Quantcast
Channel: MedBunker - Le scomode verità
Viewing all 300 articles
Browse latest View live

La "piccola malattia": il morbillo

$
0
0
I bambini di oggi praticamente non conoscono le malattie infettive tipiche dell'infanzia. Sino a pochi anni fa erano talmente diffuse che esserne colpiti era considerato "normale", anzi, visto che alcune di esse potevano essere più pericolose se comparse in età adulta, esistevano famiglie che favorivano il contagio mettendo a contatto i bambini infetti con quelli che ancora non erano stati colpiti dalla malattia. Quasi tutte le malattie dell'infanzia causano la comparsa di piccole macchie sulla pelle (si chiama esàntema, da qui il temine "malattie esantematiche) accompagnate da altri sintomi (febbre, tosse, congiuntivite, malessere...), alcune invece causano altri disturbi localizzati in altre sedi. La comparsa dei vaccini ha reso queste malattie talmente rare che oggi vederne un caso è veramente difficile. Nonostante si tratti di malattie a "decorso benigno" (cioè in genere la loro comparsa non causa problemi gravi e non lascia sequele) in alcuni casi possono esserci complicazioni più o meno gravi ed in casi ancora più rari le complicazioni possono essere gravissime quando non letali. Un altro aspetto di questo tipo di malattie è che il loro decorso (per alcune di esse, come la pertosse) è particolarmente violento e preoccupante: febbre altissima, tosse incontenibile, stato soporoso, tutti sintomi che allarmano i genitori ed inducono paura e stress. Chi ha avuto la pertosse, chieda ai genitori il terrore nel vedere il proprio figlio letteralmente soffocare ed emettere colpi di tosse strazianti.

Come detto però, oggi si tratta di eventi piuttosto rari, anche in Italia la percentuale di vaccinati è molto alta e questo consente di controllare i casi conclamati di malattia.
Pochi giorni fa però, la notizia che in Galles, è iniziata, prima in sordina ma poi, come avviene per tutte le malattie virali, sempre più diffusa, un'epidemia di morbillo. L'aspetto "sociale" di questa vicenda dovrebbe far riflettere tutte le famiglie che hanno paura della vaccinazione. In Galles infatti, sono stati presi d'assalto gli ambulatori, con code infinite per ricevere la protezione dalla malattia. Tutte le famiglie che per paura (non dimentichiamo che l'Inghilterra è stata la prima nazione colpita dalla famosa frode del nesso vaccini-autismo propagandata dall'ormai ex medico Andrew Wakefield, tanto che il basso livello di vaccinazione in certe regioni inglesi è chiamato "Wakefield effect") non avevano vaccinato i propri figli ora si precipitano negli ospedali per farli vaccinare. Non solo quindi hanno messo a repentaglio la salute dei figli, ma può capitare che la vaccinazione "tardiva" non protegga più i bambini (potrebbero ricevere la protezione quando ormai il contagio è avvenuto). Un altro aspetto poco conosciuto del problema (e che è emerso in Galles) è che alcuni individui (bambini immunodepressi, che sono sottoposti a chemioterapia, che hanno allergie a componenti del vaccino) non possono vaccinarsi e sono quindi ad alto rischio di contrarre la malattia. Chi non si vaccina quindi, non fa solo una scelta personale ma condiziona anche la vita del prossimo.
Attualmente i casi in Galles sfiorano i 900 con un decesso di un uomo affetto da morbillo confermato (anche se è da confermare la causa del decesso).

L'altro aspetto di questa vicenda è il ritorno di malattie considerate quasi "scomparse" (lo sapete che esistono pediatri che non hanno mai visto un caso di morbillo?). Questa quindi può essere l'occasione per raccontare cos'è il morbillo e cosa può causare. Per me un ripasso, per le famiglie una pagina di conoscenza utilissima.

Il morbillo (da "piccola malattia" per differenziarlo dalle "gravi malattie" come il vaiolo o la difterite), è una patologia causata da un virus della famiglia dei paramyxovirus, altamente contagioso e dalla sintomatologia importante. Prima della diffusione del vaccino a livello mondiale, si contavano (nel 2000) 548.000 decessi l'anno (soprattutto bambini sott i 5 anni), nel 2011 la mortalità si è ridotta a 158.000 casi in tutto il mondo. Il virus si contagia per via aerea (respirazione, contatto diretto) ed una persona non protetta dal vaccino a contatto di un contagiato ha il 90% di possibilità di contagiarsi a sua volta. Prima dello svilupparsi dei sintomi il virus resta in incubazione per circa 10 giorni per poi esplodere con i tipici sintomi della malattia che includono febbre (per circa 4 giorni, fino a 40°C), tosse, raffreddore, congiuntivite ("arrossamento degli occhi"), inappetenza e rash cutaneo (l'esàntema, ovvero la presenza di piccole macchie rosa-rosso su tutto il corpo), un segno particolare sono delle piccole macchie rossastre all'interno della bocca, sulla guancia, dette "macchie di Koplik". Proprio la comparsa di queste "macchie" spesso allarma i genitori che così capiscono che è il caso di consultare il pediatra che fa diagnosi della malattia che in ogni caso è abbastanza allarmante perché rende il bambino particolarmente debole e visibilmente sofferente. L'esàntema compare gradualmente prima nelle parti alte del corpo per poi ricoprire anche quelle inferiori, alla sua scomparsa seguirà il "percorso" opposto, scomparirà prima dalla testa e dal tronco ed infine dagli arti inferiori e può provocare prurito.
La malattia ha quasi sempre decorso benigno, anche se alcune forme possono essere particolarmente aggressive (soprattutto in soggetti con basse difese immunitarie) ma possono comparire delle complicazioni che sono più frequenti nei bambini molto piccoli e negli adulti. Le più frequenti sono le infezioni delle vie respiratorie (spesso dovute ad infezione batterica sovrapposta) e le encefaliti, temibili complicanze che si sviluppano in un caso su 1000 contagiati. Altre complicanze possono riguardare l'occhio o il canale uditivo con possibilità di aggravamento fino a seri problemi alla vista o all'udito.

Tipico esàntema da morbillo in viso

L'encefalite da morbillo ha una mortalità molto alta, circa il 15% ed anche chi la supera ha un alto rischio di avere sequele molto gravi (nel 30% circa dei casi), di tipo neurologico.
Non esiste terapia per il morbillo (come per la maggioranza delle malattie causate da virus) ma esiste la possibilità di prevenzione che si attua con il vaccino, in Italia non obbligatorio ma consigliato: la vaccinazione completa protegge per tutta la vita ed è efficace nel 99% dei casi, nel bilancio rischi/benefici, questo è enormemente a favore dei secondi: "in un caso su 1000 il morbillo si complica, In rari casi (3 ogni 10.000) i bambini possono avere reazioni moderate come convulsioni correlate alla febbre alta. In casi estremamente rari (da 0,2 a 0,4 ogni 10 mila ) si può avere una riduzione delle piastrine nel sangue che può causare temporanee piccole emorragie. Reazioni allergiche di tipo anafilattico con ipersensibilità e gonfiore della bocca, difficoltà del respiro, pressione bassa e shock sono del tutto eccezionali ( meno di 1 caso ogni milione di vaccinati)".
Una gravissima complicanza del morbillo può insorgere molti anni dopo il contagio (soprattutto in chi ha avuto la malattia in età precocissima, in un caso su 100.000), è la panencefalite subacuta sclerosante (PESS), altamente invalidante e non curabile. Al contrario di altre malattie come la rosolia, il morbillo contratto in gravidanza non rappresenta un grosso pericolo per il feto. Aumenta la possibilità di aborto spontaneo in caso di infezione nelle prime settimane di gestazione mentre, se il contagio avviene alla fine della gravidanza, è possibile che il neonato presenti sintomi di morbillo subito dopo la nascita, alcune malformazioni alla nascita sono state definite come sospette da infezione da morbillo contratta in gravidanza iniziale.

Il virus del morbillo


Per ottenere immunità quasi totale dalla malattia sono necessarie due vaccinazioni in totale.
Come detto non esistono terapie per sconfiggere la malattia ed in caso di contagio valgono gli stessi rimedi utili in caso di sindrome influenzale, utili per migliorare i sintomi: idratazione, riposo, antifebbrili. L'uso di antibiotici è controindicato, sono da utilizzare solo in caso di complicazioni (quelle respiratorie su tutte) e sotto stretto controllo medico.
L'organizzazione mondiale della sanità, considerando che questa malattia ancora oggi miete migliaia di vittime in tutto il mondo, si è prefissa l'obiettivo di eradicarla dal pianeta ma i tentativi non hanno avuto successo per vari motivi (anche per la difficoltà di raggiungere popolazioni isolate o molto povere). Gli sforzi continuano.
In Italia la malattia ha ancora dei piccoli focolai e sono descritte complicanze ma la vaccinazione di massa ha contenuto epidemie importanti. Se nel 2002 (fino al 2003, è l'ultima epidemia di morbillo nel nostro paese con 8 decessi) abbiamo avuto un picco di 18020 casi, nel 2009 si sono verificati 759 casi in totale, si pensi ai quasi 90.000 casi del 1988. Nulla in confronto di ciò che accade nei paesi poveri, nei quali il morbillo, ancora oggi, uccide. Nel 2012 nel solo Pakistan ben 500 bambini sono morti per morbillo e migliaia i contagiati con complicanze.
Il vaccino antimorbillo non è tra quelli obbligatori e per fortuna le complicanze, specie quelle letali, sono piuttosto rare, ma se esiste un'arma per prevenire questo tipo di malattie è bene riflettere sulla possibilità di approfittarne, per noi e la nostra comunità.

Se interessa approfondire altri argomenti simili, conoscere malattie ormai rare e discutere di come le abbiamo limitate fatemelo sapere nei commenti.

Alla prossima.

Pagine dedicate al morbillo:

Wikipedia
Ministero della salute
OMS

Trapianti, la vita dalla morte: la storia (1)

$
0
0
Una delle frontiere della ricerca medica più prestigiose ed incredibili è stata la possibilità di poter effettuare un trapianto d'organo: trasferire un organo dal corpo di un individuo ad un altro fino a pochi decenni fa era semplice fantascienza.
Questa possibilità è stata raggiunta con incredibili difficoltà di varia natura e la storia che ha permesso di rendere reale il sogno di tanti scienziati è ricca di fascino ed anche di particolari curiosi e misteriosi. Trapiantare un organo in chi ne ha bisogno rappresenta spesso l'unica speranza di vita per certi tipi di malattia: un fegato, un rene o un cuore che non funzionano più, potrebbero portare alla morte del corpo che li ospita e questo può accadere in brevissimo tempo, sostituire quindi l'organo ormai non funzionante con uno sano, è più di una speranza, è vita, il bene più prezioso che abbiamo.
Se chi dona un organo è visto come un eroe e simbolo di altruismo e solidarietà, raramente è analizzata la figura di chi quell'organo lo riceve, il suo stato d'animo, le sue speranze, felicità, paure e spesso sensi di colpa.
Sì, in chi beneficia di un organo donato è frequente una sorta di "senso di colpa" per aver ottenuto la vita grazie ad una morte. La gioia di poter vivere ancora la propria vita si mescola spesso a sentimenti delicati, difficili da descrivere e duri da raccontare. Probabilmente è comprensibile, ma non possiamo mai capire profondamente ciò che prova chi vive questa esperienza e per questo, da ogni punto si guardi questo tipo di avvenimento, si tratta sempre di eventi che toccano profondamente l'essere umano e che condizionano l'individuo molto intimamente.
Per questo reputo assolutamente vergognose e distruttive certe campagne che ogni tanto fanno capolino nei giornali o in pagine web. In particolare, nel nostro paese, esiste un'associazione che già dal nome mostra insensibilità assoluta e che, come spesso accade, utilizza metodi e termini a sproposito mostrando come unico interesse quello di far prevalere le proprie ragioni ideologiche scavalcando quelle degli altri con argomenti populistici, emotivi e molte volte costruiti ad arte.
Quello che scrivo non sarà quindi una risposta a chi strumentalizza le tragedie delle persone ma l'ennesima spiegazione sui fatti, leggi e dati che ognuno di noi ha il dovere di conoscere, in modo da poter decidere con consapevolezza, coscienza e cultura, perché come ripeto sempre, solo la conoscenza è vera libertà.

L'argomento è molto complesso e delicato e sono costretto a dividerlo in due parti. In questa prima parte racconterò come si è arrivati alla realtà dei trapianti, nella prossima parlerò delle leggi che regolano questi procedimenti e dei miti più comuni che li accompagnano. Cercherò come al solito di spiegarmi in maniera semplice ed eviterò per quanto possibile di utilizzare termini, immagini o fatti che possono impressionare chi legge.

Il trapianto d'organo, la storia.

La storia dei trapianti d'organo è molto complessa. Si trattò del sogno di centinaia di scienziati, l'idea "proibita" di medici, fisiologi ed anatomisti: trapiantare un organo da un individuo all'altro sembrava una possibilità semplice e concreta (in fondo bastava "inserire" un organo al posto giusto) che però si scontrava con innumerevoli ostacoli che negli anni della medicina pionieristica erano insormontabili. La rincorsa al trapianto di organo negli essere umani ebbe inizio agli esordi della medicina moderna, attorno al 1900.
Cercando di andare schematicamente, forse l'ostacolo più grande era rappresentato dal cosiddetto "rigetto".
Il fenomeno del rigetto, è in parole povere la risposta normale dell'organismo che riceve il trapianto all'arrivo del "nuovo" organo. Si tratta di cellule estranee, di un tessuto "alieno" che non è riconosciuto dall'organismo del ricevente che quindi attua una serie di meccanismi che lo proteggono da quella "invasione". Questi meccanismi sono molto potenti e possono causare tutta una serie di fenomeni (fino alla "morte" dell'organo trapiantato) sia immediatamente dopo l'intervento (anche pochi secondi dopo) che successivamente, anche a mesi di distanza. Questo fenomeno si può prevenire o ridurre in diversi modi. Il primo è quello di trovare due individui (il donatore ed il ricevente) "compatibili". Avendo in comune alcune caratteristiche (legate soprattutto al sistema immunitario), il rischio di rigetto è molto più ridotto rispetto al trapianto tra individui non compatibili. Un altro modo per ridurre il rischio di rigetto è quello di ricorrere a farmaci di tipo "immunosoppressore", ovvero che diminuiscono l'azione degli anticorpi nei confronti del "nuovo organo".
Superato il rischio di rigetto vi è quello tecnico, ovvero la corretta esecuzione del trapianto, a volte molto complicata. Basti pensare che bisogna necessariamente assicurare all'organo trapiantato sia l'afflusso di sangue che di impulsi del sistema nervoso e per ottenere questo è importante "collegare" il nuovo organo a tutti i vasi sanguigni che gli assicurano l'ossigenazione, pena la sua distruzione. Il tipo di intervento quindi è delicatissimo, molto difficoltoso e richiede una precisione maniacale. Fondamentali a questo punto sono le condizioni dell'organo trapiantato, più ha subìto danni nel suo "percorso" tra donatore e ricevente, meno saranno le possibilità di "attecchimento" e di funzionamento.
Come si può capire quindi si tratta di uno dei procedimenti chirurgici più delicati e difficili esistenti in medicina.

Come si arrivò a trapiantare un organo

La storia dei trapianti d'organo è quasi un romanzo.
Se già ad inizio 1900 (ma sicuramente il "sogno" esisteva da tempo) i medici progettavano di poter sostituire gli organi ammalati, l'idea diventò fonte di studi solo dopo qualche anno. La possibilità di trapiantare organi restò una chimera per secoli e la maggioranza dei tentativi effettuati prima del 1900 fallivano già nella fase chirurgica (tecnicamente nell'atto materiale di impiantare un organo di un donatore), era così "prodigiosa" questa possibilità da essere considerata un "miracolo", si pensi alla leggenda dei santi Cosma e Damiano che compirono il "miracolo" di trapiantare una gamba su un uomo. L'aspetto tecnico diventò presto secondario (nel 1902 i primi trapianti sugli animali riuscivano tecnicamente ma fallivano successivamente per rigetto). Trapianti documentati prima del 1900 ne esistono pochissimi e tutti dubbi perché mischiano storia e leggenda, si parla ad esempio di alcuni trapianti ossei e dentali o di innesti cutanei eseguiti sull'uomo a partire da tessuti animali (da Giuseppe Baronio nel 1801), nel 1850 si effettuarono trapianti cutanei ben documentati in alcuni ospedali inglesi mentre tantissimi erano gli insuccessi e le complicazioni infettive e letali. Nonostante i primi successi comunque il trapianto di organo era ancora in una fase pioneristica e del tutto incontrollata. Fu Alexis Carrel (che per questo vinse il premio Nobel per la medicina nel 1912) che inventò una tecnica per collegare tra loro i vasi sanguigni tra organo trapiantato e corpo umano e questo, assieme all'avvento della moderna anestesia e della riduzione delle infezioni postoperatorie trasformò la possibilità di trapianto da improbabile fantasia a realtà efficace. Nel 1933, dall'ucraino Voronoy,fu eseguito il primo trapianto di rene su essere umano: tecnicamente riuscito, la paziente sopravvisse però solo 4 giorni soccombendo sempre per il fenomeno del rigetto che continuava a restare sconosciuto alla medicina dell'epoca anche se cominciava a farsi strada il sospetto che tutto risiedesse nei meccanismi immunologici. Gli esperimenti continuavano ad alternare successi ad insuccessi, fu solo nel 1946 che Demikhov riuscì nel primo trapianto cardiopolmonare in un cane, riuscito e che gettava le basi per i tentativi nell'uomo, la tecnica del chirurgo russo, migliorata in seguito, fu quella che permise il primo trapianto cardiaco sull'uomo, molti anni più tardi.
Nel 1954 fu effettuato un trapianto (a Boston) tra due gemelli: perfettamente riuscito, l'"identità" genetica dei due individui diede ancora più impulso alla teoria immunologica quale causa del rigetto e nel 1962 fu ottenuto il successo in un trapianto tra due individui differenti geneticamente applicando diversi metodi di "soppressione immunitaria" (come le radiazioni ed alcuni farmaci).

Così si arrivò al miglioramento delle conoscenze dei meccanismi di immunologia ed ematologia e negli anni si assistette ad un graduale aumento degli esperimenti sugli animali, ma solo dopo il 1960 si annunciarono i primi successi reali: fu un passo spettacolare, ricordato come fantastico progresso dell'ingegno e della medicina, i medici che trapiantavano diventarono presto dei veri e propri "miti" che causarono addirittura l'aumento delle iscrizioni nelle facoltà mediche, solo la fantascienza aveva osato quello che invece stava avvenendo realmente in alcune sale operatorie. Ma se la possibilità tecnica di eseguire un trapianto sembrava ormai risolvibile, erano ancora lontani i rimedi per evitare sensibilmente il rigetto e le complicazioni, così i primi individui trapiantati sopravvivevano pochi mesi quando non pochi giorni, anche questi comunque erano considerati un successo, vista la difficoltà dell'impresa. Nel 1963 dopo numerosi tentativi infruttuosi, un chirurgo statunitense ottenne una sopravvivenza di 22 giorni in un paziente sottoposto a trapianto di fegato, mentre per il trapianto cardiaco la strada era ancora ricca di ostacoli: se riuscirono tecnicamente alcuni trapianti, non si riusciva a rendere "funzionante" un cuore trapiantato, fino ad allora servivano dei macchinari esterni e voluminosi che permettevano al cuore di fare il suo lavoro e nonostante tutto i pazienti morivano lo stesso dopo pochi giorni.
Nel 1965 esistevano 672 trapiantati di rene in tutto il mondo, era una corsa contro il tempo che anche i media seguivano con interesse, erano gli anni delle grandi scoperte scientifiche, dei primi collegamenti tra comunità distanti tra loro e dei mezzi di comunicazione che diffondevano le scoperte scientifiche più entusiasmanti e fu in questo contesto che nel 1967Christian Barnard eseguì (non senza polemiche, chi fosse interessato legga la storia del primo trapianto di Barnard, è avvincente ed a tratti misteriosa) il primo trapianto cardiaco al mondo con successo. Il 3 dicembre 1967 è realizzato il primo trapianto di cuore da uomo a uomo, ne beneficia Louis Washkansky, diabetico e cardiopatico, che riceve il cuore della 22enne Denise Darvall, deceduta in un incidente stradale. Il paziente trapiantato vive 18 giorni ma per la prima volta si parla di un uomo sopravvissuto ad un trapianto cardiaco da uomo ad uomo e con cuore del tutto "integrato" nel suo organismo (e non stimolato da macchinari esterni). Questo episodio è considerato una delle colonne della medicina moderna.

Louis Washkansky, primo trapiantato di cuore vivente, al mondo


Christian Barnard, sudafricano, autore del primo trapianto cardiaco riuscito


Denise Darvall, la donatrice del primo cuore trapiantato con successo

Il chirurgo, grazie anche ai mass media, divenne in breve il simbolo della medicina e delle sue capacità, nel mondo il suo nome era sinonimo di vittoria sulla malattia ed in ogni nazione nascevano decine di "piccoli Barnard", alcuni più interessati alla fama che al progresso medico (successe anche in Italia...), eroi spesso creati dalla TV o dai giornali. In seguito Barnard sfruttò il suo personaggio in maniera discutibile diventando in breve un argomento dei giornali da gossip (nel 1991 la sua visita in Italia in occasione di un congresso di cardiologia fu l'argomento del giorno in tutti i giornali), trattati da dei ed inseguiti per le vie delle capitali europee. Nel mondo il fermento era palpabile, tutti volevano sapere, conoscere e realizzare correttamente un trapianto cardiaco, se infatti le tecniche chirurgiche avevano permesso ormai altri tipi di trapianto, quello cardiaco rappresentava "il" trapianto per eccellenza, culturalmente, infatti, trapiantare il cuore aveva un significato anche simbolico e particolare. In realtà i primi successi erano ancora molto distanti da ciò che si può definire davvero una conquista medica ma i mass media e la voglia di "scoop" cavalcarono gli entusiasmi della gente. I pochi giorni di sopravvivenza da trapianto cardiaco furono superati alcuni anni dopo, non solo con l'affinamento delle tecniche ma anche con la scoperta di nuovi farmaci immunosoppressori.
Da quel momento in poi la possibilità di trapianto di organo quindi non era più fantasia ma possibilità reale ed i successi erano sempre più frequenti. Anche la sopravvivenza dei pazienti, inizialmente bassissima e ricca di complicanze, con il tempo diventò un fatto secondario perché ormai accettabile: si passò dai pochi giorni dell'epoca pionieristica agli anni ed infine ai decenni di oggi. Nonostante resti un tipo di chirurgia raffinata, complicata e faticosa, la trapiantologia è una realtà ormai diffusa nel mondo e del tutto affidabile, si pensi anche al fatto che negli anni '80 erano pochissimi i medici capaci di eseguire un trapianto ed i pazienti erano costretti a spostamenti lunghi, faticosi e costosi (a questo servivano le numerose "collette" che reclamizzavano i giornali del nostro paese), fino a quando qualche medico italiano non portò anche da noi questa possibilità che così si diffuse dovunque. Pensate un po': in Italia il primo trapianto di cuore avvenne il 14 novembre 1985 ad opera di Vincenzo Gallucci, cardiochirugo ferrarese, in un intervento di 7 ore su un uomo che sopravvisse per ulteriori 7 anni.
Questo portò alla necessità di regole e leggi che spesso toccano anche l'etica e la sensibilità personale e l'argomento è talmente delicato e complesso che merita una trattazione a parte. Di questo parlerò la prossima volta.
La storia dei trapianti comunque è un capitolo affascinante del progresso umano, per molte persone non vi è altra possibilità di vita se non quella di ricevere un organo in dono e nello stesso tempo l'atto del donare è una delle azioni più altruiste e delicate che possa compiere un individuo, per questo, comunque si legga questa storia, è sicuramente indice che noi uomini siamo capaci di grandi cattiverie ma anche di gesti enormemente amorevoli. Tutti dobbiamo un grazie a Denise (la prima donatrice), a Louis (il primo ricevente), a Christian (il primo chirurgo), noi italiani al prof. Gallucci, morto nel 1991 in un incidente ritornando dal lavoro ed a tutti quelli che li hanno preceduti nella lunga corsa alla ricerca di un sogno. Ancora oggi ci sono tante persone che sognano un dono ed anche per loro bisogna continuare a lavorare per riuscire a realizzarlo.

Alla prossima.

La tragica coerenza di un naturopata

$
0
0
Credo sia una domanda che si pongono in tanti: ma chi vende medicine alternative ci crede fino in fondo o è mosso solo da interesse personale?
Come sempre la verità sta nel mezzo. Il mondo dell'alternativo è molto variegato, se qualcuno è un semplice venditore di illusioni, altri sono pervasi da una sorta di "fuoco sacro" che li porta a credere ciecamente a quello che fanno fino a vedere, anche dove non ci sono, risultati, miglioramenti ed efficacia, in una sorta di "possessione" che non si risolve mai. Poi esiste (e non è poco rappresentata) la categoria dei mitomani. Sono quelli che in relativa buonafede (relativa perché utilizzano qualsiasi mezzo pur di darsi ragione) spacciano per efficace una loro "invenzione" che invece ha mostrato di non funzionare. Se l'"invasato" (colui cioè che ci crede veramente) è in genere un ingenuo che davvero è convinto di avere "poteri magici", di risolvere i problemi di salute degli altri e di aver scoperto mezzi che nessuno ha mai utilizzato, il mitomane è al contrario una persona con una forte personalità, un carattere deciso, determinato, sa benissimo che i suoi pazienti sono letteralmente plagiati dalla sua personalità e quindi sfrutta a suo vantaggio questa venerazione che resta immutata anche di fronte ad evidenti insuccessi ed incidenti. Il mitomane ha tratti spesso vicini (quando non chiaramente evidenti) alla psicosi, ricorre a temi "mondiali" (religiosi, politici, sociali) per dipingersi come un "leader" alla guida del suo popolo della malattia che combatte contro il nemico potente e subdolo (in questo caso rappresentato dalla medicina) e sono frequenti i casi di vera e propria patologia mentale, tra delirio di onnipotenza e megalomania. L'esigenza di creare un "nemico" è vitale per il guaritore che vuole crearsi un gruppo di fedeli: il leader della "crociata" non avrebbe ragione di esistere se non ci fosse nulla da combattere, creando un oppositore invece, il gruppo dell'alternativo si chiude, si rinforza e non fa un passo che non sia approvato dal leader, criticano la scienza come fosse un nemico da sconfiggere ma affermano che le loro teorie sono scientifiche, in pratica affermano di aver inventato una nuova scienza, personale (che però abbandonano quando è in gioco la loro salute).

Il venditore di illusioni invece è perfettamente cosciente di vendere sciocchezze ma conosce i punti deboli della massa, sa usare le parole giuste, ha un vero e proprio "ufficio marketing" ed utilizza qualsiasi mezzo lecito o meno per pubblicizzare la sua attività, è un commerciante, mentre ogni suo "paziente" diventa un manifesto pubblicitario ed ogni scusa è buona per acquisire nuovi clienti.
Non stupirà a questo punto ricordare come alcuni dei più noti "alternativi" pur consigliando ai loro pazienti di non sottoporsi a cure mediche per seguire i loro consigli, quando hanno avuto bisogno di cure per un loro problema di salute si sono rivolti ciecamente e senza esitazione alla medicina standard. Noto il caso di Hamer, ex medico distrutto psicologicamente dalla tragica morte del figlio, che dopo la tragedia ha iniziato a diffondere una sua "disciplina" medica inventata di sana pianta e con chiari tratti di settarismo e delirio. Hamer, affetto da tumore, si sottopose ad intervento chirurgico e chemioterapia guarendo. Un caso simile è quello di Hulda Clark, biologa americana secondo la quale i tumori erano frutto di infezioni di "parassiti" che erano curate con energia elettrica e diete molto dure. Quando fu il suo turno, dopo un maldestro tentativo di nascondere la realtà ai suoi seguaci, non esitò a ricoverarsi in ospedale ma troppo tardi, cosa che fece anche Hoxsey, guaritore americano protagonista di un'aggressiva campagna contro la medicina "del sistema" che però, quando fu colpito da tumore prostatico, non esitò ad utilizzare guarendo.
Questo succede anche tra i "piccoli imbonitori" di internet i quali si dipingono un'immagine di agguerriti nemici della medicina ma che corrono al pronto soccorso al primo disturbo.

Infine i più "estremi". Realmente convinti che sia solo la loro "intuizione" a rappresentare la cura per tutti i mali, arrivano a ridursi in condizioni di salute e di vita complicate, anche molto gravi pur di non rivolgersi alla medicina, come in una sorta di questione di principio ed anche questo rappresenta uno stato al limite della patologia mentale: queste persone vivono un loro mondo ideale e che non accetta la malattia, che non riconosce nessuna autorità e che ritiene che il "segreto" della vita sia un fatto personale e non un'ovvietà universale. La loro preparazione naturalmente è inesistente ed è basata sulla lettura di pagine internet, libri, dall'errata interpretazione di fonti mediche, da condizionamenti e da convinzioni personali. Se un medico lavorasse così compirebbe una strage, il "naturopata" non se ne rende nemmeno conto.
Un noto "naturopata" italiano, si vantava nei giorni scorsi del fatto che alla moglie, dopo una dieta "particolare", fossero tornate le mestruazioni a 70 anni. Descrive il fatto come un "successo". Per un medico questo sarebbe un grave segnale d'allarme ma il naturopata non lo ritiene tale e ne parla con entusiasmo. E' questo il segno di profonda ignoranza, il risultato di "studi" su Google, il succo di infinite letture su internet: non ci si può occupare di salute avendo letto l'indice dei motori di ricerca, non è semplicemente da irresponsabili è veramente pericoloso.
Quando si pensa ad un guaritore alternativo si descrive quasi sempre un freddo e determinato avvoltoio che pensa solo al male del prossimo ma non è sempre così, c'è chi è "coerente" con le proprie convinzioni tanto da applicare sulla propria persona e sui propri cari, le proprie idee. Il problema è che quando si parla di "energie" e "natura" per evadere dalla quotidianità o per trattare malattie banali o psicosomatiche, tutto è permesso, quando si pensa che le "energie" o la "natura" possano risolvere problemi seri, ecco che spesso accade il dramma.
Uno di questi casi è abbastanza noto, si tratta di una storia, triste e drammatica, ma che può far capire come esista gente che di fronte ad un'immagine colta, raffinata, intelligente, sia al contrario piena di lacune, ingenuità e disposta a gesti inconsulti pur di non tradire le proprie convinzioni, anche sulla propria pelle. Mi ripeto: ognuno è (fortunatamente) libero di pensare, credere e praticare ciò che gli piace di più (nei limiti della legge, naturalmente), ma quando questo condiziona le libertà degli altri o mette in pericolo la salute o il benessere del prossimo, no, non può.
Max Tomlinson, è un noto "naturopata" (titolo che in Italia non esiste mentre in alcuni stati è regolamentato), omeopata e nutrizionista, diventato famoso perché cura alcune pagine in quotidiani inglesi. Tomlinson è particolarmente legato a temi quali "l'olismo", le "energie positive" e la forza di volontà ed appare spesso come "nutrizionista" di personaggi famosi, è intervistato su temi legati alla salute, scrive per il Sunday Times ed è stato definito "il più importante naturopata inglese", promuove e prescrive l'omeopatia, prescrive diete e sostiene che la natura è sempre provvida e non sbaglia mai.
Quale momento è più naturale del parto?
Filipa, la moglie di Tom è in gravidanza e suo marito fa di tutto per convincerla a partorire a casa. Ricordo che il parto a casa (ovvero partorire senza recarsi in ospedale, generalmente assistiti da un'ostetrica), presenta un lieve rischio di complicanze superiore al parto "canonico" (oggi) in ospedale. Il problema è essenzialmente statistico (e si può estendere anche ad altri ambiti della medicina): se tutto va bene si può partorire anche in mezzo alla strada. Il problema sorge quando va male qualcosa, sorge una complicanza, cosa sempre possibile anche in un parto, evento fisiologico e naturale. In quel caso trovarsi in ospedale fa la differenza tra poter provare a rimediare o non fare nulla e quando non si fa nulla in presenza di una complicanza la natura non perdona, è un problema serio.

Il naturopata Max Tomlinson
Filipa, nonostante qualche suo dubbio, acconsente al parto in casa, per il marito il "parto omeopatico" (lui lo definisce così) è sicuro, naturale e senza pericoli.
Nelle ultime settimane però alcuni esami mostrano un peggioramento di alcune funzioni fisiologiche e a 35 settimane di gravidanza (vicino al termine quindi), i medici diagnosticano una "colestasi gravidica", ovvero un problema epatico che riflette il decadimento di altri parametri che in gravidanza, ma anche normalmente, sono fondamentali per la salute, tanto che in questi casi bisogna accelerare il travaglio di parto o ricorrere addirittura al taglio cesareo perché vi è un aumento del rischio di sofferenza fetale.
Ecco che entrano in gioco termini che l'ignoranza scientifica trasforma in terribili nemici da evitare: linee guida, statistiche, protocolli.
Secondo le statistiche, le donne in gravidanza con questa patologia hanno un rischio significativo di varie complicanze, tra le quali la morte fetale e la sofferenza fetale durante il travaglio. Sempre statisticamente è molto meno rischioso accelerare i tempi del parto che attendere. Per questo le linee guida internazionali consigliano alle donne con questo problema, un parto anticipato: indotto (ovvero somministrando delle sostanze che accelerano la comparsa del travaglio di parto) o addirittura un taglio cesareo quando la situazione è più grave.
Si è giunti a questa conclusione dopo anni di studi, comparazioni, considerazioni, le linee guida che ne seguono non sono un'"opinione" personale o un caso ma sono il risultato di tutto questo. Il "freddo" protocollo terapeutico serve proprio ad offrire l'opzione migliore tra le altre. Le procedure mediche tanto detestate dai "naturali ad ogni costo", non sono frutto di opinioni personali o invenzioni estemporanee ma il risultato filtrato, controllato e confermato di decenni di prove: la migliore garanzia di successo, ma se anche la garanzia statistica può fallire, quanto danno potrà fare un'opinione personale non suffragata da dati attendibili?

Così e proprio questa è la proposta dei medici che incontrano la coppia: indurre artificialmente il travaglio di parto un paio di settimane dopo, procedura frequente e che si decide quando il parto espone a meno rischi rispetto ad una condotta di attesa.
La coppia rifiuta ed opta per il parto "naturale" a casa, assistito da un'"ostetrica omeopata", così Tom e Filipa tornano a casa e l'uomo somministra alla moglie delle erbe che stimolano il "travaglio naturale".
"Rischiavo di rompere il nostro sogno, volevamo che nostro figlio nascesse in un ambiente calmo, naturale ed in famiglia e non in mezzo ai macchinari ed alla confusione dell'ospedale".
Ecco l'errore mentale di Tom e di molti fanatici della "naturopatia": un intervento umano che "rompe" l'ordine delle cose è visto come un'invasione, un trauma inopportuno ed inutile, anzi, dannoso. Non è così, "l'invasione" umana in un evento naturale come il parto o una malattia, è semplicemente il frutto del progresso che ci permette di sistemare quello che la natura crea spontaneamente e che non è per forza "benefico". Ma Tom, coerentemente alle sue credenze (evidentemente frutto di ignoranza ed impreparazione, nonostante sia considerato un "grande e noto naturopata"), non ci crede.

Neanche a farlo apposta, passano solo 5 ore ed il travaglio inizia naturalmente, tutto sembra dare ragione al "naturopata" ma dopo qualche ora tutto si ferma, la dilatazione del collo uterino raggiunge i 5 centimetri (fisiologicamente siamo a "metà strada", la dilatazione completa per il parto è di 10 centimetri) e le contrazioni scompaiono, passano ben 10 ore di ulteriore attesa, la situazione è grave e, nonostante la dilatazione sia progredita, non va come dovrebbe andare, la condizione della madre inoltre, espone il nascituro a rischi non indifferenti.
Solo a quel punto la coppia e l'ostetrica omeopata decidono di recarsi in ospedale (anche se non dicono ai medici ciò che era successo e che erano passate già 15 ore di travaglio, ben al di sopra dei limiti fisiologici, senza dimenticare la patologia della donna). Ma più di 17 ore di travaglio sono state fatali e Jaspar, questo il nome del figlio della coppia, sta male, ha sofferto e nasce con una paralisi cerebrale che gli provoca un gravissimo stato generale, convulsioni e la necessità di ricoveri continui. Un dramma evitabile ma non impedito solo per una questione di principio e di false convinzioni. La descrizione che il naturopata fa del figlio alla nascita è terribile e la risparmio, pensate che parla di "buchi nel cranio" e che il bambino sembrava fosse stato picchiato...la sostanza è che Jaspar, oggi un bambino, non cammina ed ha importanti problemi neurologici.

"Eravamo pronti per l'omeopatia ma non per le emergenze", dice il naturopata dichiarandosi distrutto e con un terribile senso di colpa: "rivolgetevi sempre ad un'ostetrica qualificata o ad un medico", raccomanda ai genitori che leggono i suoi articoli. "Ho un senso di colpa fortissimo perché pensavo che il parto a casa fosse l'opzione migliore per noi, se non fosse stato per me mio figlio sarebbe nato sano". La disperazione del padre è comprensibile.
Oltre il danno la beffa. Anche se Tom non ha abbandonato le "terapie naturali" (e tuttora pratica e consiglia anche rimedi non scientifici) ricorda come prima dell'incidente sconsigliasse fermamente a tutti i suoi pazienti di  assumere farmaci: "ero terrorizzato dai loro effetti collaterali ed a lungo termine", ora suo figlio Jaspar deve assumere decine di farmaci, soprattutto anticonvulsivanti e trattamenti che lo hanno costretto a chiedere un prestito finanziario ed organizzare una raccolta fondi, senza le medicine non sopravviverebbe e mantenere le esigenze del bambino ha ridotto Tom quasi sul lastrico (costringendolo a scelte anche professionali molto discutibili che hanno ridotto notevolmente la sua credibilità). L'idea del "naturale ad ogni costo" è così crollata davanti ad una tragedia. Persino l'allattamento fu impossibile ed il bambino doveva essere alimentato tramite sondino.
"Spero che questo mi serva da lezione".

Jaspar è sopravvissuto ma ha pagato con un prezzo altissimo la superficialità di suo padre che con rimorso ora avverte tutti dei pericoli del "fai da te". Ha capito anche che la natura non è "comprensiva" o "buona" come certi "alternativi" pensano, è assolutamente indifferente ai nostri desideri e le malattie, i virus, la morte, sono tutti naturali, i veleni anche. L'uomo è riuscito con il progresso a controllare e sconfiggere il male e la sofferenza, anche questo è naturale, è progresso, evoluzione, siamo il miglior risultato che possa aver dato la natura ed è il rifiuto del progresso ad essere contro natura.
Tom e Filipa hanno avuto un'altra bambina nel 2004, il parto è avvenuto in ospedale.

La storia è un triste episodio come tanti altri ma ciò che emerge è che qualcuno non riesce a capire che se esistono quei "macchinari", se esiste la scienza, il progresso o si realizzano esperimenti o studi, è proprio per controllare il corso della natura, quasi sempre benigno ma che può riservare sorprese inaspettate e tragiche.

Alla prossima.

Non_siamo_soli

$
0
0
Come sappiamo tutto è relativo. La percezione delle cose dipende dal punto di vista, noi che viviamo sul pianeta Terra ci sentiamo al "centro dell'universo" quando in realtà rappresentiamo un puntino "in mezzo" all'universo. Lo stesso succede per il nostro corpo: fisicamente e psicologicamente sembra che tutto ruoti attorno a noi, la "propriocezione" ci consente di "sentirci" vivi ma, essendo limitata nello spazio visibile, non tiene conto, normalmente, del fatto che esistono tantissime cose molto più grandi e molto più piccole di noi e queste sono sempre vicine, strettamente a contatto, addirittura vivono con noi e grazie a noi.
Guardiamoci le mani. Dopo averle lavate le sentiamo pulite, lisce e libere da impurità, così la pelle del nostro corpo, normalmente è "pulita", soprattutto dopo una bella doccia. Se cambiassimo punto di riferimento potremmo restare allibiti da quanta vita e da quanti esseri viventi abbiamo addosso. Se i nostri occhi vedessero ciò che è "piccolissimo" non ci sentiremmo così puliti come crediamo. Nulla di patologico, sono centinaia (milioni, se contiamo i batteri) gli esseri che strisciano sulla nostra pelle, in alcune zone normalmente non c'è alcun "animaletto" ma in certe occasioni anche in queste possono verificarsi vere e proprie infestazioni, in altre gli "animaletti" sono normali, ospiti abituali, molti fondamentali per l'equilibrio dell'organismo. Se la pelle non fosse infestata da batteri (normalmente inoffensivi), questi lascerebbero il posto ad altri esseri viventi che potrebbero essere pericolosi e trasmettere persino malattie letali. Altre volte questi "esserini" scelgono il nostro corpo semplicemente per comodità, prendono un "passaggio", siamo mammiferi a sangue caldo e questo basta per renderci deliziozi bocconcini, piuttosto saporiti. Gli esseri viventi che si nutrono di componenti del nostro corpo (spesso sangue) sono dei parassiti, vivono cioè grazie alla possibilità di "rubarci" delle sostanze. Non fanno nulla di male, se un insetto che succhia il nostro sangue per vivere fosse cattivo, immaginiamo come potrebbe essere definito l'uomo che per vivere deve addirittura uccidere un animale intero.

Questo è un post che provoca prurito (nella migliore delle ipotesi), quindi devo per forza inserire il bollino rosso. Chi soffre di fobia verso insetti ed animali farebbe bene ad evitare la lettura.

Inizialmente possiamo andare a controllare gli "animaletti" più grandi, quelli visibili ad occhio nudo. Non serve alcun microscopio e spesso nemmeno una lente di ingrandimento. Sono piccoli ma voraci e spietati, i parassiti "ematofagi", quelli cioè che mangiano sangue, li conosciamo per trovarli spesso addosso agli animali domestici ma non disdegnano nemmeno l'uomo. I più comuni sono le zecche e le pulci. Le prime sono piccoli animaletti (da pochi millimetri ad un centimetro) che presentano una sorta di "arpione" sull'apparato buccale e con questo si àncorano sulla pelle del prelibato prescelto. Iniettano una sostanza che facilità il loro compito e cominciano a bere il nostro sangue.

Zecca maschio con addome vuoto (pieno di sangue è molto più voluminosa)

Non si tratta in genere di parassita pericoloso ma possono sorgere delle complicazioni, sia perché il "morso" può essere irritante, sia perché può trasmettere alcune malattie, anche gravi. La zecca in genere si accomoda in zone abbastanza raggiungibili della cute ma in rari casi può infilarsi in "cunicoli" ed anfratti che rendono problematica la sua estrazione. Qui una fantastica foto di zecca che si infila nel canale auricolare di un uomo:

Zecca dentro il canale auricolare (orecchio)
Zecca sul timpano. Provoca una sensazione di "grattamento" (in inglese "crackling")
Le immagini possono provocare un senso di disgusto e raccapriccio ma sono quanto di più "normale" e naturale possa esistere, quello che non vediamo non significa non esista.

Un altro parassita ematofago è la pulce, comunissima anche in ambienti domestici. Molto piccola e capace di muoversi con salti e scatti, preferisce annidarsi in zone ricche di peli per sfuggire ai "grattamenti" che provocano i suoi morsi. La pulce ha anch'essa un potenziale pericolo perché può trasmettere malattie gravi. Difficile da riconoscere se si tratta di un esemplare unico, quando infesta zone cutanee estese è ben visibile.

Pulce al microscopio

Pulce al microscopio elettronico, un vero e proprio "mostro"
Se andiamo a cercare i parassiti di dimensioni ancora minori possiamo parlare dei pidocchi, parassiti comunissimi anche in ambienti puliti. La vita del pidocchio (parassita che può infestare cuoio capelluto, cute e zona pubica) è per certi versi affascinante: è talmente radicata la simbiosi tra uomo e pidocchio che si può affermare si tratta di due esseri che si sono evoluti parallelamente. I pidocchi sono diffusi in tutto il mondo, in qualsiasi ambiente dove esista l'uomo. Provoca prurito e dermatiti.


Pidocchio al microscopio elettronico, visibili gli "uncini" che gli permettono di ancorarsi ai peli dell'ospite
Se potessimo osservare al microscopio ciò che "cammina" sul nostro corpo resteremmo schifati della "bruttezza" di queste creature ma anche ammirati da ciò che ci circonda senza saperlo.
"Simile" al pidocchio ma più grande (fino a 0,5 millimetri) e meno diffuso è il Demodex, parassita che colpisce molti mammiferi, uomo compreso e che si annida, tipicamente, alla base di un follicolo pilifero agganciandosi con un rostro che ha sulla bocca. Provoca arrossamento, prurito ed a volte infezione.

Il Demodex, con piccole zampette ed un rostro sulla bocca.

Andiamo ancora più giù nella scala delle grandezze, ecco che ci appare l'acaro della scabbia (sarcoptes scabiei hominis), pruriginoso e contagioso ospite delle case rurali italiane che ancora oggi si rileva in molte zone del paese. La femmina del piccolo essere, dopo essere stata fecondata, scava dei cunicoli sotto la cute e "cammina" per pochi millimetri (per noi umani, per loro sono distanze enormi), determinando uno dei segni più tipici della malattia. L'animaletto è praticamente invisibile, ecco, stiamo raggiungendo dimensioni già interessanti.
Acaro della scabbia


Acaro della scabbia in microscopia elettronica

 L'acaro della scabbia non è il solo parassita che si diverte a camminarci sottopelle, anche la "larva migrans" fa la stessa cosa e dopo il contagio, avvenuto in genere in zone dove la malattia è endemica, il piccolo verme comincia a trascinarsi sotto la nostra cute passando da un punto all'altro della zona infestata. Si tratta della piccolissima larva di anchilostoma, parassita frequente nei paesi tropicali, un vero e proprio "mostro" dotato di una bocca con "denti" aguzzi che penetrano nella carne dell'involontario umano parassitato.

Particolare della testa di Anchilostoma, notare il "rostro" buccale

Anchilostoma

Ma c'è qualcosa che farà rabbrividire chi ha la fobia degli insetti (state rivalutando i ragni eh?) e chi ha già abbandonato la pagina per lo schifo. Se pidocchi, pulci e zecche possono colpire casualmente chiunque ma non per forza qualsiasi essere umano, esiste un tipo di parassita che tutti noi abbiamo attorno. Ci circonda, dorme con noi, percorre il nostro corpo di notte, lo respiriamo e ne siamo pieni, noi come i nostri vestiti, le lenzuola e le coperte. E' un mostro irresistibilmente amante dell'uomo, anzi delle sue "scorie". Questo:


Sono gli acari della polvere, inoffensivi in linea generale, possono generare dermatiti, allergie e riniti per via dell'enorme mole di detriti che lasciano al loro passaggio. Puliscono ciò che noi con il nostro corpo lasciamo in giro ma producono una tale quantità di residui che ne siamo letteralmente avvolti. Si possono trovare all'interno delle abitazioni come fuori, dovunque vi siano essere umani, infestano tappeti, mobili, stoviglie, pareti e suppellettili. Sono migliaia, dovunque, anche adesso.
Non siamo soli quindi, nemmeno quando siamo soli.

Propionobatteri che ricoprono la pelle

Batteri (stafilococchi) che circondano un pelo cutaneo

Perché se poi scendiamo a dimensioni ancora minori siamo letteralmente tappezzati di batteri, milioni, in qualsiasi angolo della nostra pelle e del nostro corpo. Inutile lavarsi, insaponarsi, disinfettarsi, dopo pochi secondi saremo di nuovo invasi da muffe, funghi, batteri e colonie in continua trasformazione. Abbiamo 10 volte più batteri nel nostro corpo di quante siano tutte le cellule che ci compongono. Non è fantastico?
Nelle zone più ricche di sebo della cute si annidano i propionobatteri, spesso inoffensivi, possono essere causa di problemi dermatologici come l'acne (che però ha raramente origine batterica, soprattutto nelle donne) o gli stafilococchi, causa frequente di dermatiti, tipici nelle zone umide i corinebatteri (che possono causare addirittura ulcerazioni cutanee), infine i proteo- ed i flavobatteri, tipici delle zone secche. Queste ultime hanno in genere minor presenza di "ospiti" rispetto alle zone umide.

Stafilococchi al microscopio
Stafilococco aureo, tipicamente presente a livello nasale
Proprio per la loro presenza e per il numero, il metodo migliore per eliminarli dalla cute (al contrario di quello che si pensa) non è "disinfettarla" (opera complicatissima, non esiste punto della cute che si possa rendere "sterile" per più di pochi secondi in condizioni "normali") ma cercare di eliminare meccanicamente (in parole povere "strofinando") i batteri dalla pelle. E' più importante strofinare bene le mani che riempirle di sapone.
Il problema è che questa pulizia dura poco. Il fatto stesso che viviamo, respiriamo, abbiamo contatti con tutto ciò che ci circonda ci riempie di altre forme di vita, ancora più evidenti se andiamo a guardare gli oggetti che tocchiamo.

Un fungo cresciuto su un telefono cellulare

Ma per concludere questo allucinante viaggio tra gli esseri viventi che infestano il nostro corpo, torniamo alle dimensioni (relativamente) più grandi. Non posso dire che si chiude in bellezza, perché quando si parla di "nematodi" (ovvero una famiglia di vermi alla quale appartiene il genere filaria), tutto può essere difficile da sopportare. Questi piccolissimi vermi possono infestare l'uomo in diversi distretti, sia interni che esterni. Muscoli, intestino, cute, organi interni e persino l'occhio. Il cosiddetto "eyeball worm" o "verme Loa Loa", è un tipo di filaria che infesta alcune zone paludose del mondo (trasmesso dalla puntura di una mosca). Il verme migra nei suoi vari stadi di sviluppo e può portarsi fino all'occhio. Prurito, fastidio, dolore e persino cecità, queste sono le conseguenze dell'infezione da filaria oculare. In letteratura sono descritti vari casi di rimozione chirurgica del "verme", atto che non può lasciare indifferenti. Per questo e visto che siamo alla fine del viaggio, ecco il "botto" finale, un piccolo animale che sta per essere estratto dall'occhio di un infettato (vi avevo avvertito, se siete impressionabili, andate via!):


Non è l'unico ospite "inusuale" della nostra pelle, esistono anche casi, molto rari ma possibili, di infestazione da larve, uova, anche di insetti che normalmente non colonizzano l'uomo ma che per "un caso" lo usano come "incubatrice". Un classico sono le larve di mosca, sono descritti infatti casi di deposizione di uova di mosca in cavità presenti nella nostra cute con conseguenti disturbi che possono essere lievi (prurito, rossore) o gravi (sinusite, dolori, infezioni). Basta, ho approfittato troppo del vostro coraggio, ma non sto parlando di fantascienza o fatti inventati, è tutto intorno a noi (cit.), limitiamoci ai parassiti che hanno la cute come principale porta d'ingresso, risparmio tutti dai vari vermi che possono infestare l'intestino, sarebbe troppo, lo capisco, ma ora abbiate il coraggio di dirmi che avete paura degli scarafaggi...
;)

Alla prossima.


NOTA di servizio: mi scuso con chi mi contatta via mail ma ricevo una quantità di messaggi difficilmente smaltibile. Leggo tutto ciò che mi arriva ma spesso non riesco a rispondere, nemmeno in maniera veloce. Sperando nella vostra comprensione, ringrazio in ogni caso per i messaggi che mi inviate.

Cento manifestanti, un servizio in tv, un professore di psicologia e 3.000.000 di euro.

$
0
0
In un momento come l'attuale, nel quale una famiglia non ottiene mutui o prestiti per bisogni essenziali come una casa, un'azienda non è pagata per i servizi che ha già prestato allo Stato ed un lavoratore deve temere di perdere le proprie certezze come il lavoro o la pensione, può essere importante segnalare come ottenere in pochi giorni 3.000.000 di euro dal governo per provare se un anonimo cittadino dice bugie o la verità. Intendiamoci, ognuno può essere libero di pensare di aver scoperto la macchina che va alla velocità della luce o l'invisibilità, può dichiarare ufficialmente di aver visitato un pianeta alieno o di avere scoperto la cura per tutte le malattie (di mitomani e millantatori è piena la storia), ma la novità importante è che ora chiunque può dichiarare ciò che vuole, troverà sempre qualcuno, anche in un governo nazionale, disposto ad ascoltarlo e sostenerlo, anche con tre milioni di euro.
Non ci vuole tanto.

Prendiamo una persona con una laurea qualsiasi, mettiamo un letterato. Immaginiamo che abbia pensato ad una cura per malattie inguaribili, non una o due, tutte, persino quelle genetiche e che questa cura abbia dei presupposti che nessuna persona al mondo, nemmeno dei premi Nobel per la medicina, sia riuscito a notare.
Supponiamo che per dica in giro che la sua cura funziona, guarisca, migliori.
Ammettiamo che, nonostante non ci siano prove, documenti pubblici, evidenze, dimostrazioni di queste guarigioni (o dei miglioramenti), una trasmissione televisiva di intrattenimento decida di pubblicizzare questa "cura per malattie incurabili", evitando almeno la prudenza dovuta e la risoluzione di pesanti sospetti a carico della società del detto letterato. Facciamo finta che, davanti all'inconsistenza di questi fatti, la comunità scientifica internazionale cerchi di spiegare in tutti i modi che non è così che si curano le malattie né si trattano le persone con disabilità.
Immaginiamo che nonostante tutto questo, uno sparuto gruppo di sostenitori (nell'ultima manifestazione se ne sono contati un centinaio), scenda in piazza per urlare il loro sostegno a questa presunta cura.
Immaginiamo pure che tutta la vicenda arrivi sui banchi del parlamento italiano ed arriviamo ad immaginare che lo stesso parlamento, fondamentalmente con il solo scopo di accontentare parte dell'opinione pubblica, decida di "sperimentare" la presunta cura, destinando un fondo di 3.000.000 di euro.

Se torniamo al letterato che ha "inventato" la cura, c'è da sapere che nonostante questo cospicuo investimento, lui continua a gridare allo scandalo, ad insultare chi lo critica (li definisce "polli starnazzanti") e a non essere d'accordo con questa sperimentazione. "Accetta con rammarico" dice, tra lo sconfitto ed dispiaciuto. Stiamo assistendo allo spettacolo di un uomo triste, rammaricato, insomma, cosa strana, visto che il governo mette a disposizione milioni di euro per sperimentare una presunta cura, nemmeno ben delineata e codificata (l'inventore ha sempre detto che "è tutto nei brevetti", nonostante non esistano brevetti ma solo domande che non descrivono correttamente la metodica utilizzata tanto da essere respinti dall'ufficio brevetti statunitense), che non ha dimostrato di funzionare, che non è messa a disposizione del pubblico o almeno della comunità scientifica, che non ha nemmeno uno studio a suo favore, che non è stata mai testata in nessun modo precedentemente e soprattutto che afferma di curare malattie che nessuno al mondo riesce a curare (in maniera decisiva). Un bel vantaggio per il professore/inventore, non si capisce quindi perché rifiuti questa bellissima (per lui) possibilità, almeno per i bambini che lui dice di voler "salvare". Guai però ad avanzare dubbi o chiedere trasparenza, oltre alle accuse di insensibilità e cattiveria potrebbero aggiungersi i sospetti di chissà quale collusione o connivenza.

Cerchiamo allora di capire cosa si potrebbe fare con quella somma, per aiutare quei cento manifestanti e tutte le altre famiglie con problemi simili e probabilmente tante altre famiglie che di problemi simili potrebbero averne in futuro. Altri siti hanno fatto questo "calcolo" ed io lo riprendo, credo sia una delle assurdità più evidenti della nuova legge.

Con 3.000.000 di euro si potrebbero pagare 80dottorati di ricerca, ovvero 80 persone che studiano le cause e le terapie delle malattie più gravi, come ha calcolato il sito Prometeus.
Con la stessa somma, potremmo costruire6sale operatorie complete di attrezzature all'avanguardia, due al nord, due al centro, due al sud Italia ed 1 sala operatoria "mobile" da spostare in caso di calamità naturale.
Per i bambini (e gli adulti) affetti da grave disabilità, uno dei problemi principali è la disponibilità di centri di riabilitazione moderni ed attrezzati, con quella somma potremmo costruirne20, modernissimi ed attrezzati, che potrebbero aiutare, sostenere e curare migliaia di bambini con malattie come la SMA, la paralisi cerebrale ed altre malattie genetiche, ma anche adulti con SLA, sclerosi multipla, autismo e traumi spinali, diffusi in tutto il territorio nazionale. Questa somma è la stessa che l'associazione italiana sclerosi multipla (AISM) ha destinato per un anno di ricerca sulla malattia.
Con la stessa somma stanziata per provare una cura che finora non ha mai curato nessuno, potremmo pagare per due anni 100tecnici della riabilitazione, fisioterapisti, psicomotricisti, tutte figure fondamentali e realmente curative per tutti coloro che hanno un problema di disabilità, magari da assumere dove ne mancano tanti (e si darebbe aiuto ai disabili e nel frattempo anche lavoro a chi lo cerca), come migliaia di progetti di assistenza domiciliare e 1000 sedie elettroniche basculanti utilissime a chi ha problemi di movimento e deambulazione.
Quintali di oggetti di uso quotidiano utili alla vita di queste persone, 90medici che per un anno potrebbero seguire da vicino la situazione di persone con malattie neurodegenerative, 120 infermieri per due anni (utilissimi!) ed anche due anni per 100 insegnanti di sostegno per chi va a scuola e non trova l'aiuto necessario, senza considerare che si potrebbero pagare anche dei corsi e degli aggiornamenti per questi insegnanti, rendendoli specializzati nel sostegno per questo tipo di problemi.
Ma guarda quante cose si potrebbero fare con quei soldi...
Chi di noi contribuenti non sarebbe felice di destinare le proprie tasse a questi fini, di vedere quei bambini e quegli adulti ricevere cure ed attenzioni dovute e necessarie, chi non sarebbe orgoglioso di un paese che destinasse parte delle sue risorse (soprattutto in un momento di crisi come questo) per aiutare chi non ha tutte le nostre possibilità, eppure tutta quella somma di denaro andrà alla "sperimentazione" di un prodotto mediatico senza basi e soprattutto senza motivi per essere preso in considerazione seriamente. Attenzione, questi investimenti andrebbero a beneficio di quelle famiglie che ne hanno bisogno, comprese quelle che accusano lo stato e gli scienziati dei crimini più odiosi e che scendono in piazza per sostenere il professor Vannoni e la sua associazione urlando "assassini" ai rappresentanti delle istituzioni, le stesse persone che possono mantenere i propri figli in vita grazie agli strumenti reali (aspiratori, respiratori, ausili ortopedici, farmaci, fisioterapia, alimenti...) messi a disposizione dal progresso tecnico e dalla scienza: insultano dei fatti concreti e sostengono un'illusione. Andrebbero pure a vantaggio di tutte quelle "associazioni", nate come funghi, che ora organizzano raccolte fondi, riunioni, collette, vendono magliette e souvenir. Sarebbero insomma patrimonio di tutti.
Il parlamento ha preso una decisione che ha concluso per il finanziamento di una sperimentazione del "metodo", servirà a capire se davvero serve a qualcosa o è solo una grande bugia ma bisogna prenderne atto, è possibile criticarla ma le decisioni istituzionali bisogna intanto rispettarle.
Strano paese il nostro però, nel quale si confonde la "libertà di cura" con il "diritto alla cura". La libertà di cura è sancita dalla costituzione, dalla legge e dalla logica: chiunque può decidere come curarsi, cosa usare per migliorare il proprio stato di salute, come spendere i propri soldi per comprare una terapia o se farla o meno (esiste anche la libertà di NON curarsi). Altrimenti non avremmo persone che vanno a Lourdes per "guarire" o non si venderebbe l'omeopatia, non esisterebbero i pranoterapeuti e sarebbe fuorilegge recarsi in Thailandia per sottoporsi ad infusioni di cellule staminali.
Il "diritto alla cura" è ben altra cosa: tutti i cittadini hanno il diritto di poter accedere alle migliori cure a disposizione e lo Stato le mette a disposizione. Per questo motivo con le tasse di ognuno di noi si pagano le cure per tutti. Basta recarsi in ospedale e chiunque ne abbia bisogno, da un pronto soccorso ad un ricovero, da una terapia ad un intervento chirurgico, lo otterrà "gratuitamente". In Italia dunque, come in questo caso, il diritto alla cura come la libertà di cura sono perfettamente rispettati: chi ha bisogno accede pubblicamente alle cure già disponibili, chi cerca cure non provate o pseudocure, le paga di tasca sua e nessuno potrà impedirgli di effettuarle.
Nel caso delle staminali non si tratta neppure di "cura compassionevole", visto che per rientrare in questo tipo di inquadramento, una terapia deve aver superato una serie di test e prove che le staminali di Vannoni non hanno neanche sfiorato: non si capisce a questo punto nemmeno perché qualcuno abbia autorizzato le attività di Vannoni in una struttura pubblica (l'ospedale di Brescia).
Le staminali non sono un'invenzione di Vannoni, questo sia chiaro, né Vannoni ha mai saputo spiegare o mostrare effetti "particolari" delle sue preparazioni, tutto si è svolto come in un grande spot pubblicitario, visto che l'ha detto la TV, un'intera nazione ne sovvenziona la sperimentazione, non si è arrivati a questa decisione per altri motivi, né per evidenti miglioramenti dei soggetti ad oggi in cura.
Bisogna ricordare anche che i pazienti che hanno usufruito dei trattamenti di Vannoni (compresa la piccola Sofia, la bambina la cui storia ha dato inizio a tutta la vicenda) non hanno mai interrotto le terapie già in corso, quelle di sostegno, la fisioterapia, non vi è insomma nessuna prova che la "cura Vannoni" abbia avuto il benché minimo effetto positivo su queste persone, eppure la nostra nazione lo degna di interesse.

Fanno un po' di tenerezza a questo punto, tutte le persone che ritengono "miracolose" altre pseudocure, nessuno è riuscito ad ottenere ciò che la Stamina foundation (la società di Vannoni) ha ottenuto, nessuna sperimentazione per i viaggi a Lourdes o dei trattamenti sotto la piramide energetica, nessuno pensa agli anelli dell'immortalità o ai guaritori filippini. Le testimonianze ci sono (anche molte di più di quelle relative a questa vicenda), gli "operatori" garantiscono i risultati. Perché "Stamina" sì e loro no? Sembrano dei dilettanti tutti quelli che parlano di "cure segrete" ed "infallibili" in confronto a ciò che è riuscito ad ottenere il professore di psicologia lanciato dal programma "Le Iene".
Non perdano la speranza comunque, in Italia tutto può accadere.

Lo sanno i nostri governanti, evidentemente, perché grazie a loro, siamo arrivati  a questo punto (e dobbiamo quasi tirare un sospiro di sollievo, visto che c'erano possibilità peggiori) che vedranno come, qualsiasi dovesse essere il risultato della sperimentazione, non sarà accettato né da Vannoni né dai suoi seguaci.
Dopo settimane di "tam tam" mediatico insomma, siamo giunti al primo capolinea: si sperimenterà il "metodo Vannoni". Intanto questo può servire a capire a chi è troppo giovane l'atmosfera che si respirava ai tempi dell'altra pseudocura sperimentata a nostre spese, la "cura Di Bella", anche in quel caso manifestazioni, politici in pieno fermento e trasmissioni che rilanciavano la notizia e miliardi spesi per ottenere un nulla di fatto e centinaia di morti.
Ho già detto che in fondo al cuore resta la speranza che per qualsiasi motivo questa sperimentazione dia esito positivo, scambierei volentieri la mia incredulità con la salute di uno di quei bambini, però è anche vero che se i risultati fossero negativi più di una persona dovrà farsi un esame di coscienza. Si è parlato di cura, guarigione, salvezza, si sono disprezzati scienziati, esperti, famiglie e bambini, sono arrivate anche minacce ed insulti. Il protagonista indiscusso di questa storia è uno solo ed in ogni caso, alla fine, sarà stato lui a guadagnarci, qualsiasi sia il finale, perché qualcuno glielo ha permesso. Questa persona dice di aver trovato una cura per malattie incurabili e che questa cura la conosce solo lui e può essere "preparata" solo da lui (ovvero nei suoi laboratori). Basterà aspettare per conoscere la verità.
Un solo consiglio mi sento di dare al prof. Vannoni: la smetta di lanciare comunicati su Facebook, secondo me non le fanno onore, sembrano propaganda spicciola e nessuno deve arrivare a pensare che a lei interessi più la propaganda e smuovere le masse più che dimostrare che la sua cura funzioni. Si metta a lavorare in silenzio e provi finalmente al più presto di avere ragione. Se ne ha.


Davide Vannoni, avrebbe trovato la cura per malattie incurabili.

Alla prossima.

==

Nota aggiuntiva:

Interessante conoscere le obiezioni di Vannoni alla sperimentazione proposta, il professore, purtroppo, si contraddice ripetutamente e mostra di non conoscere bene né la biologia né le norme e nemmeno le regole di preparazione di cellule staminali, non essendo uno scienziato non sarebbe suo dovere, ma proprio per questo il buon gusto gli imporrebbe di non parlare di cose che non conosce (ed anche di non dipingersi come "inventore di medicine"), ma se siamo arrivati a questo punto, andiamo fino in fondo.

Per capire il livello di scuse obiezioni di Vannoni alla sperimentazione serve anche rispondere a ciascuna di esse, per questo, accanto alle obiezioni, è utile leggere le parole del prof. De Luca, esperto di staminali che con questo tipo di cellule ha letteralmente ridato la vista ai ciechi (e lo ha dimostrato...). Leggeremo gli argomenti di Vannoni e quelli di uno scienziato, così, giusto per farci un'ulteriore idea di chi è che dice cose ragionevoli.
Ecco le motivazioni pubblicate su Facebook (il prof. Vannoni ha proprio un'allergia al parlare di medicina in posti "consoni") che secondo Vannoni invaliderebbero la sperimentazione controllata con le relative risposte del prof. De Luca (riportate in corsivo subito dopo le parole di Vannoni, alcune risposte riguardano più obiezioni):
Nota: il laboratorio GMP: è un laboratorio dotato di precisi requisiti precisi tecnici, di sicurezza ed organizzazione (GMP=Good Manufactoring Practice, buone norme di lavorazione, sono una serie di regole che massimizzano i risultati e minimizzano i rischi di una procedura)

Davide Vannoni: Perchè la metodica Stamina non potrebbe essere utilizzabile in un laboratorio farmaceutico (modalità GMP)

1. Tutti i media di coltura utilizzati dal protocollo Stamina non sono GMP, modificarli per adeguarli ad una produzione farmaceutica crerebbe un prodotto cellulare differente che non sarebbe mai stato applicato sull'uomo a differenza di quello prodotto con il protocollo Stamina, che, seppure ancora da sperimentare pienamente, non ha mai dato effetti collaterali ed ha dato risultati significativi su singoli pazienti.


Michele De Luca (Professore Ordinario di Biochimica e Direttore del Centro di Medicina Rigenerativa Stefano Ferrari dell’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia):
Tutte le colture cellulari usate in tutto il pianeta per scopi clinici possono essere (e sono) coltivate in GMP, incluse le staminali mesenchimali oggetto di oltre 300 sperimentazioni cliniche ufficiali. Tutti i componenti dei terreni di coltura possono facilmente essere adeguati alle GMP. Stamina continua a dire che il suo metodo “è scritto nei brevetti”. Tutto quello che è scritto nelle domande di brevetto può essere riprodotto in GMP. In nessun caso una procedura GMP crea un prodotto differente per attività biologica da quello prodotto in condizioni non controllate. Crea solo un prodotto più sicuro. Se il prodotto non può essere fatto in GMP, allora il metodo non è utilizzabile in nessun Paese occidentale, e quindi non può essere riprodotto fuori dall’Italia. Se viceversa un prodotto cellulare è efficace solo se prodotto in condizioni che mettano potenzialmente a repentaglio la sicurezza del paziente, vuol dire potrebbe essere tossico. Un rischio anche se potenziale dal punto di vista deontologico è ingiustificabile. 

2. La procedura di differenziazione si completa durante le ultime tre ore prima dell'infusione e deve, quindi, essere svolta nell'ospedale in cui si svolge l'inoculazione. Ciò potrebbe avvenire nei laboratori dei centri trapainti presenti negli ospedali in cui si svolge la terapia, onde evitare spesso pericolosi spostamenti a pazienti in gravi condizioni.
6. I laboratori per trapianti, come è, ad esempio, quello di Brescia, sono laboratori sterili, a pressione positiva dotati di cappe a flusso sotto le quali operano i biologi in condizioni di altissima sterilità. Esistendo omologhi di tali laboratori in tutti gli ospedali in cui si fanno trapainti, il materiale sarebbe facilmente trasportabile e si potrebbe scongelare in diversi ospedali senza dover muovere i pazienti, mentre non avrebbe senso fare una parte della lavorazione in un laboratorio farmceutico per poi finirla in un laboratorio non farmaceutico.

Non esiste la possibiltà biologica che una qualsiasi cellula si trasformi in una cellula completamente diversa in solo 3 ore. In ogni caso, se il differenziamento è stabile, deve rimanere dopo 3 ore. Se il differenziamento è instabile, allora non esiste nessuna verifica che sia stabile dopo la somministrazione. 

3. La composizione dei terreni di coltura varia ogni 2 giorni in base all'andamento dello sviluppo cellulare tipico di ogni linea cellulare (di ogni paziente), ciò non è compatibile con i protocolli rigidi previsti nelle cell factories GMP.

Qualunque variazione dei terreni di coltura durante la produzione delle cellule può essere fatta in GMP; basta prevederla in quelle che si definiscono procedure ordinarie standard. Non è invece concepibile che la variazione sia decisa in modo estemporaneo e casuale. In base a quale parametro vengono modificate le condizioni di coltura, e in base a quali dati si identificano le variazioni necessarie per ogni coltura e per ogni paziente? E in che cosa consiste il “metodo”, se il metodo cambia ogni volta, anzi ogni due giorni, e nessuno sa in che modo? Visto che queste modifiche non sono descritte ne’ nelle richieste di brevetto, ne’ altrove, come si fa a sapere che la metodica sia riproducibile. In altri termini chi garantisce che Stamina non aggiunga o abbia aggiunto altri farmaci o altre cellule al materiale che viene infuso ai pazienti? 

4. Ogni stanza (camera bianca) di un laboratorio GMP contiene un solo incubatore con all'interno una sola linea cellulare (un solo paziente), quindi una cell factory di grandi dimensioni (10 camere bianche) potrebbe produrre al massimo, con la metodica stamina, cellule utili per la terapia a 10 pazienti, per un totale di 120 pazienti all'anno. Quantità assolutamente incompatibile con la numerosità dei pazienti in attesa, affetti da malattie orfane di farmaci.
7. Nei laboratori per trapianti si possono utilizzare più incubatori contemporaneamente, ponendo una sola linea cellulare per ogni piano (circa 4 linee cellulari per incubatore). Sono, inoltre previste sia la tracciabilità di tutti i media di coltura utilizzati, sia la descrizione delle procedure, sia approfondite valutazioni sul prodotto cellulare finito prima di essere iniettato (analisi di sterilità, caratterizzazione delle linee cellulari, telomerasi, vitalità cellulare), allo stesso modo in cui potrebbbero essere svolte in un laboratorio farmaceutico.

Non è vero che un singolo laboratorio GMP contiene un solo incubatore con all'interno una sola linea cellulare. È sufficiente adottare le procedure previste per poter coltivare le cellule di diversi pazienti in un singolo laboratorio, che può contenere certamente più di un incubatore. 

5. I costi per la produzione in un laboratorio GMP lievitano di circa 12 volte, così, se una linea cellulare prodotta in un labotratorio non farmaceutico, con la metodica Stamina costa tra i 5000 e gli 8000 Euro, in un laboratorio GMP verrebbe a costare circa 60.000 Euro. Visto che i costi di produzione cellulare sono a carico di Stamina, allora risulterebbe più etico continuare a produrre le linee cellulari presso gli Spedali Civili di Brescia dove, con le pronunce dei Giudici del Lavoro, si potrebbero curare un maggior numero di pazienti con lo stesso costo di produzione.

La sicurezza dei pazienti non può essere misurata in migliaia di euro. Dal momento che Stamina sostiene che il suo metodo può essere applicato a tutti i malati rari (circa 8000 malattie rare con almeno 1 milione di pazienti in Italia) la maggior parte dei quali non sono in pericolo di vita, è essenziale avere una coltura che sia sicura, per evitare di creare un danno in un paziente già di per sé debole. Lo Stato ha offerto di coprire i costi della sperimentazione in GMP. Stamina sostiene che si deve risparmiare a scapito della sicurezza dei pazienti, e in violazione della legge, perchè le spese per la produzione di cellule sono a suo carico. Lo Stato invece ha offerto di coprire i costi per 3 milioni di euro, per produrre le cellule in sicurezza a vantaggio dei pazienti, e non per “ stendere i protocolli di valutazione”, come è ovvio. È in grado Stamina e il suo finanziatore Medestea di coprire i 144 milioni di euro necessari a trattare, senza sperimentazione formale, e senza GMP, i 18000 pazienti di cui Stamina parla, al costo di 8,000 euro a paziente che Stamina indica?

6. I laboratori per trapianti, come è, ad esempio, quello di Brescia, sono laboratori sterili, a pressione positiva dotati di cappe a flusso sotto le quali operano i biologi in condizioni di altissima sterilità. Esistendo omologhi di tali laboratori in tutti gli ospedali in cui si fanno trapainti, il materiale sarebbe facilmente trasportabile e si potrebbe scongelare in diversi ospedali senza dover muovere i pazienti, mentre non avrebbe senso fare una parte della lavorazione in un laboratorio farmceutico per poi finirla in un laboratorio non farmaceutico.
7. Nei laboratori per trapianti si possono utilizzare più incubatori contemporaneamente, ponendo una sola linea cellulare per ogni piano (circa 4 linee cellulari per incubatore). Sono, inoltre previste sia la tracciabilità di tutti i media di coltura utilizzati, sia la descrizione delle procedure, sia approfondite valutazioni sul prodotto cellulare finito prima di essere iniettato (analisi di sterilità, caratterizzazione delle linee cellulari, telomerasi, vitalità cellulare), allo stesso modo in cui potrebbbero essere svolte in un laboratorio farmaceutico.


Non è vero che i laboratori per trapianti siano uguali ai laboratori GMP per le colture cellulari. Il Centro Nazionale Trapianti che li coordina in tutta Italia ha affermato che queste cellule sono farmaci e non tessuti e che i centri trapianti non hanno la competenza ne la capacità per lavorare queste cellule. Lavorare in GMP non significa solo avere una determinata tipologia di laboratorio. Significa adottare tutta una serie di procedure a garanzia del paziente. Procedure che garantiscono, nel caso delle colture cellulari, di somministrare al paziente un prodotto sicura e efficace Non è certo a spese di Stamina, che il sottoscritto dirige una Cell Factory Autorizzata in GMP, attraverso la quale ripristina da molti anni con cellule staminali vere, la vista di chi l’ha perduta (Rama et al., N. Engl. J. Med. 2010, 363:147-155). Sarà forse invece a spese dei cittadini che Stamina potrà sperimentare il suo "metodo"; se il Parlamento sovrano così decidesse ne prenderemo atto senza nessuna intenzione di chiedere degli sconti sulle regole di sicurezza.

Due appuntamenti

$
0
0
Ci sono due appuntamenti da non mancare per chi è interessato ai temi scientifici, alla corretta informazione, alla medicina ed agli argomenti che tratto nel blog.
Si svolgono ambedue tra pochi giorni.
Il primo mi riguarda direttamente: organizzato dal Cicap e dall'Unione degli universitari (UDU) dell'università di Padova, terrò una conferenza presso il Complesso Biologico Interdipartimentale (Università di Padova) "A. Vallisneri" in via Ugo Bassi 58/b, a Padova, una mappa la potete trovare qui. Il titolo è: "Esiste una medicina alternativa?".
Il convegno ripercorre gli argomenti che chi mi segue è abituato a leggere sul mio blog: la medicina e le sue regole, il metodo scientifico, i "trucchi" dei ciarlatani (e di quelli in "camice bianco", molto più pericolosi), guaritori famosi ed esempi del progresso medico. Un convegno che ho già tenuto l'anno scorso sempre a Padova e che ha già suscitato molto interesse.



In occasione della parte che descrive i progressi medici, mostrerò qualche strumento ostetrico del passato (nemmeno tanto lontano), così da "toccare con mano" i progressi della medicina.
Non sono previsti video post-evento.

Il secondo appuntamento è a livello nazionale.
Con pochissimi mezzi e tanta forza di volontà, un gruppo di giovani studenti, ricercatori e scienziati di tutta Italia, si impegneranno nella "Italia unita per la corretta informazione scientifica", un evento che si svolgerà in contemporanea in molte città italiane e che prevede un primo momento di mattina che sarà un "flash mob", ovvero una sorta di "performance" simbolica che ha lo scopo di sensibilizzare i passati ed invitarli al cuore dell'evento che si svolgerà il pomeriggio in tutte le città coinvolte. Il momento centrale, infatti, è rappresentato da una serie di conferenze di scienziati, esperti, ricercatori in vari campi della scienza che faranno chiarezza e risponderanno ai dubbi su argomenti scientifici attuali, come la sperimentazione animale, le vaccinazioni, il metodo scientifico, gli OGM, i terremoti, le cellule staminali ed altro. Stanchi delle sciocchezze che si leggono su internet? Partecipate: lamentarsi senza partecipazione è come urlare in una stanza vuota.


Una mappa con i luoghi e gli argomenti la trovate qui, sul sito dell'associazione ("Pro-test") che ha organizzato la giornata. Io parteciperò in veste di "ospite" non relatore alla giornata di Padova. Sarò uno spettatore e se servisse potrei pure intervenire.
Le conferenze saranno l'occasione di sentire dalla viva voce di chi si occupa di questi argomenti, informazioni chiare, scientificamente corrette, oneste, sugli argomenti che ci stanno più a cuore, puliti dal "rumore di fondo" della pseudoscienza, dei "ricercatori dell'università di Google" e dei disinformatori.
Partecipare non ha solo un valore culturale ma anche simbolico: la buona riuscita della manifestazione significherebbe che tanta gente in Italia ha bisogno di informazioni scientifiche serie e professionali. A Padova ci sarà la dott.ssa Nadia Malavasi, presidente dell'associazione Thalidomici Italiani, che parlerà proprio del "caso Thalidomide" che tanto fece scalpore negli anni scorsi, a Milano il dott. Piero Morandini che discuterà di OGM, interessante anche l'incontro di Roma, con il dott. Alessandro Amato, direttore Centro Nazionale Terremoti dell' INGV, sulla "prevedibilità" dei terremoti (a Matera addirittura un "pro e contro" gli OGM con le due parti a confronto), questi ed altri argomenti e relatori ci faranno prendere una sana boccata di "buona scienza" che manca troppe volte dalle nostre parti. In alcune città, al termine del pomeriggio "congressuale", si terrà una fiaccolata simbolica per sensibilizzare la cittadinanza sul problema della corretta divulgazione scientifica e sulla figura del ricercatore, ormai quasi un "carbonaro" se si seguono certi deliri del web.

Credo che sia giunto il momento di dare voce alla scienza, questo è solo un piccolo passo per la cultura italiana ma un grande passo per l'informazione (cit.). Il grande sogno è quello di diffondere la scienza il più possibile e fare in modo che anche chi guida le scelte di un paese abbia una base culturale basata su fatti e non su "like" su Facebook. I "casi staminali" succedono anche per questo.

Naturalmente l'alternativa è chiudersi a casa a guardare Voyager, ma poi non vi lamentate...
;)

Ci vediamo lì.

I pericoli della cattiva scienza, le speranze della buona

$
0
0
A volte ci ridiamo su, altre ci arrabbiamo, se fa quasi tenerezza il povero cartomante ormai invecchiato che ha un paio di clienti da una vita che sfogano con lui le proprie insicurezze, fa rabbia il guaritore senza scrupoli che pur di portare a casa la pagnotta vende "cure anticancro" fidandosi della disperazione della gente.
Ma non c'è solo la medicina ad essere attaccata, sporcata, graffiata dai ciarlatani, è la scienza in generale, gli imbonitori esistono in ogni campo e quello scientifico ne attira sempre in abbondanza, l'ignoranza scientifica è diffusa e lo è in tutto il mondo, a volte in maniera preoccupante.
Noi italiani facciamo a gara per essere i peggiori (da noi gli investimenti per l'istruzione e la cultura sono ridotti al minimo), ma esempi di cattiva scienza, pseudomedicina, falsa tecnologia, sono all'ordine del giorno dovunque e non rappresentano solo un simpatico fenomeno di costume o un ridicolo retaggio del nostro essere creduloni o sognatori, condizionano la nostra vita, la politica, il futuro, le opinioni, insomma, possono davvero creare disastri.
In Italia abbiamo chi "prevede i terremoti", chi vende cure ridicole come "innovative", chi spaccia motori a scoppio per "energie rivoluzionarie", ma anche all'estero si inventano "nuove cure" che poi si dimostrano bufale, studi scientifici che poi sono truffe, pericoli che non esistono.

Naturalmente, come in Italia, dovunque esiste una comunità scientifica che "avverte" degli errori, mette in guardia dai pericoli, critica cure mediche non sperimentate o condanna allarmi ingiustificati ma questo fa meno notizia, un allarme ben assestato ed urlato dovunque è molto meglio di una rassicurazione pacata.

Il pericolo delle false scienze è quotidiano, si insinua nella nostra vita in silenzio. Liquidare tutto con "sono sciocchezze" è pericoloso e lascia la strada libera a fenomeni da baraccone che si autodichiarano "scienziati".
In genere questi imbonitori iniziano su internet, consci della capacità di diffusione e dalla velocità del mezzo, su migliaia di persone che leggono ci sarà sempre quello che ha il contatto giusto e la conoscenza utile e così da internet si arriva al giornale, poi al libro ed infine, perché no, al politico (che tanto parlare di "cose scomode" fa tanto "figo").
Che in parlamento si arrivi a parlare di UFO, scie chimiche o pseudocure contro il cancro fa poca differenza, il succo del discorso è che le sciocchezze ci mettono un attimo a diventare "scienza" e serve tantissimo sforzo per smentirle, senza considerare il fatto (non secondario) che se un rappresentante di un governo spaccia per "attendibili" delle vere e proprie sciocchezze, crea un allarme sociale ingiustificato, pericoloso e ridicolo.
Guai poi a mettersi contro certi "scienziati alternativi", rappresentano il "nuovo", il progresso, smentirli non significa spiegare a chi non mastica certi argomenti che sono solo dei singoli che tra mitomania e voglia di arricchirsi hanno trovato il canale giusto, ma che "se qualcuno li contrasta chissà cosa c'è sotto"...
Proprio per questo sono animali rari quei politici che ignorano queste sciocchezze, perderebbero consensi, voti, appoggio, gli ignoranti nel nostro paese sono una forza enorme.
Eppure se qualcuno avesse il coraggio di esporsi, di affermare seriamente come bisogna mettere un limite alle pseudoscienze, alle superstizioni, lo farebbe prima di tutto per i suoi figli, per il loro futuro e soprattutto per il paese, che è quello che gli ha dato il mandato di "governare".
Eppure, se solo si educasse alla scienza, ai piaceri della scoperta, al fascino dell'apparentemente complicato, la nostra nazione crescerebbe, migliorerebbero la percezione della realtà, le capacità individuali e comuni, l'ammirazione per ciò che è bello e utile, servirebbe a tutti, un voto è per una volta, la cultura per sempre.
C'è un altro aspetto che molti sottovalutano liquidando tutte queste cose come "sciocchezze" o roba da invasati: lentamente, gradualmente, in modo subdolo, la cattiva scienza condiziona la vita di un paese e potrei fare un elenco infinito di frodi, superstizioni, comportamenti antiscientifici che hanno causato morti, povertà ed arretratezza nel nostro o in altri paesi.
Per quanto riguarda l'Italia, è recente il caso del tecnico che prevede i terremoti, non lo ha mai provato, non ne ha indovinato uno, non ha confrontato le sue ipotesi con gli scienziati che si occupano di sismologia: pensa di avere ragione e finisce lì.
Ma in realtà non "finisce lì", visto che qualcuno ci crede, che prima o poi a forza di "prevedere terremoti" qualche previsione riuscirà (e quindi apriti cielo, aveva ragione!), che c'è chi si fa prendere (giustamente) dal panico e c'è persino chi invita questa persona nelle scuole a tenere conferenze rendendole anche "dignitose" tanto da rilasciare crediti formativi.
Follia?
Una delle tante. Se c'è il tecnico che "prevede terremoti", c'è il letterato che cura tutte le malattie genetiche (e non solo). Anche lui non lo ha mai dimostrato ed in fondo non ha mai nemmeno detto quali sarebbero queste proprietà fantastiche della sua invenzione a base di cellule staminali.
Chiusa lì? Un mitomane come tanti?
Macché, ha mosso le piazze, i mezzi di informazione, la politica e pure i nostri soldi, visto che saranno stanziati 3.000.000 di euro per provare se la sua idea funziona o meno.
Dietro di loro una lunga coda: chi ha scoperto la "fusione fredda", chi dice di avere scoperto reperti alieni, chi sostiene che i vaccini sono inutili, chi cura il cancro con il bicarbonato...sono in tanti, tutti con il loro numeretto per stare in coda, basta fare un po' di confusione, urlare al complotto e prima o poi qualcuno si accorgerà di loro.
Non è un problema solo italiano, noi siamo abituati a piangerci addosso e sentirci i peggiori del mondo (è solo un luogo comune?), ma in qualsiasi paese del nostro pianeta esistono pseudoscienziati che dicono di aver rivoluzionato la scienza ma che poi si rivelano semplicemente degli psicotici in cerca di fama (e di soldi).
In Sudafrica ci fu addirittura un presidente della repubblica che diede credito alle bufale sull'AIDS. Thabo Mbeki infatti, inserì Peter Duesberg, noto scienziato "dissidente" che nega il legame tra virus HIV e malattia, in una commissione che doveva fronteggiare l'epidemia di AIDS che colpiva il paese. Il presidente Mbeki, nonostante le critiche delle organizzazioni sanitarie di tutto il mondo, consigliava (anche tramite il suo ministro della sanità) di abbandonare le terapie scientifiche per sottoporsi a "cure" tradizionali ed erboristiche, vere e proprie stregonerie. Ancora più stupefacente fu il fatto che il ministro della sanità successivo, che invece incoraggiava le politiche sanitarie scientifiche, fu rimosso dall'incarico con varie scuse. Neanche a dirlo, proprio negli anni di Mbeki, i casi di AIDS in Sudafrica assunsero un significato allarmante ed aumentarono vertiginosamente i decessi. Nel 2007, circa 5.700.000 persone erano sieropositive, quasi la metà dei decessi dell'intero paese erano dovuti all'AIDS, cifre che il governo cercava di nascondere. Con la fine del mandato di Mbeki, iniziò di nuovo la somministrazione di terapie efficaci e, lentamente, i decessi iniziarono a diminuire ma molto più lentamente diminuiscono i casi di infezione, visto il forte carattere culturale della prevenzione e l'eredità della propaganda antiscientifica.

In Inghilterra un caso limite.
Uno strumento per identificare materiali esplosivi, venduto ed utilizzato da molte forze armate del mondo, dal costo dai 7000 ai 60.000 euro a pezzo, l'Iraq ha speso 40 milioni di dollari per equipaggiare le sue truppe con questo aggeggio.
Usato nei punti di controllo e nei posti di blocco di molte zone di guerra, il "cercabombe" doveva evitare proprio la presenza di esplosivi che qualcuno poteva portare per attentati o delitti. Eppure questi attentati, pur in presenza del "bomb detector" avvenivano lo stesso causando vittime e morti, fino a quando qualcuno non si chiese "ma non è che non serve a nulla"?


Il dispositivo "antibomba" (in mezzo) e due "cercapalline" da golf

Non serviva a nulla infatti ed il suo creatore lo sapeva. L'apparecchio non aveva nulla di tecnicamente e scientificamente attendibile, il suo stesso meccanismo di funzionamento era inattendibile e non vi era alcuna possibilità reale che questo aggeggio scovasse bombe o esplosivi, era un vero e proprio "giocattolo" non funzionante.
Era stato costruito sul modello di un "cerca palline" usato in certi campi da golf e come principio usava quello dei rabdomanti (i cercatori d'acqua con la "bacchetta"), non vi era nessuna fonte di energia e l'apparecchio si caricava con una fantomatica energia elettrostatica scatenata dallo strofinìo dei piedi dei soldati che producevano camminando. Una prova tecnica ha dimostrato che lo "scovabombe" trovava esplosivi solo quando l'utilizzatore sapeva che erano presenti, quando non ne era a conoscenza i risultati erano del tutto casuali.

Una vera e propria bufala insomma, senza alcuna base scientifica, che ha causato danni economici ed umani e che ha avuto credito in ambienti istituzionali e militari (e chi l'ha inventata è stato condannato a 10 anni di galera per truffa, almeno questo). Se fosse stato un errore, pur terribile, può succedere a qualsiasi essere umano, ma come accade quasi sempre, chi diffonde una bufala SA che si tratta di una truffa e si affida all'ignoranza del "cliente" per trarre profitto.


Di ciarlatani quindi è pieno il mondo, qui in genere analizzo quelli che riguardano la medicina, ma esistono in tutti i campi, si dipingono sempre come geni incompresi, come salvatori dell'umanità, ma sono sempre e solo dei mitomani senza nessuna genialità se non quella dell'interesse personale.

Naturalmente guai a chi si permette di far notare che questo o l'altro ciarlatano siano solo dei pazzi trascinatori di folle, si grida allo scandalo, alla chiusura mentale, al boicottaggio e se si insiste iniziano le minacce (di denuncia, fino a quelle fisiche) e naturalmente quando una persona perbene si sente minacciata, il più delle volte si rende conto di avere di fronte un delinquente e visto che con i deliquenti è meglio non averci a che fare si rinuncia, si abbassano i toni, si evita di parlarne ed il delinquente diventa ancora più grosso: "visto? L'ho zittito, è solo un calunniatore". Una sorta di bullismo scientifico.

Bisogna dire che negli ultimi mesi si assiste ad una sorta di "presa di coscienza" del problema, soprattutto a carico delle istituzioni e degli scienziati, probabilmente stanchi di vedere insultato il loro lavoro e stufi di sentirsi paragonati a veri e propri venditori di nulla. Sono nati così dei portali ufficiali, delle associazioni, dei movimenti, che raccolgono le menti migliori, i giovani (ed i meno giovani!) più promettenti, del nostro paese. Il loro scopo è quello di informare correttamente, di sconfiggere i pregiudizi e l'ignoranza, di ragionare senza delirare.
Tutto questo è beneaugurante ed ultimamente gli esempi aumentano sempre di più: in un impeto di soddisfazione, qualche giorno fa, parlando con una conoscente le ho detto che uno dei miei desideri si sta avverando, il fatto che finalmente le istituzioni, il mondo scientifico italiano ed i singoli scienziati, abbiano cominciato a parlare con tutti, con il cittadino informato e con quello che non sa, spiegando, con pazienza e passione e sfruttando proprio quel canale che è diventato un vero e proprio immondezzaio pseudoscientifico.
Lo scienziato supponente e superbo (ne esistono ancora tanti, soprattutto in ambienti universitari) ha vita breve, verrà sommerso da chi sa parlare, condividere, diffondere.
La cultura della comunicazione via web per il mondo scientifico italiano è relativamente nuovo, all'estero blog come il mio ne esistono tanti e da diversi anni, alcuni anche storici e che hanno trasformato i medici che li gestiscono in veri e propri "divi" della comunicazione, come nel caso di Orac o Ben Goldacre. L'esempio di quest'ultimo è evidente: da medico, poi da bloggerè riuscito prima a diventare uno dei più venduti scrittori di saggi inglese e poi un vero e proprio "opinion leader", tanto da aver dato inizio alla campagna "All trials", che chiede alle aziende farmaceutiche di rendere pubblici i loro dati relativi alle sperimentazioni. Goldacre è passato dallo smontare le ciarlatanerie, l'omeopatia e le pseudoscienze alle ciarlatanerie della medicina "ufficiale" ed ha scoperto e rilevato quei trucchi che nessun altro aveva avuto il coraggio di rivelare. Ha saputo parlare di quello che nessuno sa raccontare, così anche le riviste scientifiche più rinomate e le società mediche più quotate, si sono rivolte a Goldacre per imparare a comunicare. Pensate che ci sia stato uno solo dei tanti siti "anti sistema" e complottisti che abbia parlato dei fatti (sconvolgenti per certi versi) di Goldacre?
Nemmeno uno: quelli si occupano di UFO, cure segrete per il cancro e scie chimiche, esattamente come i nostri parlamentari.
Doppio lavoro così, chi vuole divulgare buona scienza deve occuparsi di quella cattiva e di quella cattiva travestita da buona, mentre "lì fuori" si scannano per vedere se in Italia nascondiamo corpi di alieni o se è vero che un signore guarisce tutte le malattie del mondo.

Da noi in Italia abbiamo aspettato troppo (quando ho iniziato c'era anche chi si chiedeva "ma è un vero medico?" tanto era strana la figura del medico "di guardia" sul web) ma qualcosa si sta mettendo in moto e  ritengo questo fenomeno molto positivo ed incoraggiante.
Per quanto riguarda il contrasto alla spazzatura antivaccinista sono due i portali nati nelle ultime settimane, il primo ad opera della ASL di Rimini ed il secondo della Società italiana di Igiene, informativi, utili, veloci, quello che serve per smentire le bufale che si diffondono sul web (ambedue hanno addirittura una sezione apposita). Nel mondo della ricerca c'è un'associazione che informa e sensibilizza sulla sperimentazione animale (che troppe volte è vittima di strumentalizzazioni ed ignoranza), si chiama Pro-Test. Questi gruppi, oltre a divulgare informazione corretta, organizzano manifestazioni, riunioni e di loro si parla anche fuori dall'Italia, tanto che anche Nature, prestigiosa e diffusa rivista scientifica si accorge di noi in termini positivi. Per la prima volta queste persone "fanno i conti" con la rete, con le sue contraddizioni e con un impatto che, per chi non è abituato, può essere duro e disorientante (minacce, insulti ed urla sono praticamente la regola), ma anche questo serve "a farsi le ossa".
Senza dimenticare Query, la rivista on line (che ricalca quella cartacea con lo stesso nome) del Cicap, il gruppo fondato da Piero Angela che è tra i pochi a diffondere il pensiero critico e scettico. Senza dimenticare i divulgatori "storici", come Paolo Attivissimo e Dario Bressanini (che proprio per un'intossicazione di bufale ha lasciato il "Fatto Quotidiano" continuando a scrivere su Le Scienze).
Chi vuole informarsi seriamente quindi, inizia ad avere tante fonti affidabili, scientifiche e controllate che finalmente faranno da contrappeso a troppi siti che disinformano, terrorizzano e pensano solo alle loro tasche.
Insomma, troppo spazio agli imbonitori, troppo tempo a sopportare, ora si fa sul serio e chi  ha voglia di collaborare è benvenuto, forza, serve solo volontà e passione: medici, ricercatori, scienziati, non per forza nel campo della medicina, avete voglia di scrivere? Basta poco, aprite un blog, parlate di voi, di cosa fate, parlate di un argomento complicato rendendolo leggibile, divulgate, appassionatevi, c'è tanta gente che ha voglia di leggervi.
E chi non ha formazione scientifica?
Nessun problema, l'impegno riesce a fare miracoli. Se non si può parlare di scienza ci si può impegnare per diffonderla, senza considerare che non esiste solo la cultura scientifica ma anche quella umanistica e tecnica, sempre piacevoli e benvenute nel panorama di internet. Insomma, invece di sperare che il mondo ci venga incontro, andiamo noi incontro al mondo, così chi verrà dopo di noi saprà che ci abbiamo almeno provato.

Alla prossima.

MedNotizie: bambini, omeopatia e facce toste.

$
0
0
Un'altra rassegna di notizie curiose, incredibili, assurde o stupende (dipende dai punti di vista).

Che male vuoi che faccia?

La delirante crociata antivaccinista non manca di far danni. In Nuova Zelanda, la vittimaè un bambino di 7 anni, Alijah. Il padre ha già evitato di vaccinare i suoi due figli più grandi, è condizionato dalle letture su internet, quelle che parlano di gravi effetti collaterali dei vaccini, di complotti, di medici cattivi e multinazionali truffaldine e così decide di non vaccinare neanche il più piccolo, ma le cose non vanno bene, il bambino, attorno alle festività di Natale, è colpito dal tetano.
Finisce in rianimazione con gravi sintomi e per 26 giorni lotta tra la vita e la morte (i genitori lo definiscono, in una straziante intervista, agonizzante). Fortunatamente le cure funzionano e dopo un periodo di ricovero il bambino esce dall'ospedale (in sedia a rotelle, i postumi del tetano gli procurano ancora spasmi muscolari). Avrà bisogno di riabilitazione verbale e fisica per almeno un anno.
La vicenda ha scioccato il padre "è tutta colpa mia", dice. Vaccina subito gli altri due bambini, "tante informazioni emotive e senza basi, su internet parlavano di effetti collaterali severi e frequenti, di teorie del complotto sui medici "cattivi" e sui governi e le aziende farmaceutiche", l'uomo, pentito, scrive alla scuola del figlio raccomandandosi di far vaccinare tutti i bambini per non soffrire quello che ha sofferto il suo bambino e si propone di iniziare un cammino di "informazione sulla salute" da diffondere tra le famiglie della sua comunità. "Ora sta bene e ciò che resterà tutta la vita è la cicatrice della tracheotomia [incisione sul collo che permette di intubare un paziente per permetterne la respirazione ndr]".
Il papà di Alijah ha commesso un errore frequente, scegliere la soluzione più semplice. A scanso di equivoci e vista la rarità odierna delle malattie infettive, l'uomo ha evitato una puntura a suo figlio, tanto c'erano sempre internet e Google a "giustificarlo", "l'ho fatto perché lo dicevano su internet". Tutto normale, fino a quando, come a volte succede, il caso colpisce proprio te ed allora maledici il giorno che hai letto internet seguendo ciò che era scritto su pagine anonime ed allarmanti facendo decidere male sulla salute di tuo figlio. 
Alijah ora sta meglio, ma quando idioti ed ignoranti (quando non cialtroni con interessi economici) vi chiedono "che senso ha vaccinare?", fategli girare la domanda al papà di Alijah, saprà come rispondere.
A questo proposito la triste notizia della morte di Micha, un bambino contagiato dal morbillo di un non vaccinato che ha poi sviluppato una temibile complicanza (la PESS) e ci ha lasciati.

Facile fare l'antivaccinista...

Il padre di Alijah era stato convinto dei "pericoli" dei vaccini dalle false informazioni che si trovano in rete e Gordon Jay, medico, noto negli Stati Uniti per essere il pediatra di parecchi "vip" e per le sue posizioni antivacciniste, dopo aver partecipato a manifestazioni antivaccino, aver dichiarato che oggi vaccinare non ha più significato e che vaccinarsi è pericoloso, prima di partire per un paese del terzo mondo, cosa fa?
Esatto, si vaccina (dice contro l'epatite A prima di partire per l'Etiopia).
Perché è facile parlare di antivaccinismo dalla poltrona del nostro benessere ed è facile approfittare della vaccinazione degli altri per sentirsi protetti. Visto come scompare subito il "rischio" quando il "sederino" è il nostro?

Dott. Gordon Jay, antivaccinista, si vaccina

Perché Jay, da buon pediatra, sa che le posizioni antivacciniste sono solo ideologiche e che il pericolo di non essere protetti contro gravi malattie è fortemente superiore ai potenziali e rarissimi rischi della vaccinazione. Per chi non ci credesse ancora, esiste una pagina che raccoglie le storie drammatiche (ed a volte impressionanti) di chi ha ceduto alle sirene degli antivaccinisti. Da leggere, con un po' di coraggio.

Omeopatia

Quando si dice i punti di vista.
Una ricerca non certo rivoluzionaria ma curiosa, condotta da omeopati in una rivista di medicina alternativa, ha controllato quanti studi scientifici mostravano effetti dell'omeopatia e quanti ne mostravano l'inefficacia. Ha poi diviso i risultati secondo il tipo di rivista che aveva pubblicato i vari studi: riviste "omeopatiche" o riviste di medicina.

Il risultato è abbastanza evidente e prevedibile, solo il 30% degli studi pubblicati in riviste omeopatiche conclude negativamente nei confronti dell'omeopatia mentre per gli studi delle riviste "classiche", i risultati negativi sono più del doppio, oltre il 60%. Qual è la conclusione della ricerca degli omeopati? Che forse bisognerebbe fare studi più accurati? Che nelle riviste "di parte" c'è una sorta di fisiologica "selezione" che "premia" gli studi favorevoli all'omeopatia? Che le riviste omeopatiche, essendo meno prestigiose, pubblicano di tutto? No. La conclusione è che le riviste scientifiche sbagliano.



Un'altra ricerca sull'omeopatia è davvero curiosa (nei limiti fortissimi che sono evidenti in questo lavoro): quante volte abbiamo sentito dire che l'omeopatia non ha nessun effetto collaterale?
In senso stretto è così, ma quando comprando omeopatici si è convinti di assumere medicine efficaci i rischi e gli effetti collaterali esistono. Quelli diretti (prodotti fatti male, allergie, contaminazioni, finti omeopatici...) e quelli indiretti (curare una malattia con palline di zucchero, ritardare la terapia efficace, trascurare malattie serie...), tanto che sono segnalati anche casi letali o particolarmente gravi.
Infine l'annuale review Cochrane (un'istituzione indipendente che studia tutti gli studi esistenti su un argomento facendone una statistica unica) sull'Oscillococcinum (prodotto omeopatico che millanta di curare l'influenza): non funziona. I granuli di Oscillococcinum non servono a curare o prevenire l'influenza. Non è questa la notizia, ma il fatto che la review sia stata prodotta dall'associazione omeopatica britannica (con sede in via Hahnemann!). Lo dicono anche loro insomma.
Sarà per questo che ormai gli ospedali e le farmacie omeopatiche inglesi chiudono a ritmi vorticosi? Probabilmente sì, nonostante i ripetuti tentativi delle organizzazioni omeopatiche di insabbiare le critiche. Prima pagando un giornalista ora addirittura pressando il NHS (l'istituto per la salute inglese) che ha ricevuto continui "consigli" non proprio amichevoli per cancellare dal suo sito informativo tutte le critiche all'omeopatia ed i riferimenti troppo chiari sul fatto che l'omeopatia non è più di un costoso placebo. Insomma, la "medicina dolce", al momento della crisi, perde la sua dolcezza e si comporta come i peggiori affaristi.
A proposito di "affari": mi scrive l'ufficio stampa di una nota azienda omeopatica, esce un loro nuovo prodotto (ennesima sciocchezza) e mi invitano alla presentazione con un pranzo offerto da loro. Un pranzo? Con gli omeopati?
Ecco la mia risposta:


Tre anni, un ictus, si salva

L'ictus è un insieme di sintomi dovuti all'ischemia (il tessuto non riceve più irrorazione sanguigna) di zone del sistema nervoso centrale (cerebrale soprattutto) perché i vasi che portano il sangue in quella zona sono stati ostruiti (in genere da un coagulo di sangue) o vi è un'emorragia e quindi l'apporto di sangue è insufficiente. L'evento è abbastanza conosciuto in età adulta ma i casi in età pediatrica sono rarissimi. Non solo: riconoscere un ictus in un bambino è difficilissimo (sintomi come difficoltà di parola, movimento, pensiero, sono molto sfumati nei bambini piccoli). L'equipe dell'ospedale Regina Margherita di Torino ha compiuto un doppio miracolo. Ha riconosciuto l'ictus in una piccola bambina di tre anni e lo ha anche risolto con una tecnica che è applicata con frequenza negli adulti ma praticamente mai nei bambini. Non avere esperienza su un piccolo paziente significa rischiare, serve essere molto capaci ed avere una buona dose di coraggio, qualità che evidentemente non mancavano ai medici che hanno compiuto questo piccolo miracolo. Tutto italiano.

Wikipedia Guerrilla

Wikipedia è l'enciclopedia più diffusa su internet ed oggi fonte di notizie per molti navigatori. Proprio la sua diffusione ha causato negli anni diversi episodi di vandalismo, ovvero di "modifiche" delle varie voci da parte di chi aveva interesse a farlo in maniera non neutrale. Questo è successo sia per voci importanti che per altre minori. Il fenomeno è cresciuto in maniera esponenziale, tanto che esistono veri e propri "gruppi organizzati" che modificano le pagine di loro interesse per influenzare l'immagine di persone o la "neutralità" di eventi storici. Non è un caso che queste pagine riguardano spesso argomenti molto contrastati, politici, storici e medici. Per quanto riguarda questi ultimi, le pagine spesso oggetto di "modifiche selvagge" sono quelle per le quali il dibattito è sempre acceso: omeopatia, cure alternative, oncologia e per contrastare gli "attacchi" dei gruppi organizzati "complottistici" ecco che nasce un gruppo organizzato "scettico". Composto da volontari da tutto il mondo, i ragazzi di Skeptic Guerrilla seguono le pagine dei loro rispettivi paesi e cercano di mantenere l'atteggiamento "neutrale" ed il punto di vista scettico negli argomenti più dibattuti. Mi hanno detto che non esistono ancora volontari per il nostro paese, chi volesse contribuire al progetto contatti la responsabile, Susan Gerbic, fotografa americana che ha avuto l'idea.

I pericoli dell'inquinamento

L'inquinamento ambientale è un problema serio, si stima che moltissime delle malattie che attualmente rappresentano maggiore incidenza di mortalità nell'uomo, abbiano nell'inquinamento una delle cause più importanti. Dalle malattie cardiovascolari, ai tumori, alle malattie respiratorie, queste sono tutte patologie che diminuirebbero drasticamente riducendo i livelli di rovinosa distruzione ai quali è sottoposto il territorio in cui abitiamo.
Esistono aree industriali (anche in Italia), nelle quali i livelli di sostanze tossiche, pericolose, cancerogene, è ben al di sopra dei livelli massimi consentiti ed in quei territori esistono abitazioni, scuole, comunità: il loro impatto sulla salute quindi è indiscutibile.
Una recente ricerca effettuata su una comunità sarda, quella di Sarroch, paesino di quasi 6000 abitanti  a sud dell'isola, dimostra come le aree industriali possano condizionare in maniera devastante la salute di chi abita vicino ad aree densamente industrializzate. La cosa più allarmante è che i danni sulla salute non riguardano solo patologie a sviluppo immediato (come tumori, malattie, cardiovascolari e respiratorie, allergie) ma anche altre che possono comparire nelle generazioni successive, per un danno molto più profondo, quello al DNA.
Lo studio nota come la comunità di Sarroch presenti molti più danni al DNA (quasi il doppio!) di gruppi residenti in aree rurali e non industrializzate. La presenza di inquinanti e composti come il benzene ed il metilbenzene (misurata nei cortili delle scuole...) è significativamente superiore a quella di zone non industrializzate e coincide con la presenza di danni al DNA del gruppo residente nella stessa area. Lo scenario non è pericoloso, è terribile, perché per chi non lo sapesse, ricordo che un danno al DNA può essere non solo causa diretta di gravi malattie ma è trasmissibile alle generazioni successive di chi ne è portatore con conseguenze tremendamente gravi per il singolo e la sua comunità.

La terapia naturale per l'asma

In India (a Hyderabad), ogni anno, il 9 giugno, si svolge una tradizionale cerimonia che ormai ha secoli di storia.  I discepoli di un santone ormai scomparso, somministrano a migliaia di persone di tutte le età, un pesce vivo con un misto di spezie locali. Tutti in fila, le persone che vogliono sottoporsi a questa terapia, aspettano il loro turno, poi aprono la bocca ed uno degli addetti infila fino in gola un pesciolino vivo che guizzando viene inghiottito da chi si sottopone a questa pratica. Secondo la tradizione, questa "terapia", tutta naturale, servirebbe per guarire dall'asma e da malattie respiratorie di vario tipo e le famiglie indiane non disdegnano di sottoporre anche i loro bambini a questo cerimoniale.


La cura naturalmente non ha alcun valore scientifico né ha attendibilità, ma è talmente radicata nei costumi locali che nonostante le condanne di varie associazioni di diritti umani (soprattutto perché i bambini subiscono un vero e proprio supplizio essendo costretti a sottoporsi a questa tortura), lo stesso governo non incoraggia ma "sopporta" la manifestazione.
Per gli amanti del "naturale" a tutti i costi, c'è quindi anche questa possibilità, ingurgitare un pesciolino vivo, sentirlo guizzare nello stomaco ed aspettare. Male non fa, ma che schifo...

False notizie vere.

A volte i giornalisti ci regalano perle incredibili. Come commentare altrimenti la notizia dell'arresto di una "falsa maga" (per qualcuno "falsa chiromante")? Spiegatemi, cari giornalisti, come faccia una persona ad essere una "falsa maga". Ci sono quelle vere? Esistono chiromanti certificate?
No, perché a questo punto mandatemi dei falsi soldi falsi, non si sa mai possa spenderli davvero.

Faccia tosta, anzi, testa tosta...

C'è un mercato pieno di ingenui pronto lì fuori a comprare l'impossibile, è per questo che abbondano certi personaggi.
Non ci credete nonostante tutte le storie che vi ho raccontato?

Vediamo se ci credete se vi mostro l'immagine di un medico che pubblicizza una "cura per i capelli", e che la diffonde tramite video ed annunci su Facebook: con la sua cura capelli folti e lunghissimi:

Ha inventato la cura per la calvizie. Lui.

Non è un fotomontaggio né uno scherzo, questo fotogramma è tratto dal video del medico che ha un centro per la cura della calvizie, ha scoperto la "terapia per i capelli", lui!
Ecco un esempio lampante che c'è gente che non ha limiti nel proporre le soluzioni più assurde ed anche meno credibili, nessun pelo sullo stomaco...e nemmeno sulla testa.
Se neanche questo vi convince, non so che fare.

Alla prossima.

Si ringrazia N.A.


Testimoni e cure alternative 1

$
0
0
Aggiornato dopo la pubblicazione iniziale.

Uno dei punti di forza delle cure alternative sono le testimonianze di guarigione. Sono il perno dell'"ufficio marketing" della pseudoscienza.
Una cura poco credibile può diventare "eclatante" quando si ascoltano testimoni in carne ed ossa raccontare di improvvise guarigioni, mostrare referti, parlare di "regressione della malattia", è scioccante, convincente, può far crollare il più scettico degli ascoltatori e questo i venditori di cure lo sanno. La "pistola fumante" che nella medicina seria è rappresentata da studi che durano anni, statistiche, confronti e freddi numeri, per le pseudomedicine diventa un'arma fulminante: basta un video, le parole giuste, una guarigione incredibile e chinque verrà colto dall'ombra del dubbio.

Com'é possibile che queste persone mentano? Ma mentono davvero o qualcosa di reale c'è? Attori? Semplicemente ingenui plagiati? Oppure ciò che dicono corrisponde al vero?

Sono ormai più di 4 anni che mi occupo di medicine alternative e le testimonianze personali sono uno dei campi che più mi impegnano ed affascinano per l'innata curiosità che mi porta a "scoprire il mistero" ed il blog è iniziato proprio così, per spiegare un'apparente "guarigione miracolosa" poi rivelatasi una bufala. Ma se non è complicatissimo (per un medico) smentire una presunta cura, se la ricerca nella letteratura medica può rivelare una truffa sulla pelle dei malati, smentire una testimonianza personale è molto più complicato: si entra nella vita di una persona, per lo studio del caso servono referti, documenti, cartelle, qualcosa su cui studiare, disponibilità del "testimone" e soprattutto il tempo di analizzare casi complicati e ricchissimi di "documentazione".
Mi è capitato diverse volte di leggere (o ascoltare) una testimonianza su una cura alternativa e "balzare sulla sedia": il testimone racconta tutto con dovizia di particolari, il caso è lineare, evidente, c'è poco da chiarire. In genere si parte con la diagnosi di una malattia grave (cancro, quasi sempre), le parole di un medico o un ospedale ("c'è poco da fare", "non c'è speranza") e l'approdo alla cura alternativa: in poco tempo e senza particolari difficoltà tutto si risolve, si guarisce senza alcun problema.
Incredibile. Eppure quella persona è lì, viva e vegeta che racconta la sua storia: bugiarda? Possibile, ma per cose così gravi e delicate si arriverebbe pure a mentire?
Ci mette pure la faccia...ma cosa ci guadagna?
Avete visto in tutti questi anni (almeno chi mi segue regolarmente) che basta un piccolo particolare per cambiare le carte in tavola: un referto non mostrato, la sequenza degli avvenimenti alterata (a volte la terapia alternativa effettuata assieme a quella "standard"), un fotomontaggio o un intervento chirurgico "nascosto" e ciò che è "normale" guarigione per merito della medicina diventa in un attimo incredibile guarigione grazie alla cura alternativa. Altre volte è venduta come "alternativa" una terapia standard, già praticata normalmente.

Ricordate il caso del "melanoma cutaneo guarito dalla tintura di iodio"? Bastava semplicemente ascoltare la testimonianza per trasformarlo in "puntino nero pulito dalla tintura...". Non serve essere medico o laureato, basta ascoltare! Ed il primo caso "guarito" da Tullio Simoncini (il guaritore del bicarbonato) che era solo un fotomontaggio? Questo è un esempio che mostro in tutte le mie conferenze per mostrare quanto siano "banali" i trucchi dei guaritori, nefandezze grossolane per indurre chi sta male a cadere in trappola.

Il fotomontaggio che mostrerebbe la guarigione del "primo paziente" di Tullio Simoncini, il guaritore del bicarbonato: le due immagini sovrapposte (i raggi al torace prima e dopo la cura) sono in realtà manipolate, notare come "dopo 9 mesi" di cura, la parte destra (per chi guarda) della lastra sia identica, particolare tecnicamente ed anatomicamente impossibile.
==
[Aggiornamento 11/07/13]: Mi è arrivata una mail da parte del webmaster del sito "Luogocomune" (Massimo Mazzucco), colui che ha realizzato la maggioranza dei video pubblicitari di Simoncini, come anche questo del "trucco del polmone". Mazzucco, con un gesto di maturità (anche se molto in ritardo), conferma, in un suo post, di aver modificato l'immagine della lastra polmonare con un fotomontaggio (lui la chiama "manipolazione"): l'autore della manipolazione quindi sarebbe lui e non Simoncini che invece nel suo libro avrebbe immagini diverse. Il sig. Mazzucco giustifica la sua "manipolazione" con un tentativo di "semplificare" la visione allo spettatore, per non "mandarlo in confusione", dice:
nel realizzare il mio film, ho deciso di mostrare solo la metà sinistra dell'immagine che cambiava: ho tenuto fissa la metà destra, mentre ho cercato di far combaciare al meglio le due mezze immagini di sinistra. Quindi, da un punto di vista tecnico ho certamente "manipolato" le immagini, ma l'unico mio scopo era di permettere allo spettatore di vedere meglio la differenza, senza mandarlo in confusione con due immagini completamente diverse. Non c'è mai stata nessuna intenzione di ingannare, da parte mia, e le due immagini originali stanno lì a dimostrarlo.

==

E' bene ricordare al sig. Mazzucco che una lastra radiografica non si "manipola" in nessun modo per facilitare la lettura o per mostrare un caso medico di presunta guarigione, manipolare un referto medico è un atto molto grave, in ogni caso anche se è apprezzabile l'ammissione dell'autore dei video del guaritore romano, dispiace che questa sincerità non sia stata usata a suo tempo o prima che qualcuno notasse il fotomontaggio. A questo punto lo invito ad ammettere anche altre eventuali "manipolazioni", così risparmiamo inutili discussioni e visto che ha realizzato la maggioranza dei video dell'ex medico romano, può trovarne un elenco con le rispettive considerazioni qui.
Aggiorno: Ho chiesto via mail (due volte) al sig. Mazzucco se ha compiuto altre manipolazioni in altri suoi video relativi alle "guarigioni" di Simoncini, attendo risposta.

I trucchi usati dai guaritori sono letteralmente banalità (per un medico). Nonostante possa accadere (è descritto in letteratura scientifica), non vi sono tanti casi di guarigioni spontanee (io almeno non ne ho trovate) attribuite erroneamente ad una o all'altra cura bufala, le "guarigioni" da medicine alternative sono molto più prosaicamente delle truffe, nient'altro.
In tanti mi chiedono come possa succedere che una pseudocura abbia tanti estimatori, questa potrebbe essere una spiegazione: chi non ha i mezzi, il tempo, la voglia di approfondire le testimonianze, resta allibito e si convince della validità di una cura alternativa. Si comincia con poco, basta pensare all'omeopatia, che in studi su tanti individui non mostra di funzionare, eppure se si ascoltano testimonianze singole, sembra proprio avere effetto.

Ancora più impressionante quando le testimonianze sono divulgate da medici. Questi dovrebbero saper distinguere la realtà dalla bufala, sanno leggere una risonanza, un referto, sono dei truffatori anche loro? Dicono bugie?
Non posso sapere con certezza fino a che punto i testimoni o i loro portavoce stiano mentendo consapevolmente o siano solo vittime (anch'esse) del guaritore di turno, ho il serio sospetto che solo pochi di loro siano "attori", la maggioranza crede davvero a quello che dice e si espone in prima persona sinceramente convinto di fare del bene (quando è solo uno strumento di pubblicità gratuito per i ciarlatani), certo è che non ho mai trovato una guarigione inspiegabile o evidentemente dovuta ad una cura alternativa tra quelle "testimoniate". Quando gli autori della bufala sono medici invece, le possibilità sono due: ignoranza o malafede.

Le segnalazioni di "casi risolti" riguardano praticamente tutte le medicine alternative ma si tratta spesso di casi "disperati", tumori ad esempio, curati con il bicarbonato, l'aloe, il "metodo Di Bella", la dieta, i frullati di vegetali, diavolerie di tutti i tipi, si tratta spesso di video, altre volte di semplici descrizioni, altre volte ancora di congressi o riunioni di medicina pseudoscientifica, a volte patrocinata da un'amministrazione comunale o da un ordine dei medici, cose che danno una certa "dignità" a questi pseudoconvegni. Ma come dico sempre, MAI fermarsi alle apparenze, nemmeno a quelle che sembrano più chiare, una cura che la medicina non applica è una cura che non funziona, sia chiaro. Ragionate semplicemente sul fatto che se una cura diversa da quelle scientifiche funzionasse, qualsiasi cura, perché un medico non dovrebbe adottarla? I seguaci dell'altenativo, sono davvero convinti che il medico che hanno di fronte, nasconde segreti inenarrabili o ha solo voglia di "avvelenare" i suoi pazienti? La spiegazione più semplice dell'esistenza di tanti guaritori è che esiste una rete mondiale segreta che complotta contro i malati (ed i propri famigliari) o che esiste un gruppo di truffatori che vuole arrotondare lo stipendio?

Le segnalazioni riguardanti le "guarigioni" tramite le medicine alternative sono molto interessanti da questo punto di vista: quando la documentazione è completa il castello di carta dei "miracolati" crolla immediatamente e puntualmente.
Mi rendo conto che chi cerca aiuto possa cadere in questi tranelli ma spiegare trucchi e psicologia dell'alternativo può servire proprio per restare con i piedi per terra, per contribuire a quella freddezza che deve restare integra il più possibile per evitare di diventare ulteriori canarini caduti nella rete delle illusioni (che costano tanti soldi...e non servono a nulla). Se poi si ha voglia di pagare l'illusione, ognuno scelga personalmente.

L'aspetto che mi ha colpito maggiormente nella stragrande maggioranza delle finte guarigioni miracolose, è che i trucchi utilizzati non sono complessi e costruiti con attenzione ma sono spesso banali ed evidenti, a volte imbarazzanti.
Nei mesi scorsi, decine di persone (soprattutto giovani, ma non solo) hanno effettuato viaggi "della speranza" verso Israele: una cura "miracolosa" promette di guarire centinaia di malattie gravi, soprattutto neurodegenerative (paralisi, SLA, sclerosi multipla), patologie che non conoscono cure risolutive.
L'inventore di questa cura (ormai deceduto, da pochi mesi), era un sedicente professore che tra titoli scientifici fasulli (comprati su internet), nessuna pubblicazione scientifica, nessuno studio o test di efficacia, vendeva a decine di migliaia di euro al ciclo, questa cura "per tutto".
Si sono organizzate collette, manifestazioni di beneficienza, raccolte fondi pubbliche, appelli di "vip", volantini e così decine di persone hanno compiuto il loro pellegrinaggio della salute alla volta di Israele. La maggioranza di queste persone hanno usufruito di viaggi organizzati dal nostro governo, con aerei speciali e militari (per il trasporto di disabili). Alla clinica del presunto professore, sono stati versati centinaia di migliaia di euro, da tutto il mondo.
Risultati? Nessun guarito (naturalmente, la sua "cura" era una bufala), tanti soldi spesi e speranze spezzate.
Qualcuno dirà: ma prima di spendere tanti soldi, di organizzare viaggi "statali", di creare manifestazioni, collette, articoli di giornale, non sarebbe meglio verificare? Certo, ma non lo ha fatto nessuno e le uniche "prove" che portava questo presunto medico e che ha indotto tutte queste persone a regalare i corpi dei propri cari alle mani dei ciarlatani erano contenute nel suo sito. Prove scientifiche? Mediche?
Macchè, cose del genere: un bambino affetto da "idiozia" (termine assolutamente errato dal punto di vista medico, ma così era definito dal guaritore) è mostrato prima della terapia. Dopo sei mesi di cura "miracolosa", il bimbo migliora notevolmente, come mostrato nella fotografia, l'espressione del viso è del tutto diversa da quella di prima.

Bambino prima della cura
Bastano 6 mesi di "cura" (naturalmente costosissima) per cambiare le cose, ecco come si presenta il bambino dopo la cura:

Bambino 6 mesi dopo la cura
Avete visto com'è cambiata la sua espressione? Come sia scomparsa la "smorfia" causata dalla malattia?
Strano però, dopo "6 mesi di cura" il bambino ha cambiato espressione del viso ma non ha cambiato camicia, maglione e nemmeno lunghezza dei capelli (oltre allo sfondo della foto), il maglione ha persino le stesse pieghe sulla spalla! Queste cure miracolose...fanno miracoli. Tutti coloro che si sono rivolti alla "cura dei miracoli" in Israele, sono state semplicemente vittime di una bugia, di una falsa promessa, come coloro che hanno donato soldi, volto e "credibilità" alla vicenda. Di persone che sono andate in Israele o che hanno manifestato l'intenzione di compiere il viaggio ce ne sono tante, non si tratta di casi isolati, ma molto numerosi, come questo, questo, questo e questo. Coinvolte USL, sindaci, comunità intere e personaggi noti.
Persone credulone? Ignoranti? Chi non ha questi problemi, chi non è "credulone o ignorante", pensa si sarebbe comportato diversamente, davanti alla promessa di "salvezza certa"?

Non sono episodi isolati, c'è tanta gente in giro che le studia tutte per raggranellare qualche soldino e tanti disperati che sperano di non trovarsi davanti l'ennesimo truffatore, il problema è che i truffatori fanno questo lavoro ed hanno bisogno di soldi per mangiare.

Curiosità nella curiosità, molte delle persone che si sono rivolte a questo guaritore ora sono grandi sostenitori delle "staminali" di Vannoni ed hanno creato addirittura associazioni di sostegno che, anche in questo caso...raccolgono denaro.

Ne ho incontrati (anche di persona) diversi di "guariti" dalle medicine alternative. Quelli che mi contattano in privato sono spesso coscienti di non aver ottenuto nessun beneficio dalla presunta cura, ma ci provano, forse per "farsi forza", per trovare una giustificazione alla loro scelta "particolare", quelli che ho incontrato di persona invece, quasi sempre ci credono davvero: sono spesso vittime di plagio, il loro guaritore li ha convinti che i benefici (eventuali) che hanno ottenuto, sarebbero dovuti alla loro cura alternativa, sono tutte persone che hanno già fatto interventi chirurgici, che mentre adottavano la pseudocura continuavano le medicine standard, altri ancora facevano delle cure presentate come "alternative" ma che di alternativo non avevano nulla. Erano talmente plagiati che, alla mia spiegazione (lineare, chiara per quanto possibile), ci restavano male, quasi si offendevano ed in alcuni casi sono diventati aggressivi nei miei confronti per non aver "accettato" la loro verità.

I "guaritori" ed i loro seguaci, sono spesso persone che usano la bugia e l'imbroglio in maniera sistematica, a volte sembrano quasi "pervasi" dalla voglia di mentire. Sono talmente presi dall'estasi della guarigione che non si rendono nemmeno conto di "spararla grossa", di esagerare, di fare affermazioni campate in aria e smentibili facilmente.
Qualche settimana fa, un giornalista italiano (Ilario D'Amato) che si è occupato di medicine alternative (in particolare dell'ex medico psicopatico Hamer), ha avuto un confronto pubblico con un seguace della "Nuova Medicina Germanica", l'incredibile (ad occhi "normali") pratica seguita da gruppi paragonabili a sette, che compiono un vero e proprio lavaggio del cervello a sprovveduti e malati, causando un profondo senso di colpa al paziente che lega in maniera diabolica lui al suo "terapeuta".
Questo seguace, autore anche di libri sull'argomento, ha affermato pubblicamente, durante il dibattito, di conoscere persone guarite e di poter fornire la prove di questa guarigione. Com'è finita?
Che queste prove naturalmente non ci sono, che non saranno fornite, un paio di scuse e le prove della guarigione miracolosa non ci sono più. Il copione si ripete, sistematicamente, guarigioni incredibili, tutto provato, ma le prove chissà perché non ci sono mai.
Mitica la scusa di Massimo Mazzucco (già sostenitore e contatto statunitense di Tullio Simoncini, l'ex medico del fotomontaggio di prima): davanti all'ennesima guarigione "incredibile", qualcuno gli chiese se i referti ed i documenti fossero a disposizione per essere visionati, la risposta fu "la donna li ha persi in un trasloco" ed i documenti sparirono per sempre. C'è sempre un motivo per fuggire dalle proprie responsabilità, dire idiozie è un attimo, dimostrarle è complicato ma per questo bisogna "volare alto": vi affidereste ad un guaritore che parlasse di "possibile cura per il cancro" o ad uno che dicesse "curo il cancro nel 90% dei casi?". Il guaritore deve spararla grossa.

Cronaca di questi giorni è il "caso staminali": a sentire le dichiarazioni (nei salotti TV e su Facebook) del prof. Davide Vannoni, inventore di un presunto metodo di cura per centinaia di malattie, la sua "invenzione" curerebbe bambini ed adulti da patologie considerate inguaribili, questa persona applica il suo metodo da anni. Avete mai visto un guarito per mano sua? Qualcuno ha letto il suo "protocollo"?
Esistono prove almeno "vaghe" di un qualche tipo di efficacia? Vannoni le ha fornite per arrivare ad una sperimentazione nazionale? No.
Pensate: un cronista appena arrivato in Italia che leggesse gli avvenimenti relativi a questa storia penserebbe ad anni di sperimentazioni, a risultati interessanti, pubblicazioni scientifiche, convegni, incontri: niente di tutto questo, la sperimentazione del "metodo Vannoni" è iniziata perché uno show televisivo ha detto che c'erano bambini che ne avevano bisogno e questo "metodo", che ancora ufficialmente nessuno sa com'è fatto, è diventato la "possibile cura per gravi malattie".
Non è "curioso"?

Per questo la voglia di "dimostrare" l'indimostrabile è troppo forte, irresistibile e così praticamente tutti i ciarlatani ed i guaritori, non vedono l'ora di diffondere testimonianze della loro genialità, in questo sono aiutati da ingenui che hanno plagiato, da ignoranti che ci hanno creduto, a volte da attori, altre volte da prove che si smascherano con una semplice lettura.
Qualche esempio nella prossima parte dell'articolo.

Alla prossima.

Staminali, la sperimentazione? Facciamola.

$
0
0
Aggiorno la vicenda staminali, se non sapete di cosa si parla, potete dare una veloce lettura qui.
Nel mio ultimo articolo eravamo rimasti al punto in cui il ministero della salute acconsentiva con un decreto legge di sperimentare la presunta cura (mai dimostrata con evidenze o test scientifici) per decine di malattie, proposta dal prof. Davide Vannoni, laureato in lettere e docente universitario di psicologia, che sostiene di aver scoperto un metodo per preparare le cosiddette cellule staminali, capace di guarire o migliorare molte malattie che ad oggi non conoscono farmaci definitivamente efficaci, Vannoni è presidente di Stamina, una ONLUS da lui creata. La sperimentazione sarebbe dovuta partire il primo luglio 2013.
Salto l'intero capitolo delle inevitabili polemiche suscitate dall'avvenimento ed arrivo al giorno d'oggi. Prima di iniziare è bene sottolineare come ad oggi non esista nessuna malattia che ha visto il suo decorso cambiato dalle infusioni di staminali da parte del metodo di Vannoni, non una sola persona "guarita" o "migliorata" in maniera del tutto ascrivibile in maniera certa alla somministrazione del "metodo Vannoni", né sono noti i particolari di questa metodica, non sappiamo quindi i reali "poteri" di questa presunta cura e non ne conosciamo le caratteristiche precise: in parole povere lo stato italiano sta sperimentando non si sa cosa, per ottenere non si sa cosa e spende 3.000.000 di euro, mettendo in moto una grossa macchina organizzativa che impegnerà risorse, persone e strutture, oltre a sottoporre persone in carne ed ossa ad una procedura sconosciuta.

La sperimentazione, come detto, doveva avere inizio il 1 luglio e per iniziare le procedure erano necessari alcuni passi:
- Nominare una commissione che controllasse le varie fasi della sperimentazione ed i suoi risultati.
- Ottenere i particolari (il "protocollo") del "metodo Vannoni".
- Identificare alcune patologie su cui sperimentare il metodo (perché sarebbe impossibile "provare su tutto" ed a caso).

Il 21 giugno il ministero della salute convonca una riunione per decidere i particolari della sperimentazione, appuntamento inutile perché il prof. Vannoni non si reca alla riunione in quanto il suo socio (prof. Marino Andolina) non è presente perché si trova all'estero (in Iraq) per delle conferenze sul tema.
Nuova convocazione il 25 giugno. L'appuntamento è rispettato e si stilano i primi accordi per la sperimentazione, anche se Vannoni si dice in attesa di conoscere i componenti della commissione ministeriale e l'elenco delle malattie che dovranno essere "testate" con il suo protocollo.
Il 29 giugno il prof. Vannoni afferma di non voler consegnare i protocolli perché esige alcune garanzie. Nel frattempo appare in alcune trasmissioni televisive dove continua a parlare di migliaia di persone in attesa della presunta terapia.
Nella serata dello stesso giorno il ministro della salute annuncia la composizione della commissione ministeriale che sarà formalizzata nei giorni successivi e che è così composta:
  • Presidente dell'AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco)
  • Presidente del centro italiano trapianti
  • Presidente dell'ISS (Istituto Superiore di Sanità)
Coordineranno un gruppo di esperti formato da esponenti del mondo della ricerca, di esperti di genetica e malattie neurologiche e cellule staminali, diretto dal il prof. Bruno Dalla Piccola, genetista di fama internazionale.
Previsto un rappresentante delle famiglie di pazienti con le patologie trattate ed un giurista.
Dopo prime notizie divulgate, il primo luglio un'altra dichiarazione di Vannoni, non vuole consegnare i protocolli e quindi la sperimentazione non potrà iniziare. Un incredibile dietro-front quindi.

Vannoni critica le scelte del ministero, lo fa ironicamente, scherza con le parole ed ironizza in pieno stile "Iene", il programma che lo ha lanciato in TV e, nonostante l'argomento sia serissimo, pubblica le sue dichiarazioni nella sua pagina Facebook, leggiamole:
Bene, finalmente si aprono le porte della sperimentazione, il genetista Bruno dalla Piccola disegnerà la sperimentazione e indicherà un gruppo di esperti che valuteranno i risultati. La metodica verrà cambiata per adeguarsi alla produzione farmaceutica (la deroga prevista dal parlamento sembra riguardasse solo il saltare la fase preclinica sui topi), la produzione verrà fatta da biologi NON di Stamina (perchè no, magari nel laboratorio di Paolo Bianco) ed è già stata individuata una delle tre patologie: la Sma1 (che avevamo chiesto di non inserire in quanto troppo complessa da valutare, in termini di risultati, nei 16 mesi oramai rimanenti, inoltre la riduzione della metodica, prevista per la standardizzazione, non è mai stata provata sulla Sma). Tutto questo senza consultare Stamina, nè tenendo conto degli esperti universitari che abbiamo indicato. Vorrei tanto conoscere i consulenti del ministro Lorenzin che hanno partorito queste scelte diplomatiche e super partes. Suggerirei, per non farci mancare nulla, di chiedere, già da oggi, a Nature di pubblicare i risultati, ho l'impressione che siano già quasi pronti. Forse tutta questa urgenza si sarebbe dovuta dedicare a risolvere il problema di Brescia dove l'ingestibile lista di attesa sta causando mancanza di cure e morti, nonostante gli ordini dei tribunali, ma questa problematica credo sarà risolta nel breve con la stessa arroganza, magari chiudendo l'ospedale di Brescia o anche solo il suo laboratorio. Caro ex ministro Balduzzi, ci manca proprio tanto... e, sinceramente, devo dirle che non avrei mai pensato di scrivere questa frase.

La SMA1 non sarebbe una malattia adatta da "testare" perché "troppo complessa da valutare", eppure poche settimane fa morì una paziente per la stessa malattia, la SMA1 e Vannoni usò parole pesantissime nei confronti dell'ospedale di Brescia e delle autorità perché la signora non riuscì a seguire la terapia, com'è possibile che nel suo caso le staminali sarebbero state decisive (le avrebbero addirittura salvato la vita!) mentre sperimentarle sarebbe "complesso" e non valutabile?
Vannoni aveva dichiarato che le staminali, oggi "rappresentano l'unica strada disponibile per vivere con una Sma1" ed ora la malattia non sarebbe più adatta per la sperimentazione, non c'è una "lieve" contraddizione?
Come mai riteneva "accettabili" i video de "Le Iene" o i racconti dei genitori sulla stessa malattia ma ora non ritiene sufficienti 18 mesi di sperimentazione con tanto di commissione di esperti? Come fa a non essere valutabile un miglioramento se Vannoni stesso riteneva "valutabile" un video su Facebook?
Sulla commissione ministeriale altre critiche.
Eppure a capo della commissione ci sono i più alti rappresentanti delle istituzioni sanitarie del nostro paese, ci sono esperti (come il genetista Della Piccola) nella cura di malattie genetiche, chi si vuole consultare?
C'è pure un rappresentante dei pazienti, un giurista, cosa si vuole di più?
Inoltre il prof. Vannoni non ha mai proposto dei nomi alternativi, ha dichiarato di avere una lista di "esperti" che avrebbe fornito su richiesta, la richiesta non c'è stata e la lista non è mai uscita fuori. Una commissione, un arbitro, in ogni caso, non può essere scelto dal "giocatore" come desiderava Vannoni: scegliere gli esperti più prestigiosi in Italia è una garanzia per lui, per i pazienti e per tutti noi che stiamo sovvenzionando questo discutibile test.


Davide Vannoni, che inizialmente diceva di voler curare gratis tutti i bambini malati del mondo, ora si rifiuta e non consegna la sua "ricetta" al ministero.

Il professore di psicologia continua imperterrito: parla di "ingestibile lista d'attesa", quando lui tiene strettissima la sua presunta cura senza diffonderla, non la regala, non la mette a disposizione, non fa nulla per "gestire" la lista d'attesa, l'unico passo fatto in questi mesi è un accordo con una multinazionale farmaceutica, con essa Vannoni non ha avuto alcun problema a stringere accordi e nessuna reticenza.
Stamina, inoltre, dispone di soli 2 biologi (che sono coloro che preparano le cellule): anche se lavorassero 24 ore al giorno, come pretende che possano soddisfare le richieste delle migliaia di pazienti che, a suo dire, hanno fatto richiesta di "terapia"? Risulta evidente che l'unico modo di soddisfare le richieste è quello di coinvolgere altre persone, ma lui non vuole farlo.

Il presidente di Stamina parla anche di metodica "cambiata per adeguarsi alla produzione farmaceutica", come se questo significasse chissà cosa.
Non è vero che la metodica debba essere cambiata e non si capisce perché Vannoni usi questi argomenti.
La "preparazione farmaceutica" è esattamente quella che si fa in tutte le parti del mondo quando si trattano prodotti "vivi" come le cellule umane. La procedura della Stamina non sarà creata in un'officina meccanica tra viti e bulloni ma in un laboratorio dotato dei requisiti di legge più moderni per questo tipo di lavorazioni, non c'è nulla da "cambiare", c'è solo da rispettare i requisiti di preparazione, le staminali di Vannoni dovranno essere preparate semplicemente con attenzione, ciò che, leggendo le ispezioni dei NAS e dell'AIFA dei laboratori di Vannoni (si parla di sporcizia, sangue, norme non rispettate, confusione e condizioni pessime dei prodotti), non emergeva, di cosa si lamenta quindi Vannoni?
Ma poi perché il prof. parla di "modifiche" al suo metodo quando non c'è nessuna modifica da fare?

Questo lo può raccontare ad un profano, l'unica cosa che deve fare la Stamina è "standardizzare" la metodica in modo da poterla riprodurre: è semplice, logico e fattibile, se una metodica esiste.
Cioè, se dicessi che con l'olio d'oliva curo la cefalea e qualcuno mi chiedesse qual è la mia ricetta, non posso dire "metti un po' d'olio dove vuoi e come preferisci e lascialo qualche giorno" ma "metti 1 grammo di olio sulla parte centrale della fronte in uno strato sottile e lascialo 4 ore", questo non significa "cambiare" il metodo ma "descriverlo" bene, è questa la modifica che chiede il ministero ed è il minimo che si possa fare per una sperimentazione, o si proverebbe una cosa a caso, vaga, cioè inutile. Se una persona non sa standardizzare la sua procedura significa una sola cosa: che non la conosce (o che la procedura non esiste, ancora più grave).

Una cosa interessante però l'ha scoperta la rivista Nature (forse la rivista scientifica più importante al mondo) in una sua inchiesta sulla vicenda italiana, parla di frode scientifica.
Nature infatti ha scoperto che l'immagine presentata da Vannoni nella sua richiesta di brevetto (poi respinta dall'ufficio brevetti statunitense) che rappresentava due cellule "similneuronali" da lui ottenute...non erano da lui ottenute.
Vannoni infatti ha copiato la foto da un vecchio studio del 2003 e l'ha inserita come foto dei suoi risultati. 

L'immagine che Vannoni ha inserito nella sua richiesta di brevetto, in realtà era stata ottenuta da un gruppo ucraino molti anni prima

Un'altra foto è stata estratta da un altro studio (in cirillico, pag.89), in pratica il professore di psicologia non ha fornito un'immagine di cellule da lui ottenute con la sua procedura ma quella di un ricercatore che usava una procedura diversa.
Non solo: un esperto di staminali ha definito quelle due cellule raffigurate nella foto come risultato di un trattamento "citotossico", le cellule ovvero, appaiono danneggiate e quindi senza nessuna attività "benefica" ed anzi una potenziale attività dannosa.
Vannoni prova a rispondere a questa grave contestazione con il fatto che lui da tempo collaborava con gruppi russi e quindi sarebbe normale che le immagini siano identiche, Marino Andolina (socio di Vannoni) conferma: i biologi russi erano dipendenti di Stamina, quindi le loro immagini erano praticamente proprietà di Stamina, la ricercatrice russa autrice di quelle foto però smentisce, Vannoni neanche lo conosceva ai tempi dello studio quindi le immagini sono risultato di suoi studi indipendenti e che non hanno nulla a che fare con il professore torinese ed in ogni caso lei non ha ricevuto nessuna richiesta di utilizzo delle foto.
Una bella gatta da pelare per l'inventore della cura di tutti i mali.
Davanti a queste gravi novità, qualcuno a questo punto chiede di sospendere la sperimentazione, addirittura di denunciare Vannoni per truffa ai danni dello stato e la polemica divampa.
Vannoni ribatte sprezzante che se non otterrà le garanzie richieste non parteciperà alla sperimentazione.
Il socio di Vannoni, il dott. Marino Andolina, riferendosi all'articolo di Nature che parla di frode, ha pubblicato (anche lui sulla sua pagina Facebook) un comunicato nel quale si lamenta che "nessun giornale ha scritto tanto contro una metodica a base di staminali. Niente contro i cinesi ed i thailandesi che hanno guadagnato miliardi (di euro) curando i nostri pazienti" e si scaglia contro ricercatori e detrattori.


I "cinesi e thailandesi" è un riferimento alle numerose cliniche presenti in quei paesi orientali, note per vendere care delle inutili ed inefficaci cure con staminali (ne ho parlato qui), spesso vere e proprie truffe.
Contemporaneamente Vannoni continua ad attaccare ministero, scienziati, pubblica mail private su Facebook, invita a bombardare di mail l'università di Udine, dice che il suo metodo "non ha ricette" e così via, insomma, fa di tutto tranne che regalare la sua cura prodigiosa ai bambini sofferenti mentre annuncia di poter consegnare il protocollo per il primo di agosto (un mese dopo l'inizio stabilito).

Ecco dove siamo arrivati.
A me sinceramente la vicenda ha stancato.
Credo che chiunque abbia un po' di spirito critico e ragioni in maniera equilibrata capisca a questo punto il tenore dell'intera vicenda, non ci vuole molto, non servono grandi basi scientifiche ma serve un po' di buon senso.
A questo punto, vista anche la decisione del governo e sperando che i ritardi di Vannoni nella consegna del suo protocollo non siano infiniti, credo che si debba dare inizio alla sperimentazione.
In questi giorni, oltre alle invettive di Vannoni ed al suo atteggiamento, ho notato anche delle esagerazioni da parte di alcuni degli scienziati e di parte della stampa che si è occupata dell'argomento, si sono lette parole grosse, come se tutti si fossero svegliati da pochi giorni e solo ora si accorgessero delle enormi incongruenze e delle assurdità di questa storia. Si è parlato di "frode scientifica" anche se in tutto ciò che ha fatto Vannoni, c'è di tutto, ma di frodi scientifiche non ne ho vista neanche una, visto che di scientifico Vannoni non ha nulla, né professionalmente né per come presenta le sue idee.
Che le staminali di Vannoni non abbiano nemmeno un dato che le faccia considerare "interessanti" lo sappiamo da mesi e che Vannoni abbia assunto un atteggiamento antiscientifico e poco corretto lo sappiamo da mesi. Che abbia firmato un contratto con un'azienda farmaceutica lo sappiamo anche, che su di lui esiste un'indagine per reati gravi (ma che attualmente non è colpevole di nulla, per la legge), pure. Le denunce di presunte "vittime" del metodo Stamina, non sono nuove, esistono da mesi, perché i giornalisti le diffondono a giochi fatti? L'interesse economico dell'azienda farmaceutica Medestea, è una novità? Ci sarebbero ancora tante altre cose da indagare, come l'autorizzazione alla somministrazione delle staminali in una struttura pubblica nonostante non vi siano le basi per farlo, la connivenza di alcune trasmissioni televisive estremamente e stranamente testarde a portare avanti il "progetto" di Vannoni.
Perché tutti si stanno agitando così solo ora? Il ministero cosa ha fatto prima che la vicenda assumesse questi toni?
Perché i media che hanno avuto un ruolo decisivo per la diffusione di una vera e propria bufala medica, ora si strappano le vesti parlando di ciarlataneria ed imbroglio o fanno la "grande rivelazione" che prima di diventare un guru delle cure alternative Vannoni fosse un imprenditore di call center? Esce fuori anche la Porsche con targa svizzera. Mi aspetto la parrucchiera intervistata in esclusiva che disprezzi l'untuosità dei suoi capelli. A me sinceramente non importa né dell'auto di Vannoni, né di chi gli stira le polo, a me interessa come i media e poi il governo abbiano dato una superficiale fiducia ad una persona che non ha portato nemmeno un elemento sufficiente a riceverla e questo improvviso "risveglio" è abbastanza ridicolo, per questo comincio a stufarmi della situazione.

Prima "tutti a favore" ora "tutti contro" e così chi non ha i mezzi per capire...capisce ancora meno, crede ai complotti di Vannoni, sospetta, dubita.

Sono stati proprio i mezzi di comunicazione a creare false speranze, a trasformare una sciocchezza in "presunta cura", sono stati proprio gli scienziati (tranne alcuni) a sottovalutare il fenomeno, è stato proprio il governo a mostrare leggerezza ed indifferenza e di tutto questo Vannoni si è approfittato. Queste persone bisogna fermarle prima, non quando il danno è stato fatto.


Vannoni deve smetterla di fare il guru ed aizzare la gente, gli scienziati e la stampa però la smettano di scandalizzarsi e di attaccare ad personam, è troppo tardi, il danno è stato fatto (sperimentazione o meno) e bisogna porre rimedio. Se la sperimentazione non si facesse, centinaia di persone resterebbero con il dubbio (perché se hanno avuto il dubbio ora, con queste premesse, figuriamoci dopo, senza sperimentazione), la decisione del governo, discutibile e fuori da ogni logica scientifica, è l'unica possibilità per risolvere questa fintoversia, mi sembra che il ministero abbia adottato tutte le garanzie necessarie per lo svolgimento di una buona sperimentazione, si faccia ed aspettiamone i risultati.
Se dovesse risultare un effetto benefico di quelle staminali saremmo tutti contenti, se dovesse notarsi una mancanza di efficacia (o peggio una pericolosità) Vannoni taccia e scompaia per sempre e questa storia valga da lezione per il futuro.

Andiamo avanti quindi, ma sbrighiamoci, la pillola può essere amara ma va inghiottita, il decreto legge c'è, il ministero è pronto, i soldi ci sono, gli esperti pure, manca solo Vannoni: si sbrighi, faccia silenzio e rispetti ciò che gli stanno mettendo a disposizione e le famiglie che sperano, così chiariamo una volta per tutte questa faccenda.
Con le parole non si cura nessuno.

Alla prossima.

Testimoni e cure alternative 2

$
0
0
Aggiornato dopo la pubblicazione iniziale.

Perché non potrebbe essere possibile che una cura ancora non scoperta o non diffusa (segreta!), riesca a guarire una grave malattia?
Possibile ed è anche accaduto (non dimentichiamo il caso di Barry Marshall, che scoprì che l'ulcera gastrica poteva essere curata con un antibiotico quando fino ad allora per curare la malattia si arrivava anche all'asportazione dello stomaco e che per questa sua scoperta vinse il premio Nobel) ma a suon di studi e prove, non di pagine Facebook. Ammettiamo che un giorno uno di noi guarisse da una grave malattia grazie ad una cura alternativa, segreta, sconosciuta, cosa faremmo? Lo urleremmo al mondo per far conoscere a tutti questa grande novità o fuggiremmo nascondendo referti, prove ed evidenze?

La realtà è che se il guaritore è un imbroglione, i "testimoni", spesso sono vittime: di illusioni, di imbrogli, truffe, raggiri, sono soggiogati da un guru che psicologicamente ed a volte fisicamente, ne fa dei veri e propri adepti.

Qualcuno disse: "affermazioni straordinarie richiedono prove straordinarie", ma nel caso delle guarigioni "sorprendenti", la "prova straordinaria" si rivelerebbe particolarmente semplice, elementare: se una persona è guarita da una malattia con una cura, basterebbe dimostrare che...è guarita, che la malattia non c'è più e che la persona ha fatto solo quella cura: nella sua "banalità", questo concetto sembra insormontabile, perché nessun guaritore riesce a dimostrare in maniera inconfutabile che le sue "pozioni" siano riuscite a guarire una malattia o una sola persona, carte alla mano. Ci sono sempre mille problemi, referti mancanti, contraddizioni, dubbi, incongruenze. Un po' come le foto degli UFO: tutti li vedono ma non c'è una sola persona che riesca a fare una foto non sfuocata e che non mostri prova di ritocco.
Perché?
Le spiegazioni possono essere tante, il "guaritore" è distratto, non sa conservare i documenti, li perde, soffre di amnesia e quindi dimentica uno o più passaggi della storia del proprio paziente, usa la sua cura assieme ad altre (efficaci), oppure non capisce nulla di medicina o più semplicemente dice bugie, è un truffatore, un millantatore. Il suo "testimone" è confuso, ricorda male, è un attore, ignora le basi della medicina e quelle terapeutiche, oppure dice una bugia, mente a sé stesso ed agli altri.
Mettersi nelle mani di un millantatore quando si parla di salute non è solo pericoloso è da stupidi, da ingenui, perlomeno.
Ma queste infatti sono cose per creduloni, direbbe qualcuno...
No. Cioè sì, ma queste bufale incredibilmente insidiose, non sono esclusive di poveri cristi che lavorano via internet chissà da quale parte del mondo, succedono anche da noi, portate avanti anche da medici e questo le rende particolarmente subdole ed insidiose.
Una tipica "guarigione" miracolosa da medicina alternativa può concludersi felicemente, ovvero la persona è realmente guarita ma non certo grazie all'uso di pseudomedicine o tragicamente, il paziente non è mai guarito e talvolta, purtroppo arriva anche a morire, raramente per colpa della pseudomedicina (la maggioranza equivale a non fare nulla).
Un esempio può essere la tragica storia di Joanne Clodfelter che, affetta (luglio 2007) da tumore ovarico (è un tumore molto grave), si sottopone ad intervento e chemioterapia, dopo un anno (giugno 2008), un controllo mette in evidenza la comparsa di altre lesioni e quindi la necessità di sottoporsi a nuove cure, ma la donna rifiuta, nonostante il parere contrario del marito; ha conosciuto la "nuova medicina germanica" (una tra le medicine alternative più folli ed incredibili) teoria che vuole che ogni malattia derivi da un conflitto e che se non si guarisce è perché non si è riusciti a risolverlo (colpa del paziente quindi, mai del guaritore...) e seguendone le direttive si definisce guarita ed in salute.

Joanne, definita "in salute e nuovamente felice", muore pochi mesi dopo

Così la definiscono anche i seguaci di questa pratica: guarita ed in questi termini parla la pagina che racconta la sua storia: "Guarire attraverso la nuova medicina germanica".
Ma in realtà la donna (attenzione, immagini forti) è morta pochi mesi dopo il rifiuto delle cure standard.

Un episodio simile anche in Italia, una dottoressa seguace del "metodo Di Bella", annuncia in un congresso pubblico (esistono anche i video su You Tube), addirittura patrocinato da un ordine dei medici, la "risposta obiettiva e l'evidente miglioramento del performance status" (ovvero della qualità di vita) di una paziente con tumore al sistema epatobiliare. Il convegno si svolge il 9 giugno 2012, la dottoressa ha un  tono acceso e convinto, rivendica il successo della sua cura, d'altronde, cosa significa in italiano (perché non c'è bisogno di essere medici per "tradurre" quelle parole) "risposta obiettiva ed evidente miglioramento del performance status con MDB nel trattamento di tumore..."?
La realtà invece vuole che la paziente descritta dalla dottoressa fosse da diversi mesi in ospedale, in stato grave (frattura vertebrale, febbre, immobilità, necessità di farmaci e trasfusioni, definita "moribonda" dalla figlia), la dottoressa definisce "cistina [piccola cisti, ndr] al fegato" un "ascesso epatico" (problema molto più grave e preoccupante di una "cistina") e muoia l'11 settembre successivo (è un caso giunto alla mia osservazione che non descrivo nei particolari per motivi di privacy, in ogni caso posseggo tutto il materiale che è disponibile pubblicamente in rete), ovvero 3 mesi dopo la cura alternativa che era stata presentata come efficace e con risultato evidente.
La paziente non ha guadagnato vità né benessere, perché quindi presentare il caso in quel modo?



Perché è l'ennesimo "incredibile" successo della cura alternativa, facile, veloce ed indolore ma tanto incredibile da non essere vero.
Queste testimonianze "stupefacenti" sono frequentissime, mostrano come non sia necessario nemmeno usare trucchi o strani stratagemmi, in pochi hanno gli strumenti per capire e quando si è in uno stato emotivo molto debole non ci si perde in lunghe analisi, ci fidiamo.
Un altro esempio?
Sempre Simoncini, quello del "cancro che si cura con il bicarbonato": il video racconta di una donna colpita da cancro ovarico che dopo un intervento chirurgico ha una recidiva (cioè un nuovo tumore) in sede prerettale (cioè vicino alla parte finale dell'intestino). I medici le propongono un nuovo intervento chirurgico ma la paziente lo rifiuta e dice di essersi messa alla ricerca su internet per trovare alternative.

Il videoè in inglese ed il suo titolo parla chiaro: "Recidiva ovarica in sede prerettale guarita con il bicarbonato di sodio"
Cosa si evince da questo titolo? Un tumore ovarico guarito dal bicarbonato, giusto?
Ma le cose non sono così ovvie come dice il titolo del video.

Tumore ovarico guarito con il bicarbonato, che però è arrivato dopo un intervento chirurgico...
Dopo aver contattato Simoncini, questo propone alla donna l'intervento chirurgico (lo stesso che avevano proposto i medici ma che la donna, chissà perché ha rifiutato) ma in "sua presenza" e durante l'intervento avrebbe "bagnato" la zona con bicarbonato lasciando un catetere per proseguire le "somministrazioni" dello stesso.
Visto che "terapia alternativa"? La donna doveva operarsi e si è operata, in più un bel risciacquo di bicarbonato.
Agli esami seguenti non vi è più traccia del tumore.

Perché avrebbero dovuto esserci tracce visto che la paziente ha eseguito un intervento chirurgico (il secondo) per rimuovere la lesione?
Perché dovrebbe essere stato il bicarbonato a "guarirla" visto che con l'intervento il tumore era stato rimosso?
Se il bicarbonato avesse la capacità di guarire il tumore, perché Simoncini ha fatto operare la signora (esattamente quello che le dicevano i suoi medici)?
Non possiamo sapere se la signora, consapevolmente o meno si renda conto dell'essersi prestata ad una "pubblicità ingannevole", ma sono le sue stesse parole che raccontano come la "guarigione" non sia certo dovuta al bicarbonato, l'alternativa all'intervento chirurgico proposto dai medici è stato...un intervento chirurgico con aggiunta di bicarbonato. Ma il "potere miracoloso" del bicarbonato, dov'è finito? Soprattutto: quale preparazione medica bisogna avere per comprendere che il bicarbonato di sodio è semplicemente uno specchietto per le allodole?
Questo trucco è tipico di molte "guarigioni" alternative, il paziente si è operato, ha rimosso la lesione tumorale, interviene il guaritore alternativo, usa il suo metodo e...miracolo, non c'è più il tumore (che già non c'era perché asportato chirurgicamente). Simoncini usa lo stesso trucco qui, per "dimostrare" di aver curato un tumore della pelle (con tanto di esami istologici, che però dicono che il tumore era stato rimosso interamente) o per un tumore mammario, qui.
Ancora sulla "nuova medicina germanica".
Una "guarigione" miracolosa con tanto di testimone con nome e cognome: decine di carie che scompaiono seguendo i consigli della medicina alternativa (le carie di un ragazzo sarebbero state causate dall'impossibilità di mordere il padre e dire una volta al giorno "ti voglio bene" le avrebbe fatte scomparire).
Così accade: il padre (che gestisce un sito pieno di "informazioni" alternative) recita il "mantra", il figlio guarisce dalle innumerevoli carie dentali, tutto certificato dal dentista del ragazzo. Incredibile.
Macché: basta chiedere proprio al dentista, risponde che le carie erano molto poche, causate da scarsa igiene orale e che lui non ha mai avuto modo di certificare alcuna guarigione. Tutto falso.

A chi legge il giudizio. Sottolineo comunque l'assoluta "banalità" delle testimonianze, a volte mi chiedo come sarebbe molto più "utile" alla loro causa e difficile da smascherare una testimonianza truccata bene, con referti falsi, la cui veiridicità sarebbe difficilissima da indagare, nella stragrande maggioranza dei casi si tratta invece di falsi dozzinali, grossolani, stupidi.
Davanti a decine di falsi, come si può non dubitare della buona fede dei guaritori? Se davvero avessero centinaia di casi "risolti", perché dovrebbero ricorrere a falsificazioni?
Le guarigioni miracolose grazie a cure alternative, sono la versione "telematica" dei finti miracoli dei guaritori televisivi, diffusissimi in America, che compiono dei "tour" come delle star per "miracolare" i loro devoti, riempiono stadi ed alcuni si lanciano anche nei "miracoli da strada" (noto quello della "gamba che si allunga") che prevedono il guaritore, il "malato", il trucco e la guarigione, con tanto di pianti finali e pubblico estasiato. Nonostante sia difficile farlo quando si è in preda al "panico" della malattia, sappiate che c'è tanta gente lì fuori che cerca ingenui da fregare e che non vi dirà mai di essere un falsario.

La legge protegge i più deboli da chi ne vuole approfittare ed in alcuni casi arriva anche a fermare i ciarlatani, ma ne esiste un numero così grande da non rendere facile il lavoro, ogni tanto però qualcuno la paga cara. In California, un medico che prometteva guarigione dal cancro con la sua "pozione" di erbe (che poi non conteneva nessuna erba ma solo aromi), è stata arrestata e condannata a 14 anni di reclusione (e ad una multa di oltre 1.000.000 di dollari), in Canada inoltre è in atto un progetto (False Hope, cioè "falsa speranza") che identifica e segnala tutte le false cure per il cancro che si trovano su internet. Un problema da noi sottovalutato che oltre ad un cospiscuo danno economico causa vittime e disperazione anche se ogni tanto qualcuno viene fermato.

Credo che questi esempi possano essere una buona risposta a chi mi chiede: possibile che ci siano delle persone o addirittura medici che raccontino cose non vere con questo tipo di argomenti?, ci sono. Per questo in medicina una testimonianza "virtuale" non ha alcun valore, per questo non deve essere mai presa in considerazione.
Chiudo questo argomento riportando la traduzione dell'inizio di un articolo pubblicato su Stern, periodico tedesco che ha raccontato le follie della "nuova medicina germanica" di Hamer, non per aggiungere drammi al dramma ma per fare capire quanto può essere crudele una pratica vestita da "aiuto" ma che quasi sempre è una condanna. La traduzione e l'immagine sono tratte dal sito "dossierhamer", il sito più completo e documentato che esista sull'argomento.

Stern 24/11/82 sulla folle "nuova medicina germanica"
"Il tavolo è apparecchiato ma la paziente non ha fame. C'è arrosto di maiale per pranzo e ananas per dolce nella "Haus Dammersmoor". La paziente ha un cancro al fegato, colon e polmoni. È gialla da settimane. "Ma non fa niente", dice l'alto ed ispido dottore con voce suadente, "riusciremo ad estirparlo". "Oggi stiamo già molto meglio". L'ammalata cerca di sorridere. La fetta di ananas è meno gialla di lei. "È normale", dice il dottor Ryke Geerd Hamer, "anche se il cancro è stato fermato, il fegato che è stato colpito deve fare un duro lavoro. Le sue mani sono molto calde, segno che ha superato l'ostacolo". Cancro al fegato, polmoni, colon. Gli altri presenti al tavolo fanno un cenno di assenso, credendoci davvero o solo come gesto meccanico. Tutti sono malati di cancro allo stadio terminale. Un anno fa abbiamo già visto questa scena, solo che la casa non si chiamava "Dammersmoor" ma "Rosenhof" ed era nel sud della Germania a Bad Krozingen e non in un paesino, Gyhum, vicino Bremen. Attorno al tavolo del dottor Hamer c'erano sedute le stesse persone: visi gialli, smunti e con il ventre dilatato. Gli stessi malati terminali, solo che non sono proprio gli stessi, perché delle persone di Rosenhof non è più vivo nessuno. Nessuno di loro è stato guarito dall'uomo che parla dei suoi colleghi chiamandoli Medi-Zynker (medi-cinici) e che per il suo metodo curativo della "legge ferrea del cancro" assicura senza batter ciglio un successo dell'ottanta percento".

Non fidatevi di chi vi promette miracoli, coloro che dicono di aver trovato il rimedio per risolvere tutti i problemi, in realtà hanno trovato quello per risolvere i loro.
Perché lo facciano non posso saperlo, chiedetelo a loro, non a me.

Alla prossima.

La prima parte dell'articolo è qui.

NOTA: Ne approfitto per ufficializzare una mia decisione che ho preso da qualche settimana: tranne casi particolari e che sarò io a decidere, la mia disponibilità nell'esaminare presunte guarigioni da gravi malattie tramite medicine non scientifiche da parte di privati finisce qui (naturalmente sono libero di esaminare casi "pubblici", ovvero liberamente diffusi in rete). Sono accaduti alcuni spiacevoli episodi tendenti a strumentalizzare la mia persona e la mia disponibilità per cui preferisco da ora in poi evitarne di nuovi. Non inviatemi quindi documenti o cartelle o testimonianze che mostrerebbero storie cliniche di vostra conoscenza, non le esaminerò. Chi ritiene di aver beneficiato di una guarigione "eclatante" grazie ad una pseudomedicina può comunicarlo al proprio medico curante.
Confermo inoltre che in 5 anni di attività del blog e decine di documenti ricevuti per l'analisi di presunte guarigioni tramite terapie alternative non ho trovato un solo caso di guarigione da malattia dovuto all'uso di medicine non scientifiche.

Grazie per la comprensione.

La pertosse

$
0
0
Una malattia con tanti nomi, in inglese si chiama "whooping cough", ovvero "tosse convulsiva", in Italia un sinonimo è "tosse canina", ma tutti descrivono il suo sintomo principale, è la pertosse.
Si tratta di un'altra delle tante malattie dell'infanzia (ma non solo) che solo negli ultimi anni siamo riusciti a limitare.
La pertosse è causata dall'infezione di un batterio (Bordetella pertussis) che esplica la sua azione dannosa con il rilascio di tossine molto potenti: prima dell'avvento dei vaccini, circa l'80% delle persone veniva infettato dalla malattia. Il batterio appena entra in contatto con le vie respiratorie umane, le aggredisce con un vero e proprio meccanismo adesivo che permette al batterio di "incollarsi" saldamente alle cellule di varie parti delle vie aeree e proprio in quella zona esplica la sua azione dannosa, questo è il principale meccanismo che causa il sintomo più tipico della malattia, una tosse imponente, continua, dolorosa ed insopportabile.
La malattia "spontanea", così come la vaccinazione, consente la produzione di "anticorpi" che proteggono l'individuo colpito da infezioni successive anche se questa protezione non è lunghissima e quindi è possibile che gli adulti che hanno avuto la malattia da bambini o sono stati vaccinati vengano colpiti una seconda volta. Vi sono due caratteristiche che rendono insidiosa la malattia: può colpire anche bambini molto piccoli e neonati e gli adulti colpiti dalla malattia possono sviluppare sintomi molto sfumati (la tosse è più leggera e non ha le caratteristiche tipiche, non c'è febbre ed altro) o essere una sorta di "portatore sano" (anche se per la pertosse NON esiste la forma di portatore sano) ovvero avere la malattia in corso senza presentare particolari sintomi o in forma molto blanda. Questo causa contagi difficilmente prevenibili perché può capitare che l'individuo colpito non sappia di essere affetto dalla malattia e per questo motivo l'unico modo per evitare la pertosse è la vaccinazione.

La malattia è altamente contagiosa e può avere effetti letali, si trasmette per via aerea (tramite per esempio le goccioline di saliva) ma già la sua forma "tipica" è drammatica per chi ne soffre.
Dopo il contatto con il batterio si ha un periodo di incubazione che in genere dura poco più di una settimana ed iniziano i primi sintomi che in genere sono "poco specifici", assomigliano cioè ad una normale influenza che colpisce soprattutto le vie respiratorie (si chiama fase catarrale), seguito dall'esplosione della malattia con tutti i suoi sintomi (può durare anche più di un mese), su tutti: 
  • crisi incontenibile di tosse (con un caratteristico "urlo inspiratorio", ovvero un sibilo molto pronunciato ad ogni colpo di tosse, simile ad un "ululato")
  • Produzione di catarro
  • Danni provocati dallo sforzo della tosse (emorragie congiuntivali, vomito, petecchie ed altro).
L'individuo in fase critica si presenta molto sofferente, visibilmente prostrato e con un malessere ed una stanchezza per niente tranquillizzanti e che allarmano chi gli sta attorno, la febbre può essere o meno presente e non è un sintomo costante. Durante le crisi di tosse avvengono vere e proprie crisi di soffocamento per le quali non vi è alcun rimedio, la persona colpita si presenta cianotica (ovvero con un colorito brunastro della cute per carenza di ossigenazione) e sembra non poter più arrestare gli episodi di tosse.
Arriva infine il periodo di convalescenza che è caratterizzato da poche crisi di tosse e che corrisponde alla ricostruzione delle strutture danneggiate dell'apparato respiratorio che quando tornano alla normalità fanno cessare i sintomi.
Il sintomo che allarma di più durante la malattia è proprio il soffocamento provocato dalla tosse, nei bambini in particolare il sintomo è parecchio allarmante e presentano un "sibilo inspiratorio" molto più acuto di quello dell'adulto. Chi ha avuto la pertosse ricorda drammaticamente quei momenti di "fame d'aria" nei quali si ha senso di morte imminente e confusione mentale grave, chi ha assistito a crisi di pertosse ha gli stessi terribili ricordi. Esistono in rete alcuni video che mostrano la gravità degli attacchi di tosse ma non li inserisco perché molto impressionanti.

Esistono anche alcune complicanze della malattia, rappresentate soprattutto dalle otiti (infezione del canale uditivo) e da infezioni respiratorie (polmoniti, broncopolmoniti) ma le complicanze più gravi (nel 5% circa dei casi) sono le encefaliti, spesso curabili ma a volte con esito letale (30%) o con conseguenze irreversibili (50%).
La pertosse non complicata ha una mortalità molto bassa, passata dai 10 casi su 1000 del '900 allo 0,01 per mille dei giorni nostri, anche se è molto più elevata per i bambini molto piccoli (1 per mille) e nei paesi poveri.
La diagnosi si effettua con l'esame clinico o con esami del sangue e di campioni di catarro, in genere basta l'esame dei sintomi per capire di trovarsi di fronte alla malattia, la terapia antibiotica riesce a ridurre i sintomi, evitare complicazioni e diminuire la capacità di contagio (soprattutto se effettuata precocemente).

L'unica possibilità di prevenzione è la vaccinazione, in genere associata a quella per difterite e tetano (DtaP, anche se oggi è a disposizione la vaccinazione esavalente), effettuata secondo i calendari previsti per il nostro apese al 3°, al 5° ed all'11° mese di vita con due richiami a 5-6 anni ed a 11-18 anni.

La malattia si è notevolmente ridotta in numero di casi proprio grazie alla vaccinazione, anche se in molte parti del mondo si segnalano epidemie di pertosse dovute soprattutto a mancata osservanza dei richiami consigliati o a mancata vaccinazione, lacune che causano anche diverse morti, come successo per un focolaio recente (2010) che si è presentato negli USA (in California in particolare), con 10 decessi. Per questo motivo la situazione globale è sempre monitorata per evitare il diffondersi di epidemie soprattutto in zone a basso tasso di vaccinazione, i dati del 2011 per l'Italia, parlano di 302 casi di malattia (nel 1980 16.643), si stima che la pertosse rappresenti il 13% delle cause di mortalità in tutto il mondo per bambini fino a 5 anni.
La diminuzione dei casi di malattia in tutto il mondo, come detto, ha avuto come impulso principale proprio l'avvento della vaccinazione, come si vede in questo grafico:

Casi di pertosse (colonne azzurre) negli anni e tassi di vaccinazione (linee blu e rossa) in percentuale.
Si è passati infatti dai milioni di casi degli anni '80 alle migliaia dei giorni nostri. Purtroppo, la morte da pertosse, se è un evento raro per gli adulti ed i bambini, è un fatto di cui bisogna tenere conto in caso di neonati, per loro, infatti, non è ancora arrivata l'età della vaccinazione e l'unica protezione è quella di essere circondati da individui vaccinati, non a caso la maggioranza di storie struggenti di bambini morti di pertosse è iniziata con un contagio da persona non vaccinata. Questo dovrebbe responsabilizzare tutti e far comprendere la doppia valenza (diritto-dovere) della vaccinazione, chi non si vaccina è come un evasore fiscale ma a differenza di questo non mette a repentaglio la nostra economia, quanto la nostra salute. Non dimentichiamo neanche che esiste una classe di individui che non possono effettuare la vaccinazione per altri motivi (problemi immunitari, malattie particolari, allergie...) e che beneficiano proprio dell'"effetto gregge", più persone sono vaccinate, più saranno protetti i non vaccinati.

La strada per trasformare la malattia in un ricordo è ancora lunga ma la collaborazione di tutti nel rispettare un dovere che è anche un diritto, forse permetterà ai nostri discendenti di parlare della pertosse come di un ricordo del passato.
Infine una nota storica. In passato si riteneva che la pertosse fosse causata da "aria insalubre" e che quindi portare i bambini in montagna dove l'aria era più "pulita" avesse un ruolo preventivo e curativo (gli antibiotici erano agli albori). Le gite in montagna per curare la pertosse erano quindi un'abitudine. Purtroppo si osservò che invece di migliorare quei bambini peggioravano (e questo probabilmente era dovuto al freddo che causava complicazioni e stimolava gli accessi di tosse), si pensò allora di organizzare "gite in aereo", si poteva così salire in quota senza però soffrire il freddo. L'operazione suscitò entusiamo perché i bambini sembravano stare meglio (in realtà in aereo andavano quasi esclusivamente bambini in fase di convalescenza o con forme lievi, una pertosse grave non consente grossi spostamenti) ma fu abbandonata visti i costi proibitivi del rimedio.
Qui un filmato dell'Istituto Luce del 1947 che racconta in maniera un po' propagandistica, uno di questi "viaggi della salute".



Alla prossima.

L'importanza del riccio

$
0
0
Chi fa un lavoro notturno sa cosa significhi svegliarsi in pieno sonno e dover essere immediatamente attivo e pronto all'azione, non ti abitui mai. Con il passare dell'età, poi, i risvegli sono davvero traumatici. Per un medico che lavora con le urgenze questo è "pane quotidiano" anzi notturno, ma penso anche a chi lavora nelle forze dell'ordine, nella sicurezza, pompieri o mezzi di trasporto, turnisti insomma. La notte, quando non dormi, in un certo senso ti fa compagnia con il suo silenzio, i ritmi lenti, tutto ti induce a riflettere ed il pensiero vaga, dai temi esistenziali all'ultimo film che hai visto in TV, fino a quando non crolli in un sonno profondo fino alla prossima chiamata. Per non parlare dell'inverno: svegliarsi di botto ed essere catapultati all'esterno con una temperatura glaciale è terribile, tremi tutto, persino i capelli sembrano vibrare, ma questo è solo il senso di malessere fisico che è talmente profondo che ti provoca una sorta di allucinazione, ti senti peggio di chi ha preso una sonora sbronza. Se fai un lavoro delicato, malessere o meno, devi scattare, dopo pochi secondi devi possedere le facoltà  mentali ed i riflessi che un essere umano in condizioni normali avrebbe dopo almeno 40 minuti, ma non c'è tempo, bisogna essere pronti e subito.

Una notte mi chiamano a casa, ero reperibile (chiamato cioè solo in caso di bisogno, spesso urgente). Dal tono e dalle parole della collega al telefono non era certo una bella situazione: "corri subito in sala operatoria, un taglio cesareo urgentissimo!" e sullo sfondo un trambusto che non faceva presagire nulla di buono. Sonno o meno, non hai neanche il tempo di controllare lo stato dei tuoi capelli, ma neanche se le scarpe che metti ai piedi appartengano allo stesso paio, tanto alle 4 di notte chi vuoi che si accorga del paio di scarpe. In pochi secondi passi dal caldo letto alle scale che fai a coppie, con quell'urgenza non hai certo altri pensieri, poi provi la fantastica sensazione che deve aver provato il primo uomo sulla Luna, passando da 23 gradi di casa tua allo zero dell’esterno in un secondo.
Quel muro di freddo sferza il cervello ma anche il resto, non è bello, ma è quello il tuo lavoro, potevi pensarci prima quando hai scelto di farlo. Il freddo ha ormai reso insensibili i polpastrelli delle dita e questo, misto al tremore inevitabile, ti fa perdere secondi preziosi, quelli che avevi guadagnato mettendo un paio di scarpe a caso li hai già persi nel vano tentativo di infilare la chiave nella serratura della sbarra automatica che devi aprire per poter fare uscire la macchina, poi ci riesci, ma con uno sforzo di concentrazione pari a quello che usi normalmente per cose molto più importanti ed a pensarci bene ti gira pure un po’ la testa. Pazienza, è inutile disperarsi ora, l'unica cosa è correre, poi si vedrà. Tutto liscio comunque, macchina fuori, strada libera (chi vuoi che ci sia a quell'ora e con quel freddo), posso premere l'acceleratore.

In fondo i tempi sono perfetti, dalla chiamata al trovarmi in auto sono passati quattro minuti, più di così  non si può fare e sto arrivando, mancheranno altri cinque minuti al massimo e nel frattempo mi chiedo cosa mi debba aspettare appena arrivato, ce la faremo, come altre volte...e mi concentro di nuovo sulla guida, meno male che l'ospedale è vicino. Mentre tocco velocità che sarebbero  vergognose in altre occasioni, in lontananza, stringendo gli occhi, proprio nella mia direzione, vedo qualcosa sull'asfalto, piccola, una pietra o no, forse un semplice pezzo di carta trasportato dal vento. Sono vicino e quel pezzo di carta si muove ed i fari arrivano ad illuminarlo, non è carta e nemmeno pietra, sembra un animaletto, forse un topo, ma è troppo lento per essere un topo ed in ogni caso io devo andare, ma quando i fari lo illuminano meglio capisco che si tratta di un riccio, Erinaceus europaeus si chiama, ma mai fu più adatto il nome popolare, sapete quegli animaletti spinosi che se minacciati si appallottolano, quelli simpatici, non ne avevo mai visto uno ed ora è proprio davanti a me, anzi alla mia macchina ormai lanciata per lo sprint finale. Il riccio è un animale notturno, trovarlo in giro con quelle temperature non è normale, in genere sono in letargo, ma a volte se hanno bisogno di cibo interrompono il loro sonno per cercare qualcosa da mangiare e l'asfalto è il luogo ideale per spostarsi, liscio, asciutto, semplice da attraversare.
Il riccio si muove, sta attraversando la strada, proprio ora, in quel momento, se non avessi avuto fretta mi sarei fermato a raccoglierlo, almeno a vederlo da vicino, invece la sua direzione era perfettamente coincidente con quella dei miei pneumatici. Andare dritto significava schiacciarlo, metterlo sotto, ma cosa potevo fare? Non era il momento per i sentimentalismi e poi c'era un essere umano che aspettava il mio arrivo, non lo faccio certo apposta, non lo ucciderei per cattiveria, capita, ero giustificato, che alternative avevo...rallento bruscamente perché non ce la faccio a passargli sopra violentemente, non lo vedo più ormai si trova talmente vicino che non riesco a vederlo.
Rallento ancora e cammino a passo d'uomo, poi ancora più lentamente, cerco di calcolare la direzione giusta per fargli passare le ruote accanto, non sopra, ma quei secondi mi sembrano ore, vista la fretta che avevo, magari sentendo la macchina si fermerà o andrà più veloce, insomma farà  qualcosa per evitare di essere messo sotto, ma io devo andare, non posso perdere troppo tempo, non è che gli aculei del riccio riescono a bucare una gomma e resto a piedi in mezzo alla strada?
Ma ci sono quasi, anche le ruote posteriori sono ormai avanzate e non ho sentito nessun rumore, né ostacolo, probabilmente l’ho evitato e non so nemmeno come possa esserci riuscito, ora basta guardare lo specchietto retrovisore e se lo vedo intero...è fatta. Ricomincio a prendere velocità  e sullo specchietto appare il riccio, si muove, avanza, evidentemente non l'ho toccato, forse non si è nemmeno accorto di cosa sia successo. L'ospedale è a pochi metri, lampeggio per segnalare il mio arrivo, la sbarra si apre, posteggio, corro verso la sala operatoria, mentre il malessere, ancora presente, passa in secondo piano perché il cervello comincia a connettersi e mi cambio in pochissimo tempo, guardo l'orologio, da quando sono partito erano passati 12 minuti, pochi? Troppi? Pochi, pochi, dai che ce la faccio, in genere il tempo considerato accettabile è anche superiore, fino a 20 minuti, umanamente accettabile, sono pronto, entro in sala, l'equipe è pronta, non mi resta che prepararmi senza tante chiacchiere ed iniziare. "Sei stato un fulmine!" mi dice l'infermiera, "sì, sì", farfuglio io, mentre l'intervento inizia velocemente: era una donna in procinto di partorire, ma il battito cardiaco del feto aveva mostrato una sofferenza per la quale era necessario intervenire subito. La sofferenza fetale acuta (cioè "improvvisa", senza fattori che la possano fare prevedere) è una condizione relativamente rara in un travaglio di parto, la diagnosi avviene perché durante il travaglio la donna è monitorata con uno strumento che si chiama "cardiotocografo" che amplifica e registra il battito cardiaco del feto che ancora deve nascere. Il battito cardiaco fetale ha delle caratteristiche ben precise, molto diverse da quelle del battito cardiaco di un adulto. Già la frequenza cardiaca (il numero di battiti cardiaci al minuto) è del tutto diversa (un adulto ha una frequenza di circa 70 battiti al minuto, un feto di circa 120-140), ma anche la "monotonia" del battito è diversa (un adulto ha una frequenza "costante" che cambia se cambiano le sue attività, di corsa ad esempio o durante uno sforzo, un feto ha il battito che cambia frequenza continuamente, passando da frequenze relativamente basse, per esempio 90 battiti al minuto a frequenze alte, di 130 battiti al minuto, in maniera repentina) e delle anomalie di queste caratteristiche fanno sospettare una sofferenza. Se questa avviene a ridosso del parto è possibile accelerarlo per evitare danni fetali, se il momento del parto è ancora lontano e la sofferenza non si risolve, bisogna espletare il parto velocemente: il taglio cesareo d'urgenza è l'unica scelta disponibile in questi casi e serve per evitare che il feto soffra in maniera irrecuperabile.
Così è successo, tutto procede con velocità ma senza problemi. Il pianto del bambino, poi quello della mamma, routine, la routine dell''urgenza. Tutto risolto.

Finisce l'intervento ed in un bagno di sudore mi tolgo gli abiti chirurgici, mi siedo un attimo per riprendere fiato e posso salutare tutti. Situazione risolta, tutto perfettamente riuscito, saluto tutti di nuovo e vado a cambiarmi. Nel frattempo penso a quanto sono stato stupido, per un riccio ho rischiato di arrivare tardi, ma chi me lo fa fare, se fosse successo qualcosa come mi sarei giustificato? Certo non potevo raccontare del riccio...ma guarda in che storie devo infilarmi...ma guarda un po’ certe volte…
Nel frattempo torno in macchina, con tutta quell'adrenalina non senti neanche il freddo ormai.
Riprendo la strada per casa, stavolta con calma e rilassato e mentre ripasso con l’auto proprio sul punto del mio incontro con il riccio, noto che non c’è più niente: nessun riccio ma nemmeno tracce di tragedie animalesche della strada. Questo significa che il riccio si era messo in salvo come sembrava all'inizio della storia.
Ormai non avevo più fretta, "meglio così" pensai, in fondo è finito tutto bene, per tutti.
Arrivo a casa cercando di non fare rumore mi infilo sotto le coperte: "in due ore si è incrociata la vita di un essere umano con quella di un riccio, anzi, la vita di due esseri umani" sembra una cosa insignificante, ma chissà  quante volte la nostra vita ha cambiato strada o è stata condizionata da cose insignificanti...com'era quel film? Sliding Doors? Ecco, chissà quante volte un piccolo evento ha segnato la nostra vita, fare o non fare una cosa può aver cambiato il nostro futuro, ognuno ha un riccio che gli può sbarrare la strada o un altro che quel giorno è restato a dormire. Per quella persona che aveva bisogno di un intervento urgente la presenza di un semplice riccio poteva costare cara, ma anche per me, quei minuti di indecisione sarebbero potuti diventare un guaio serio, come mi sarei mai potuto giustificare, per il riccio invece, la mia indecisione è stata fondamentale, in positivo dico. Chi avrebbe mai immaginato che un riccio avesse tutta questa importanza per tante persone? "Vabbè dai, sono quelle cose strane che succedono nella vita...niente di importante". Poi per un attimo ho pensato pure al riccio, chissà dove sarà ora, sicuramente non si è accorto di nulla e starà cercando qualche verme da divorare, poveraccio. Ma chissà quanti ricci, ognuno di noi ha incontrato o non ha incontrato nel suo cammino.
Le coperte mi tengono caldo, ormai il freddo della notte è solo un ricordo, i muscoli si rilassano e mentre ripercorrevo con la mente la scena sento il mio cervello annebbiarsi, mi addormento, domani di ricomincia, meglio riposarsi, che le notti sono sempre pesanti.


Un saluto dalla spiaggia.
:)
Alla prossima.

Non siamo provette.

$
0
0
Ho trovato un metodo eccezionale per curare la peggiore malattia del nostro secolo, il caffè uccide le cellule del cancro, l'ho visto con i miei occhi al microscopio e lo dicono anche gli studi.
Potrebbe essere un articolo firmato dall'ormai mitico (e lanciato verso nuove e prestigiose avventure) prof. Massimo Della Serietà, ma visto che l'argomento è serio, parlerò seriamente.
Partiamo dall'inizio.

La cellulaè un complesso insieme di strutture che compone tutto il nostro corpo, dalla punta dei capelli fino al tallone, siamo semplicemente un enorme "puzzle" di cellule che formano organi, li ricoprono, producono sostanze, ormoni, trasmettono impulsi nervosi, elettricità, scambiano informazioni ed altro ancora. Tutto questo avviene grazie a strutture ancora più piccole, quelle che permettono alle cellula di funzionare: piccole formazioni che sono dentro alla cellula, altre che stanno all'esterno, organuli come i mitocondri, strutture come i recettori.
Come qualsiasi unità vivente, la cellula ha un ciclo di vita, nasce, si riproduce e muore ed ogni cellula lo fa ad una velocità diversa, con scopi diversi, in modo diverso, dipende dal suo ruolo ed ogni fase della sua vita è regolata in maniera precisa, perfetta.

Cellule normali. Notare come si "affianchino" una con l'altra in modo perfetto.

Sono i geni che dicono alla cellula cosa deve fare e quando deve finire il suo ciclo vitale, le dicono pure di stare attenta a non "invadere" il terreno delle altre cellule, pensate: quando una cellula ne tocca un'altra, sa che non deve più crescere (si chiama "inibizione da contatto") o intralcerebbe pericolosamente il lavoro ed il compito della cellula vicina. Come nei compiti anche nell'aspetto le cellule si assomigliano, ma ogni cellula appartiene ad una famiglia, così le cellule del sistema nervoso si somiglieranno ma avranno un aspetto molto diverso di quelle della cute, le cellule del pancreas saranno molto simili anche nella caratteristica di produrre certe sostanze, ma profondamente diverse dalle cellule del sangue, che quelle sostanze non devono produrle, non è il loro compito.
Noi esseri umani siamo davvero un miracolo di perfezione: riflettendoci è già è incredibile la possibilità di comandare un arto o un movimento con "la sola forza del pensiero", ma è del tutto fantastico ciò che accade all'infuori della nostra volontà, la respirazione, il battito cardiaco, la circolazione del sangue, siamo una "macchina" che nessun genio al mondo potrebbe riprodurre.
Ma le cose non vanno sempre bene.
E' proprio perché siamo frutto di migliaia di anni di evoluzione e di miglioramenti (in fondo siamo il meglio del meglio esistente al mondo) che ogni tanto qualche meccanismo si inceppa e non funziona come dovrebbe.
La cellula, che normalmente sa benissimo cosa deve fare, lo dimentica, i suoi meccanismi si inceppano e non seguono le regole che dovrebbero, invece di morire, quando opportuno, continua a vivere, invece di fermarsi alla presenza di altre cellule vicine continua a crescere una sull'altra, una sorta di "voracità" incontrollata ed incontrollabile, questo perché i geni che regolano le loro funzioni diventano (o sono sempre stati) difettosi, sono danneggiati, perdono le loro proprietà. Le cellule anormali travolgono l'architettura di un organo, ne trasformano la forma, la funzione, invadono gli organi vicini, letteralmente "impazziscono", diventano cellule tumorali.

Tumore della pelle. Notare la crescita "disordinata" delle cellule.

In una sorta di "ribellione" alle leggi della fisiologia, la cellula del cancro non ha più alcuna regola, vive in maniera anarchica ed egoista, si riproduce velocemente senza tenere conto di chi ha vicino, copre e distrugge le "sorelle" normali, non muore, distrugge l'organismo che fino a quel momento ha aiutato a vivere e trasforma il suo scopo di vita altruistico (lavorare in sintonia con le altre cellule per far vivere l'organismo a cui appartiene) in uno scopo egoistico (lavorare per il suo esclusivo interesse danneggiando tutto ciò che la circonda).
E' talmente incredibile la follia della cellula tumorale che è possibile vederla. Al microscopio le cellule tumorali sono diverse, anche profondamente, da quelle normali, reagiscono diversamente, si colorano in modo diverso, a livello "macroscopico" (cioè visibile ad occhio nudo) rendono l'organo colpito irriconoscibile, lo trasformano, lo distruggono (la parola cancro deriva dall'aspetto di certe lesioni tumorali che ricorda le zampe del granchio).

Differenze al microscopio tra cellule normali e tumorali: A) Prostata B) Rene C) Pancreas D) Cervello. Notare le differenze di forma, "ordine", colore.

Per questi motivi (e per altri ancora) fermare il cancro non è facile, le cellule tumorali non sono estranee e non vivono all'esterno del corpo, sono parte di noi, vivono grazie a noi e la loro tipica invasione (che può essere localizzata o a distanza) non sempre permette una rimozione della malattia. Il fatto di riuscire ad invadere organi vitali, vasi sanguigni e linfatici, può rendere impossibile estirpare alla radice il male e quando non è possibile farlo (con la chirurgia ad esempio) l'unico tentativo possibile è utilizzare farmaci, sostanze velenose che distruggano quante più cellule tumorali possibili. Per questo motivo le terapie per il cancro sono molto aggressive, spesso ricche di effetti collaterali, il cancro non è un gioco né un'influenza e necessita di maniere forti per essere vinto. Ma perché allora ogni tanto si legge di sostanze apparentemente "banali" con la capacità di uccidere le cellule tumorali? Perché la maggioranza delle medicine alternative che proclamano di poter guarire da vari tumori, sono evidenti bufale?

Se chiedessi come si può uccidere un essere vivente, è chiaro, le risposte sarebbero le più varie: sparandogli, avvelenandolo, colpendolo con un corpo contundente ed in decine di altri modi.
Ma come si uccide una cellula tumorale?
Bella domanda...una cellula è un'unita vivente e può essere uccisa utilizzando gli stessi mezzi che si utilizzerebbero per uccidere un uomo: un esplosivo la farebbe saltare in aria, il fuoco la brucerebbe, una sostanza velenosa la eliminerebbe per sempre.
Ma allora perché non uccidere la cellula tumorale con una pistola? Oppure con un litro di benzina o con del cianuro?
Semplicemente perché per uccidere lei dovremmo uccidere l'organismo che la ospita.
Serve allora qualcosa che, uccidendo la cellula "malata", non uccida l'intero organismo ma è chiaro che per fare questo non possiamo usare un mezzo troppo potente ma nemmeno un inutile mezzo troppo "debole", serve una via di mezzo, qualcosa di molto potente ma non tanto da uccidere un uomo. Ecco che nascono i chemioterapici: talmente potenti e tossici per la cellula, ma non sufficientemente tossici da uccidere un uomo.
Così la medicina si serve di diverse armi (che dipendono dal tipo di tumore, dalla sua estensione, grandezza, localizzazione, eccetera). La chirurgia tende a rimuovere la "massa" tumorale, la chemioterapia prova a fare "piazza pulita" di ciò che resta e quando non si può operare è possibile utilizzare la chemioterapia o la radioterapia per arrivare dove non arriva la mano dell'uomo. Quando serve si possono utilizzare sostanze antiormonali, anticorpi, immunostimolanti, varie forme di energia (come il calore) ed altro.
L'estrema difficoltà nel distruggere tutte (e solo) le cellule del tumore può fare comprendere perché sia così difficile (quando non impossibile) sconfiggere questa malattia, ma nonostante tutto i passi avanti, gli effetti positivi ed i successi della medicina, sono eloquenti.
Sicuramente un giorno troveremo di meglio, ma noi abbiamo già "di meglio" rispetto ai nostri avi di pochi anni fa, i passi avanti ci sono e sono evidenti e se analizziamo i tumori che non hanno altra cura che quella chemioterapica (quelli del sangue, ad esempio, che non si possono certo operare) persino la tanto bistrattata chemioterapia ha dimostrato di funzionare più che egregiamente.


Sopravvivenza da Leucemia acuta: negli anni '60 del 4% negli anni '90 dell'80%

Si deve migliorare, è chiaro e probabilmente i nostri discendenti guarderanno alla nostra epoca come ad un'era di preistoria della medicina, ma oggi, rispetto a poche decine di anni fa, di cancro si guarisce e non è una cosa così scontata, per niente.
Nonostante questa realtà, periodicamente sembra che escano fuori incredibili risultati su una o l'altra sostanza che "uccida" le cellule tumorali, con il consueto corollario di commenti stupefatti su una o l'altra molecola usate dal ciarlatano di turno che finalmente avrebbe avuto la "rivincita" sulla medicina o avrebbe previsto il futuro con le sue scoperte. Succede anche con la medicina "seria", non sono rari i titoli di giornali che parlano di "nuova molecola contro il cancro", ma non è sempre una notizia veritiera.

Quando leggi che un noto farmaco o una vitamina "uccide le cellule tumorali in una provetta", ricorda: lo fa anche una pistola. (sottotitolo: Ora, se questo uccide delle cellule tumorali in una provetta, puoi essere sicuro che questo possa essere un grande traguardo per chiunque soffra di cancro della provetta). Da xkcd.com
Praticamente tutte le sostanze "velenose" per l'uomo, distruggono le cellule tumorali così come tutto ciò che ha un'azione dannosa in generale: se "fanno male" all'organismo intero, qualche azione dannosa da qualche parte ci sarà. Ma questo risultato si puo ottenere anche con sostanze apparentemente innocue, il limone uccide le cellule cancerose in provetta, così come il bergamotto (un altro agrume) o il pompelmo, ma anche la propoli (un prodotto di lavorazione delle api), il pomodoro o certi tipi di fungo velenoso. Varie piante come un tipo di senna, il peperoncino, l'orchidea ed una specie di alloro, persino il caffè di cui ho parlato all'inizio.

Non sto ad elencare le prove che consentono di stabilire come la fiamma ossidrica o l'acido cloridrico possano distruggere completamente le cellule tumorali.Se poi usassimo un'esplosione nucleare il risultato sarebbe evidente e totale, piazza pulita.


Ma allora, perché non usiamo queste possibilità contro i tumori?
Perché non facciamo mordere un malato di tumore da un serpente velenoso, visto che il veleno di serpente uccide le cellule tumorali?
Perché noi esseri umani siamo complicati, diversi da quelli che percepiamo di essere. Il nostro organismo assimila, cambia, metabolizza, estrae, espelle queste sostanze, in una marea di meccanismi e trasformazioni che possono comportare una fortissima differenza tra la sostanza che "entra" nel corpo e quella che "arriva" dove desideriamo e spesso ciò che "arriva" sull'organo che ci interessa non ha più nulla a che vedere con la sostanza di partenza. La molecola iniziale, inoltre, può essere troppo tossica per il corpo umano o, trasformata, perdere del tutto le sue proprietà "benefiche".
L'entità di un'azione "sperimentale" (in provetta) e "clinica" (sul malato) di una sostanza, può essere quindi completamente diversa, quando non opposta a quella osservata inizialmente.
Per questo motivo gli studi "in vitro" (in provetta), hanno un'utilità limitata, servono a controllare gli effetti della sostanza studiata, ad analizzarne il comportamento, a confermare o meno un'ipotesi, sono solo il primo passo: se una sostanza mostra attività antitumorale in provetta, il passo successivo potrebbe essere quello di comprenderne i motivi e di sfruttarli nell'uomo, di trovare altre sostanze simili ma più funzionantio meno tossiche, di estrarre un principio attivo o uno che all'interno dell'organismo non si trasformi vanificando gli effetti benefici, di capirne il meccanismo e trasferirlo in altri esperimenti, insomma, un risultato in provetta non sarà quasi mai identico a quello che si otterrebbe somministrando la stessa sostanza "in vivo" (quindi all'organismo vivente) ma è una prima ipotesi, una tessera del grande puzzle.
Altre volte si può procedere con un secondo passo, osservando ciò che provoca la sostanza che ha mostrato effetti benefici in provetta sulle cavie animali (quindi su un organismo vivo, più simile all'uomo di un gruppo di cellule in provetta), notarne la tossicità, gli effetti collaterali e poi, se confermato un vantaggio terapeutico, provare a trasferirlo nell'uomo e così si spiega anche l'enorme fatica ed il tempo necessario per trasformare un'ipotesi in esperimento e questo in cura, quando tutto va bene. Se tutti questi passaggi (che durano anni, anche decenni) confermano le proprietà in provetta, si può arrivare anche all'uso clinico, come è successo per alcuni chemioterapici che derivano direttamente da piante che diedero nei lontani anni '70 alcuni risultati positivi "in vitro" o per altri che derivano da batteri e che hanno subìto lo stesso percorso sperimentale. Insomma quando una molecola "funziona", prima di parlare di "cura per l'uomo" bisogna controllare se questa molecola cura il cancro che colpisce la nostra specie (e capire quale cancro potrebbe curare), non se uccide le cellule neoplastiche, sono due concetti (basilari) totalmente differenti.

Impariamo allora questo concetto:
La capacità di uccidere le cellule tumorali di una sostanza non equivale necessariamente a quella di curare i tumori umani.

Questo significa che ogni volta che si legge "scoperta nuova molecola anticancro", non si può cantare vittoria né si deve pensare che quella molecola sia per forza utile all'uomo. Bisogna leggere lo studio, comprenderlo, attenersi ai suoi scopi ed ai suoi limiti. Lo studio può essere anche del tutto inutile come esperienza singola ma rappresentare un passo importante nella costruzione di una teoria, può servire a chi l'esperimento lo ripeterà o a chi da quell'esperienza ne trarrà altre idee o può dimostrare come una sostanza apparentemente promettente, in realtà non riesca a danneggiare le cellule tumorali neanche in vitro (figuriamoci "in vivo"). Questo è il cammino del metodo scientifico.

L'operazione di "cultura scientifica" e "buon senso" utile a comprendere il valore di uno studio non è per tutti. Spesso i giornalisti cercano il titolo ad effetto, altre volte sono solo ignoranti e non capiscono ciò che stanno descrivendo, altre volte ancora sfruttano l'argomento per appoggiare una o l'altra cura alternativa. Una notizia interessante, un'ipotesi utile, è resa spazzatura, disprezzata e svalutata perché diventa (per ignoranza o malafede) una prova a favore di una tra le tante false cure che si trovano su internet. Ma a volta è l'incapacità comunicativa degli studiosi a far stravolgere il significato di una novità scientifica.

 
Un esempio (recente, ma ne esistono decine) di come interpretare male una notizia scientifica trasformandola in una di cronaca rosa è quella relativa alla scoperta ("naturalmente" segreta e censurata secondo qualcuno) di una nuova molecola anticancro da parte di "ricercatori precari" italiani.
La scoperta, anche questa volta, è relativa ad una molecola (il maltolo, presente per esempio nel malto) che, sempre "in vitro" (con prove anche su cavie animali), riesce a bloccare le cellule cancerose. I ricercatori, italiani e non precari, sono stati inondati di messaggi e mail stupite ed hanno dovuto chiarire anche nella loro pagina professionale come stanno realmente le cose, ovvero che la loro scoperta è solo il primo passo del lungo cammino della scienza. Ah! La notizia è talmente segreta da essere stata pubblicata pure sui giornali, su internet e, cosa più importante, in riviste scientifiche, alla faccia della segretezza e della notizia "censurata".

Anche qui, oltre alla bufala della censura, brucare un campo di malto purtroppo non salverà nessuno dal tumore.

Ricordate quindi che, se è vero che una tanica di benzina ucciderà inesorabilmente le cellule del tumore in una provetta, berla o, peggio ancora, versarsela addosso è morte sicura per gli ingenui che lo fanno, vittime perfette dei ciarlatani.
Un invito dunque ai divulgatori compulsivi di link e bufale, informatevi su ciò che divulgate siete un mezzo di disinformazione o peggio il mezzo pubblicitario (gratuito) preferito dai truffatori.

Alla prossima.

MedBunker Classic: Cecità ai cambiamenti

$
0
0
Articolo originariamente pubblicato il 17 agosto 2010.


Traduzione dell'interessantissimo articolo di Steve Novella. Si parla di attenzione, percezione e "cecità ai cambiamenti".
Quante volte ci è capitato di non percepire differenze in una scena che è necessariamente diversa da quella che conosciamo?
Un testimone di un fatto delittuoso è attendibile?
Registriamo davvero tutto quello che vediamo?
Quando non focalizziamo l'attenzione in quello che ci interessa, cosa resta nella nostra memoria?
Sono domande interessantissime alle quali molti scienziati tentano di dare una risposta.

Noi esseri umani notiamo più facilmente un oggetto aggiunto o rimosso da una scena o facciamo più caso ai cambiamenti del contesto (colori, luminosità...)? Sono le "teorie del contrario e del sottosopra".

Leggiamo l'articolo di Steve Novella per capirne un po', poi qualche esempio per vedere chi di noi è davvero attento e chi invece è distratto per natura. Molte nostre distrazioni sono "biologicamente" prestabilite perchè il cervello memorizza solo ciò che ci interessa e più facciamo esperienza maggiormente le informazioni memorizzate sono catalogate ed archiviate nei meandri della mente. Quando ricordiamo una scena vissuta tanti anni fa, quasi sempre ne ricordiamo solo gli aspetti importanti e che ci interessano cancellando definitivamente il superfluo o ciò che non è importante ai fini del ricordo in senso stretto.

Cecità ai cambiamenti.

(di Steve Novella, MD

Il fatto che non avvertiamo tutto ciò che vediamo non ci dovrebbe sorprendere. Questa esperienza la facciamo tutti regolarmente, c'è una grandissima quantità di informazioni nel nostro campo visivo ma prestiamo attenzione solo ad una sua piccola parte. Se però contemporaneamente qualcosa lampeggia o si muove o cambia abbastanza drasticamente, può catturare la nostra attenzione. È interessante notare che, nonostante la nostra esperienza conosca i limiti della nostra attenzione visiva, le persone tendono a sovrastimare la capacità di avvertire i dettagli ed a volte si sorprendono quando un particolare importante passa inosservato.
Ecco qualche simpatico esempio di quello che i neuroscienziati chiamano cecità ai cambiamenti.

La cecità ai cambiamentiè la mancanza di notare un modifica di ciò che accade nel nostro campo visivo.

Essa è strettamente connessa ma distinta dalla cecità da distrazione, che è la completa incapacità di avvertire un elemento (non specificamente una modifica).

Gli scienziati hanno esplorato la natura della cecità ai cambiamenti.
Per inciso, sono sempre stupìto dall'approfondimento dei dettagli che è possibile trovare in qualsiasi questione strettamente scientifica. Sembra che vi sia quasi sempre un piccolo gruppo di ricercatori che hanno scavato ad incredibile profondità anche il più piccolo problema. E questo è quello che ho trovato in letteratura sulla cecità ai cambiamenti.
Credo di essermi fissato sui temi principali di questa ricerca stimolato da un recente studio che ha usato il computer per aiutare a produrre test più precisi sulla cecità ai cambiamenti.

"Al contrario" contro "sottosopra"

Come per tante questioni scientifiche esistono opinioni diverse che contengono tutte una parte di verità.
Nella cecità ai cambiamenti le due opinioni sono descritte come l'ipotesi del contrario e l'ipotesi del sottosopra, riferendosi a quello che è il cambiamento di una scena che afferra la nostra attenzione.

La teoria "al contrario" riguarda la nostra comprensione del contesto di una scena. Nell'ultimo studio si propone l'esempio della ricerca di un computer in una foto di un ufficio. La nostra attenzione va alla scrivania, perché ci rendiamo conto che è lì che un computer è più probabile che si trovi.
La teoria del "sottosopra" si concentra sulla rilevanza visiva di ciò che compone l'immagine come il contrasto, il movimento e la luminosità, i componenti più elementari del processo visivo.
Sembra che siano coinvolti tutti questi processi. Secondo il nostro obiettivo utilizziamo l'esperienza "al contrario" di ciò che dovrebbe esserci nella scena per cercare qualcosa di interessante. Ma anche in mezzo a una tale ricerca la nostra attenzione può essere attratta da un oggetto ad alto contrasto o qualcosa che inizi a lampeggiare nel nostro campo visivo.
Ciò ha senso da un punto di vista funzionale, abbiamo bisogno di bilanciare la nostra abilità di concentrare la nostra attenzione visuale ma anche di accorgerci di cambiamenti importanti nel campo visivo.
Questo però è anche un compromesso come molte funzioni biologiche.
Più ci concentriamo nei dettagli, meno ci accorgiamo dei cambiamenti, più controlliamo la scena generale meno focalizziamo i dettagli ed il contesto.
Abbiamo risorse visuali e processi cognitivi davvero limitati e li sfruttiamo al bisogno ma non possiamo fare tutto. Di questo probabilmente ce ne accorgiamo nella vita di ogni giorno.
A volte si può essere concentrati in qualcosa ed essere del tutto disattenti rispetto agli eventi attorno a noi, è quella che possiamo chiamare distrazione. Altre volte si può essere in allerta ed attenti a tutto ciò che ci succede attorno.

In ogni caso i ricercatori dibattono sul contributo del "contrario" e del "sottosopra" nella cecità ai cambiamenti. Gli studi recenti forniscono al dibattito due contributi.
Per prima cosa notano che le ricerche che si sono concentrate sul contributo del fattore "al contrario" sono state contaminate involontariamente da quelle "sottosopra". Per esempio, quando un oggetto è rimosso manualmente da un'immagine o scambiato con un altro (e questo è un cambiamento "al contrario"), le caratteristiche dell'immagine (contrasto, eccetera) possono essere state inavvertitamente alterate.
Per questo hanno proposto un algoritmo computerizzato per fare dei cambiamenti ad una scena senza cambiare le caratteristiche ambientali dell'immagine e quindi separare meglio queste due variabili.

Studi al computer

Ciò che è stato fatto era mostrare una scena poi una piccola pausa e di nuovo quella scena con un piccolo cambiamento.
E' un test con un'oscillazione (la pausa, ndt) e la ricerca ha dimostrato che è più difficile notare i cambiamenti in una scena con una pausa in mezzo rispetto ad una senza pausa. L'oscillazione disturba la nostra capacità di notare il cambiamento. Qui c'è un esempio. (nota del traduttore: il cambiamento è piccolissimo ed io non sono riuscito a trovarlo. Arreso, mi sono fatto aiutare ed ora so cosa cambia).
Un fiore in basso a destra, poco sopra la biforcazione di una pianta.
Con il perfezionamento del metodo gli autori hanno notato che la gente fa più attenzione all'aggiunta o alla rimozione di un oggetto da una scena piuttosto che al cambiamento di un colore.

Conclusione

I dettagli di questa ricerca sono interessanti e possono portare ad applicazioni pratiche, come alla progettazione di segnali stradali che possano attirare maggiormente l'attenzione dei guidatori. Potrebbero essere usati anche dalle compagnie pubblicitarie per preparare spot ed annunci che richiedono la nostra attenzione e l'attenzione dei consumatori è una merce che le aziende pagano per ottenere.

Per molte persone comunque è importante un'immagine appariscente, abbiamo una capacità limitata di focalizzare i dettagli o i cambiamenti in questi dettagli.
Oltretutto ci fidiamo troppo delle nostre possibilità.
Questo si può estendere alla memoria così come all'attenzione dei nostri sensi. Questo eccesso di fiducia causa molti equivoci, come riporre eccessiva attendibilitàin un testimone oculare. Contribuisce anche all'evidenza aneddotica che costituisce le argomentazioni di molte credenze paranormali. Quanto la gente vede uno strano oggetto nel cielo ad esempio e pensa sia un'astronave aliena oppure un qualsiasi altro mistero, sono generalmente troppo fiduciosi nella loro capacità di aver notato dettagli tanto importanti che potevano condurli ad una spiegazione più banale.
Comprendere la cecità ai cambiamenti inoltre, è importante per l'umiltà che contraddistingue il punto di vista scientifico e scettico. E' utile anche per tirare fuori dai guai i mariti quando non notano il nuovo colore dell'acconciatura della moglie.
Beh, forse no...

==

Ed ora qualche piccolo esempio.
Alcuni di voi li conosceranno in quanto sono abbastanza noti chi non li conosce invece potrà scoprire quanto siamo distratti.
I video sono in inglese ma non è importante ciò che si dice quanto ciò che si vede (e che non si vede).
Tra i più noti la partita di basket ed il trucco della carta che cambia colore ed un terzo video segnalato nei commenti da Riccardo che merita di essere visto. Gli stessi video contengono la "soluzione".  Buona visione.

La partita di basket:
quanti passaggi fanno i componenti della squadra bianca?




Il trucco della carta che cambia colore (da Quirkology): un gioco di prestigio con sorpresa finale.




Chi è l'assassino?
Un video eccezionale che fa barcollare il significato del termine "testimone oculare":




Alla prossima.

Traduzione dell'articolo Change Blindness di Steve Novella pubblicato nel blog Neurologica Blog e tradotto con l'autorizzazione dell'autore.

.::.

NOTA:

Breve segnalazione.
Con mia sorpresa sono in nomination per il "Macchianera Italian Award 2013" (un premio assegnato annualmente a vari siti web) in due categorie:
  • Miglior sito tecnico-divulgativo (con questo blog).
Chi lo ritenesse opportuno può votarmi qui (termine votazioni 19 settembre 2013, premiazione 21 settembre 2013 a Rimini). Ricordarsi di votare almeno 10 categorie, pena voto non valido.

Ringrazio di cuore chi mi ha segnalato per entrare in nomination!


Lettera ad Elena Cattaneo

$
0
0
Cara professoressa Cattaneo,

quando ho letto della sua nomina a senatore a vita ho avuto un sussulto ed ho provato una forte e positiva sensazione di sollievo, seguo la politica con l'interesse di un comune cittadino che controlla i suoi governanti ma ero assalito dal torpore che ormai domina molti italiani. Le polemiche, i discorsi infiniti sullo schieramento buono e quello cattivo, le manifestazioni chiassose, le conferenze stampa che altro non erano che riunioni pubblicitarie, da quando la politica è diventata un salotto televisivo tanti come me si sono disillusi o ne sono rimasti delusi.
Da parte mia la delusione deriva anche dal fatto che per troppo tempo ho visto "la politica" (uso un termine generico) trattare temi come la cultura, la scuola, la scienza, la ricerca in maniera insulsa, come fossero aspetti di secondo piano rispetto ad altri, senza pensare che la cultura e la scuola sono crescita sociale a vantaggio di tutti, la scienza è progresso e quindi crescita economica, la ricerca è sviluppo, lavoro, guadagno e tutto questo ci farebbe vivere in una nazione più progredita, socialmente, moralmente ed economicamente. La civiltà di un paese si misura con il suo livello culturale ed in Italia purtroppo siamo ancora indietro o forse lo siamo proprio perché un popolo colto non si fa abbindolare.

Ora c'è anche lei.
So benissimo che non potrà fare né miracoli né rivoluzioni, ma ora abbiamo una voce. Quella che si è battuta per arrivare dov'è, la stessa che ha messo la faccia per invitare gli italiani alla giornata nazionale per la corretta informazione scientifica, quella che si è esposta in maniera netta contro la deriva antiscientifica della vicenda Stamina, una voce che emerge in mezzo ad altre che non prendono posizione per non perdere consensi, che fanno l'occhiolino alla telecamera perché non si sa mai, che dimostrano vigliaccheria.
Naturalmente è molto più semplice stare zitti e non prendere posizione, molto più comodo fare i capopopolo e sicuramente volare basso non espone a critiche ed attacchi violenti ma lei è abituata a volare alto, altrimenti non sarebbe arrivata a ciò che ha realizzato fino ad ora e conosce benissimo il rapporto tra la scienza e la società, visto che se ne è occupata in prima persona. Divulgare scienza, "aprire" i laboratori al cittadino, comunicare e spiegare sono oggi parti fondamentali del processo scientifico, così da far capire a chi usufruisce della scienza la differenza che passa tra chi pubblica su Nature e chi lo fa sul quotidiano on line.
Immagino benissimo anche gli attacchi che ha ricevuto e riceve per il suo lavoro di corretta informazione, lo so, provengono da persone che neanche conoscono il significato di termini come onestà scientifica, competenza, lealtà, ma è proprio per far crescere nell'animo di tutti gli italiani questi concetti che sono contento per la sua nomina e gli attacchi sono alla fine solo un sintomo della pericolosa deriva che ha preso il nostro paese.
Nonostante si sappia che un urlo sia più rumoroso di mille sospiri, sia cosciente che la sua nomina ha suscitato centinaia di migliaia di sospiri silenziosi, quelli dei giovani ricercatori che hanno difficoltà a realizzare i loro progetti, quelli degli scienziati che in Italia devono difendersi dai cialtroni, quelli della gente comune che vede in lei ed in chi è come lei un baluardo di ragione ed altruismo ed anche quella dei malati che sperano nel futuro.
Già, perché pochi pensano al fatto che uno scienziato debba essere prima di tutto altruista, altrimenti non potrebbe passare tutta la sua vita a cercare. Quando cerchi per te il tuo obiettivo è trovare qualcosa di utile per la tua persona, quando cerchi pubblicamente speri di trovare qualcosa di utile per tutti. Così, parallelamente al suo prezioso lavoro di ricerca, sono sicuro la sua voce sarà in grado di rappresentare, anche nel mondo politico, quella di tutti coloro che credono alla scienza, al progresso, alla ricerca ed allo studio e che sperano.

Per questo motivo la sua voce è importante per me e, sono sicuro, per molti e non potendo parlare a nome di una categoria mi limito a parlare a nome personale, quello di un medico che si batte affinché in Italia la scienza resti tale e non si mescoli alla ciarlataneria, in nome di questo le dico che sono fiero di averla tra i banchi del parlamento, è un modo per sentirsi meno soli e più forti.

Non posso che augurarle buon lavoro, come scienziata ed a questo punto come senatrice.

(pubblicato anche su: Il Fatto Quotidiano)

Il grande fratello farmaceutico

$
0
0
Sapete cosa sono gli "influencer"?
Si tratta di quelle persone che hanno un'influenza sui media e quindi sull'opinione pubblica, un po' quelli che sono chiamati anche "opinion leader", ovvero persone note o meno che godendo di una certa credibilità o notorietà, hanno un'influenza (su un settore o generale) sul pubblico e sui consumatori. La figura dell'influencer assomiglia anche a quella del "testimonial", figura molto usata nel marketing: se il famoso calciatore ha al polso un orologio di una marca precisa, molti suoi ammiratori potrebbero acquistare lo stesso orologio per "assomigliare" al loro beniamino, se il noto intellettuale legge un libro, molti suoi ammiratori potrebbero essere incuriositi ed acquistare lo stesso libro, così l'importanza ed il carisma dell'influencer può decidere e cambiare i risultati commerciali di un prodotto, molto più di una "normale" campagna pubblicitaria.
Le aziende farmaceutiche utilizzano a piene mani gli influencer, fanno parte delle operazioni di marketing, mezzi sempre più moderni, sottili e spesso subdoli con i quali si spinge il cittadino ad occuparsi di un presunto problema di salute anche quando il problema non c'è, oppure ad acquistare un prodotto di cui in fondo non abbiamo bisogno...in questo modo esistono due "strategie" di marketing, la pubblicità diretta (quella televisiva ad esempio, comprate le compresse XY perché sono le più efficaci) o quella "nascosta", spesso addirittura segreta, non lampante (l'influencer dice in un contesto non pubblicitario: "io soffrivo molto ma con le compresse XY la mia vita è cambiata").

Sono figure molto in voga nei paesi anglosassoni (per esempio per una campagna pubblicitaria sull'omeopatia sono stati "arruolati" personaggi del mondo dello spettacolo che dovevano dichiarare "con indifferenza" di usare abitualmente prodotti omeopatici) da noi esistono ma non sono inquadrati ufficialmente, restando conosciuti ed utilizzati da agenzie di marketing con clienti con pretese elevate e con buone possibilità di investimento.

L'influencer, a differenza del "testimonial" famoso, non è quasi mai un personaggio noto alla massa ma ha una sua nicchia ben precisa di ascoltatori. Esisterà così un esperto di sport forse poco noto a chi si occupa di informatica ma seguitissimo a chi si occupa di gare di Formula 1, un medico che è un "mito" per le mamme preoccupate dei loro figli ma che potrebbe essere sconosciuto al mondo scientifico mondiale oppure un cuoco che non ha alcun titolo di categoria ma che in rete è un vero "guru" delle ricette e per chi segue l'argomento.
Insomma, un idolo e quello che dice il nostro idolo, si sa, è sempre vero.
Non ci crederete ma è successo anche a me di essere richiesto come "influencer subdolo" e proprio questo mi ha indotto a scrivere l'articolo che state leggendo.

In cinque anni di blogging ho ricevuto molte offerte di "endorsement" (sponsorizzazione) e visto che non cito chi sono gli autori vi racconto come mi hanno avvicinato e cosa mi hanno proposto. Pensate cosa potrebbe succedere se scrivessi che la "compressa pinco pallino", composta da zucchero ed una vitamina sta dimostrando effetti incredibilmente efficaci su una malattia (scegliete a caso quale), è l'obiettivo di chi cerca di "influenzare" il navigatore di internet in tema di salute.
Non che sia fondamentale ma può servire a capire come le aziende possono approcciare qualcuno che ha una certa influenza sulla rete.

Cominciamo dagli alternativi, di cui vi racconterò due "offerte".
La prima è relativa ad un'azienda italiana di prodotti sanitari. In particolare la proposta era quella di scrivere un articolo che descrivesse le mirabolanti proprietà di "collari" e "cinture" (vendute da quell'azienda) che producono calore e che quindi avrebbero dato beneficio a chi soffre di dolori articolari, alle vertebre cervicali, alla colonna vertebrale. In cambio di un articolo che doveva illustrarne i benefici (mai dimostrati) ed i miglioramenti ottenuti sul dolore (mai dimostrati), l'azienda mi avrebbe assicurato una fornitura di 1 cintura cervicale o 5 cinture assortite ma "usa e getta". Non ho nemmeno risposto ma i messaggi continuavano ad arrivare con insistenza, così ho dovuto rifiutare con fermezza (almeno per salvaguardare la mia casella di posta elettronica).
Una seconda è relativa ad un medico (regolarmente iscritto all'albo professionale) che somministrava un "protocollo" di sua invenzione per guarire svariate malattie (un ciarlatano, in parole povere). Mi ha contattato un suo fantomatico ufficio stampa (addirittura) che mi ha proposto di scrivere dei risultati di questo medico (illustrati in un sito internet ma rigorosamente taroccati), illustrandoli come reali ed interessanti. Chi mi ha contattato mi ha proposto "benefit da concordare" in cambio del mio "servizio".
Non ho (naturalmente) accettato ed ho anzi scritto sulla stessa persona un articolo ben poco "pubblicitario" dove ho illustrato le sue capacità di bravo ciarlatano (non metto il link per non fare collegare le due cose). Neanche a farlo apposta, dopo pochi giorni, il simpatico collega (che si firmava "professore" ma che del professore non aveva né i titoli né le competenze) è stato arrestato dalle forze dell'ordine per la sua attività "extra medica". Queste sono richieste di "sponsorizzazione" abbastanza banali ed ingenue, ma me ne sono arrivate altre, molto più "sottili".

A volte non si capisce se chi scrive vuole fare il furbo o sia proprio distaccato dalla realtà.
L'addetta stampa di una società che gestisce una catena di cliniche private (molto note e diffusa in tutta Italia), mi scrive un messaggio che inizia con complimenti, felicitazioni, ammirazione per il mio lavoro di "divulgazione e diffusione della scienza e della medicina", a quel punto la proposta "vantaggiosa": per ringraziarmi del mio impegno sul web, la società mi avrebbe regalato un video della durata di 2 (!) ore, nel quale il loro addetto commerciale spiegava tutte le caratteristiche dell'azienda, l'organigramma, la situazione finanziaria, i loro interessi ed i loro progetti.
In pratica avrei dovuto pubblicare una noiosissima pubblicità gratuita alla loro azienda per...boh, non so nemmeno per quale motivo perché in realtà non mi offrivano neanche qualcosa in cambio (non che lo avrei fatto in quel caso, ma almeno avrebbero fatto una figura migliore). C'è stato anche chi mi ha chiesto di abbandonare questo blog per scrivere nel suo portale di medicina (molto noto e seguito) ed al mio rifiuto ha fatto una di quelle offerte che non si possono rifiutare: mi avrebbe pagato 1 euro ad articolo e si è pure arrabbiato quando ho declinato l'invito (sempre cordialmente, ci mancherebbe).

Ci sono però anche quelli molto più subdoli: aziende farmaceutiche che mi inviano report di loro prodotti affermando che si tratta di grandissime innovazioni e che un articolo su questo o quel farmaco sicuramente interesserà tantissimo chi mi legge, quelli che dopo avermi illustrato il loro nuovo prodotto concludono scrivendo che "naturalmente" qualsiasi mia richiesta che potesse favorire un mio interessamento al prodotto sarà soddisfatta dalla direzione dell'azienda...per finire con quelli che mi propongono una collaborazione per diffondere notizie mediche nelle quali non apparirà mai il nome di un farmaco o di un'azienda ma chi legge non avrà altra scelta che rivolgersi a quel farmaco di quell'azienda.
Insomma, da mettersi le mani ai capelli ed in fondo così capisco come possano esistere nel mondo squallidi episodi di corruzione o semplice "partigianeria", basta incontrare la persona giusta o quella "predisposta" ed il gioco è fatto.
Infine una "proposta" nel mio caso "indecente" alla quale però ho risposto come si deve. L'addetto stampa di un'azienda omeopatica mi invita (coraggiosamente) al pranzo pubblicitario offerto dalla stessa azienda per illustrare l'ennesimo prodotto (omeopatico) bufala. Un pranzo con gli omeopati?
Ho risposto così: "Gentile dott. XXXXX, viste le caratteristiche della vostra azienda, sono molto preoccupato per le quantità di cibo distribuito al pranzo al quale mi invitate. Prima di decidere se partecipare mi consiglia di portare qualche panino non omeopatico per non restare affamato? Cordiali saluti."


Non mi ha risposto.

Questo può succedere ad un medico ritenuto "influente" sul web e succede proprio perché le aziende setacciano internet alla ricerca dei "luoghi" più frequentati dai pazienti, dai medici, da chi cerca risposte, i lettori (ed i pazienti) appunto: sono "immuni" da questo tipo di influenze e condizionamenti?
No...per niente.
Anzi, il plagio pubblicitario nei confronti dei consumatori (in medicina, quindi spesso persone con problemi di salute) riesce ad essere ancora più subdolo e sottile.

Si scoprirà così che agenzie di marketing acquistano domini internet (sono i "nomi" dei siti internet) ben precisi, che richiamano problemi di salute o intere classi di pazienti: acquistare domini internet riguardanti il colesterolo, l'osteoporosi, l'ipertensione, può essere un buon affare, visto che poi si potrà costruire un sito sicuramente visitatissimo (chi naviga sui motori di ricerca per avere informazioni sul proprio problema di salute prima o poi finirà nel sito www.nomedellamalattia.org), se qualcuno vuole provare, cerchi alcune parole chiave legate alle malattie...e controlli a chi appartiene il dominio, si tratterà spesso di agenzie di pubblicità. Le aziende farmaceutiche possono ottenere così un risultato incredibile: non sono loro che vanno a cercare i pazienti ma sono questi che cercano l'azienda ed il loro prodotto ed il costo di questa operazione è bassissimo (soprattutto se confrontato con quelli della pubblicità classica).
Già, perché in quel sito non ci sarà pubblicità evidente o richiami che facciano capire dove si è finiti, ci saranno normali articoli informativi, illustrazioni, interviste, si tratterà di un interessante sito di medicina che illustrerà le proprietà di vari farmaci ma quale sarà il migliore? Naturalmente quello dell'azienda che gestisce il sito.
Per lo stesso motivo le agenzie pubblicitarie sguinzagliano i propri dipendenti in forum e gruppi di discussione che trattano argomenti precisi, non li indicherò qui ma esistono diversi forum apparentemente gestiti da pazienti di un determinato campo medico che sono invece gestiti da responsabili di agenzie pubblicitarie e, strano ma vero, esistono "finti utenti" che consigliano e guidano chi si iscrive al sito verso informazioni e prodotti che hanno un solo marchio, quello dell'azienda per la quale lavorano, una sorta di "grande fratello medico".
Riflettiamoci: è la stessa identica cosa che fanno i ciarlatani quando cercano ingenui ai quali svuotare il portafogli.

Si può essere ancora più subdoli: vuoi conoscere il tuo rischio di malattia cardiovascolare? L'aspettativa di vita? Vuoi sapere quanti chili dovresti perdere e quale sarebbe il tuo peso forma?
Compila le voci di un "test on line", poche domande, età, sesso, altezza, malattie in corso, farmaci assunti, abitudini di vita ed ecco...che un'azienda ha ottenuto in maniera semplice, veloce e soprattutto gratis, tutta una serie di informazioni che non potrebbero essere ottenute in nessun altro modo ed il bello che gli abbiamo raccontato tutto noi, senza alcuna remora, esattamente come quando cerchiamo informazioni su una malattia in un motore di ricerca. Egli (il grande fratello farmaceutico) saprà cosa abbiamo cercato e quando e di conseguenza saprà cosa proporci, che pubblicità farci vedere e che siti consigliarci quando cerchiamo su Google. Un fenomeno simile allo "spam", la spazzatura elettronica: esistono siti che vendono migliaia di indirizzi mail lasciati in giro da utonti (cioè utenti tonti) ad aziende che così possono bombardare con la loro pubblicità altrettante persone, meglio di un volantinaggio.

In questa maniera qualcuno, dall'altra parte del PC, saprà che in provincia di Taranto ci sono più diabetici che a Milano o che a Venezia il farmaco "vattelapesca" non vende quasi nulla. Può potenziare una regione o trascurarne un'altra. L'azienda saprà anche il quartiere in cui un farmaco è più venduto rispetto ad un altro ed arriva tranquillamente a sapere (anche grazie a report creati apposta) se un medico prescrive più di un altro un certo prodotto e quindi concentrare le sue operazioni di marketing su chi è più restìo o "premiare" chi è più "generoso".
Insomma, una vera e propria armata pubblicitaria.
Altri mezzi subdoli di pubblicità sanitaria sono le "finte divulgazioni". Una trasmissione televisiva, un video su internet, gli ospiti parlano di medicina lodando un prodotto o un altro (senza fare nomi commerciali, chiaramente) ed il pubblico è per forza condizionato da quelle parole.
Questo aspetto del marketing farmaceutico è molto pericoloso.
L'idea del consumatore è che schiere di informatori del farmaco (sono i rappresentanti scientifici di un'azienda farmaceutica) offrano denaro, premi, vacanze, riconoscimenti ai medici che li "accontentano". Questa sarebbe corruzione vera e propria, non solo perché deontologicamente scorretta ma anche perché proibita espressamente per legge. Le aziende non possono regalare nulla al medico che vada oltre ad un certo valore (irrilevante) e quindi non può offrire premi di nessun tipo che abbiano un reale valore "condizionante" (regalare una penna di plastica è permesso, ma un medico che prescrivesse farmaci in cambio di penne di plastica sarebbe da compatire più che da condannare...).

Gli episodi di corruzione esistono ed esisteranno sempre, questo è certo, ma si tratta di episodi singoli, che riguardano vere e proprie organizzazioni criminali pronte a tutto (anche a danneggiare il proprio paziente) in cambio di favori personali e soprattutto il costo è esorbitante: spendere decine di migliaia di euro per favoritismi da parte di un solo medico non porterà mai i risultati che porta lo sviluppo di un'applicazione per smartphone o un portale dedicato ai medici che sarà consultato da migliaia di essi, ricco di informazioni interessanti ed apparentemente "neutrali" e disinteressate ma in realtà coordinate e decise da chi ha un cliente da accontentare (l'azienda che commissiona i servizi dell'agenzia di marketing) e così anche il medico crede di informarsi quando invece sta semplicemente leggendo della pubblicità. La stessa identica cosa che succede quando un medico partecipa ad un incontro presentato come di "aggiornamento" e formazione ma in realtà nasconde un vero e proprio meeting pubblicitario. In questi casi il professionista ha alcuni mezzi per distinguere la pubblicità dalla reale formazione, ad esempio controllare l'elenco dei relatori, gli sponsor del convegno (che possono esserci ma non dovrebbero mai invadere l'area dedicata al confronto medico), l'importanza dell'argomento e la reale utilità dell'incontro.
Il problema è internazionale ed è stato sollevato diverse volte, anche in riviste scientifiche prestigiose.
Se la legge quindi punisce chi corrompe e chi si fa corrompere, non può punire il cittadino (o il professionista) che sceglie liberamente e quale miglior modo di condizionarlo se non quello di fargli credere di essere "libero"?

C'è un modo per difendersi?
Vale anche in questi casi quello che si dice per le cure non scientifiche: internet è un mezzo, interessante e veloce ma non deve sostituire il medico personale, non può farlo e quando qualcuno preferisce internet al medico commette un errore gravissimo.
Esiste poi un'autorità, l'antitrust (AGCM) che sorveglia proprio eventuali comportamenti scorretti in campo commerciale ed è proprio questa che punisce (come già accaduto) messaggi ingannevoli, pubblicità illegale ed affermazioni non corrispondenti a realtà. Per i medici c'è un modo semplice e sicuro per non essere anch'essi vittime di pubblicità ed inganno: la letteratura scientifica e l'aggiornamento continuo. Un medico che per aggiornarsi usa "i siti internet" sbaglia, quelli possono essere un'occasione di rilassamento, né più né meno del leggere una rivista generica, il bravo medico sa benissimo che internet è un mezzo, niente altro.
Come sempre quindi, occhi aperti e stavolta lo dico anche ai miei colleghi medici.

Alla prossima.

Staminali: Vannoni? Capitolo chiuso, ora parliamo di cose serie.

$
0
0
Aggiornato dopo la pubblicazione iniziale.

Avevo preparato un articolo di aggiornamento dell'infinita storia della presunta cura con cellule staminali, partita con uno show televisivo e finita in parlamento.
Mentre scrivevo però mi sono accorto che mi annoiavo, stavo parlando di sciocchezze, di gossip: accuse di complotto, contraddizioni, con la novità della nascita di associazioni, decine, nate come funghi e che sostengono le pseudocure di Vannoni (chiedendo soldi) il più tipico corollario delle pseudocure che promettono miracoli...insomma, non si tratta più di un tema medico ma di una telenovela anche abbastanza patetica. Naturalmente qualcuno potrebbe non conoscere tutti i passi della vicenda, ormai nota come "questione Stamina" e se vuole può rileggerli qui e qui.
Indeciso quindi se parlarne o meno, la risposta mi è arrivata indirettamente, con il tempo.
La storia è iniziata quando mezza Italia gridava allo scandalo perché, si diceva in TV, c'erano decine di bambini in via di guarigione dalla loro grave malattia, grazie al cosiddetto "metodo Stamina", che vedevano sospesa la loro cura per un'indagine della magistratura. Gli inquirenti infatti avevano scoperto che un docente di psicologia somministrava una presunta a cura promettendo guarigione o miglioramenti importanti a persone con gravi malattie neurodegenerative. L'indagine deve fare luce non solo su presunti pagamenti non dovuti, ma anche sulla sicurezza di queste somministrazioni, in quanto (anche con l'aiuto di un'ispezione dei NAS e dell'AIFA) sono state riscontrate carenze igieniche e sanitarie gravissime (persino sangue nei campioni da iniettare ai pazienti). Da alcuni verbali (pubblicati su L'Espresso, ora in edicola, on line esiste per ora solo la versione per abbonati), è mostrata una situazione incredibilmente superficiale, tra le tante assurdità (ancora più gravi se si pensa che la pseudocura è somministrata in un ospedale pubblico, quello di Brescia) vi è quella che i "donatori" di cellule staminali non erano sottoposti ad esami per le malattie infettive (epatite, HIV...). Inaudito.

Per quanto riguarda queste vicende sarà la magistratura a fare chiarezza, per il resto, l'eventuale efficacia di queste cure, la loro sicurezza ed i risultati sui pazienti che le hanno ricevute, possiamo iniziare a tirare qualche somma, anche perché dall'inizio della storia è già passato qualche mese.
Delle guarigioni e dei miglioramenti promessi non c'è traccia: nessuno dei pazienti in cura con il "metodo Stamina" è guarito dalla sua malattia o ha cambiato la sua condizione in maniera sostanziale, i miracoli annunciati non sono mai avvenuti.
Persino pazienti definiti "migliorati" da Vannoni (presidente di Stamina Onlus), in realtà non sono migliorati (e naturalmente neanche guariti) ed a dirlo è lo stesso medico che ha avuto in cura per anni una bambina che è stata sottoposta alla pseudoterapia.
Vannoni in persona, inoltre, ha dichiarato di aver consegnato un protocollo cambiato (nonostante sia stato egli stesso a consegnarlo personalmente al ministero) rispetto a quello applicato che non avrebbe avuto alcun risultato (è quindi evidente che la sperimentazione nazionale sarebbe stata solo uno spreco di tempo e di denaro, come confermato dallo stesso Davide Vannoni).

Vannoni nella sua pagina Facebook dichiara che lo stanziamento sarebbe sprecato perché il metodo  "è stato di fatto cambiato", il problema è che il metodo lo ha preparato e consegnato personalmente al ministero.

Gli stessi due protagonisti della vicenda, Vannoni ed Andolina, hanno dichiarato che per la SMA1 (una delle malattie che dichiarano di poter guarire e che colpisce alcuni dei bambini mostrati in video in questi mesi), non sarebbero bastati 18 mesi di sperimentazione ed addirittura nessun macchinario diagnostico avrebbe potuto notare alcun risultato: questa è una dichiarazione chiara di inefficacia fatta degli stessi "inventori" del metodo, perché se non bastano 18 mesi e nessuno strumento riesce a notare un benché minimo vantaggio a cosa servirebbe questo metodo segreto? Come mai quando il "metodo" fu presentato in TV erano mostrati video realizzati a poche settimane, addirittura pochi giorni dopo le infusioni affermando che i benefici erano evidenti?
Pazienza, il passo indietro dei due "inventori" della pseudocura parla chiarissimo.

I fatti quindi e poi le stesse dichiarazioni dei due di Stamina confermano l'opinione della comunità scientifica: non esiste un metodo Vannoni e ciò che è stato somministrato non cura. A questo si aggiunge l'analisi del comitato scientifico nominato dal ministero per decidere la plausibilità della sperimentazione: giudizio negativo, il metodo non ha alcun fondamento scientifico. Completano l'opera il rifiuto dell'ufficio brevetti americano che ha rifiutato le domande di Vannoni (perché ovvie e e non innovative) e l'ammissione dello stesso docente di psicologia di aver prelevato le foto dei presunti neuroni ottenuti con il suo metodo, riportate nelle sue domande di brevetto, da un altro esperimento effettuato anni prima e non da sue procedure, in parole povere, delle cellule staminali di Vannoni non solo non esiste un protocollo, non vi sono risultati e non esiste nemmeno una foto.

Questa è la storia di un fallimento su tutti i fronti, di una pseudocura spacciata per efficace ma inutile, di un'illusione venduta a colpi di spot televisivi a migliaia di persone, di un esperimento di persuasione delle masse (e prossimamente parlerò anche di questo aspetto facendo un paragone tra questa pseudocura e l'altra che l'ha preceduta nel nostro paese, il "metodo Di Bella").

A tutto questo, come ha risposto Stamina?
Con i "comunicati Facebook" (non stupisca, i due personaggi hanno sempre usato questo canale "scientifico" per le loro dichiarazioni).
La risposta di Marino Andolina è abbastanza scontata (chi segue il blog la conoscerà senza difficoltà): complotto, quella di Vannoni anche, visto che già precedentemente aveva sostenuto che la sperimentazione sarebbe stata inutile, credo che quindi anche lui sarà contento dell'epilogo, nessun altro argomento per confutare queste conclusioni, nessun documento "scioccante" o decisivo, nessuno studio o statistica: parole su parole e la dichiarazione di voler fare ricorso al TAR e voler trasferire la metodica all'estero, dopo aver già stipulato un contratto di vendita del metodo con una multinazionale farmaceutica, un finale già previsto.
Direi che ci sarebbero tutti gli elementi per cominciare a voltare pagina e cominciare a parlare d'altro.
Prima di farlo, metto in evidenza l'ennesima contraddizione di Davide Vannoni che dopo aver dichiarato di aver brevettato il suo metodo (dichiarazione che non corrisponde a verità, la domanda di brevetto non è stata mai accettata) dichiarava al "Corriere della Sera" il 29 marzo 2013:
"Ho lasciato in piedi solo le domande negli Usa. Perché? Intanto la metodica è diventata visibile, così nessuno può accusarci di tenerla nascosta. In secondo luogo, perché quella è la sede delle grandi multinazionali."
Ma dimentica che in data 5 novembre 2012 ha fatto richiesta (respinta) all'ufficio brevetti USA di ritiro della domanda di brevetto appellandosi alla regola 37 CRF1.138 comma c (che prevede espressamente la non pubblicazione della domanda di brevetto). Vannoni quindi sapeva benissimo di aver presentato solo delle domande, che queste non erano state accettate e che lui ne aveva chiesto il ritiro e non è vero che avrebbe "lasciato in piedi solo le domande negli USA". Questa si aggiunge alle altre.


La richiesta di ritirare le domande di brevetto nella cronologia on line dell'ufficio brevetti USA, poi respinta

Andolina e Vannoni, dicevano di poter guarire i malati ma non sono riusciti a guarirne uno, nonostante questo trovano ancora gente disposta a credergli affidandogli i propri figli.
Però in tutto questa ridicola storia c'è un aspetto positivo. Per la prima volta si è parlato di malattie gravi che evidentemente non meritavano nessuno spazio prima (chi di noi sapeva cos'era una atrofia spinale un anno fa?). Così molti italiani hanno conosciuto termini come SMA, leucodistrofia, staminali, sclerosi laterale amiotrofica (SLA). Per la prima volta qualcuno si è accorto che tra l'acconciatura del prof. Vannoni ed i violini di Studio Aperto, esistono tanti bambini ed adulti che hanno bisogno di supporto. Che il supporto a queste persone sia dovuto è scritto già nella costituzione, ma non è sempre così e se c'è una cosa che questa vicenda ha scoperto in maniera chiara è che molte di queste persone, adulti e bambini con le loro famiglie, sono in qualche caso abbandonate al loro destino e questo le rende certamente più fragili quando qualcuno promette una soluzione semplice, veloce ed efficace. Non avendo una soluzione definitiva, la medicina spesso assiste le famiglie dal punto di vista tecnico e clinico, se serve, ma le abbandona dal punto di vista psicologico, umano, spezza le loro speranze e deve dare (non che sia scorretto sia chiaro) un verdetto che è quasi sempre negativo.
Ecco che tra le maglie della disperazione e del dolore si insinuano i più furbi, quelli che non hanno niente da perdere e che non essendo medici non hanno alcun dovere deontologico o professionale e possono permettersi di fare promesse illusorie o inevitabilmente false.
In mezzo a tutto ciò entrano in gioco i genitori, le persone che sono più vicine ai malati di SMA (uso questa patologia come "rappresentante" di tutte, visto che dovrei parlare di decine di malattie diverse tra loro). Sono proprio i "mamma e papà" di queste persone che si trasformano in badanti, infermieri, cuochi, fisioterapisti, tecnici ed in più restano mamma e papà. Oppure gli stessi malati, che se adulti imparano a convivere con la malattia e farne una caratteristica come un'altra.

Già, perché malattie come la SMA (Atrofia muscolare spinale), non sono "lievi" o passeggere, sono gravi e peggiorano. Non basta la pazienza o la calma, serve di più, molto di più.
Queste persone sono letteralmente eroiche. Chi legge (e chi scrive) ed è genitore sa benissimo quante volte ci si lamenta perché nostro figlio è insistente, vuole quel giocattolo, mangia troppi dolci, ci arrabbiamo tutti,  viene voglia di prendere un po' d'aria quando dobbiamo cambiare l'ennesimo pannolino o pulire il centesimo bavaglino. Comprensibile, ci mancherebbe, ma ci sono genitori che fanno di più, molto di più. Oppure quando ci imbufaliamo perché non troviamo la camicia giusta o qualcuno ci ha sporcato l'auto. Già, entrare nel mondo della malattia è molto più di una lezione, è una sonora bastonata.

Per questi genitori e questi adulti non c'è modo di dire "ok, resistiamo perché poi passerà". Non possono nemmeno prendersi un po' d'aria, visto che se il respiratore che mantiene in vita loro figlio si dovesse bloccare il bambino non respirerebbe. Non è possibile "andare a fare un giro" se non si è sicuri che tutto sia a posto e, visto che le rogne possono capitare in qualsiasi momento ed in genere non mandano avvisi, bisogna saper fare una rianimazione, bisogna saper usare un aspiratore, un pallone ambu, bisogna saper fare un'endovena o mettere una flebo. La cosa incredibile è che riescono ad essere pure ironici ed hanno la forza di scherzarci su, ho conosciuto virtualmente persone incredibili.
Ecco.

In mezzo al professore che raccontava di aver inventato la cura per tutte le malattie ed ai suoi profeti, ci sono loro ed è di loro che parliamo perché mi sono scocciato di commentare le frasi ad effetto, le argomentazioni sconnesse ed i comunicati Facebook, mi sembra che non ci siano molti altri elementi (o elementi nuovi) da commentare, la discussione si basa sul nulla ed è incredibile come un privato stia tenendo in scacco tante persone.

Allora parliamo di queste famiglie con un pretesto che lascia un po' di amaro in bocca:

dopo aver sentito da tutte le parti che le "famose" cellule staminali di Vannoni avrebbero guarito diverse malattie ed aver puntato mediaticamente su una di queste, la SMA (i video del programma televisivo che hanno "lanciato" la cura si occupavano spesso di bambini con questa malattia), il duo Vannoni-Andolina ha rifiutato di inserire la stessa malattia tra quelle valutate dalla sperimentazione. La notizia ha lasciato molte famiglie di sasso. Quelle che avevano fiducia in questa pseudocura naturalmente sono rimaste stupite, quelle che non ci credevano hanno notato una chiara contraddizione (all'inizio la malattia sarebbe migliorata in pochi giorni ed in maniera evidente, ora sarebbe stato difficile valutare i miglioramenti che non sarebbero arrivati nemmeno dopo 18 mesi).
L'associazione "Famiglie SMA" ha così lanciato una petizione via internet, con lo scopo di fare chiarezza, chiedere spiegazioni, capire meglio. Una petizione non ha certo valore legale, è sicuramente un fatto simbolico, ma in tutto questo ha lasciato di sasso la risposta alla stessa petizione del dottor Marino Andolina il quale ha risposto alle critiche accusando FamiglieSMA di essere "complici di chi coloro che vogliono morti i vostri bambini", perché avrebbero criticato "chi cerca di aiutarli", Andolina accusa i genitori ed i malati di SMA di essere complici di omicidio, non riflettendo nemmeno sul fatto che tra quei genitori c'è chi il figlio lo ha perso. C'è poco da aggiungere e credo che questa dichiarazione non abbia bisogno di commenti:

"Anzichè mordere la mano che cerca di aiutarvi, rendendovi di fatto complici di coloro che vogliono morti i vostri bambini, cercate di combattere assieme a noi" (Marino Andolina)

Il duo Vannoni-Andolina non è nuovo a questo tipo di esternazioni, ha bersagliato scienziati, politici, medici ma ora iniziano anche con i genitori di bambini con epiteti pesantissimi. La loro "scienza" è spazzatura e questo è tranquillamente confermato (dice di "aspettare con ansia" la trasmissione "Le Iene") da Marino Andolina, chi affiderebbe il proprio figlio ad un medico che "aspetta Le Iene" per pubblicizzare la sua attività?

Andolina "aspetta Le Iene", lo show televisivo che fa pubblicità al loro metodo


Il secondo aspetto della questione è quello relativo all'enorme pazienza che hanno avuto molte delle famiglie coinvolte con questo tipo di problemi. Ascoltare promesse di guarigione per malattie considerate inguaribili, sentirsi sfidati o peggio insultati, come abbiamo visto prima, sentirsi delle pedine in mano ad improbabili inventori di miracoli è snervante. Queste famiglie hanno già diversi problemi da risolvere e sinceramente mi stupisco siano riuscite a mantenere un'invidiabile calma e dignità.
Ma cosa provano e cosa chiedono quelle famiglie bombardate da notizie e dichiarazioni che volenti o nolenti li tirano in ballo?
Ho provato a chiederlo ad una di loro, Stefano e Barbara, genitori di Ginevra: una risposta l'hanno data (e li ringrazio per questo), leggiamola:
Mi chiamo Stefano e sono il papà di Ginevra, una bambina di 3 anni affetta da SMARD1, una forma di atrofia spinale molto rara. Ho iniziato a seguire la vicenda Stamina nel marzo del 2011, quando, mentre Andolina sui giornali dichiarava di aver salvato la vita ad una bimba sma1, si stava delineando in maniera sempre più precisa la diagnosi per mia figlia. La prima sensazione che ho avuto e` stata una specie di sollievo: pur trattandosi di un singolo caso, c'era una speranza che per una malattia incurabile si cominciasse ad intravedere una cura. Purtroppo nel corso degli ultimi due anni e mezzo mi sono dovuto ricredere: nonostante Stamina foundation dichiarasse di poter curare un numero sempre maggiore di malattie, non sono mai stati presentati studi scientifici su questo metodo, non sono mai stati presentati neanche dati strumentali o cartelle cliniche, non e` stato reso pubblico neanche il metodo stesso. Ma la rabbia che provo oggi non e` dettata esclusivamente da una speranza delusa, penso che nel viaggio che stiamo intrapendendo come famiglia le delusioni verranno anche dalla medicina ufficiale. La rabbia nasce dal clima avvelenato e dalle divisioni che si sono create, anzi che sono state provocate in una comunità, quella dei malati rari, delle loro famiglie e dei loro medici, che dovrebbe invece essere unita al massimo. La rabbia nasce dall'etichetta di genitori vigliacchi o complici di coloro i quali vogliono la morte dei nostri figli (chi? con nome e cognome grazie) che è stata affibbiata a quei genitori che come me chiedono rispetto per i nostri figli (che sono bambini malati si, ma pur sempre bambini e non solo malattia) e chiarezza e trasparenza in questa vicenda. La rabbia nasce infine dagli attacchi continui a quei medici, ricercatori, terapisti che da sempre, ogni giorno, si prendono cura dei nostri figli e di noi genitori. La delusione se tutta questa storia si rivelasse una bolla di sapone passerà, lentamente ma passerà, ma la rabbia e l'amarezza provocata dal contorno di questa vicenda, beh, quella sarà molto più dura da digerire.
Stefano L. Barbara B. genitori di Ginevra, SMARD1

Anche l'associazione "Famiglie SMA" risponde alle...mancate risposte del duo delle staminali, qui.
...e per chi volesse sapere cosa significa combattere con questo tipo di problemi, dia un'occhiata ad un video molto interessante di 20 minuti che tutti dovrebbero guardare: questo.

Bene.
Tranne novità eclatanti o importanti quindi, la storia del duo che diceva di avere inventato la cura per centinaia di malattie si conclude qui, li ritroveremo probabilmente a proporre le loro cure all'estero, diventando una delle centinaia di "cliniche dei miracoli" sparse per il mondo che, tra una colletta e l'altra, inducono famiglie e bambini ad intraprendere costosi quanto inutili (e pericolosi) viaggi della speranza, con un corollario di associazioni, comitati ed Onlus che come pesci pilota attaccati allo squalo, raccoglieranno le briciole di quanto resterà per loro, una storia già vista e che esisterà finché la gente non imparerà a distinguere la medicina dalla pseudoscienza, gli studi dalla pubblicità.
Al diavolo quindi santoni e guaritori, usare i più deboli per le proprie manie di protagonismo è quanto di più infimo possa fare un uomo.
Cominciamo così con qualcosa che, neanche a farlo apposta, arriva proprio oggi:

La FDA (Food and drug administration, ente sanitario statunitense) ha approvato la sperimentazione per una terapia genica utile in molte malattie di tipo neurodegenerativo e soprattutto nella SMA (che è caratterizzata da un difetto in UN solo gene). Dopo i test animali il prossimo passo è l'uomo.
Se una speranza c'è è solo la scienza, la TV la lasciamo ai balletti.

Ogni cosa al suo posto quindi, la cronaca rosa ed il marketing della salute saranno l'argomento dei programmi come "Le Iene" (prossimo a ricominciare e, statene certi, con altri spot a favore della pseudocura delle staminali) e di medicina si parla in altre sedi, dedicando spazio a chi la malattia la vive (ed eccome la vive!), come Anita, che dice (nel video che vi ho indicato prima):

"Sicuramente se dovessi parlare con gli adolescenti che vivono la SMA gli direi di avere anche paura, perché la paura è normale, ma di parlare, parlare e confrontarsi e vivere, di godersi la vita, perché la SMA ci toglie la forza nei muscoli ma la felicità non è nei muscoli".

Che dite, pensiamo ad occuparci di loro ora?

Alla prossima.


Nota: Un ringraziamento sincero a Stefano, Barbara, Anita, associazione FamiglieSMA

Aiuto, sono allergico! Ma è proprio così?

$
0
0
Un argomento che sicuramente attirerà la curiosità di molti di voi. Avete presente quando vi dicono "lei è intollerante ai farinacei" oppure "lei è allergico al latte", quanti di voi si sono prestati a "test" di intolleranza in certe farmacie o erboristerie? A quanti hanno fatto afferrare dei cilindretti di metallo? Ancora peggio, a quanti hanno messo una boccetta con una sostanza in una mano e nell'altra un'altra boccetta?
Insomma, quante bufale in questo campo?

Beh, per parlarne ho chiesto a chi di test ed allergie se ne intende, ci parlerà proprio di questo e sarà un viaggio molto interessante. Ringrazio quindi la dott.ssa Sandra Perticarari, biologa, che mi ha fatto il piacere di scrivere su un argomento così interessante e precisamente documentato (come si fa quando si parla di argomenti scientifici). Buona lettura!

==
Allergie, intolleranze alimentari e...bufale.

Hanno nomi che sembrano acronimi di esperimenti spaziali: VEGA, ALCAT, EAV, SARM, DRIA, invece sono test cosiddetti alternativi per la diagnosi di allergie e intolleranze alimentari. Ogni volta che mi ritrovo a parlare con qualche amica, almeno il 50% ritiene di essere “allergica” a qualcosa, il 70% pensa di essere intollerante e il 40% ha eseguito test dai nomi assurdi, per confermare intolleranze a un numero esagerato di cibi. Se sfoglio qualche rivista femminile mi trovo sommersa da consigli su alimenti da evitare. Latte e latticini, zucchero, farina di frumento, e ora anche farina di mais (transgenica!) sono demoni ammantati sotto appetibili spoglie, ma pronti a fare danni appena ingeriti.

Non parliamo poi di internet dove da un lato proliferano nei forum al femminile e nei social network allarmismi sui cibi quotidiani (pane e latte appunto), mentre da un altro abbondano consigli dietetici su integratori, sostanze naturali alternative, probiotici come lo yoghurt, che in questo caso perde la sua veste lattario-casearia e si trasforma in un quasi farmaco, panacea per ossa e intestino. Perché un aumento così tangibile di patologie riferite agli alimenti? E soprattutto perché colpiscono prevalentemente donne? Per quest’ultimo quesito sarebbe forse opportuno interrogare un sociologo o uno psicologo, ho delle teorie, ma non sono supportate da esperienze professionali, né documentabili. Per quanto riguarda l’aumento di “reazione avverse” al cibo, chiamiamole così in assenza di una diagnosi precisa, i soliti catastrofisti affermano, che l’inquinamento, i cibi industriali, la scarsa reperibilità di prodotti genuini, (e forse gli OGM) ne siano responsabili.
Ma vediamo se è vero. Innanzitutto dobbiamo fare chiarezza sui termini, chiameremo genericamente “reazione avversa al cibo” ogni forma di disturbo riferito all’ingestione di un determinato cibo. In questo ambito si distinguono le vere e proprie allergie agli alimenti, che sono reazioni immunologiche ad alcuni componenti alimentari (proteine), che scatenano una produzione di anticorpi da parte dell’organismo. Gli anticorpi prodotti sono di due tipi: quelli chiamati IgE quando la reazione avviene entro pochissimo tempo dall’ingestione del cibo incriminato, e i sintomi sono solitamente vomito, orticaria, prurito, asma e difficoltà respiratorie, fino al grave shock anafilattico. Oppure quelli detti IgG (reazione di tipo ritardato) quando i sintomi appaiono dopo diverso tempo, anche giorni dall’ingestione dell’alimento e sono di carattere variabile, dalla diarrea ad altre manifestazioni anche non correlate al tubo digerente. Poi esiste la “intolleranza alimentare” termine spesso confuso con l’allergia, che invece è un disturbo che non coinvolge il sistema immunitario, ma è dovuto o a carenze di enzimi specifici che servono a “digerire” l’alimento (come ad esempio l’enzima lattasi per l’intolleranza al lattosio), o ad un effetto tossico-farmacologico di qualche sostanza contenuta nell’alimento stesso (ad esempio i solfiti, i coloranti o additivi chimici).

Le recenti indagini epidemiologiche accreditate scientificamente riportano che le vere allergie (mediate da anticorpi) sono attorno all’ 1-4% degli adulti, mentre le intolleranze alimentari sono il 10% circa. (1,2) Negli ultimi 20 anni però la loro incidenza sembra essere raddoppiata (3). Secondo uno studio fatto in Germania nel 2000 (4) la prevalenza di ogni tipo di reazione avversa al cibo, riferita al campione di popolazione adulta studiata era del 34,9%, sulla base dei sintomi riferiti, ma questa percentuale calava al 3,7% quando veniva posta una diagnosi corretta. In base ad una statistica comparativa effettuata sempre in Germania nel 1998 l’incidenza di reazioni avverse al cibo era del 2,6%.

Questi dati sembrano confermare due cose: accanto ad un effettivo aumento delle reazioni avverse agli alimenti in generale, sembra esserci da un lato una sovrastima soggettiva da parte dei pazienti, da un altro lato probabilmente una sottostima oggettivamente diagnosticata. Negli ultimi anni è addirittura raddoppiato il numero delle diagnosi di celiachia ed è spuntata una nuova sindrome chiamata “Sensibilità al Glutine non Celiaca” (SCNG) che la comunità scientifica sta considerando come vera affezione patologica e non solo una moda dietetica senza glutine. Secondo quanto letto su alcune riviste femminili o su siti web divulgativi le “allergie” al cibo, non meglio specificate, sono largamente diffuse e causano numerosi problemi, dall’emicrania, all’artrite e reumatismi, dall’obesità all’eccessiva magrezza, inappetenza e scarsa concentrazione, nonché una serie di piccoli disturbi da cui chiunque, prima o poi, può essere colpito. Ovviamente i sintomi a volte così incerti o lievi non possono avere nessun significato diagnostico. Per essere davvero sicuri che un certo cibo faccia male occorre sottoporsi ad un qualche test.

Diciamo subito che i test per la diagnosi di reazione avversa agli alimenti, nonostante anni di ricerche in questo campo, presentano dei problemi. Non esiste un “marker” unico, dosando il quale si ha la certezza di avere una risposta positiva o negativa. I più semplici da eseguire e i più sicuri si basano sul dosaggio degli anticorpi prodotti in risposta all’alimento avverso. Sono dosabili le IgE totali, e le IgE specifiche (RAST) verso una determinata componente alimentare (allergene), ad esempio latto-proteine per allergie al latte, ovoalbumina per allergia all’uovo, e così via.
Stessa cosa per gli anticorpi IgG, in questo caso però la risposta è meno “specifica”, perché vi sono molti falsi positivi che sono il grosso problema di questo tipo di dosaggio. Esiste poi il Prick test indicato soprattutto per le vere e proprie allergie, ma meno per le intolleranze. Il test consiste nell’applicare una piccola quantità di allergene su una porzione di pelle del paziente (di solito sulla parte interna dell’avambraccio), la zona viene poi punta con un pennino sterile e si attendono alcune ore per verificare la risposta, che consiste nella formazione di un pomfo più o meno grande e arrossato. Questi test uniti alla anamnesi del paziente e ai cosiddetti test di eliminazione e reintroduzione dell’alimento sospetto, portano di solito ad una diagnosi corretta di allergia.
Nel caso di sospetto di intolleranza la diagnosi è più difficile. I dosaggi di anticorpi specifici in questo caso non sono utili, ed altri esami come il test di citotossicità o ALCAT (Antigen Leukocyte Cellular Antibody Test) avevano fornito qualche speranza, ma sono poi stati abbandonati nella pratica laboratoristica perché non riproducibili e dai risultati deludenti. Esistono alcuni esami più invasivi come il test sull’assorbimento di alcuni zuccheri, come il mannitolo o lo xilosio, zuccheri che in condizioni di normalità non vengono assorbiti dall’intestino, ma passano se l’intestino è danneggiato, e sono misurabili nelle urine. Oppure il Breath test all’idrogeno un metodo basato sul principio che alcuni zuccheri introdotti con la dieta vengono fermentati dalla flora batterica intestinale, con conseguente produzione di idrogeno e metano, tali gas vengono assorbiti a livello intestinale ed eliminati dai polmoni con l’aria espirata e possono venir dosati con strumenti appropriati. Questi test ed altri dosaggi ematici o sulle feci o le urine forniscono importanti indicazioni sullo stato di salute dell’intestino, ma ovviamente non sono direttamente correlati con il potenziale dannoso di un dato alimento. Insomma l’iter diagnostico a cui una persona deve sottoporsi se dopo avere mangiato patatine o prugne si sente depresso, abulico o con l’emicrania, non è né rapido, né foriero di un risultato certissimo. E chi soffre di qualche disturbo vuole invece risposte certe.



Ecco perché sono spuntati tanti test “non convenzionali” ovvero “alternativi” in grado di dare risposte “sicure” in tempi brevi, come il test EAV (elettroagopuntura secondo Voll, Vega test, Sarm test, Biostrength test e loro varianti), Test di provocazione/neutralizzazione, Biorisonanza, Analisi del capello, Pulse test, Test del riflesso cardiaco-auricolare, Test Melisa, Mineralogramma, Iridologia, Kinesiologia applicata (DRIA test e simili), Test Bioenergetico dei Virus e Batteri, tutti questi e altri simili non sono da considerare attendibili, in quanto non sono in grado di individuare agenti causali di presunte "intolleranze alimentari", sono privi di validazione scientifica e non sono riproducibili.

La celiachia

Un discorso a parte merita la celiachia.

Malattia che un tempo veniva chiamata “sprue” o malassorbimento, prevalente solo nella prima infanzia e molto grave. I bambini che ne erano affetti, soffrivano di diarrea persistente e malassorbimento severo, e se non curata poteva avere esito fatale. (5) La celiachia è stata considerata una malattia rara fino agli anni ’80, con una prevalenza di 1 caso ogni 2000-3000 ed esordio quasi esclusivamente pediatrico. Inoltre, la biopsia intestinale ha costituito fino a quel periodo l’unico metodo diagnostico per individuare la tipica lesione intestinale (appiattimento dei villi intestinali), un metodo invasivo a cui si sottoponevano solo i soggetti con sintomi evidenti o gravi. L’epidemiologia della celiachia è cambiata radicalmente a partire dagli anni ’90 quando, a fronte della significatività di studi clinici multicentrici, sia la diagnostica sierologica (di crescente sensibilità e specificità) sia i test genetici sono stati sviluppati e gradualmente introdotti nella pratica clinica. I principali risultati del progresso scientifico sono il drammatico aggiornamento dell’incidenza della celiachia in Italia (si stima 1 soggetto ogni 100 persone) e l’aumento degli individui diagnosticati (attualmente 20.000 nuove diagnosi all’anno, con un incremento annuo di circa il 20%) (6) La celiachia è un’intolleranza permanente su base genetica al glutine, una sostanza proteica presente in avena, frumento, farro, grano khorasan (kamut), orzo, segale, spelta e triticale. Le manifestazioni cliniche della celiachia sono estremamente variabili.
È possibile distinguere diverse forme cliniche di malattia celiaca, a seconda delle modalità di presentazione clinica (manifestazioni intestinali ed extra-intestinali, età del paziente, concomitanza di una o più patologie associate), delle alterazioni istologiche della mucosa intestinale (biopsia) e dei valori sierologici (anticorpi): la forma tipica ha come sintomatologia diarrea e arresto di crescita (dopo lo svezzamento), quella atipica si presenta tardivamente con sintomi prevalentemente extraintestinali (ad esempio anemia), quella silente ha come peculiarità l’assenza di sintomi eclatanti e quella potenziale (o latente) si evidenzia con esami sierologici positivi ma con biopsia intestinale normale. Queste due ultime forme cliniche in assenza di sintomi specifici sono diagnosticabili solo nell’ambito di “popolazione” a rischio (persone con una predisposizione genetica o con malattie autoimmuni) sottoposta a test di screening. (7,8) Per curare la celiachia, attualmente, occorre escludere dal proprio regime alimentare alcuni degli alimenti più comuni, quali pane, pasta, biscotti e pizza, ma anche eliminare le più piccole tracce di glutine dal piatto. Questo implica un forte impegno di educazione alimentare. Infatti l’assunzione di glutine, anche in piccole quantità, può provocare diverse conseguenze più o meno gravi.
Questo aspetto ha indotto l’industria alimentare allo sviluppo e alla commercializzazione di alimenti senza glutine, anni fa reperibili solo in farmacia ed ora invece presenti in molti negozi e nella grande distribuzione. Spesso nelle famiglie in cui è presente un soggetto celiaco si tende ad eliminare tutti gli alimenti contenenti glutine e anche i soggetti non celiaci si abituano a consumare prevalentemente quelli certificati privi di glutine anche se più costosi. L’offerta commerciale degli alimenti gluten-free è spesso pubblicizzata come più sana e più dietetica, con forme più o meno subdole, al punto da indurre anche soggetti sani a scegliere questi prodotti.

La stessa cosa avviene con la proposta commerciale di latte privo di lattosio, definito “più leggero” o con quella di latticini addizionati con omega-3, indicati per “prevenire” malattie cardiache. Si sfrutta la scarsa conoscenza scientifica (come è ovvio) del consumatore, per indurre la necessità di scegliere certi prodotti più costosi. Inoltre la scarsa conoscenza approfondita di un problema (come l’allergia appunto) va di pari passo con una eccesso di informazioni medico-sanitarie da cui siamo bombardati quotidianamente. L’attenzione viene focalizzata su alcuni alimenti dannosi e su patologie apparentemente molto diffuse, non molto gravi, curabili con il fai-da-te (basta eliminare il cibo incriminato) come appunto le intolleranze e le allergie, oltretutto spesso confuse e ritenute sinonimi. Questo mix produce in molti casi anche l’autodiagnosi di reazione avversa al cibo.
Ne ho sentite di tutti i colori: c’è chi sostiene di essere dimagrito togliendo dalla dieta solo il latte o il frumento, chi accusa la vitamina C (ebbene si!) di provocargli giramenti di testa e altri sintomi, chi ritiene di essere intollerante all’acido acetil salicilico, ma prende aspirine per il mal di testa, fino a chi soffre di intolleranze intermittenti, perché magari a colazione si nutre solo di alimenti dietetici per celiaci o intolleranti al lattosio, ma di sera si abbuffa (senza conseguenze) di pizza farcita con mozzarella e bufala. “Bufale” appunto (non le cito casualmente) sono le molte diagnosi di allergie immaginarie. Intendiamoci le allergie e le intolleranze sono patologie reali, esistono e sono diagnosticabili dal medico e dai test veri e accreditati. Ma se avete qualche sintomo persistente fastidioso o peggio, non vi fidate dell’amica, del giornale, dell’omeopata o del medicastro olistico, ricorrete alla medicina vera (e unica), e nel frattempo non buttate via denaro negli alimenti privi di qualcosa.

Bibliografia
1) Bengtsen U N-BU, Hanson LA, Ahlstedt S: Double blind, placebo controlled food reactions do not correlate to IgE allergy in the diagnosis of staple food related gastrointestinal symptoms.Gut 1996; 39: 130–5;
2) Lack G: Clinical practice. Food allergy. N Engl J Med 2008; 359(12)1252–60.
3) Skipala I. Adverse Food Reactions—An Emerging Issue for Adults Journal of the American Dietetic Association Volume 111, Issue 12 , Pages 1877-1891, December 2011
4) Zuberbier T, Edenharter G, Worm M, Ehlers I, Reimann S, Hantke T, Roehr CC, Bergmann KE, Niggemann Prevalence of adverse reactions to food in Germany - a population study. B. Allergy. 2004 Mar;59(3):338-45)
5) Perticarari S, Presani G, Trevisan M, Savoini A, Cauci S. Serum IgA and IgG antibodies to α-gliadin: Comparison between two ELISA methods. Ricerca in clinica e in laboratorio October–December 1987, Volume 17, Issue 4, pp 323-329
6) Mustalahti K, Catassi C, Reunanen A, Fabiani E, Heier M, McMillan S, Murray L, Metzger MH, Gasparin M, Bravi E, Mäki M; Coeliac EU Cluster, The prevalence of celiac disease in Europe: results of a centralized, international mass screening project. Project Epidemiology Ann Med. 2010 Dec;42(8):587-95. doi: 10.3109/07853890.2010.505931.
7) Lepore L, Martelossi S, Pennesi M, Falcini F, Ermini ML, Ferrari R, Perticarari S, Presani G, Lucchesi A, Lapini M, Ventura A. Prevalence of celiac disease in patients with juvenile chronic arthritis. J Pediatr. 1996 Aug;129(2):311-3.
8) Pietzak M . Celiac disease, wheat allergy, and gluten sensitivity: when gluten free is not a fad. JPEN J Parenter Enteral Nutr. 2012 Jan;36(1 Suppl):68S-75S. doi: 10.1177/0148607111426276.

==

Alla prossima.

Guarire miracolosamente o spontaneamente?

$
0
0
Quando anni fa da studente e poi da laureato sentivo parlare di guarigioni miracolose (dal punto di vista religioso) o inattese (con una cura alternativa) da malattie tumorali, il primo pensiero che facevo era relativo alle guarigioni spontanee. Si tratta di un fenomeno (raro) ben documentato che, se può essere normale in certe patologie, è sicuramente sorprendente quando si parla di malattie gravissime, come il tumore. Naturalmente, visto che sappiamo che non esiste IL tumore ma centinaia di forme di malattia diverse tra loro per caratteristiche, estensione e gravità, la guarigione sarà più o meno sorprendente ma la notizia di una guarigione "misteriosa" da un cancro è sempre stupefacente.
Da quando mi occupo di medicine alternative la mia visione delle cose è un po' cambiata. La totalità dei casi che ho analizzato (tramite documenti pubblici o inviatimi privatamente) non ha nulla di "miracoloso". Naturalmente è necessaria una conoscenza della medicina, può essere utile cercare statistiche e dati, ma alla fine i casi risolti "miracolosamente" da cure improbabili o da pratiche non scientifiche sono dovuti a ben altri motivi molto più spiegabili, noti e materiali. Il caso più comune è la guarigione dovuta a cure "standard": persone già operate, trattate con farmaci, curate con i normali protocolli medici che però si definivano malati e che alla diagnosi di guarigione (o miglioramento) dovuta alle cure la riferivano completamente alla procedura non "tradizionale" che avevano seguito. In questi casi era raramente il paziente a compiere questa operazione, molto spesso il ciarlatano a convincerlo di questo risultato.
Un altro caso abbastanza tipico è quello di certe forme di malattia con decorsi particolarmente prolungati che per anni non peggiorano o di altre forme che non richiedono alcuna terapia ma un'attenta e precisa sorveglianza. Infine il caso più drammatico (che in verità ho visto pochissime volte): la malattia avanza impietosamente ma il ciarlatano convince il paziente che va tutto bene, raccontandogli di un miglioramento che purtroppo non c'è. Prima di "studiare" i casi clinici che ricevo, alla prima lettura della storia, spesso, rimango sorpreso per il susseguirsi degli eventi: "avevo una grave malattia, non ho fatto nulla (o ho fatto la cura alternativa xyz) e sono guarito completamente". Fidandomi delle parole di chi mi scrive, il primo pensiero davanti ad un racconto sorprendente, quello più spontaneo, è: "sarà guarito spontaneamente...".

Ma esistono davvero i casi di "guarigione spontanea"? Ovvero di malattie tumorali guarite completamente senza alcun intervento (standard o ciarlatanesco)?
Sì, "tanti", nel senso che essendo avvenimenti rari e chiaramente sorprendenti, sono ben descritti in letteratura scientifica, con storie anche "note" per l'incredulità che hanno suscitato ai tempi. Il fenomeno ha del magico (ed immagino quanto ne abbia per chi ne è protagonista). Tumori diagnosticati con vari esami che dopo differenti storie cliniche (rifiuto delle terapie, rinuncia di terapia per età avanzata, abbandono per effetti collaterali gravi ed altro) sono letteralmente scomparsi ai controlli successivi. Esistono diverse forme di "regressione spontanea", a volte si tratta di sparizione temporanea con un ritorno della malattia nella stessa sede o in una diversa dalla precedente, altre (ed è questo l'evento più incredibile) di scomparsa definitiva.
Si tratta di un fenomeno talmente sorprendente che la prima domanda che si fa chi si imbatte in questo evento è quella relativa alla correttezza della diagnosi. Per questo motivo, in letteratura e nelle statistiche, si preferisce catalogare solo i casi la cui diagnosi è certa e documentata.

Anche in questo caso si è notata una differenza che dipende dal tipo e dall'estensione del tumore, ma la guarigione spontanea dal cancro è un evento conosciuto. Una statistica precisa non è ovviamente possibile, i casi di pazienti che rifiutano qualsiasi terapia sono pochi, alcuni di essi sono persone sole ed anziane che si rivolgono al medico solo in tarda età e che quindi non erano stati seguiti nel loro percorso medico e non è possibile sapere quanti di questi casi non siano mai stati rilevati, qualche statistica fa una stima generale, in 1 caso su 60.000 è possibile la regressione totale del tumore in assenza di cure, altri parlano di 1 caso su 100 in certe forme tumorali iniziali o poco gravi. Si va quindi da una frequenza rarissima ad una un po' più elevata, il problema è che si tratterebbe sempre di una sorta di "lotteria": sperare di guarire spontaneamente dal cancro, anche se lecito e comprensibile, sarebbe come puntarsi una pistola in testa sperando che per qualsiasi motivo questa non funzioni. Una curiosità può essere quella che il riscontro di tumori regrediti spontaneamente è in aumento, ma questo potrebbe essere spiegato con l'aumento degli strumenti diagnostici e con la maggiore sensibilità nei confronti del problema.

C'è un elemento che molti studi sottolineano in questi casi. La regressione spontanea del tumore spesso si è notata in concomitanza con un episodio di febbre molto alta, in altri casi dopo una vaccinazione, in altri ancora dopo un'infezione virale. Questo ha fatto pensare che un'eccezionale ed imponente attivazione del sistema immunitario potesse avere un ruolo in questo tipo di fenomeno e per questo si è cercato di studiare proprio il sistema immunitario per cercare di contenere la malattia. La ricerca nel campo dei "vaccini" antitumorali infatti è in pieno svolgimento, si cerca di attivare il sistema immunitario in maniera precisa contro quel tipo di tumore in quell'organo ed inizia ad essere osservato qualche risultato (per la verità ancora preliminare).


Come detto, i casi descritti sono diversi ed in diverse forme di malattia: un melanoma, un tumore renale, addirittura forme metastatiche o polmonari, notoriamente molto aggressive, un fenomeno descritto per i tumori di tutti gli organi persino per il tumore pancreatico, forse quello con meno possibilità di guarigione in assoluto. Talmente raro e sorprendente è il fenomeno che esistono casi unici al mondo (mai successi in quel tipo di tumore). Nonostante le attenzioni si siano concentrate sul sistema immunitario, il mistero è talmente...misterioso che le ipotesi non si contano. Oltre ai già citati meccanismi immunitari si sono studiati quelli ormonali, si sono studiati i meccanismi causa di tumore e la loro "eliminabilità", visto che viviamo in un ambiente "naturalmente" cancerogeno (sapete che persino in tutte le nostre case, per un fenomeno naturale, si accumula un gas cancerogeno?) e persino le cause "psicologiche" (che in ogni caso avrebbero un legame con il sistema immunitario, noti alcuni casi migliorati semplicemente per la convinzione di essere guariti, per una sorta di "effetto placebo" potentissimo) ma non si è giunti a nessuna conclusione definitiva e proprio per questo l'argomento è sorprendentemente studiatissimo in tutto il mondo.
Qualche numero per capire la portata del fenomeno?
In una ricerca che analizzava i casi perfettamente studiabili (di regressioni permanenti o temporanee, in tutto il mondo, presenti in letteratura) e che quindi presentavano diagnosi documentata iniziale e finale, esami diagnostici e documentazione del decorso clinico, sono stati contati 176 casi in 60 anni ed in particolare:
Rene: 31
Neuroblastoma: 29
Melanoma: 19
Coriocarcinoma (un tumore del tessuto presente in gravidanza): 19

Questi casi, da soli, rappresentavano più della metà del totale dei casi analizzati. In altre ricerche nelle quali sono stati analizzati i casi di regressione totale e permanente i numeri sono molto più piccoli.
I casi di "guarigione inspiegabile" non riguardano solo l'oncologia, in questo campo vi è una mole di studi maggiore per ovvi motivi, ma in alcuni casi i medici assistono a fenomeni difficilmente spiegabili con le conoscenze attuali e per questo lo studio delle guarigioni spontanee non è mai stato abbandonato (anche se in verità, purtroppo si tratta di casi rarissimi e sporadici).
Come detto, questi sono dati curiosi e con un fascino particolare perché potrebbero portare a percorrere nuove strade nella comprensione dei meccanismi fisiologici ma è naturalmente molto pericoloso "sperare nella fortuna" in materia di salute, si tratta sempre di casi eccezionali. Per questo motivo, quando si ha una grave malattia (e quando indicato) è sempre bene effettuare una terapia, cosa sempre giustificabile come emerge, oltre che dal buon senso, anche dai dati. Parallelamente a queste ricerche, infatti, ne esistono altre che misurano la sopravvivenza da malattia in assenza di terapia confrontandola con quella sottoposta a terapia ed i numeri parlano chiaro: non fare niente equivale a morire nel 100% dei casi, anzi, alla luce delle miracolose guarigioni spontanee, nel 99.9% dei casi.

Alla prossima.
Viewing all 300 articles
Browse latest View live