chi ha subìto un danno da vaccino esiste una legge che lo risarcisce ed è giusto sia così (la stessa legge risarcisce chi ha subìto un danno da trasfusione, per esempio una malattia infettiva). Questo non condiziona la discussione, il fatto che sia corretto risarcire chi subisce un danno da vaccino non cambia il fatto che i vaccini siano tra i farmaci più utili e sicuri al mondo, come non cambia il fatto che le trasfusioni salvano migliaia di vite umane. L'unico dato scientifico che possiamo dire sufficientemente accertato è che tra vaccinazioni ed autismo non vi è alcun nesso. Analizziamo quindi i casi in cui questo dato è stato smentito clamorosamente da un tribunale.

Iniziamo dalle decisioni del giudice con alcuni esempi pratici.
Una di queste sentenze più note (perché richiamata diverse volte dai media) è quella del tribunale di Rimini del 2012.
Per quanto scritto i fatti si sarebbero svolti così: il bambino si sarebbe vaccinato nel marzo 2004 manifestando disturbi molto vaghi ("nervosismo e diarrea", come si può vedere sintomi molto generici, comuni e non chiaramente imputabili alla vaccinazione, il "nervosismo" in un bambino piccolo sarebbe da definire meglio). Nel 2004-2005 è riferito "grave disagio psico-fisico" (non meglio specificato), nel 2007 si stabiliva la sua invalidità (quindi si presume a 3 anni circa), nel 2008 un medico (dott. Niglio) certificava che il problema del bambino fosse riconducibile alle vaccinazioni e questo era confermato l'anno successivo da un altro medico, il dott. Montinari. Un altro medico inoltre, certifica che il bambino avesse un alto livello di anticorpi antimorbillo, particolare che mostrerebbe come la vaccinazione antimorbillo potesse aver avuto un ruolo nell'autismo del piccolo. Quest'ultimo medico è il dott. Franco Verzella.

Il dott. Verzella certifica: il bambino ha un alto livello di anticorpi antimorbillo.

Chi è Franco Verzella?
È un medico con chiare e note posizioni antivaccino che "cura" l'autismo con il "metodo DAN!" (una pseudocura senza alcuna base scientifica, costosa, pericolosa ed inutile, a base di diete e chelazione), "cura l'autismo" ma è un oculista che sostiene:

"Le principali concause comprendono: il drammatico aggravamento dell’inquinamento,  ambientale ed alimentare, che attualmente ha raggiunto valori assolutamente non controllabili,  ben al di là della nostra capacità di registrarne i livelli e di controllarne gli effetti, regimi  alimentari “antibiologici”, promossi dalla pubblicità, antibiotici distribuiti in serie appena  compare la febbre, un mal di gola o un’otite, e poi campagne vaccinali governative contrarie ad  elementari criteri di fisiologia, per la precocità e frequenza dell’intervento, la mancanza di  discrimine in relazione all’individualità biologica, allo stato immunitario quando si tratta di  praticare i richiami ed infine all’uso di additivi tossici, quali il mercurio e l’alluminio."

Qual è il problema? Che Verzella ha deciso arbitrariamente che il livello di anticorpi sia "eccessivo", visto che non esiste un "livello limite" (casomai esiste quello minimo ma non un livello massimo, essendo il valore molto variabile e soggettivo).
In ogni caso, questo medico, ha un evidente e noto conflitto di interessi, le sue posizioni non sono certo "neutrali" o "equidistanti" sull'argomento vaccini e non si può certo affermare di trovarsi davanti ad un esperto di autismo o di vaccini.
I genitori del bambino chiedevano all'azienda sanitaria locale un indennizzo per questo presunto danno, domanda respinta perché il vaccino trivalente (morbillo, parotite, rosolia, MPR) non era tra quelli obbligatori (la legge sui risarcimenti dei danni da vaccino si riferisce esplicitamente a trasfusioni, vaccini o farmaci emoderivati obbligatori). Questo rifiuto comportava ricorso (l'oggetto di questa sentenza) trasformato in sentenza di indennizzo dal tribunale di Rimini.

La sentenza riminese quindi, non ammette in senso stretto il nesso vaccini autismo (doveva piuttosto giudicare se il fatto che la MPR non fosse una vaccinazione obbligatoria esonerasse lo Stato a risarcire il bambino e questo la sentenza non lo smentisce perché, anche se non obbligatoria, si tratta di una vaccinazione "incentivata" dallo Stato) ma lo fa lo stesso. Sostiene infatti di considerare attendibili i giudizi del CTU (consulente tecnico d'ufficio, il "perito" in un processo) che si è basato sul suo esame personale e sulla "letteratura specialistica aggiornata". Sarebbe curioso sapere a quale "letteratura aggiornata" si sia rifatto lo specialista, visto che la letteratura scientifica sul tema è praticamente concorde nel respingere il nesso vaccino-autismo e nella stessa sentenza è scritto che nessun documento medico convalida questa conclusione se non quello del 2008 del dott. Niglio.

Stralcio della sentenza riminese

Ecco l'esempio pratico. Se il tribunale conclude con proprie considerazioni sul fatto che l'indennizzo sia dovuto nonostante la "non obbligatorietà" del vaccino trivalente, per quanto riguarda il nesso di causalità (ovvero se l'autismo è davvero collegato alla vaccinazione) si rifà (si deve rifare) alle considerazioni dei periti: ambedue hanno certificato che il problema di salute del bambino fosse riconducibile alla vaccinazione. Qualcuno potrebbe chiedersi chi fossero i due "esperti" consultati dal tribunale (alla fine, che una decisione giudiziaria che dipende dai loro pareri sia corretta, sarebbe interesse di tutti), vediamo il primo, il medico che ha certificato l'origine vaccinale della patologia presa in esame, si chiama Fabrizio Niglio: medico legale ed ematologo, partecipa a convegni organizzati da associazioni antivacciniste, con relatori noti (i medici Gava e Serravalle) per le loro posizioni antiscientifiche (omeopatia, antivaccinismo) ed avvocati specializzati in cause di questo tipo, nei quali si parla di "omeopatia per curare l'autismo". Non sembra quindi una persona priva di conflitti di interesse. Il secondo certificatore è il dott. Massimo Montinari: medico conosciuto per le sue posizioni antivacciniste, già noto per aver redatto la perizia del tribunale di Maglie che decretava "l'efficacia" della cura Di Bella, sostiene di curare l'autismo con le diete e l'omotossicologia (variante dell'omeopatia), anche qui mi sembra che il conflitto di interesse sia palese. Montinari è il perito di molti processi sul tema ed è già noto alle cronache per questo motivo.

Con premesse di questo calibro, secondo voi, quale tipo di consulenza avrebbe letto il giudice? Quando si parla di "lobby del farmaco" o "pressioni" che possano condizionare le decisioni più importanti, questo vale anche in questo caso con pressioni opposte?
Tra parentesi, dopo il "chiasso" mediatico suscitato da questa sentenza, silenzio assoluto sull'appello, chiesto dal ministero della salute, nel quale la stessa sentenza è stata ribaltata, nessun nesso tra vaccinazione ed autismo.

Ma passiamo ad un'altra sentenza. Presso il tribunale di Pesaro è successa praticamente la stessa cosa, un presunto "danno da vaccino" (di tipo autistico) ammesso all'indennizzo. Chi sono in questo caso i periti?
Nessun medico aveva collegato la vaccinazione del bambino con la comparsa di autismo, il primo fu un certo...dott. Niglio, sì, lo stesso della sentenza precedente.
Lo stesso medico (con la dott. Tomassini e la dott. Badolato) è perito del tribunale, anche qui la "letteratura scientifica" dimostrerebbe il nesso vaccini autismo, è addirittura citato come "prova" a favore di questo nesso, persino lo studio di Wakefield che, come credo sia noto, è ormai esempio di cattiva scienza, essendo stato provato come si sia trattato di una frode scientifica consapevole e fatta a scopo di lucro, un falso studio che Wakefield ha pagato con la radiazione dall'ordine dei medici del suo paese. Leggiamo una parte della perizia:
negli anni successivi altri studi hanno confermato le tesi di Wakefield. Il più noto accreditato è uno studio condotto in Danimarca nel 2004, che dimostrò inequivocabilmente come i bambini danesi siano passati da una media di 18,8 casi di autismo ogni 100,000 abitanti negli anni 80-85 (prima della vaccinazione MPR di massa, che iniziò nel 1987) a 146,4 casi nel 2002. Alcuni studi sul vaccino MPR affermano non solo che esso possa scatenare l’autismo ma anche selezionare mutazioni di pericolosi virus morbillosi.
Gli studi di Wakefield, in realtà, non sono mai stati confermati (ma anzi, sono stati decisamente smentiti) e non esistono studi (seri) che affermino che il vaccino trivalente possa scatenare l'autismo, come qualcuno (sempre gli stessi) dice.
Per quanto riguarda lo "studio condotto in Danimarca" (non è citato quale nella perizia), il più noto è uno studio del 2003 che conclude come vi sia effettivamente un aumento di casi di autismo ma sottolineando come non vi sia nessun collegamento con i vaccini. Ecco come trasformare un dato in ciò che si vuole e, se il perito si riferisce a questo studio, qui si parla di comprensione di base della lingua inglese. Come può uno studio falso, diventare prova di qualcosa? Da notare come lo stesso avvocato di parte dichiara con tranquillità di "essere a contatto con Wakefield", per dire su cosa si basano questo tipo di vicende.

Ma leggiamo un altro passo della perizia:
Di fatto, fino ad oggi, da questa diffusa “empasse” [sic] letteraria, emergono risultati contrastanti che diventano motivo di inevitabili sperequazioni, ma è vero che, in molti casi, quand’anche le ricerche non abbiano ancora dimostrato una sicura correlazione tra i vaccini e la sindrome autistica, emergono comunque elementi storico-clinici e dati statistici che non possono essere ignorati.
In realtà, in medicina, non vi è alcuna "impasse" letteraria, non vi sono "risultati contrastanti" e di "sperequazioni" ne trova solo il perito, visto che la comunità scientifica è compatta nel rigettare il nesso tra vaccini ed autismo, di controversie su questo tema, praticamente non ce ne sono e chi lo sostiene o è poco aggiornato o dice una falsità. Non ci credete? Fatevi mostrare un solo studio pubblicato su rivista scientifica importante (non su quelle "paga e pubblica") che mostri un collegamento tra vaccinazioni ed autismo, non esiste.

Prima del vaccino il bambino stava bene, dopo no, quindi il nesso è altamente probabile
Ma il giudice, si sa, non può certo iniziare una ricerca bibliografica o chiamare periti all'infinito, gli "esperti" hanno detto quelle cose e lui si adegua decidendo di conseguenza, può però essere utile notare una fallacia che farebbe inorridire qualsiasi scienziato o medico: il giudice nota come prima della vaccinazione il bambino godesse di buona salute mentre dopo no, sarebbero comparsi i sintomi dell'autismo, quindi è altamente probabile che l'autismo è stato causato dalla vaccinazione. Queste conclusioni, apparentemente (o evidentemente?) implausibili, hanno forse una giustificazione "giuridica" ma sono scientificamente assurde, ma non sono le uniche, basti pensare ad un caso di indennizzo assegnato per lo stesso motivo (mancano cause certe dell'autismo quindi,molto probabilmente, sarà stato il vaccino) ma dando la colpa alla vaccinazione antipolio (che nemmeno gli antivaccinisti hanno mai collegato all'autismo).

Sentenza Busto Arsizio: non ci sono cause conosciute, quindi...
Mi chiedo cosa accadrebbe se migliaia di genitori facessero causa ai produttori di biberon sostenendo che dopo il suo uso il bambino avrebbe manifestato problemi di salute.
Cause giudiziarie di questo tipo ne esistono tante, quella che ultimamenteè risuonata nelle pagine dei giornali nostrani ha fatto scalpore perché il magistrato inquirente ha disposto un'indagine molto estesa sulla possibilità che i vaccini causino l'autismo. Qual è il perito di quest'ultima causa? Il dott. Montinari, ancora lui, con l'aggiunta che in questo caso anche il pubblico ministero che indaga, ha partecipato a convegni antivaccino (con lo stesso Montinari). L'ultima sentenza in ordine di tempo è sempre relativa al tribunale di Rimini (stavolta relativa ad un caso di epilessia, giudice Lucio Ardigò, il ministero della salute non si è presentato all'udienza) e chi è il perito di parte che ha stilato la perizia? Ok, neanche a dirlo, Montinari. Per come siano affezionati a lui certi avvocati e giudici, sembra non vi siano in Italia altri esperti di vaccinazione, considerando anche che lui, esperto sul tema, proprio non è.

Ecco, forse sono riuscito a spiegare i fatti così che ognuno possa farsi un'idea personale e finalmente capire (si spera) perché un giudice possa prendere decisioni apparentemente così incredibili ed antiscientifiche.
Ci sarebbe semplicemente da porsi una domanda: se i periti sono dichiaratamente antivaccinisti, se occupano posizioni che vanno contro le moderne conoscenze scientifiche, non sono neanche esperti di vaccinazione (epidemiologi? Immunologi?), se hanno chiari conflitti di interesse, se il giudice applica criteri non scientifici ("post hoc, propter hoc"), che sentenze possiamo aspettarci?
Un giudizio, non dovrebbe essere, pur ascoltando le varie posizioni, ripulito da eventuali condizionamenti?
Come si può fare giudicare se un vaccino ha causato l'autismo chi vende le (false) cure per "guarire l'autismo causato da vaccini"? Non è quantomeno "singolare" come scelta?
Che tutto si basi su "illazioni" può essere anche il motivo per il quale le sentenze possano essere diverse le une dalle altre. Può spiegare anche perché in certi casi si arrivi a vicende opposte.
Come successo in Inghilterra, dove un gruppo di genitori ha denunciato il proprio avvocato (specializzato, come quelli nostrani, in "risarcimento per danni da vaccino") per "ingiusto arricchimento" perché dopo anni e tante spese, la propria richiesta di indennizzo è stata respinta.

Conclusione ancora più "scioccante" sempre nel Regno Unito.
Una mamma, nota negli ambienti antivaccino e fervente seguace di Andrew Wakefield (l'ex medico citato prima, fonte dei periti italiani) è stata denunciata e condannata per aver finto che il problema autistico del proprio figlio fosse conseguenza della vaccinazione, la madre ha mentito pur di ottenere risarcimenti in denaro. Dice il giudice inglese:
"Non ci sono evidenze che il suo disturbo sia stato causato dalla vaccinazione MMR. I racconti dei suoi genitori circa la sua reazione avversa alla vaccinazione sono inventati”.
La donna è stata pesantemente criticata per aver sottoposto il figlio a cure per l'autismo assolutamente inutili, che hanno visto il ragazzo sottomesso ed "usato" per le illazioni materne. Tra le cure: diete e omeopatia, non vi ricorda niente?

La truffa è stata scoperta dal giornalista inglese Brian Deer, lo stesso che smascherò Wakefield, la donna ha passato anni a "lottare" come "mamma antivaccino", denunciando aziende farmaceutiche ed ospedali per ottenere un risarcimento, finché non si è scoperto che l'autismo del figlio non aveva nessun nesso con la vaccinazione, madre condannata. Incredibile come si possa arrivare a conclusioni così diverse in tribunale, vero?

Questo però è un argomento tabù. Nessuno avrebbe il coraggio di affermare che una mamma possa mentire o fingere sulla salute del figlio, per denaro poi, inconcepibile, eppure succede. Anche in Italia.
Non è facile capirlo, ma in questo caso probabilmente il giudice aveva qualche competenza o avrà consultato periti più "neutrali" o si è semplicemente fidato della scienza.
Non si sa. In ogni caso è tutto triste. Che decisioni così importanti debbano dipendere non da dati chiari ma da posizioni personali e non universali è un danno per tutti.
Ma forse tutto può essere spiegato non con più casi di "cattiva giustizia" ma spesso con "semplici" e venali interessi di una delle parti che ignorano consapevolmente la realtà. È il lavoro di avvocato che forse giustifica questo comportamento [edit: il codice deontologico vieta espressamente agli avvocati di produrre prove false, (cod. deontologico forense, art. 50 "dovere di verità")] ma quello del medico? Ignorare lo stato dell'arte è una grossa mancanza (volontaria?) da parte di un perito.

Un medico che oggi sostenga che un vaccino possa causare autismo o è ignorante o mente ed ognuna delle due ipotesi è gravemente dannosa per gli interessi di tutti, economici e medici e forse, a questo proposito, può essere importante ricordare che il perito di un processo, giura di attenersi ai fatti e di dire la verità.
Le decisioni dei giudici quindi (che hanno diretta conseguenza sulla società) dovrebbero essere basate solo su pareri seri, competenti, onesti e sinceri.
Il problema quindi non è scientifico (non strettamente almeno) quanto legato alla competenza ed alla buonafede di chi è chiamato a dare il proprio parere in campo giudiziario, soprattutto quando si parla di risarcimenti. Non sarebbe il caso di chiamare a dare il proprio parere solo chi non ha palesi conflitti di interesse?

Questi episodi non succedono solo nell'ambito della vicenda "vaccini-autismo" ma anche in molte altre cause che prevedono risarcimento o rimborsi per cure non scientifiche (vedi"metodo Di Bella").
In questo ambiente infatti, le somme di denaro in gioco rappresentano per forza un interesse per qualcuno e, se nell'eventualità che un vaccino provochi un danno (evento rarissimo) è giusto e sacrosanto risarcire chi l'ha subìto e questo ha una legge a sancirlo, quando è chiaro il tentativo di ottenere un indennizzo ingiusto (a danno di tutti i cittadini) siano perseguiti coloro che mentono sapendo di mentire, sono un danno per la collettività, le casse dello Stato e, indirettamente, per la salute collettiva e del singolo.

Ricordo che la frode vaccini-autismo, nacque da un avvocato implicato in una causa per risarcimento che cercava "studi" (mai esistiti) che la supportassero e che ha pagato un medico per "crearne" uno.

...e visto che il curriculum e l'attività di questi periti è noto e pubblico, che nessuno dica "non lo sapevo".

Alla prossima.

Il falso fattore dell'equilibrio nella scienza.

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Pochi giorni fa, un importante festival itinerante, mi ha invitato ad un dibattito, un invito gentile e gradito, mi piacciono i "festival popolari", quelli organizzati amatorialmente e che coinvolgono la popolazione locale. Ma ho rifiutato l'invito.
Il motivo è semplice, il dibattito si doveva svolgere tra me ed un personaggio (non un medico) che pubblicizza e promuove una delle ciarlatanerie più note e pericolose che esistano al mondo. Non dirò chi sia il personaggio né di cosa si occupi, farei solo pubblicità gratuita ma si sarebbe dovuto parlare di salute e malattie con una persona che di salute ne capisce quanto io sia esperto di fisica nucleare, affidare a lui la propria vita praticamente equivarrebbe affidare al sottoscritto la sicurezza di una centrale nucleare, non ve lo consiglio.

Gli organizzatori hanno pensato a me perché "serve qualcuno che sappia bilanciare le sue affermazioni".
Il problema è che per "bilanciare" le affermazioni di quella persona non servirebbe chiamare un esperto o un addetto ai lavori, è un confronto già sbagliato in partenza. Se si parla di medicina si chiama un medico, se si parla di fisica un fisico e così via. Non è normale un dibattito medico tra un profano e chi si occupa di salute.
Ma questo succede e spesso sono proprio i profani (o quelli in malafede) che cercano questi confronti, per loro è una "promozione" da tutti i punti di vista, professionale perché pur non essendo esperti di salute sono paragonati ad essi e commerciale perché si fanno pubblicità.

Ora, in inglese questo lo chiamano "false balance", ovvero mettere sullo stesso piano due fatti, uno scientifico (ma anche di altro tipo, in ogni caso "attendibile") con uno pseudoscientifico (o falso), è un noto "bias" (un errore, una debolezza nel ragionamento).
Mettendo sullo stesso piano la scienza e la ciarlataneria si crea un senso di credibilità a chi non ne ha, una "dignità" che non può esistere. In questi contesti il ciarlatano ha tutto da guadagnare ed un dibattito si svolgerebbe su argomenti che bloccano il ragionamento scientifico per portarsi sulle illazioni e sulle ipotesi personali. Non sarebbe un dibattito scientifico quindi ma un palco dal quale proclamare idee indimostrate ed inconfutabili.
Un classico: fare affermazioni indimostrabili e vaghe (che chiaramente lo "scienziato" non può smentire, non perché non lo sa fare ma perché non puoi smentire una cosa che non esiste) per poi dire "non ha saputo ribattere" ma a parte questo si considera "accettabile" qualcosa che non lo è, si "promuove" a "ipotesi" qualsiasi sciocchezza, tanto queste non presuppongono l'onere della prova. Non avendovi detto di cosa si sarebbe parlato si capisce poco ma questo serva per un discorso più generale.
Ma come ho detto ho rifiutato e sono convinto di aver fatto la scelta migliore e più corretta.


Sarebbe un dibattito equilibrato invitare un astrologo (che usa la superstizione per parlare di stelle e pianeti) per parlare di costellazioni e mettergli di fronte un astronomo (il vero esperto di astronomia)?
Il geologo che spiega come si cercano le fonti di acqua, deve "dibattere" con un rabdomante (colui che dice di scoprire vene acquifere con i suoi poteri paranormali)?
Esistono sedi adatte per l'una e l'altra persona, un contesto scientifico per parlare di scienza ed uno informale o ai fini di intrattenimento per parlare di fenomeni paranormali.
La BBC, la rete televisiva nazionale inglese, proprio per questo ha scelto di non ospitare d'ora in poi, in tramissioni televisive, i cosiddetti "alternativi" della scienza. Chi ha posizioni non condivise dalla comunità scientifica ha un mezzo per far conoscere (ed eventualmente apprezzare) le sue idee: dimostrarle.
Le descrive, le prova e pubblica le prove in una rivista scientifica nella quale tutti gli scienziati del mondo possano leggerle, controllarle, verificarle e dopo confermarle o meno e così rientrare nelle fila della scienza abbandonando la pseudoscienza.
Basta volerlo.
Andare in televisione, in radio, a dibattiti pubblici, significa rivolgersi al pubblico ed in questo caso gli argomenti dei ciarlatani hanno facile presa, molto di più di quelli di chi sposa sinceramente ed onestamente il metodo scientifico.
Qualcuno pensa che non "affrontare" gli pseudoscienziati lascerebbe strada aperta alle loro farneticazioni, certo, in fondo così, dovunque vadano, non ci sarebbe nessuno pronto a ribattere, a smentirli o a spiegare perché non hanno ragione, è giusto, ma come ho scritto prima, una persona che si basa sul metodo scientifico, giocherebbe una partita completamente sbilanciata, è, appunto, un falso "bilanciamento" delle opinioni.
Il ciarlatano può dire quello che vuole, se dice "io con la mia pillola curo tutti i mali nel 100% dei casi", lo scienziato non può che rispondere "non è vero, non lo ha mai dimostrato" a questo il ciarlatano risponderà "sì che è dimostrato, ci sono centinaia di testimoni" (che per la scienza contano ma fino ad un certo punto, sempre che esistano), lo scienziato ribatterebbe "allora pubblichi queste testimonianze in una rivista scientifica" ed il ciarlatano "già fatto, nel Giornale di Vigevano". Il pubblico applaude, il ciarlatano ha ragione, lo scienziato si ritira in silenzio, non c'è nulla da dire per chi usa questi argomenti.
Che "dibatti" a fare?
Se il ciarlatano sostiene di curare il 100% dei suoi pazienti, il medico risponderà "io ne curo il 70%" (perché la correttezza, la cautela e le affermazioni dubbiose, sono patente di serietà), il medico, agli occhi del pubblico profano, ha perso.
Il pubblico naturalmente, resterà colpito da quel 100%: è superiore, è vincente, poco importa se è falso, se il 100% sia solo un messaggio pubblicitario senza riscontri ma se vuoi dire una bugia, dilla grossa, ci sarà sempre chi ci crederà.
Questo può farlo un truffatore, non una persona seria e per questo la strada del primo sarà sempre più facile di quella del secondo.
Qual è il dibattito quindi? A chi serve?

Il "falso esperto" si basa proprio su argomenti non scientifici o difficilmente smentibili per uscire "vittorioso" (dal suo punto di vista) dal dibattito, è la sua caratteristica, il suo punto di forza. Gli argomenti del "falso esperto" si basano tutti su:
1) Teorie del complotto.

2) Citazione di altri falsi esperti.

3) Selezione di studi non autorevoli, falsi o non attinenti.

4) Interpretazioni personali della realtà.

5) Manipolazioni, illazioni e fallacie.

Si tratta quasi sempre di argomenti senza basi, incommentabili, non smentibili (se dici che "Big Pharma" si arrichisce a spese della salute della popolazione, non stai portando una prova a favore di qualcosa ma un'illazione che non dimostra nulla).

Al contrario uno scienziato o un vero esperto deve limitarsi a dati reali (anche se fossero pochi ma che siano veri), deve usare cautele e condizionali, non deve fare affermazioni stupefacenti, caute, non può interpretare personalmente i risultati della ricerca scientifica e si basa solo su fatti oggettivi, se non lo facesse sarebbe un ciarlatano anche lui.

Il "confronto"non può esistere quindi perché il vero esperto o colui che basa le proprie informazioni su quelle fornite dalla scienza, ha dei limiti da non sorpassare, gli stessi che l'esperto "fai da te"sorpassa regolarmente ed anzi è proprio questo il suo scopo. Non a caso il "false balance" prevede che sia uno scienziato "serio" che debba smentire il "ciarlatano" quando dovrebbe essere l'esatto opposto: chi ha l'idea "eretica" dovrebbe dimostrarne la veridicità andando contro il parere della comunità scientifica, se ci riesce ha fatto una scoperta, se non lo fa resta un ciarlatano mentre non deve essere mai lo scienziato ad impegnarsi nella demolizione delle bufale scientifiche, è tempo perso.


Ma questo non succede perché non fa spettacolo.

Basti riflettere sul fatto che le ultime cure alternative che hanno creato discussioni pubbliche importanti nel nostro paese (Bonifacio, Di Bella, Stamina) nonostante il parere dei competenti (ed in alcuni casi anche l'esame da parte degli stessi) abbiano smentito le promesse iniziali, i rispettivi "inventori" non abbiano mai accettato la bocciatura, l'abbiano rifiutata con le scuse più classiche, le stesse che hanno usato per promuoversi: il boicotaggio, il complotto, la genialità incompresa. Non hanno aggiunto nulla ai loro argomenti ma hanno usato la smentita come trono sul quale sedersi.
I loro seguaci, naturalmente, hanno accettato ogni giustificazione.
Quando si vuole organizzare un dibattito reale tra due posizioni scientifiche (naturalmente se si ha intenzione di organizzare un dibattito scientifico e non una rissa) i due ospiti devono avere delle credenziali scientifiche, devono essere noti per avere esperienza reale su un determinato campo, devono essere ambedue di nota onestà e correttezza. Chi accetterebbe un match sportivo tra un atleta onesto ed uno noto per usare sostanze proibite? Chi si divertirebbe a guardare una partita con il risultato deciso già dall'inizio?
Negli Stati Uniti c'è un forte dibattito sul riscaldamento globale ("global warming"), molto più acceso che nel resto del mondo. È un dato abbastanza provato che la principale causa del riscaldamento globale (aumento delle temperature sulla Terra) sia causato dalle attività umane. C'è però una piccolissima (infinitesimale) porzione di studiosi che lo nega, chiama in causa altri motivi ma non ha mai dimostrato di aver ragione. In molti dibattiti (pubblici, televisivi) si è visto come mettere alla pari due pareri assolutamente sbilanciati, facesse diventare l'ipotesi meno probabile meritevole di attenzione, credibile, nonostante non avesse elementi per essere considerata attendibile, la "teoria più incredibile" non cambia in rapporto alla sua attendibilità ma cambia in rapporto al pubblico, in poche parole "la gente ci crede di più" e proprio perchè qualcuno di attendibile ha provato a smentirla.

La cosa più interessante è che questo tipo di avvenimento può essere usato per condizionare le masse.
Uno dei pericoli del falso equilibrio delle ipotesi è quello che chi ha interesse a sposare una causa per interesse personale (anche poco onesto), potrebbe usare anche un solo"opinionista" o scienziato per farsi ascoltare. Le industrie che inquinano ad esempio potrebbero fare pressioni dicendo che "non è provato che a causare il riscaldamento globale siano le nostre industrie".
Una trasmissione televisiva umoristica ha risolto il problema in maniera esilarante. Per rappresentare le due "ipotesi" in maniera statisticamente corretta, ha simulato un dibattito tra un "esperto" con l'opinione non scientificamente accettata e quello che diffonde l'opinione condivisa dalla scienza e poi ha invitato sul palco le due parti per un dibattito "equilibrato": 2 scienziati che sostengono l'opinione meno plausibile (scientificamente) e 96 scienziati che invece sostengono ciò che oggi sappiamo, l'effetto è assicurato.

Allora dividiamo le cose e mettiamole al loro posto: la scienza è ciò che è dimostrato, il resto sono ipotesi. Se poi queste ipotesi sono state smentite o in ogni caso non sono ancora dimostrate non è scienza ma falsa scienza o bugie.
Fine, non c'è bisogno di dibattiti, discussioni, convegni pubblici, non si paragona scienza e fantascienza.
Se poi un programma televisivo o una rassegna, volessero organizzare un incontro sulla salute decidano prima se dedicarlo alla corretta informazione o alla fantamedicina, considerando che nel secondo caso qualcuno potrebbe lasciarci le penne.
Che poi ci sia gente che preferisce abbandonarsi alle illusioni o alle bugie, lo faccia pure, cercando almeno di essere consapevole che sta ascoltando una persona che spaccia per realtà ciò che invece non è nemmeno lontanamente un concetto scientifico.

...per completezza di informazione, l'organizzatore del festival che mi ha invitato ha detto che in mancanza di un dibattito con qualcuno di competente, sarà annullato l'incontro con lo pseudomedico, mi sembra corretto ed apprezzabile.

Alla prossima.

Il cancro, il bicarbonato, i medici, i soldi.

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Chi mi segue dagli esordi sa che questo blog ha iniziato proprio da lui.
Dal guaritore del bicarbonato, Tullio Simoncini, ex medico ormai radiato dall'albo professionale che sostiene che il cancro sia un fungo (la candida albicans) e che si possa curare con il bicarbonato di sodio. L'ipotesi, oltre a non avere basi scientifiche, non è stata mai dimostrata dal suo "inventore" che ha detto espressamente di non aver mai fatto ricerche sull'argomento.

Simoncini, oltre alla radiazione ha una condanna per omicidio colposo, due per truffa, una per "terapia imprudente" (tribunale albanese), due per attività commerciale scorretta dell'AGCOM ed un processo in corso. Un curriculum "di tutto rispetto" che però non gli impedisce di girare il mondo per "curare" i disperati con una cialtronata tra le più ridicole: il bicarbonato di sodio (quello che usiamo in cucina) per curare i tumori, tutti. Ancora più stupefacente che ci siano persone che gli diano fiducia, ad uno con una fedina come la sua, in genere, non si affiderebbero nemmeno le chiavi dell'automobile.

Chi non segue il blog dall'inizio forse non sa come fu proprio la scoperta di un trucco usato da Simoncini per mostrare una presunta guarigione da tumore con il bicarbonato, a spingermi in questa avventura di "debunking medico" e come lo scoprire questo tipo di trucchi diventò per me uno stupefacente viaggio nel mondo oscuro delle medicine alternative che poi si è rivelato peggio, molto più buio di ciò che immaginavo.
Il ricorso a trucchi e falsificazioni per pubblicizzare le proprie finte terapie, è una caratteristica di tutti i ciarlatani, nessuno escluso e, lo dico con molto dispiacere, anche tra medici non "alternativi" ed ufficialmente inseriti nella sanità pubblica nazionale, esistono persone che davanti alla possibilità di guadagno non si fermano davanti a nulla, nemmeno a cospetto della disperazione di un malato grave e del dolore della sua famiglia.
Diciamo che mi sono scontrato con una realtà che credevo solo marginale.

Simoncini ha iniziato la sua attività di guaritore quando ancora era un medico ed internet era agli albori. All'avvento del web che permette di diffondere qualsiasi notizia in un attimo, è diventato tra i guaritori più noti e richiesti, con una folta schiera di sostenitori (alcuni semplicemente ignoranti, altri ben consapevoli dell'assurdità di queste teorie) prendendo un sacco di soldi per le sue visite e le sue terapie e seminando morte ed illusioni.
La spregiudicatezza di questo personaggio è nota ed il giro di affari che è capace di creare non è indifferente (forse è per questo che attira molti disonesti alla sua corte).
"Onorari" (in nero naturalmente) esorbitanti ed addirittura "consulenze" via Skype (per chi non lo sapesse, una sorta di "videoconferenza") al "modico" prezzo di 150 euro. Come fa una persona gravemente ammalata a credere ad una cosa del genere? Come fanno i suoi parenti a cadere nelle grinfie di un soggetto simile?
Basta la disperazione o davvero bisogna essere particolarmente ingenui?
Simoncini chiede 150 euro per una "consulenza via Skype"
Pochi anni fa l'ennesima morte, un ragazzo italiano.
Simoncini ora è stato condannato in Albania ed attende un processo in Italia ed assieme a lui c'è un altro medico, Roberto Gandini, radiologo, assolto in Albania, in attesa di giudizio in Italia.
Dopo otto anni dall'inizio di questo blog, considerando l'avviata carriera internazionale di Simoncini parlare ancora di lui suona un po' ripetitivo: se informando sull'inutilità di questa falsa cura spiegando anche i trucchi usati dal guaritore per farsi pubblicità c'è ancora chi ci crede, ogni parola in più è superflua. Non è chiaro nemmeno quale possa essere l'atteggiamento più giusto nei confronti di chi sta male e cade in queste truffe, perché credere ad una sciocchezza del genere è davvero troppo.

Per questo motivo non penso ci sia molto da dire (e da aggiungere) su Simoncini, finché ci sarà gente disposta a credere che si possa curare il cancro con delle flebo di bicarbonato e si berrà i giochi di prestigio dell'ex medico romano si può fare poco e nessuna parola o statistica, nessun trucco rivelato potrà distogliere, chi è stato plagiato, dalla scelta fatta. Dopo aver informato (lo ha fatto persino l'AIRC, associazione italiana ricerca sul cancro) ognuno è libero di scegliere la sua strada, consapevole (si spera) di dover scegliere tra una speranza (la medicina) ed una truffa (il bicarbonato).

Con la radiazione dall'albo dei medici Simoncini non è più sotto il controllo degli enti sanitari (che hanno già usato il provvedimento più grave che si possa usare nei confronti di un medico) ma della magistratura e delle forze dell'ordine, sono le uniche possibilità per fermarlo ma è chiaro che le sue "cure" devono trovare delle basi di appoggio, delle complicità, qualcuno che provveda al ricovero dei pazienti, inserisca i cateteri per effettuare le inutili e pericolose dosi di bicarbonato ed una rete di connivenze non da poco. Simoncini non lavora da solo.

Se su internet sono diversi i personaggi che lo pubblicizzano e lo appoggiano, nel mondo ci sono cliniche, medici e collaboratori che lo aiutano (non certo gratuitamente) nella sua attività. In Albania era una clinica privata, in Italia anche.
Non è quindi Simoncini il diretto protagonista di questo post ma tutto ciò che lo circonda.

La televisione della Svizzera italiana ha recentemente effettuato un interessante dossier nel quale Simoncini (che non sa di essere ripreso), descrive accuratamente ciò che una paziente che chiede le sue cure deve fare.
Dopo alcune istruzioni generiche sui costi e sulla sede dell'"intervento" (devono essere inseriti dei cateteri attraverso i quali Simoncini farà le infusioni di bicarbonato di sodio), l'ex medico fa i nomi dei medici che lo aiuterebbero (in particolare nell'inserimento dei cateteri per fare le infusioni di bicarbonato) e li fa chiaramente.
Dice di appoggiarsi alla clinica Santa Maria di Leuca di Roma dove opererebbero due medici, il dott. Roberto Gandini (il radiologo che con lui è sotto processo per la morte di Luca Olivotto) ed il dott. Enrico Pampana, un altro radiologo. Sono loro che, secondo Simoncini, prepareranno i cateteri per permettere le infusioni di bicarbonato e così lui riferisce succederà anche alla giornalista che si finge malata per realizzare il servizio.
La clinica ed uno dei due medici smentiscono le parole di Simoncini sostenendo di non avere nulla a che fare con il guaritore del bicarbonato.
Il nome di Gandini non è però nuovo, appare nel sito di Simoncini scritto in una testimonianza che una signora francese rilascia qui, Gandini sarebbe il radiologo che ha inserito il catetere alla signora.


I responsabili della clinica, anche loro, smentiscono e persino il direttore sanitario della stessa dice di non sapere di avvenimenti simili all'interno della sua struttura.
Ma questi sono elementi che dovranno essere valutati dalla magistratura.
Quello che colpisce di più è la presenza dei medici che si presume sappiano chi sia Simoncini, che "terapie" faccia ed a cosa dovessero servire quei cateteri (o qualcuno vuole credere che si prepari una via per catetere così, tanto per passare il tempo?), non sono stati certo i pazienti ad inserirsi i cateteri da soli.

C'è da sottolineare anche che l'ex medico romano non ha "qualche" paziente sporadico ma la sua attività è regolare e continua e soprattutto si dovrebbe spiegare come nelle varie cliniche in cui si appoggia l'ex medico, quelle persone farebbero operare un medico ormai radiato dall'ordine professionale e che applica una pericolosa "cura alternativa" senza basi scientifiche. Lo fanno perché appoggiano queste deliranti teorie o per motivi molto più "venali"?

La falsificazioni di Simoncini sono innumerevoli, per farsi pubblicità, aiutato da siti spazzatura italiani e stranieri, pagine sui social network, non esita a manipolare referti, storie cliniche, non si fa alcun problema nel realizzare fotomontaggi (o sono i suoi collaboratori a farlo) e fornire dati falsi e, come sempre accade, le testimonianze che mostrerebbero incredibili effetti del bicarbonato si rivelano sempre delle esche per ingenui.
Una delle ultime "prove" manipolate è mostrata proprio nel servizio svizzero.
La maggioranza dei video del guaritore romano sono realizzati da Massimo Mazzucco, ex regista che ora si occupa di complotti di tutti i tipi e che da sempre appoggia e pubblicizza Simoncini.

In uno dei video racconta la storia di Corinna, "guarita" da diversi tumori (polmone, seno, ossa...) per merito del bicarbonato che avrebbe "collaborato" con la terapia che aveva già fatto la donna in ospedale, la terapia truffaldina era stata somministrata da un medico svizzero che compare come testimone nel video di Mazzucco ed anche in quello del servizio svizzero. Quando Mazzucco nel suo sito raccontò la storia, qualcuno gli chiese, giustamente, i referti di questa "stupefacente" guarigione. La risposta di Mazzucco fu chiara e patetica (ed accettata supinamente dai suoi lettori): "la paziente ha perso i referti durante un trasloco".


La donna ha appena fatto un trasloco, appena pronti invierà i referti.

Ma guarda un po'.
Si potrebbe pensare che non sia giusto divulgare "testimonianze" così delicate senza documentazioni o prove eccezionali ma questo evidentemente vale solo per chi ha buon senso.
Soprattutto quando si viene a sapere che in realtà Corinna non è "guarita" ma è morta (lo afferma proprio il medico alternativo intervistato nel video) ma il video è sempre lì (dal 2009) e la donna...continua dopo la morte ad essere "testimone" di Simoncini.
Mazzucco chiude il suo articolo con le parole: "Sono solo i muri dell’ignoranza, della presunzione e dell’avidità, e non quelli prettamente scientifici, i veri ostacoli sulla via della soluzione del problema cancro", che ora che conosciamo il vero finale della storia, hanno un suono molto triste.

È lo stesso destino di molti "testimoni" di prodigiose guarigioni, mentre per altri il destino è stato quello di fare le cure in ospedale, essere stati normalmente curati e solo dopo sottoporsi alla cialtroneria del bicarbonato (che naturalmente diventa "protagonista" della guarigione), tanti di quei pazienti che testimoniano la loro guarigione in video, oggi non ci sono più.

Che si lasci impunita una persona come Simoncini a questo punto non è un problema della medicina o degli ordini professionali lui è ormai fuori da ogni regola ma con lui collaborerebbero medici che esercitano regolarmente e cliniche regolarmente autorizzate, questo è quello che si dovrebbe impedire.
Anche in questo caso, come in molti altri, l'ordine dei medici sa.

Se continuerà a fare finta di non guardare non si lamenti di quanti parlano di professione medica svilita ed umiliata, di chi chiede inutilmente più garanzie a favore dei pazienti e di tutti (tanti) quei medici che lavorano onestamente, con capacità ed umanità. Non bastano i vari casi Di Bella, Stamina, dei tanti personaggi che confondono la laurea in medicina con una macchina per fare soldi?
Io credo che siamo già abbondantemente fuori da ogni limite di pazienza e sopportazione, ora tocca a voi, ordini ed istituzioni, in molti cominciano sinceramente a non poterne più.

Il servizio della televisione svizzera è qui.
La puntata intera del programma è qui.

Ci sono anche due miei interventi.

Alla prossima.

Medagliette e medicina: Gabriella Mereu non è più un medico.

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Gabriella Mereuè un medico sardo del quale ho parlato anni fa, poi conosciuta al grande pubblico perché di lei si è occupata una trasmissione televisiva.
La dottoressa aveva un metodo di cura tutto personale. Medico, omeopata (oserei dire, naturalmente) e odontoiatra, faceva diagnosi con il pendolino, parlava da sola (questo mostravano i video della trasmissione televisiva), "curava" insultando il "paziente", cantando filastrocche e facendo strani collegamenti tra i sintomi e fattori totalmente estranei, aveva insomma una concezione del tutto personale delle malattie e curava con metodi che definire bizzarri è decisamente poco.

Una diagnosi della dott.ssa Mereu
Prescrizione di "fiori di Bach" (altra inutile medicina alternativa) per qualsiasi cosa.
La diagnosi? Semplice: chi ha a che fare con i calcoli (per esempio un ragioniere) si ammalerà di calcoli (le "pietre" che si formano in certi organi come il rene). L'epilessia? Tutta una finzione. Basta urlare a chi ne è colpito di smetterla e questo, per magia, smetterà. E poi sesso, sesso e sesso, tantissimi disturbi, a dire dalla dottoressa, sarebbero causati da problemi sessuali, dal partner maschile (la dottoressa ha un particolare astio nei confronti degli individui di sesso maschile) e, tra i "riti" magici da praticare per guarire, l'ormai mitico "rito della medaglietta": infilando dentro la vagina una medaglietta con l'immagine della Madonna bastava, dopo l'estrazione dell'oggetto, seppellirlo sottoterra per ottenere grandi risultati.
Le cure della dottoressa possono fare sorridere per la loro assurdità ma chi è abituato all'ambiente "alternativo" sa che non ci sono limiti alle follie di chi le propone ed all'ingenuità di chi le segue. Nonostante possa sembrare incredibile che ci siano persone che credano a queste cose, è evidente che ci sono e sono tante. Un esempio?
Una donna con un "polipo del canale cervicale" (un polipo dell'utero che in genere va asportato con un intervento abbastanza semplice) racconta così (e la Mereu lo riporta nel suo sito) il suo "percorso curativo" consigliato dalla dottoressa:

1. Eseguire il rito della Medaglietta della Madonnina;
2. di prendere i fiori Australiani Equilibrio donna 7 gocce al mattino e 7 alla sera prima di dormire;
3. di fare i bagni derivativi;
4. di dire all'uomo col quale avevo una relazione in quel periodo che era un uomo di merda!;
5. mi disse inoltre di dormire con un bambolotto;

Inutile dire che la donna, miracolosamente, guarì dal suo problema.
È chiaro che non è facile capire i motivi che spingono una persona a dormire con un bambolotto ed insultare il proprio fidanzato per guarire da una malattia ma questo può servire come elemento che mostra l'ambito in cui si muove la Mereu, l'ambiente in cui può attecchire la sua "magia", può fare capire come, nonostante ci descriviamo come popolo civile ed evoluto, c'è ancora tanta strada da fare prima di poterci dire "liberi" dalla creduloneria. Sia ben chiaro, una testimonianza come questa appena descritta, può sembrare falsa o inventata, tanto è poco credibile, invece è probabilmente vera. Basterebbe leggere la pagina Facebook della dottoressa o seguirne gli eventi, sono decine le persone (uomini e donne, di tutte le età) che raccontano cose del genere, anche per la cura di malattie gravi o sui bambini.

Assistere ad una "seduta" della dottoressa è, per certi versi, interessante. Nessuna scienza o pratica validata, nessun complicato percorso terapeutico, una vera e propria follia, cosa che si può notare anche in alcuni video in rete, per esempio in quello nel quale la dottoressa imita i fiori di Bach, una delle sue "cure" più utilizzate negli show che organizza.


La sua opera dura da anni ma è servita (ormai siamo ridotti a questo) la ribalta televisiva per fare prendere al suo ordine professionale una decisione ferma e decisa.
Alle sue sedute spiritiche si è ribellata anche l'associazione italiana contro l'epilessia, dopo una cosa del genere:

"L'epilettico di solito è un esibizionista. Curatelo con Heather in 30 ml 4 gocce per 6 volte al giorno per un anno. Durante la crisi ditegli in maniera perentoria solo questo e non altro: 'che brutto che sei quando fai così!' oppure: 'Smettila di fare il morto' nel caso che s'irrigidisca"

Incredibile? No, la dottoressa conferma, è proprio così, l'epilettico finge e bisogna "svegliarlo".

Già, perché la dottoressa si è trovata, ad un punto della sua vita, a confondere medicina con magia, cura con stregoneria, diagnosi con spiritismo e quindi doveva decidersi, continuare a fare il medico o proseguire la sua luminosa carriera di medium ma questa decisione non è mai arrivata e così la dottoressa ha continuato per anni a tenere degli show in varie parti d'Italia (a pagamento) nei quali prometteva guarigioni miracolose con l'aiuto di pendolini e riti magici (e medagliette, certo). Era talmente sicura di ciò che faceva che prendeva pure in giro il presidente dell'ordine dei medici di Cagliari (al quale è iscritta) facendone l'imitazione e definendolo "suo amico".

L'annuncio della novità non è arrivato ufficialmente ma dalla stessa Mereu, dalla quale apprendiamo infatti che:

Tradotto in italiano: la dottoressa Mereu è stata radiata dall'ordine dei medici, non potrà più esercitare la professione. Credo che dopo il provvedimento burocratico ora qualcuno dovrà prendersi cura di lei, evidentemente in difficoltà, necessaria di sostegno, bisogna evitare di danneggiare gli altri ma anche cercare di aiutarla. Un'altro particolare da sottolineare è che l'ormai ex medico agiva da anni indisturbato, pubblicamente ed il suo ordine aveva ricevuto diverse segnalazioni in proposito senza prendere nessun provvedimento, preso solo quando il caso è approdato in TV. Si tratta comunque di notizia ufficiosa, nessun comunicato dall'ordine di Cagliari ma solo l'ammissione della Mereu.
Al momento in cui scrivo questo post la dottoressa risulta ancora iscritta al suo albo provinciale ma i database on line sono aggiornati periodicamente e prossimamente si potrà avere eventuale conferma ufficiale di quanto detto.
La notizia è comunque confortante. Meno confortante sapere che, l'ormai ex medico, è davvero molto seguito. Non solo i suoi spettacoli sono pieni di spettatori ma le sue pagine internet vedono centinaia di seguaci pronti a difenderla a spada tratta e, mentre lei fornisce consigli per guarire dal cancro e dalle paralisi con una formula magica, un insulto o due gocce di fiori di Bach, spuntano da tutte le parti donne guarite dall'orzaiolo ed uomini che non soffrono più di emorroidi, entusiasti della presa in giro e fieri della loro ingenuità. Inutile criticarli o insultarli, sono lo specchio della nostra società, sono i nostri amici, parenti, conoscenti. Persone che credono veramente ai riti magici dell'ex medico sardo.
Gli spettatori quindi continueranno ad esserci e questo è desolante ma almeno da ora in poi assisteranno allo show di un'attrice e non a quello di un medico.

Alla prossima.

Sei felice?

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Le mamme sono tutte uguali.
Arrivano in macchina, a piedi, col barcone.
Le mamme, tutte, quando arrivano, hanno paura. Non sanno chi avranno di fronte, non sanno cosa le aspetta, non conoscono le pareti, i rumori, le parole, gli sguardi.
Sono tutte uguali e per questo sai che per qualcuna può essere peggio.
Questa è una storia di qualche anno fa ed il nome della protagonista è inventato.
Joy ha solo 23 anni ed è di un paese della Nigeria nei pressi di Sokoto, la città più grande nelle vicinanze di casa sua, dove i commercianti comprano i beni di prima necessità che comunque in pochi si possono permettere. Vedere quella ragazza con gli occhi bassi, che non parlava, estranea a tutto, mi ha spontaneamente indotto a starle vicino, a farle vedere che non tutto era ostile e distante e così abbiamo parlato.
Il problema era la lingua, Joy non parlava italiano e conosceva poco l'inglese e così comunicavamo per mezze frasi, gesti e parole: "you're ok?""yes, I'm ok" mi diceva.
Allora ho cercato di capire la sua storia, inizialmente per avere notizie di lei, per sapere della sua gravidanza e poi inevitabilmente perché non puoi restare indifferente all'inferno che passano queste persone.
Cerco di distrarla dai dolori del travaglio facendole domande, lei prima non risponde, poi lo fa a tratti, poi si chiude di nuovo in silenzio e non mi guarda, sfugge i miei occhi, a volte sembra infastidita. Mi faccio aiutare ogni tanto dalla volontaria che la assiste e che conosce tutta la sua storia, i suoi passaggi da un posto all'altro e quando parla di qualcosa che non conosco è lei ad aiutarmi a capire meglio.
Le offro un po' d'acqua e le chiedo com'è cominciato il suo viaggio. Joy ha la testa piegata a sinistra, continua ad essere diffidente, però inizia a raccontarmi qualcosa.
A Sokoto parte una delle carovane che portano i migranti dalla Nigeria alla Libia e lei è partita con una sua amica, nonostante avesse la nausea e qualche dolore provocato dalla gravidanza iniziale. Il capo carovana (che poi è il trafficante di uomini) non presta certo attenzione ai problemi personali, se ce la fai cammini, se non riesci resti indietro e ti lascia lì, senza problemi. Joy non ce la faceva ma ha resistito. Dopo essere arrivati ad Agadez, in Niger, c'è una piccola sosta, i trafficanti lasciano il gruppo a dei loro compagni dotati di macchine e più organizzati. Il caldo è asfissiante e Joy non ce la fa più, l'acqua è razionata, non si mangia, si devono sostenere marce di 18 ore sotto il Sole e forse qualcuno ha detto al capo dei trafficanti che lei è incinta.
Dev'essere successo proprio questo perché a quel punto lui la isola e la lascia nelle mani di una donna del luogo che la porta a casa sua.
Qui Joy sta per qualche giorno, le spiegano che in quelle condizioni nessun trafficante l'avrebbe accompagnata fino in Libia, che sarebbe stato un peso, un problema. La donna le suggerisce di abortire, in cambio di un mese di lavoro le sarebbe stato garantito un aborto illegale, improvvisato, non in ospedale, non ne esistono in zona ma in quella stessa casa.
Così succede.
Joy abortisce aiutata da due donne del paese nella casa di una di loro, qualcosa da bere, un fazzoletto in bocca e fiumi di sangue.
Non ha nemmeno il tempo di riprendersi, deve pagare quel "favore" e si mette subito al lavoro e passano altri due mesi. Era il momento di ripartire ma di soldi nemmeno l'ombra. Una delle donne della casa mette in contatto Joy con qualcuno che conosce i trafficanti, forse c'è una soluzione: lavorare a casa del trafficante per pagarsi il passaggio dal Niger alla Libia, prima si arriva ad Agadès con una settimana di marcia e da lì un altro gruppo di uomini l'avrebbero unita alla nuova carovana di migranti, quelli che entreranno in Libia per tentare di arrivare alla costa ed imbarcarsi, altri 30-40 giorni di cammino in parte su mezzi ma spesso a piedi sotto il Sole.
La ragazza capirà presto che il lavoro a casa del trafficante non sarebbe stato facile: tutto il giorno ad impastare farina e mattoni in cambio di una ciotola di riso ed un po' d'acqua. Una sola ora di pausa che passa con gli altri ospiti della casa con i quali fa amicizia. Soprattutto con uno Robert...o Rupert, non lo capisco, un ragazzo che come lei deve andare da qualche parte nel mondo ma che a differenza di Joy è pagato per lavorare. Tra i due nasce un'amicizia, qualcosa di più e passano quasi tutto il (poco) tempo libero che hanno assieme.

Ed è mentre trasporta un cesto di biancheria che le dicono del giorno della partenza, non c'era neanche tempo di prepararsi, l'indomani sarebbe passata la nuova carovana di disperati, lei porta solo una borsa con una bottiglia d'acqua ed una maglietta, non le permetterebbero di più. Non si rivedrà più neanche con Robert, di lui le è rimasto solo il numero di telefono che conserva in un foglietto.
Ma che vita è quella di Joy, che cosa avrà dalla sua esistenza, che ricordi, emozioni o sensazioni conserverà?
Mentre le parlavo pensavo che Joy probabilmente non aveva mai conosciuto la felicità, forse da bambina? Ma non so se lei da bambina avesse mai avuto occasione per essere felice ed è straziante pensare che esistano persone da qualche parte del mondo che non sono mai state felici.
Per Joy, cose "normali" per noi sono assolutamente impossibili, lei vive per sopravvivere, con l'amara ironia di un nome come il suo, Joy, gioia.
Poi si ferma e mi dice qualcosa in inglese che non capisco, sempre senza guardarmi, quasi sottovoce. Mi avvicino e le chiedo "cosa? I don't understand...non capisco" e lei ripete un po' più ad alta voce e quasi infastidita "I'm scared...""ho paura"... le sorrido e le dico di non aver paura, anche perché il suo viso inizialmente teso, quasi arrabbiato, iniziava a distendersi, sembrava più sereno. La tranquillizzai, tutto andrà bene, glielo dissi in italiano, le dissi che le cose erano sotto controllo e che presto sarebbe diventata mamma, tutto scandito dal battito del cuore del figlio, monitorato dagli strumenti.

Il racconto della nuova partenza ricomincia, sempre a testa bassa, sempre senza guardarmi, con la volontaria che mi aiuta a ricostruire e capire meglio, sono giorni durissimi, soprattutto perché, dopo un paio di settimane, sono tornati nausea e mal di pancia. Joy è sempre debole, stanca ma chi non sarebbe stanco in quelle condizioni?
Sembra siano a metà strada e di nuovo una sosta durante la quale si uniscono a loro altre persone, famiglie intere, qualche bambino e persino un ragazzino solo, che chissà da dove arriva. Ora Joy racconta quelle cose con la voglia di farlo, sembra uno sfogo.
L'arrivo è visto come un sollievo, anche se si è consegnati ad altri trafficanti che non si fanno tanti problemi a trattarli come bestie, la fine del cammino è arrivata ma ne comincia presto un altro, questa volta attraverso il mare.
La barca è larga, profonda ma ha un aspetto che non promette nulla di buono, chissà quanti anni ha, chissà quante volte è stata usata ed Joy sale consapevole che il suo destino non può conoscerlo nessuno.
Chiede ad un ragazzo seduto vicino a lei quanto tempo ci vorrà per arrivare in Italia, lui fa un segno: "3" ma non spiega "tre cosa", giorni, ore, mesi...?
Ma i "3" erano giorni o forse più, forse meno, chi lo sa, il paesaggio era sempre uguale e le ore passavano senza nessun ritmo abituale. Poi all'improvviso una piccola nave all'orizzonte, si avvicina e poi lancia bottiglie d'acqua e salvagenti. Passato un po' di tempo erano tutti nella nave, due di loro sdraiati per un collasso, lei in preda a dolori di pancia e nausea, come sempre.
Arrivata sulla terra, le dicono che quella è l'Italia, in mezzo a volontari, medici, poliziotti, Joy sente di non farcela più e forse sviene.


Si risveglia in una stanza enorme e piena di persone, coperta da un telo argentato, ha una cartella sulla pancia e le dicono in inglese "pregnant, you're pregnant", cioè che aspetta un bambino e Joy pensa subito a Robert, il ragazzo con il quale aveva legato durante il viaggio, è lui il papà.
Joy è trasferita in un altro centro, poi in un altro ed infine in una casa di accoglienza gestita da una ONLUS religiosa. Anche al centro Joy non ha fatto amicizia con molte persone, è spesso chiusa in stanza, l'unico con il quale parla raramente è un suo connazionale che nel suo paese faceva l'infermiere ed ora è arrivato anche lui qui in Italia in cerca di qualcosa, tramite lui riesce a risentire per telefono Robert. Anche lui è in Italia ma in un altro centro, non sembra esserci modo per ritrovarsi perché i due non hanno legami ufficiali e la burocrazia non permette ricongiungimenti "sentimentali", lei gli racconta di aspettare un bambino da lui ed è quasi sorpresa quando capisce che lui ne è felice, che vorrebbe starle accanto, che farà il possibile per vederla.
È lì, in quella casa, che dopo pochi mesi è assalita da dolori fortissimi, sono le doglie, è iniziato il travaglio. Lei si chiude nella stanza, non vuole vedere nessuno e non apre nemmeno ai pompieri chiamati dal personale della casa di accoglienza. Devono sfondare la porta e con l'ambulanza trasportarla in ospedale.
Ed eccoci assieme.
Le dico di stare calma, che lì è al sicuro, che ora diventerà mamma, poi le chiedo "you want this baby?" e lei risponde di sì, sempre senza guardarmi negli occhi, a testa bassa e sottovoce.
Subito dopo le sue parole sono strozzate dal dolore ed è il momento di portarla in sala parto.
Le dico di farsi forza e di spingere, lei mi chiede di aiutarla "help me doctor, help me..." e spinge. Io la guardo e penso a come ogni vita possa essere diversa, a quante ne abbia passate quella donna e di come, forse, oggi sia l'unico o uno dei pochi momenti felici della sua vita, allora la incoraggio: "spingi, forza, push! Push!" e lei spinge e piange, urla e spinge. Sta partorendo esattamente come tutte le mamme, quelle arrivate in macchina, a piedi o col barcone, ha gli stessi dolori, le stesse paure e deve fare le stesse cose, spinge e piange, spinge e grida.
Poi il silenzio. Nasce un maschio, in buone condizioni, io le sorrido e la guardo e per la prima volta lei alza lo sguardo e guarda me e quasi si sforza per accennare un sorriso. Ci facciamo una foto e nella foto Joy sorride e ne faccio una al figlio.
Le chiedo: "are you happy? Sei felice?" e lei mi risponde "".
Joy, quel giorno era felice.
Non so se quel giorno fosse il primo giorno felice nella sua vita, se per lei sarebbe iniziata una nuova vita, non credo la rivedrò mai più ed il turno era quasi finito. Il suo futuro e quello del suo bambino non li conoscerò mai ma lei era felice, forse per la prima volta, questo è importante.
E lo ero anche io.

Alla prossima.

PS: Grazie all'impegno della ONLUS che ospita Joy, Robert, il papà del bambino, ha potuto rivedere Joy e suo figlio, ora vivono assieme.

Come funziona? L'equilibrio acido base del sangue.

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L'argomento non lo tratto da tempo ma (purtroppo) è sempre di attualità. La famigerata, leggendaria, insulsa "dieta alcalina". Una delle bufale mediche più diffuse che, probabilmente perché si ignorano i meccanismi di base della fisiologia umana, si diffonde indisturbata, anche (ahimé) per bocca di medici, professionisti e persone che dovrebbero aver sfogliato qualcosa in più dell'enciclopedia medica.
La "dieta alcalina" sarebbe un regime alimentare secondo il quale, alimentandosi di ben precisi "alimenti alcalini" si otterrebbero ingenti benefici per la salute e addirittura nella cura di malattie gravi come il cancro.
Tutto questo perché questi alimenti sarebbero capaci di "alcalinizzare" l'organismo (poi esistono varie versioni, l'alcalinizzazione riguarderebbe talvolta il sangue, altre le cellule, altre la "matrice extracellulare" e così via, secondo l'ipotesi, una diversa dall'altra, di chi la diffonde). C'è un solo "piccolo" problema: non è possibile alcalinizzare (o acidificare) il nostro sangue senza incorrere in disturbi anche gravi e persino letali e per questo parlare di "alcalinizzazione dell'organismo" come se fosse una panacea, equivale a parlare di rapimenti alieni: una bufala.

Se esistesse una dieta capace di alcalinizzare il nostro corpo, sarebbe fortemente tossica. Sarà un caso (ma anche no) ma la persona che, tramite un libro, ha diffuso al grande pubblico questa leggenda, è un falso medico finito in carcere con 18 capi d'accusa, tra i quali la truffa, non prima di essersi fatto riempire il portafogli da tante persone illuse di aver trovato la soluzione per i loro acciacchi.

Purtroppo l'argomento non è (per chi è profano) di immediata comprensione. Proviamo allora a conoscerlo meglio nella sua parte più importante. L'equilibrio tra alcalosi ed acidità del nostro organismo è mantenuto (sempre, costantemente, di continuo...) da una serie complessa di sistemi, se riusciamo a capire questi meccanismi riusciremo non solo a conoscere un incredibile e complicato insieme di eventi che ci consentono di vivere ma (per chi non lo conosce) il motivo per cui bufale come la "dieta alcalina", le "acque alcaline", gli "integratori alcalini" ed altre amenità simili, sono semplici prodotti commerciali truffaldini che vendono perché non tutti conoscono come funziona il corpo umano.
Questo articolo servirà anche ai medici ed ai professionisti della salute che, per malafede o semplice ignoranza, hanno saltato l'esame di fisiologia medica diventando purtroppo diffusori di bufale, un ripassino non fa mai male.

Tutto sarà spiegato da Giuliano Parpaglioni, biologo nutrizionista.
Nessuna paura se alcuni passi possono sembrare (lo sono?) più complessi, leggete con calma, chiedete pure. Capire è molto meglio che credere.
Un grazie a Giuliano e buona lettura.

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L’idrogeno è l’elemento più diffuso in natura derivando direttamente dai processi seguenti al famoso Big Bang, dal quale ha avuto origine il nostro universo. Nei sistemi biologici, l’idrogeno è presente principalmente in forma legata al carbonio (legami C-H), all’ossigeno (legami O-H) e all’azoto (legami N-H) che, nel loro insieme, formano i gruppi funzionali costituenti i metaboliti ai quali sono deputate le funzioni vitali.
A seconda della forza con cui l’idrogeno è legato agli altri atomi, è possibile che esso si dissoci (ovvero passi dalla forma legata a quella disciolta) e si presenti sotto forma di ione con una carica elettrica positiva (ciò avviene unicamente nelle soluzioni acquose, in quanto nei sistemi non acquosi non è possibile trovare lo ione idrogeno disciolto). L’idrogeno, privo del suo elettrone, viene anche indicato molto semplicemente come protone (sebbene indicare lo ione idrogeno come protone sia un vezzo tipico dei chimici organici) o idronio.
Lo ione idrogeno — o protone o idronio — prende parte a moltissime reazioni chimiche e la sua concentrazione (ovvero il contenuto di ioni idrogeno per unità di volume della soluzione) può cambiare l’esito di una reazione in maniera determinante. I valori numerici della concentrazione di ioni idrogeno sono estremamente piccoli. Per questo motivo i chimici hanno introdotto una scala di valori di natura logaritmica indicata come pH in modo da poter maneggiare numeri che rientrino nell’ordine delle decine invece che in un ordine che va dai centesimi ai microcentesimi e oltre (ovvero da 0,01 a 0,0000000001).
La necessità di una scala logaritmica è nata in un’epoca in cui ancora non esistevano i calcolatori elettronici. Tuttavia, anche se oggi i computer sono sempre più potenti, la scala di pH è rimasta nell’uso chimico per la sua estrema comodità nello spiegare cosa accade nei sistemi complessi.

Il pH e l’acidità

Come detto poco sopra, la concentrazione di ioni idrogeno in una soluzione è misurata tramite il pH: questa scritta non è un acronimo, ma un’operazione matematica. Esplicitandola la si può scrivere anche come:

-log10[H+]

una parolaccia che si legge cologaritmo in base dieci della concentrazione degli ioni idrogeno ed è tradizionalmente compresa tra 0 e 14 (anche se in teoria può avere valori più bassi e più alti di così).
Essendo un’operazione matematica e non un acronimo, le scritte “ph”, “Ph” e “PH” sono errate; è come voler scrivere una frazione usando il simbolo della percentuale invece della linea di frazione. Il valore neutro è 7, ed è il pH dell’acqua distillata a 25 °C; valori inferiori a 7 definiscono una soluzione acida, mentre valori superiori a 7 definiscono una soluzione basica o alcalina

Possiamo quindi dire che una soluzione è acida se il pH di tale soluzione è inferiore a 7, è basica o alcalina se il pH di tale soluzione è superiore a 7, è neutra se il pH di tale soluzione è uguale a 7. Il tutto dipende anche dalla temperatura: se si alza, il punto di neutralità si abbassa (ecco perché i saponi intimi non hanno un pH pari a 7, anche se sull’etichetta c’è scritto “neutro”).

Esistono varie sostanze capaci di cambiare il pH di una soluzione: semplificando molto si può dire che se una sostanza disciolta in acqua libera ioni idrogeno (aumentandone la concentrazione e abbassando il pH) è un acido; viceversa se una sostanza disciolta in acqua lega ioni idrogeno (diminuendone la concentrazione e alzando il pH) è una base (o alcale).
A seconda della facilità che ha la sostanza di legare o cedere ioni idrogeno si parla di acidi e basi forti oppure acidi e basi deboli: una base forte o un acido forte cambieranno il pH in maniera molto più accentuata di quanto lo possano fare un acido debole o una base debole. Esistono poi le cosiddette soluzioni tampone definite come miscele di un acido debole e della sua base coniugata (una base coniugata deriva dalla dissociazione dell’acido debole).

Queste soluzioni sono in grado di “tamponare” (ovvero resistere) a piccole variazioni di pH facendo in modo che la concentrazione di ioni idrogeno rimanga costante. Ovviamente ci sono dei limiti al potere tamponante, ma entro questi limiti il pH della soluzione è mantenuto praticamente costante. Questo concetto è fondamentale per capire la regolazione del pH del sangue, perché effettivamente il sangue è una soluzione tampone.


Il sangue, i polmoni, i reni

L’intervallo fisiologico di pH del sangue è compreso tra 7,38 e 7,42. Si parla di acidosi quando scende sotto i 7,35 mentre c’è un’alcalosi quando è superiore a 7,45.
Il corpo fa di tutto per evitare questi minimi sbalzi: in caso di variazioni le proteine possono cambiare forma, diventando inefficienti per qualsiasi loro funzione; il sistema nervoso può avere gravi problemi (si può arrivare a confusione, al coma o anche alla morte); possono avvenire squilibri elettrolitici (ad esempio può crescere troppo o diminuire troppo la concentrazione del potassio, minerale fondamentale per il funzionamento del cuore) e quindi portare anche aritmie. Ecco perché esistono degli efficientissimi sistemi di controllo, il primo dei quali, il più semplice, è dato dalla composizione del sangue stesso.
Come dicevo precedentemente, il sangue è una soluzione tampone perché ricco di composti che fanno sì che il pH rimanga costante. I protagonisti principali di questo controllo sono l’anidride carbonica (CO2) e il bicarbonato (HCO3–). Queste due molecole sono legate da una formula chimica:

CO2 + H2O H2CO3 H+ + HCO3–.

Indipendentemente dai meccanismi, è importante sapere che è una reazione reversibile, ovvero è possibile anche partire dal bicarbonato e rifare le reazioni verso l’anidride carbonica: anzi, la reazione inversa avviene continuamente, stabilendo un equilibrio stabile tra i vari composti. Inoltre, per il principio di Le Chatelier, se in un sistema all’equilibrio aggiungiamo uno dei reagenti (ovvero uno dei composti scritti a sinistra), la reazione produce più prodotti (i composti scritti a destra), e viceversa.

Ed ecco come funziona questo tampone:

se per un qualunque motivo aumentano gli acidi (esercizio fisico, dieta ricca di proteine o di grassi, malattie…) aumenta la concentrazione di H+, quindi la reazione si sposta a sinistra e produce più anidride carbonica e acqua, di fatto eliminando gli ioni idrogeno in eccesso. Altri tamponi, che agiscono in maniera simile, sono le proteine (alcuni aminoacidi hanno la capacità di legarsi agli ioni idrogeno o di cederli) e i fosfati (molecole formate da fosforo e ossigeno, con una carica negativa molto forte che attraggono gli ioni idrogeno).

Ovviamente questo meccanismo non è sufficiente da solo: i tamponi sono limitati, una volta che una molecola ha reagito non è più utilizzabile. È quindi necessario che vengano prodotti nuovi tamponi di continuo.

Qui agiscono polmoni e reni. I polmoni sono gli organi deputati all’ossigenazione del nostro sangue. Con il respiro si fa in modo di caricare il sangue che passa negli alveoli di nuove molecole di ossigeno, scaricandolo al contempo delle molecole di anidride carbonica. Mentre è ormai conoscenza comune il fatto che l’ossigeno serva per sopravvivere, è importante sottolineare che anche la fine regolazione dell’anidride carbonica permette di rimanere in salute.

Come detto, se per un qualunque motivo aumentano i protoni nel sangue ne consegue una reazione chimica che va a formare anidride carbonica. Questa è in aggiunta a quella normalmente prodotta dal metabolismo cellulare, di conseguenza aumenta la frequenza del respiro, che porta a eliminarla più velocemente per ristabilirne i limiti. Allo stesso tempo, se il pH del sangue dovesse alzarsi per qualunque motivo (quindi se dovesse calare la concentrazione di protoni), la reazione polmonare sarebbe quella di rallentare il respiro, per scambiare meno anidride carbonica con l’esterno e aumentarne la concentrazione nel sangue. Di contro, alcuni scompensi respiratori possono causare acidosi o alcalosi. In caso di iperventilazione si eliminerebbe troppa CO2, avremmo quindi un’alcalosi respiratoria: per lo stesso principio di Le Chatelier citato prima, togliendo un reagente si spingono i prodotti a reagire tra loro, per riformare il reagente mancante, quindi si va a diminuire la concentrazione di ioni idrogeno. L’effetto opposto si ha con un’ipoventilazione, che elimina troppa poca anidride carbonica, causando un eccesso di ioni idrogeno, quindi un’acidosi respiratoria. I polmoni agiscono sulla regolazione nell’arco di minuti, ma anch’essi da soli non sono sufficienti, sia perché la ventilazione non dipende solo dai livelli di CO2 ma anche da quelli dell’ossigeno, sia perché c’è anche la parte destra della reazione scritta prima da soddisfare.
Anche i bicarbonati non sono infiniti, quindi vanno ripristinati, e a farlo ci pensano i reni.

Il rene è un organo molto complesso, il suo funzionamento dà del filo da torcere a ogni studente che voglia preparare un esame di fisiologia, cercherò di essere il più essenziale possibile. Il compito principale del rene è quello di filtrare il sangue in modo che in circolo rimangano i nutrienti mentre gli scarti possano essere eliminati con le urine. È formato da una serie di tubi (tubuli) che si uniscono a formare l’uretere, che sfocia nella vescica.
La pulizia del sangue avviene in tre fasi: filtrazione, in cui il sangue viene come setacciato grossolanamente; secrezione, in cui alcune sostanze passano dal liquido peritubulare (ovvero il liquido nello spazio intorno al tubulo renale, non collegato con l’esterno del corpo, che poi torna nel circolo sanguigno) al lume tubulare (ovvero lo spazio che poi si collegherà all’uretere e quindi all’esterno); riassorbimento, in cui le sostanze vengono riprese dal lume tubulare per finire nel liquido peritubulare.
Le cellule renali, in tempi che vanno nell’ordine di grandezza di ore o giorni, attuano le seguenti azioni:

1. secernono ioni idrogeno, quindi fanno in modo che il pH del liquido peritubulare non diminuisca; 
2. riassorbono bicarbonato, portandolo nel liquido peritubulare facendolo così rientrare nel circolo sanguigno;
3. producono nuovo bicarbonato, mandando anche questo nel liquido peritubulare.

In tutto ciò, gli ioni idrogeno vanno a finire nelle urine, e nonostante esistano dei tamponi a base di fosfati anche lì, le urine risultano sempre molto più acide del sangue (generalmente intorno a pH 5,5 e il limite minimo è comunque di 4,5). In caso di acidosi metabolica la diminuzione di pH è data da ragioni diverse dall’aumento della CO2, ad esempio a causa di un diabete. I polmoni reagiscono come detto sopra fino ad arrivare al loro limite possibile, il grosso del lavoro lo fa il rene, secernendo più ioni idrogeno e riassorbendo e producendo più bicarbonato. In caso di alcalosi metabolica il pH è aumentato per cause diverse dalla diminuzione di CO2, per esempio l’ingestione eccessiva di bicarbonato di sodio. Anche qui i polmoni fanno quello che possono e il rene reagisce limitando il riassorbimento, la produzione di bicarbonato e la secrezione di ioni idrogeno.
Da quello che è stato detto finora, è ovvio che il mantenimento del pH dipende dalle concentrazioni di anidride carbonica e di bicarbonato. I valori ideali sono mantenuti quando la concentrazione di bicarbonato è venti volte la concentrazione dell’anidride carbonica (questo valore può essere calcolato tramite l’equazione di Henderson – Hasselbach, che vi risparmio).

Quando i polmoni e i reni lavorano insieme senza nessun problema, questo rapporto è mantenuto costante. In caso di acidosi, aumenta l’anidride carbonica o diminuisce il bicarbonato, quindi il rapporto è più basso; in caso di alcalosi, aumenta il bicarbonato o diminuisce l’anidride carbonica, quindi il rapporto è più alto.

In conclusione, possiamo dire che, salvo patologie che impediscano il normale funzionamento di polmoni e reni, o magari eccessi estremi di acidi (come nel diabete) o di basi (come assumendo troppo bicarbonato), il pH del sangue è costante e perennemente regolato, senza possibilità di sbavatura. Assumere acidi organici come grassi o proteine con la dieta non fa variare il pH del sangue, perché i meccanismi spiegati lo impediscono. Allo stesso modo assumere minerali alcalinizzanti con frutta e verdura non ha effetti, perché i polmoni e i reni lavorano per annullarli. 

Non amo dire che l’uomo è una macchina perfetta, perché non è vero (e per ulteriori implicazioni ontologiche di questa frase), ma di certo è una macchina molto complessa e ciò che facciamo tutti i giorni senza fatica, sopravvivere, è in realtà il frutto di milioni di anni di evoluzione che ha portato all’unione di meccanismi sopraffini. Da biologo rimango affascinato, come un appassionato d’arte davanti a un capolavoro, dalla splendida complessità che ogni giorno vive dentro di noi, e di cui non ci rendiamo nemmeno conto.

Giuliano Parpaglioni, Biologo Nutrizionista.


Approfondimenti: 

Acido e Base: l’evoluzione di un significato (1° parte).

Acido e Base: significati ed implicazioni da Brønsted-Lowry a Lewis (2° parte).




Bibliografia:

Stanfield, Germann – Fisiologia – Terza edizione EdiSES 2011, pp. 556-64

Ringraziamenti:

Ringrazio per la consulenza Pellegrino Conte, professore associato di chimica agraria all’Università degli Studi di Palermo.
Devo a lui l’accuratezza della prima parte del post. Qualsiasi errore, imprecisione o eccessiva approssimazione è da attribuire solo a me.

L'effetto Barnum delle ciarlatanerie.

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Pochi giorni fa ho visitato un mercato del biologico. Chissà per quale misterioso motivo (che c'entra il biologico con la magia?), più che bancarelle o esposizioni di alimenti biologici era quasi esclusivamente un mercato di pratiche "olistiche", alternative quando non vere e proprie truffe.
Mai vista una tale concentrazione di sciocchezze.

Io sono per la libertà di scelta, ognuno faccia ciò che vuole della sua salute e dei suoi soldi ma vedere tanta gente credere a vere e proprie cialtronerie mi ha scoraggiato parecchio e mi ha fatto riflettere.
C'è la bancarella di quello che vende i libri "alternativi" (di tutto e di più, dal Reiki alla riflessologia), delle palestre che pubblicizzavano i loro corsi di discipline orientali (e qui saremmo pure nella normalità), io passeggiavo e guardavo ma più mi mescolavo al pubblico, più scendevo in un tunnel che ha cominciato a mettermi angoscia. Il mio stupore è stato tanto presente da farmi chiedere se fossi io la "persona strana", non ero a mio agio, non stavo bene.

C'era gente, adulti e bambini, sdraiata a terra mentre una persona agitava le mani sopra il loro corpo, come in una sorta di massaggio "esterno" che poi ho capito che era un "massaggio di energia" (energia? Quale energia?), buttati a terra, in pubblico, in mezzo alla strada, mentre qualcuno li "ripuliva dalle negatività". Altri che scoprivano le (presunte) intolleranze alimentari con test ridicoli (tenere due alimenti, uno in ogni mano ed un macchinario faceva diagnosi!), chi proponeva "lavaggio dell'aura", chi curava i dolori con le suole riflessoterapiche, persone che compravano delle calamite che avrebbero schermato le onde elettromagnetiche del cellulare (ovviamente mortali)...cartelli con i termini più assurdi e tipici della ciarlataneria: "biorisonanza", "onde energetiche", "luce informazionale"...un delirio e ad un certo punto, non scherzo, ho avuto la nausea. Vedere una persona adulta, apparentemente normale e sana, abbracciarsi con un "maestro di luce" (eh?) per riceverne gli influssi positivi mi ha sconvolto abbastanza. C'era chi vendeva aggeggi per curare le "geopatie" (presunte patologie dovute ad "interferenze" di vario tipo presenti sul nostro pianeta, vera pseudoscienza).
Vedere una ragazza elegante e normalissima sottoporsi ad una seduta di "lavaggio dell'aura" (una donna spostava, con le mani, l'energia negativa dal suo corpo, 20 euro) mi ha lasciato confuso e vedere tanta gente credere a certe cose mi ha fatto male.

La "pulizia dell'aura" con i "maestri di luce"

Ma davvero abbiamo bisogno di queste sceneggiate?
Ci sentiamo tanto progrediti e moderni e poi crediamo alle stregonerie? Cosa succede nella mente di una persona per sdraiarsi a terra in pubblico e farsi togliere il male da uno sconosciuto vestito come un santone? Affidarsi ad un "maestro di luce", comprare una pianta grassa che "attira le energie negative della casa" ed una addirittura che "assorbe le radiazioni elettromagnetiche", come fai a crederci?

"Armonizzatori", "biorisonanza" per curare le "geopatie".

Una bancarella che vendeva un estratto (era un integratore, quindi di estratto ce n'era ben poco) di un fungo che guariva tutto, dai brufoli al cancro (questo detto sottovoce dal venditore ma la voce bassa si sposava con un'occhiata come per dire "sìì furbo...capisci ammè").

Queste persone hanno bisogno di miracoli, di rimedi semplici a problemi difficili, di promesse e di sognare?
Chi si abbraccia con il maestro di luce (che di luce sarà stato ma fumava come un turco) ha forse bisogno di affetto, contatto, amore?

Siamo noi uomini moderni che abbiamo bisogno di sentirci un po'"orientali", diversi, lontani dal caos e dallo stress?
Ma anche se così fosse, è giusto ci siano persone che ci vendono illusioni quando non veri e propri imbrogli?

Come vedete le domande sono tante e le risposte poche, è la sensazione che ho provato quel giorno. Vedevo una massa enorme di venditori di bufale convinti e decisi (quando spiegavano i loro poteri parlavano come docenti che stavano spiegando la teoria della relatività per quanto erano seri e concentrati) e di clienti estasiati, quasi allucinati. Davanti ad una bancarella che vendeva spezie orientali (magari prodotte a Vigevano, non lo so), una donna chiedeva tranquillamente "e questa serve per curare il diabete?" e la commerciante "sì, questa per il diabete, invece se prende quella accanto è per la pressione alta", "ok, me ne dia 300 grammi della prima e 200 della seconda, sono per i miei nonni".
In un angolo, sotto una tenda, un gruppo di persone di varia età cantava qualcosa accompagnandosi con la chitarra. Era un gruppo che aveva a che fare con una sorta di setta, che negli anni è finita anche nei giornali per presunti abusi sugli adepti. Mescolavano concetti come "Yoga", "meditazione" ad altri più terreni "stress" o "inquinamento", nei manifesti dei volti orientali e loro sorridevano, sembravano felici, forse un po'"alienati". Battevano le mani ritmicamente e si dondolavano lentamente. E la gente guardava ed io guardavo.

Voltandomi, noto come fosse iniziata una dimostrazione del tappetino magnetico, cura perfetta per le malattie articolari e che usato tutti i giorni preveniva Alzheimer, malattie della tiroide e cancro (ci mancherebbe). Ad un euro l'una, invece, si vendevano le pietre portafortuna, pezzi di vetro colorato, un colore per ogni segno zodiacale. La gente sceglieva la sua e la signora spiegava che spesso serve prenderne più di una per potenziarne l'effetto e la clientela apprezzava a comprava.
Io ero sconvolto ma soprattutto mi sono sentito un estraneo, un alieno. Mi sono chiesto se fosse la mia razionalità a farmi rifiutare quelle cose, se forse volevo fuggire da un mondo "etereo" e "psichedelico" per tornare nel mio rifugio di statistiche ed esperimenti ed ho pensato che, come per me il rifugio è rappresentato dal libro di medicina e la mia sicurezza è lo studio, per quella gente fosse il massaggio energetico olistico, "l'aura" (un concetto completamente paranormale) il nascondiglio a cui affidare i propri pensieri e le proprie preoccupazioni...può essere. Qui oltretutto non parliamo di "medicine alternative" dove entrano in gioco diversi fattori, la paura, la disperazione, la delusione da parte della medicina, qui parliamo di un baraccone di attrazioni, un circo Barnum del benessere.
Sapete cos'è "l'effetto Barnum"?

Phineas Taylor Barnum fu uno dei primi "imprenditori circensi", furbo e determinato, nel suo circo gli spettatori erano sempre più numerosi fino a diventare un vero e proprio caso di cronaca. I suoi spettacoli attiravano visitatori da tutto il mondo, la pubblicità era martellante, rumorosa e prometteva attrazioni incredibili (anche troppo), eccezionali, tanto che chiunque, anche la persona più seria e non interessata al circo, provava la curiosità di visitare almeno uno di quegli spettacoli itineranti.

Dai trapezisti alla donna barbuta, dallo scheletro di Cristoforo Colombo ai draghi, i giganti e le sirene, gli spettacoli di Barnum diventarono leggendari, nessuno resisteva, attrazioni per tutti i gusti...ma spesso l'attesa si trasformava in delusione, false meraviglie, trucchi di bassa lega, niente di eccezionale, era la tattica di Barnum: dai ad ognuno la possibilità di sognare, sarà felice di pagarti. L'"effetto Barnum"è proprio l'effetto che cercano i venditori di fumo, i "bufalari", i ciarlatani di tutte le specie. Hanno il rimedio per tutto e la curiosità per ogni gusto. Se non c'è la malattia ci sarà la delusione amorosa e se questa non c'è, un po' di stress lo abbiamo tutti.
Ecco, il "circo Barnum" fu il primo esempio di ciarlataneria, attrazioni di tutti i tipi che richiamavano persone con gusti diversi, successo assicurato.
Poi i "freak show" (attrazioni da circo che mostravano casi unici al mondo, persone malformate, stranezze varie) passarono di moda, le attrazioni si rivelarono per la maggioranza false e Barnum stesso si dichiarò un "bugiardo" un ciarlatano di pochi scrupoli.
Ecco, in mezzo a quella folla ho visto bancarelle che proponevano di tutto, attiravano l'interesse e la curiosità: quando leggi di "massaggio di pulizia dell'aura", sei attirato, ti chiedi cos'è, ti informi e, se non ti interessa questa attrazione la bancarella successiva proporrà la pianta grassa che assorbe le onde (pericolosissime!) elettromagnetiche di casa, se non pensi che la tua casa sia piena di "onde energetiche negative" (?), appare la prossima bancarella: le lampade di sale che "ionizzano" l'ambiente...tutta salute.
Chi resisterebbe?
Eppure io ho resistito ed ho provato un profondo senso di frustrazione di fronte a tutte quelle persone entusiaste che spendevano soldi in paccottiglia.

Provateci anche voi, se ne avrete occasione, a visitare una di queste "fiere dell'olistico", fatemi sapere le sensazioni che provate: di gioia, di serenità o di fastidio.
Queste pratiche sono semplici "piacevoli illusioni" che in fondo non fanno male a nessuno o sono truffe da impedire? È etico ed accettabile che un essere umano come noi si presenti come "maestro di luce" o portatore di strani e straordinari poteri?
Che studi ha fatto un maestro di luce e soprattutto chi gli ha dato quel "titolo"?
Perché c'è gente che paga per portare a casa la pietra portafortuna?
E soprattutto, perché c'era gente a terra che si faceva accarezzare da perfetti sconosciuti? Che faceva massaggiare i propri figli da presunti "pranoterapeuti" in mezzo alla strada? Perché?
Non lo so.
So soltanto che ho sentito l'urgente bisogno di andare via.
Ho acquistato una crêpe vegetariana alla Nutella biologica che faceva schifo e sono andato, mentre l'ultimo signore sdraiato a terra stava concludendo il massaggio con campane tibetane.
Alla fine ha deposto un pugno di monete in una ciotola ed è andato via come me, tornando alla sua vita quotidiana, con la convinzione di aver assorbito l'energia delle campane tibetane che chissà quali poteri o benefici gli avranno dato.

Alla prossima.
"Il dominio ed il successo di ciarlatani e truffatori sono infinitamente più belli di quelli degli uomini di scienza onesti e laboriosi e dei loro più attenti esperimenti."

P.T. Barnum, imprenditore, truffatore, artista.

Tanto scandalo per...nulla?

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[aggiornato dopo la pubblicazione iniziale]

Molti di voi avranno sentito parlare del "decreto appropriatezza prescrittiva", un decreto ancora da trasformare in legge emanato dal ministero della salute che ha fatto scoppiare molte polemiche.
Finché queste arrivano dalla politica si può pensare all'attacco "interessato" per demolire la fazione politica avversaria ma quando il cittadino si lamenta ed è lui stesso fonte di attacco ad una legge (che ancora legge non è) è opportuno controllare se le polemiche abbiano un fondamento o meno. L'argomento non è semplicissimo ma cercherò di parlarne in parole molto povere. Inoltre non è mia intenzione discutere di politica ma voglio mantenermi nel campo che mi compete, la medicina, perché questo è il vero interesse mio e dei cittadini.

Cos'è il "decreto appropriatezza prescrittiva"?

È una norma che cerca di limitare la prescrizione di esami (di vario tipo, del sangue, radiologici, di piccoli interventi odontoiatrici ed altro) solo nei casi in cui servano veramente, rendere quindi le prescrizioni "appropriate" (corrette, giuste, adatte allo scopo), da qui il nome del decreto. Lo scopo della legge è principalmente quello di risparmiare economicamente (esami ed interventi non corretti o esagerati sono fonte di sperpero di risorse pubbliche) ma anche, in seconda battuta, di evitare prescrizioni inappropriate, quindi esagerate, non corrette o completamente non previste da un giusto percorso medico. Oltre al risparmio economico, riservare le giuste prescrizioni per i giusti motivi potrebbe essere uno dei modi per diminuire le liste d'attesa (problema cronico in molte parti d'Italia) e per riservare gli esami e le prestazioni più urgenti a chi ne ha bisogno.
Il concetto di "prescrizione appropriata"è forse il più importante ed è qualcosa che pochissimi, presi dall'ansia della polemica o dal terrorismo diffuso da tanti, hanno discusso o sottolineato, forse anche perché non di immediata comprensione per il cittadino. In effetti non esiste una definizione precisa del termine "appropriatezza" in relazione alle prestazioni mediche. In lingua italiana, se ci attenessimo al vocabolario, si potrebbe dire che si tratta di prestazioni "adatte, convenienti, giuste, calzanti, opportune" ma il concetto non è mai stato definito precisamente in ambito sanitario (i primi riferimenti a questo concetto risalgono al 1994 con un editoriale nel British Medical Journal), probabilmente è necessario aggiungere altri fattori, come quello dell'attendibilità scientifica e adattata alla situazione locale.
Ma è necessario spiegarne il significato in qualche modo, ci provo.

Una prescrizione è appropriata in due casi (che possono essere singoli o contemporanei):
1) La prescrizione è corretta nel percorso della diagnosi o cura di una particolare malattia.
2) La prescrizione è utile, a favore della salute del cittadino e della sua comunità.

Questi due concetti non sono di immediata comprensione ma ogni medico dovrebbe conoscerli ed applicarli ogni giorno nella sua attività. Un esame utile alla salute non è solo quello che identifica un eventuale problema ma anche quello che, allo stesso tempo, identificando il problema migliora la salute del cittadino.
Difficile? Provo a spiegarlo con un esempio.
Si parte dal presupposto che mettere a carico del SSN un esame significa "incoraggiarlo", aumentarne la prescrizione (se è a pagamento molte persone che non ne hanno necessità rinunceranno).

Offrire la mammografia a tutte le donne di qualsiasi età sarebbe corretto?
in linea di massima, perché tutte le donne a qualsiasi età potrebbero avere una lesione (anche maligna) mammaria.
Fare a tutte le donne di qualsiasi età una mammografia sarebbe corretto?
No. Sappiamo che la maggiore incidenza di lesioni mammarie sospette, è dopo i 40 anni e quindi è più corretto offrire l'esame gratuito (a carico del SSN) a questa fascia d'età (la scelta può variare da una regione all'altra, in genere si va dai 45 anni ai 65 ma ci sono molte variabili).
Notate la differenza tra le due possibilità: una donna può fare una mammografia quando vuole, il problema è che farla in massa (per esempio tutta la popolazione), senza distinzione di età o altre variabili, è più dannoso che benefico.
Perché succede questo?
È il solito rapporto "rischio-beneficio", su cui si basa gran parte della medicina.
Fare "troppe" mammografie non è "utile" a nessuno e nemmeno alla comunità. Espone a diversi rischi, per esempio ad un eccessivo rischio di assorbimento di radiazioni, questo aumenta il rischio di tumori o altre malattie (le radiazioni non sono certo una ventata di salute) ed è quindi giusto limitare al massimo questa esposizione. Come? Limitando l'esame a chi è più a rischio di malattie mammarie.
Ma ci sono altri rischi?
Assolutamente sì. Il cosiddetto "overtreatment", ovvero "eccesso di zelo", se faccio una mammografia la possibilità di scoprire "qualcosa"è ovviamente più alta che nel caso non la facessi. Se scoprissi una lesione (benigna o maligna) è quasi certo che mi dovrò sottoporre ad altri accertamenti (per esempio una biopsia o una TAC o una radiografia), tutti con rischi, controindicazioni e possibilità di complicazioni. Tra tutti questi accertamenti potrà capitare di trovare una lesione sospetta o al limite della malignità e questo comporterà delle scelte ben precise da parte del paziente e del medico. Chi rifiuterebbe un intervento se alla mammografia si scoprisse una lesione poi confermata da altri esami?
Così la donna si sottoporrebbe ad un intervento chirurgico, potrebbe essere anche di minima entità, non importante ma si userebbero risorse, anestesia, farmaci, aumentano i rischi, lo stress, i costi. Se questo risolvesse problemi gravi potrebbe anche essere ammesso, il problema è che tante volte questo iter è servito a rimuovere una lesione che sarebbe rimasta al suo posto per decenni, senza diventare maligna o aggressiva e senza creare nessun problema alla paziente.
Cosa abbiamo fatto quindi? Abbiamo "supertrattato", esagerato, abbiamo sparato con una bomba atomica ad un moscerino.
Certo, ci saranno sempre coloro che avranno invece una lesione che doveva essere tolta ma saranno la minoranza che in ogni caso potrà essere scoperta con altri mezzi (per esempio la visita, i sintomi) o identificati per le loro caratteristiche (la famigliarità, i fattori di rischio...). Un altro esempio può essere il controllo del PSA (antigene specifico prostatico), qualche anno fa era stato identificato come esame di screening per i tumori (o le alterazioni di altro tipo) della prostata.
Si è notato poi che un aumento di questo PSA non corrispondeva sempre a lesioni maligne o che, quando corrispondeva, rischiava di far sottoporre ad interventi e terapie molto pesanti ed anche dannose, persone che avrebbero vissuto una vita praticamente in salute, il tumore per esempio era di crescita lentissima e sarebbe progredito in alcuni decenni (per una persona di 70 anni, un tumore che diventa maligno in 40 anni, è un problema?). Usare il PSA come screening quindi sarebbe non solo inutile (non identifica per forza una malattia) ma anche dannoso (rischia di trattare da malato chi malato non è). Se quindi può essere utile prescriverlo a chi ha sintomi sospetti, prescriverlo a tutti senza limitazioni, non è appropriato, anzi, sarebbe dannoso per il paziente e la sua comunità.
Se fare esami a tutti è inutile e pericoloso, c'è un altro danno. Chi ne ha veramente bisogno (le fasce d'età più colpite, le persone con sintomi particolari, chi ha già una malattia) potrà trovare liste d'attesa infinite. Serviranno molti più macchinari per eseguire gli esami (e l'Italia in questo ha un primato a dir poco deprimente) e ciò significa soldi, manutenzione, spazi, operatori, tutte spese, a questo punto, inutili.

Primi in Europa per numero di macchinari da risonanza magnetica, secondi per numero di TAC (dati 2012). Ne abbiamo il quadruplo del Regno Unito.


Spero di essere riuscito a spiegare un po' meglio.

Qualcuno dice che "fare di più non significa fare meglio" ed è vero.
È un abitudine tutta italiana quella di "fare tutti gli esami" per un controllo. Non serve a niente, costa tanto e previene molto poco Ogni esame, ogni controllo ha un suo scopo, un'indicazione ed è il medico la persona giusta per guidare la scelta.
Non dimentichiamo che così si possono ridurre anche i casi (rarissimi ma presenti) di prescrizioni "interessate", gli accordi sottobanco con i laboratori di analisi, quelli fatti su pressioni di vario tipo (di aziende, di superiori, economiche...).

Questa è l'appropriatezza: si prescrivono solo gli esami che servono, quando servono.
Il decreto stila una lista di esami (non tutti quelli esistenti ma tra i più prescritti) che sono sottoposti a "limitazioni" di prescrizione, possono essere prescritti a carico del servizio sanitario nazionale (SSN) solo per precise indicazioni (che il medico dovrà identificare) e che quindi il cittadino non paga (non paga direttamente, perché li paga indirettamente con le tasse). Tutti gli altri esami che non rientrano in quelle indicazioni sono a carico del paziente (quindi si pagano), tranne esenzioni di altro tipo (ad esempio per reddito o altri motivi).
Ovvio che qualsiasi cittadino volesse eseguire degli esami per sua scelta e senza indicazioni precise potrà farlo ugualmente ma a spese sue.

La lista degli esami sottoposti a "limiti" (sono 208) è questa (non è definitiva, il ministero ha comunicato che potranno essere inserite variazioni).

Esempi

- Colesterolemia (livelli di colesterolo nel sangue): potrà essere prescritto solo alle persone oltre i 40 anni, come screening, quindi a tutti. Se i risultati sono negativi l'esame potrà essere ripetuto ogni 5 anni. Se il paziente ha invece risultati positivi o fa terapia, potrà monitorare periodicamente i valori (a discrezione del medico).
- Gruppo sanguigno: potrà essere prescritto a chi deve fare una trasfusione di sangue ed alle donne in gravidanza (o che ne desiderano una).
- PT ("tempo di protrombina", è un valore relativo alla coagulazione del sangue): potrà essere effettuato per controllare la funzione del fegato, per chi fa terapia anticoagulante o nel sospetto di malattie della coagulazione del sangue.
- Test del sudore: potrà essere fatto nel sospetto di fibrosi cistica, per la sua diagnosi.
- Risonanza magnetica della colonna vertebrale (RMN): potrà essere fatto in caso di dolore che non passa dopo un mese, che non passa nonostante la terapia o in caso di traumi o fratture, se negativo non potrà essere ripetuto prima di un anno.
- TAC della colonna vertebrale: potrà essere fatta in caso di trauma alla colonna o in caso di complicazioni dopo un intervento chirurgico.
- Esame allergologico per orticarie: potrà essere fatto per la diagnosi di orticaria cronica (che quindi non è temporanea).
...e così via (le prestazioni sono tante, riportarle tutte qui sarebbe noioso).
Le prestazioni odontoiatriche sono tutte riservate a situazioni di disagio sociale (o per l'infanzia).

Ecco, nell'elenco non ci sono particolari strafalcioni o elementi sorprendenti, ogni prestazione è correttamente legata alle indicazioni più comuni, forse c'è da "limare" qualche indicazione per le indagini radiologiche (TAC e risonanza per esempio o il limite dei 5 anni per la ripetizione della colesterolemia, forse eccessiva come "finestra") ma non ci sono grossi elementi di dubbio (tanto che non si sono levate tante voci a questo proposito) ed in ogni caso le società mediche potranno sempre concentrare su questi aspetti i loro dubbi. L'elenco non indica tutta una serie di esami di esecuzione frequente e generalisti (che cioè sono prescritti per molte patologie o controlli generali), per esempio la glicemia (il controllo dei livelli di zucchero nel sangue), l'emocromo, la creatinina, la VES, la PCR e tante altre come i test reumatici, l'esame delle urine, la funzionalità tiroidea, i test per rosolia, lue, HIV; toxoplasmosi, la bilirubinemia, la ferritina e così via. Forse è bene sottolineare (perché tanti sembrano non averlo capito bene) che tutto il decreto riguarda gli esami prescrivibili in una situazione "normale". In caso di ricovero o di accesso al pronto soccorso, il decreto non si applica, se una persona in stato di ricovero ha bisogno di un esame ed il medico lo ritiene adeguato, lo farà, come sempre.
Infine, questo decreto potrebbe porre fine all'obsoleta e scorretta abitudine della richiesta di esami da parte del paziente. Non è il paziente che decide il tipo di esami da fare ma il medico, in scienza e coscienza ed ogni sua scelta fatta in base a questi criteri, sarà sempre corretta e consentita.
Ma in molti hanno protestato.



Le proteste.

I cittadini che lo hanno fatto si sono probabilmente lasciati trascinare dalle polemiche politiche (cose del tipo "pagheremo tutto" oppure "potrai fare gli esami solo quando sarai già malato!") che sono praticamente tutte false o strumentali, per noi "pazienti" non cambierà praticamente nulla. Si è letto anche qualcosa a proposito dello screening mammografico che sparirebbe in seguito a questo decreto ma nel decreto la mammografia non è nemmeno nominata e nulla cambierà.

Le associazioni mediche si sono concentrate soprattutto sul fatto che chi non si adeguerà alla norma (i medici che prescriveranno senza rispettare le indicazioni) sarà sottoposto a sanzione.
Ma anche questo sembra un falso problema.
Intanto il medico ha sempre la libertà di prescrivere gli esami che ritiene più opportuno, sarà sua cura decidere se un esame è prescrivibile a carico del SSN o a pagamento, in più il medico ha l'obbligo di giustificare l'esame e così facendo giustifica la sua prescrizione. Nessuno lo punirà per una prescrizione corretta e giustificata e questo lo ha sottolineato lo stesso ministro della salute Beatrice Lorenzin, sottolineando che le sanzioni saranno riservate a chi compirà abusi, comportamenti scorretti reiterati, veri e propri crimini.
Nonostante questo, alcune associazioni e sigle sindacali mediche hanno minacciato persino lo sciopero, addirittura. Avete mai sentito una minaccia di sciopero per le condizioni fatiscenti di alcuni ospedali? Avete mai visto uno sciopero per assicurare medicina giusta e corretta alle fasce deboli della popolazione? Ed uno sciopero per mandare via la politica ed il baronato dalla sanità?
No, vero?
E allora cosa c'è di strano in tutto questo?
Forse le polemiche sono soltanto politiche? Forse qualcuno ha protestato dopo aver letto solo i titoli dei giornali?

Dov'è il problema se lo stato intende risparmiare ed evitare sprechi?
Perché il cittadino si preoccupa se vengono evitati esami e trattamenti eccessivi, dannosi, pericolosi? La maggioranza delle indicazioni (e quindi delle "limitazioni" alla prescrizione) sono talmente "scontate" da fare apparire ridicole le proteste venute da molte parti.
Non mi occupo di temi "politici" per scelta, però per l'ennesima volta, l'abitudine di controllare, approfondire, essere critico con "le voci di popolo" mi ha tolto un dubbio.
Oggi si dice "fact checking" ovvero controllo dei fatti e questo è un esempio ulteriore di come, il "si dice", sia quasi sempre un modo per manovrare le opinioni.

Potrei pure essermi sbagliato, ci mancherebbe, potrei non aver capito qualche "trucco" mescolato ai meandri della politica (in tal caso correggetemi) ma ritengo preoccupante che si critichi "a prescindere" una cosa che mi sembra non solo corretta ma del tutto a favore del cittadino.

Alla prossima.

Credere all'omeopatia: solo colpa del paziente?

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Quante volte abbiamo discusso di omeopatia? Quante volte si è detto "tanto chi ci crede continuerà ad usarla?".
In realtà non è proprio così.
Spiegare che in un prodotto omeopatico (oltre la 12ma diluizione) non c'è nessun principio attivo e che assumerlo equivale a prendere delle caramelle di zuccheroè il primo passo per rendere consapevole il consumatore. La maggioranza delle (poche) persone che scelgono l'omeopatia è sinceramente convinta (chiedeteglielo pure) che si tratta di "erbe" o derivati naturali (facendo confusione con la fitoterapia medicina scientifica a tutti gli effetti), qualcun altro parlerà di "medicina dolce" senza rendersi conto che questo termine non significa nulla ("dolce" o "violenta" lo scopo di una medicina è curare, non fare simpatia al malato). Insomma, tanta confusione.
Poi c'è una piccola parte...della piccola parte di utilizzatori di omeopatia che sa benissimo cosa compra ma che non sente ragioni: mi è servita a stare meglio e quindi continuo ad usarla. Non è a loro che si rivolge chi cerca di spiegare come l'omeopatia sia una vecchia credenza ottocentesca che dovrebbe scomparire dai banconi delle nostre farmacie.
Per questo è essenziale l'informazione corretta ed onesta: chi vuole essere consapevole di ciò che acquista non può che esserne felice, se poi si "crede" a prescindere va bene lo stesso.
Qualche settimana fa però, abbiamo assistito ad un grave episodio di informazione per niente corretta. Quella andata in onda su "Medicina33" (cercare puntata del 18 settembre 2015), popolare programma di informazione medica generalista trasmesso dalla RAI (servizio pubblico).
Guardando quel video, bambini (!) ed adulti testimoniavano l'efficacia dell'omeopatia. Un medico parlava di meccanismo d'azione simile a quello dei vaccini (!) e nessuno spazio al contraddittorio. Un po' come parlare di astrologia in un programma di astrofisica vendendola come pratica vera e consolidata.
Un brutto episodio, molto brutto.
Pochi giorni dopo un programma della televisione della Svizzera italiana ("Patti Chiari") manda in onda un "dossier". Interviste a mamme entusiaste ma anche a quelle deluse. Interviste a medici omeopati ma anche a medici che l'omeopatia la criticano (c'era anche il sottoscritto).
Mi sono sottoposto anche ad un esperimento, ho ingurgitato 2 interi flaconi di "belladonna" 4CH (un rimedio omeopatico usato spesso per l'insonnia ma anche come "antiansia"), l'atropina, sostanza attiva contenuta nella pianta della belladonna, è un prodotto potentissimo, usato in medicina e che, in dosaggi eccessivi (in ogni caso bassissimi) provoca problemi molto gravi di tipo cardiaco e neurologico, fino al coma ed alla morte. Non ho "mangiato" un solo granulo ma ben 80, per mostrarne l'innocuità (ed infatti sono ancora qui che scrivo) e la diluzione del prodotto non era oltre la 12ma (diluizione che sancisce l'assenza di qualsiasi principio attivo) ma la quarta che in ogni caso, anche se fisicamente conterrà qualche molecola di atropina, non ne conterrà abbastanza per avere un qualsiasi effetto.

Non che avessi dubbi in proposito ma questi esperimenti chiariscono come l'idea che un prodotto omeopatico sia fatto di normale e puro zucchero, sia ancora un concetto difficile da spiegare ed è su questo che contano gli omeopati: l'informazione ingannevole al consumatore.

Io mentre mi suicido omeopaticamente. 80 granuli (2 flaconi interi) di Belladonna 4CH.

La maggioranza delle persone, infatti, ritengono questa cosa troppo "esagerata", non la ammettono, rispondono spesso che "non è possibile" che ci vendano solo zucchero.
In trasmissione è stata mostrata anche la confezione di un noto prodotto omeopatico "antiinfluenza" che riporta nella scatola "ogni granulo di 1 grammo contiene 1 grammo di zucchero", giusto per sottolineare che questo concetto è ovvio anche per le aziende produttrici e gli omeopati (non potrebbero mentire d'altronde, basta analizzare un granulo per scoprirlo). Insomma, nonostante sia chiaro, risaputo ed ammesso da tutti che in una scatola di omeopatici ci siano solo palline di zucchero, non si riesce a capire perché ci sia gente che ancora acquisti questi prodotti.
Come ho scritto non è così scontato che tutti lo sappiano. Proprio nella trasmissione svizzera una mamma "pro omeopatia" ha dichiarato tranquillamente di non avere idea di cosa somministrasse ai suoi figli, la prescrizione dell'omeopata non glielo aveva chiarito, eppure lei ha dato lo stesso ai figli il prodotto omeopatico.
Anche un'altra donna intervistata durante la tramissione ha raccontato di aver avuto una brutta avventura: un omeopata ha provato a curare il marito con il cancro con l'omeopatia, almeno ufficialmente, perché la donna non ha mai saputo cosa contenessero quei granuli ed il marito ha sviluppato una grave infezione alla pelle.

Cosa succede dunque?
Niente di stupefacente. La possibile superficialità di molti consumatori si unisce alla disonestà ed alla sete di denaro di tante altre persone (medico o meno). Se un profano vede un "camice bianco" che parla dell'omeopatia come se si trattasse di medicine, il rischio di cadere in trappola è altissimo. Se il farmacista consiglia al cliente un prodotto omeopatico ("tanto male non fa"...ma un costo ce l'ha...), è chiaro che approfitta della fiducia che è riposta nella sua professionalità.
Se il servizio televisivo pubblico costruisce ad arte una trasmissione che presenta l'omeopatia come se fosse una pratica scientifica, è naturale che qualcuno possa crederci.
Ma tutto questo non è corretto e nemmeno etico. Esiste la libertà di cura ma non quella di mentire al prossimo.

Ma come la pensano a proposito di questo gli addetti ai lavori?

In Italia (abbiamo una insita abitudine a scaricare le responsabilità) si chiude un occhio e l'altro ci vede pure male. Gli ordini dei medici (enti burocratici) si tirano fuori, loro mantengono dei registri e gli omeopati ne fanno parte, non entrano certo nel merito della scientificità di una cura. Le associazioni mediche vivono adagiandosi sul detto "vivi e lascia vivere", quelle dei farmacisti fanno finta che il problema neanche esista, tanto gli introiti da prodotti omeopatici sempre soldi sono. Il ministro della salute va addirittura ad inaugurare un museo di omeopatia (ma dentro cosa c'è?) e peggio, come vedremo dopo.
Insomma, una pratica senza scientificità, dimostrata inefficace, gradita ad una piccolissima fetta della popolazione, è sopportata per amore del quieto vivere, un po' come gli oroscopi in TV, sarebbero scandalosi ma in fondo danno da mangiare a tanta povera gente.
All'estero non è così.
I farmacisti?
La Royal Pharmaceutic Societyparla chiaro: "Non c'è evidenza per supportare l'efficacia dei prodotti omeopatici, non vi è base scientifica per farlo" e: "...i farmacisti che vendono prodotti omeopatici devono essere preparati per farlo ed abili nel discutere con i pazienti della scarsa evidenza di efficacia dei prodotti omeopatici..."

I medici?
La British medical associationè anch'essa chiara e decisa: "L'omeopatia è stregoneria, non dovrebbe essere usata come terapia".

Le istituzioni?
NHS (servizio sanitario nazionale inglese): "Non esiste nessuna condizione clinica per la quale l'uso dell'omeopatia abbia sufficienti basi scientifiche".

Ma allora, cosa succede in Italia?
Solo un problema di lobby da parte delle multinazionali omeopatiche (l'Italia è sede di alcune aziende di omeopatici, anche di grande portata)? Non credo, anche l'Inghilterra ha delle aziende locali di omeopatia.
Forse culturale? Noi "latini" siamo più portati alla superstizione ed al credere nei miracoli. Forse un po' ma non credo sia solo questo.
Non si sa bene insomma.
Io credo sia un misto di tutto questo. Sfruttando la nostra propensione nel credere al "sovrannaturale" e con la complicità della nostra proverbiale "ma che mme frega ammé", chi ha interessi si è ben sistemato nei posti che contano e così si è riusciti a sdoganare una pratica paranormale vendendola come medicina. Tutto il resto è pubblicità, immagine, copertina.
Se ho mai subìto una censura in un intervento pubblico nei media, è stato quando ho parlato di omeopatia in una rete televisiva pubblica nazionale, il mio intervento (che in diretta era ovviamente andato in onda), nella replica è stato magicamente tagliato. Non dicevo nulla di sconvolgente, alla domanda su quali fossero i prodotti in farmacia che non hanno nessuna utilità ho parlato di integratori, prodotti dimagranti e contro la caduta dei capelli ed i leggendari "ricostituenti". Poi ho aggiunto l'omeopatia ma da tutta la risposta la parte relativa all'omeopatia è sparita.
In un altro caso mi è stato chiesto, a telecamere spente ma in maniera esplicita di non parlare di omeopatia.
Questo non è successo quando ho parlato di altro, di farmaci, di scandali, di bugie farmaceutiche...c'è forse qualche "piccolo" interesse da difendere? Ma come, non sono quelli di "Big Pharma" i potenti della medicina?
Ed in queste settimane un altro episodio che coinvolge direttamente il ministro della salute.

Per la sua fermezza a proposito del "metodo Stamina", per alcune sue iniziative e per aver detto tante volte di affidarsi solo alle conoscenze scientifiche, ho avuto una buona opinione dell'attuale ministro della salute Lorenzin (nonostante la mia diffidenza iniziale). Poi scopro che il ministro ha scritto la prefazione ad un libro di omeopatia dal titolo "Elogio all'omeopatia". Già assurdo. Come può un ministro dare credibilità ad un pratica stregonesca senza base scientifica? [aggiornamento: prefazione ritirata, non era stata autorizzata, il libro sarà ristampato].

Ma la cosa più sorprendente è che il libro è scritto dal presidente di Omeoimprese, l'associazione che unisce le aziende omeopatiche, "Big Homeo" insomma.
Se la Lorenzin avesse scritto la prefazione di un eventuale libro del presidente di Farmaindustria (Big Pharma) dal titolo "Elogio alle medicine" che reazione pensate avrebbe suscitato?
Siete ancora convinti che l'omeopatia sia una medicina alternativa e non un semplice business sulla pelle dei consumatori più creduloni?
Saranno le pressioni dell'industria a controllare l'informazione sull'omeopatia evitanto di far sapere cosa compra chi compra omeopatia?
Troppo complottistico, vero?

Ma non ci piangiamo sempre addosso. In altre nazioni l'omeopatia, seppur evitata dall'ambiente scientifico, è ammessa da quello giuridico in maniera molto più "permissiva" di quanto lo sia in Italia, basti vedere il servizio della TV svizzera nel quale un medico che gestisce un centro di omeopatia, dice tranquillamente di trattare persone con tumori maligni ed ha la faccia tosta di sostenerne la guarigione, salvo poi scoprire (ma lui non lo aveva detto) che queste persone avevano seguito tutte le cure tradizionali in ospedale e solo dopo avevano aggiunto l'omeopatia.
Allora credo ci sia poco da fare. Mai prendersela con il paziente o il consumatore. Quando le autorità mediche chiudono gli occhi, quelle politiche sono sempre in cerca di voti e si fa di tutto per evitare l'informazione corretta (persino nelle reti televisive pubbliche), se una colpa c'è, è del sistema, del ritorno economico, dei guadagni pubblicitari e politici, del fatto che, omeopatica, naturopatica o farmaceutica, l'industria ha un solo ed unico obiettivo: i soldi.
Che non si dica quindi che l'omeopatia sia una "medicina alternativa" a quella standard, è completamente inserita nel business, negli affari farmaceutici che tanto danno da mangiare.

Quando si cercano quindi spiegazioni per il comportamento di alcuni che sembrano indifferenti al progresso medico ed alla semplice logica, forse è inutile compiere complicati paragoni sociologici o raffinati studi antropologici, forse il problema è molto più elementare: follow the money.
Se una medicina non cura ma ne è permessa la vendita non è medicina"alternativa", è del tutto omologata. Al guadagno.
Per questo, se credo profondamente nella libertà di cura (che significa anche informazione corretta), ognuno faccia quello che crede sia meglio per la sua salute, penso anche che un servizio pubblico, finanziato da tutti i cittadini, non debba offrire pratiche senza validità scientifica, neppure con l'intento di risparmiare soldi. Un servizio sanitario nazionale deve offrire solo le pratiche migliori e più sicure, scientificamente validate e che vadano ad esclusivo vantaggio del paziente. Se iniziamo ad ammettere omeopatia e medicine alternative, se confondiamo il paziente con messaggi vaghi, caotici, se la TV nazionale mescola medicina con omeopatia, il passo per accogliere nei nostri ospedali cartomanti ed indovini non è lunghissimo. È fondamentale quindi che il nostro sia un "servizio sanitario razionale", che non si lasci tentare dalle magie o dalle superstizioni ma che poggi tutte le sue offerte sull'unica cosa oggettiva che esiste in campo medico, il risultato scientifico.

Alla prossima.

Aggiornamento (30/10/2015): La prefezione del ministro Lorenzin al libro del presidente di Omeoimprese è stata ritirata, non era autorizzata ed il libro sarà ristampato. La risposta dell'autore del libro? Criticare l'omeopatia significa attaccare i 20.000 medici che la praticano.
Giusto, non attaccherò mai la cartomanzia per evitare di attaccare i 60.000 operatori dell'occulto che la praticano.
Che figuraccia per gli omeopati...

Correlation is not causation: "prima di" non significa "a causa di".

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Correlazione non è causalità.
È uno dei fondamenti della statistica a anche del diritto e della logica: "post hoc, propter hoc" ("dopo di questo, quindi a causa di questo"), due avvenimenti che hanno qualcosa in comune (per esempio uno che segue l'altro o il primo che è legato al secondo), non significa che il primo sia causa del secondo o che il secondo avvenga sempre quando ci sia il primo.
Difficile?
No, vi assicuro che è semplicissimo, tanto che si tratta di un fenomeno conosciuto da secoli, una "fallacia logica" comunissima. Se mangio una mela e scivolo, non significa che le mele facciano scivolare, se guardo in alto e mi fa male la testa, non significa che guardare in altro causi il mal di testa, anzi, per essere più precisi: non significa che necessariamente il guardare in alto possa causare il mal di testa.
Stiamo filosofeggiando?
Sì, tanto che anche un finissimo filosofo si occupò di uno degli errori più comuni della mente umana. David Hume

Noi uomini siamo ancora legati a superstizioni ed antiche credenze anche a causa di questo meccanismo, colleghiamo gli avvenimenti in maniera istintiva, il nostro cervello non si è evoluto negli ultimi due secoli, si sono evolute le conoscenze ma il cervello, fisiologicamente, le usa solo se le vuole e le sa usare.

Se un gatto nero ci attraversa la strada ed abbiamo un incidente in auto, i gatti neri portano sfortuna, è indubbio, se passiamo sotto ad una scala e poi cadiamo, le scale sono entità negative. Fortunatamente il progresso ci ha insegnato a distinguere le credenze dai fatti oggettivi e così riusciamo a fare differenza tra ciò che sembra e ciò che è.
L'argomento è stato trattato da tanti divulgatori, qualche interessante esempio lo troviamo qui e qui, ma non ne avevo mai parlato e quindi stavolta tocca a me.
Lo tratterò prendendo spunto da una delle più frequenti "correlazioni" mediche anche perché oggetto di discussioni infinite ed estenuanti, perché se la correlazione come causa è un comportamento umano, è invece un errore gravissimo nel campo degli studi medici che può avere conseguenze enormi (e negative).
Parliamo di vaccini.
Negli ultimi anni i vaccini causano (causerebbero) tutto: l'autismo, l'epilessia, i tumori, persino la sindrome di Down.
Ma è vero?

In realtà sappiamo dai (tanti) dati a nostra disposizione, che i vaccini causano pochi effetti collaterali, per la maggioranza banali e passeggeri. Per farci un'idea con i numeri possiamo controllare la banca dati della regione Veneto che, in 21 anni, ha raccolto le segnalazioni di eventi avversi legati alla vaccinazione. L'evento avverso più comune è stato la febbre (nel 68% dei casi) seguito dall'irritabilità (28,5%). In 21 anni (1993, 2014) sono state somministrate 30.514.170 dosi di vaccino (di vario tipo) e si è registrato un caso di evento avverso grave ogni 62.500 dosi per anno, la maggioranza degli eventi avversi gravi si è risolto e non ha lasciato alcuna sequela. In 21 anni sono segnalati 16 casi di sequele permanenti (cioè ancora presenti all'ultimo controllo), ovvero 1 ogni 2.000.000 di dosi (paralisi di un nervo cranico, accentuazione di strabismo preesistente, neuriti ed altri), nessun decesso.
I numeri parlano chiaro: i vaccini sono molto sicuri e causano molto raramente conseguenze gravi o permanenti. Non c'è nessuna evidenza, né scientifica né osservata, che possa collegare la vaccinazione all'insorgenza di malattie tumorali o autismo o epilessia.
Bene.
Perché allora si leggono spesso appelli allarmati su queste presunte correlazioni?
Perché ci sono medici che dicono "possono causare queste malattie"?
Perché ci sono genitori disposti a giurare che il problema del figlio (una delle malattie dette prima) sia con sicurezza conseguenza di una vaccinazione?

Escludendo la malafede (in caso di medici è quasi scontata, un professionista deve attenersi ai dati scientifici non alle "opinioni personali indimostrate"), nel caso dei genitori la risposta è spesso la più banale: hanno correlato due eventi vicini nel tempo trasformando il primo in causa del secondo.
La maggioranza delle malattie che secondo alcuni (profani) sarebbero sorte "a causa del vaccino" iniziano a manifestarsi (o sono diagnosticate) proprio nell'età in cui ci si vaccina. Come sappiamo la vaccinazione si fa nella primissima infanzia, proprio per proteggere questa fascia della popolazione (tra le più deboli) dalle malattie infettive. La correlazione principe di cui si è parlato spesso in questi anni è quella tra vaccini ed autismo. Scientificamente smentita, una delle affermazioni che si ripetono continuamente è: "il bambino stava bene, dopo la vaccinazione è diventato autistico".
Ad un occhio esperto questa sequenza temporale sembrerà ovvia quanto quella che dice: "il bambino stava bene, dopo aver visto i cartoni animati ha perso i denti da latte". Non sappiamo il giorno esatto in cui si perdano i "denti da latte" ma sappiamo che presumibilmente cadranno proprio nel periodo in cui i bambini guardano i cartoni animati, ovvio ma non così tanto.

Problemi di linguaggio non potranno che emergere quando il bambino inizia a parlare, problemi di movimento quando iniziano i primi movimenti "finalizzati" (camminare, gattonare, afferrare...). Problemi cognitivi quando il bambino inizia ad interagire con la società e così via.

La vaccinazione avviene proprio poco prima di queste fasi della vita. Il bambino stava bene, si è vaccinato ed è stato subito male.

Eppure, se su milioni di bambini non si è trovata nessuna correlazione tra vaccinazione e malattia, perché proprio quel bambino dovrebbe averla?
Appunto, non ce l'ha. La correlazione è un falso collegamento patogenetico, non sono stati i vaccini la causa di quel problema ma il problema è comparso subito dopo i vaccini.
Se usassimo questo metro, si potrebbe sospettare che la comparsa sia avvenuta dopo l'esposizione alla televisione, dopo il primo contatto con la plastica, dopo aver mangiato una particolare verdura o dopo la seconda volta che si è usato il biberon, le correlazioni saranno le stesse e ne possiamo trovare centinaia (e se fossero i pannolini?).
Di questo tipo di correlazioni ne esistono tante, sono talmente numerosi gli eventi nella vita umana (già dall'infanzia) che se volessimo "legare" due avvenimenti non ci sarebbe nessuna difficoltà a farlo.
È tanto "semplice" correlare due fatti che c'è anche un algoritmo per farlo che permette correlazioni davvero incredibili.
Sono correlazioni chiamate "spurie", ovvero reali ma che in realtà sono frutto del caso e questo lo sappiamo proprio grazie alla statistica medica. Più persone studiamo, più "campioni" abbiamo a disposizione, più possiamo essere relativamente sicuri della nostra conclusione e se pure siamo vicini al genitore convintissimo che i vaccini siano correlati all'autismo, possiamo dire con cognizione di causa che si sta sbagliando. La maggioranza delle correlazioni hanno dei "fattori confondenti", sono condizionate da tanti fattori che, se non identificati, fanno giungere a conclusioni errate. Bisogna insomma mettere una correlazione nel contesto giusto ed interpretarla correttamente, altrimenti potrei convincervi facilmente che, visto che solo la minoranza degli incidenti stradali è causata da chi guida ubriaco, bere alcol prima di mettersi alla guida sarebbe protettivo nei confronti degli incidenti.
Lo stesso meccanismo potremmo applicarlo ai cartomanti: su centinaia di previsioni fatte da un cartomante, molto probabilmene qualcuna sarà indovinata ma non possiamo dire che i cartomanti siano capaci di prevedere il futuro. Basta studiare tutte le loro previsioni e si scoprirà che hanno indovinato lo stesso numero di previsioni che si indovinerebbero se si facessero a caso. Eppure chi subirà a previsione azzeccata non potrà che restare convinto di ciò che ha sentito.

Provate a prevedere un terremoto entro l'anno in un qualsiasi paese del mondo, poi cercate la lista dei terremoti dell'ultimo anno, probabilmente avrete indovinato, succede, è il caso.

Atteniamoci allora proprio all'autismo. Si potrebbe pensare che, se tanti genitori notano questa correlazione con i vaccini, una "base" di realtà potrebbe pure esserci, come mai gli studi non la notano? Forse perché non c'è o forse perché, anche se ci fosse, ci sono troppi fattori che la rendono poco credibile. D'altronde l'autismo, dal punto di vista scientifico, potremmo correlarlo a tantissime cose, non ci credete?

Leggiamole, molte sono anche recentissime.
L'autismo è causato dalla televisione (o dalla pioggia). No, dal peso materno in gravidanza!
Sembra sia causato dai problemi di tiroide della mamma. Oppure dall'eccesso di assunzione di grassi con l'alimentazione. Però altre ricerche hanno trovato una correlazione con la febbre in gravidanza (e non è detto non sia colpa degli antibiotici che chi ha la febbre rischia di prendere!). Per non parlare dell'evidente correlazione con diabete, obesità e pressione alta in gravidanza! Delle scarse interazioni in famiglia. Potrebbe essere colpa della vicinanza con l'autostrada.
...e se fosse colpa dell'età materna o di quella paterna o della stagione di nascita...o forse della carenza di ferro in gravidanza, l'alimentazione...le gravidanze troppo vicine o troppo lontane...
Può bastare?
L'autismo è correlato a decine di cose, statisticamente ma non scientificamente.

Tutto causa l'autismo?
O forse è "la vita" ad esserne correlata? Si tratta "semplicemente" di una delle possibilità che tutti possiamo subire quando nasciamo?

Come si fa ora ad uscirne fuori?
Intanto sapendo che sostenere che ci sia una correlazione tra un fatto A ed uno Bnon significa che A sia causa di B.
Quando si scopre una correlazione ci si ferma lì. Il dato di fatto è la correlazione "A è associato a B" ma non si possono trarre conclusioni definitive, prima di farlo bisogna esserne sufficientemente certi con altre ricerche, numeri più grandi, metodi più raffinati. Senza fare così rischieremmo di giungere a conclusioni sbagliate.

Il ritenere che un fatto che avvenga prima di un evento (o contemporaneamente ad esso) sia causa dell'evento, è la corsia preferenziale che sceglie il nostro cervello per spiegare ciò che non comprendiamo immediatamente.

Gli alimenti biologici causano l'autismo. O no?

Si tratta di un meccanismo innato, probabilmente istintivo e che serve a difenderci dai pericoli immediati: un ruggito è segno di pericolo perché il ruggito è segno di animale feroce che può divorarci, oggi se sentiamo un ruggito mentre lavoriamo difficilmente andremo a pensare ad una tigre nella stanza accanto ed il cervello cercherà altre spiegazioni: una radio o un televisore acceso, un rumore scambiato per ruggito, il nostro capo che sta rimproverando il collega.
Questo perché sappiamo (oggi) che la spiegazione più immediata (ruggito=animale feroce), nel nostro ambiente è quella meno probabile, abbiamo fatto esperienza e ci preoccupiamo molto meno dei nostri antenati. Così come un forte tuono durante un temporale. I nostri antenati lo collegavano all'ira divina e così qualsiasi evento negativo lo seguisse (per esempio la morte di un familiare) era evidente che l'ira degli Dei (così rumorosa da non essere messa in dubbio) avesse causato l'evento negativo. Il modo per evitarlo? Accattivarsi con doni o riti la simpatia delle divinità. È un comportamento del tutto (e letteralmente) istintivo. Quando in un gruppo di esseri umani si assisteva ad una notte con molte nuove nascite, si cercava un motivo al quale legare l'avvenimento inusuale, cosa può causare una cosa del genere? Qualche nostro avo avrà guardato fuori, di notte, non c'era nulla di strano...tranne (quando capitava) la presenza di una bella Luna piena. Ecco la causa! Quando c'è la Luna piena si partorisce di più. Provate a chiederlo anche a professionisti del settore...il dubbio lo avranno anche loro, per qualcuno è pure una certezza.
Ma non è vero. Si partorisce indifferentemente con qualsiasi fase lunare. Il fenomeno è nato probabilmente perché nelle notti più "movimentate" per le partorienti qualcuno avrà guardato la Luna. Su 365 controlli (i giorni dell'anno) la Luna piena appariva più o meno 12 volte (e per più di 350 volte la Luna era in un'altra fase) quelle dodici volte non si partoriva di più, solo che la Luna "normale" passava inosservata, non colpiva l'immaginazione di nessuno e non si faceva neanche notare, la Luna piena sì, restava nella memoria, era l'unica cosa "anomala" di quella notte e colpiva l'immaginario, così da diventare "causa" di un fenomeno comune come il parto.

Nell'infanzia, in una situazione normale, quante sono le cose anomale o "invasive" che si fanno su un bambino? Pensateci. E se proprio in quella fase inizia un disturbo, a quante cose potremmo "dare la colpa" (tendiamo sempre a cercare un "colpevole" per ogni evento della vita)?

Oggi nessuno di noi si sognerebbe di collegare qualsiasi evento negativo ai tuoni sentiti durante un temporale (ok, non ci giurerei...) perché conosciamo molto bene i meccanismi alla base del loro lugubre suono e sappiamo anche che non ha alcuna influenza sugli eventi della vita (quasi mai, un po' di paura quel suono può farla).
Evitare certi collegamenti è quindi considerato "naturale", scontato quando ne conosciamo le cause, ma quando si tratta di fattori sconosciuti, misteri, malattie delle quali non conosciamo la causa o eventi per noi inspiegabili, il cervello rischia di collegare un fenomeno con eventi che non ne hanno nulla a che fare. L'argomento è talmente affascinante e dibattuto che persino un filosofo ne ha fatto oggetto di discussione, David Hume, nato nel 1700, che sosteneva che due eventi che si susseguono inalterati da secoli o da millenni, possano essere collegati con certezza solo dal punto di vista temporale (B viene dopo di A) ma non per forza dal punto di vista causale, non ci ci sarebbe modo, secondo Hume, di stabilire con certezza che il secondo evento sia causato necessariamente dal primo.
Abbiamo quindi un solo modo per capire il collegamento tra due eventi (la cura A migliora il sintomo B? La febbre è causata sempre dai batteri? La sostanza A provoca sempre la reazione B?), studiare quanti più casi possibile, analizzare tanti eventi A e contare quante volte avviene B. Sarà poi la statistica a dirci se A e B siano correlati (escludendo quanti più fattori confondenti possibili, il caso, per esempio) non solo perché vicini nel tempo ma anche perché uno causa l'altro.

Correlazione tra diffusione di Internet Explorer e numero di omicidi negli USA.

Mesi fa raccontavo del curioso collegamento che avvenne in Corea tra i ventilatori ad elica e la morte nel sonno. Per qualche strano fenomeno i ventilatori potrebbero uccidere inconsapevolmente chi li usa ed il pericolo è talmente reale che il governo coreano emise un comunicato: "non dormite con il ventilatore acceso" (e molti ventilatori, ancora oggi, hanno quell'avviso).
Il fatto successe solo perché in un paio di estati particolarmente calde, furono trovate molte persone anziane decedute con il ventilatore acceso. Coincidenza? Una mente razionale potrebbe pensare che trovare il ventilatore acceso d'estate sia un evento normale e frequentissimo e che trovare una persona senza vita con il ventilatore acceso non significhi che questo lo abbia ucciso ma che il poverino, morendo, non avrebbe certo potutto spegnerlo.
Un po' come la misteriosa correlazione tra consumo di gelati ed annegamento in mare. Perché quando aumenta il consumo di gelati aumentano anche le morti per annegamento a mare? Un meccanismo fisiologico legato alla digestione? La temperatura corporea gioca brutti scherzi? Un ingrediente pericoloso del gelato?

Correlazione tra casi di annegamento e numero di gelati venduti.

Non rispondo, ma probabilmente vi accorgerete che la "causa" della correlazione, per essere compresa necessita di qualche secondo di riflessione, di un ragionamento preciso, mentre l'inconscio e l'istinto potrebbero farci concludere che davvero i gelati siano causa di annegamento, le conoscenze e l'esperienza ci dicono che probabilmente il motivo di questa correlazione è un altro e non è legato né ai gelati né ai pericoli del mare.
In questo caso conosciamo i due eventi e quindi il "trucco"è semplice, ma quando non conosciamo bene uno dei due fenomeni?
Il rischio di errore è molto alto.
Di correlazioni, tra gli avvenimenti e le infinite combinazioni possibili tra essi che possiamo creare, ne esistono centinaia, sareste stupiti di sapere che il consumo pro capite di formaggio negli Stati Uniti è correlato con le morti per caduta dalle scale?

Alla prossima.

Siamo liberi.

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Libertà di cura.
Libertà di credere ad un cialtrone qualsiasi, libertà di pensare che un ciarlatano, lì fuori, è pronto a curarti con la forza del pensiero, libertà di credere che medici, scienziati e ricercatori sono tutto il giorno al bar mentre in città è arrivato un signore con il cilindro e la pozione magica che ha scoperto la cura definitiva. Libertà.
Libero arbitrio.

Libertà per l'omeopata, autorizzato dallo stato.
Libertà per chi dirà che quello lì sarà un "omeopata poco serio", come se l'omeopatia fosse una cosa seria. Libero anche chi dice che se ti viene un cancro, la colpa è perché da piccolo hai avuto paura del buio e sei pure mancino.
Libertà per il guaritore, in giro a fare promesse ed è libero chi dice che, visto che la medicina non sempre cura il cancro, tanto vale provare anche il bicarbonato, l'aloe o la pranoterapia, liberi di dirlo, liberi di crederci.
Libertà per chi è di passaggio su Facebook e fa prognosi e decide la terapia per un tumore al seno metastatizzato.
Libero anche il medico che deve decidere la dose di morfina per la paziente che si è curata per un anno il suo cancro all'utero con gli impacchi di cavolo che dicevano essere infallibili. Liberi, siamo sempre liberi.
Libero il naturopata che nelle conferenze dice fieramente di essere riuscito a far tornare il ciclo alla moglie di 65 anni, grazie alle sue cure ed all'urinoterapia, senza sapere che per i medici, quello, è il primo segno di un cancro ginecologico, liberi di pensarlo anche loro, naturalmente.

Libertà per chi vende aloe arborescens per curare il cancro o per chi dice che con un mix di vitamine il cancro lo curi nel 99,9% dei casi, che solo lui lo ha scoperto.
Libertà per gli ordini dei medici che riscuotono la tassa d'iscrizione anche da quell'omeopata e da quello delle vitamine, libertà per tutti. Siamo tutti liberi.
Libertà di vivere e di morire, come si vuole, non c'è un modo migliore per morire.
O forse sì.
O forse si è liberi quando facciamo di tutto per non morire perché questo è istinto umano, si è liberi quando non si regala la propria persona, dignità e salute ad uno sconosciuto su internet, siamo liberi di morire ma non di farci prendere in giro.
Non è vero che non siamo liberi di curarci come vogliamo, siamo liberi di fare tutto quello che vogliamo.
 
Siamo liberi, perché chiunque farebbe di tutto per non morire, anche credere ai truffatori, si è liberi di farlo ma quando qualcuno ci convince a cambiare strada distogliendoci dall'unica possibilità che abbiamo, non ci ha liberato, ci ha indicato la strada per l'inferno.
Che è libera ma non ha ritorno, né sollievo.

Mi dispiace per la signora ma è stata libera di scegliere, qualcuno lo ha impedito?
 
 

Grazie alla pagina Facebook"No alle pseudoscienze"
 

Osteopatia e chiropratica: scienza o ciarlataneria?

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Esistono una serie di pratiche che si basano sulla manipolazione di ossa, tessuti ed articolazioni per la cura di molte malattie.
Manipolare le ossa (non come un massaggio superficiale ma in maniera più profonda ed attiva) è un rimedio che esiste dalla notte dei tempi. In tutti i paesi esisteva l'"aggiustaossa", il praticone che, grazie ad una serie di manovre (spesso dolorose) su ossa o articolazioni, prometteva guarigioni o miglioramenti ma, di fronte a qualche miglioramento (spesso casuale e non dovuto alle manipolazioni), c'erano anche tanti danni, a volte gravi. Nonostante il progresso abbia sostituito i "praticoni" con i medici (ortopedici e fisiatri, ad esempio) ed i fisioterapeuti, uniche figure che hanno compiuto un corso di studi di tipo scientifico, c'è (sempre per il nostro desiderio innato di "magia" che risolve tutto) chi richiede ancora le prestazioni di "terapeuti" improvvisati come gli "aggiustaossa" di una volta.
Con il tempo queste figure sono quasi scomparse e si sono diffuse altre figure, con pretesa di scientificità, che tramite l'uso di particolari tecniche, promettono la cura delle malattie.
Stiamo parlando dell'osteopatia e della chiropratica, due pratiche diverse e distinte ma che hanno in comune alcune caratteristiche.
Proviamo ad analizzarle.
Intanto bisogna dire che nessuna delle due pratiche ha base scientifica, sono considerate medicine alternative e non esiste un corso di studi ufficiale (una laurea o una specializzazione) per poterle praticare, non è obbligatorio essere medici per praticare queste discipline. Tutto è affidato a corsi privati di durata variabile, a tempo pieno o parziale, senza controllo, che rilasciano dei titoli che non hanno valore accademico o legale, l'accesso ai corsi è praticamente libero, può diventare osteopata qualsiasi persona senza particolari basi mediche nel suo curriculum, basta il diploma di scuola media superiore (o altri tipi, come una laurea in scienze motorie, ex ISEF). Questo vale per la nostra nazione (per l'osteopatia) mentre non è così negli Stati Uniti, dove l'osteopata è un medico (DO: doctor in osteopathy) che percorre tutto il corso di studi in medicina e poi si specializza in osteopatia che così diventa bagaglio integrante del suo lavoro di medico. In Italia è invece riconosciuta l'attività di chiropratico ma anche in questo caso non esistono corsi di laurea o specializzazione pubblici e riconosciuti, non esiste neanche un albo professionale. Di fronte a questa differenza se ne osserva un'altra interessante: mentre negli Stati Uniti l'osteopatia è una disciplina medica che però ha visto un calo costante di medici che la praticano e di richieste da parte dei pazienti, in Italia non vi è riconoscimento medico ma il numero degli osteopati è in aumento (le richieste abbastanza stabili). I numeri parlano di circa 40.000 osteopati negli USA e circa 5000 in Italia. Molto interessante anche sapere che una delle associazioni di categoria più note di osteopatia, sostiene che questa può essere definita come:

"un sistema di cura che attraverso la valutazione, la diagnosi e il trattamento, può essere applicato ad una vasta varietà di condizioni cliniche"

Come farebbe un diplomato alla scuola superiore che frequenta un corso privato a fare diagnosi, valutazione e terapia (sono atti medici), oltretutto manipolando ossa ed articolazioni delle persone è tutto da spiegare. Molti scambiano queste tecniche per normali pratiche di massaggio, cosa non vera. Non si tratta di massaggi "estetici" o "sportivi" ma di trattamenti più profondi, che coinvolgono muscoli, articolazioni e varie strutture sottocutanee e che, mediante queste manovre, pretendono di migliorare malattie o stati patologici che con le strutture citate non hanno collegamenti.
Osteopatia e chiropratica sono due discipline distinte, ho deciso comunque di unire in un unico post le due pratiche perché si tratta di varianti di tecniche di manipolazione osteo-articolare, muscolare e dei tessuti, partono da presupposti simili (le malattie provengono da anomalie dello scheletro o delle ossa e tessuti, teorie ottocentesche che non hanno mai avuto riscontro scientifico) ed hanno varianti numerosissime.

Molte ricerche, inoltre, studiano gli effetti di queste pratiche riunendoli in un unico gruppo, quello delle "tecniche di manipolazione" ed è quindi difficile analizzarle singolarmente. Anche la terapia cranio-sacrale (usata spesso in neonati e bambini) o i vari tipi di "riallineamento" della colonna vertebrale, pescano a piene mani da queste teorie.
Detto questo, vediamo di cosa stiamo parlando.

OSTEOPATIA

Nata alla fine del 1800, inventata da un medico (Andrew Taylor Still, secondo il quale l'osso sarebbe l'origine di tutte le patologie), l'osteopatia si basa su concetti abbastanza vaghi come quello di considerare "il corpo un'entità unica" (perché, qualcuno pensa il contrario?) o che ha capacità di autoguarigione (ebbene sì, il sistema immunitario è stato scoperto da tempo) ed utilizza manipolazioni da parte dell'osteopata su ossa, muscoli, tessuti, articolazioni, la cui "anomalia" provocherebbe dei disturbi. Secondo l'osteopatia i disturbi causati dalle anomalie osteo-articolari non si limiterebbero ai dolori o alle contratture muscolari ma sarebbero estesi praticamente a tutto, dai disturbi intestinali, urinari, nervosi, fino a malattie croniche, questo perché (come sosteneva Andrew Still), le ossa "malposizionate" interrompevano il flusso sanguigno creando "turbolenze" ed anomalie agli altri organi. Sistemare la normale situazione ossea avrebbe ripristinato il flusso sanguigno corretto e quindi migliorato il disturbo.
Dice l'associazione britannica di osteopatia che questa disciplina:

"si basa sul principio che il benessere di un individuo dipende dal fatto che scheletro, muscoli, legamenti e tessuto connettivo lavorino uniformemente insieme"

Definizione riportata anche sul sito del servizio sanitario nazionale inglese. Altre definizioni (usate anche in Italia) parlano di procedure che favoriscono "l'autoregolazione" e "l'autoguarigione" del corpo.
Sempre secondo l'associazione inglese "l'osteopata lavora per ottenere l'equilibrio dell'organismo senza farmaci".
Ecco invece come definisce l'osteopatia il presidente di un'associazione di osteopati italiana:
Il trattamento manipolativo osteopatico è l'applicazione terapeutica di tecniche manuali con l’obiettivo di migliorare le funzioni fisiologiche e/o di supportare l'omeostasi, che sono state alterate da una disfunzione somatica, definita come una funzione compromessa o alterata delle componenti relative del sistema somatico (struttura corporea): le strutture scheletriche, artrodiali e miofasciali con i relativi elementi vascolari, linfatici e neurali.
Si tratta dei concetti che ho spiegato ma spiegati con termini complicati (le "strutture miofasciali" sarebbero i muscoli con ciò che li circonda).
Come si vede le idee degli osteopati non sono strettamente "pseudoscientifiche" ma della pseudoscienza usano i termini che hanno anche una genericità evidente, parole come "equilibrio" o "autoguarigione", senza una giusta definizione, sono spesso usati da guaritori e ciarlatani e gli osteopati ne fanno largo uso senza distinguersi da curatori da strada.

Naturalmente bisogna vedere le idee di Still come quelle di un uomo di due secoli fa, quando si conosceva a stento l'anatomia umana ed infatti non c'è nessuna prova che un presunto "malposizionamento" di un osso o di un'articolazione (ammesso esista, anche questa è un'idea un po' vaga) possa condizionare tutto l'organismo. Un osso "posizionato male"è ovviamente una patologia importante ma che ha sintomi ben precisi (una frattura, una lussazione, sono molto dolorose) e non sarà certo una manipolazione a sistemare un'alterazione ossea o articolare che provoca disturbi a tutto il corpo o almeno nessuno lo ha mai dimostrato. Le teorie di base dell'osteopatia non sono mai state confermate scientificamente né sono plausibili.

CHIROPRATICA

È un'altra medicina alternativa che si basa sulle manipolazioni osseo articolari ma è ancora più estrema e mescola concetti medici a vere e proprie superstizioni e credenze, oltre allo scopo terapeutico, il chiropratico sostiene di poter fare anche diagnosi di malattia. Aggiunge filosofia e misticismo nella cura delle malattie. Il centro dei concetti chiropratici è relativo alla cosiddetta "sublussazione", ovvero ad una lieve "anomalia" di articolazione di un osso che, in questo modo, ostacolerebbe le normali funzioni del corpo e la sua capacità di "autoguarigione", ostacolerebbe "l'intelligenza innata" dell'organismo ed il suo spirito (come si vede, tutti concetti non scientifici), il concetto di "sublussazione" della chiropratica è diverso da quello della medicina e dal punto di vista strettamente medico si tratta di un'entità inesistente ed inventata. Nonostante questo anche l'OMS ha provato a definire la sublussazione chiropratica in maniera ufficiale. Manipolando ossa e colonna vertebrale si sistemerebbero queste anomalie e si otterrebbe il ripristino delle normali funzioni dell'organismo. Sono previsti non solo massaggi e manipolazioni ma anche l'uso di pietre, oli, aromi e polveri per la cura di praticamente tutte le malattie (per il suo inventore la chiropratica curava qualsiasi malattia), uso di impacchi caldi per "sbloccare" improbabili "blocchi energetici" ed abbondante uso di termini e concetti tipici della pseudoscienza. L'uso maggiormente accettato è comunque quello relativo ai dolori lombari e vertebrali nei quali sembra esserci un lieve miglioramento. Anche la chiropratica è molto più diffusa in altre nazioni che in Italia ma nelle prime sono previsti corsi universitari e studi accademici precisi che rendono questa pratica una medicina complementare accettata ed ufficiale. Le teorie di base della chiropratica non hanno mai avuto conferma scientifica.

Nota a margine può essere dedicata a questo tipo di manipolazioni dedicate ai bambini più piccoli (neonati o lattanti) che, a detta di operatori del settore, subirebbero conseguenze (patologiche) dal tipo di parto che li ha riguardati. L'uso di ventosa ostetrica, il cesareo, manovre degli operatori, sarebbero tutte cose che provocherebbero anomalie ed alterazioni della colonna vertebrale, della testa o di articolazioni. Tutto questo porterebbe a disturbi più o meno gravi che possono essere corretti con una serie di manovre su testa e schiena del neonato, una di queste procedure si chiama "terapia cranio-sacrale".
Anche in questo caso non ci sono basi scientifiche né prove. Non è dimostrato che (in generale) manovre ostetriche corrette o l'uso normale di ventosa o il cesareo possano provocare anomalie particolari, non è dimostrato (ma non lo spiegano bene nemmeno gli operatori che usano queste pratiche) quali sarebbero queste correzioni apportate dalle manovre sul bambino e non c'è nessuno studio che ne dimostri l'efficacia. In questo caso i pericoli sono molto più elevati, sono segnalati casi di morte o gravissimi danni neurologici per manovre errate (ricordiamo la "fragilità" del corpo di un neonato) conseguenti a "sedute" terapeutiche di questo tipo.

Efficacia

Non vi sono prove scientifiche di efficacia dell'osteopatia e della chiropratica.
Gli studi più accurati dimostrano come le manipolazioni osteopatiche e chiropratiche non abbiano più effetto del placebo ed anche se qualche studio mostra dei benefici su certi tipi di dolore lombare (o della colonna vertebrale), si tratta di dati poco accurati e non controllati.
Per questo motivo si può dire che non vi siano prove sufficienti per sostenere l'efficacia delle manipolazioni ossee e vertebrali nella cura di malattie diverse da quelle osteo-articolari e che la loro efficacia nei casi di dolore è limitata e da verificare. Se a questo aggiungiamo che le idee su cui si poggiano queste pratiche sono poco accurate e non scientificamente corrette, possiamo affermare che osteopatia e chiropratica, sono pratiche senza base scientifica e non efficaci. Gli studi hanno controllato l'efficacia delle manipolazioni nei problemi pediatrici (inefficace), nei dolori mestruali (inefficace), nella cefalea (inefficace) e si sono concentrati sul dolore muscoloscheletrico (quello che, per logica, dovrebbe ricevere maggiore beneficio dalle manipolazioni) ma anche su questo l'efficacia non è per nulla evidente, passando da un effetto nullo ad uno lieve su quello di tipo lombare (e vertebrale: il "mal di schiena"). Anche le infezioni (in questo caso polmonari), spesso riferite come curabili dagli osteopati, non sembrano ottenere nessun beneficio dalle manipolazioni. Qualche studio, al contrario, riporta lievi benefici sul dolore lombare ("mal di schiena, basso"), altri (anche se con qualche limite di metodo) definiscono i risultati buoni, simili a quelli delle cure standard (ed usando meno farmaci) ma anche qui è difficile distinguere il reale apporto della pratica dal semplice effetto placebo e soprattutto si tratta spesso di studi discutibili che contrastano con le conclusioni negative di altri studi più ampi.


Gli studi che mostrano qualche beneficio, infatti, sono spesso mal condotti, non controllati ed appaiono su riviste di scarso impatto e di parte (riviste di osteopatia), mancano infatti studi di efficacia di buon livello. Per completezza è giusto dire che negli ultimi anni molti istituti osteopatici (quasi esclusivamente anglofoni, dove l'osteopata è un medico abituato alla ricerca di tipo scientifico) hanno iniziato ad occuparsi della materia cercando di realizzare studi più precisi, meno condizionati e con un metodo almeno accettabile, hanno cercato di concentrare l'attenzione sulla produzione di sostanze (ormoni, ad esempio) durante le manipolazioni che possono dare sollievo dal dolore, iniziano a superare i concetti "magici" dai quali l'osteopatia pesca a piene mani, un po' il percorso che cercano di compiere alcuni agopuntori.
Da notare che molti studi includono nel termine "tecniche di manipolazione" o "manipolazione spinale" o "tecniche di manipolazione vertebrale", tutte quelle tecniche che prevedono l'intervento attivo su ossa, articolazioni o colonna vertebrale (quindi quelle di cui stiamo parlando, osteopatia e chiropratica ma anche altre), anche in questo caso la scuola americana inizia a "staccarsi" dall'unificazione con le altre tecniche di manipolazione cercando una posizione più precisa.

Interessante uno studio che ne analizza altri concludendo sulla scarsità di prove scientifiche di efficacia ma nota come, gli studi che ne mostrano qualche efficacia, sono basati sui giudizi dei genitori di bambini sottoposti ad osteopatia (per coliche). I genitori riferivano un minor numero di crisi di pianto ma non c'è modo per misurarne gli effetti reali. Il servizio sanitario nazionale inglese (NHS), accetta e prevede le cure osteopatiche, consigliandole per alcuni disturbi (mal di schiena, edemi, dolori cervicali) ma bisogna considerare che, come detto, da loro (come in altri paesi europei) l'osteopata frequenta un corso di laurea ufficiale ed è obbligato alla formazione continua, cosa non prevista in Italia. Nonostante questo gli osteopati italiani chiedono di essere inseriti tra i professionisti della salute
Gli osteopati ed i chiropratici rispondono alla scarsità di prove scientifiche con il fatto che, per la natura delle loro pratiche, non sarebbe possibile realizzare studi di alto livello ed accurati (ad esempio in doppio cieco o con placebo) ma insistono sulla veridicità dei risultati effettivi e reali. Da notare come molti osteopati e chiropratici (soprattutto questi ultimi) associno alle loro manipolazioni, anche una serie di consigli sullo stile di vita e soprattutto sull'alimentazione, sostenendo come diete prive di varie sostanze (glutine, caseina, zuccheri) migliorino lo stato di salute, alcuni abbracciano discipline non scientifiche e pericolose (omeopatia, cure alternative per i tumori, frodi mediche) e l'antivaccinismo è abbastanza frequente. Nella mia esperienza personale ho incontrato due persone con un grave stato di denutrizione ed anoressiaa seguito di una dieta molto sbilanciata, prescritta da un noto osteopata per la cura di una sintomatologia dolorosa (che non ha avuto nessun miglioramento).

Sicurezza

Non ci sono molti dati relativi alla sicurezza delle tecniche di manipolazione, tra gli effetti collaterali di queste pratiche sono segnalati quasi sempre disturbi passeggeri e lievi (senso di tensione, alcuni dolori, stanchezza, debolezza). Incidenti gravi (nel caso dell'osteopatia) non sono frequenti, un po' più frequenti nel caso di trattamenti chiropratici. Tra gli incidenti più gravi (rarissimi) che si possono verificare in caso di manipolazioni ossee e vertebrali, vi è la rottura letale di un'arteria (tipicamente nelle manipolazioni della testa), più frequente nei bambini (per questo le manipolazioni sono da sconsigliare vivamente negli individui più piccoli) che può causare disabilità permanente o morte. Segnalati anche casi di paralisipermanente in seguito a sedute di chiropratica.

Conclusioni.

L'efficacia di osteopatia e chiropratica è molto dubbia e, quando esistente, limitata al dolore di tipo lombare e forse per alcuni tipi di cefalea, per altre condizioni si sono rivelate pratiche inefficaci o efficaci come un placebo o altri trattamenti fisici. Non ci sono conferme scientifiche per le teorie su cui si basano osteopati e chiropratici.

In generale non sembrano esserci frequenti pericoli nel sottoporsi a manipolazioni vertebrali o corporee tramite l'uso di tecniche osteopatiche o chiropratiche anche se è bene sapere che non si tratta di metodiche senza rischio, anzi, non solo è difficile controllare l'affidabilità degli operatori (visto che non esistono percorsi e registri ufficiali) ma quando esistono complicazioni queste possono essere davvero drammatiche, in linea generale è inoltre fortemente sconsigliato l'uso di queste tecniche su persone in tenera età e per problemi che non siano di natura osteo-articolare. I risultati positivi riportati dagli operatori non hanno trovato grossi riscontri in letteratura scientifica (e quelli riportati da pazienti sono "aneddotici", esperienze personali smentite dallo studio dei grandi numeri) dalla quale appare evidente un effetto scarso o nullo ed in ogni caso limitato, come detto, ai sintomi dolorosi della colonna vertebrale.

Qualcuno a questo punto si chiederà: ma in caso di problemi osteo-articolari (accertati), a chi bisogna rivolgersi se si vuole un trattamento basato su concetti scientifici? Le figure di riferimento esistono già (le ho nominate): ortopedici e fisioterapisti su tutti (ma anche neurologi quando il problema osteo-articolare riguarda la funzione nervosa), cercare altre vie si fa a proprio rischio e pericolo.
Per questo motivo, prima di affidarsi ad un osteopata o ad un chiropratico rifletteteci tanto e con attenzione.

Alla prossima.
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